Se non ora, quando? Tour in moto lungo tutta l’Italia

Dalle Marche alle Marche... passando fra trulli e gondole! Il tutto in sella a una due ruote.
se non ora, quando? tour in moto lungo tutta l'italia
Viaggiatori: 1
Spesa: Fino a €250 €

È dal 2014 che viviamo in the road insieme (io, Andrea; Sonia, la mia ufficiale in seconda; la nostra moto, una Royal Enfield Classic color d’argento) le emozioni che l’Italia minore (di nome ma non di fatto) sa regalare. E dopo le sofferenze e le privazioni che l’ultimo biennio ha causato, quale metodo migliore per rinfrancare animi e spiriti se non con le sensazioni, le emozioni, gli incontri che solo un Viaggio sa regalare. “Se non ora, quando” è la nostra linea guida: colmare i vuoti ideali che rinvii, occasioni mancate e procrastinate hanno lasciato delle virtuali “caselle” da riempire. Se non ora quando, appunto. Ecco un breve recap di massima (tanto e troppo pregno per rinchiuderlo in un unicum esaustivo!). In sella, “senza fretta”!

1 tappa (10 Agosto 2021) / Jesi – Castel di Sangro

Dal cuore della Vallesina, in pieno #Marcheshire , ci avviamo col nostro consueto lentoviaggiare addentrandoci verso il polmone verde d’Italia, l’Umbria. La quiete di Trevi, l’austerità della Spoleto dell’Albornoz: le prime soste accarezzano luoghi a noi vicini e soliti ma non per questo meno cari.

Aria di Lazio mentre la strada scorre lentamente sotto le gomme: attraversiamo il Reatino per costeggiare il Lago del Salto in quel di Borgo San Pietro. Incantevole. Il fascino dell’on the road è anche questo: cambiano sguardi, approcci, abitudini e territorio.

Già terra d’Abruzzo: la Marsica battuta dal sole ci accoglie mentre ci appropinquiamo a Sulmona. Poco prima della città di Ovidio e di “Parenti Serpenti”, Anversa ci spalanca le porte alle Gole del Sagittario. Un comprensorio dove la natura la fa da padrone: le gole, la vegetazione, il Lago di San Domenico. Purtroppo aumentano progressivamente anche i turisti molesti (più interessati a chissà cosa, più che al circondario). Le erte del Passo Godi ci conciliano con la strada e con il nostro intimo animus di bikers (lentoviaggiatori ma sempre bikers); ad un pugno di km dal passo, un centro visita nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo ci permette di visitare (e toccare letteralmente con mano) una colonia di dolcissimi daini. Si riscende a valle, Villetta Barrea e l’uscita del Parco, prima di raggiungere la tappa finale di giornata. Castel di Sangro, in riva ad un laghetto (ancora!) ed alle porte del borgo. Prima giornata!

2 tappa (11 Agosto 2021) / Castel di Sangro – Bovino

Molisn’t.

Anzi no, tutt’altro.

Se un ultimo lembo meridionale ci ha accolti dopo la prima giornata, bastano pochi km per inserirsi nella “Regione che non c’è”. Nulla di più sbagliato. Gli estremismi architettonici della Basilica dell’Addolorata disegnano un misto di poetico e visionario; ma se qui è tutta farina del sacco dell’uomo, è la Natura che si esprime al suo massimo lungo le pendenze del Matese.

Una parvenza di turismo di massa a Campitello, seguito subito dopo da un paesaggio degno di uno Spaghetti Western. Un fondo poco curato non diminuisce il piacere della vista e dei silenzi verso la Gallinola (la Campania si può sfiorare con mano). Sella del Perrone (natura) e Sepino con i suoi retaggi archeologici (uomo): il sud dell’entroterra Molisano indossa l’abito delle grandi occasioni per la visita della Strana Coppia sulla Strana Moto. Capitanata, gli ampi spazi Pugliesi si aprono alla vista in questa sorta di transumanza moderna. Il Lucerano, Troia, Bovino. Il Castello di Bovino sarà destinazione, oggi, dopo interpoderali deserte dove silenzi e nuvole si propagano in un tripudio di vastità e veracità.

3 Tappa (11 Agosto 2021) / Bovino – fra Alberobello e Locorotondo

Vino sincero, sorrisi e vicoli a chiudere la notte di Bovino. Pianori di Capitanata e pendici dei Dauni alle spalle mentre si intraprende la prima tappa “monotematica” del viaggio: partiti dalla Jesi di Federico II, è giocoforza onorare i retaggi Federiciani del circondario.

Forcella verso Sud, si sconfina in Lucania: deviazioni e limitazioni in ottica turismo di massa ci impediscono di lambire, come avremmo voluto, il comprensorio dei Laghi di Monticchio. Ci “accontentiamo” di solcare gli scenari dell’epopea del brigante Carmine Crocco (prima di sostare nella sua Rionero natale). Poco a Nord, Melfi: visita al castello del nostro illustre “concittadino”, tanto bello quant’è affascinante la realtà umana che anima e sente la cittadina. Rapolla, Lavello e un tocco provenzale con i campi di lavanda Lucana.

Ancora Puglia, ancora Parco Nazionale (della Murgia, stavolta). Ancora un sito Federiciano per eccellenza, Castel del Monte. Non riusciamo stavolta a godere delle architetture esoteriche e misteriose del castello, tanto è l’afflusso di chi cerca scorci instagrammabili (ma che disertano colpevolmente i vicini Melfi, appunto, e Lagopesole). Macchia mediterranea, muretti a secco: questo terzo giorno ci porta a costeggiare il “nostro” Adriatico, dall’indole Barese. È una breve illusione: ancora entroterra, ancora Sud. Alberobello scorre vicina: fermarsi, immergersi nella calca? Ancora meglio: raggiungiamo un trullo di campagna fra Alberobello appunto, e Locorotondo: sosteremo qui stanotte, vivendolo e non guardandolo. Cena e scroscio notturno a cullare i nostri sogni.

4 tappa (12 Agosto 2021) / fra Alberobello e Locorotondo – Venosa

In linea d’aria apparentemente una delle tappe più brevi (ma per il suo sviluppo, forse illogica: ma la logicità c’è, eccome. Dal 2014 solchiamo la viabilità secondaria d’Italia – non un ripiego, non un Piano B – , ed oggi potremmo completare ufficialmente l’Italia Continentale toccando tutte le regioni). Ultimi lembi di Puglia prima di tornare al mare: è lo Ionio stavolta, con Taranto la signorile.

Di nuovo Lucania, che sarà focus di giornata: una rapida sortita per abbandonare la costa e la sua affluenza per raggiungere il Tempio di Hera. Visitiamo le Tavole Palatine e l’eredità esoterica Pitagorica col solo sole ad accompagnarci (il contrasto con il formicaio dei vicini lidi è vivido). Ancora sud, ancora Lucania: nuovamente la costa abbandonata, per le spettCraco acolari umanità di Pisticci prima e di dopo. Craco, città fantasma; gente di Craco, animi e cuori grandi (che contrasto esemplare: e rammentiamo l’aforisma di Papaleo in tema). Un assolatissimo primo pomeriggio ci piomba da Craco nel cuore della… Death Valley! Quella che è poco più di una mulattiera ci spinge nel cuore dei Calanchi di Alianello: un deserto di argilla e calcare dove dominano caldo ed il sibilo del vento. Non ho parole, e forse è meglio non averne.

Omaggiata la Aliano di Levi lambiamo il Pollino: Calabria, tutte le regioni d’Italia (continentale) nel corso dei nostri viaggi sono finalmente toccate. A Nord, ancora Lucania. Picerno dal cuore sincero e Potentino, prima di Venosa. Cogliamo l’attimo, stanotte saremo qui.

5 tappa (13 Agosto 2021) / Venosa – Arpino

La tipica umanità Lucana ci saluta malinconicamente al momento della partenza: costantemente verso Nord! Un’Irpinia verace ed ancora ferita ci accoglie in Campania; un pensiero sincero alle vulnerate Pontelandolfo e Casalduni prima di inerpicarci per Piedimonte e San Gregorio Matese. Le asperità della strada fanno da contraltare con umanità… e gastronomia (provare per credere!).

Di nuovo Matese: stessa realtà ma un punto di vista differente (regola valida per tutta la vita) regalano panorami mozzafiato. I Laghi ed il pianoro in quota (e che differenza con il versante frontaliero, distante solo pochi km… e pochi giorni di viaggio). Si riscende per Venafro, diretti nel Lazio: idealmente lungo una linea rossa di sofferenza datata Seconda Guerra Mondiale. San Pietro Infine ed il suo parco della Memoria Storica; Cassino ed il suo tributo all’Orso Wojtek. Scroscio d’acqua, il primo dalla partenza beccato in the road: anche il cielo piange, accompagnandoci negli ultimi km di giornata. Arpino: fra le memorie del “Cavalier”, sosteremo in caccia degli illustri Cicerone e Gaio Mario.

6 Tappa (14 Agosto 2021) / Arpino – Pienza

È in gran parte un solcare la Terra Laziale questa giornata di lentoviaggiare; Casamari e la sua Abazia, Anagni, Ferentino: c’è tanto tanto Medioevo ad accompagnarci lungo le prime tappe (sia necessarie sia volute) odierne. La periferia della Capitale ci fagocita mentre proviamo con forza a tenercene a distanza. Tanto microscopici noi, tanto avviluppante è la megalopoli.

La Sabina, finalmente: seguiamo le sinuosità del Tevere lambendo i margini di Tuscia direzione Val d’Orcia. Tra Ficulle e Città della Pieve un nastro d’asfalto che rassomiglia ad un luna park ci coccola in queste terre Etrusche. Sosta a Chiusi, Chianciano (c’è letteralmente l’imbarazzo della scelta). Le meraviglie della Val d’Orcia ci accompagnano all’ingresso a Pienza: nella Città Ideale un tramonto senza eguali rinfranca e ristora in questo ennesimo giorno di viaggio. Emozioni e sorrisi senza fretta.

7 tappa (15 Agosto 2021) / Pienza – Castelvetro di Modena

Un ferragosto su strada: cercheremo di dilungarci il meno possibile on the road per dedicarci maggiormente alla tappa finale di giornata. Facile a dirlo: come attraversare Crete Senesi e Chianti “scartando” qualcosa? Fra d’Adda e Greve è un susseguirsi di borghi punteggiati a pennellate color pastello da una mano delicata e sensibile. Alle porte di Firenze, impossibile non rendere omaggio al Ginettaccio nazionale (sosta alla casa natale di Bartali). Appennino, ascese (ancora): dobbiamo raggiungere quell’ “Emilia in odor di Toscana” che è ad aspettarci. Sole, sole e ancora sole; svalichiamo discendendo verso le pianure Modenesi. Castelvetro e la sua “mini scacchiera” (a mo’ della già amata in passato Marostica) per una serata tranquilla e rinfrancante. Avremo modo ed occasione di macinare più emozioni che km (ne avremo, eccome se ne avremo…).

8 tappa (16 Agosto 2021) / Castelvetro di Modena – Passo Falcade

Inizia la seconda settimana di viaggio (pochi giorni fa eravamo in un trullo e fra i deserti calcarei Lucani: a ripensarci vengono bei brividi). Rotta a Nord, rigorosamente (mirabile dictu) senza fretta.

Gli spazi aperti della Bassa del Grande Fiume regalano sempre emozioni: il Mantovano con le sue eredità risorgimentali, l’incantevole Borghetto di Valeggio sul Mincio (il nostro cuore è rimasto lì), la Gardesana Orientale. Spettacolo.

C’è già aria frizzante Trentina nell’aria mentre siamo indirizzati verso Rovereto; nei dintorni ennesimo tributo, stavolta doppio, all’eremo di San Colombano. Doppio, perché il santo di Bobbio è patrono fra gli altri dei motociclisti, e perché il primo ad esprimere per iscritto la definizione di “Europei”, viaggiatore ante litteram. L’architettura ardimentosa dell’eremo (che a suo modo ricorda la Madonna della Corona vista l’anno scorso) fa da ottimo contraltare con le bellezze naturali (ancora positiva dicotomia uomo/natura).

Fra Castel Beseno e Folgaria percorriamo una delle strade balconate più scenografiche che abbiamo mai avuto piacere di conoscere. Primi assaggi di specialità locali; lo scenografico Passo Sommo guida la discesa fino al Lago di Caldonazzo. La calura e l’aspettativa sono alti, moto sul cavalletto, indumenti su una panchina e via: tuffo refrigerante all’ombra delle grandi vette. Asciutti e riposati sull’ampio prato vicino riprendiamo la strada per Baselga di Piné e la Val di Cembra. Cavalese, Predazzo, Valles: tanto si sale quanto si gode. Un albergo accogliente all’ombra delle Pale sarà campo base per la scorpacciata di Dolomiti che ci aspetta domani.

9 tappa (17 Agosto 2021) / Falcade – Falcade

Unica tappa circolare del viaggio: la zavorra aggressiva della maggior parte dei bagagli ci attenderà in albergo dopo la sortita sulle montagne più belle del mondo.

Falcade, Canale d’Agordo, il lago di Alleghe: se il buongiorno si vede dal mattino… Rocca Pietore, il Sottoguda, il “pezzo duro della Marmolada” Pantaniano: il Fedaia in tutto il suo splendore. Lasciamo gli occhi sul lago in vetta prima di proseguire; Canazei, Pordoi, Campolongo e Corvara. Tremano vene e polsi al solo snocciolare soste e location. Incredibile. E ancora, ancora, ancora: Gardena, Selva, Siusi, Costalunga fino al Lago, l’ennesimo, di Carezza. Con un’altimetria pari al nostro elettrocardiogramma rientriamo satolli di emozioni. Grazie, alla strada, alla vita.

10 tappa (18 Agosto 2021) / Falcade – Venezia

Ultimi colpi di coda di alta montagna prima di abbandonare il palcoscenico DoloMitico: Passo Rolle sia! San Martino di Castrozza ci accoglie in modo un po’ troppo vacanziero per i nostri gusti; poco male, si ridiscende per Feltre. Prima di Conegliano ci perdiamo lungo i saliscendi dolci del Valdobbiadene, destinazione Refrontolo: il Mulinetto della Croda è una delle prove provate dell’esistenza di un’estetica alta nel rapporto uomo natura. Unico. Ma si discende costanti: ponte, periferia di Venezia; arriviamo a pochi metri, davvero, da primi ponti e calli. Sostiamo qui (oltre, proprio, non si può!): la moto in garage, i bagagli in camera. Via lungo le meraviglie di Venezia! Piazza San Marco, Rialto, Ponte dei Sospiri: dove guardare per prima??

11 tappa (19 Agosto 2021) / Venezia – Jesi

Rientro costeggiando l’Adriatico (fa strano pensare che, dopo il Passo Rolle, i rilievi più alti incontrati saranno ora viadotti e cavalcavia. Chioggia, mini Venezia forse ancor più vera e delicata; le valli di Comacchio; la Cesenatico del Pirata. E via nuovamente nel cuore delle Marche.

Quanti km totali? Beh, sicuramente più di 4000 (con meno di un 10% scarso totale autostradale). Ma decisamente ancor maggiore il numero delle Emozioni.

Decisamente.

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