Tour MESSICO Centro-sud

Dopo un paio di mesi di preparativi a leggere ben tre guide, pianifico questo mega viaggio di ben sei settimane, che toccherà in sostanza il 98% di tutte le mete che i vari tour organizzati offrono. Premetto che io, avevo già fatto un viaggio da me organizzato negli States, mentre la mia dolce metà, Jhasla, era al suo primo viaggio in...
Scritto da: Ricky Caputo
tour messico centro-sud
Partenza il: 04/02/1999
Ritorno il: 22/03/1999
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Dopo un paio di mesi di preparativi a leggere ben tre guide, pianifico questo mega viaggio di ben sei settimane, che toccherà in sostanza il 98% di tutte le mete che i vari tour organizzati offrono.

Premetto che io, avevo già fatto un viaggio da me organizzato negli States, mentre la mia dolce metà, Jhasla, era al suo primo viaggio in assoluto, e si era fatta nel frattempo spaventare tantissimo dai racconti d’altre persone, sui pericoli del Messico, quindi avevamo lasciato fuori il Chiapas, perché considerato troppo “pericoloso”.

Nei giorni precedenti alla partenza Jhasla, riesce a trasmettermi la paura dell’ignoto e dei mille “pericoli” che ci si preparava ad affrontare.

Partiamo con mille dubbi, e non vi nego che allo scalo di Chicago, per imbarcarci sul volo per Città del Messico, il vedere le facce della gente che si stava imbarcando, e quindi il posto dove stavamo finendo, il panico ha preso quasi il sopravvento su entrambi, ed eravamo quasi quasi tentati di fermarci a Chicago, se non avessimo avuto problemi con il visto! Atterriamo, invece, a Città del Messico, come previsto verso sera, prendiamo un taxi e ci dirigiamo al nostro albergo il “Ritz” che avevamo già prenotato. Il giorno dopo, iniziamo a fare un giro a piedi per le vie del centro. La luce del giorno ci conforta, ed allontana per un attimo le paure dei giorni precedenti, ma dopo poco, ci accorgiamo di una cosa; questa città enorme, ha qualcosa di spettrale. Tutti i negozi sono chiusi, il traffico è abbastanza scarso, in giro per le strade non si vede quasi nessuno…E sono le 10.30 di un venerdì mattina! L’ambientazione è triste, marciapiedi spaccati, palazzi mal messi che sembrano abbandonati. Cammina e cammina, arriviamo nella famosa “Zona Rosa”, un quartiere molto “In”, e quì iniziamo a vedere un po’ di vita ed un’ambientazione. Ci fermiamo in un chiosco per turisti, al quale chiediamo dove si comprano le schede telefoniche. C’indica un locale dall’altro lato della strada, il quale ha due “gorilla” all’ingresso con i fucili spianati, ed uno all’interno! Penso, e io dovrei andare lì? Col cavolo! Vista la mia titubanza, un addetto del chiosco, ridacchiando, si offre di accompagnarmi! Mi sento un fesso, ma insomma, non mi aspettavo una situazione del genere! Invece, mi rendo conto, che questo tipo di “sicurezza” è molto diffusa in tutto il Messico. Nel frattempo mi rendo conto, anche, che oggi è il 5 Febbraio, festa nazionale! Ecco perché tutto è chiuso e la città vuota! Va bhe, dopo una passeggiata nei dintorni della zona rosa, troviamo un altro albergo che per soli 10$, non ha nulla da invidiare al Ritz da 40$ ed allora, ci trasferiamo. A Città del Messico, dovevamo stare tre giorni. Rimaniamo 10 e ci dispiace andarcene! Ci caliamo nella realtà quotidiana, girando per i mercati, visitando S.Angel, zona coloniale a sud della città, andiamo a vedere un tipico rodeo al Charro, e la sera invece un divertentissimo spettacolo di “lucha libre”, una specie di “Catch” i cui partecipanti vestiti da super eroi, si esibiscono in un tragi-comico incontro . La “lotta” è tutta programmata, ma è veramente spassosa! Andiamo nella zona dei Mariachi, che è un po’ troppo turistica e bisogna fare molta attenzione ai ladruncoli appostati nella zona. A noi ci hanno seguito due ragazzi sui 18-20 anni, per un bel po’, e siamo riusciti a far perdere le nostre tracce infilandoci al volo nel metro.

Il giorno dopo ci dirigiamo verso Teothiucan, uno dei più vasti siti aztechi. Come da guida, siamo arrivati prestissimo, ed il sito era tutto per noi. Verso le 10.30 iniziano ad arrivare sciami di turisti, ed il tutto perde un po’ il suo fascino. È stato molto folkloristico, il bus che ci ha portato al sito, che a metà strada ha bruciato il motore ed era avvolto nel fumo, e ci ha scaricato in mezzo alla strada aspettando il bus successivo! Nonostante il tutto, anche questo fa parte del Messico da vivere! Nei giorni successivi, facciamo delle escursioni giornaliere alle cittadine di Puebla e Cholula, che ha una interessante piramide sepolta con al suo interno delle gallerie, a Cuernavaca, e poi ancora alla scoperta dei mercati artigianali di Città del Messico, ad ai canali di Xochimilco.

Da Città del Messico, ci spostiamo successivamente per un tour delle città coloniali. Arriviamo a Morelia, dove c’è una atmosfera india, meravigliosa, e dove tutti vi chiameranno “gringo!”, il giorno dopo si prosegue per Patzcuaro dove ci imbattiamo in una piccola festa di strada, veramente fantastica; c’è una specie di mucca in pezza che balla, con al suo interno due persone che la muovono, e la gente del posto, nei loro abiti tradizionali la seguono ballando e ridendo. Visitiamo poi l’isolotto nel mezzo del lago omonimo, una bell’escursione, fatta quasi esclusivamente dalla gente del posto. Sul battellino che ci porta all’isola c’è un’orchestrina che suona, e venditori di cibo più svariato, che donano al tutto la giusta atmosfera. Indescrivibile! La mattina seguente ci vede alla volta di Guanajuato, tipicissima cittadina, nella quale i vecchi canali d’acqua sotterranei, sono ora usati come strade per spostarsi tra le varie zone! Formidabile! Poco lontano dal paese c’è anche il famoso museo delle mummie, che siamo andati a vedere, e devo ammettere ci ha disgustati abbastanza. I Messicani, invece, hanno una concezione della morte totalmente diversa dalla nostra, è un qualcosa d’inevitabile, quindi accettato e considerato normale.

Il giorno dei morti (2 novembre), infatti, essere in Messico è uno spettacolo imperdibile, specialmente in queste piccole cittadine. Una specie di Halloween, insomma! Si va a pranzare sulle tombe dei propri cari, si balla e si fa festa! Dopo Guanajuato, ci attende San Miguel Allende, particolare cittadina coloniale, famosa per le sue case coloratissime, tutte color pastello. Costruzioni molto carine, con atmosfere meno indie e molto coloniale, con molti Americani in pensione, e quindi devo dire, meno affascinante delle precedenti, ma in ogni modo da vedere.

Finiamo il nostro giro delle città coloniali con Queretaro, cittadina, a mio avviso, priva di fascino, in confronto alle precedenti. Il mio consiglio è di fare il giro in senso inverso, ovverosia Queretaro-S.Miguel Allende-Guanajuato-Patzcuaro e Morelia, poiché si ha un crescendo d’emozioni! Da Queretaro, ritorniamo a Città del Messico, e prendiamo il primo Pulmann per Oaxaca (si pronuncia “uahaca”). Questa è la città del Mezcal, il tipico liquore Messicano, con il gusano nella bottiglia (ovverosia un verme!). Ma non preoccupatevi, c’è anche il mezcal senza! Oaxaca, ha un non so che d’affascinante, è una cittadina molto sonnolenta, con poco traffico, bei viali pedonali ed una gran piazza (tutte le piazze del Messico, e lo stesso centro, è chiamato “zocalo”), dove la sera, gran parte degli abitanti si riversa.

Qui ci sono molti localini tipici, molti aperti da Occidentali, che sono stati attratti dalla bellezza del Messico, e che ora ci vivono. Quasi ogni sera ci sono spettacoli di danze tipiche gratis, in un salone gestito dal comune. Informatevi negli uffici turistici, e non fatevi deviare dagli spettacoli a pagamento con cena inclusa pieno d’orde di turisti. Sicuramente più scenografici, ma con meno genuinità, o magari andateci dopo! Da Oaxaca, si raggiunge in escursione di un giorno il sito di Monte Alban, Mitla e Tlacolula. Gli ultimi due molto piccoli, ma particolari, più per le scene di vita quotidiana che si svolgono nei dintorni.

Anche Oaxaca c’inchioda per quattro giorni! Ne sarebbero bastati due, ma l’atmosfera e quel dolce far niente alla Messicana, ci aveva stregati! Quindi con un po’ di nostalgia torniamo a Città del Messico, dove c’imbarchiamo per un volo per il Guatemala. Sarei voluto arrivare in Guatemala via terra, ma con i dubbi che avevamo prima di partire, avevamo deciso, nel dubbio, di andare in aereo. Ma questo è un altro racconto (vedi quello sul Guatemala). Dopo il Guatemala, rientriamo in Messico (finalmente si torna a casa! Eh sì perché dopo una non molto entusiasmante settimana in Guatemala, il Messico ci sembrava casa!), con uno scassatissimo aereoplanino da 20 posti. Passeggeri quattro! Il pilota, faceva da carica-scarica bagagli e da steward! Atterriamo a Palenque, Chiapas in un piccolo aeroporto militare e civile (non fate assolutamente foto qui!), ed in questo posto scopriamo il caldo torrido! Fino a questo momento tutte le nostre mete in Messico si erano svolte su altopiani di 2000 metri, e quindi si alternava il caldo mite di giorno al fresco della notte.

Qui, siamo in pianura ed il caldo è veramente terribile, soprattutto per l’umidità altissima. Figuriamoci in Agosto! Il giorno dopo, si va al sito archeologico. Fantastico! Incredibile! Surreale! E’ immerso nella giungla, con le scimmie che saltano da un ramo all’altro! Qui, a differenza degli altri siti, decidiamo di prendere una guida, e guarda caso ci assegnano la stessa che ha partecipato alla puntata di “turisti per caso” sul Messico! Fortissimo. Ormai è famosa per gli Italiani! Vista la cifra un pò elevata, aspettiamo altri Italiani e facciamo un gruppo, per dividere le spese (sono 20$ a guida). La visita con la guida merita, e meritava ancora di più l’escursione nei posti più remoti del sito, sempre con la guida, ma questa seconda parte d’escursione di tre ore costava sui 35$ e le altre persone del gruppo non avevano tempo, quindi abbiamo proseguito solo io e Jhasla. Ed arrivati a questo punto la guida della “lonely planet” ed anche altre, sono completamente inutili, perché non fanno cenno di un percorso, a mio avviso, meno imponente dal punto di vista archeologico, ma spettacolare da quello ambientale. Ce lo siamo cercati e trovati da soli, girovagando per il sito (dall’entrata, è esattamente a sinistra della radura, in fondo, dove inizia la foresta). Si scende dalla collina dove sorge la parte principale, in mezzo alla foresta e si scoprono altri ruderi più o meno sepolti dalla vegetazione. Solo la passeggiata vale la fatica (eh sì perché si scende parecchio e poi bisogna risalire tutti i gradini, con quel caldo soffocante!). Comunque se, come a noi, vi piace gustare mattone per mattone, i reperti archeologici, e fermarvi un istante per inebriarvi del posto dove siete, stimate l’intera giornata per l’escursione.

Il giorno dopo andiamo ad Agua Azul, fermandoci anche a delle cascate sulla strada. Il giro è compiuto da moltissime agenzie del posto, per poche lire. State attenti che quando vi dicono alle 15.00, si riparte, alle 15.03 l’autista se ne va e chi non c’è, si deve arrangiare per ritornare indietro! Dopo Palenque, non era previsto di addentrarci nel Chiapas, ovvero a San Cristobal de las Casas, per le paure descritte all’inizio, ma siamo arrivati fin qui, e sarebbe stato un delitto tralasciare questa parte. Quindi, anche se con un pizzico di timore, abbiamo deciso: “Si va nel cuore del Chiapas!”. E via, altro pulmann, notturno come sempre, per San Cristobal. Si torna, con nostro gran sollievo, a 2200 metri! San Cristobal è molto bella, anche se devo ammettere che l’atmosfera così india, si prova in parte anche a Patzcuaro e Morelia, ma è comunque diverso. Intera giornata alla scoperta della città. Il giorno dopo, escursione al paese indio di S. Juan Chamula. Anche qui, ci sono ricordi di Guatemala. Molto interessante.

Peccato la poca disponibilità della gente verso noi tutti turisti che siamo solo “gringos”.

Qui il tempo è tiranno, ci sarebbero voluti un paio di giorni, per cercare di parlare con qualcuno del posto, magari con il proprietario della locanda dove si sarebbe andati a dormire, o la sera a mangiare, sarebbe stato un mondo magico nel quale addentrarsi. Ma ripeto, già questa era una deviazione non prevista; non c’era tempo! Ma lo consiglio a tutti! Ed ora me ne pento! È ora di tornare in pianura, e con l’ennesimo viaggio in pulmann, stavolta di ben 16 ore, arriviamo a Merida, in pieno Yucatan. La cittadina è molto vivace, animata, con abbastanza traffico, ma non sgradevole, si raggiunge tutto a piedi. Tutta la città sembra un mercato all’aperto! Qui, ormai tranquillizzati sul Messico, abbassiamo la guardia, e ci prendiamo la prima (ed unica) “fregatura”. Appena arrivati, ed usciti dall’albergo, veniamo abbordati da un simpaticissimo ragazzo, che dice di essere dell’ufficio del turismo a disposizione per quelli come noi (gringos!), ed iniziamo una bella chiacchierata (ormai parlavo spagnolo senza neanche accorgermene e coniugavo pure i verbi in modo esatto! La mia ragazza ha studiato lo spagnolo, ed è rimasta allibita, quando una sera mi sono intrattenuto con il padrone dell’albergo di dove eravamo, ed ho tenuto una conversazione sulla politica di ben un’ora interamente in spagnolo, inserendo moltissima grammatica in modo perfetto! Solo che io lo spagnolo mica lo conoscevo prima!), ma torniamo alla “fregatura”; insomma in poche parole, questo ragazzo abilissimo nel parlare ci accompagna per un giro turistico, ci fa vedere alcune cose, e poi ci toglie dalla bocca che ci piacerebbe comprare un amaca. Ah, Merida è famosa per le sue amache, e quindi ci sono moltissimi posti dove le vendono. Non l’avessimo detto, ci trascina in un simpatico negozietto, dove vendono bellissime amache, e senza darci il tempo di respirare, dice “I signori vogliono comprare una delle tue amache, mi raccomando trattali bene che altrimenti poi si lamentano con l’ufficio del turismo”, e ringraziandoci della chiacchierata e dell’”opportunità” a lui data per offrirci i suoi servigi, ci saluta e scompare, lasciandoci esterrefatti in balia del venditore, che si stava già sfregando le mani, ed arrotando il coltello per questi due polli da spennare! Insomma, dopo un’estenuante trattativa di due ore, stile cartoni animati (eravamo distrutti con la lingua a penzoloni!), usciamo con la nostra bell’amaca ed il sorriso a 82 denti del venditore, che però ci confessa che siamo stati dei veri duri, e che se tutti i clienti fossero come noi, cambierebbe mestiere! Sarà, ma anche se dai 60$ iniziali siamo riusciti a scendere a 25$, ci sentiamo comunque, come dire…Con qualche piuma in meno! Nei giorni successivi ci rendiamo, conto, invece, che per meno di 25$, non si comprava nulla, e che comunque la nostra amaca è di una qualità eccellente, anche se, poiché l’uso era solo quell’estetico (ora penzola magnificamente sul nostro letto!), c’erano in giro amache più carine per lo stesso prezzo, anche se meno robuste, che avremmo preferito. Va bhe, ci rodeva il fatto di essere abboccati all’amo come dei turisti sprovveduti, ma dopo tutto, non era stato un cattivo affare.

Alla sera, (almeno, in questo periodo), ogni sera nella piazza principale ci sono degli spettacoli con balli tipici ed altro, molto belli.

Da Merida con escursioni giornaliere, visitiamo Progreso, una cittadina sul mare, con il molo più lungo del mondo, che offre delle spiagge discrete, ma nient’altro.

Poi con un giro organizzato per turisti visitiamo la cosiddetta “ruta Maya”, ovverosia i siti archeologici di Sayil, Labna, Klapak, Kabah, ed Uxmal, quest’ultima la più interessante, ed è qui che finalmente c’imbattiamo in moltissime iguane, che scorazzano per il sito.

Lasciata Merida, visitiamo Chichen Itza, uno dei più importanti siti archeologici dopo Palenque. Bella, ma molto turistica, e privo del fascino di Palenque. Ci avventuriamo invece per il solito sentierino che parte alla fine del sito, e scopriamo altre zone in fase di restauro, anche avanzato, dove ci fermiamo a chiacchierare con gli operai! Da qui, facciamo tappa a Valladolid, un paesino che ha un bellissimo Cenote, un pozzo naturale, in una grotta, visitando anche il sito archeologico di Coba, con costruzioni in pessimo stato di conservazione, ma immerse nella foresta, e per questo con molto fascino (e pochi turisti!) Di seguito proseguiamo per Tulum, l’unico sito costruito in riva al mare. Molto interessante per la sua diversità, peccato sempre per i troppi turisti. Da Valladolid, ripartiamo per Playa del Carmen, dove ci siamo concessi l’ultima settimana del nostro viaggio nel lusso di un resort (per la cronaca, l’Allegro Resort, veramente bello!). Visitiamo Cancun, che ci delude tantissimo! Sembra di essere a Miami, altro che Messico! Comunque da qui, raggiungiamo Isla Mujeres, una deliziosa isoletta con spiagge fantastiche, ma un turismo esagerato! Ormai siamo giunti al termine del nostro lungo viaggio; ultime considerazioni: Playa del Carmen è un paesino carino, certo fatto apposta per il turismo, molti locali dove bere, mangiare e fare casino, come la maggior parte degli americani. Belle, però le spiagge ed il mare. Insomma, il vero Messico si è fermato a Valladolid.

Noi ci siamo spostati usando esclusivamente i mezzi pubblici, che sono facili da usare, economici, e quelli di categoria superiore, anche molto comodi. Non siamo incorsi nella cosiddetta “maledizione di Montezuma”, o diarrea del viaggiatore, abbiamo iniziato a prendere i fermenti lattici, due giorni prima di partire e siamo andati avanti per dieci giorni. Abbiamo fatto così anche in tutti gli altri viaggi, e non abbiamo mai avuto problemi, anche se abbiamo mangiato nei posti più popolari, al mercato in condizioni igieniche molto discutibili, ma gomito a gomito con i locali, nelle bancarelle improvvisate per strada, nei banchetti notturni (tra lo stupore, la curiosità, e l’apprezzamento della gente del posto). Abbiamo dormito in alberghetti da –8 stelle, a volte ci siamo imbattuti in posti deprimenti e non pulitissimi (però avevamo le nostre lenzuola!), ma non abbiamo MAI incontrato una di quella famose cucarachas (scarafaggi), molto in voga in Messico (invece molto presenti nella stagione calda da Aprile a Settembre), e nessun’altra bestiolina. Certo il fatto di sapere bene lo Spagnolo, aiuta molto, anche nei rapporti con la gente del posto (andare al mercato a mangiare era bello anche per parlare con chi ti stava accanto!). Volevamo andare ad Acapulco e Puerto Escondido, ma ho letto che ormai la prima è una Cancun di vecchia data, piena solo d’alberghi per miliardari, e la seconda che è, invece, diventata un covo di malviventi, le abbiamo quindi tralasciate.

Se qualcuno c’è stato e vuole smentire quanto si dice, ben venga.

Chiunque volesse ulteriori informazioni, consigli ecc, si metta in contatto con me. Ciao! Ricky



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