Tour ungherese, con un po’ di Romania

Ancora verso Est, per visitare zone non molto conosciute
Scritto da: lucia59
tour ungherese, con un po' di romania
Partenza il: 02/09/2017
Ritorno il: 15/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Avendo un paio di settimane a settembre, abbiamo deciso di dirigerci verso la Romania, nazione che conoscevamo poco. Il nostro viaggio, come spiegato dopo, sarà un po’ “movimentato” dal punto di vista dei mezzi di trasporto.

2 SETTEMBRE

Partiamo di buon mattino da Bologna con la nostra fedele moto, prima tappa prevista a Siofok in Ungheria, sulle rive del Lago Balaton, dove abbiamo prenotato un albergo (Hotel Holiday Siofok camera per due notti € 112,44). Fino a Gorizia il tempo si mantiene discreto, superato il confine con la Slovenia ed iniziato il percorso montano, il cielo comincia ad annuvolarsi sempre di più, e non tarda a cadere la pioggia, che con intensità variabile (anche molto forte) ci accompagna praticamente fino a destinazione. Trovato l’albergo e rifocillati un po’ (circa 400 km sotto la pioggia non sono divertenti, anche considerando l’intenso traffico di camion lungo la strada) usciamo per andare a dare un’occhiata al paesino che ci ospita, dopo aver richiesto alla reception la possibilità di restare un giorno in più.

3 SETTEMBRE

Passiamo una tranquilla giornata in giro per Siofok, cittadina votata al turismo più giovane e popolare. Il tempo continua ad essere brutto, anche se fortunatamente non piove più. Il lago Balaton è grigio, riflettendo il cielo nero sopra di noi. Molti locali sono chiusi, un po’ per il tempo un po’ perché obiettivamente settembre fa già parte della bassa stagione. Intanto noi siamo indecisi sul da farsi, le previsioni per la Romania non sono incoraggianti, e non abbiamo certo voglia di fare il bis di ieri. Vedremo domani.

4 SETTEMBRE

Il tempo è migliorato un po’, ma per la Romania rimangono le incertezze, per cui prendiamo una decisione drastica: torniamo a casa, trasferiamo i bagagli dai bauletti della moto ai trolley e torniamo indietro in auto. E così facciamo a ritroso il viaggio di due giorni prima, e alla sera dormiamo a casa nostra.

5 SETTEMBRE

Partiamo in auto, e alla fine decidiamo di modificare la meta del viaggio, dedicandoci più che altro all’Ungheria e se ci riusciamo, qualche sconfinamento in Romania. Attraversato il tratto autostradale italiano deviamo verso l’Austria, con l’intenzione di arrivare in Ungheria all’altezza di Sopron, che abbiamo letto sulla guida (LP) essere una graziosa cittadina. Arrivati alla meta, cerchiamo subito da dormire, e troviamo ad un prezzo molto basso per la categoria, una camera all’hotel Pannonia Med Hotel Sopron, un 4 stelle veramente bello. La tariffa di € 56,94 comprende anche la colazione e un drink di benvenuto. Per quanto riguarda il parcheggio, davanti all’hotel ci sono spazi a pagamento (occorre procurarsi fiorini in moneta). Prima di cena facciamo un giro per il centro storico, veramente carino anche se al momento della nostra visita erano in corso dei lavori di rifacimento del manto stradale. Arrivata l’ora di cena, ci siamo seduti al tavolo di un ristorante sito in una piazzetta raccolta, dove abbiamo mangiato il gulyash (mio marito) e un piatto con gnocchetti e funghi per me, di cui non ricordo il nome. Per quanto riguarda il cibo, in Ungheria abbiamo mangiato generalmente bene, occorre però precisare che tale paese non è certo il paradiso dei vegetariani/vegani, in quanto è molto difficile trovare piatti che non contengano carne (o pesce nei pressi di fiumi e laghi), e questo anche a colazione, dove è rarissimo trovare brioches o altri cibi dolci, ben che vada qualche piccola confezione di marmellata. Questo è quanto abbiamo riscontrato viaggiando in località minori, immagino che a Budapest (che abbiamo visitato decenni fa) si possa trovare una scelta più ampia.

6 settembre

Partiti da Sopron, attraversiamo la regione del lago Ferto (in tedesco Neusiedlersee) che fa da confine fra Ungheria e Austria. È una zona che abbiamo già visto qualche anno fa, per cui ci limitiamo a fermarci nel borgo di Fertod, dove sorge il palazzo Esterhazi, appartenuto ad una delle famiglie storiche ungheresi più importanti. Ci sarebbe la possibilità di visitarlo internamente, solo mediante visite guidate che iniziano abbastanza tardi, per cui ci limitiamo a fare qualche foto agli esterni e proseguire il nostro viaggio verso est, a Pannonhalma, il monastero più importante della nazione. Parcheggiata l’auto e pagato il biglietto di accesso (€ 8 a testa), cominciamo a visitare il sito che però, sinceramente parlando, non è che ci entusiasmi molto. La parte più bella che vediamo è senz’altro la biblioteca, la basilica è gotica ma non presenta particolarità di rilievo. Sicuramente l’importanza di tale monumento è data dal fatto che rappresenta per così dire l’anima del popolo ungherese. Lasciata l’abbazia, ci dirigiamo verso nord, fino al Danubio nella città di Visegrad, località termale, dove pensiamo di fermarci. Qui troviamo da dormire nell’hotel Honti Visegrad (€ 63,61, ci hanno fatto un po’ di sconto perché non abbiamo usufruito delle vasche con acqua termale), poi visto che non è tardi facciamo un giro sulla collina che sorge alla spalle della città, dove si trova un piccolo castello fortificato con torre di vedetta. Intanto il tempo, che è sempre stato abbastanza grigio, pian piano peggiora e verso sera comincia anche a piovere.

7 settembre

Partiti da Visegrad, dopo circa un’ora dobbiamo attraversare il Danubio e per arrivare alla nostra prossima meta prendiamo il traghettino all’altezza della città di Vac. Da qui, per raggiungere la località di Holloko dobbiamo mettere in funzione il navigatore, che ci porta ad attraversare zone rurali del paese fuori da ogni circuito turistico. Se non fosse per le auto più moderne, sembrerebbe di essere tornati all’epoca della guerra fredda, quando l’Ungheria faceva parte del Patto di Varsavia. C’è da dire che ogni tanto qualche vecchia Trabant spuntava fuori. Finalmente si arriva al villaggio tipico (molto turistico) di Holloko verso mezzogiorno. Il paesino si sviluppa lungo un’unica strada, ed è formato da case di legno e pietra, alcune abitate ed altre riconvertite a ristorante o negozio di souvenir. Alle spalle del paese c’è una collinetta sulla cui cima sorge un castello, molto ben tenuto e dal quale in teoria si potrebbe godere un bel panorama, peccato che il tempo sia sempre brutto e molto ventoso. Ripartiti da Holloko ci dirigiamo verso la città di Eger, dove troviamo una camera presso l’hotel Romantik (€ 61,08), molto comodo anche perché vicinissimo al centro storico. Centro storico molto carino in effetti, che presenta come curiosità il minareto sito più a nord in Europa.

8 settembre

Da Eger ci dirigiamo verso la non lontana zona del Tokaj, dove si coltiva la vite che produce l’omonimo celebre vino. Il giorno prima tramite booking abbiamo prenotato una stanza presso l’hotel Furmint (€ 80,45 per due notti) nella cittadina di Sarospatak, sita ad una ventina di chilometri dalla località principale. A Tokaj ci siamo fermati un paio d’ore, sinceramente pensando ad analoghe località in zone vinicole in Italia o Francia, non ci è sembrata un gran che. Dal momento che la cittadina sorge lungo il corso del Tisza (in italiano Tibisco) abbiamo percorso a piedi il sentiero che segue il corso del fiume. Altra cosa carina è la piazza principale dove vi è un discreto ristorante (ci saremmo fermati il giorno dopo), però insomma niente di indimenticabile, almeno per noi. Siamo poi andati a Sarospatak, per il check in presso l’albergo, nuovo e ben tenuto, anche se l’ingresso è nascosto oltre un androne buio e non molto invitante. La sera siamo usciti per andare a cena, ma non siamo riusciti a trovare nessun ristorante, fortunatamente era ancora aperto un piccolo market dove abbiamo fatto un po’ di spesa, e con queste vivande abbiamo cenato in camera.

9 settembre

Convinti che Sarospatak fosse anonima se non bruttina, da quanto avevamo visto la sera prima, con la luce del giorno ci siamo ricreduti: non che sia indimenticabile, ma il castello con i dintorni merita davvero di essere visto. Fatto questo, ci siamo di nuovo recati a Tokaj per fare un giro nei dintorni, nella zona dei vigneti, che però confermo, non mi è sembrata niente di eccezionale. Finiamo poi la giornata recandoci in centro ad acquistare un paio di bottiglie di vino.

10 settembre

La mattina partiamo, decisi a mettere piede in Romania, la nostra iniziale meta di viaggio, almeno un paio di giorni. Il giorno prima tramite Booking abbiamo prenotato una camera presso la Pension Fantana a Baia Mare, che gode di ottime recensioni (€ 97,73 per due notti). Ma prima di arrivare in tale località, ci fermiamo un paio d’ore a Satu Mare, per sgranchire le gambe e mangiare un’insalata in un locale sito sulla piazza principale. Baia Mare, la nostra meta finale, è abbastanza carina, sita ai piedi delle prime montagne del Maramures e presenta una graziosa piazza centrale. Due parole sulla pensione: non è male, e offre anche un buon ristorante, solo che al nostro arrivo non siamo riusciti nemmeno a parcheggiare la macchina (abbiamo dovuto rimediare in una via adiacente) e farci largo fra la folla di invitati di un allegro e rumoroso matrimonio, che si è protratto fin oltre la mezzanotte.

11 Settembre

Giornata dedicata ad un giro del Maramures, cercando di vedere il più possibile col poco tempo a disposizione. Come prima cosa ci siamo recati presso la cittadina di Sapanta, attraversando alcuni graziosi paesini che presentano come caratteristica principale dei portali di legno finemente cesellati, alcuni evidentemente moderni, altri che conservano la patina del tempo. Come prima impressione di questa regione, devo dire sinceramente che il turismo deve averla cambiata parecchio: dai diari di viaggio di qualche anno fa mi ero fatta l’idea di una zona ancora ferma ad un secolo fa, ora a parte qualche carretto trainato da un cavallo, devo dire che per quanto riguarda le strade e il traffico automobilistico, non ho notato grosse differenze con l’Italia. Magari prendendo strade secondarie sarà diverso, come ho detto non avevamo molto tempo a disposizione.

Come prima cosa abbiamo voluto visitare il famoso Cimitero allegro, sito un po’ fuori della cittadina. Il cimitero è sovrastato da una chiesa, a naso abbastanza recente, costruita però con lo stile tradizionale; all’interno del cimitero non siamo potuti entrare perché l’antipatico vecchietto alla cassa non aveva resto da darci (forse) e ci ha mandati via in malo modo. Bah poco male perché comunque il muro di cinta è basso e quindi si può vedere benissimo, e quindi alcune foto le abbiamo prese da lì. Dopo aver mangiato qualcosa, siamo andati verso la località di Barsana, che vanta una chiesa lignea protetta dall’Unesco e un monastero femminile. Il monastero (ortodosso) è diverso da quelli che siamo abituati a vedere dalle nostra parti: in uno spazio abbastanza grande vi è una chiesa lignea e tutto attorno molti edifici in legno e pietra dove evidentemente vivono le suore. Per entrare si paga un biglietto dal costo simbolico. Dopodiché ci siamo messi alla ricerca della chiesa protetta dall’Unesco, che abbiamo trovato dopo molti giri avanti e indietro, in una viuzza nascosta e poco accessibile. La chiesa è isolata ed è circondata da un cimitero semiabbandonato, con le tombe in mezzo alle erbacce: dico la verità, andarci di notte deve essere abbastanza impressionante!!

Dopo Barsana siamo ritornati verso Baia Mare facendo un tragitto diverso, fermandoci nel paese di Budesti per vedere un’altra chiesa lignea protetta dall’Unesco. Questa è tenuta un po’ meglio dell’altra, e presenta anch’essa un cimitero all’ingresso, molto meno tetro però.

12 settembre

Giornata di trasferimento con ritorno in Ungheria. Per mangiare qualcosa in un fast food ci siamo fermati a Debrecen, la seconda città del paese. Abbiamo fatto un giretto per il centro, dove abbiamo ammirato alcuni palazzi di stile liberty. Ci siamo recati poi verso il vicino parco di Hortobagy (circa 30 km da Debrecen) dove volevamo trovare da dormire, ma era tutto chiuso, per cui abbiamo puntato alla cittadina di Tiszafured, sita non lontano dal secondo lago del paese. Anche qui tutto desolatamente vuoto, quando stavamo per perdere le speranze abbiamo visto il cartello che segnalava stanze in affitto, per cui per due notti ci siamo fermati in una stanza sita al primo piano di un edificio in cui al piano terra c’era un bar, stanza squallidina ma pulita e soprattutto molto economica.

13 settembre

Mentre il giorno precedente era grigio e triste, la visita del parco Hortobagy invece si è svolta sotto un bel cielo azzurro e un caldo piacevole. Pagato il biglietto (mi par di ricordare circa € 18 in due) abbiamo atteso l’arrivo di carretti trainati da cavalli dove abbiamo preso posto insieme a tanti altri turisti. Prima di questo, nell’attesa c’è stata una esibizione di un cavallerizzo in costume che, in piedi su due cavalli, teneva le briglie di altri 3. L’escursione sui carretti è durata circa un’ora e mezza, ci siamo inoltrati un poco nella pustza e ci siamo fermati alcune volte per vedere alcuni animali (allevati) tipici del luogo: pecore bianche e nere, mucche bianche dalle enormi corna, bufali (originariamente provenienti dall’India). Al di là di questo, la steppa presenta un certo fascino, diciamo che ricorda certi paesaggi dell’Asia centrale. Infine, dulcis in fundo, ci siamo fermati in un punto dove erano in attesa diversi cavalieri che si sono dapprima esibiti in sella ai loro cavalli, poi hanno chiesto a noi turisti chi voleva farsi un giretto. Mio marito è stato fra quelli che ha accettato. Qui c’è stata una scena che ha lasciato tutti a bocca aperta: fra i turisti c’era un signore tedesco, non tanto giovane, abbastanza tracagnotto il quale dopo avere parlottato con un cavaliere, ha fatto togliere la sella a un cavallo, è balzato agilmente sull’animale e si è fatto un giro al galoppo. Della serie: mai giudicare dall’apparenza!! Dopo il giro della pustza, ci siamo fermati a pranzo al Hortobagy Csarda, il locale più famoso della zona.

14 settembre

Prendendo ormai la strada di casa, abbiamo deciso di fermarci ancora al Balaton, stavolta abbiamo scelto la sponda settentrionale, presso la località di Balatonfured. Rispetto alla sponda meridionale, abbiamo constatato che qui il turismo era più ricco e più agée (anche più di noi per dire). Per dormire, abbiamo scelto un albergo un po’ in collina, molto carino (Hotel Astoria, € 71,11, l’albergo più caro della vacanza).

15 settembre

Siamo arrivati proprio alla fine della vacanza, e la giornata la spendiamo in autostrada, per il ritorno a casa.



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