Tra sequoie e pionieri: il nord della California a misura di bimbo

Viaggio fai da te nel nord della California alla scoperta di mete insolite
Scritto da: rosaz2
tra sequoie e pionieri: il nord della california a misura di bimbo
Partenza il: 03/08/2010
Ritorno il: 23/08/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Siamo partiti il 3 agosto 2010; io, mio marito e il nostro piccolo Diego di 14 mesi, destinazione San Francisco e nord California. Il viaggio era in parte per far visita ai parenti di mio marito e in parte di scoperta. Voliamo con United Airlines, che non è la miglior soluzione per chi viaggia coni bambini, le culle che danno sono in pratica delle buste che non si posso neppure appende. Fortunatamente Diego ha dormito lo stesso per buona parte del volo. Cambiare il pannolino negli stretti fasciatoii dei bagni è stata un po’ un’impresa, ma ci si abitua in fretta! Arrivati a san Francisco, ci viene a prendere la zia di Diego (sorella di mio marito) che vive a Windsor, una piccola cittadina a circa un’ora da San Francisco. Ci fermiamo da loro qualche giorno. Per far in modo che il fuso orario di 9 ore non scombussoli troppo il piccolo Diego, cerchiamo di stare al sole il più possibile (un trucco che ho letto da qualche parte). I primi due giorni sono un po’ duri, soprattutto per il piccolo, ma poi ci abituiamo ai nuovi orari. Affittiamo una macchina alla Hertz per far rotta verso nord destinazione: Eureka.

Consiglio: negli Usa, almeno in California, il noleggio delle auto non costa molto, ma gli accessori te li fanno pagare cari. Noi abbiamo noleggiato anche il seggiolino per il bambino che abbiamo pagato ben $120 per 16 gg di noleggio: se avessimo comprato il seggiolino da save mart (catena di supermarket) avremmo speso $ 60! La prossima volta faremo così!

Prima di arrivare ad Eureka ci fermiamo a Willits, per una stupenda colazione a base di pan cakes ai mirtilli. Per Diego facciamo scaldare l’acqua per il latte in polvere che ci siamo portati dietro.

La strada per Eureka, la 101, detta anche redwood highway, è meravigliosa, passa proprio in mezzo all’ Humboldt redwood state park, foresta di sequoie millenarie, noi l’abbiamo già visitata altre volte e quindi non ci fermiamo ma per chi arriva fin qui ne vale assolutamente la pena anche perché è fuori dalle tradizionali rotte turistiche.

C’è perfino un negozio di souvenir costruito all’interno di un tronco di sequoia (ancora vivente!), giusto per dare un ‘idea di quanto siano grandi questi “giganti”.

Eureka, l’antica capitale dello stato della California, è una piccola cittadina sull’oceano davvero graziosa.

C’è spesso un po’ di foschia, tipica del nord California, e se non fosse per le schiere di surfisti che affollano le spiagge di Trinidad e Moonstone non si penserebbe certo di essere in California.

Qui il clima è sempre piuttosto tiepido sia in estate che in inverno. In inverno la temperatura scende raramente sotto i 10°C.

Ci fermiamo dieci giorni a Eureka in modo che la nonna di Diego, che vive qui, si possa godere un po’ il nipotino.

Durante il nostro soggiorno ci accorgiamo di come la crisi mondiale abbia duramente colpito anche il nord della California: la metà dei negozi del locale centro commerciale hanno chiuso. Noi lo ricordavamo molto diverso.

Meritano una visita: la Samoa cook house, che è un antico ristorante dove i boscaioli consumavano i loro pasti. La cucina è molto spartana, ma ha ottimi piatti e prezzi sono contenuti. Le porzioni sono forse un po’ abbondanti: pensate probabilmente per i boscaioli.

All’interno della cook house c’è anche un piccolo museo dove sono esposti gli attrezzi da lavoro e di vita quotidiana dei boscaioli del secolo scorso.

Una perla della zona è anche la cittadina di Ferndale, in agosto c’è una bella fiera che andiamo a visitare: ci sono in mostra manufatti dei nativi americani, un’esposizione di bestiame e bancarelle di artisti locali, oltre ad una varietà indescrivibile di “junk food”: dalle mele caramellate, ai corn dogs ai nachos piccantissimi… cui proprio non riusciamo a resistere.

Anche la cittadina di Ferndale merita assolutamente una sosta: è un piccolo agglomerato di case in stile vittoriano color pastello. Qui hanno anche girato il film “virus letale”.

Partiamo da Eureka ed iniziamo con il nostro viaggio di scoperta verso l’entroterra destinazione: Jamestown.

Lungo la strada ci fermiamo più volte a comprare della frutta dalle numerose bancarelle di agricoltori che ci accompagnano lungo tutto il tragitto.

Abbiamo mangiato delle fragole grosse come prugne che erano le più buone che a memoria ricordiamo di aver mai assaggiato: sarà il sole della California a farle crescere così… ci diciamo!

Jamestown è una piccola cittadina, sconosciuta anche alla maggior parte dei californiani, di sole 900 anime, situata a breve distanza da uno degli ingressi dello Yosemite.

I prezzi sono contenuti proprio perché non è molto conosciuta, ma vi assicuro che sembra di essere tornati indietro ai tempi dei pionieri.

Soggiorniamo all’hotel Americas Best Value Inn & Suites – Royal Carriage, prenotato dall’Italia con booking, per $ 45 a stanza colazione inclusa. La prima sera ceniamo in un buon ristorante messicano dall’altra parte dell’unica strada della città, che fa uno sconto del 30% ai clienti dell’hotel e spendiamo circa $ 30 in due (per Diego abbiamo comprato le cene pronte della gaber per bambini che facciamo scaldare al ristorante, non sono un granché, ma servono allo scopo).

Dopo cena, dal patio in legno cigolante del primo piano dell’hotel, seduti su un dondolo ci godiamo due birre fresche nel silenzio della calda notte stellata e ci sembra davvero di aver fatto un balzo indentro nel tempo e di essere nel far west di quasi due secoli fa.

Durante il nostro soggiorno a Jamestown visitiamo l’impareggiabile Yosemite National park, costo $ 20 a veicolo ed è possibile entrare ed uscire quante volte si vuole per 7 giorni, e il locale museo della ferrovia dove oltre a vecchie carrozze e locomotive esposte, ci sono molte scenografie utilizzate per girare numerosi film e telefilm tra i quali, ci dicono, “la casa nella prateria”.

Dato che siamo gli unici visitatori un gentile volontario del museo ci fa un breve tour guidato e non ci facciamo mancare di certo la foto con la locomotiva del treno di ritorno al futuro III!

Dopo quattro giorni trascorsi a Jamestown ripartiamo per San Francisco, ultima tappa del nostro viaggio.

Non è la nostra prima volta a San Francisco, quindi, per questa visita ci siamo concentrati solo sulle attrazioni a “misura di bambino”, anche perché dopo tutti i kilometri fatti, Diego se lo merita proprio!

Soggiorniamo al Redwood inn, che è in una zona tranquilla e con una bella passeggiata si arriva la fisherma’s warf.

Visitiamo il bay area discovery museum, perfetto per i bimbi di tutte le età e ceniamo al Reinforest cafè, in Jefferson Street, un ristorante per bambini, con gli interni decorati con acquari, animali e giungla tropicale; inutile dirlo Diego ne è rimasto entusiasta.

Altro punto imperdibile per chi viaggia con i bimbi (e anche per gli altri) è il coloratissimo pier 39 (o fisherman’s warf).

Nel pomeriggio facciamo una breve visita a chinatown dove sembra realmente di essere in Cina, trascorriamo il resto della giornata rilassandoci al Golden Gate park dove non ci facciamo mancare i buonissimi hot dogs dei chioschi.

Cena in un ristorante vicino a Ghirardelli e il mattino seguente partenza per l’Italia, lasciando, come ogni volta, un pezzetto di cuore in California, certi che questo sia solo un arrivederci.

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Segways in San Francisco

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Redwood Hwy

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Eureka California

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Yosemite national park

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Yosemite national park

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Californian road

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Eureka

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Jamestown

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Pier 39 San Francisco



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