Tra Titanic, giganti e antichi mercati: Belfast è la città che non ti aspetti
Era da tanto che non facevo un giro nel nord Europa; quindi, quando ho trovato sul sito della Ryanair un volo per Belfast al presso di poco più di 85 € non me lo sono lasciato scappare (però solo con la borsa da mettere sotto il sedile).
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Diario di viaggio
1° giorno: partenza e arrivo a Belfast
Parto da Orio al serio alle 17:25 del giorno 21/05 dopo avere lasciato la macchina nel parcheggio scoperto adiacente all’aeroporto al prezzo di 39 € per 4 giorni abbondanti. Atterro regolarmente a Belfast alle 19:00 ora locale e mi dirigo subito verso il controllo passaporti. La coda è un po’ lenta ma non importa. L’aeroporto è piccolo e “datato” ma comunque efficiente e funzionale. Non ho bisogno di cambiare gli euri perché ho portato 150 £ direttamente dall’Italia.
Dopo avere messo indietro di un’ora le lancette dell’orologio esco dall’aeroporto alla ricerca del pullman numero 300 che, su indicazioni del proprietario dell’hotel dove alloggerò, mi porterà a Europa Station, in pieno centro. Da lì dovrò prendere l’autobus numero 6 con cui giungerò a destinazione. Il banco informazioni è già chiuso per cui niente mappa della città. La fermata del pullman è appena fuori dal terminal e per fortuna il mezzo arriva quasi subito. Alla biglietteria automatica spendo 8,50 £ per il biglietto di sola andata. Conviene farlo assieme a quello di ritorno spendendo in tutto 12,50 £. Il tempo è buono, nuvoloso ma abbastanza caldo, più di quello che mi aspettavo. Dopo circa mezzora di viaggio nella campagna irlandese eccomi a destinazione. Appena fuori dalla stazione mi imbatto nel Crown, uno dei pub più famosi di Belfast, sulla Great Victoria Street. Chiedendo indicazioni e con qualche difficoltà riesco a trovare la fermata dell’autobus numero 6. Sul display leggo però che il prossimo mezzo passerà tra 30 minuti, forse per via del fatto che è domenica.
Decido quindi di farmela a piedi; sulla mappa che ho scaricato da internet, anche se piuttosto approssimativa, non sembra lontano. Infatti, in 20 minuti di buon cammino, eccomi davanti al mio alloggio per i prossimi 4 giorni, il Woodstock Townhouse, prenotato su Booking al prezzo di 173.13 £. la struttura sembra vuota ma il campanello è collegato al cellulare della gentilissima proprietaria che in 5 minuti si presenta davanti a me e mi fa entrare. Si tratta di una villetta a schiera con diverse stanze, 2 grandi bagni in comune e la cucina a disposizione degli ospiti. Questo mi sarà molto utile nei prossimi giorni per risparmiare qualche cosa sul vitto.
Come prima colazione ci sono corn-flakes, brioches confezionate, marmellata e te o caffè solubile. La camera è in mansarda, molto piccola ma con una grande televisione e la moquette sul pavimento che mi piace molto. Non posso chiedere di meglio a quel prezzo. Dopo una rinfrescata, dato che ormai sono passate le 21:00, esco per soddisfare le esigenze del mio stomaco. Ci sono diversi fast food nella zona ma essendo domenica sono già chiusi. Entro allora in un supermercato (che chiude alle 22:00) dove con poco più di 4 £, prendo un hamburger di manzo preconfezionato, uno di pollo e una lattina di coca cola. Consumati gli hamburger scaldati col microonde e bevuta la mia lattina, mi ritiro nella mia camera per una notte di riposo.
Giorno 2, City Hall e Titanic Belfast
Dopo aver consumato una frugale colazione, alle 08:30 esco in strada e mi dirigo al City Hall, il municipio, dove arrivo dopo 20 minuti di cammino. Prima di cominciare la mia visita, entro nell’ufficio turistico attiguo che avevo notato ieri per prendere qualche mappa. Costruito in stile rinascimentale, il municipio è l’edificio più rappresentativo del periodo d’oro della città, quello durante la rivoluzione industriale, epoca di grande benessere economico e culturale. Passeggiando nei giardini esterni, tenuti in maniera impeccabile, ci si imbatte in alcune statue, tra cui quella della regina Vittoria e quello dedicato alle vittime del Titanic. È possibile fare una visita guidata all’interno ma decido di soprassedere limitandomi ad una occhiata all’ingresso. Da non perdere le 7 vetrate colorate che lo decorano illustranti alcuni episodi della storia della città.
All’uscita mi dirigo verso il Titanic Belfast, situato nel Titanic Quarter, dove giungo verso le ore 11:00, seguendo i cartelli del titanic trail. Il tempo è quello tipicamente irlandese, cioè non sai bene se fa caldo o freddo. Nel tragitto passo davanti a due punti di interesse turistico: Albert clock e the Big Fish. Il primo è una torre ad orologio dedicata al defunto principe consorte della Regina Vittoria, il principe Alberto. Le sue particolarità sono che è leggermente inclinato e che nessuno dei 4 quadranti segna l’ora esatta. Il secondo è una scultura di ceramica a forma di salmone realizzata per festeggiare la reintroduzione di questi pesci nel fiume Lagan dopo diversi anni. La zona è tranquilla e soleggiata e decido di fermarmi qualche minuto per fare qualche foto e riposarmi.
Alle 11:00 in punto sono finalmente davanti al Titanic Belfast. Si tratta di un museo interattivo composto da 9 gallerie distribuite su 6 piani espositivi (per ricreare l’altezza vera della nave) che illustrano la storia del transatlantico dalla sua costruzione proprio in quest’area fino al tragico naufragio del 1912. Il tutto viene supportato da effetti speciali ed esposizioni multimediali per rendere più interessante l’esperienza, anche se non ci sono oggetti originali del Titanic da vedere. È stato inaugurato nel 2012, giusto in tempo per commemorare il centenario del naufragio ed è sicuramente la principale attrazione di Belfast. Prima di cominciare la visita però, dato che mi porterà via parecchio tempo, mi fermo a mangiare al ristorante situato all’interno del museo. La mia scelta si orienta su una specialità delle isole del Nord: il fish and chips, accompagnato da una lattina di Sprite, spendendo 17,75 £. Un po’ caro ma buono e abbondante. Passo poi per il negozio di souvenirs attiguo dove spendo circa 20 £. L’ingresso al museo costa 24,50 £ e devo dire che mi sembra veramente tanto ma visto che ormai sono in ballo… La visita dura più di un’ora e mezza e devo dire che non mi ha entusiasmato particolarmente, forse perché molti aspetti mi erano già noti grazie al film di James Cameron. La parte per me più interessante è stata la ricostruzione molto dettagliata delle cabine di prima, seconda e terza classe.
Raggiunta l’uscita mi dirigo a piedi verso la cattedrale di Belfast, situata non molto distante. L’entrata costa 2,50 £ ma non è niente di speciale tutto sommato. Al termine mi aggiro per le strade del centro senza una meta precisa per “respirare “la città a pieni polmoni. Il tempo per fortuna è decisamente migliorato e fa abbastanza caldo ora. Arrivo fino a Victoria Square, dove c’è un centro commerciale sormontato da una grande cupola di vetro. Li mi fermo a prendere un cappuccio (in una tazza enorme) e una brioche da Starbuck spendendo 5,65 £. Dopo una breve pausa ristoratrice decido di rientrare in albergo per un meritato riposo, ma stavolta prendo l’autobus che costa 1,70 £. Prima di rientrate passo al supermercato dove per la cena compro un piatto di riso e pollo da scaldare al microonde al prezzo di 5,50 £. Ottimo e soprattutto abbondante.
Verso le 20:30 esco per andare in un pub che avevo adocchiato nel pomeriggio vicino a Victoria Square, il Bittles bar, dove mi faccio servire un abbondante bicchiere di Bushmill, il whisky tipico di questa parte d’Irlanda. Volevo pagare il conto di 8 £ in contanti ma oltre a una certa ora accettano solo carte di credito. Purtroppo, la mia quella sera decide di piantarmi in asso e quindi allungo al cameriere una banconota da 10 £. Dato però che non aveva il resto da darmi mi sono fatto versare altre 2 £ di whisky per andare in pari. Sono rientrato in hotel leggermente alticcio.
Giorno 3, City Sightseeing
Alle 08:30 esco dall’albergo e prendo il bus numero 6 per andare al City Hall (1,70 £). Oggi voglio fare il city sightseeing, cioè il giro della città con quei pullman che passano per i principali punti di interesse turistico e da cui puoi scendere e risalire a piacimento. Mai provato prima, ma visto che l’età comincia a farsi sentire. L’esperienza costa 20 £ e il primo autobus parte dalla piazza davanti al municipio alle 10:00. Prima però mi fermo in una specie di bar spendendo 3,29 £ per degli snacks e 2,15 £ per un espresso. Quando ci vuole ci vuole.
La prima fermata è alla Queen’s University, l’università pubblica di Belfast che offre oltre 300 corsi di laurea. Interessante. Da lì a piedi raggiungo i vicini giardini botanici, una parte importante del patrimonio vittoriano della città e un popolare luogo di incontro per residenti, studenti e turisti. Consiglio a tutti di fare una sosta in questo luogo su una delle sue innumerevoli panchine per riposarsi un po’ e goderne la frescura e la tranquillità, e anche perché l’ingresso è gratuito. La fermata successiva è di fronte al murales di Bobby Sand, attivista e politico irlandese con cittadinanza britannica che morì il 5 maggio 1981 nel carcere di Maze a seguito di uno sciopero della fame condotto a oltranza come forma di protesta contro il regime carcerario a cui erano sottoposti i detenuti repubblicani.
Giusto il tempo per un paio di scatti e poi risalgo a bordo per scendere alla fermata successiva, proprio di fronte alla peace lines di Shankill Road. Le peace lines sono una serie di barriere di separazione fatte di metallo, cemento o reticolati di filo spinato, dotate di cancelli sorvegliati dalla polizia che venivano chiusi di notte. La loro costruzione è cominciata nel 1969, dopo lo scoppio dei Troubles. I residenti della parte cattolica di Belfast, per difendersi dagli attacchi dei lealisti, alzarono dei muri che furono in seguito rinforzati e ai quali negli anni si sono aggiunti nuovi tratti di barriere. Anche se col tempo sono diventati una sorta di attrazione turistica, questi muri testimoniano una tensione ancora esistente. Nel corso degli anni sono stati decorati con dei murales che raffigurano un po’ di tutto: dai temi politici alle questioni di attualità, fino agli eventi storici e alle leggende irlandesi. I più toccanti ovviamente sono quelli che riguardano la politica interna soprattutto dopo l’accordo del Venerdì Santo del 1998. Mi hanno trasmesso lo stesso senso di rispetto e di disagio che ho provato davanti a quello che resta del muro di Berlino.
Un altro elemento che ricorda il tragico passato di questa città è il Bayardo memorial in Shankill Road, eretto in ricordo delle vittime di un attentato compiuto da alcuni membri dell’I.R.A. il 13 agosto 1975. Toccante. Proseguendo il tour arrivo alla Crumlin Road Gaol, la prigione che per 150 ha ospitato criminali, prigionieri politici, attivisti e anche (ebbene sì) i bambini delle famiglie impoverite. Chiusa ufficialmente nel 1996, adesso è una specie di museo interattivo, su modello di quello del Titanic, dove ci si può fare un’idea delle condizioni in cui 25.000 prigionieri trascorrevano le loro giornate. Si possono visitare le celle, i sotterranei, la camera delle fustigazioni e anche la stanza delle esecuzioni, dove furono giustiziati ben 17 uomini. Ospita anche una sala concerti, un bar e un ristorante ed è una delle principali attrazioni di Belfast. Si possono fare diversi tipi di tour al suo interno, in gruppo e singoli autoguidati. Io scelgo il secondo tipo che costa ben 14,50 £.
Dopo circa un’ora esco di prigione (ancora incensurato e non troppo soddisfatto), salgo sul pullman e scendo a City Hall, dove è cominciato il giro, alle 16:00 circa. Visto che ho saltato il pranzo mi fermo in un McDonald’s dove spendo poco più di 10 £ per un menù e un panino col pesce. Al termine prendo l’autobus per tornare in albergo (2,20 £ stavolta), ma prima di rientrare passo dal supermercato per prendere qualcosa per la cena e il pranzo al sacco di domani spendendo 13,50 £. Consumata la cena in compagnia di una simpatica coppia di turisti stranieri, mi ritiro nella mia stanza.
Giorno 4: il Selciato del Gigante (Giant’s Causeway)
Oggi ho in programma una visita guidata a uno dei punti più spettacolari di tutta l’Irlanda e forse il motivo principale di questo viaggio: il selciato del gigante, già patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1986. Si tratta di una scogliera composta da più di 40.000 colonne di basalto disposte a nido d’ape, dalla forma molto regolare, formatesi in seguito ad una eruzione vulcanica milioni di anni fa. Una leggenda irlandese vuole che questa formazione rocciosa sia stata costruita come ponte dal gigante Finn McCool per raggiungere la sua amata sull’isola scozzese di Staffa. Nel tragitto visiteremo anche alcuni luoghi in cui è stato ambientato il telefilm il trono di spade, di cui però non sono un estimatore. Il tour è costato poco meno di 35 € e lo raccomando a tutti.
Il ritrovo è alle 08:30 accanto al murales di George Best, a cui non manco di fare un paio di scatti. Per arrivarci prendo il treno alla stazione di Lanyon Place per scendere dopo 5 minuti alla stazione successiva, quella di Botanica, spendendo 1,80 £. Sul pullman ci sono circa 40 persone, in gran parte fan del trono di spade. La prima tappa è nella cittadina costiera di Carrickfergus, col suo castello, dove la bassa marea ci regala uno spettacolo davvero pittoresco con tutte le barche in secca. La seconda tappa è nel villaggio di Carnlough, una delle location della serie. Piccolo, molto carino e caratteristico. Proseguendo arriviamo alle grotte di Cushendun, e qui il panorama è decisamente aspro, quasi primitivo. Visto che ormai è ora di pranzo ci fermiamo in una cittadina lì vicino per soddisfare le esigenze degli stomaci e dove io consumo il mio pranzo al sacco comodamente seduto su una panca ricavata da un barile di whisky.
Il tempo è favorevole, leggermente nuvoloso ma non freddo. Finalmente verso le 13:00 arriviamo a destinazione: il Giant’s Causeway. Ci sono diversi sentieri per accedervi, tutti molto ben indicati, alcuni più faticosi e impegnativi di altri ma comunque adatti a quasi tutte le età. Il più facile è sicuramente quello che costeggia il mare e anche il più rapido. Io ho scelto (a caso) quello che passa dall’alto della scogliera per poi scendere consentendomi così di fare un sacco di scatti panoramici. Le colonne di basalto si possono trovare un po’ lungo tutto il sito ma la parte più interessante è quella in riva al mare, dove le onde si infrangono sugli scogli. Incredibile. C’è sicuramente qualcosa di magico in questo posto e non bisogna stupirsi se intorno ad esso siano fiorite tante leggende. Le due ore concesseci per visitarlo trascorrono a velocità supersonica tra scatti e fotografie varie e alle 15:00 eccoci (a malincuore) tutti a bordo del nostro pullman per intraprendere il viaggio di ritorno.
Altra tappa imperdibile è a Bushmill, dove si trova l’omonima distilleria di whisky che sembra sia la più antica del mondo. Ha avuto la licenza nel 1608 ma pare sia in attività fin dal 1276. Dopo una sosta al negozio di souvenir (14 £) e una al pub attiguo per un assaggio del prodotto locale (3,50 £, ottimo!) risalgo sul pullman per la prossima sosta, cara ai fan del trono di spade: the dark hedges. Si tratta di un breve tratto di strada nei pressi di Bregagh Armoy, a Ballymoney, in cui nel corso degli ultimi 300 anni gli alberi di faggio, che ornano entrambi i lati della strada, si sono curvati verso l’interno in modo quasi surreale, intrecciandosi gli uni agli altri, a creare un tunnel ad arco naturale, dove si creano meravigliosi giochi d’ombra e di luce tra i rami. Inutile dire che la particolarità del luogo ha fatto nascere anche qui numerose leggende.
L’ultima sosta prima del rientro la facciamo presso un’altra location del Trono di spade: il castello di Dunluce: un maniero in rovina costruito a picco sul mare, che però osserviamo solo da una certa distanza. Il rientro a Belfast è alle ore 18:00. Mi faccio lasciare dal gentile autista nei pressi del municipio, dove prendo il bus 6A per tornare in albergo (1,75 £). Prima però mi fermo al supermercato spendendo 4,50 £ per dei generi alimentari vari. Dopo di che mi fermo al fast food sull’altro lato della strada, dove pago 12,50 £ per un fish and chips e dei nuggets di pollo. Le porzioni non sono buone ma sono talmente grandi che non riesco a finirle tutte. Consumata la mia abbondante anche se poco gustosa cena mi ritiro nella mia mansarda.
Giorno 5, il rientro
L’ultimo giorno a Belfast si apre con una giornata veramente soleggiata, tanto da lasciarmi leggermente abbronzato. Dopo aver lasciato la stanza mi dirigo senza fretta verso il municipio (1,70 £ di pullman), nel cui giardino proprio oggi si apre un mercatino di bancarelle che vendono soprattutto generi alimentari. Simpatico. Dopo di che spendo 25 £ di souvenir in un negozio del centro veramente carino. Alle 11:00 mi dirigo verso Europa Station per prendere la navetta che mi porterà in aeroporto (8,50 £) dove mi aspetta il volo di ritorno alle 13:40. Nella zona delle partenze un’ultima sorpresa: una enorme statua del gigante Finn McCool in piedi sul selciato dei giganti. Davvero un bell’arrivederci. Purtroppo, al controllo elettronico del bagaglio il mio barattolo di marmellata di whisky risulta “pericoloso” e devo lasciarlo a malincuore ai doganieri non avendo il bagaglio da stiva. Mi è toccato ricompralo al duty free. Pazienza.
Considerazioni e informazioni utili sul viaggio
Belfast è una città che ti sorprende per diversi motivi. Non ti lascia a bocca aperta, ma è una città che ha saputo valorizzare al massimo quello che ha. Le due attrazioni principali, il museo del Titanic e la prigione, non mi hanno entusiasmato molto però. Primo perché, anche se te le vendono come “esperienze”, alla fine sono solo dei musei. Interattivi, tecnologici, ma pur sempre dei musei. Il Titanic Belfast poi la prende molto alla larga raccontandoti tutta la storia della città. Secondo perché sono anche molto cari per le tasche di un italiano medio.
Tuttavia, è una città che si è organizzata molto bene per un turismo di medio livello. I mezzi pubblici sono numerosi, capillari e abbastanza economici (il daily ticket giornaliero costa 4,70 £). Ci sono tanti tipi di alloggi per tutte le esigenze: dagli ostelli agli alberghi stellati. Si può girare comodamente a piedi o in bicicletta seguendo i diversi percorsi che sono sempre ben segnalati. Per coloro che volessero noleggiare un’auto, le strade sono in ottimo stato e il traffico in città è assai scorrevole per poi quasi sparire dopo cena. Io avevo cambiato 150 £ in Italia, ma avrei anche potuto farne a meno dato che le carte di credito sono accettate ovunque. In alcuni pub anzi è l’unica forma di pagamento permessa.
La città è piena di murales e potrebbe essere un simpatico passatempo cercare di scovarne il più possibile. Per quelli della mia generazione il ricordo dei troubles è ancora vivo nella memoria, anche se non li ho certo vissuti in prima persona. Questo grazie anche ai numerosi film che sono stati girati sull’argomento e alle numerose canzoni che sono state scritte al riguardo. Per queste ragioni mi aspettavo una città abbastanza cupa, fredda, magari anche pericolosa. Invece con mia grande sorpresa ho trovato una città allegra, piena di gente giovane (tanti studenti in giro che indossano le divise delle scuole), che guarda avanti ma senza dimenticare quello che si è lasciata alle spalle. Anzi, che lo ha fatto diventare un’attrazione turistica.
Nel titanic quarter ci sono parecchi edifici con grandi vetrate e finestre; questi sono stati tutti costruiti negli anni 2000 perché prima una cosa del genere non era assolutamente concepibile. Una gita a Belfast comunque, per quanto breve, non può prescindere da una o più escursioni nei dintorni dato che questa parte di costa è una delle più belle d’Irlanda, anche se non siete fan del Trono di spade.