Traversata della sardegna in mountain bike

Traversata da nord a sud in mountain bike lungo la SS 125 26-04 Prima tappa: Golfo Aranci – Tanaunella DISTANZA PERCORSA: 64,13 km/h TEMPO DI PERCORRENZA: 4h:25’ VELOCITA’ MEDIA: 14,4 km/h VELOCITA’ MASSIMA: 47,7 km/h Tappa abbastanza facile,forse perché la prima:i tratti in salita sono poco ripidi,la strada è in buone...
Scritto da: Giovanni Drogo
traversata della sardegna in mountain bike
Partenza il: 25/04/2008
Ritorno il: 30/04/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
Traversata da nord a sud in mountain bike lungo la SS 125 26-04 Prima tappa: Golfo Aranci – Tanaunella DISTANZA PERCORSA: 64,13 km/h TEMPO DI PERCORRENZA: 4h:25’ VELOCITA’ MEDIA: 14,4 km/h VELOCITA’ MASSIMA: 47,7 km/h Tappa abbastanza facile,forse perché la prima:i tratti in salita sono poco ripidi,la strada è in buone condizioni e presenta poche curve.Certo che i 25 kg di carico si fanno sentire soprattutto la scorta d’acqua iniziale di 8,5 l che tengo nello zaino a spalla.Purtroppo non è la soluzione ideale ma le borse posteriori sono colme e comunque allacciandolo molto largo lo faccio poggiare sul portapacchi consentendomi più agilità nei movimenti.Arrivato a Tanaunella mi accampo in una pineta abbastanza appatata davanti ad un mare da cartolina.Il po meriggio passa lentissimo;passeggio avanti e indietro concentrato sulsilenzio che domina la pineta.Dopo una cena abbondante(doppia razione di pasta e fagioli liofilizzata)mi sdraio in tenda sperando che il giorno successivo mi restituisca le forze per macinare altri chilometri.

27-04 Seconda tappa: Tanaunella – Dorgali DISTANZA PERCORSA: 88,22 km TEMPO DI PERCORRENZA: 7h:36’ VELOCITA’ MEDIA: 11,5 km/h VELOCITA’ MASSIMA: 48,2 km/h Partenza da Tanaunella poco prima del 8,con il sole basso ma che già scalda.I primi 20 km sono pianeggianti e tengo una buona media.Dopo 60 km sono ad Orosei e tutto sembra andare per il meglio,ma attenzione,sembra!Appena superato il paese foro la ruota anteriore e sono costretto a rimanere mezz’ora sotto il sole per la sostituzione della camera d’aria.Il resto del tragitto è di salita,ripida o meno ma salita costante,snervante,mette a dura prova le mie gambe per nulla allenate:in qualche tratto devo scendere dalla bici e spingerla a mano(ricordo che a causa del peso dello zaino a spalla non sono mai in grado di alzarmi sui pedali!).Dunque giungo faticosamente a Dorgali,comunità montana a ben 700 metri s.L.M.I boschi cadono a picco dalla strada e trovare un’area per campegiare è estremamente difficile;proseguo lungo la statale e dopo un paio di chilometri noto due vecchi bagni appartenenti ad una casa cantoniera distaccati dall’edificio principale.Non hanno nemmeno le porte e dentro polvere,ragnatele e cartacce:il posto ideale per dormire.Per cena mi spetta la solita doppia razione di liofilizzato e subito dopo mi sdraio nel sacco a pelo con le poche forze rimaste.Riesco a guardare anche uno spicchio di cielo tempestato di stelle come poche volte avevo visto ma il sonno è troppo per rimanere a fissarle a lungo.

28-04 Terza tappa: Dorgali – Barisardo DISTANZA PERCORSA: 77,64 km TEMPO DI PERCORRENZA: 6h:26’ VELOCITA’ MEDIA: 12,0 km/h VELOCITA’ MASSIMA: 51,9 km/h La tappa delle tappe,per gli amanti del ciclismo un “Gran Premio della montagna”.Partenza da Dorgalie subito 17 km filati di salita estenuante fino al Passo di Genna Silana,1017 metri s.L.M.,il punto più alto dell’Orientale Sarda.Gli ultimi 2 km addirittura con il massimo del carico poiché appena rifornito da una fonte della riserva d’acqua.La media tenuta fino ad ora è imbarazzante:poco più di 5 km/h,praticamente una camminata a passo sostenuto.Quindi è la volta di un lungo tratto di saliscendi dentro il Parco Nazionale del Gennargentu dove per strada si incontrano mucche,maiali,asini e capre liberamente al pascolo.Il tragitto fino a Lotzorai è invece di discese meravigliose con tornanti mozzafiato;con facilità supero i 50 km/h.Pedalo ancora un paio d’ore e decido di cominciare a cercare un posto dove sostare la notte.Attraverso il paese di Barisardo e appena dopo scorgo a pochi metri dalla statale una vecchia villa che a prima vista sembra essere disabitata.Mi avvicino con discrezione,entro e ne ho la conferma quando salito al piano superiore per un’ispezione noto le camere vuote e solo qualche pipistrello che svolazza poco lontano da me.Scendo a sistemare la bici ed i bagagli in una sala adiacente alla veranda e poi rqaccolgo da un albero del giardino una chilata di nespole.Prima di mangiare metto insieme qualche pezzo rimediato qua e là tra la casa ed il giardino e mi sbizzarrisco a creare un ambiente più confortevole:una vecchia sedia semirotta,due cassa di plastica impilate ed adibite a tavolo con tovaglia improvvisata,un poggiafornello in granito ed un ripiano creato con delle tavole di legno fanno sembrare il tutto quasi una cucina normale.Sazio e più soddisfatto che mai per l’andamento del viaggio vado a dormire con la mente sgombra da ogni pensiero.

29-04 Quarta tappa: Barisardo – Cagliari DISTANZA PERCORSA: 147,34 km TEMPO DI PERCORRENZA: 11h:10’ VELOCITA’ MEDIA: 13,1 km/h VELOCITA’ MASSIMA: 52,7 km/h I dati parlano chiaro:un’agonia!Ma non senza motivo:la giustificazione di questa tappa di lunghezza sconsiderata risiede nel fatto che nel suo tratto meridionale la statale assume sempre più i tratti di una superstrada cittadina.Non ci sono quindo aree immediatamente adiacenti alla strada dove accamparsi o case cantoniere.Da qui la decisione di concludere la traversata in quattro tappe.In prossimità di Villaputzu abbandono la SS 125 che mi porterebbe a Cagliari dall’entroterra e giungo tramite una strada di recente costruzione a Solanas,sulla costa sud-orientale da dove intendo raggiungere il capoluogo lungo la costiera.Non cambia molto,allungo in termini di chilometri ma aggiro un paio di salite impegnative.A giudicare dalle volte che mi fermo lungo il percorso per scattare delle foto credo di aver fatto unìottima scelta.I promontori che affacciano sul mare regalano un colpo d’occhio unico sulle baie che si susseguono in fila.Entro nella città di Cagliari quando sono già passate le dieci della sera e le luci della città mi appaiono come un miraggio.Viste le pessime condizioni fisiche rinuncio anche alle foto di rito dell’arrivo:l’unico pensiero è ora quello di mettere in bocca qualcosa che non siano liofilizzati o barrette energetiche ai cereali!In via Roma trovo una pensione ed un ristorante piuttosto economici;mi lavo,mi rimetto in sesto e scendo a sfogare la fame su una cena di pesce.

Ancora contemplo su quanto abbia fatto e soprattutto chi me l’abbia fatto fare.Difficile è da dirsi e difficile è spiegare la soddisfazione di fronte al raggiungimento di questo traguardo.

La sensazione più emozionante che ho provato pedalando è l’alternarsi delle salite alle discese come frutto l’una dell’altra.Senza l’impegno nelle prime non si gode della piacevolezza delle altre.

Senza retorica,una metafora di vita.



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