Tre giorni a Valencia, bimbi al seguito
Il giorno dopo ancora sfiniti dalla fatica abbiamo optato per la colazione al centro commerciale e un tuffo in piscina, che però apriva alle 10. Questo ci ha portato a uscire dall’albergo alquanto tardi, ma non avendo appuntamenti la cosa non ci ha minimamente preoccupato. Dopo una splendida passeggiata sul Turia, siamo arrivati dalle parti della Puerta de Serranos e, successivamente siamo entrati a visitare il museo delle belle arti, gratuito e interessante. Vista l’ora tarda ci siamo diretti verso un Fresc co nei dintorni e abbiamo mangiato abbondantemente a bouffet per 24,90 euro, sotto lo sguardo scocciato di un locale che mal sopportava che mio figlio di 5 anni e mezzo durante la fila si arrabattasse per cercare di versarsi le cose nel piatto, passando talvolta con la mano nella zona antistante alla pancia del suddetto signore che è arrivato a lamentarsi a gran voce, nonostante avessi porto le mie scuse e fermato il bambino. Dopo pranzo abbiamo proseguito la passeggiata lungo il Turia fino alla città delle Scienze e delle Arti, perché avevamo prenotato il cinema a 360°, con filmato sui dinosauri, e successivamente la visita al museo delle scienze, dove i bambini hanno potuto toccare e giocare per ore senza problemi con vari macchinari e simulazioni. E’ presente anche un’area gioco dove i bambini si sono divertiti a fare i piccoli manovali e all’esterno di quest’area hanno potuto ammirare dei pulcini appena nati. Non sto a raccontare la felicità dei bambini che finalmente hanno potuto toccare tutto il toccabile senza avere paura di essere sgridati ma sicuramente, soprattutto per loro, l’esperienza è stata più che positiva. E questo nonostante un gruppo di calabresi caciaroni che si infiltravano ovunque non rispettando né divieti né file i cui adulti più volte hanno monopolizzato piccoli esperimenti impedendo di usufruirne ai bambini cui erano dedicati. Finita la visita ci siamo recati al Parque Gulliver ( area attrezzata per bambini a forma del gigante omonimo) che però era appena stata chiusa e,per non farci fregare dagli orari dei mezzi ci siamo recati a cena nel nostro albergo dove avevamo deciso di mangiare la paella de mariscos. Al ristorante abbiamo trovato personale gentilissimo che a più riprese ci ha invitato a servirci gratuitamente del bouffet in attesa della paella ma, sapendo che la quest’ultima sarebbe stata abbondante non abbiamo accolto l’invito. La paella per tre, molto buona anche se un po’ salata, che abbiamo mangiato in quattro finendola a fatica data l’abbondanza delle porzioni, comprensiva di acqua e coperto ci è venuta a costare 47 euro. I bimbi dopo mangiato si sono addormentati e abbiamo dovuto traghettarli in stanza a braccia. Purtroppo per noi la notte un gruppo di turisti non italiani alloggiati in stanze a noi vicine, al rientro dalla vita notturna ha fatto un casino tale da costringermi a presentare le mie rimostranze alla reception. La signora di turno si è detta dispiaciuta e mi ha informato del fatto che altri si erano lamentati per lo stesso motivo e mi ha accompagnato in camera mettendosi a guardia nel corridoio onde evitare che si facesse nuovamente baraonda. Il terzo giorno solita colazione in uno dei locali presenti nel centro commerciale, spesa nel Mercadona annesso allo stesso centro per il pranzo, e poi via lungo il Turia verso il bioparco che durante il nostro soggiorno aveva come offerta il biglietto per gli adulti allo stesso prezzo di quello per i bambini: 15,50 euro. Oltre le solite fontane e aree giochi abbondantemente sfruttate dai bambini durante la passeggiata, il Turia ci ha riservato una ulteriore sorpresa: nella parte più vicina al bioparco erano presenti attrezzi ginnici perfettamente funzionanti a formare una vera e propria palestra all’aperto, sfruttabile gratuitamente da chiunque desiderasse cimentarsi in attività fisica. Terminato il Turia ci siamo ritrovati ad ammirare il parque de la Cabeçera con tanto di laghetto navigabile con piccole imbarcazioni a forma di cigno e annessa fauna lacustre composta da palmipedi vari. Tramite un ponte sospeso siamo entrati al bioparco. Dico la verità, per quanto bello possa essere e per quanto gli animali non siano ingabbiati, se non ci fossero stati i bambini non ci sarei mai andata. Con i bambini è diverso. Vedere le loro faccine stupite e divertite alla vista di questi animali tutti provenienti dal Madagascar, che fino adesso avevano visto solo nel cartone animato omonimo, valeva veramente la pena. Il parco comunque è piccolo e noi lo abbiamo visitato tutto in poco meno di tre ore compreso il documentario sulla nascita del bioparco. Successivamente, essendo vietato mangiare all’interno del parco tranne che nei ristoranti annessi, siamo usciti e ci siamo recati in un’area attrezzata li vicino, visibile dal ponte, fatta a forma di barca dei pirati, nella quale i bambini hanno mangiato e giocato contemporaneamente, complice la giornata soleggiata. Più tardi il cielo si è annuvolato e abbiamo deciso di tornare indietro lungo il Turia fino alla metro omonima per dirigerci nuovamente verso il Parque Gulliver, ma sfortuna ha voluto che piovesse e che il parque fosse chiuso fino all’indomani mattina proprio a causa della pioggia. I custodi ci hanno comunque gentilmente permesso l’utilizzo dei bagni e ci hanno concesso di far entrare i bambini nel recinto per fare alcune foto. Avendo del tempo a disposizione prima di cena, sotto la pioggerellina ci siamo recati nel centro storico per ammirarlo sotto l’illuminazione artificiale e fare ancora delle foto, oltre a compilare e spedire le immancabili cartoline. Passando attraverso la piazza della cattedrale, ci siamo recati verso la piazza del Ajuntamento appositamente per vedere la fontana e i suoi meravigliosi cambi di colore. Il palazzo dei Correos era ancora più bello rispetto a due giorni prima sotto la luce del sole. Camminando ancora ci siamo diretti verso la stazione e la Plaza de Toros per infilarci nel Fresc co li vicino e cenare con tutta tranquillità. Dopo cena metro e poi via verso l’albergo, anche perché c’erano i bagagli da preparare e la sveglia mattutina era prevista per le 5,45. La mattina successiva sveglia, doccia, latte ai bambini pagamento dell’albergo e poi via in metro verso l’aeroporto, dove abbiamo completato la colazione che è risultata più cara rispetto alla città e dove abbiamo visto la faccia sbigottita di quattro ragazzini che per 4 panini semplici e tre coca cola hanno dovuto sborsare 27 euro. Alle 8,50 siamo partiti e, come quasi sempre con la Ryanair, saimo arrivati con circa 20 minuti di anticipo sull’orario previsto, nonostante qualche turbolenza abbia fatto ballare l’aereo. Conclusione: Valencia non è una grande città, ha sicuramente meno attrattive rispetto Barcellona, Madrid e Siviglia, ma è un posto incantevole, poco caotico, pulito, non caro con tanti spazi verdi, aree attrezzate, e il mare che non abbiamo visto dato il poco tempo a disposizione. Insomma un posto a misura d’uomo e dal mio punto di vista adatto a viverci, soprattutto se si hanno figli piccoli.