Tre giorni a Siviglia a dicembre
Io e la mia compagna ci siamo regalati tre giorni a Siviglia in inverno. Si sono rivelati tre giorni di sole, anche se la temperatura è stata intorno ai 14-15°. Quindi la visita si è svolta tutta a piedi, avendo trovato un ottimo hotel al centro della città: l’hotel America in Plaza del Duque de la Victoria. La scelta è stata confermata dai giudizi sul sito Booking.com. Nessuna brutta sorpresa, hotel bellissimo, personale gentilissimo, con qualcuno che parlava anche italiano. La posizione centrale dell’hotel ci ha permesso di organizzare al meglio le escursioni giornaliere. Addirittura ci siamo serviti anche delle recensioni sui ristorantini di Tapas, cercando i migliori intorno all’hotel. Per le tapas si è confermato il Dos de Mayo in Plaza de la Gavidia, dove siamo stati subito la prima sera. Ci è piaciuto, oltre che per i piatti, anche per la semplicità del locale e del personale. Le Tapas si mangiano generalmente in piedi al banco oppure al tavolo, prendendo i piatti da soli. Il cameriere ha capito che eravamo alla nostra prima esperienza e così ci ha preparato dei piatti a sorpresa, molto buoni. La spesa per due persone, comprendente 6 piatti e due bicchieri di “vino tinto” è stata intorno ai 15 €. Non abbiamo confermato la colazione nell’hotel dato che costava ben € 9,00 a testa, quindi al mattino successivo colazione alla pasteleria La Campana, che però non è stata di nostro gradimento ed un pochino cara. Di conseguenza per le successive abbiamo cambiato ogni volta. Non è facile trovare un bel cappuccino o anche un semplice caffellatte con cornetti. La colazione degli spagnoli è spesso composta da Churros (una specie di bastoncini di pastella fritti e inzuppati nella cioccolata calda), che sinceramente non ci ha ispirato affatto. Partenza a piedi lungo la calle Sierpes, per intenderci quella dove sono i migliori negozi di Siviglia e, per arrivare all’Alcazar ci è voluto un po’ di tempo, proprio per le soste alle vetrine, passando anche davanti ad un maestoso edificio chiamato l’Ayuntamiento (il municipio). All’Alcazar ingresso a pagamento, con aggiunta di video guida, per apprezzare meglio quanto stavamo osservando. Probabilmente l’Alcazar è stata la cosa che ci è piaciuta di più, in quanto rappresenta la testimonianza più bella della architettura araba in Andalusia. Subito dopo ci siamo spostati verso l’imponente Cattedrale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e monumento religioso più grande del mondo cristiano, dopo la basilica di San Pietro. La cattedrale ha 5 navate in stile gotico, oltre a due cappelle ed un tesoro. Su un lato si trova il sepolcro di Cristoforo Colombo, qui chiamato Cristobal Colon, probabilmente rivendicandone le origini spagnole. Dall’interno della cattedrale si sale alla torre detta la Giralda (dalla banderuola posta in cima) visibile da ogni parte della città, alta complessivamente un centinaio di metri. Per salire fino alla cima non ci sono scale vere e proprie, ma delle rampe a scivolo, 34 in tutto, che si percorrono bene a piedi senza eccessiva fatica. Deriva da un antico minareto nella parte inferiore, a cui è stata aggiunta una parte superiore rinascimentale con delle campane. Dall’alto si può scorgere un panorama incredibile della città. Nelle vicinanze abbiamo trovato uno dei ristorantini giudicati buoni, il Labulla ma non ne siamo rimasti entusiasti, considerata l’atmosfera troppo formale e poco “tipica” con prezzi decisamente alti. Il pomeriggio è stato dedicato alla visita della Plaza de España, posta all’interno del Parque de Maria Luisa. La piazza è stata costruita in occasione dell’Expo del 1929 ed è a forma semicircolare con un diametro di circa 200 metri, con una bellissima fontana al centro. Intorno c’è una magnifica costruzione con torri ai lati e maioliche che rappresentano le 48 provincie spagnole con mappe e scudi delle principali città. E’ circondata da un canale con quattro ponti, dove si possono affittare delle barchette a remi o a motore. Abbiamo poi visitato l’Archivio delle Indie, una cosa molto importante per gli spagnoli, che hanno avuto conquiste territoriali nel Nuovo Mondo, ma si tratta di un vero e proprio archivio, con infiniti armadi contenenti fascicoli vari e documenti. Per tornare al nostro albergo abbiamo costeggiato il fiume Guadalquivir dove abbiamo trovato anche la Torre de Oro, probabilmente la sede di una specie di dogana. Passando all’altra sponda del fiume abbiamo attraversato l’interessantissimo quartiere di Triana, fatto di vicoli stretti e negozi molto semplici, in pratica la parte più antica e tradizionale della città. Ci hanno detto anche di stare attenti ai borseggiatori in quel quartiere, ma non c’è stato assolutamente niente che ci potesse insospettire. Naturalmente la cena è stata consumata nello stesso locale della sera precedente, il quale ci ha dato le conferme che ci aspettavamo. Il giorno successivo ci siamo recati a piedi in direzione della zona della basilica della Macarena, passando lungo la calle Feria, dove si svolge giornalmente un mercatino di oggetti usati di ogni tipo. Attraversando la Puerta de la Macarena si arriva alla omonima basilica. La Vergine de la Macarena è molto venerata dai sivigliani e nel periodo di Pasqua si svolgono delle interessanti processioni. A fianco della basilica c’è un museo dedicato alla vergine, con vestiti sontuosissimi confezionati con decorazioni dei vestiti dei toreri, ai carri per il trasporto della statua durante le processioni. Un’altra zona caratteristica l’abbiamo scoperta tornando verso la Plaza del Duque, percorrendo la Calle san Luis, dove c’erano case tipiche, vicoletti e negozi molto semplici ma interessanti. In uno di questi abbiamo comprato dei “bocadillos” panini con un eccellente e gustosissimo jamon serrano, tanto per fare uno spuntino mattiniero. Arrivando a Plaza de la Encarnacion abbiamo trovato una sorpresa piacevolissima, una costruzione ultramoderna, ultimata da pochissimo tempo, fatta a forma di due alberi stilizzati con enormi chiome che permettono di avere un po’ d’ombra durante le calde giornate estive. La costruzione si chiama Metropol Parasol e al piano terra ci sono bar, ristoranti, un mercato di prodotti agricoli e luoghi di ritrovo. Nella parte alta, salendo le scale c’è una stupenda terrazza panoramica. Nel pomeriggio ci siamo avviati verso la Torre de Oro dove ci si imbarca su un traghetto che percorre il fiume per un lungo tragitto, facendo vedere diverse cose interessanti, con una guida registrata in diverse lingue compresa l’italiano. C’era stato consigliato di attendere la partenza delle ore 17,00 per ammirare la città durante il passaggio dal giorno alla notte. Ma evidentemente il consiglio non è stato così preciso dato che alle 18,00, al termine del tour era ancora giorno. Comunque lo spettacolo è stato bellissimo, vedere diverse attrattive della città stando seduti sul ponte del traghetto ed ascoltare le informazioni. Avremmo voluto anche vedere uno spettacolo di flamenco, ma temevamo di assistere ai classici e deludenti balletti per turisti, con le ballerine vestite a pois. Invece avevo trovato per caso su internet delle informazioni su un centro di cultura sivigliano detto “Casa de la memoria”, dove vengono organizzati degli spettacoli veramente originali a € 15,00 in un patio nella zona di Santa Cruz. Gli spettatori ammessi sono pochissimi, non oltre la cinquantina ed è consigliabile entrare tra i primi all’apertura, per prendere i posti a sedere nelle prime file. Così abbiamo fatto e le aspettative non sono state affatto deluse, anzi ci siamo resi conto che quello era il vero Flamenco, con un chitarrista, un cantante, un ballerino ed una ballerina. Un piccolo palco dove si esibivano i ballerini, luce al lume di candele, silenzio assoluto, rigorosamente niente foto né video. Cena in un tapas vicino chiamato “Carmela” consigliato dalla ragazza della biglietteria del centro culturale. Se lo avessi scelto io non ci sarei nemmeno entrato, per la sua estrema semplicità, ma le tapas sono state divine. L’ultimo giorno, o meglio l’ultima mattinata l’abbiamo dedicata ai numerosi negozi che sono intorno all’albergo, compreso il famoso El Corte Ingles, per acquistare quelle piccole cose di cui non puoi fare a meno. Abbiamo ripercorso la calle dei negozi, soffermandoci ad ogni vetrina, per vivere senza affanno le ultime ore della permanenza. Una ricca colazione in un bar pasteleria vicino alla Plaza Nueva, una passeggiata in un parco vicino e poi l’ultimo pranzo, ma decisamente il migliore alla “Bodeguita de l’Alfalfa”. Con un taxi abbiamo raggiunto l’aeroporto per attendere l’ora del ritorno con il volo della Ryanair fino a Ciampino. La corsa in taxi è a prezzo fisso di €. 21,72 ma spesso alcuni tassisti senza scrupoli chiedono molto di più. E’ meglio domandare prima di partire. Non amo assolutamente viaggiare con questa compagnia low cost per tutti i disagi possibili che di solito ci sono. Dal controllo maniacale del peso dei bagagli a mano, alla corsa sulla pista per accaparrarsi i posti, alla vendita dei gratta e vinci a bordo, ai prezzi esagerati delle cose vendute a bordo. Ecc. Spesso cercando altre compagnie in date differenti si riesce a trovare qualcosa di meglio a prezzi simili. Dopo poco più di due ore arriviamo a Ciampino e ritroviamo il caos di sempre, il caos nostrano. Avendo parcheggiato l’auto nel parcheggio dell’aeroporto ho cercato di pagare l’importo dovuto con le macchinette automatiche all’uscita, ma erano tutte e tre bloccate ed il biglietto che avevo introdotto è risultato inutilizzabile. Un addetto ai parcheggi mi dice che posso andare direttamente all’auto e poi dalla sbarra suonare il citofono, che poi lui mi avrebbe aperto dal suo ufficio. Alla sbarra premo il pulsante 4/5 volte, ma tutto tace… il citofono non funziona. Scendo dall’auto e vado a suonare dall’altra sbarra. L’addetto mi dice: “… ma guardi che doveva suonare dal citofono della sbarra davanti a lei!”. Non rispondo… un lungo sospiro, la sbarra davanti alla mia auto finalmente si alza e torniamo a casa.