Tra dinosauri, megaliti, falesie e terme

Un viaggio per tutte le età... I PARTE: Diario PROTAGONISTI: i cugini per caso AMEDEO (9 anni) e FRANCESCA (un bel po’ di +…) Le informazioni tecniche e logistiche che possono essere utili a programmare il viaggio e a farsi un’idea dei costi, sono riportate nella seconda parte del diario. Guarda le foto su...
Scritto da: Ultreya
tra dinosauri, megaliti, falesie e terme
Partenza il: 05/04/2009
Ritorno il: 12/04/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Un viaggio per tutte le età…

I PARTE: Diario PROTAGONISTI: i cugini per caso AMEDEO (9 anni) e FRANCESCA (un bel po’ di +…) Le informazioni tecniche e logistiche che possono essere utili a programmare il viaggio e a farsi un’idea dei costi, sono riportate nella seconda parte del diario.

Guarda le foto su http://picasaweb.Google.Com/francescagentile77/InghilterraTraDinosauriMegalitiFalesieETerme# FRANCESCA: Questo è il racconto di un viaggio per due stagioni della vita, il racconto di una promessa mantenuta, il racconto di un’avventura davvero speciale! AMEDEO: Quando quest’autunno Francesca mi ha detto che ci meritavamo un bel viaggio in Inghilterra, sono stato felicissimo. Lei, in inverno ha preparato tutti gli itinerari, i documenti e le altre cose necessarie per il viaggio. Non si poteva proprio dire che saremmo stati dei “turisti per caso”. Abbiamo scelto di partire la settimana prima di Pasqua. Francesca è arrivata a Gandosso (BG) dalla Sicilia il 4 aprile 2009 ed il giorno seguente abbiamo iniziato la nostra vacanzina.

I GIORNO 5 aprile 2009: FLYING ON THE LONDON EYE FRANCESCA: Ci svegliamo presto e facciamo la nostra “prima” colazione. Ci dirigiamo verso l’aeroporto e dopo il check-in affrontiamo la “seconda” colazione, come gli hobbit (d’altra parte stiamo andando in Inghilterra). L’aereo decolla da Orio al Serio e atterra in perfetto orario a Londra. Compriamo qualcosa da mangiare e andiamo al terminal dello Stansted Express. [£ 19,00 / adulto Nota 1] Appena giunti a Londra acquistiamo il day ticket [£ 5,60 invece che £ 2,00 a ogni corsa, ma lo si può utilizzare a partire dalle 9.30 del mattino] e abbiamo la brutta sorpresa di trovare sia la Circle line (gialla) che la District line (verde) chiuse… e sono proprio quelle che ci servono per raggiungere comodamente il nostro hotel. Dobbiamo fare diversi cambi di metro, ma finalmente riusciamo ad arrivare a “Earl’s court”. Il quartiere è bellissimo e la nostra strada (Barkston Gardens) è fiancheggiata da eleganti edifici in mattoni rossi, che sono quasi tutti hotel, B&B, guest house, ostelli… il nostro è il Merlyn Court. Siamo nel territorio di Kensington. [Note 2, 3 e 4: trasporti, alloggi e alimentazione] La nostra camera è semplice, ma graziosa e pulita. Dopo esserci dati una rinfrescata, nel primo pomeriggio partiamo alla scoperta di Londra.

Prendiamo la metro fino a “Hyde park corner” e da li, lungo la “Constitution Hill” e “Green Park”, giungiamo a “Buckingham Palace”. Proseguiamo la passeggiata lungo “The Mall” e “St. James Park” per giungere all’abbazia di “Westminster” e al complesso dell’ “House of Parliament” e del “Big Ben” sulla sponda occidentale del Tamigi [Nota 5: West e East Bound]. Attraversiamo il “Westminster Bridge” e, mentre gustiamo un pancake acquistato in un chiosco e diamo un’occhiata alle cartoline da comprare, ci sentiamo come irresistibilmente attratti dalla gigantesca ruota panoramica e decidiamo che, avendo poco tempo a disposizione e non potendo visitare tutta Londra, possiamo concederci una suggestiva vista dall’alto facendo un “fight” sul “London eye” [€ 17,00 / adulto – per quel che ci riguarda ben spese. Nota 6: biglietti delle attrazioni] L’idea si rivela giusta: facciamo una fila lunga ma scorrevole e ordinata e saliamo sulle capsule trasparenti che sembrano delle navicelle spaziali che volano nel cielo di Londra. C’è una comoda panca all’interno, ma noi preferiamo appiccicarci al vetro e ammirare il panorama. Approfittando del punto di vista decisamente privilegiato, riusciamo a fare delle belle foto. Scesi dal “London eye” ci spostiamo alla vicina “Waterloo station” , da cui ripartiremo due giorni dopo, e lì acquistiamo i biglietti per Salisbury in anticipo. [£ 31,30 / adulto]. Attraverso la Piccadilly line arriviamo a “Covent Garden”, dove assistiamo a uno spettacolino di strada molto divertente (che si merita il nostro contributo economico) e poi ceniamo sotto il giardino coperto a base di pasta (Amedeo non si è ancora lanciato all’assaggio dei menù inglesi) e “Baked potatoes” (sono deliziose, le consiglio a tutti… si tratta di patate di grossa taglia, cotte con la buccia in una sorta di girarrosto, spaccate a metà sul momento e condite a piacimento – c’è un assortimento incredibile di “dressings”). La prima giornata ci ha distrutti. Torniamo in hotel e ci addormentiamo all’istante.

AMEDEO: Siamo arrivati all’aeroporto di Londra alle ore 11.00 (12.00 in Italia) e, dopo qualche contrattempo, siamo arrivati al nostro hotel – il “Merlyn court” – dove abbiamo lasciato le nostre valigie e abbiamo riposato un po’. Ma non siamo riusciti a stare lì per molto tempo, con sotto gli occhi quei bellissimi itinerari e infatti siamo usciti per andare a vedere il “Green Park”.

In questo parco si possono osservare gli scoiattoli in libertà: bisogna stare in silenzio e acquattarsi senza muoversi. Per attirarli ho fatto finta di avere del cibo nelle mani, loro ci sono cascati in pieno e noi abbiamo fatto un sacco di foto (la maggior parte sfuocate o con metà scoiattolo).

In seguito abbiamo preso la metro per vedere “St. James Park”, il “Big Ben” e siamo saliti sulla ruota panoramica, dalla quale abbiamo visto il centro di Londra. Prima di riprendere la metro abbiamo anche ammirato il “Tower bridge”.

Dopo aver mangiato siamo rientrati in hotel per prepararci per il secondo giorno II GIORNO 6 aprile 2009: IL VERDE DI HYDE PARK E IL FASCINO DEL MUSEO DI STORIA NATURALE FRANCESCA: Ci svegliamo di buon ora e ci prepariamo ad uscire. Non può mancare una buona colazione a base di the, latte, caffè, pane tostato e marmellata, nella piccola saletta dell’hotel. Alle 9 usciamo, arriviamo a Earl’s court e acquistiamo il biglietto giornaliero.

Ci spostiamo a “Hyde Park” e scattiamo milioni di fotografie al “Serpentine Lake”, alle anatre, ma soprattutto ai deliziosi scoiattoli. Ci piacerebbe rimanere per tutto il giorno in mezzo al verde, anche perché c’è uno splendido sole, ma la meta principale ci chiama e così, dopo aver attraversato tutto il parco ed essere sconfinati in “Kensington Gardens” fino alla statua di Peter Pan, ci avviamo verso il Museo di Storia Naturale [ingresso gratuito, solo le mostre tematiche e temporanee sono a pagamento]. La fila sembra infinita, ma fortunatamente, come tutte le file londinesi, scorre velocemente e ci ritroviamo in fretta nell’atrio principale. Dopo aver ammirato estasiati il grande dinosauro, andiamo subito a visitare le sale dedicate proprio alla paleontologia. Il percorso è abbastanza affollato, soprattutto da famiglie con bambini, e tutto risuona di voci allegre in varie lingue che esprimono sorpresa di fronte a tanti esemplari così ben conservati o ricostruiti. Ci sono molti giochi e pannelli didattici e interattivi. Abbiamo fatto bene a scegliere questa come prima sezione da visitare, perché già dopo qualche ora sarà quasi impossibile entrare, data la folla che aumenterà nel corso della giornata.

Il museo è immenso e purtroppo dobbiamo fare una scelta, quindi rinunciamo alla mostra dedicata a Darwin e a quella dedicata alla fotografia naturalistica (peccato, a entrambi sarebbero piaciute tantissimo, ma avremmo avuto bisogno di un altro giorno), ma in compenso riusciamo a vedere tutte le sale (vedi mappa su http://www.Nhm.Ac.Uk/index.Html ).

Pranziamo al self-service del museo con sandwiches, pizza e, naturalmente, jacked potatoes.

Il museo è davvero fantastico e merita una visita dettagliata, ci sono esposizioni per tutti i gusti e adatte a tutte le età. Come la prima volta, io rimango quasi ipnotizzata dalla sezione di sequoia gigante, proveniente dalla Sierra Nevada, localizzata in cima alla scala principale che parte dalla hall. In corrispondenza degli anelli sono stati segnalati gli avvenimenti più importanti della storia di cui questa immensa e vecchissima pianta è stata testimone, dall’anno 557 al 1933.

Alla fine della visita siamo distrutti, ma decisamente contenti. Prima di andare a dormire ceniamo in un tipico pub a base di “city sampler”, un piatto unico molto appetitoso (sausages, backed potatoes, chicken wings, salads, tortillas chips and dips) e fish&chips. Le porzioni sono immense e siamo veramente impreparati a quella mole di cibo che invade la tavola. Inoltre, la cameriera (italiana), sbaglia l’ordinazione e continua a portarci porzioni di patatine non richieste che lei ci impone di pagare. A parte questo piccolo equivoco, qualche sterlina in più e un sacco di cibo non finito, la cena è ottima e siamo strapieni. Sistemiamo la valigia per il giorno dopo e poi a nanna.

AMEDEO: La mattina abbiamo visitato alcuni parchi di Londra (anche quello con la statua di Peter Pan) e dopo, finalmente, il MUSEO DI STORIA NATURALE. Per fortuna con me c’era Francesca, quante cose mi ha spiegato! All’entrata del museo c’è un dinosauro enorme e, in cima ad una scala, una gigantesca sezione di una sequoia fossilizzata, con incise le date degli avvenimenti più importanti. È un posto fantastico e grandissimo e non si può raccontare cosa si vede, bisogna proprio visitarlo. Comunque, mi hanno fatto impazzire le sale degli anfibi, dei crostacei e dei minerali, ma c’erano anche quelle dei rettili, della biologia umana, dell’evoluzione (molto interessante), degli invertebrati marini, dei mammiferi, degli insetti, dei ragni e tanto, tanto ancora. All’interno del museo abbiamo comprato dei ricordini; io prendo sempre qualcosa nei posti che visito e consiglio di farlo a tutti! Alle 18.30 siamo usciti dal museo stanchi ma soddisfatti e, dopo aver mangiato e Francesca discusso con la cameriera stupida, siamo tornati all’hotel per dormire e prepararci per la meta principale del nostro viaggio.

III GIORNO 7 aprile 2009: DALLA CONTEA DELLA “GREAT LONDON” AL WILTHSHIRE (STONEHENGE E OLD SARUM) FRANCESCA: Anticipiamo la sveglia per poterci preparare con calma e fare colazione. La sera prima avevamo prenotato un taxi che giunge puntuale per accompagnarci alla Waterloo Station. Siamo molto delusi perché ci aspettavamo il tipico “cab” e invece ci troviamo di fronte una classica auto. Incontriamo parecchio traffico a causa di un ponte interrotto che determina una deviazione del flusso di mezzi. L’autista chiacchiera un po’ con noi ed è proprio da lui che riceviamo la terribile notizia del terremoto in Abruzzo, ma non intuiamo subito la gravità dell’accaduto.

Arriviamo alla Waterloo Station appena in tempo, ma per fortuna avevamo già fatto i biglietti per cui saliamo comodamente sul treno variopinto delle 9.20 diretto a Salisbury. Colonizziamo un tavolino che ci servirà per fare un po’ di compiti (Amedeo ha con se il libro). Da bravi turisti sul treno acquistiamo un’enorme tazza di the per integrare la veloce colazione del mattino.

Alle 10.40 siamo a Salisbury. Svolgo subito l’incombenza di acquistare i biglietti per i giorni successivi: Salisbury-Penzance e Penzance-Bristol. L’addetto alla biglietteria vuole farmi risparmiare così mi spiega che mi farà un biglietto andata e ritorno con cui spenderò circa 50,00 £ sterline in meno sul totale dei due biglietti. [£ 67,00 + £ 67,00] “Grazie”! dico io… ma il problema è che io poi da Penzance (Ultima stazione della Cornovaglia) desidero spostarmi a Bristol e non tornare a Salisbury. Lui, cortese e infinitamente paziente, mi conferma che la soluzione migliore è quella che mi suggerisce lui. Io, incompresa e impaziente, penso di non capire una parola di inglese e di avere buttato al vento anni di studio, di soggiorni all’estero e bla bla bla… Abbandoniamo la stazione e io cerco di non pensare al dramma del biglietto sbagliato. Un taxi ci accompagna a Exeter street, la via alle spalle della bellissima cattedrale di Salisbury, considerata una delle più belle d’Inghilterra. Lungo il breve percorso ci accorgiamo che la cittadina è deliziosa, un tipico abitato inglese nel cuore del verde “Wiltshire”, lungo le rive del fiume Avon (che ritroveremo a Bristol e Bath).

Ben presto arriviamo al “Cathedral Cottage” che sarà il nostro alloggio. Esternamente è un edificio molto semplice, ma all’interno è strepitoso. Naturalmente mi rendo conto che i criteri con cui ciascuno di noi definirebbe un B&B “strepitoso” possono essere molto diversi. Così, se io e Amedeo abbiamo la sensazione di essere nella casetta delle favole, per i nostri rispettivi padri sarebbe stato un incubo anche solo arrivare alla stanza, in cima a una scala ripidissima, con una porticina trapezoidale, per la quale non sarebbero nemmeno passati. Noi siamo semplicemente incantati. La cameretta è deliziosa, l’arredamento è scelto con gusto e curato nei dettagli, il vassoietto per la ristorazione è allestito con dolcetti e con il necessario per preparare il latte e il caffè, il bagnetto sembra una bomboniera e dalla finestra si ammira, come promesso dal sito internet, la torre campanaria della cattedrale, al di là della strada. I proprietari sono gentilissimi e carinissimi. Fran e Rey Parmenter ci consigliano sui luoghi migliori di Salisbury e in un attimo ci rendiamo conto che sarebbe bellissimo trascorrere 2-3 giorni qui, invece rimarremo solo una notte.

Passeggiamo fino alla stazione degli autobus, nel centro della cittadina, e acquistiamo un biglietto dello Stonehenge Tour [£ 17,50 / adulto] (che include anche la visita di Old Sarum, da non perdere) e ci accomodiamo sul pullman a due piani che taglia la campagna inglese fino al sito megalitico.

Giunta davanti a una delle icone preistoriche più famose, fotografate e visualizzate del mondo, ho un attimo di delusione perché mi sarei aspettata un’emozione maggiore, invece mi sono sentita come in un luogo familiare, seppure affascinante e misterioso. La sensazione di “già visto” comunque dura poco e lascia il posto a quella di “ne valeva proprio la pena”. Subito ci si guarda intorno e ci si accorge di trovarsi in un luogo paesaggisticamente affascinante, ci si rende conto dell’imponenza dei massi e si apprezza il loro armonico inserimento nel contesto. Il sentiero turistico è fatto molto bene, infatti, nonostante il numero sempre elevato di visitatori, ci sono molti punti di osservazione che consentono di ammirare il complesso megalitico senza sovrapporsi ad altri e fotografarlo da diverse angolazioni.

Visitare Stonehenge, sapendo che le pietre sono state “riordinate” all’inizio del ‘900, non toglie nulla alla sua bellezza e al suo interesse, anzi lascia una sensazione di rispetto nei confronti di una società moderna che, oltre ad aver attuato un marketing territoriale assolutamente efficace, ha voluto ridare splendore ai resti di un passato che altrimenti si sarebbe perduto, non tanto fra miti e leggende, quanto piuttosto nell’oblio o, peggio ancora, in mezzo all’avanzare dell’edilizia.

Pranziamo al piccolo caffè e ci rilassiamo sui tavolini all’aperto. Acquistiamo un piccolo ricordino per la collezione di Amedeo e poi risaliamo sull’autobus per raggiungere “Old Sarum”, un altro sito archeologico che fa parte dell’ “English heritage”, ma assai meno conosciuto, costituito da una collina artificiale, quasi perfettamente circolare, che simula un cratere circondato da un fossato. In cima alla collina, da cui si osservano anche la vicina Salisbury e le guglie della cattedrale, ci sono i resti di antiche fortificazioni, mentre alla base di osserva la pianta di una cattedrale, di cui rimangono solo le pietre fondanti. Sembra quasi un immenso disegno tracciato sul verde brillante che avvolge tutto il paesaggio e che contrasta con il grigio delle rovine, con l’azzurro del cielo e il bianco candido delle nuvole. È un luogo incantevole, esteticamente più accattivante di Stonehenge e, per chi ha tempo a disposizione, trascorrere qualche ora su questa verde collina è molto piacevole e divertente, anche per i piccoli giochi a disposizione dei ragazzini (ad esempio tiro con l’arco).

Lungo la strada del ritorno io continuo a tormentarmi per il mistero del biglietto (lo so, sono esagerata) e così scendiamo dall’autobus alla stazione dei treni e vado a chiedere spiegazioni. Mi rassicurano sulla validità del biglietto, ma io me ne vado via convinta che mi faranno una multa sul treno per Bristol.

Nel tardo pomeriggio visitiamo la splendida cattedrale con il suo chiosco e poi facciamo una passeggiata nel cuore di Salisbury che ci piace moltissimo: piccola, ordinata, allegramente attraversata dal fiume Avon, ricca di edifici colorati, tipici cottage in legno nero e stucco bianco, traditional Inn e Old pubs… e proprio in uno di questi ceniamo: “The new Inn”. Molto carino!!! Amedeo mangia ancora Fish & chips con contorno di verdure mentre io provo la “soup of the day” e naturalmente le mie jacked potatoes (stavolta le assaggia anche Amedeo). Quando rientriamo c’è ancora il tempo di fare un paio di compiti veloci, sorseggiando un buon the, poi doccia e nanna nel nostro angolino di paradiso! AMEDEO: Gli effetti della cena del giorno prima si sono manifestati su Francesca che aveva (detto da lei) una “digestione rumorosa”; ha continuato a chiedermi scusa per tutta la sera del secondo giorno e per parte della mattina successiva (commento di Francesca: devo intervenire… ma può essere che a questo bambino rimangono impresse certe informazioni così interessanti??? Per onestà, visto che è il suo diario, io l’ho riportato… mah…). La giornata era fredda, ma sul treno per Salisbury c’era un bel calduccio. Arrivati a destinazione, siamo andati al nostro B&B, il “Cathedral Cottage” e siamo saliti alla nostra stanza: stupendosamente bellissima, meravigliosa!!! La camera era piccola, ma accogliente e vi si arrivava salendo da una scala stretta e ripida. Francesca ha fotografato tutto l’arredamento.

Da quello che ho visto dalla stazione al B&B, posso dire che non c’è paragone tra Londra e Salisbury, è decisamente più bella la seconda e l’aria è più pura.

Abbiamo preso l’autobus per “Stonehenge” (finalmente). Abbiamo noleggiato una guida registrata che ci ha fornito informazioni sulla provenienza delle pietre, sul motivo della loro disposizione, su chi costruì Stonehenge e perché etc. Questi dolmen, attraversati dai raggi del sole e nei periodi giusti, indicano il solstizio d’estate e d’inverno. A me questo posto è piaciuto molto perché si sentiva nell’aria che non è un luogo qualunque, infatti abbiamo fatto un quintale di foto, da tutte le posizioni e angolazioni.

Siamo poi saliti sull’autobus per andare a “Old Sarum”. Arrivati, da una collinetta, abbiamo visto la costruzione in rilievo sul terreno di una cattedrale (fatta con grossi massi) e abbiamo fatto qualche tiro con l’arco; io sono riuscito a scagliare la freccia circa un millimetro oltre il mio piede. Che scarso!!! Qui ci siamo rilassati proprio: io mi sono rotolato nell’erba, mentre Franci mi faceva tantissime foto in sequenza.

Old Sarum mi è piaciuto più di Stonehenge.

Siamo tornati sull’autobus leggermente in ritardo, infatti aspettavano solo noi per tornare a Salisbury, dove abbiamo visitato subito la cattedrale che era in ristrutturazione. Stavano celebrando la messa e io non ho capito nulla di ciò che dicevano. Nella chiesa c’era un’enorme acquasantiera con all’interno una fontana.

Abbiamo cenato e siamo tornati al B&B.

IV GIORNO 8 aprile 2009: ECCOCI IN CORNOVAGLIA ( PENZANCE E ST. MICHEAL MOUNT) FRANCESCA: Mi risveglio con la sensazione di essere a casa mia… quasi, quasi mi trasferisco in questo cottage. Dalla porta trapezoidale filtra un profumino delizioso che lascia pregustare un “English Breakfast” come si deve.

Ci prepariamo e scendiamo. Il tavolo è apparecchiato solo per noi ed è ricco di sorprese: latte, caffè, the, succo d’arancia, burro e marmellata, 4 tipi di frutta già tagliata e altrettanti da sbucciare, 3 tipi di cereali, salsine varie, cornetti, pane tostato e persino la “full english”: uova, bacon e salsiccia.

Siamo incredibilmente senza parole, quindi non ci resta che mangiare! Dopo colazione scopriamo che anche i Parmenter hanno un camper (Amedeo ce l’ha e io l’avevo fino a qualche anno fa), con il quale Reg ci accompagna gentilmente alla stazione.

Partiamo da Salisbury alla volta di Exeter, grande snodo ferroviario del su-ovest dell’Inghilterra, dove cambieremo per Penzance. Il treno stavolta è affollatissimo, così non possiamo colonizzare il nostro tavolino, ma questo non ci impedisce di fare un po’ di compiti. [Nota 7: Viaggi in treno] Arriviamo a Penzance nel primo pomeriggio e veniamo accolti da una graziosa cittadina. La stazione è proprio sul mare e l’ultimo tratto della ferrovia costeggia spiagge e scogliere. Troviamo velocemente il nostro B&B “Cornerway house”, a circa 100 metri dalla stazione. Ci sistemiamo nella cameretta, accogliente ma piccola. Non è una giornata bellissima, ma vogliamo approfittare delle 3-4 ore di luce che abbiamo per fare subito un’escursione, così la proprietaria ci dà gli orari degli autobus e ci consiglia di andare a “Marazion”. Dopo pochi minuti siamo già partiti con il Bus n. 2 e scendiamo poco prima del piccolo agglomerato di Marazion per passeggiare sula spiaggia. C’è un po’ di vento, ma non fa molto freddo, così percorriamo sulla riva il tratto che ci separa dalla stradina lastricata sommersa (dall’alta marea) che conduce a “St. Micheal Mount”, una sorta di Mont St. Michel inglese, un isolotto con un castello-cattedrale in cima. Non ci possiamo andare perché a quell’ora sia l’accesso pedonale, che quello in barca, sono interdetti, così ci accontentiamo di ammirarlo dalla spiaggia.

Ceniamo nel bellissimo pub/ristorante/hotel “Godolphin” con una splendida terrazza all’aperto proprio di fronte a Mount S.M. Il piatto del giorno è un buon “Roast & Vegetable – soup of the day – potatoes wedges”, ottimi abbinamenti, saporiti e speziati.

Avevamo programmato di ritornare a piedi a Penzance lungo il “Coast Path”, tracciato proprio tra la spiaggia e la ferrovia di 2,5 miglia, pertanto non ci arrendiamo quando la pioggia ci sorprende durante la strada. Siamo tra i pochi coraggiosi che affrontano sorridenti tutto l’itinerario, ma siamo ben equipaggiati. In effetti quando arriviamo al B&B goccioliamo un po’, ma mettiamo tutto ad asciugare sui termosifoni, facciamo qualche compito, carichiamo le batterie, scriviamo il diario, facciamo la doccia calda e poi sprofondiamo nei nostri lettucci.

AMEDEO: Che spettacolo la colazione: vasetti con fragole, mirtilli, ananas, uva, marmellate di arance e fragole e tanta altre prelibatezze. Tutto buonissimo. Il signore del B&B è stato talmente gentile da accompagnarci col suo camper alla stazione per prendere il treno per Exeter. Dopo ne abbiamo preso un altro per Penzance (io dicevo Penzace per fare diventare matta Ciccia che mi correggeva continuamente, ma invano!). Dopo aver trovato il nostro alloggio, abbiamo preso l’autobus per Marazion, un paese sul mare con davanti una piccola isola con un castello. Quando c’è bassa marea si può raggiungere l’isoletta a piedi percorrendo una strada lastricata, ma purtroppo a quell’ora c’era l’alta marea. Che sfortuna! Per tornare alla Guest house abbiamo camminato per un’oretta percorrendo 2,5 miglia (circa 4 km). Ovviamente nella spiaggia abbiamo raccolto sabbia, sassi, conchiglie e tutto ciò che poteva essere interessante per le mie collezioni.

V GIORNO 9 aprile 2009: RAINY AND WINDY CORNWALL (LAND’S END E SENNEN COVE) FRANCESCA: Ci svegliamo e… e… sigh, sigh! Guardiamo fuori dalla finestra e con immenso dispiacere apprendiamo che piove e che quindi non potremo godere del paesaggio cornico come avremmo voluto, però, visto che siamo viaggiatori audaci e ci piacciono la natura e i paesaggi selvaggi, ci armiamo di buona volontà e affrontiamo la giornata.

La signora Andrea ci prepara una buonissima “Full English” e convince anche Amedeo ad assaggiarla. Lui rimane folgorato dai piccoli fagioli in zuppa e così mangia anche i miei. Sbrighiamo alcune piccole commissioni (trasferire le foto su cd per liberare le memorie, controllare la posta in un internet-cafè, ritirare un po’ di contanti, spedire le cartoline e acquistare dei regalini), facciamo una passeggiata sul bellissimo lungomare e ammiriamo le spiagge con la bassa marea. Alle 11.25 prendiamo il bus n. 1 per Land’s end. Ci sediamo al piano di sopra, proprio davanti al finestrone. Il paesaggio che ci circonda è quello della “Land’s end penisula”, con verdi prati, muretti a secco, piccoli insediamenti megalitici. Nei miei viaggi inseguo spesso i testi delle canzoni… cercando di visitare i luoghi descritti nei miei brani preferiti. Come già fatto in Irlanda, in Spagna e nella mia precedente visita a Londra, anche stavolta ho una “colonna sonora da fotografare”: “Alla fine della Terra” (My own land’s end) del gruppo folk-rock “Casa del vento”. Oltre al fascino di questa canzone che descrive questo tratto di costa rocciosa, c’è anche il richiamo irresistibile delle varie “finis terrae” sparse per il mondo. La prima Finisterre l’ho ammirata alla conclusione del cammino di Santiago (estremità occidentale della Spagna), la seconda è qui in Cornovaglia, la terza sarà “Cabo da Roca” contemporaneamente punto estremo occidentale del Portogallo, della penisola iberica e dell’Europa continentale… Quando arriviamo siamo davvero preoccupati per il vento impetuoso che ci rende difficoltoso anche il semplice camminare. Abbiamo lasciato in valigia i cappellini di lana, che ci sembravano esagerati, ma fortunatamente abbiamo fasce per capelli, sciarpe di cotone, kway… tutto ciò che occorre per andare nella tempesta.

Gironzoliamo un po’ per il centro visita di Land’s end che in effetti, in accordo con quanto detto da altri turisti per caso, è un po’ eccessivo. In compenso fornisce degli spazi adatti alle famiglie e ai bambini.

Finalmente, a un chioschetto, proviamo le famose “Cornish Pasties”, tanto decantate e consigliate dai turisti per caso, dai cui diari avevo tratto ottimi consigli. Sono delle paste salate ripiene di carne e verdure, molto sostanziose e molto gustose, nate come cibo nutriente e facile da trasportare per i lavoratori e oggi divenute specialità cornica per eccellenza. Da provare assolutamente! Rifocillati ci spostiamo sul promontorio estremo e sostiamo alla “First & Last House” da cui partono i sentieri che si sviluppano sulle falesie. Percorriamo quello che conduce al villaggio e alla spiaggia di “Sennen Cove” nonostante le fortissime raffiche di vento e la pioggia intermittente, che comunque non riescono a rovinare la nostra passeggiata naturalistica lungo il sentiero tracciato sulle scogliere a picco sul mare. Certo, un sole splendente e un cielo azzurro, avrebbero consentito di godere meglio del luogo, ma forse abbiamo visto il volto più autentico di questa costa selvaggia, malinconica e misteriosa, immortalata nei toni in sepia che tanto amo.

Prima di cominciare la discesa a “Sennen Cove”, ci fermiamo in un piccolissimo cottage, presidio del “National Trust” e facciamo conoscenza con una simpatica volontaria che ci spiega un sacco di cose, ci regala dei materiali didattici. Lasciamo volentieri una piccola offerta.

Alla spiaggia di Sennen Cove ci divertiamo un sacco. Passeggiamo lungo l’immensa distesa di sabbia, ci togliamo le scarpe e immergiamo i piedi nelle pozze d’acqua limpida che si formano vicino agli scogli, osserviamo gli anemoni di mare. Siamo talmente immersi nel paesaggio che quasi non ci accorgiamo del sopraggiungere dell’alta marea, dalla quale ci salviamo per miracolo, rifugiandoci sugli scogli.

È il momento di sperimentare un’altra specialità: le “Cornish Cream Teas”. Ci accomodiamo al piccolissimo “Mirtle Cottage”, una sorta di sala da the, negozietto, B&B, ostello e chi più ne ha più ne metta. Ordiniamo le CCT e rimaniamo incantati di fronte al vassoio con due tazze di the fumante, un assortimento di brioscine calde semplici o con uvetta, accompagnate da una crema burrosa alla fragola e da profumatissima marmellata. Tutto è delizioso ma STATE ATTENTI! La “cornish cream” non è una crema o panna, come il nome o l’aspetto lasciano intendere, quindi non fate il mio stesso errore: non provate ad assaggiarne un intero cucchiaino, scoprirete a vostre spese che si tratta di un burro molto lavorato e vellutato, che va usato per imbottire le brioscine insieme alla marmellata! Ritornato a Penzance siamo abbastanza infreddoliti, così rientriamo in fretta al Guest House e ci facciamo due belle docce calde. La signora Andrea, per fare contento Amedeo, ci consiglia di cenare al “Meadery”… se viaggiate con bambini, anche io ve lo consiglio! Si tratta di un “family restaurant” sul lungomare, arredato come l’interno di un veliero. In passato la “Meadery” era una sorta di distilleria in cui si produceva un liquore sciropposo a base di miele, chiamato “mead”, il quale veniva offerto agli sposi che dovevano berlo per un mese (e da qui varie storie sull’origine dell’ “honey moon”). Io e Amedeo dividiamo un ultimo Fish & Chips and salad. È decisamente tardi per i nostri canoni, niente compiti: buonanotte!!! AMEDEO: Dopo colazione siamo andati a scaricare le foto su cd perché Francesca aveva esaurito tutte le memorie, di conseguenza abbiamo perso il primo autobus per Land’s end; abbiamo preso quello delle 11.25.

Arrivati a destinazione, non appena ho messo i piedi a terra, per il forte vento mi è volato via il cappello. E che freddo faceva! Peccato, la Cornovaglia è così bella. Franci mi ha dato un soldo che ho messo nel cannocchiale a pagamento e così ho osservato le grotte formatesi in seguito all’erosione dell’acqua. Ci siamo fermati a raccogliere qualche frammento di roccia e poi siamo entrati in un cottage e una signora molto gentile ci ha regalato un libro e dei depliant perché ci aveva visto interessati. Prima di andarcene abbiamo lasciato un’offerta che contribuirà al patrimonio ambientale dell’Inghilterra. Siamo andati in spiaggia, c’era la bassa marea e ci siamo messi a passeggiare ma, tutto ad un tratto, è arrivata un’onda più potente delle altre che ci ha raggiunto. Ci siamo salvati per un pelo e, rimettendoci calze e scarpe in fretta, siamo andati via. Ci siamo fermati a fare merenda e abbiamo ripreso l’autobus per tornare alla Guest House.

VI GIORNO 10 aprile 2009: SUNNY CORNWALL (ST. IVES) FRANCESCA: Mi sveglio un po’ prima del solito e vedo dalla finestra uno spiraglio di luce che preannuncia una giornata luminosa e tiepida. Mi accorgo che anche Amedeo è sveglio così gli propongo una passeggiata prima di colazione, per andare ad ammirare il lungomare di Penzance con il sole, visto che verso le 10 dobbiamo partire. In men che non si dica siamo a spasso per le vie del paese delicatamente illuminate dal sole. Siamo quasi commossi dalla bellezza del paesaggio, completamente diverso dal giorno prima, e realizziamo di doverlo lasciare troppo presto. L’avventurosa escursione sulle ventose falesie è stata grandiosa, ma siamo affascinati dalla Cornovaglia assolata, così torniamo per l’ennesima volta alla stazione (ormai i dipendenti sono pronti a dirmi che quel biglietto VA BENE anche se è per Salisbury) e mi confermano che possiamo partire anche nel tardo pomeriggio e così abbiamo davanti un altro “cornish day” e la nostra meta diventa “St. Ives”. Facciamo colazione, lasciamo le valige al B&B e poi prendiamo un treno locale, scendiamo alla prima stazione (St. Erth) da cui parte il trenino turistico [£ 3,20 + £ 3,20].

Mi è piaciuta molto l’organizzazione dei trasporti in Cornovaglia: molti autobus che attraverso itinerari circolari servono anche le località più isolate e trenini-navetta che fanno la spola dalla linea principale (Plymouth-Penzance) alla località turistica sulla costa più prossima. In ognuna di queste stazioni c’è il cartello indicante il nome della cittadina e poi una dicitura secondaria relativa alla località costiera (Es. St. Erth for St. Ives).

L’itinerario ferroviario è assolutamente grandioso, il treno procede lentamente e tutta la gente si gode il panorama dai finestrini, si attraversano zone salmastre, boschi costieri, villaggi deliziosi per poi arrivare alle grandi dune e alle spiagge bianche e immense circondate da possenti pareti rocciose. [Nota 8: muoversi in Cornovaglia]. Giunti a St. Ives scendiamo alle spiagge e camminiamo lungo le “quays” e sulla sabbia. Raccogliamo qualche conchiglia, ci godiamo il sole, ci bagniamo le gambe, guardiamo incuriositi le famigliole inglesi che approfittano del tepore per trascorrere una bella giornata all’aperto… Amedeo si arrampica sulle rocce e rotola dalle colline erbose.

Contrariamente alle nostre abitudini ci fermiamo in un ristorante italiano per soddisfare un improvviso desiderio di pizza (di Amedeo) e di vero cappuccino (da parte mia). Io assaggio solo qualche patatina perché in realtà voglio pranzare con un’altra “cornish pasty”, che compro subito dopo: buonissima! A Penzance ritiriamo le valigie e aspettiamo il nostro treno. Il tragitto Penzance-Bristol è di circa 5 ore per cui ci premuniamo con panini e frutta per cenare a bordo. So che arriveremo molto tardi, ma sono tranquilla perché ho prenotato un hotel “Express by Holiday Inn” proprio di fronte alla stazione di “Bristol Temple Mead” (che è davvero bellissima). Finalmente il dramma del biglietto misterioso si conclude con un “Have a good trip” proclamato dal controllore che accetta di buon grado il titolo di viaggio: come possa essere valido un biglietto per Salisbury per andare a Bristol, non essendo sulla stessa tratta, rimarrà in eterno un mistero! [Nota 9: biglietti treno] La lunga percorrenza ci consente di finire definitivamente i compiti, di segnare sulla cartina tutte le località attraversate e di dormire un po’. La nostra camera d’hotel è bella, ma completamente diversa da quelle avute finora: diciamo che è una camera standard.

AMEDEO: La mattina siamo andati a spostare i biglietti per Bristol: la giornata era talmente bella che sarebbe stato un peccato lasciare la Cornovaglia. Dopo colazione abbiamo preso il treno per St. Ives e anche li abbiamo raccolto sabbia, conchiglie, resti di granchio che puzzavano). A piedi scalzi abbiamo attraversato 3-4 spiagge. Siamo tornati a Penzance a riprendere le valigie e siamo saliti sul treno per Bristol. Io ero stanco morto e dormivo in piedi e quindi, appena siamo arrivati nella nostra stanza, ho fatto la doccia e sono andato a dormire.

VII GIORNO 11 aprile 2009: BATH (ALLE TERME ROMANE E PER LE VIE DI JANE AUSTEN) FRANCESCA: Facciamo colazione in una sala ampia, con un buffet ricchissimo, che però non è paragonabile alle “full english” dei B&B di provincia. Alla stazione acquistiamo i biglietti per Bath (10 minuti di tragitto) e quelli per L’aeroporto che ci serviranno la mattina dopo [£ 6,00]. Armati di mappa ci dirigiamo verso il centro città per ammirare la splendida architettura settecentesca e passeggiare per le vie percorse e descritte dalla mia amica immaginaria, la scrittrice Jane Austen. Le strade pedonali sono ricche di artisti di ogni genere che si esibiscono senza posa (giocolieri, equilibristi, cantanti lirici e leggeri, musicisti, percussionisti). Oltre agli innumerevoli negozi sempre pieni di gente, ci sono anche mille luoghi in cui mangiare e bere, bancarelle e chioschi. Molto spesso le casette a piano terra sono anche sale da the, sedi di mostre, musei, laboratori, come quello del “Fudge” (una pasta al caramello) che osserviamo lavorare incantati. Io ne assaggio un pezzettino, ma è veramente troppo dolce per i miei gusti.

Vorremmo entrare alle Terme romane, ma siamo scoraggiati dalla fila e dal fatto che senza luce brillante del sole le foto verranno male. Mentre riflettiamo sul da farsi veniamo ipnotizzati da un giocoliere / mangiafuoco / equilibrista che ci fa divertire tantissimo con i suoi numeri. Sembra quasi che questi performers di strada abbiano seguito una scuola speciale, perché hanno un modo irresistibile di attrarre la gente e di trattenerla. Alla fine anche lui si merita un soldino, del resto lui ha detto “I’m a professional!!! This is the reason why I work in the street”.

Andiamo al “Jane Austen Centre”. Questa visita è abbastanza noiosa per Amedeo, ma lui è molto educato e dice di visitarlo volentieri, io però cerco di andare veloce in modo da fare contenti entrambi. La visita non può però concludersi senza l’acquisto di un regalo per alcune amiche e per me. Sono tentata di comprare tutti i dvd in lingua originale delle varie trasposizioni cinematografiche dei romanzi, poi mi rendo conto che, oltre a spendere un capitale, magari non avrei il tempo di guardarli tutti. Vengo comunque colta dal desiderio di rileggere le storie narrate da Jane. Alla fine acquisto una borsa di tela con su scritto “I love Mr Darcy” e chi conosce Jane condividerà il mio amore.

Tornati alla piazza principale ci accorgiamo che la fila per le terme aumenta, ci serve un diversivo. Aggiriamo il palazzo e entriamo nel “Bath shop” dove facciamo fuori l’assortimento di souvenir in modo da assolvere ai nostri obblighi relativi ai doni dal viaggio, ma anche per Pasqua. Dal negozio possiamo anche accedere alla famosa “Pump room”, l’elegante sala settecentesca, dove la nobiltà inglese, in villeggiatura a Bath, sorseggiava l’acqua termale e il the. Pranziamo in un locale in piazza e ci affidiamo alle classiche Jacked per me e pizza e patatine per Ame (forse siamo un po’ ripetitivi, ma considerate che in ogni posto le Jacked potatoes, i fish & chips, le soup of the day sono sempre serviti con contorni fantasiosi e condimenti a scelta che rendono i piatti sempre diversi).

Adesso non abbiamo più scuse e dobbiamo affrontare la fila, che in fondo non si rivela così terribile.

L’ingresso come al solito è abbastanza caro [£ 11 / adulto], ma effettivamente ne vale la pena. L’audioguida che ci forniscono gratuitamente in italiano è molto precisa e la visita è interessantissima. Si attraversano diverse sale, con moltissimi reperti e ricostruzioni per poi arrivare alla vasca principale che contiene l’acqua tiepida e verdastra (per effetto delle alghe che vi crescono favorite dalla continua illuminazione) alimentata dalla stessa sorgente dell’epoca romana. In giro si incontrano anche diversi personaggi in costume antico, molto simpatici e interessanti per i bambini. In serata riprendiamo il treno e in un baleno siamo di ritorno a Bristol e ci concediamo un meritato riposo. Dopo la doccia sistemiamo i regalini e poi usciamo per comprare qualche panino e telefonare.

Ci addormentiamo subito dopo essere rientrati in hotel.

AMEDEO: Io ho fatto colazione con il solito pane, burro e marmellata, mentre Franci con un schifezza che doveva essere un cappuccino (bleah). In effetti non era proprio il massimo.

Siamo andati a Bath dove vi sono delle terme romane e abbiamo visitato il museo dove vi era una mostra su Jane Austen (scrittrice). Non mi interessava molto, al contrario di Ciccia. Siamo andati al “Circle”, al “Pump Room” (la sala dei nobili). Poi abbiamo visto le terme; avevamo un’audioguida che ci ha spiegato che l’acqua arriva da una sorgente calda sotterranea, ci ha detto che alcuni mosaici sono incompleti perché sono stati rovinati dalle persone, che lo scarico delle acque delle terme forma una cascata etc. Prima di ripartire siamo riusciti a trovare un regalino per tutti e poi abbiamo ripreso il treno per tornare a Bristol.

VII GIORNO 12 aprile 2009: HOME SWEET HOME FRANCESCA: Dopo l’ultima colazione ci dirigiamo con le nostre valige alla stazione e ci accomodiamo sulla panchina di fronte alla fermata del bus per l’aeroporto che puntualmente ci porta al terminal. Facciamo un po’ di fatica a sistemare tutto nell’unico bagaglio a mano concesso (al controllo sono estremamente fiscali e non accettano nemmeno la macchina fotografica oltre allo zaino). Pranziamo in aeroporto e poi prendiamo puntuali il nostro volo che ci porta in anticipo a Bergamo, dove veniamo accolti dal papà di Amedeo. Arriviamo nella bella casa di Gandosso e facciamo una bellissima cena di Pasqua insieme a tutti i nostri cugini, degna conclusione di un viaggio meraviglioso! AMEDEO: Purtroppo prima o poi dovevamo tornare e, infatti, siamo andati all’aeroporto e, dopo tutti i controlli e qualche problemino, ci siamo imbarcati e dopo meno di due ore, ho trovato il papà che ci aspettava allo scalo. È stata sicuramente una bella vacanza, ma è stato altrettanto bello tornare a casa.

Quando ho tirato fuori i resti puzzolenti del granchio la mamma mi ha chiesto se avevo portato a casa come ricordo un po’ di spazzatura inglese! Ovviamente era una battuta, tutto è stato catalogato e sistemato a parte le chele che sono state a lungo sotto una montagna di sale per far perdere l’odore.

Viaggiare con Francesca è stato bello; io ho cercato di comportarmi bene, lei è stata molto paziente e disponibile. La ringrazio tantissimo.

Guarda le foto su http://picasaweb.Google.Com/francescagentile77/InghilterraTraDinosauriMegalitiFalesieETerme# Le informazioni tecniche e logistiche che possono essere utili a programmare il viaggio e a farsi un’idea dei costi, sono riportate nella seconda parte del diario.



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