Tour Vietnam e Cambogia fai da te
Si parte il 17 febbraio da Malpensa, in Italia fa un bel freddo, ma partiamo relativamente leggeri perché contiamo di trovare temperature migliori in Vietnam, quindi ci vestiamo a cipolla per evitare di portare cose in più che ci peserebbero inutilmente in valigia. Facciamo male i nostri conti, arriviamo ad Hanoi e la nostra guida ci accoglie con indosso un bel piumino. Sì, forse lei è un po’ esagerata, ma qui non fa proprio caldo. E così anche nei giorni successivi saremo sempre ultra coperti con tutto quello che portavamo dall’Italia, e non sarà mai abbastanza.
Hanoi è una città di molti milioni di abitanti e se non sono a cavallo di uno scooter sono indaffaratissimi a fare qualunque cosa, inutile dire che lavorano 24 ore al giorno sette giorni alla settimana e dove lavorano spesso ci vivono, così alla sera fanno entrare lo scooter nella bottega e si accomodano nel retro dove hanno il salotto/cucina/letto. Abbiamo incontrato solo persone estremamente gentili e accoglienti, il turista viene accolto benevolmente perché è una risorsa e tutti ne sono consapevoli, un sorriso spesso li apre a conversazioni anche mimate (l’inglese non è conosciuto da tutti). Purtroppo non c’è molto da vedere ad Hanoi a parte il mausoleo di Ho Chi Minh. Zio Ho è considerato da tutti i vietnamiti del nord il padre della patria, anche se non ha fatto in tempo a vedere la riunificazione, ma i vietnamiti del sud non la pensano certo così.
Molto bello l’unico edificio antico della città: il Tempio della Letteratura, un po’ la nostra Università, ma anche molto di più.
Il giorno successivo partiamo per la baia di Halong dove era in programma una gita in barca extralusso, dovevamo dormire una notte in barca, purtroppo giusto il giorno prima una di queste imbarcazioni è affondata e molte persone sono scomparse, così il Governo ha deciso di bloccare tutto per ragioni di sicurezza. Visiteremo la baia solo di giorno, ma il tempo è sempre coperto, tira un vento freddo ed il mare non mostra certo bei colori. Peccato, è patrimonio dell’Unesco per la sua unicità, ma possiamo solo guardare le cartoline che la mostrano bellissima in piena estate.
Dopo una notte in hotel cinque stelle (dovevano farci digerire la mancata uscita) rientriamo ad Hanoi per volare verso il centrosud a Hue, l’antica capitale. Città che ancora ha salvato delle vestigia relativamente antiche, ma tutte le guerre nelle quali è incappato questo paese non l’hanno aiutata. I monumenti rimasti, peraltro molto belli, sono relativamente recenti, ma rimaniamo un po’ delusi perché troppo è il lavoro di restauro da fare.
Ripartiamo in minibus Mercedes verso sud ed ecco Hoi An e qui sì che rimaniamo sorpresi: la cittadina è spettacolare con edifici benissimo conservati che risalgono a molti secoli fa, e finalmente siamo anche al caldo! Temperature veramente estive, sfoderiamo sandali e abiti leggeri. Ci sono anche molte cose da visitare, fra templi e abitazioni dei mercanti, e ancora l’entroterra (rispetto al fiume). La cultura dell’acqua pervade tutto il Vietnam, ma qui è palpabile in ogni momento.
Siamo ormai a metà vacanza e prendiamo il volo per Saigon. È una città che ha ben poco di orientale, le auto hanno prevalso sugli scooter ed il traffico è convulso. La sky line ricorda di più una città degli States, compaiono i mendicanti che finora non si erano mai visti, la guida teme per gli scippi che sono frequenti e ci controlla da vicino. Le differenze fra la classe agiata e gli altri qui sono esagerate, le vie sono tappezzate dei negozi che troviamo in qualunque capitale europea ed ecco che ci passa nella mente la famosa frase di Chatwin: che ci faccio qui?
Poche cose da vedere e per niente memorabili, se si eccettua il Museo della Guerra che dovrebbe però chiamarsi Museo dell’Olocausto per quello che è stato perpetrato ai danni di questo popolo nel secolo scorso dai francesi prima e gli americani poi. Dentro al Museo c’è un silenzio irreale nonostante sia affollato, anche con tanti statunitensi. Le immagini sono semplicemente scioccanti.
Si riparte per il delta del Mekong: non vediamo l’ora di toglierci tutta questa civiltà dalla vista e tornare alle risaie ed ai paesini semplici. Ed il Mekong ci aiuta, è immenso, sembra un lago, o il mare; attraversa tutta l’Asia, è uno dei cinque fiumi sacri che scendono dall’Himalaya, sulle sue rive milioni di persone di etnie diverse vivono, lavorano, mangiano, pescano e muoiono. Bellissimo entrare nei loro mercati, visitare i loro villaggi, vedere come viene lavorato il riso (è un po’ come il maiale: non si butta via niente). Il caldo è notevole, ma all’ombra si sta benissimo, un cappello per il sole e sembra di essere in paradiso.
Il mattino successivo si va al mercato galleggiante di Can Tho ed è semplicemente straordinario: centinaia di giunche che si incrociano in un ordinato caos dove si vende di tutto. E poi visitiamo il mercato a terra, anche questo affascinante. Infine si parte per Chau Doc, l’ultima città di frontiera prima della Cambogia. Sveglia presto e si sale su una lancia veloce che, in cinque ore, risalendo il Mekong ci porta a Phnom Penh. Siamo decisamente cotti per la levataccia e per il viaggio, ma i tempi diventano stretti, e dopo un pranzo sulle rive del fiume iniziamo la visita del Palazzo Reale. Da non perdere neppure il museo ecc. All’imbrunire, felici, ma distrutti, complice il caldo, ci consegnano le nostre stanze.
Nuova levataccia per il trasferimento a Siem Reap. Il paesaggio della Cambogia è completamente diverso, stiamo per entrare nella stagione secca ed i contadini ormai non lavorano più nei campi. La povertà della popolazione è notevole e si ha anche la sensazione che non tutti riescano a mettere insieme pranzo e cena. Arriviamo nel primo pomeriggio e subito siamo a scarpinare per i monumenti di Angkor. È la più grande area monumentale del mondo, sito Unesco, e riusciremo a visitare una buona parte di quella che è stata scoperta e strappata alla giungla. Non posso raccontarvi i monumenti di Angkor, vi dico che lasciano semplicemente senza fiato.
Quando, dopo un paio di giorni, riprendiamo l’aereo per tornare ad Hanoi lanciamo l’ultimo sguardo dal finestrino a questo luogo meraviglioso. Eccoci di nuovo ad Hanoi ed eccoci di nuovo alle prese con temperature quasi invernali, ma tanto è l’ultima notte, domani si rientra in Italia. E quando ci muoviamo verso l’aeroporto, chissà perché, ci sembra un po’ di lasciare casa.
Consigli utili per il viaggio.
Il nostro è durato due settimane, ma in Cambogia siamo stati solo quattro giorni e mi sono sembrati pochi considerando anche i trasferimenti.
È veramente difficile capire il clima: siamo stati in viaggio in quello che è considerato il periodo migliore, ma al Nord del Vietnam il tempo è decisamente freddo e piovoso e ci dicono che è così per tutto l’inverno, quindi se volete godere la Baia di Halong dovete andare d’estate. Il Nord è famoso anche per i trekking che le guide consigliano solo a luglio e agosto. Nel Sud le temperature a febbraio sono calde, ma abbordabili, però sono destinate ad alzarsi vistosamente con una umidità che ammazza fino a settembre, quindi eravamo già al limite. In Cambogia abbiamo trovato un caldo pazzesco un paio di giorni ed il caldo vero ci dicevano che ancora doveva arrivare. Forse due settimane per tutto quel giro sono strette, considerando anche appunto la situazione climatica così differente e se dovessi dare un consiglio per farlo direi di iniziare dalla Cambogia.
Il mangiare è ottimo in entrambi i paesi, anche se la cucina del Vietnam è più varia e ricercata. Si mangia con 5 dollari in ristoranti per occidentali o 10 dollari nei ristoranti degli hotel, la cosa più cara è l’acqua. In Vietnam, ma soprattutto in Cambogia si mangia un po’ di tutto, come in Cina, quindi anche cani, grilli, topi, scarafaggi, coccodrilli ecc, ma anche maiale, manzo, pesce (soprattutto di acqua dolce), quindi tutti possono trovare qualcosa di gradevole. Soprattutto in Vietnam la pulizia è molto elevata anche nei ristoranti.
Le mance sono ben accette, ma non obbligatorie. In Cambogia la valuta corrente è solo il dollaro americano, inutile cambiare in valuta locale.
I minibus Mercedes che abbiamo utilizzato possono contenere comodamente autista, guida e max sei persone, se siete di più pensateci bene, vista la lunghezza dei trasferimenti, anche se vi diranno che sono per 10 ospiti. È d’uso lasciare una mancia a guida ed autista rispettivamente di 3 e 1 USD per giorno e per ospite: 3 giorni dunque sono 9 e 3 USD da parte di ogni viaggiatore.
In Vietnam tutti gli hotel offrono il wifi free, ma anche molti bar e ristoranti, sarete sempre collegati (potrebbe essere una fregatura). In Cambogia magari si paga qualcosa e il segnale non è così potente.
Le sistemazioni alberghiere che abbiamo avuto sono state tutte valide per pulizia e accoglienza, qualcuna un po’ obsoleta, ma complessivamente siamo rimasti molto soddisfatti. Le avevo testate attraverso Tripadvisor e per ognuna ho lasciato il commento (anche per i ristoranti).
Per entrare in Vietnam occorre un visto preventivo e se ne occupa l’agenzia (15 dollari), poi si paga in frontiera il visto vero e proprio di 25 dollari (ma noi siamo entrati nuovamente dalla Cambogia, quindi 50 dollari).
Che cosa comprare? Potrei dire: tutto. Hanno artigianato bellissimo, seta, cotone, legno, caffè, ceramica ecc ecc ed i prezzi sono ridicoli. A volte sparano alto, ma se li si guarda in faccia e ci si mette a ridere dicendo che sono assurdamente fuori mercato arrivano quasi subito al prezzo finale.
Ora vorrete sapere il prezzo finale del viaggio giustamente. Ebbene, compreso il viaggio aereo, e la guida in italiano (che è un costo supplementare) ed i voli locali (che sono cari) tutto ci è costato Euro 2.100 a testa. Consiglio caldamente l’agenzia alla quale ci siamo appoggiati, precisa e ben organizzata con mezzi di trasporto moderni e confortevoli.
Che dire?
Good Morning Vietnam!