Tour in Namibia

Una meta che lascia il segno... sensazioni uniche in un luogo unico
Scritto da: GiottoMolly
tour in namibia
Partenza il: 05/08/2012
Ritorno il: 24/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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A distanza di diversi mesi dal rientro da questo splendido viaggio siamo riusciti a mettere per iscritto quello che ci sembrava più importante trasferire a chi intende affrontare questa incredibile e fantastica avventura.

Il nostro viaggio è durato circa 20 giorni con partenza dall’Italia il 5 Agosto 2012 e rientro il 24 Agosto 2012. In realtà, però, la pianificazione del viaggio è stata molto più complessa, iniziando a sognare da febbraio fino a concludere le prenotazioni a marzo. Dopo aver deciso nel dettaglio itinerario e lodge abbiamo infatti iniziato a chiedere alcuni preventivi, sia di agenzie italiane che di agenzie in loco. La nostra agenzia di fiducia era completamente fuori budget, mentre invece le agenzie in loco hanno prezzi molto competitivi e per di più conoscono il loro territorio approfonditamente, sapendo consigliare i clienti in funzione delle specifiche esigenze. In più… ce ne sono molte in lingua italiana! Per quanto ci riguarda ne abbiamo contattate diverse e dopo attente valutazioni abbiamo scelto Hb Tour & Safaris di Emilano. Il loro pregio, oltre al prezzo migliore di tutti, è la simpatia e la disponibilità di Emiliano in fase di pianificazione del viaggio, che trovavamo su skype praticamente a qualsiasi ora e sempre pronto a rispondere a qualsiasi domanda o a risolvere qualsiasi dubbio. Per noi è stato una fonte inesauribile di notizie ed informazioni utili e la sua passione per il suo lavoro è contagiosa. In loco invece siamo stati assistiti da Stefania, una persona eccezionale. Ci ha seguito durante il tour ed è stata sempre disponibilissima anche a prenotarci escursioni o cene all’ultimo minuto. Sinceramente avere a disposizione qualcuno in loco su cui contare dà serenità nell’affrontare la vacanza senza pensieri. L’unico neo di prenotare all’estero è il pagamento che tutte le agenzie namibiane richiedono in ZAR o in NAD, creando, oltre al problema della fluttuazione del cambio, anche il problema delle commissioni su bonifici in valuta estera. Il consiglio è quello di richiedere all’agenzia una valutazione in dollari usa (che molte banche trattano e ciò riduce i costi di transazione – alcune banche infatti consentono il pagamento in dollari usa anche tramite bonifici on line e così le commissioni sono ulteriormente ridotte).

Ed ecco i dettagli del viaggio.

Km percorsi: 5.186

Di cui: Windhoek-Mariental 264 Mariental-Fish river canyon 473 Fish river canyon-Aus 348 Aus-Luderitz 186 Luderitz-Tiras Mountain 254 Tiras Mountain-Sesriem 296 Sesriem-Solitaire 191 Solitaire-Swakopmund 360 Swakopmund-Walvis Bay 140 Swakopmund-Damaralnd 338 Damaraland-Opuwo 461 Opuwo-Epupa 180 Epupa-Kamanjab 393 Epupa-Etosha 300 Etosha 426 Etosha-Otjiwarongo 358 Otjiwarongo – Windhoek 218

Costi p.p:

Servizi Agenzia € 2.989,30 Voli € 1.172,00 Assicurazione medica/bagaglio/annullamento € 162,50

Spese durante il tour (in coppia):

Varie € 107,08 Pasti € 534,36 Escursioni € 389,13 Carburante € 600,96 Shopping € 320,23

Gli indispensabili:

– macchina fotografica ben attrezzata con ottimo zoom e se possibile un fisheye;

– burro cacao farmaceutico (davvero utilissimo);

– phon da viaggio (se visitate il Paese nei loro mesi invernali il phon vi sarà utile. Non sarà sempre possibile utilizzarlo perché non in tutti i lodge/campi sarà disponibile la corrente elettrica, ma averlo con sé è utile perché in pochissimi lodge è disponibile. Noi li abbiamo trovati solo a: Nest Hotel – Namib Desert Lodge – Namib Guesthouse – Opuwo Country Lodge – Halali – Safari Court Hotel);

– Showercap: se avete capelli lunghi che non sempre potrete lavare ed asciugare averne una è utile poiché non in tutti i lodge è disponibile;

– Abbigliamento a strati, guanti, cappello di lana, pigiama pesante e leggero, calze di lana per la notte: al sud nei mesi invernali può fare davvero molto freddo, soprattutto di mattina e di notte. Noi non abbiamo portato piumini ma pile di diverse pesantezze (uno molto pesante, uno medio e uno leggero) più un giacchetto antivento (tipo barbour per capirsi) e ci siamo trovati bene. Per la notte invece indispensabile pigiamone pesante e calzettoni di lana; al nord però fa caldo quindi meglio attrezzarsi anche con un pigiama leggero. Sono poi necessari pochi cambi perché le laundry dei lodge sono ben organizzate ed economiche, ovviamente occorre soggiornare almeno 2 notti per usufruire del servizio, per cui programmate almeno un pit stop tecnico a metà della vacanza;

– Un ultimo consiglio: dotatevi di una carta di credito Visa perché è quella che dà meno problemi di tutte, mentre Mastercard di tanto in tanto non dà le autorizzazioni alla transazione (noi avevamo l’una e l’altra e abbiamo usato spesso Visa perché Mastercard non la prendeva). Importante poi controllare che il bancomat sia Cirrus in modo da poter prelevare all’estero. E’ davvero un servizio molto comodo, con lo stesso PIN italiano si può prelevare agli sportelli ATM ad un costo inferiore rispetto al prelievo con carta di credito.

Mance: per farli felici una buona mancia è 5/7 Nad se di giorno e 10 se di notte ai parcheggiatori, ma se lasciate sempre 10 Nad vi saranno riconoscenti. Alle guide 100 Nad ma solo se davvero se lo meritano; il 10/12 % al ristorante, ma anche qui solo se il servizio è stato davvero apprezzabile. Mi è capitato di lasciare gli ultimi 20 Nad ad una signora delle pulizie in aeroporto e lei si è commossa… per me erano solo 2 caffè…

Rete WIFI: per chiamare casa noi abbiamo utilizzato Skype. La rete wifi è disponibile in molti Lodge a pagamento a prezzi economici (ad esempio: Anib Lodge – Canon Lodge – Desert Horse Inn – Nest Hotel – Opuwo Country Lodge – Mushara Lodge) e gratuita in altri (pochi) (ad esempio: Hoodia Desert Lodge – Namib Guesthouse – Safari Court). Per quanto ci riguarda noi abbiamo utilizzato la scheda telefonica namibiana Tango (della MTC) caricata per l’utilizzo dati internet e siamo sempre riusciti a comunicare. La nostra ricarica era di 1GB ma ci è avanzata (per 20gg di utilizzo) quindi consiglio di caricarne solo 500MB se lo scopo è comunicare con casa.

Toilette pubbliche: recensisco anche questa delicata questione visto che sono una persona piuttosto difficile sull’argomento igiene e sottolineo che in generale sono pulitissime, davvero. Ne abbiamo trovate diverse sparse lungo il tour (Quivertree forest – Giant’s Playground – Hobas (Fish river canyon) – Pozza di Garub – Koolmanskoop – A tutti i punti di sosta della penisola di Luderitz – Foresta pietrificata). Terribili invece quelle nel parco di Sossusvlei e nell’Etosha. A Windhoek inoltre ve n’è una disponibile e molto ben tenuta al negozio/bar Namib Craft proprio di fronte al parcheggio sopraelevato dell’Hilton sulla Indipendence Ave che tra l’altro è oltre che un negozio di souvenir interessante anche un buon punto di ristoro.

Distributori: difficile che accettino la carta di credito, ma abbiamo trovato 2 eccezioni alla ENGEN di Keetmanshoop e alla TOTAL di Swakopmund.

Alcuni Lodge non hanno corrente elettrica (Namtib desert Lodge – Omarunga Camp – Kavita Lion Lodge) quindi ricaricate macchine fotografiche, cellulari, etc. ogni volta che vi è possibile per evitare di rimanere sprovvisti.

Tempi di percorrenza: vanno valutati attentamente, ovviamente già in fase di pianificazione del viaggio e delle tappe. Non eccedete con i km giornalieri, già le tappe di oltre 400 Km sono faticose e lunghe, mettetene poche e solo se indispensabili. La nostra tattica era quella di essere sempre i primi a fare colazione appena apriva la cucina, in modo da affrontare subito la tappa successiva e arrivare in orario al Lodge seguente. Così facendo ci siamo trovati molto bene.

Ecco poi le nostre impressioni. Saranno prevalentemente di natura tecnica poiché le emozioni sono soggettive e le nostre rimarranno con noi per sempre.

– Da Windhoek a Mariental non vi sono supermercati; a Rehobot vi è un distributore ma non dei migliori e un takeaway bruttino. La strada dopo un po’ diventa un po’ monotona. Da non perdere il cartello del Tropico del Capricorno e i babbuini che attraversano la strada. Pernottamento all’Anib Lodge: struttura incantevole con le coperte più calde mai provate. Ottimo cibo e colazione, staff cordiale e disponibile. Non imperdibile l’escursione al tramonto: una nota degna l’aperitivo sulla duna rossa e la guida gentile e preparata (non c’è altro modo per salire sulla duna del Kalahari in questa zona se non partecipando all’escursione di un lodge, però il rapporto qualità/prezzo non è ottimale; certo è un buon modo per iniziare la vacanza).

– Mariental-Fish river Canyon: a Mariental c’è una grande spar e un bel distributore. Ottimo punto per rifornimento di cibo e carburante. A Keetmanshoop sicuramente da visitare Quivertree forest e Giant’s Playground. In entrambi i luoghi ci sono spazi confortevoli per pranzare al sacco con vista suggestiva. Per la visita di entrambi i siti ci vuole 1h e 30’ abbondante – pasti esclusi. La strada per il Fish River Canyon (in parte asfaltata in parte sterrata) è favolosa. Pernottamento al Canon Lodge: fantastico. Anche il Canon Village merita. Il consiglio è di cercare di arrivare al massimo intorno alle 16.30 per godervi il tramonto ed una passeggiata tra le formazioni rocciose adiacenti. Cena e colazione buoni.

– Il Fish River Canyon toglie il respiro. Non vi fermate al main view ma proseguite subito per il Sulfur Viewpoint che a nostro avviso è il migliore. La strada dei viewpoint è difficoltosa ed è consigliatissimo un 4×4 anche se abbiamo visto transitare qualsiasi tipo di veicolo. Ci vuole circa 1 ora per raggiungere comodamente il Sulfur, per poi tornare all’Hiker Viewpoint ed al Main. In tutto programmate almeno 2 ore. Il resto della strada per Aus è spettacolare con un cambio continuo di panorami. Consigliatissima la pozza di Garub: c’è sempre qualche bell’esemplare ad abbeverarsi ed è un ottimo posto per scattare delle belle foto. Si può pranzare al sacco. Pernottamento al Desert Horse Inn: molto curato con stanze deliziose. Abbiamo visto anche il Banhof hotel e almeno da fuori ci è sembrato carino.

– La strada Aus-Luderitz se possibile è ancora più affascinante delle precedenti. Si iniziano ad intravedere le dune e le foto dei panorami ancora oggi fanno venire i brividi dalla bellezza. Koolmaskoop è da vedere e la visita può essere fatta anche senza guida. L’ingresso è dalle 8.30 alle 13.00 e per la visita completa si impiega circa 1h e 30’. Da Koolmanskoop a Luderitz ci sono circa 10’ di strada e proprio all’ingresso di Luderitz c’è la deviazione sulla destra per Diaz Point. Secondo noi è stato preferibile deviare subito per Gross Butch che merita una brevissima sosta per qualche foto. Una bella sosta invece la merita Guano Butch dove, percorrendo lo scoglio roccioso che la delimita sulla destra si arriva davvero piuttosto vicini ad Halifax Island e si possono avvistare con un buon binocolo (o teleobiettivo) i pinguini che la abitano. Dei piccoli puntini si avvistano anche ad occhio nudo. Poco più avanti, a Diaz Point, c’è anche un coffee shop molto carino e sull’isolotto di fronte alla croce si possono vedere le foche. Le altre baie della penisola possono essere evitate, una foto la può meritare la vista di Luderitz da Griffit Bay. Occhio inoltre ai fenicotteri nelle baie che attraversate lungo la strada, noi ce ne abbiamo trovati moltissimi. Agate beach merita solo se avete tempo da perdere. E’ vero che si trovano sassolini colorati ma la spiaggia di per sé non ha davvero niente di particolare. Se decidete comunque di andare fate molta attenzione alle indicazioni: subito dopo il primo bivio ce n’è un altro indicato dal cartello verde “Agate beach” con sotto una freccia gialla posticcia di girare a dx. Anche se sembrerebbe un segnale transitorio seguite quell’indicazione che dà su una strada ben tenuta circondata da scuole. Il percorso è facile e ben tracciato, sembrerebbe portare verso l’interno ma dopo poco gira verso il mare. Luderitz invece è un paese che offre molto poco dal punto di vista turistico. E’ un buon punto di sosta strategica, con banche e supermercati (tra questi da preferire l’Ok Grocer alla Spar. Sono vicini, ma il primo è molto più rifornito). Una foto la merita anche il Waterfront. Nessun distributore di Ludeiritz accetta per il momento carta di credito. Inoltre nelle banche di Luderitz, in orario di sportello, è possibile cambiare denaro. Pernottamento al Nest Hotel: non è proprio fantastico, ma la vista dalle camere ripaga, inoltre ha phon e uso doccia senza restrizioni ed è piuttosto caldo come temperatura interna a differenza che altrove. Il ristorante annesso (The Penguin) di sicuro è costosissimo, ma ben poco affascinante; di contro si mangia abbastanza bene anche se il servizio non è dei migliori. Ad ogni modo, a Luderitz, Nest Hotel e The Penguin sono forse una delle pochissime alternative dove soggiornare.

– Direzione Sossusvlei. Noi abbiamo optato per C13 + D707 verso Tiras Mountain con tappa intermedia al Namtib Biosphere Reserve. Sottolineiamo la presenza di molti camaleonti sul tracciato della D707 (ne abbiamo visti diversi ad occhio nudo viaggiando). Pernottamento al Namtib desert lodge: il lodge è nascosto a 12 Km di distanza dalla strada principale, a 47 Km sulla D707. E’ un posto favoloso illuminato di notte solo da lanterne. I proprietari sono cordialissimi; cena in comune per socializzare. Intorno al lodge c’è la possibilità di percorrere una serie di sentieri a piedi. Noi abbiamo optato per il percorso botanico (consigliatissimo). Unico neo del lodge: i bagni sono privati ma separati dalla stanza da un breve corridoio…all’aperto…

– Direzione Sossusvlei: la D707 dà continue soddisfazioni. Di mattina presto avvistati cani selvatici, piccole volpi, condor e molti rapaci. Pernottamento Hoodia desert lodge: fantastico e consigliatissimo. Personale cortese e disponibile. Cena ottima e breakfast pack fornitissimo.

– Sossusvlei: meglio essere lì al mattino prestissimo (6.00/6.30). Non saprei consigliare se fermarsi prima alle dune lungo la strada o procedere direttamente fino alla Deadvlei. Le prime ore del mattino sono le migliori per tutte le foto, quindi la scelta è soggettiva. Noi siamo andati direttamente alla Deadvlei per scalare il Big Daddy. Ce la siamo presa comoda e abbiamo impiegato circa 2 ore A/R, ma qualcuno più allenato ci ha impiegato circa la metà del tempo. La fatica è notevole ma la vista da lassù ripaga qualsiasi sforzo. Portatevi acqua in abbondanza (senza appesantire il carico) e qualche snack. La Deadvlei purtroppo si riempie subito di gente e quindi diventa difficile scattare foto “pulite”. Nel ripercorrere la strada al contrario i colori e le ombre sulle dune non sono più gli stessi dell’alba, ma si guadagna in tranquillità ed il numero di persone è di molto inferiore. Per fare il percorso riservato alle 4×4 abbiamo sgonfiato un po’ le gomme (1,7) ma se il mezzo è leggero forse non è neanche necessario. Ad ogni modo, se lo fate, prima di uscire dal parco c’è un piccolo distributore solitario dove si possono rigonfiare (con un compenso al benzinaio di 20 Nad). Il Sesriem Canyon merita solo se avete ancora una mezz’ora da trascorrere nel parco… carino… ma niente in confronto alle dune. Una nota importante: è davvero molto comodo avere i biglietti già pagati dal giorno prima (o comunque fatti in anticipo). Noi avevamo chiesto all’agenzia di procurarceli insieme ai permessi per il Naukluft park ma sarebbe stato possibile farli anche il giorno precedente poiché al pomeriggio il gate non è mai molto trafficato e non si rischiano code. Pernottamento al Namib desert lodge: piuttosto sfruttato turisticamente, c’è molta gente, ma è ben tenuto e il personale è molto cordiale. Inoltre è il paradiso dei birdwatcher e un ottimo punto di osservazione delle dune fossili (hanno anche un percorso a piedi per vederle più da vicino). Cena e colazione ottime.

– Direzione Swakopmund: rigorosa tappa da Mr. Moose a Solitaire (la torta di mele è davvero fantastica e Mr. Moose un bel personaggio). Superato Solitaire abbiamo intrapreso, avendo l’autorizzazione, i percorsi per Gaub e Kuiseb durante i quali abbiamo avvistato giraffe e zebre di montagna in libertà. Abbiamo fatto anche il percorso Welwitcha…alla fine porta via poco tempo e non è orribilissimo, certo si vedono solo 30 esemplari di questa pianta, ma si può fare se si ha tempo. Favoloso invece il Moonlandscape che si può vedere dai vari viewpoint lungo la strada. Swakopmund è una cittadina carina ed i negozi piacevoli da visitare. (Un consiglio per lo shopping: se vi rimane tempo a Windhoek prima dell’imbarco per il ritorno, lo shopping potete farlo anche lì visto che i negozi solo molto ben forniti e i prezzi più o meno identici. Ad ogni modo uno sguardo ai negozi vale la pena darlo). Cena al The Tug: personale cordialissimo e cibo davvero ottimo…un po’ caro ma vale la pena (se prenotate con largo anticipo e chiedete un tavolo vicino alla finestra con vista oceano faranno il possibile per accontentarvi e l’atmosfera sarà unica – si può prenotare anche sul loro sito internet).

La seconda sera abbiamo invece cenato al Cosmopolitan: a differenza del The Tug questo è un posto veramente rilassante ed intimo, ugualmente raffinato e si mangia benone (io consiglierei di assaggiare il sushi ma anche il resto del menù di pesce è buono). Le porzioni sono ovunque molto abbondanti. L’attività combo (Giro in catamarano + Dune di Sandwich Harbour) è assolutamente imperdibile: le agenzie si equivalgono tutte e otarie, balene, delfini e la vista di Sandwich Harbour vi toglieranno il respiro. Pernottamento a Namib Guesthouse: intima, molto curata anche la colazione; non ha parcheggio interno ma la notte ci sono due parcheggiatori autorizzati che controllano le auto degli ospiti. Di fatto la scelta per il pernottamento a Swakopmund è vastissima e tutte le guesthouse sembrano confortevoli. Informatevi magari sulla possibilità di utilizzare acqua calda. Alla Namib Guesthouse ci sono docce calde e addirittura phon disponibile e wifi gratis.

– Direzione Twifelfontein: prima di partire conviene fare rifornimento di carburante e acquistare il necessario per il pasto e un po’ di cibo da donare lungo la strada (farina ma soprattutto zucchero). Subito dopo aver lasciato Swakopmund a circa 2 Km da Henties Bay c’è un relitto da poter fotografare (e un bel po’ di venditori ambulanti di pietre semipreziose che vi staranno addosso… tra l’altro chiedono anche qualcosa da mangiare). Se siete interessati all’acquisto di minerali ne troverete comunque in quantità anche sulla strada per Uis. I prezzi in rapporto alla qualità non sono eccezionali ma i venditori non vedono passare molti turisti e gli farete un piacere enorme se gli dedicherete un po’ di tempo… A 15 Km da Uis iniziano a vedersi anche banchetti di donne Herero (e qualche Himba) che vendono i loro manufatti. A mio parere vale la pena fermarsi poiché sono tutt’altro che invadenti, offrono prezzi competitivi e se fate loro dono di un po’ di zucchero o farina vi faranno dei sorrisi che non potrete dimenticare.

– Twifelfontein: la visita alla Burnt Mountain e alle organ pipe è piuttosto inutile, comunque sono vicinissime tra loro e poco distanti dal lodge. Pernottamento al Twifelfontein Lodge: davvero molto sotto le aspettative. Le camere sono trasandate, la cena è dozzinale (e visto che è all’aperto se è freddo non è piacevole neanche l’ambiente), il personale è scontrosissimo ed è piuttosto strano perché nel resto della Namibia abbiamo sempre trovato persone gentili e disponibili. Magnifiche invece sono le pitture rupestri all’ingressi del Lodge. Nota piacevole: la guida inglese che accompagna il nature drive alla ricerca degli elefanti del deserto è un vero personaggio ed è molto preparato. Però se non fosse per la possibilità di incontrare questi splendidi animali non consiglierei l’attività.

– Le pitture rupestri: il sito apre alle 8.00. Cercate di ottenere una buona guida e provate a chiedere di fare entrambi i percorsi. Noi abbiamo scelto il Lion Man di 1 ora che è il più lungo e si vede abbastanza ma vista la loro bellezza mi sarebbe piaciuto fare anche l’altro. Costo 120 Nad + mancia se merita.

– Direzione Opuwo: la C39 è una strada maltenuta anche se mentre la percorrevamo la stavano risistemando. In quel momento comunque era la peggiore percorsa insieme alla C14. Il tratto peggiore è quello per arrivare alla foresta pietrificata. La visita della foresta è piuttosto interessante, porta via poco tempo (circa mezz’ora) e il prezzo è sostenibile (100 Nad pp. + mancia). Inoltre all’ingresso ci sono bagni molto puliti e un mercatino artigianale carinissimo, anche se il mio consiglio rimane quello di acquistare qualche oggetto dalle donne Herero lungo la strada per Twifelfontein. Confermo la presenza lungo la strada di indicazioni per false foreste ma quella “ministeriale” è facilmente individuabile poiché è l’unica con il cartello stradale stampato e non scritto a penna. Da qui noi non abbiamo percorso la C43 perché sconsigliata a causa dell’orribile tracciato (peggiore della C39 quindi davvero preoccupante) e per salire fino ad Opuwo abbiamo percorso la C35. Essendo asfaltata e “trafficata” è noisa ma facile da percorrere. Abbiamo trovato il posto di controllo veterinario poco dopo aver iniziato a costeggiare l’Etosha, ma le guardie sono gentili: chiedono solo documenti e contenuto del bagaglio. L’importante è non trasportare carne.

– L’arrivo a Opuwo è sorprendente: un miscuglio straordinario di culture. Donne herero coloratissime, himba, Ovahimbo… fantastico. Certo lì per lì ti senti un po’ fuori posto e a primo impatto abbiamo avuto un po’ di timore, ma ci siamo comunque fermati a fare rifornimento al distributore e un po’ di spesa all’Ok Grocer lì vicino. In realtà le persone o sono gentili o non fanno neanche caso a chi gli passa accanto, e anche chi si avvicina per vendere qualcosa non è affatto invadente. Il consiglio però è di farsi controllare l’auto parcheggiata mentre fate la spesa e ricambiare con un po’ di mancia, farete contento qualcuno e starete più tranquilli. Davanti al Grocer troverete sicuramente qualcuno disponibile (noi abbiamo fatto amicizia con un bambino che poi abbiamo assoldato anche al ritorno) e con 20 Nad farà l’impossibile. L’Ok Grocer è fornitissimo e perfetto per l’acquisto dei doni per gli Himba. Il personale del supermercato tra l’altro è gentilissimo e in grado di consigliare sui gusti da soddisfare. Per quanto riguarda la scorta doni noi abbiamo seguito i consigli dei TPC acquistando: 7,5 Kg di farina maizemil (non sbagliatevi, c’è scritto sulla confezione); 2 Kg di zucchero scuro; 4 confezioni di tabacco da pipa e 4 da sniffo; 4 confezioni grandi di vasellina non profumata. Inoltre, per distribuire qua e là, altre confezioni piccole di farina e zucchero. Vista la nostra esperienza, però, consiglio di comprare anche confezioni porzionate di biscotti (esempio Pavesini) per i bambini sia del villaggio da visitare sia che incontrerete lungo la strada (vanno matti anche di caramelle ma poi non possono curarsi i denti), inoltre altre piccole leccornie a scelta per chi incontrerete (noi abbiamo regalato anche le noccioline su loro esplicita richiesta). I bambini poi adorano le mele (noi purtroppo non ne avevamo, ma ce ne hanno chieste spesso) e poi sempre per i bambini portatevi anche un po’ di penne e qualcuno ci ha chiesto anche un libro ma forse intendeva quaderno… Gli adulti invece in generale apprezzano molto la farina, ma molto di più lo zucchero. Poco interessa invece la vasellina, poiché loro utilizzano una crema homemade derivata dal burro di capra, per questo il mio consiglio è di optare per i generi alimentari. E’ stato bellissimo concedere qualche sfizio ai bambini, ma anche a quelle donne meravigliose. Ovviamente le nostre sono indicazioni sulla base della nostra esperienza ed una guida esperta potrebbe essere più precisa. Infine: qualcuno lungo la strada ci ha chiesto anche soldi (ma si accontentano davvero di poco). Chiedono anche stoffe (e sarebbero utili anche coperte). Qualcuno inoltre ci ha chiesto anche maglie ed abbigliamento in genere ma la nostra guida ce lo ha sconsiliato perché così facendo si favorirebbe l’indebolimento della loro cultura. Pernottamento all’Opuwo Country Lodge: fate gli acquisti prima di salire al lodge perché non rifarete volentieri la strada per tornare indietro. Il lodge non è male (chiedete una superior) e il personale è molto cordiale. Si mangia anche bene e il panorama è incantevole. La cena all’aperto è molto romantica.

– Villaggio Himba: andateci assolutamente insieme ad una guida, è l’unico modo per interagire con la loro cultura. Non parlano inglese e solo la guida potrà aiutarvi a capire le abitudini di questo straordinario popolo. Noi siamo stati accompagnati da Antonio ad un villaggio non turistico (davvero fuori mano) e grazie alla guida abbiamo conosciuto delle persone gentilissime ed ospitali. Ogni villaggio è composto da massimo 20 famiglie ed ogni famiglia può avere fino a 35 persone. Quello che noi intendiamo come villaggio in realtà è una famiglia, per cui la visita di solito è ad una famiglia Himba e non ad un villaggio. La visita vale davvero la pena e sarete ben lieti di avere dei doni da distribuire. A noi è capitato che la più anziana della famiglia (90 anni!) chiedesse alla guida se aveva del collirio da regalarle: con sole e polvere infatti gli occhi diventano un loro punto debole per cui se potete portate un po’ di collirio con voi… non si sa mai. Per noi è stato un piacere poterglielo lasciare. In realtà altri turisti hanno regalato anche altri medicinali di cui loro sono completamente sprovvisti, per cui se vi portate dietro qualcosa per voi magari potrete distribuirne in caso di necessità.

– Direzione Epupa: la strada è tenuta bene come tracciato, ma occorre fare attenzione agli avvallamenti e alle persone ed animali ai margini. E’ davvero consigliata una velocità massima di 60 Km/h. Lungo il tragitto si incontrano altri Himba ed anche Herero. Se siete affamati di foto potete provare a chiedere a chi incontrare ed eventualmente contrattare i doni rimasti… per noi è stato piacevolissimo tentare di dialogare con loro, ovviamente nel massimo rispetto e cercando di accontentare tutti. Conoscere questo popolo è un’esperienza unica ed imperdibile, avrei voluto conoscerli tutti 😉 e poi che buffo osservare le donne che si sistemavano e posavano seriamente per le foto… come delle star… bellissime.

– Epupa: la cascata è proprio bella e l’ambiente rilassante e piacevole. Si può fare il percorso panoramico a piedi oppure con l’auto salire fino al viewpoint: entrambi i sentieri non sono segnalati benissimo, ma basta chiedere. Per salire al viewpoint occorre seguire la strada principale (per capirsi direzione Opuwo ma a pochi metri di distanza dalle cascate) e a circa 700mt dall’Epupa lodge sulla sinistra c’è una piccola deviazione sterrata che sale sulla collinetta di fronte alla cascata. La strada è piuttosto dissestata ma breve e il panorama è mozzafiato. Se andate in autonomia vi costerà solo 20 Nad (di parcheggio penso abusivo); se invece vi affidate al lodge l’attività sundowner ve ne costerà 150 ed il percorso è identico. Solo due consigli: attenti a non bucare e andate in prossimità del tramonto. Vicino alla cascata invece vi sono delle bancarelle Himba che potrete visitare senza difficoltà. I venditori non sono invadenti. Pernottamento all’Omarunga Camp: carino, personale gentile e cena gustosa. Non c’è corrente nelle camere per cui ricaricate il necessario alla tappa precedente. La doccia è freschina ma in questo posto troverete un bel caldo tropicale. – Kamanjab: tappa di sosta tra Epupa e Etosha. Effettivamente sarebbero stati troppi Km da affrontare in un solo spostamento. Sulla via del ritorno da Epupa ci si possono godere gli ultimi sorrisi Himba e l’indispensabile rifornimento ad Opuwo. La raccomandazione più importante è sempre quella di stare molto cauti sul percorso sterrato. Pernottamento al Kavita Lion Lodge: il posto è tranquillo, niente di speciale, non c’è elettricità nelle camere. Anche se il lodge non è dei più ricercati l’attività mattutina con i leoni offerta dai proprietari è un buon modo per sostenere il loro difficile ma importante progetto e se avete qualche ultimo soldino da donare con piacere per la salvaguardia di questi splendidi felini tanto meglio. Durante l’attività i leoni si vedono di sicuro; ne hanno due nella riserva, entrambi maschi, ma purtroppo la loro vista è una specie di attrazione perché vengono richiamati con del cibo. C’è da sottolineare che questi due esemplari sono stati salvati da brutte situazioni di cattività e non sono più in grado di tornare liberi e cacciarsi il cibo, vengono perciò tenuti liberi in un ampio spazio (sono davvero molti ettari di parco) ed utilizzati per cercare fondi per salvare i loro simili ancora liberi. Alla fine non è il peggior scopo nella vita. A nostro avviso vale la pena sostenere il progetto e le guide sono molto disponibili e preparate.

– Etosha: il percorso da Kamanjab dura circa 3-3.30 ore per cui occorre partire il prima possibile per arrivare in Etosha in tempo per un breve safari pomeridiano (nel nostro caso, considerata l’attività mattutina con i leoni offerta dal lodge siamo riusciti a partire alle 9.30 e siamo arrivati alle 13.30 considerando anche la deviazione per Outjo – sinceramente inutile (essendo nel nostro caso domenica la panetteria era chiusa e l’unico supermarket aperto aveva un’offerta davvero limitata). La deviazione quindi non conviene visto che assorbe A/R circa 20 Km di tragitto e i rifornimenti alimentari per Etosha conviene farli se si proviene da nord ad Opuwo e se si proviene da sud da Otiwarongo – entrambi supermarket ultra riforniti). Inoltre se siete fortunati potreste trovare qualcosa anche nello shop di Okaukuejo. Non confidate invece in Halali e portatevi di scorta un po’ d’acqua perché sono sempre sfornitissimi. Informazione sul costo del parco: se entrate entro le 15.00 di un giorno e volete uscire dopo le 15.00 del/dei giorni successivi dovrete pagare 1 giorno in più di presenza (noi lo abbiamo fatto e sinceramente ne è valsa la pena). Non esistono invece consigli su come affrontare il safari: ci vuole fortuna. Seguite l’istinto e nelle ore calde guardate bene sotto gli alberi. Tenete una velocità ridottissima e in bocca al lupo. Noi siamo stati fortunatissimi e il nostro bilancio è oltre ogni migliore aspettativa. Di sicuro è preferibile dormire all’interno del parco per cui prenotare per tempo. Okaukuejo è carino, Halali invece è molto spartano, ma essere al centro di Etosha ripaga. In entrambi la colazione viene servita dalle 5.30 così è possibile iniziare il safari appena aprono i cancelli. Altro dettaglio: ogni campo richiede una cauzione giornaliera di 500 Nad (in contanti) che restituisce al momento della partenza, dopo il controllo della camera. Cercate quindi di avere con voi sufficiente contante. Le cene invece possono essere pagate anche con carta di credito. In totale siamo stati due notti all’interno del campo e una notte subito fuori (in uscita), pernottando in un campo superconsigliatissimo: il Mushara bushcamp. E’ davvero un posto incantevole e vivamente raccomandato (atmosfera unica).

– In avvicinamento a Windhoek: abbiamo soggiornato una notte all’Okonjima. Se come noi vi fate impressionare dalla pubblicità che fanno a questa struttura ci rimarrete di sasso perché effettivamente il lodge è trascuratissimo, soprattutto le garden room (solo che sono le uniche con un prezzo abbordabile). Vale però lo stesso discorso del Kavita Lion. Il lodge infatti è nato per sostenere il progetto di tutela dei felini (in questo caso ghepardi e leopardi) e sinceramente vale la pena dare un contributo. Il consiglio però è che se le finanze ve lo permettono optate per una camera bushcamp (ma non la villa), anche se il prezzo è esoso le camere sono migliori (e pazienza se dovrete rinunciare all’attività serale con le istrici, tanto le vedrete dalla vostra pozza privata). Da dire c’è che le attività che propongono a sostegno del progetto sono migliori di quelle del Kavita, poiché i loro felini, benché in parte radio controllati (6 leopardi su 22) sono comunque allo stato brado e cacciano liberamente nella riserva, tanto che qualcuno viene addirittura rimesso in libertà (dal 1993 hanno salvato più di 1.000 felini).

– Nella tappa di avvicinamento ad Windhoek ci siamo fermati al mercatino di Okahandia. Si fanno ottimi affari, è ben rifornito e le persone sono gentili e tutt’altro che insistenti. Se vi avanza un po’ di cibo o di regalie qui troverete a chi donarlo.

– Windhoek: il centro è facile da raggiungere ed è possibile parcheggiare su Indipendence Av. nel parcheggio sopraelevato di fronte all’Hilton Hotel (20 Nad mezza giornata). Per girare il centro occorrono circa 2/3 ore shopping incluso. Per lo shopping ce n’è per tutti i gusti: bancarelle in post street e in Fidel Castro Av., negozi con molta scelta (e ovviamente più cari) su Indipendence Av., ma vale la pena dare un’occhiata perché hanno davvero delle belle cose.

– Infine, ma non meno importante, una nota sul rientro: se andate in agosto e viaggiate con Air Namibia fatevi riaccompagnare in aeroporto diverse ore prima della partenza (3 potrebbero non essere sufficienti) perché la compagnia da anni sfrutta un vergognoso overbooking nei periodi “caldi” con il rischio di rimanere a terra. Informatevi magari il giorno prima agli uffici della compagnia, o al massimo la mattina stessa della partenza (sia Air Namibia che AirBerlin erano davvero in condizioni disastrose in agosto e hanno lasciato a terra 70 passeggeri al giorno per 15 giorni consecutivi). Ad ogni modo, vi dovesse capitare, non accontentatevi del buono volo che vi offre la compagnia in cambio dell’overbooking, ma pretendete il risarcimento in contanti che, a regola, è un diritto del viaggiatore.

– Ultimo consiglio: portate con voi un bel po’ di penne biro. I ragazzi ve ne chiederanno sempre!

Davvero un augurio per questo splendido viaggio.

Ale e Ricca



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