Tra i Balcani durante la bufera
Il giorno 26 Dicembre verso le nove di mattina prendiamo la nostra fedele mercedes e ci immettiamo sull’autostrada per Venezia che ci condurrà fino a Rjeka (Fiume), prima tappa nei Balcani. Arriviamo verso le ore 14, dopo un ottimo viaggio, e fortunatamente troviamo subito una piacevole sistemazione presso l’Hotel Continental, in centro, hotel un po’ stile retrò ma molto gradevole. Subito incuriositi dalla scritta TRSTAT ci dirigiamo alla volta di questa zona che è raggiungibile attraverso una scala di 535 gradini. Si arriva di fronte al monastero di Nostra Signora della Grazia, molto pittoresco e con vista sul castello e sulla città. Preleviamo la moneta locale, la Kuna, e ridiscesi andiamo verso il Corzo, cioè la via principale e proviamo il tipico vino caldo Kuano Vino, tipo il nostro vin brulè. Si parla la lingua croata ma chi riesce scambia volentieri qualche parola in italiano, e così ci sentiamo subito ben accetti. Ammiriamo le casette di legno che vendono addobbi ed oggetti natalizi che portano gioia e colore.
Il giorno 27, compleanno di Gabriele, partiamo alla volta di Zadar (Zara). Percorriamo un tratto di costa verso sud fino al paese di Senj, con meravigliosi scorci di scogliera e mare. La stagione non è propizia ma capiamo che sono tutte località predisposte al turismo estivo. Riprendiamo l’autostrada che passa nuovamente tra le montagne e giungiamo a Zara, dopo circa 4 ore. La parte vecchia di Zara è all’interno delle mura e rende un po’ difficoltoso il passaggio in auto. Decidiamo pertanto di alloggiare all’hotel Porto, a circa 4 km dal centro. Visitiamo la parte vecchia, la cattedrale, alcune chiese e piazze molto caratteristiche ed il quartiere centrale con bar e localini e terminiamo la nostra visita con le due esposizioni permanenti sul lungomare, GREETING to the SUN, il saluto al Sole, una serie di luci che si illuminano sfruttando l’energia solare del giorno e il monumento sottomarino che suona con canne d’organo sotto il mare prendendo il suono dalle onde, davvero molto suggestivo.
La serata continua con una buona cena alla Konoba Bonaka, trattoria che abbiamo visto durante la camminata pomeridiana, a base di riso nero di seppia e un buon branzino alla griglia, innaffiato da vino rosso locale e ci accorgiamo che tutto è molto economico.
Il giorno 28 partiamo per Medjugorje, in Bosnia Erzegovina, oltrepassando la dogana e ritirando una nuova valuta, il Marco. Il luogo è davvero pieno di alberghi e luoghi per il riposo dei pellegrini, infatti noi stessi alloggeremo in un hotel con altri ospiti provenienti da Panama. Decidiamo di salire sulla collina delle apparizioni, non distante a piedi dal paese stesso, la giornata è bellissima e la salita al monte Podbrdo che ci avevano descritto come molto ardua si rivela piacevole anche se sulla montagna di pietre aguzze. Si staglia davanti a noi una statua della Madonna, dove pare sia apparsa per la prima volta ai ragazzini veggenti. Non ci sono molte persone, probabilmente perché siamo in un periodo freddo,e tutto concorre a creare una dolce atmosfera di raccoglimento e preghiera personale.
Dopo essere ridiscesi visitiamo il paese ed entriamo nella chiesa di san Giacomo, dietro la quale si innalza la statua bronzea del Cristo Risorto senza la croce. Molto bella. Da una gamba sprigiona umidità, come fosse acqua santa, che viene utilizzata per il segno di croce. Davanti alla chiesa stanno allestendo un presepe vivente. I negozietti vendono i tipici souvenirs e naturalmente acquistiamo rosari ed immagini della Madonna. Non conosciamo bene la posizione della Chiesa davanti a questi eventi, ma la nostra percezione è positiva e si può trovare la propria dimensione e il proprio equilibrio senza incorrere in fanatismi. Abbiamo visto persone devote recitare rosari per strada, persone salire a piedi nudi, coppie pregare ma senza alcuna esagerazione. Un saluto mattutino alla cappella dell’adorazione e alla statua della Vergine davanti alla chiesa e partiamo il 29 partiamo per Dubrovnik. Percorriamo la costa ed il clima temperato ci permette una piacevole passeggiata per ammirare le antiche mura, gli antichi palazzi ed i graziosi caffè , dove riusciamo pure a sederci all’aria aperta.
E’ un reticolo di piccole vie lastricate, gradini che in un continuo saliscendi ci portano alla scoperta di bei panorami.
La nostra visita però prosegue verso Mostar, dove arriviamo percorrendo vallate proprio nel cuore dei Balcani, su strade pressoché deserte, molto suggestive.
Mostar all’imbrunire si presenta come un presepe, è bellissima e ci colpisce molto. ll vecchio ponte, stari Most, è davvero stupendo. E pensare che si tuffano da quelle altezze. Davvero incredibile! La città presenta uno stile arabeggiante ed è ricca di localini e ristoranti dove assaggiamo il tipico liquore alla prugna. Pernottiamo in un ottimo albergo, Mostar hotel, vicino al centro.
Il giorno 30 si parte per Sarajevo. La giornata è molto fredda ma soleggiata e casualmente ci imbattiamo in un gradevolissimo e nuovo hotel proprio nel centro, Hotel city. Ci fermeremo per un paio di notti e passeremo qui anche la notte del 31. Quasi tutte le meraviglie della città sono raccolte in centro, nella famosa Bastasjsa dove si vedono chiese cattoliche e ortodosse e moschee vicine. E’ visibile la linea dove si incontrano oriente ed occidente. In un tipico ristorante, ospitato in una vecchia casa in stile ottomano, assaggiamo i cevapcici, gli spiedini e la baklava, la caratteristica dolce torta a base di miele, noci e pasta sfoglia.
La nostra visita parte dal luogo in cui venne ucciso l’arciduca Ferdinando, scintilla della prima guerra mondiale, attestato da una targa in memoria e continua attraverso il centro e i bei palazzi circostanti. Il 31 i visitiamo il museo del tunnel, tunnel of life e i posti della guerra dal 1992 al 1995, molto toccante. Il pomeriggio riusciamo a vedere alcuni uomini che giocano a scacchi sul retro della chiesa ortodossa sulla gigante scacchiera bianca e nera. Mangiamo i cevapi, tipico piatto bosniaco a base di pane e carne alla piastra. Non usciamo per la strada perché davvero freddo ma ci godiamo il concerto in piazza dalla tele. Sappiamo che la città è stata devastata dalla guerra, ma oggigiorno i segni non sono più così evidenti, le famose rose di Sarajevo, luoghi bombardati dipinti di rosso sono solo visibili davanti alla cattedrale e al museo del tunnel. La cosiddetta via dei Cecchini, che conduce verso l’aereoporto, mostra qualche edificio ancora trivellato e si può vedere Holiday Inn, albergo che ospitava i reporters durante la recente guerra.
Il primo dell’anno partiamo per Belgrado , ci sono meno sette gradi e la città è deserta. Un’altra dogana e quasi arrivati a destinazione ci serve una banca per prelevare il dinaro serbo e pagare l’autostrada. Una gentile signora insiste per darci i soldi del pedaggio senza volere euro in cambio.
Subito ci rendiamo conto che la città è un po’ complicata da girare perché le scritte sono in cirillico. Ci fermiamo in un albergo in centro, moderno e abbastanza confortevole. La città è carina, soprattutto vista con le luci della sera, illuminata a festa. La via principale è piena di negozi e di gente, la zona detta skadarlija, è considerata come la Montmartre di Parigi, con vari ristorantini e localini. Camminando a zonzo vediamo un po’ più decentrato un ristorante che ci ispira e decidiamo di tornarci per la cena. Si rivela un’ottima scelta, infatti è in corso una festa di compleanno ed un gruppo di amici festeggia al ritmo di una musica tipica suonata con trombe, tromboni e gran casse… sembra di essere sulla scena di un film. Proviamo il classico cibo serbo a base di carne e ci divertiamo molto.
Il giorno 2 fa molto freddo, rivediamo il centro ed i suoi maestosi palazzi, il Danubio e la Sava, la cittadella di kalemegdon, le ambasciate, il busto di Tito.
Per cena assaggiamo anche la pizza, che non è niente male, e ci godiamo il Danubio by night.
Il giorno seguente ci svegliamo nel mezzo di una tormenta di neve. La macchina parte e riusciamo con notevole difficoltà a prendere l’autostrada verso Zagabria, da dove, contrariamente ai nostri programmi decidiamo di proseguire di nuovo verso Fiume, sperando in un clima un po’ più mite. In effetti così è, e dopo aver riposato nel medesimo albergo ci mettiamo il giorno 5 sulla via del ritorno.
Non sapevamo molto riguardo questi paesi e la loro cultura, così vicini a noi eppure così sconosciuti. Si sa, alcuni amici ci sono stati per le vacanze estive, si spende poco, il mare è bellissimo ed il cibo molto buono, a base di pesce.
Per noi la vacanza invernale si presenta più varia, confermiamo le notizie avute prima di partire aggiungendo che sono popoli molto gentili, disponibili e aperti a nuove conoscenze, si può ancora fumare nei locali, bar e ristoranti e per me che non sono fumatrice è un po’ fastidioso.
Ci è piaciuto vedere cagnolini ancora liberi a zonzo per le vie, tanti piccoli negozi attenti nella scelta delle merci da vendere e una voglia di crescere anche dal punto di vista turistico davvero apprezzabile.
Maria Rita e Gabriele