Tra spiagge bianchissime e grattacieli vista mare, questo paese è la meta caraibica che ancora non conosci (ma che ti lascerà senza parole!)
Non la prima scelta per molti, ma un viaggio di due settimane a Panama è il modo – unico e interessante – per scoprire una destinazione che alterna mare, natura e tanti luoghi da scoprire. Ecco come viverla, tra consigli utili e il consueto diario di viaggio.
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Panama: consigli di viaggio
Volo
Abbiamo preso Air Europa, al prezzo di circa 620 € a testa. L’aereo fa scalo a Madrid, coincidenza strettina ma per noi che viaggiamo con bagaglio a mano non è un problema. Aereo nuovissimo all’andata nella tratta lunga, buona scelta di intrattenimento, spazio per le gambe strettino, cibo anche buono per essere in aereo, direi un buon volo. C’erano anche diversi posti liberi, il che ci ha permesso di colonizzarne alcuni e riposare comodi durante il viaggio. Al ritorno siamo stati meno fortunati, visto che il volo era piuttosto pieno.
Auto
Ho scelto tramite Rentalcars, faccio sempre ricerche su questo tipo di siti per poi scegliere il prezzo migliore, in questo caso con Europecar. Ho optato per un SUV compatto per avere più spazio e anche migliore comfort sulle strade di Panama, ci siamo trovati bene, anche se la macchina era molto basica. La benzina costa molto poco, circa 1,1$ al litro. Le strade sono tutte gratuite tranne alcune nella città di Panama. Alcune sono in buone condizioni altre molto sconnesse, specialmente gli ultimi 25/30 km per arrivare a Santa Catalina e anche una parte di circa 50 km per arrivare ad Almirante. A noi avevano sconsigliato per lo più di guidare a Panama City, ma invece io mi sento di consigliarlo senza meno. Non abbiamo avuto nessun problema di parcheggio, sempre gratis, anche nel Casco Viejo ci siamo parcheggiati ai limiti della zona bella senza alcuna difficoltà, e poi fatta passeggiata di meno di 500 metri per addentrarci nella parte storica. Per noi è stato vitale avere autonomia di movimento, anche la sera per andare a cena, e non dipendere dai taxi.
Alloggi
Ho fatto come al solito ricerca su booking e airbnb principalmente per avere la libertà di fare disdetta, ma per Bocas ho poi contattato la struttura direttamente concordando un prezzo decisamente più basso. A Panama city consiglio il quartiere Marbella, si trova a nord sulla cinta costiera dopo la parte del Casco Viejo. È un’ottima base per visitare la città, ci si può muovere facilmente con bici lungo la ciclabile volendo, e c’è una vista pazzesca per cui conviene prendere un appartamento con vista sul mare in un grattacielo, hanno tutti piscina per lo più sul tetto e palestra e anche posto in garage. Anche el Cangrejo è una buona zona, ma non c’è la vista mare.
Panama, diario di viaggio
Giorno 1 – Panama City
Iniziamo il primo giorno con la visita al sito archeologico di Panama Viejo. Importante andare la mattina presto che il sole picchia. Si paga 15$ ad adulto e 5$ a minore, un po’ caro ma si contribuisce alla manutenzione del sito. Ci sono delle navette che fanno su e giù per evitare di fare il tragitto a piedi sotto il sole. Si sale sulla torre restaurata della ex cattedrale e si può fare un giro tra le rovine dove ci sono cartelli esplicativi in spagnolo e inglese. C’è anche un museo ma non l’abbiamo visitato. Fuori c’è un mercatino artigianale ma di mattina presto c’era solo un banco aperto comunque prezzi più contenuti rispetto ai negozi turistici del centro.
Ci siamo poi diretti al famoso Panama sign che sta alla fine dell’Amador Causway. Questa lingua di strada che termina in una penisoletta è davvero molto bella, con una lunga passeggiata pedonale molto curata da percorrere anche in bici. Foto di rito alla scritta Panama e ghiacciolo naturale nel bar dentro al terminal da dove poi si parte per le isole Las Perlas, consigliatissimo per rinfrescarsi dato il caldo afoso della città.
Nuova tappa nel Casco Viejo. Noi siamo andati in auto, abbiamo parcheggiato senza difficoltà in una strada del centro appena fuori la parte più turistica, ci sono anche parcheggi pubblici più centrali ma abbiamo voluto evitare di addentrarci troppo e ci siamo mossi a piedi. La parte meno turistica del centro e a dir poco fatiscente, e sembra di stare in una zona malfamata, poi si fanno poche decine di metri e si entra in un vero e proprio gioiello coloniale con edifici di tutti i colori restaurati perfettamente, davvero stupendo. In diversi punti ci sono cartelli con il percorso da seguire per vedere le principali attrazioni.
A pranzo siamo andati al Mercado de Mariscos, qui il parcheggio è difficile. L’ impatto all’interno è per stomaci forti, ci siamo comunque fatti coraggio e ci siamo diretti nell’area esterna con tanti ristoranti uno affianco all’altro con i buttadentro che cercano di agganciarti con svariate offerte. Tutti ti danno una porzioncina di ceviche gratis, qualcuno propone il contorno gratis noi alla fine abbiamo scelto uno che ci dava il pasto per Ludovico gratis oltre alla cheviche. Con meno di 20$ a testa si mangia comunque dell’ottimo pesce fresco. Occhio ai cocktail che hanno un prezzo spropositato rispetto al pesce, siamo sui 10/15$ a cocktail.
Dopo pranzo ci siamo diretti alle Chiuse Miraflores per vedere il famoso funzionamento del Canale di Panama. La visita è davvero imperdibile, vedere le navi giganti attraversare le chiuse dalla terrazza di osservazione è impressionante. Inoltre molto bello il film che si può vedere con la spiegazione della storia e delle modifiche fatte nel cinema imax incluso nel prezzo del biglietto. Calcolate un paio d’ore in tutto.
Tardo pomeriggio di relax nella piscina del nostro grattacielo al 44 piano con vista pazzesca sulla città.
Cena a La Vespa Trattoria, nel quartiere el Cangrejo, abbiamo preso una pizza margherita del tutto identica a quelle che si possono mangiare in Italia. Prezzi delle pizze dai 12 ai 16$ non economico ma ne vale la pena.
Giorno 2 – Soberania National Park, Lake Gatun e Emberà
Ci dirigiamo con l’auto verso il Parco nazionale Soberania. Abbiamo preferito andare autonomamente perché le gite organizzate avevano costi elevatissimi e non amo fare cose in gruppo, e direi che è fattibilissimo da soli. Quando impostate su google maps vi porta semplicemente lungo la strada che costeggia il parco, per i sentieri ci sono due ingressi, uno indicato con una freccia con la scritta Canopy. Il Canopy non è accessibile in realtà. C’è un piccolo parcheggio e una mappa che mostra il sentiero camino del plantacion. Lungo 7 km se ne può fare ovviamente un pezzo più corto, ci si addentra in una fitta foresta pluviale piena di suoni dei canti degli uccelli. Speravamo di avvistare i bradipi ma abbiamo visto solo 4 scimmie e 1 capibara. Portatevi acqua che il clima umido si fa sentire e anche panini per mangiare che nei dintorni non c’è nulla . Un altro ingresso si trova un po’ più avanti del Canopy e si chiama El Charco. Abbiamo dedicato 3h alla foresta pluviale dopodiché con la macchina siamo andati verso Gamboa, prima di arrivare al ponte che porta alla cittadina, sulla destra c’è un parcheggio e c’è la marina da cui partono le barche per le varie escursioni organizzate. Qui potete contrattare con i locali proprietari di barche il prezzo per affittarla e fare una escursione in autonomia.
Noi abbiamo chiesto di fare il giro del Lago diretti a Monkey Island e una sosta poi risalendo il fiume Chagres alla comunità degli Emberà. Partiti da un prezzo di 120$ per 4 persone abbiamo chiuso a 80$. Il nostro guidatore si chiama Josè e ve lo consiglio e stato davvero bravissimo sia nella guida della barca sia nel farci avvistare tanti animali. La parte del Lago e di Monkey Island è stata fantastica, abbiamo visto tantissime scimmie che sono anche venute e mangiare dalle mani dei miei figli, abbiamo visto due coccodrilli, tartarughe, uccelli di lago e il panorama stupendo oltre che il piacere di rinfrescarsi col vento. La sosta alla comunità Emberà è stata invece molto deludente, poche capanne in croce, un po’ di manufatti per turisti, le donne nemmeno in vestiti tradizionali e abbiamo dovuto pagare 5$ a persona solo per la sosta, assurdo e da evitare.
La sera siamo andati a cena a El Trapiche, ristorante che mi era stato consigliato su un forum. Molto semplice, frequentato principalmente dai locali, cucina tipica panamense abbondante e molto gustosa, prezzi bassissimi (45$ in 4), quartiere El Cangrejo.
Giorno 3 – El Valle de Anton
Con poco più di 2 ore ci spostiamo da Panama City a El Valle de Anton. Al momento subito fuori Panama su questa direttrice stanno facendo dei lavori ciclopici sulla strada che creano inevitabilmente delle code, almeno in ingresso in città soprattutto penso nelle ore di punta, quindi occhio, noi uscendo dalla città non abbiamo avuto particolari problemi.
Abbiamo alloggiato al Golden Frog Village trovato su airbnb. Piccoli chalet prefabbricati con vista nella valle. Semplici ma molto graziosi e curati, solo attrezzatura della cucina basica. Inoltre essendo così immersi nella natura entrano anche insetti vari. Utile l’aria condizionata e i ventilatori, qui comunque fa molto meno caldo di Panama City. La strada per arrivare ha un pezzo molto sconnesso.
Dopo un veloce pranzo al Caffè Heaven dove abbiamo optato per delle omelette con pancacke o tortilla del menu della colazione, siamo andati al Canopy Adventure dove avevamo prenotato la zip line completa. È stata un’esperienza pazzesca, volare sopra la foresta pluviale. Ci sono 6 tratti, occorre circa 1,5h per farla tutta, io soffro di vertigini ma mi sono lanciata e non me ne sono pentita. Una delle tratte passa sopra la cascata Chorro Macho. 65$ a testa ma ben spesi. Siamo stati molto fortunati perché appena finito ha cominciato a piovere ed è andata avanti per un paio d’ore motivo per cui non siamo poi riusciti a fare altro.
Sera cena a La Bruschetta. Le recensioni non sono granché ma non ci sono molti posti aperti la sera di lunedì di aprile e invece alla fine ci siamo trovati bene prendendo piatti semplici (pollo alla griglia e patate/platano e riso). Prezzi modici e servizio veloce.
Giorno 4 – Santa Catalina
Partiamo per trasferirci a Sanata Catalina. Il viaggio dura 4h e 45’, google maps risulta attendibile. Attenzione perché gli ultimi 30 km sono di strada semisterrata e comunque piena di buche, fattibile anche con auto normale ma con fuoristrada si sta più sicuri. Noi ci siamo portati i panini e abbiamo fatto bene perché lungo la strada non sempre si trova dove mangiare.
Santa Catalina è un agglomerato di poche case, piuttosto malandate, diversi localetti e attività legate al surf, ce la aspettavamo decisamente meglio. Noi alloggiamo all’hotel Santa Catalina (2 notti per 326$ senza colazione) piuttosto caro ma non c’è molta scelta, gli altri alloggi sono decisamente troppo da surfisti spartani per noi. Il resort è molto grazioso, con casette a schiera giardini, una fantastica piscina a sfioro con vista sul mare e un bel ristorante con stessa vista. La camera ha letto king e un letto a castello, scomodo riporre i bagagli, bello il bagno con doccia in pietra.
Appena arrivati ci mettiamo il costume e corriamo a Playa Estero, a 5’ dal nostro resort. Potremmo prendere le bici che sono a disposizione ma il caldo ci fa desistere. La Playa Estero è una spiaggia caraibica con un colpo d’occhio pazzesco, con la tipica vegetazione tropicale ad incorniciarla, la sabbia bagnata che si estende o ritira in base alle maree e fa dei giochi di luce e controluce, ed è piena di surfisti per lo più principianti visto che il break è abbordabile. All’Oasis, locale sulla spiaggia con bar, si possono prendere lezioni di surf al costo di 40$/h per una persona. Si può però anche chiedere ai ragazzi che trovate sulla spiaggia alcuni fanno prezzi leggermente inferiori. Noi abbiamo deciso di affittare solo una tavola al modico prezzo di 5$/h e ci siamo divertiti molto, anche se le onde erano in questo pomeriggio particolarmente impegnative! Dopo uno smoothie al baretto surfista – ma non ci e piaciuto granché – rientro al resort, doccia relax e pronti per cena. Optiamo per Los Pibes ristorante argentino sia per le buone recensioni sia perché è a soli 300 metri dal nostro hotel. Molto buono il filetto e anche la milanesa (una fettina di carne condita con diversi ingredienti, come prosciutto e mozzarella), ottima la yucca fritta. Conto leggero, 65$ in quattro inclusa mancia.
Giorno 5 – Isola Coiba
Abbiamo prenotato il tour all’Isola Coiba con Snorkel Coiba che era quello più economico: 60$ a testa più 20$ di ingresso al parco. Appuntamento alle 08.00 davanti al ristorante el Penguino. La barca è minimale, quindi importante portare lo stretto indispensabile, anche perché mantenere le cose asciutte non è facile. Utili le magliette di licra per non scottarsi e per non avere freddo. Il tragitto dura circa 1h e 15’, se il mare è grosso non deve essere piacevole. Si fanno due soste snorkeling, a Cayo Pequeno e Cayo Grande. Abbiamo nuotato in un vero acquario tropicale, una quantità di pesci di barriera davvero notevole, inoltre molti squali di barriera, bellissimo. Poi si va su una bella spiaggia a e si mangia, anche il pasto è minimal, pasta con tonno e verdure. Dopo pranzo siamo stati portati su una spiaggia di Isla Ranchero a dir poco meravigliosa, alla spalle della spiaggia c’è una laguna e abbiamo visto due enormi coccodrilli. Ultimo snorkeling su quest’isola in uno spot dove si nuota con tante tartarughe. Tornando indietro ci siamo imbattuti in un branco di delfini che ci ha nuotato accanto facendo salti e giochi uno spettacolo unico!
Rientro alle 16.15 ci buttiamo nella bellissima piscina del nostro resort. Sera a cena nel ristorante con vista, Pescao, attesa piuttosto lunga, ma pesce molto buono, con deliziosa salsa maracuja, e conto normale, a noi e piaciuto tutto, consigliato.
Giorno 6 – Trasferimento a Bocas del Toro
Oggi giornata di trasferimento, 6h e 30’ di viaggio a tratti sempre con strade dissestate, altre scorrevoli, alcuni tratti molto suggestivi in montagna. Per pranzo casualmente ci fermiamo nel tratto di montagna in un ristorante locale el Nispero, dopo Gualaca, molto comodo perché con servizio tipo tavola calda. Abbiamo mangiato benissimo, empanadas, riso e lenticchie, tutto in abbondanza, e pagato l’incredibile cifra di 8$ in quattro! Hanno anche bei bagni insospettatamente belli dove fare sosta bio. Arrivati ad Almirante abbiamo lasciato l’auto al Secure Parking Leiza (3$ a notte) senza dover lasciare le chiavi e da lì ci si imbarca con il taxi boat Valencia (10$ a persona il biglietto andata e ritorno). Il trasferimento dura 25’ fino a Bocas. Da qui abbiamo preso un taxi che con 15$ ci ha portato al nostro alloggio, un bell’appartamento al Mosana Reef Garden con vista mare in zona Playa Bluff. Si tratta di una zona abbastanza isolata, immersa nella natura, dove l’unico rumore è quello del mare e degli animali della foresta. La casa è completamente aperta il che rende l’alloggio affascinante ma anche molto sfidante per me che fatico a convivere con gli insetti. Il posto è gestito da una coppia di italiani, Nadia e Salvatore, molto accoglienti e simpatici, ci hanno dato tanti consigli e informazioni utili.
La sera siamo rimasti a cena al loro ristorantino, aperto solo per gli ospiti della struttura e di un hotel accanto, ed è stata un’esperienza fantastica, carbonara top e dolce al cioccolato meraviglioso. L’esperienza in questo resort è stata fantastica a dir poco, nel giardino ci sono Bradipi e uccelli di ogni tipo, e a nostro avviso vale la scomodità nel raggiungerlo. Se si vuole però stare più comodi e spendere meno soldi di trasferimenti, si può scegliere di stare più vicini a Bocas Town, ma non nella città che è da vero brutta e incasinata (al massimo in zona Istmo in una casa su acqua). Oppure, cosa che non avevamo letto da nessuna parte, si può portare l’auto col traghetto, se uno sta diversi giorni e vuole comunque dormire in un posto lontano dal casino della cittadina sicuramente è più conveniente. Tra l’altro sull’isola ora le strade sono tutte un cantiere, stanno rifacendo tutta la viabilità e piste ciclabili, fra un paio d’anni l’aspetto sarà molto diverso e molto più comodo girare anche con un auto normale.
Giorno 7 – Isla Colon
Oggi ci siamo dedicati alle spiagge dell’isola principale. Per 60$ a/r ci siamo fatti portare da un tassista fidato (Kailla +50763582804, ha vissuto in Italia qualche anno e quindi parla la nostra lingua) a Bocas del Drago. Ci ha fatto fare sosta al castello di plastica (una costruzione fatta con la plastica ripescata dal mare, impressionante) e una sosta per avvistare un bradipo. Quasi più una guida che un semplice tassista. Da Bocas del Drago in 10-12’ di sentiero si raggiunge la fantastica Playa Estrella, con centinaia di stella marine giganti di diversi colori. Ci sono anche diverse razze sui fondali. Il mare è calmo perché è una baia protetta. Il consiglio è venire qui la mattina presto prima che ci arrivi troppa gente e assolutamente da evitare il weekend, anche perché è pieno di locali che poi mettono musica e tolgono tutto il fascino della spiaggia tropicale. Noi ci siamo portati i panini che abbiamo poi consumato a Bocas del Drago che è più tranquilla, ma appunto non c’era alcuna difficoltà a comprare il pranzo in loco.
Il pomeriggio abbiamo invece fatto una lunga passeggiata su Playa Bluff, che si trova a pochi minuti dal nostro posto. È una spiaggia lunga 7 km di aspetto incredibilmente selvaggio con onde alte che si infrangono sulla battigia e non un’anima all’orizzonte, uno spettacolo della natura.
Happy hour al ristorante Mosana e cena con piatto di pasta a casa.
Giorno 8 – Boat Tour Bocas del Toro
Abbiamo prenotato con la compagnia Deepboard di un italiano il classico tour che fa baia dei delfini, Cayo Coral, cayo Zapatilla, playa Hollywood, con partenza alle 10 e rientro alle 16.00/16.30. Siamo rimasti delusi per due aspetti: il primo nella baia dei delfini pur non essendo alta stagione eravamo in 9 barchette a cercare di avvistare questi poveri animali e infatti se ne sono visti solo un paio, immagino in alta stagione con 30 barche che cosa orrenda. Secondo punto anche su Cayo Zapatilla dove si rimane in relax un paio di ore bisogna allontanarsi per cercarsi un angolo solitario, di nuovo noi siamo riusciti a farlo agevolmente ma con pienone deve essere sfidante. Infine non mi sento di consigliare la nostra compagnia visto che il capitano ci ha riportato indietro un’ora prima del previsto. La cosa più bella dell’escursione è stata senza dubbio lo snorkeling a Cayo Coral, giardini di corallo dai colori pazzeschi pur in una giornata nuvolosa immagino col sole che spettacolo. L’escursione cosa di solito 30$ a testa, ma in 4 si riesce in bassa stagione ad arrivare anche a 25$. Occorre portarsi il pranzo e da bere, non sono inclusi.
Anche questa sera mangiamo al nostro fantastico ristorante, tonno freschissimo una delizia per il palato. Ci hanno anche offerto un antipasto a base di tartarre di tonno che era a dir poco sublime!
Giorno 9 – Isla Bastimentos
Il prezzo fisso per una barca da Bocas town a Isla Bastimentos – Red Frog Beach è di 8$ a persona a tratta, inoltre arrivati al molo che sta dalla parte delle mangrovie occorre pagare altri 5$ a testa per l’ingresso, sistema spilla soldi ai turisti. Si fa una camminata di 10’ per arrivare al lato opposto sulla vera e propria spiaggia, lungo il tragitto si possono avvistare le red frog, ma noi non abbiamo avuto questa fortuna. La spiaggia è molto bella, classico contesto tropicale, con onde forti che la rendono pericolosa. Fortunatamente questa mattina invece il mare è calmo quindi le onde sono dei semplici cavalloni che fanno divertire molto i ragazzi. C’è un beach bar del resort che affaccia sulla spiaggia (il resort ha delle belle casette in legno nella giungla).
Andando a destra si trova un altro beach bar, e da lì parte la strada che porta a Polo Beach. Si fa una camminata a piedi di circa mezz’ora, occhio che il grosso del tratto è al sole che picchia. Si passa attraverso un comprensorio di meravigliose ville sul mare e dopo un albero molto alto a sinistra parte un sentiero che porta alla spiaggia. Troverete in fondo una porta chiusa che va aggirata sulla destra e dopo poco ecco la spiaggia, non vi fermate all’inizio che già vi sembrerà molto bella e in effetti lo è, ma se continuate altri 5’ a piedi e girate dopo la punta c’è il tratto più bello in assoluto, una laguna calma con colori pazzeschi. Portatevi da mangiare e bere perché non c’è assolutamente nulla, ma stare in questo paradiso, tra l’altro quasi deserto pur essendo domenica, è un’esperienza da non perdere.
Ultima sera al nostro ristorante Mosana per chiudere in bellezza amatriciana e pollo con crema di parmigiano.
Giorno 10 – Trasferimento a Panama City
Stamattina piove a dirotto, direi che con il meteo ci è andata di lusso. Il taxi boat fortunatamente ha la totale copertura quindi non ci si bagna. Riprendiamo la macchina e affrontiamo 8h e mezza per tornare a Panama City. Due punti di attenzione:
- per strada è pieno di poliziotti che si appostano con la pistola che rileva la velocità, quindi fate molta attenzione e magari come noi mettetevi dietro ad un locale che vi fa da apripista
- Al momento intorno a Panama City ci sono imponenti lavori sulla strada che non sono rilevati dalle mappe scaricate off line quindi serve la connessione perché alcune direttrici potrebbero essere chiuse
La sera stanchi e senza fantasia di cercare altro siamo tornati al Trapiche, che non ci ha deluso.
Giorno 11 – Panama city e volo di rientro
Stamattina ci siamo dedicati alla visita del Parco Metropolitano, un polmone verde dentro la città. Bastano un paio d’ore per fare il giro e dal mio punto di vista ne è valsa assolutamente la pena. Si pagano 4$ per adulto e 2$ per i minori. Conviene fare all’andata il sendero de Robles che è molto agevole. Si arriva al Mirador che ha una bellissima vista sullo skyline della città. Non vi fermate al primo punto ma salite la scala ripida per arrivare alla terrazza più alta dove la vista è più bella. Al ritorno prendete il sendero Cineguita che è più accidentato ma a questo punto si va in discesa che è più facile. Noi siamo stati molto fortunati, abbiamo incontrato un gato solo (coatì) che è un mammifro del sudamerica che onestamente non sapevamo esistesse, che ci è venuto incontro senza paura. Inoltre abbiamo visto una mamma bradipo e un cucciolo in rami bassi e che li scalavano il che non ci era capitato finora, sono troppo buffi!
Dopo meritato relax nella piscina al 38 piano del grattacielo dove abbiamo preso il nostro ultimo airbnb, concordando un late check out, prepariamo le valigie e ci dirigiamo all’aeroporto per il volo di rientro. Calcolate bene il tempo perché negli orari di punta c’è molto traffico.