Tour in Canada
Diciotto giorni a disposizione. Già a gennaio, dopo aver preso spunto da racconti di viaggio letti qua e là, io e la mia compagna avevamo organizzato il tutto: comprato i voli aerei, prenotati gli alberghi per tutte le tappe del nostro viaggio su booking.com, presa l’auto a noleggio con partenza da Calgary e riconsegna a Vancouver. Sabato 21 luglio partiamo perfettamente in orario con il volo Air Canada destinazione Calgary dopo uno scalo a Toronto.
Lasciamo una Roma soffocata da un caldo africano e da un cielo bianco per l’umidità e al nostro arrivo in Canada la prima bella sensazione: ci accoglie un bel sole supportato da una temperatura non superiore ai 27 gradi. La condizione ideale!
I primi due giorni li dedichiamo alla visita di Calgary. Contrariamente a quanto avevo letto, la trovo una città assolutamente piacevole, ordinata, verde e ricca di fiori colorati. Si respira un’atmosfera rilassata, sensazione peraltro vissuta in tutto il Canada. Oltre alle strade principali del centro, al parco più importante della città e alle solite mete consigliate da tutte le guide, decidiamo di provare a vivere la città come se fosse pieno inverno e percorriamo quindi i vari centri commerciali passando da un edificio all’altro utilizzando i tunnel panoramici che permettono di svolgere tutte le attività non uscendo mai all’esterno al fine di evitare le rigide temperature dei mesi più freddi. Che dire? I palazzi sono moderni, tenuti benissimo e al loro interno enormi spazi sono dedicati a giardini e fontane come se ci si trovasse in un parco all’aperto. Bellissimi! Si capisce subito come il Canada sia un Paese molto ricco e la popolazione benestante. Abbiamo letto che hanno i maggiori giacimenti d’oro del mondo e sono primi nell’estrazione del petrolio, ancor prima dei paesi arabi. La popolazione è serena, sempre sorridente e disponibilissima: ogni qualvolta ci capitava di fermarci per guardare la piantina di una città o la guida, immancabilmente si fermava qualcuno che con un gran sorriso ci chiedeva se avessimo bisogno di indicazioni o di un aiuto. Ogni volta che ci avvicinavamo camminando al bordo di un marciapiedi, subito tutte le autovetture che stavano per transitare lungo la strada in entrambi i sensi di marcia si fermavano e aspettavano pazientemente che noi attraversassimo anche se per farlo ci mettevamo più tempo del consentito (ad esempio se perdevamo del tempo per fare una foto). Le strade erano sempre pulite, ovunque. Mai una scritta su un muro, una buca, un pezzetto di carta in terra… insomma nulla! Sia dal punto di vista della mentalità che da quello estetico sembra essere un paese vergine, appena nato, immacolato. Tutti rispettano le regole al punto che in 18 giorni non abbiamo visto un poliziotto. Si ha la netta impressione che sia un popolo che non ha bisogno di qualcuno che li governi o li costringa a rispettare la legge… sembra come se si governino da se, come se fosse ben chiaro il concetto nella testa di ognuno che l’obiettivo principale non è il bene del singolo ma il bene della comunità e così facendo saranno poi tutti va trarne beneficio. Tutto funziona perfettamente, tutto è in perfetto orario. Ad esempio siamo rimasti colpiti quando, sull’autostrada, giunti ad una decina di chilometri dal porto dove ci saremmo imbarcati per recarci a Vancouver Island, siamo transitati sotto un tabellone luminoso che ci avvisava come il prossimo traghetto sarebbe partito 30 minuti dopo, che per fare i biglietti non sarebbe stato necessario scendere dall’autovettura e che, al momento, il traghetto stesso era pieno all’84 per cento.
terzo giorno
Come da programma, partiamo per Banff, prima tappa dei sei giorni dedicati alla scoperta dei grandi parchi nazionali. Gli spazi sono così vasti che lungo le loro enormi e poco trafficate autostrade si passa dalla pianura ai 3000 metri praticamente senza accorgersene. Questo perché le strade non si arrampicano mai intorno alle montagne con strade strette e tortuose ma si attraversano vallate ed altopiani con lunghi rettilinei in falso piano che, con estrema facilità, ti portano in vetta. Usciti da Calgary bastano pochi chilometri per essere completamenti immersi e circondati da sterminate foreste di abeti che si perdono al vista d’occhio fino all’orizzonte. E insieme a loro, fiumi, cascate e laghi a non finire. si susseguono uno dopo l’altro toccando le tonalità di colore più incredibili: dal verde smeraldo, all’azzurro intenso, al blu cobalto. Banff, così come Canmore (anche se più piccolina) e la successiva Jasper sono tre deliziose località di montagna turistiche e pittoresche. Piene di servizi, ristoranti, negozietti, giardini e ruscelli. Ottimi luoghi in cui passare le ore serali dopo aver trascorso intere giornate a camminare per ore escursione dopo escursione. Canmore poi, è nata come piccolo paesino di frontiera dove, ad inizio secolo, vivevano i minatori. Questi ultimi trovarono il luogo pieno di conigli e decisero, sin dall’inizio, di rispettarli instaurando una pacifica e simpatica convivenza con i conigli stessi. Così, ancora oggi, il paesino è affollato di piccoli coniglietti che vivono liberi e felici in mezzo agli uomini. Sempre a Canmore abbiamo pernottato (Georgetown inn) due notti in un antico albergo con camino in ogni stanza e con pub annesso in cui sono esposti tutti i vecchi attrezzi dei minatori, il materiale da sci e le foto di quella comunità di inizio 900, ed è stato un luogo molto piacevole e suggestivo. Sarebbe troppo lungo elencare tutti i luoghi magici che è possibile andare a vedere e, soprattutto, fotografare.
Ma provo a ricordare almeno le mete che, a nostro avviso, sono da definire imperdibili: Johnston canyon con la sua passerella sospesa a metà di una parete rocciosa che permettere di percorrere tutto il canyon proprio sopra lo scorrere di un fiume e di vedere le sue rapide e le sue cascate che si susseguono tumultuose. Il tutto con la continua compagnia di una miriade di simpatici scoiattoli che vengono a giocare con te senza alcun timore e ti salgono addosso nella speranza di rimediare qualcosa da mangiare.
La bellezza del piccolo Moraine Lake, un lago circondato, ma sarebbe meglio dire incastonato, fra delle vette maestose con picchi innevati e ghiacciai che dominano l’intero paesaggio. Anche qui ritroviamo i simpatici scoiattoli e ci viene impedito di effettuare una passeggiata su un sentiero per la presenza di Grizzly.
Lake Louise, molto bello e molto più pubblicizzato di Morine lake ma, a mio parere, meno bello e meno selvaggio del precedente. Comunque da non perdere soprattutto la passeggiata sul sentiero che ti permette di salire per un paio di chilometri in mezzo ad un bosco e raggiungere una piccola piattaforma in legno dalla quale si ha una spettacolare visione dall’alto del lago e dell’intera vallata. Sempre percorrendo la trans Canada 1 che ci ha accompagnato per gran parte del viaggio, abbiamo percorso tanti altri sentieri bellissimi e visto fiumi e cascate indimenticabili quali ad esempio Bo Lake, Peyto Lake, Mistaya Canyon, Sanwapta falls, Cathedral Grove (quest’ultima una vera e propria foresta di alberi di 700/800 anni con un diametro di base anche di 4 metri!), ma, ripeto, ci vorrebbe troppo tempo e spazio per raccontarli tutti e quindi mi limito ad elencare le tappe dalle quali non si può proprio prescindere.
Assolutamente da fare è la lunga passeggiata sul sentiero che permette di costeggiare le rapide del fiume proprio nei meandri del Maligne Canyon aprendo la vista a gole, crepacci e cascate davvero suggestivi. Tra i luoghi sicuramente da non mancare quello che più di tutti mi è rimasto nel cuore e mi ha affascinato fino a farmi resta a bocca aperta pensando di essere in paradiso: Maligne Lake, posto al termine di una lunga strada lungo la quale più volte siamo stati costretti a fermarci per far attraversare caribù, daini e cerbiatti. Per quanto ci provi non riesco a trovare parole o aggettivi che possano descrivere l’assoluta bellezza, la magnificenza, la purezza, la spettacolarità, i colori, l’immensità, la spiritualità di Maligne lake. Da non mancare l’escursione in battello che porta sin sul lato opposto del lago (lungo circa 12 chilometri), a Spirit Island. Il luogo è totalmente magico… si ha come l’impressione di essersi tuffati in un quadro in cui regna l’assoluto.
Altra tappa imperdibile è il Glacier Columbia Icefield, un maestoso ghiacciaio che si raggiunge a bordo degli ice explorers (dei mezzi enormi con delle ruote alte come un uomo!). La luce, l’aria pulita, la vista senza fine da cui si gode in cima al ghiacciaio non ha davvero eguali. Dopo sei giorni nei parchi e dopo una notte trascorsa a Golden (in una bed and breakfast eccezionale: “Le beausoleil”, una villa completamente in legno in cima ad una collina con terrazzi e vasca idromassaggio con vista sulla vallata e sulla cittadina sottostante; una bed and breakfast costruita dai proprietari nel rispetto assoluto della natura circostante offrendo inoltre una grande accoglienza e una colazione menorabile) ed un’altra a Kamloops, abbiamo raggiunto Vancouver dove abbiamo trascorso due giorni. Vancouver è una città splendida. Tutta circondata dal mare, con delle baie bellissime, un porto scenografico, un lungomare da sogno, un parco incredibile, Stanley Park ricco di prati, aree giochi, spiagge e foreste. Oltre alle strade del centro consigliamo di andare a visitare il piccolo quartiere di Gastown, le vie dei negozi come Robson street o Smithee street e, soprattutto, il caratteristico mercato coperto e le botteghe artigiane di Granville island attraversando Granville bridge dal quale si ha una veduta della città da togliere il fiato.
Lasciando Vancouver poi, ci imbarchiamo sul traghetto per l’enorme Vancouver Island. Qui trascorriamo altri quattro giorni raggiungendo lontane comunità di pescatori sulla costa del pacifico come Uclulet e Tofino la cui popolazione è formata in maggioranza dai cosiddetti “first nation” gli indiani che per primi hanno vissuto queste terre. Passiamo intere giornate a percorrere sentieri (come ad esempio lo splendido Wild Pacific Trail) in riva al mare, con foreste di abeti ed aceri che scendono fino al mare e, spesso, crescono direttamente nell’acqua) avendo come suggestiva e malinconica colonna sonora l’eco del pianto delle balene che attraversano le varie baie poste di fronte a noi. Facciamo lunghe passeggiate su spiagge immense davanti ad onde affrontate da intrepidi e a volte impacciati surfisti e sovrastati dal volo di aquile americane dalla testa bianca, potenti, inquietanti e meravigliose. Almeno tre volte, in tutto il viaggio, incontriamo magnifici esemplari di orsi neri che affrontiamo (forse con troppa incoscienza) avvicinandoci ben oltre il limite di sicurezza consigliato, al fine di poter scattar loro delle foto che possano immortalare degnamente quegli incontri da lasciare senza fiato. E infine chiudiamo la nostra permanenza sull’isola di Vancouver con due giorni a Victoria, un’altra città coloratissima, solare, allegra e bellissima. Piena di musei, con il bellissimo palazzo del parlamento che si apre su di un prato verde, una baia ed un porto incantevoli. E’ una città piena di vita da cui partono ogni momento escursioni in idrovolante o in motoscafo per andare a vedere le balene. E noi ci siamo regalati proprio quest’ultima escursione in una bellissima giornata di sole, cielo azzurro e mare calmo che ci ha permesso di vedere e fotografare molti di questi imponenti esemplari. Prima di chiudere questo viaggio indimenticabile ricco di immagini, di animali e di colori che resteranno indelebili nella nostra memoria, torniamo un ultimo giorno a Vancouver dove in serata, in mare, al centro della baia, ci regalano un grandioso spettacolo di fuochi d’artificio davanti a centinaia di barche a fare da cornice per festeggiare i sessant’anni di regno della regina Elisabetta. E miglio fine non potevamo proprio chiederla.
Il mattino dopo ripartiamo per tornare a casa con il cuore un po’ malinconico ma con la mente ricca di ricordi e la consapevolezza di aver affrontato quello che fino ad oggi è il viaggio più bello da noi vissuto.
Massimo Flori
Informazioni pratiche per l’organizzazione del viaggio
Volo Roma-Calgary con scalo a Toronto e ritorno con Air Canada, circa 1000 euro a testa;
Volo interno da Vancouver a Calgary circa 400 euro a testa;
Noleggio auto per 16 giorni con prelievo a Calgary e riconsegna a Vancouver 599 euro complessivi;
Alberghi tra tre e quattro stelle per tutta la durata del viaggio con prima colazione circa 1800 euro complessivi;
Spese varie: traghetti, escursioni sul ghiacciaio, whale wattching, pranzi, cene;
Benzina e spese varie, 1600 euro complessivi;
Totale: circa 3200/3400 euro a testa.