Tour in Sri Lanka e riposo alle Maldive

Levatacce e lunge camminate in Sri Lanka terminate in un dolce far niente, ma denso di novità, in terra maldiviana
Scritto da: risafra
tour in sri lanka e riposo alle maldive
Partenza il: 27/11/2012
Ritorno il: 10/12/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Questa volta ci siamo decisi proprio all’ultimo prenotando voli e alloggi ad una settimana dalla partenza. Un rischio sì, ma visto che le stagioni climatiche non erano favorevoli ed anche il fatto che viaggiavamo ai confini dei periodo natalizio, siamo riusciti comunque a trovare posti in aereo e disponibilità di alloggi. Nove giorni non sono sufficienti per visitare degnamente lo Sri Lanka, soprattutto se lo si vuol fare autonomamente. L’isola è troppo grande e il sistema viario è oltremodo lentissimo… per fare pochi km possono essere necessarie numerose ore. Le cose peggiorano se ci si affida alla rete ferroviaria, puntualissima sì, ma viaggiante a passo d’uomo. Forse per affinità di popolazione e di regione temevo erroneamente di trovare in terra singalese il lerciume trovato in India (il posto al mondo più sporco che abbia mai visitato). Sbagliavo! Lo Sri Lanka, grazie anche alle nuove politiche governative, sta assumendo un ordine ed una pulizia quasi elvetica. La popolazione, come spiegatomi, non è che ne sia entusiasta ma le pressioni governative sono tante. Sicché i fossati a lato delle strade sono pulitissimi, nessun rifiuto abbandonato, nessun fuoco “fai da te” per bruciare immondizie, cigli della strada tenuti con erba rasata, bidoni per raccolta differenziata ovunque. Lo spettro della guerra è ancora presente e, parlando con molti singalesi di ciò, la popolazione lo avverte ancora molto. Tra l’altro, in ben più di una occasione mi è stata paventata l’idea che a breve le cose potrebbero degenerare nuovamente in quanto questa pace appare fatta di carta velina. In questo senso, a quanto ho potuto vedere, se non nelle scanzonate località del sud siringate di contributi, la popolazione appare più pessimista che ottimista su un futuro evolversi degli eventi.

Volo Qatar (400 Euro) con fortunato e breve scalo di 2 ore a Doha (NB: se avete scalo di molte ore a Doha, recandovi al banco informazioni dell’aeroporto potete chiedere un voucher gratuito per i pasti) ed atterraggio in perfetto orario a Colombo. Facendo online il visto d’ingresso (20 Dollari – obbligatorio da gennaio 2013) ci siamo risparmiati un po’ di coda. Veloci e accurati sia i controlli che la consegna dei bagagli (costante quasi uguale in tutto il mondo tranne che nel Bel Paese). Consigliato da una utente qua del sito e, visto che a disposizione avevamo un vasto paese ma soli 9 giorni, abbiamo optato per un tour guidato con autista che comprendeva anche gli alloggi, i pasti serali e la colazione. In realtà nella mia esperienza di viaggiatore è stata questa la prima volta che ho voluto affidarmi ad un tour guidato prenotato dall’Italia direttamente con una agenzia singalese. Mi sono sempre arrangiato da solo ma devo sinceramente dire che la scelta s’è rivelata provvidenziale ed assolutamente consigliabile. Il tour di 9 giorni ci è costato 525 Euro a persona che, calcolando gli alloggi, i pasti, gli spostamenti su auto (più di 1450 km complessivamente fatti), il compenso dell’autista ed il guadagno dell’agenzia sono stati sicuramente equi ed onesti.

Il tour ha compreso la visita a tutti i più importanti siti archeologici e religiosi dell’isola. Siamo partiti da Colombo e dopo 4 ore di auto siamo arrivati ad Anuradhpura accompagnati da una pioggia battente. Personalmente in ferie non bado molto al tempo ed, anche se piove, la sola idea di essere in vacanza mi è sufficiente per essere felice. Basta un ombrello o una giacca e non mi ferma nessuno. La visita al complesso religioso fatto di pagode, templi e giardini immersi in una magica nebbia è stata esaltante. Un po’ perché, come in tutti i siti religiosi, sì è costretti a visitarli a piedi scalzi lasciano le scarpe al loro ingresso un po’ anche perché i turisti presenti erano davvero pochi consentendoci quindi di aver scattato foto meravigliose. Appunto che per comodità è meglio indossare scarpe comode (ciabatte, infradito) facilmente sfilabili visto il continuo “togliere e rimettere” a cui s’è costretti. A coloro corti di braccio, posso consigliare semplicemente di mettersi le scarpe nello zaino evitando così l’obolo al custode dei calzari. Continuo dicendo che il delizioso e vetusto monaco del tempio ci ha invitato in una specie di “privè” per un tè caldissimo e imbottito di zenzero. Due gallette – corrispettivo dei nostri pasticcini – hanno accompagnato tale merenda.

Ripartiamo il giorno successivo per Polonnaruwa, Mhintale e Aukana che, come il giorno successivo, ci lasciano senza fiato per la loro bellezza. I costi d’ingresso in questi siti archeologici sono di 25 Dollari a persona ed assieme al biglietto, rigorosamente controllato in più punti dei siti, viene dato un dvd in inglese che raccoglie la storia del sito e tutte le spiegazioni. Non mi soffermerò molto a descrivere i vari siti perché diventerebbe noioso prima di tutto, perché vi sono sufficienti indicazioni sul web, e perché raccontare ogni singolo sito richiederebbe numerose righe, se non pagine. Appunto qua che, contrariamente all’India, mendicanti ed accattoni si contano sulle dita di una mano in tutto il paese.

Saliamo di buon mattino al terzo giorno alla rocca di Sigirya che vi ruberà, giornata permettendo, una buona quantità di foto dalla vostra macchina fotografica. Il periodo del nostro viaggio non era certo alta stagione e quindi siamo riusciti velocemente a salire sulla rocca, ad ammirare i meravigliosi dipinti sulla roccia ed a goderci il magnifico paesaggio che si può godere dalla vetta. Il sito non è a carattere religioso e quindi – consiglio – un buon paio di scarpe da ginnastica per salire sulla vetta. La precaria scalinata a picco sulla rocca non è certo praticabile in ciabatte. A pranzo ci fermiamo in un ristorante dove il Santo Patrono del Commercio ci da la riprova che tutto il mondo è paese. Inconsapevoli del fatto che nel giorno di luna piena è fatto divieto ai buddisti di bere e servire alcol, chiediamo al ristoratore due birre. Ci viene spiegato della questione della luna piena e subito decliniamo l’ordine per due semplici bibite ma, vuoi forse per essere entrati nelle simpatie del proprietario e vuoi anche perché la nostra guida ci ha “raccomandati”, vediamo confabulare lo stesso con la cameriera che poi solerte ci porta una “teiera” colma di birra e due tazze da te versandocela all’interno. Facciamo nuovamente presente il fatto che non volevamo offendere e che ci andavano benissimo due bibite ma non c’è stato verso. Al tavolo vicino stessa scena con sei tedeschi, solo che a loro la birra è stata negata. Proseguiamo la visita al sito religioso di Dambulla che, davanti ad un orrendo centro visitatori costruito dai giapponesi, si rivela poi una scoperta meravigliosa. Si accede attraverso una scalinata (qui qualche mendicate lo trovate) e si arriva in questo monastero che rivela all’interno di cinque grotte un’infinità di statue del budda con dei soffitti meravigliosamente affrescati. Rientriamo nel pomeriggio per compiere un safari nel parco naturale di Kaudulle. Immenso, bellissimo! Tranne centinaia di elefanti allo stato libero e qualche pavone non abbiamo visto oltre ma l’uscita ed il prezzo (36 Euro) hanno sicuramente appagato occhi e spirito. I più fortunati potranno vedere anche i felini ma a noi non è accaduto. E’ consuetudine lasciare una mancia al driver a fine safari che, va detto, è disposto a portarvi ovunque per scattare le foto migliori.

Partiamo il giorno successivo alla volta di Kandy che, vuoi anche il tempo non meraviglioso, non mi è sembrata così bella. E’ una cittadina caotica, turistica oltremodo e piena di filibustieri pronti ad ingannarvi con qualsiasi pretesto o scusa. Numerose guide osannano Kandy ma, purtroppo io non sono dello stesso parere. E’ forse la località singalese che ho meno apprezzato. Ha compensato tale delusione il proprietario della casa che ci ha ospitati nella notte. Un anziano pilota di rally, ora vedovo e claudicante, con cui abbiamo intrattenuto deliziose conversazioni su tutto. Che ci ha espresso i suoi dubbi su questa tregua con le Tigri Tamil (dubbi raccolti anche altrove), che ci ha parlato di religione, turismo, cultura… e ci ha offerto penso la migliore cena consumata in tutto lo Sri Lanka. Parlo di cucina singalese, non di pesce o altro. Ecco, la cucina singalese non ci ha entusiasmato. Forse perché i piatti sono generalmente insipidi ed il piccante sembra solo sostituire alla bene e meglio questa caratteristica. Insomma, nulla a che vedere con la deliziosa, ad esempio, cucina thailandese che ancora dopo anni ricordo ancora. Va da sé che comunque, ai nostalgici di casa, in qualsiasi ristorante potrete gustare qualsiasi tipo di cucina, anche italiana. Di sera visitiamo il sito del Tempio del Dente del Budda (comparabile a La Mecca per i mussulmani) non prima di aver assistito ad un delizioso spettacolo di danze locali. Appunto anche qua che i siti religiosi buddisti non mostrano mai le loro ricchezze. Le pagode sono praticamente vuote, le reliquie del Budda sparse qua e là non sono mai visibili… alla fin fine, si va sulla fiducia. Inoltre, come vi ricorderanno ovunque guide e riviste è fatto assoluto divieto di fare foto mostrando le spalle alle statue o alle immagini del Budda. Qualche mese fa tre francesi si sono presi un anno di carcere per aver fatto una foto abbracciando una statua del Budda. I singalesi sono silenziosi e discreti, chiudono un occhio su molte cose, ma sul rispetto dei loro siti sacri sono ferrei.

Proseguiamo poi per Nuwara Eliya attraversando magnifiche piantagioni di tè, visitando la fabbrica della lavorazione di queste (comperare qua il tè qua non costa meno che altrove, i prezzi sono praticamente simili ovunque in tutto il paese). Si dorme a 2000 metri con un freddo insolito ed un camino spento che sarebbe stato quasi meglio averlo avuto acceso. La cittadina di Nuwara Eliya offre buoni affari e soprattutto stordisce il naso per le tonnellate di pesce secco messo in vendita nei mercati.

Si riparte di mattina alle 5 per il parco naturale di Horton Plains. Giornata splendida! Riusciamo ad arrivare quando ancora le nuvole sono lontane per coprire l’intero altipiano. Qui l’anno scorso ha nevicato. All’interno del parco è severamente proibito fumare in quanto l’ultimo mozzicone ha provocato qualche anno fa un incendio. Culmine del giro è sicuramente World’s End un punto panoramico volto a sud ad 800m a picco sulla vallata sottostante. Non vi sono protezioni quindi, per non fare la fine dell’australiano che l’anno scorso ad agosto è precipitato trovando la morte o della ragazza tedesca che sempre l’anno scorso è passata a miglior vita per lo stesso motivo, è meglio una sana e prudente cautela nello sporgersi a fare foto.

Finiamo con largo anticipo il giro del parco – gente di montagna siamo – e scendiamo a prendere il treno per Ella. L’esperienza del treno, seppur turistica oltremodo, è comunque interessante da vivere. Si viaggia a passo d’uomo in carrozze sporche oltremodo (forse i treni sono l’unico posto veramente sporco che abbia visto in Sri Lanka) godendosi i panorami e il dolce far niente che alcuni momenti delle ferie fatte così consentono.

Da Ella scendiamo per le tappa finale del viaggio dormendo una notte a Tissamaharama e proseguiamo per il giorno successivo a Mirissa. La baia di Mirissa è meravigliosa, ma il paese si riduce a 4 case e 3 negozi. Specialità della zona è l’uscita per l’avvistamento delle balene. Ho notato un rigido codice di regolamentazione per queste uscite (sul fac simile di quello azzoriano) quindi l’uscita dovrebbe essere rispettosa e sicura nei confronti dei cetacei. Noi, per precauzione, abbiamo preferito declinare. Ma abbiamo declinato forse più per la stanchezza visto che, come detto, ho notato serietà nella pratica delle osservazioni marittime delle balene. Mirissa, densa di turisti inglesi e russi (questi ultimi li troverete ovunque su tutto il territorio) raccoglie anche una rappresentanza di giovani nullafacenti dediti allo spaccio di marjuana. Vi si avvicineranno in spiaggia (capelli lunghi e voglia di far nulla) chiedendovi una sigaretta prima e poi domandandovi se fumate altro. Le sigarette… se fumate ve le chiederanno ovunque anche se i singalesi sono fumatori scostanti. Visto il prezzo basso, potrete permettervi di offrirle a coloro che ve lo chiederanno. Portatevi anche delle penne a biro perché ho notato che spesso chiedono anche queste.

Mirissa offre un mare splendido ed una serie di locali sulla spiaggia che alla sera s’illuminano di candele offrendo il miglior pescato ai loro clienti. La zona pulula di Guest House e Affittacamere – molte acquistate da italiani – sicché a coloro che volessero farsi un “Sri Lanka solo mare” non sarà difficile trovare sistemazione.

Il giorno successivo ci rechiamo a Galle – città caotica ma meravigliosa – e rientriamo in aeroporto a Colombo grazie alla nuova autostrada. Colombo, pulitissima, è comunque caotica e occidentalizzata oltremodo. Ci sono alcuni negozi di souvenirs gestiti dallo Stato che devolvono parte dei proventi anche ad associazioni benefiche. I prezzi sono equi.

Conclusioni pratiche

In tutto lo Sri lanka troverete reti wi-fi in alberghi e ristoranti. La compagnia telefonica Dialog, ad esempio, non appena farete ingresso in paese, vi fornirà sul cellulare, oltre al tasso aggiornato di cambio e a un benvenuto anche un codice pin per poter navigare gratuitamente sotto la copertura di tale azienda. Non ci sono quindi problemi qualora si volesse navigare o comunicare tramite internet, dalle località turistiche ai paesini sperduti in montagna. Aggiungo poi che i bancomat sono quasi ovunque e che è consentito prelevare un massimo di 400.000 Rupie (240 Euro) ad operazione. I costi di pietanze e bibite – se non quelle consumate bordo strada – sono circa un 30% in meno che quelli italiani. Pur avendo trovato gente cordiale e disponibile, i singalesi non brillano certo di sorrisi e cortesie come gli indonesiani. L’idea che ho avuto di loro è sostanzialmente che siano pronti ad aiutarvi o ad assistervi qualora ne aveste necessità ma che in realtà loro stiano pensando ad altro. Abbiamo incontrato sempre gente gentilissima e meravigliosa ma la sensazione che stessero sempre a pensare a dell’altro è rimasta. Probabilmente anni di guerra hanno profondamente colpito la popolazione, e poi lo tzunami, e poi il nuovo governo che ha imposto stili di vita svizzeri, il ritorno del turismo di massa… troppe cose in breve tempo. Magari stanno solo cercando di capire e comprendere meglio ciò che sta accadendo. Meno maliziosi degli indiani ma più bravi a guidare. Ottimamente organizzati ma non grandi esperti di cucina. Scaltri negli affari sì, ma gente fidata e tranquilla. Lo Sri Lanka è stata una scoperta felice che consiglio a tutti comunque. Un paese tranquillo in cui si viaggia tranquillamente senza aver timore di essere rapinati o truffati. Un viaggio che ci ha appagati completamente e che ci ha lasciato nel cuore parte di quella famosa “lacrima del Budda”. Mi sono dilungato oltremodo ma avrei un sacco di aneddoti e storie da aggiungere al nostro tour. Chi volesse altre informazioni può contattarmi comunque.

Bene, visto il tour massacrante e i quasi 1500 km percorsi, la scelta di smaltire la stanchezza accumulata alle Maldive è stata congeniale! Per me è la terza volta che mi reco in questo paradiso, per il mio compagno di viaggio la prima. E ammetto che vedendolo meravigliato come me alla prima volta è stato divertente. 100 Euro di volo, nessun resort, stavolta si prenota su una delle numerose Guest House piazzate sulle isole dei maldiviani sorte come funghi negli ultimi anni. Dopo il 2006, e con l’avvento degli ultimi governi, anche le “isole dei pescatori” sono diventate turisticamente abitabili. Il governo ha consentito così a numerose famiglie danneggiate dallo tzunami di ricostruirsi un futuro fatto di piccoli hotel e Guest House alti al massimo 3 piani. I prezzi dei pernottamenti sono sicuramente competitivi rispetto ai resorts (si parte da 17 Euro a camera/notte con colazione, pulizie e cambi biancheria quotidiani, frigobar, clima) e finalmente si ha la possibilità di vivere “alla maldiviana” lontano dai resorts fatti di lustrini e all inclusive.

Abbiamo avuto modo di stringere un’ottima amicizia con un maldiviano molto vicino al presidente dell’arcipelago che ci ha fatto un preciso quadro del momento con tutti i suoi “pro e contro”. Non sto qua a raccontare tutto perché le chiaccherate avute di sera con questa carissima persona sono state lunghissime e richiederebbero pagine e pagine per essere riportate, solo avviso che anche le famose “isole dei pescatori” stanno cedendo ai richiami del turismo, mettendo così anche in difficoltà i resorts prossimi ad iniziare a scendere con i prezzi. Se ora si beve ancora birra analcolica di malto al lampone (Bavaria, si chiama… incredibile!) fra qualche anno sbarcheranno anche gli alcolici, ora ancora rigorosamente vietati. Va detto che già sbarcano, assieme ad “altro”, ma rimangono confinati tra le mura domestiche, come raccontatoci. Con il 2013 il governo autorizzerà anche l’apertura di “centri benessere” nelle strutture turistiche delle isole. Cosa impensabile fino ad un paio di anni fa! Non si tratta di saune, bagni turchi… solamente di massaggi. Delle Maldive c’è poco da dire se non che sono meravigliose. Cinque giorni di sole splendido e un mare che ci ha offerto tartarughe, mante, squali, trigoni, murene… La barriera corallina non sarà così bella come quella egiziana del Mar Rosso ma sicuramente la varietà di pesci è di gran lunga maggiore. Se l’isola è sprovvista di banca, prelevate un po’ di Rufie in aeroporto all’arrivo per le spese minime perché alberghi, ristoranti e guest house possono essere tutti pagati con carta di credito (commissionano un 5% in più sul conto, ma i prezzi sono bassi e ci può stare). Oppure portatevi Dollari (gli Euro vengono schifati anche qua come in Sri Lanka) visto che qualsiasi conto o scontrino vi verrà presentato in Dollari. Si mangia a bordo mare in deliziosi ristorantini con meno di 12 Euro a testa. Anche qua il wi-fi è arrivato ovunque e vi forniranno la password hotel o ristoranti. Forse, se la fortuna vi assisterà, potrete come noi essere invitati ad una festa privata dove all’improvviso una donna coperta da capo a piedi si alza a ballare assieme agli uomini in modo sfacciato e sensuale per poi sparire tra i vicoli dell’isola, o consumare noci di areca spolverate di polvere di corallo davanti ad una candela ed a dei racconti da “Mille ed una notte”. Sì, lo so… sono vago… ma questa esperienza alle Maldive è stata per me quasi magica e la custodisco gelosamente. Abbiamo avuto la fortuna di entrare dentro la vita maldiviana e non di osservarla come invece è solitamente normale. Abbiamo conosciuto una popolazione desiderosa di cambiamenti, innovativa, fiduciosa. Lontana anni luce dagli estremismi religiosi che il loro credo purtroppo ci ha fatto conoscere. Come sempre siamo partiti con le valigie vuote perché abbiamo preferito anche questa volta lasciare tutto il nostro abbigliamento a coloro che avrebbero potuto averne bisogno.

Il rientro passa per un volo Condor (400 Euro) che scala in Germania (fermi una notte a Francoforte per aeroporto chiuso per neve). Due parole su Condor: una Ryanair a lungo raggio. A parte i pasti canonici, snack e alcol si pagano. Naturalmente, visto che Condor è tedesca, l’aereo era pieno di tedeschi. Silenziosi per 11 ore di volo. Nessuna processione al bagno o passeggiate stile “Via Condotti a Natale” per i corridoi. Nessuno – dico nessuno! – che abbia avuto il coraggio di reclinare il sedile per non disturbare il passeggero retrostante (tipica abitudine italiana quella contraria). Forse i tedeschi qualcosa di italiano hanno preso… quella della pessima organizzazione durante lo stop dei voli a Francoforte. Era il caos più totale. Atterrati alle 18 abbiamo avuto il voucher dell’albergo alle 23.30. L’indomani rientro a Venezia con consegna bagagli in meno di 10 minuti (perché a Malpensa ogni volta bisogna aspettare 40 minuti?).

Guarda la gallery
cultura-5ekna

Maldive

cultura-rjaya

Sri Lanka



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari