Tour Marocco sud e Fes
11 aprile Sveglia alle 6.30, colazione ed alle 7.30 si parte, la nostra guida è veramente particolare, si è presentato con una tunica grigia e nera, delle babbuccie gialle a punta ed il mitico turbante (non l’abbiamo mai visto senza). Siamo in 10 a fare questo tour quindi il bus non è tanto grande, speriamo bene, perché i km da fare saranno più di 1500. Questo tipo di tour è anche paesaggistico quindi tolte Marrakech e Fes la parte interessante è anche il viaggio con soste fotografiche durante gli spostamenti ai posti più caratteristici. Ci dirigiamo verso Fes con sosta per il pranzo a Kenifra ottima la carne il riso e le verdure, ed un caffè decente. Tutto sommato il viaggio è andato bene, siamo riusciti anche a riposare, peccato per il pullman che è un po’ scomodo. Anche questo albergo è bellissimo, ci rilassiamo con un tuffo in piscina e dopo cena ci aspetta la 1° escursione facoltativa a € 10 a persona: Fes by nighit. Ciò che spicca subito agli occhi è la grande piazza con il palazzo reale, con le sue grandi porte dorate realizzate fra il 1969 ed il 1971. Si entra nella medina attraverso Bab Boujeloud, smaltata all’esterno in blu (il blu di Fes) ed all’interno in verde (il verde dell’islam). Lungo la grande Rue de Fes el-Jedid vi è una successione ininterrotta di suq animatissimi ed un intreccio di vicoli che brulicano di mestieri. Abbiamo visto anche la Guelsa di Moulay Idriss, il luogo in cui secondo tradizione il sovrano avrebbe deciso la fondazione della città: per avverare i desideri si usa legare fili di lana alle grate. Per tutto il tragitto siamo stati scortati da due poliziotti in borghese, infatti la medina di notte può diventare assai pericolosa. Per finire il giro ci siamo fermati a prendere un ottimo the alla menta in un bar con terrazza panoramica. Ritornati in hotel siamo andati a riposare.
12 aprile Sveglia ore 8, colazione e si parte per passare l’intera giornata a Fes. Il giorno la medina ha tutto un altro aspetto: brulica di gente, di carretti trainati da asini che trasportano ogni genere di cose, dalle pietre alle bombole del gas; per non parlare delle macellerie, teste di dromedario e di pecore appese con le mosche che girano tutt’intorno ed è la stessa cosa con il pesce. La guida ci ha spiegato che avere le teste dei dromedari appese nelle macellerie significa avere carne pregiata di questo animale che non tutti si possono permettere. Non è possibile spiegare gli “odori” che si sentono in alcuni punti e poi ancora non è caldissimo. Abbiamo visitato i classici negozi di ceramiche, bronzo e tessuti, veramente molto belli e di qualità però non abbiamo comprato niente, i prezzi sono adeguati alla qualità dei prodotti. La visita più suggestiva è stata alle concerie, antiche come la città, risalgono all’età merinide e il lavoro si tramanda da padre in figlio. La conceria s’articola intorno a un’area a cielo aperto, vi sono grandi vasche dove le pelli vengono messe a bagno e degli uomini quasi nudi le raschiano e le sbattono, un odore molto acre, infatti prima di entrare ti danno un rametto di menta da mettere sotto il naso. Ritornati in albergo relax in piscina, cena e passeggiata per il viale moderno di Fes con il resto del gruppo e ci siamo fermati in un bar a chiacchierare bevendo caffè e the alla menta.
13 aprile Sveglia ore 7, oggi ci aspettano 440 km per raggiungere il deserto tanto atteso. Come prima tappa di questa giornata, a 1650 metri di altezza ci fermiamo ad Ifrane (la Svizzera del Marocco); è una località turistica creata dai francesi, il suo aspetto è quasi alpino con ville, chalet, alberghi, complessi residenziali dai tetti rossi e spioventi e vi sono anche degli impianti per gli sport invernali. Ripartiti ci siamo fermati solo per soste fotografiche; ne valeva la pena i paesaggi sono meravigliosi, arrivati a Midelt ci fermiamo per il pranzo qui siamo a 1488 metri, la regione circostante è abitata da berberi dediti alla tessitura di tappeti. Abbiamo mangiato veramente bene, in un ristorante spettacolare, comincia a farsi sentire il caldo visto che siamo nelle vicinanze del deserto. Il paesaggio della valle dello Ziz è incantevole, chiusa fra le alte pareti erose dall’Uadi e bordata dal nastro verdeggiante dei palmeti. Arrivati ad Erfoud, ci rinfreschiamo un attimo in albergo tra l’altro molto bello e poi, ci si ritrova per fare l’escursione in jeep alle dune di Merzouga (35€ a persona); siamo arrivati per il tramonto e lo spettacolo davanti ai nostri occhi è stato indescrivibile: le dune sono alte fino a 150 metri, le maggiori del Marocco la visuale è affascinante e mutevole di colori e atmosfere preziosamente cangianti. Peccato che il giro non si riesce a farlo da soli, si è assaliti da pseudo berberi che ti accompagnano per tutto il tempo narrandoti le bellezze e le particolarità del deserto e scattando anche delle foto, naturalmente alla fine ti chiedono di comprare delle cose fatte da loro partendo da prezzi spropositati, noi non abbiamo comprato niente ma li abbiamo ricompensati solo per il “disturbo”. Finita l’escursione giusto in tempo perché è subito iniziata una tempesta di sabbia accompagnata da pioggia, tuoni, lampi e un numero indecifrabile di libellule. Sulle dune abbiamo visto la salamandra del deserto, lo scarabeo e il topo. Che meravigliosa è la natura! Ritornati in albergo doccia e cena, era il più caratteristico e bello albergo ma la cena è stata la più cattiva di tutte quelle fatte fino ad ora, va detto che era un po’ tardi. Solite chiacchiere con gli altri a bordo piscina e poi a nanna. Peccato che domani si parte, questo albergo è veramente bello, le stanze sono dei bungalow, molto grandi e con addirittura 2 letti matrimoniali ed il reparto doccia diviso dal bagno. Peccato solo per la cena, pazienza.
14 aprile Sveglia ore 7, colazione e si riparte per affrontare altri 350 km. Come prima fermata sosta al negozio di tappeti, molto interessante, ci hanno anche offerto un ottimo the alla menta. Si prosegue per le gole del Todra: si snodano fra pareti a picco alte più di 300 metri, si raggiungono costeggiando il palmeto che corre a strapiombo sul fiume tagliando l’Atlante (la catena montuosa più alta del Marocco) il pranzo l’abbiamo fatto in un ristorante in mezzo alle gole e dopo si parte direzione Ouarzazate: come prima visita ci fermiamo alla Kasba di Taourirt; una delle più interessanti e grandi del paese. E’ un complesso di edifici a più piani di fango e terra cruda affiancati da torri merlate: abbiamo visitato varie stanze tra cui la sala da pranzo e la camera della favorita con stucchi e soffitti in cedro dipinto. E’ detta la favorita colei che darà alla luce il primo figlio maschio come erede al Califfo. E’ ancora in parte abitata e la guida ci ha condotto in giro per il paese. Arrivati in albergo, anche questo è molto bello dopo la doccia e la cena abbiamo fatto un giro per il piccolo centro comprando vari souvenir. Ritornati in camera siamo andati a letto abbastanza stanchi.
15 aprile Sveglia ore 6.30 e alle 7.30 si parte per ritornare a Marrakech così si conclude il tour per altri 200 km. L’unica sosta l’abbiamo fatta per visitare la Kasba di Ait Benhaddou: villaggio fortificato con torri merlate a ridosso della montagna. Lo Ksar è uno dei più suggestivi e meglio conservati di tutto il Marocco, anche grazie a parziali ricostruzioni e restauri. Vi si entra dopo aver varcato l’asif Mellah e si vaga nel dedalo di vicoli e passaggi coperti; si può visitare qualche edificio e salire all’antica Kasba. Nel suo anfiteatro ci hanno girato alcune scene del gladiatore. Successivamente abbiamo fatto solo soste panoramiche e “idrauliche”. La strada è stata molto tortuosa circa 440 tornanti; non vedevamo l’ora di arrivare all’albergo di Marrakech sempre il “Golden tulip Farah” per pranzo. Dopo pranzo ci siamo riposati fino alle 16.30 e poi si visita la piazza Jemaa el- Fna e i suq. Abbiamo anche visitato i giardini Menara con un bacino d’acqua di 200 metri per 150 e profondo 2, prima era 4 ma, con la sabbia trasportata e mai pulita si è ridotta la profondità, il caldo era opprimente e non c’era un gran odore, addirittura c’era qualche ragazzo del posto chi faceva il bagno in compagnia di molte carpe giganti. Vi è anche il padiglione a tetto piramidale coperto da tegole verdi che si affaccia sullo specchio d’acqua. Questa sera c’è in programma la cena tipica con danza del ventre, si è mangiato bene ed il ristorante era da “mille e una notte” un’atmosfera unica. Ritornati in albergo a nanna molto stanchi.
16 aprile Sveglia ore 7.30 e si parte alle 8.30. Prima tappa alle tombe Sadiane: vi sono due mausolei con 66 sepolture; il primo è più notevole, costruito da Ahmed el-Mansour e comprende 3 sale, nella prima spicca il prezioso Mihrab ad arco a ferro di cavallo acuto su colonnine di marmo. Si passa poi al palazzo Bahia: è un esempio di residenza privata islamica volta a soddisfare raffinate esigenze di vita signorile. Si attraversano le stanze della favorita, intime e sontuosamente decorate, il menzeh e la terrazza, da cui si apre un ampio panorama sulla città e i dintorni; segue la grande e ricca sala del consiglio, il cortile d’onore pavimentato in marmo e zellij. Molto bello anche il museo d’arte marocchina (Dar si Said), è una dimora di fine ‘800. Giro alla medina con il negozio di erboristeria dove ci siamo comprati l’ottimo the alla menta e l’olio di argane per i dolori muscolari. Pranzo in hotel e riposo fino alle 16 poi, si ritorna in centro per la visita al negozio d’argento, di nuovo i suq e la piazza Jemaa el-Fna; altre foto alla moschea e ai suoi giardini. Verso le 18.30 rientro in hotel, doccia e alle venti si esce in taxi per l’unica cena libera del tour ed insieme al resto del gruppo andiamo all’Argana, ottima carne e cous-cous. Peccato che oggi è l’ultimo giorno; ripreso il taxi si ritorna in albergo 5€ per 5 persone come all’andata, una cavolata. Siamo stati fino all’una a parlare con la nostra guida e dopo i vari saluti si va a nanna.
17 aprile Sveglia ore 7 e dopo colazione, prendendo il taxi si va all’aeroporto, alle 9.55 abbiamo il volo, tutto ok fino a Bologna, aerobus, stazione, e, dopo aver pranzato velocemente si prende il treno per tornare a casa, tutto in perfetto orario. Siamo arrivati esausti ma con il Marocco nel cuore, ed un’esperienza indimenticabile da poter raccontare.
Considerazioni varie: Il Marocco è bellissimo ed aprile è un ottimo periodo, perché le temperature non sono altissime, il tour non è una vacanza rilassante quindi se non è caldo è meglio. Tutto è stato perfetto: hotel ottimi, cibo non molto vario ma buono, i marocchini sono molto disponibili ed i venditori non troppo invadenti. Non mi resta che dirvi cosa aspettate ad andare in Marocco? Buon viaggio ed a presto.