Tra citta’ imperiali e deserto
L’arrivo a Meknes non è dei migliori, perché arriviamo poco dopo “l’attentato” del 14 agosto e troviamo Piazza El Hedim e la porta Bab El Mansour colma di gente e transennata dalla polizia che sta procedendo con tutti i rilievi del caso. Dopo qualche minuto di riflessione, il nostro spirito fatalista prende il sopravvento e decidiamo quindi di salire su un calesse e fare il giro delle mura della città (120 Dirham per un’ora); passiamo così accanto alle principali porte della città, al palazzo reale di Moulay Isma’il, alla piazza Lalla Aouda, ai granai dove venivano conservati grano e fieno per i 12.000 cavalli di Ismail e all’enorme bacino di Agdal lungo circa 25 Km e dove, a detta di un uomo seduto all’ingresso del granaio, si abbeveravano i 12.000 cavalli! Finito il giro in calesse, torniamo alla porta Bab El Mansour, dove a distanza di un’ ora sembra che nulla è accaduto! Ci fermiamo ad ammirare la porta che è veramente imponente e ben conservata! Dopo di che ci inoltriamo nelle strette stradine della medina e gironzolando tra i vari souq acquistiamo il nostro primo tappeto! Torniamo in albergo (Ibis Moussafir Meknes – € 55 bb), cena a bordo piscina e subito a letto per recuperare le energie.
Il giorno dopo partiamo diretti a Fes, passando da Volubilis. Visitiamo il sito archeologico e capiamo perché l’Unesco l’abbia dichiarato patrimonio dell’umanità! Compriamo due cappelli in paglia e con l’aiuto di Mohammed, una delle guide (chiaramente non ufficiale) all’ingresso del sito, camminiamo per quasi due ore tra resti di abitazioni, botteghe, mulini … costruiti nel 40 d.C., soffermandoci ad ammirare i mosaici ancora ben conservati e lo splendido arco di trionfo. Lasciata Volubilis, attraverso una stradina secondaria poco battuta, raggiungiamo la più antica delle città imperiali: Fes. Anche qui alloggiamo in un hotel Ibis, visto il buon rapporto qualità/prezzo. A Fes restiamo due giorni e decidiamo di affidarci ad una guida del posto (consigliataci dall’hotel) per non perderci nel labirinto della medina! Il primo pomeriggio Said, la nostra guida, ci porta ad ammirare la città dall’alto delle colline del Borj Nord e dal forte del Borj sud, per poi finire la giornata ad ammirare come nascono le famose ceramiche di Fes presso una dei laboratori di ceramica della città dove, appena arrivati siamo assaliti da un forte profumo di oliva e scopriamo così che lo scarto delle olive, pressato e ridotto in “poltiglia” costituisce il combustibile per la cottura della ceramica. Acquistiamo il numero civico per la nostra casetta come ricordo delle ceramiche blu di Fes e torniamo in albergo dove ci rilassiamo in piscina.
Il secondo giorno, Said ci porta davanti al grande palazzo reale nella Fes El – Jdid che tradotto è la città nuova; dopo lo sfarzoso ed elegante palazzo del re del quale però si può ammirare solo l’mponente portone di ingresso iniziamo la scoperta di Fes El Bali, ossia la città vecchia, una delle più grandi città medievali esistenti al mondo. Entriamo nella medina attraverso la sua porta principale Bab Bou Jeloud ricoperta da un lato di mattonelle blu, colore simbolo di Fes e, dall’altro lato di verde, colore simbolo dell’Islam. Iniziamo a seguire Said nelle tortuose stradine attenti a evitare carretti trainati da muli sovraccarichi di qualsiasi cosa! Visitiamo la Medersa Bou Inania, la place an Nejjarine con la sua fontana, il souq del legno, del ferro e della pelle dove dall’alto di una terrazza seguiamo il duro lavoro della conceria, tenendo un mazzetto di menta sotto il naso per meglio sopportare l’odore poco gradevole. Ci fermiamo a pranzo al Restaurant Asmae per un tipico pranzo marocchino e nel pomeriggio proseguiamo la nostra camminata tra un souq e l’altro acquistando souvenir.
Il quarto giorno del nostro tour ci dirigiamo verso il centro del Marocco a Midelt (250 Km da Fes). Lungo il tragitto passiamo per Ifrane, dove ci troviamo all’improvviso in una tipica città di montagna con le case dai tetti spioventi e con delle splendide aiuole verdi e fiorite soprattutto davanti alla super blindata residenza invernale del re; passiamo davanti anche alla famosa Università Al – Akhawayn dove studia in puro stile americano l’elite del Marocco. Lasciata Ifrane passando tra fresche foreste di cedri e cercando di percorrere il circuito dei laghi che però troviamo in secca, raggiungiamo la cittadina di Azrou. All’ingresso della città ammiriamo subito il minareto e la sua moschea e soprattutto la “Grande Roccia” che segna il confine occidentale della città e da cui Azrou prende il nome; ci accorgiamo subito che, anche se abbiamo percorso solo una cinquantina di Km da Fes, tutto è cambiato; la gente è più tranquilla, non si sentono più gli assordanti clacson e, perfino i negozianti non ti “assilano” per acquistare qualsiasi cosa. Ci stupiamo infatti di riuscire a passeggiare tra una bancarella e l’altra guardando senza essere interrotti; ci accorgiamo inoltre che qui i prezzi sono molto più bassi di quelli delle città precedenti e decidiamo quindi di acquistare la maggior parte degli oggetti presenti sulla nostra lista. Finito il rilassante shopping ci dirigiamo a nord della città per gustare immersi nel verde una buonissima trota di lago all’Hotel Panorama. Finito il pranzo saliamo sulla nostra Citroen in direzione Midelt; attraversiamo la foresta di cedri dove però non troviamo le indicazioni per il famoso grande cedro vecchio di 800 anni, ma sapendo che ormai è morto a causa della siccità, ci consoliamo vedendo vari gruppi di bertucce che gironzolano tra gli alberi, tra un turista e l’altro, senza mostrare alcun timore.
Arriviamo a Midelt verso le 17.00, sistemiamo i bagagli alla Kasbah Asmaa (61 € mezza pensione) e ci rilassiamo un po’ in piscina. Qui il termometro si è alza e, dai 25° di Ifrane, superiamo abbondantemente i 30°! Cena in hotel guardando il celo e le luci soffuse del giardino. La mattina dopo, dopo aver ammirato il panorama desertico dall’alto della terrazza della Kasbah, percorriamo altri 300 Km verso Erfoud, per raggiungere il deserto. Lungo il tragitto il termometro sale vertiginosamente e quando arriviamo ad Er Rachidia siamo già a 40°! Giunti ad Erfoud raggiungiamo i 45°, ma nonostante lo sbalzo termico, posiamo i bagagli nella splendida Kasbah Tizimi e, a bordo di un fuori strada guidato da Mohammed, con la nostra guida Alì, partiamo verso il deserto per ammirare il tramonto. Passando per il deserto negro, il miraggio dell’acqua, il lago salato con i suoi fenicotteri, i pozzi di raccolta dell’acqua e l’immancabile negozio di tappeti (sì anche nel deserto!), raggiungiamo finalmente le dune del Sahara. Qui passeggiamo sulle dune mentre il sole tramonta e tutto il deserto cambia colore poi, arrivata la sera, torniamo in hotel per una romantica cena sotto le stelle.
La mattina dopo, siamo di nuovo in viaggio in direzione Ouarzasate. Passiamo per la Gola del Todra, una magnifica valle in fondo alla quale si trovano incredibili palmeti e villaggi berberi di terra e fango; è quasi impossibile capire dove finisce la mano della natura e inizia quella dell’uomo! E’ uno spettacolo mozzafiato! Proseguiamo lungo le gole del Dades, continuando ad ammirare lo splendido paesaggio naturale che alterna al rosso delle montagne il verde intenso dei palmeti; attraversiamo “la valle delle mille kasbah” e arriviamo a Ouarzasate nel tardo pomeriggio. Il caldo è quasi soffocante e tutta la città è deserta; ci rilassiamo in piscina (Ibis Moussafir hotel), ceniamo e recuperiamo le energie. Il giorno dopo visitiamo la grande Kasbah di Taourirt, che si trova proprio nel centro della città. Ci facciamo raccontare dalla nostra guida Mohammed la storia della Kasbah, i significati dei simboli incisi sulle mura e scopriamo particolari interessanti della cultura islamica; Mohammed ci guida anche all’interno dell’antico quartiere ebraico (mellah) passeggiando attraverso i suoi stretti vicoli. Finita la visita, l’immancabile giro nei souq locali per fare qualche acquisto e, dopo pranzo, un salto agli Atlas Studios. Gli Studios, così come letto molto spesso qua e là su internet, si rivelano una vera e propria delusione, ma anche questo fa parte del viaggio! Il giorno dopo ci dirigiamo verso Marrakesh, facendo una sosta alla splendida Kasbah di Ait Benhaddou! Purtroppo il tempo è poco e Karim e famiglia ci aspettano a Marrakech! Riusciamo ad ammirarla solo dall’esterno, promettendoci che un giorno torneremo per passeggiare attraverso i suoi vicoli! I km che ci dividono da Marrakech sono circa 200, ma per percorrerli ci mettiamo quattro ore attraverso i tornanti dell’Atlante. Arrivati a Marrakech cerchiamo disperatamente il nostro riad (Dar Attajmil) nel cuore della medina e, dopo circa un’ora, la nostra fatica è ripagata! Entriamo da una piccola porticina in legno in questa oasi di pace! Il riad è piccolo, ma molto accogliente; un enorme banano occupa il centro del “cortile” interno e rose fresche in ogni angolo creano un’atmosfera esotica; il servizio cortese e discreto, il profumo delicato di piatti appena cucinati ci fanno sentire a casa! Pranziamo, anche se ormai sarebbe ora di fare merenda, e poi usciamo per un giro in calesse lungo le mura della città rossa, per poi finire la serata allo “Chez Ali”, dove ceniamo tra musiche e balli folcloristici sotto le stelle e assistiamo ad uno spettacolo di “fantasia”, ammirando una sorta di rievocazione storica attraverso una carica di cavalli purosangue arabi, cavalcati dai loro fantini! Il giorno dopo, colazione sulla terrazza del riad e poi visita alla grande piazza Djemaa El Fna con i suoi incantatori di serpenti, le scimmie addomesticate e le interpreti di sogni! Passeggiamo nei souq in fondo alla piazza; pranziamo nella palmeaire e poi salutiamo Karim che torna nella sua Rabat. Torniamo in piazza Djemaa El Fna e prendiamo posto sulla terrazza del Restaurant Argana per ammirare il tramonto e la piazza che,a poco a poco, si trasforma nel ristorante all’aperto più grande che abbiamo mai visto! La mattina dopo saliamo sul pullmann turistico con il tetto scoperto (eh si gli inglesi sono arrivati fino qui!) e con le cuffie all’orecchio visitiamo la “ville nouvelle”, sostando ai giardini della Menara e al Jardin Majorelle, dove tra cactus e buganvillee ci ristoriamo dal caldo e ammiriamo la splendida villa blu intenso, oggi di proprietà dello stilista Yves Saint – Laurent. Nel tardo pomeriggio visitiamo la moschea della Koutobia, i suoi giardini e la medina; terminiamo la giornata sulla terrazza dell’Argana, salutando Marrakech tra le luci e i colori di piazza Djmaa El Fna. Tappa successiva Essaouira: tanta attesa e tante aspettative per questa città che però ci ha un po’ deluso! Qualche fregatura al mercato del pesce, una spiaggia affollatissima hanno tolto tutta la magia ad una piccola cittadina che, in altri momenti dell’anno, siamo sicuri, avrà un’atmosfera molto più romantica! Nonostante questo, conserveremo un bel ricordo, perché è qui che siamo riusciti ad ammirare lo spettacolo dell’alta marea che lenta, ma continua è riuscita a ricoprire tutta la spiaggia! Il giorno dopo, visitata la piccola Sidi Kauki, risaliamo la costa atlantica lungo la strada costiera, in alcuni tratti un po’ dissestata e, raggiungiamo Casablanca! Entrati in città, vorremmo subito uscirne! Il caos dei clacson, delle auto che si inseriscono in ogni fessura e della segnaletica inesistente è indescrivibile. Ma, il nostro obbiettivo è la Moschea di Hassan II e così, con un carico di pazienza illimitato, la raggiungiamo. La struttura è imponente e il colore del marmo sotto i raggi del sole è veramente accecante. Certo è che rappresenta una grande contraddizione con tutto quello che la circonda, ma dal punto di vista architettonico nulla si può criticare! Lasciata Casablanca, torniamo a Rabat per trascorrere gli ultimi quattro giorni di questa intensa vacanza che mai dimenticheremo. Tornati nella capitale, visitiamo finalmente le stradine colorate di azzurro della Kasbah des Oudaias e ammiriamo le bellissime porte in legno, intarsiate e colorate che si nascondono tra i vari “angoli” della Kasbah; sorseggiamo tè alla menta guardando la città di Salè oltre il fiume; facciamo gli ultimi acquisti nel tranquillo mercatino e salutiamo il Marocco con il tramonto sulla spiaggia di Skhirat, osservando l’oceano che cambia colore e le luci delle case che a poco a poco si accendono, rendendo il nostro “addio” un po’ più dolce.