Tour in Argentina

Un viaggio tra le cascate Iguazu, la Terra del Fuoco, il Perito Moreno e Buenos Aires
Scritto da: profumo
tour in argentina
Partenza il: 12/02/2012
Ritorno il: 24/02/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Per il nostro 25° anniversario abbiamo deciso di fare un viaggio in America Latina e la nostra scelta è caduta sull’Argentina. Navigando in internet in cerca di tour operator argentini abbiamo avuto più contatti ma, alla fine, abbiamo concluso con Adriana di Buenos Aires, che con la sua valida collaborazione e pazienza ci ha aiutato a pianificare il viaggio.

Domenica 12 febbraio 2012

Siamo partiti da Milano Malpensa con volo Iberia diretti a Madrid e da qui abbiamo proseguito con Aerolineas Argentinas fino a Buenos Aires dove siamo arrivati.

Lunedì 13 febbraio alle 5 del mattino ora locale; ad attenderci c’era Patrizia che ci ha accompagnati al Portal del Sur Hostel ubicato in zona centralissima e strategicamente perfetto per visitare la città. Posati bagagli e liberatici degli abiti pesanti, siamo subito partiti, a piedi, alla scoperta di questa città. Abbiamo percorso Avenida 9 luglio (la più larga via del mondo arriva nel punto più largo sino a 16 corsie), molto bella con viali alberati ricchi di stupendi fiori e belle aiuole, con il suo alto obelisco che aiuta ad orientarsi facilmente. Abbiamo ammirato l’imponente teatro Colon, uno dei più importanti ancora oggi dell’America latina e, in cui, ancora oggi, avvengono importantissime rappresentazioni. Siamo poi giunti in Placia Lavalle con i suoi bei palazzi sino al palazzo del Congreso con la sua grande cupola verde. Abbiamo raggiunto la via pedonale Florida, con i suoi eleganti negozi, gremita di portenos indaffarati, artisti di strada, begli edifici storici che ricordano quelli di Madrid. Gironzoliamo nella Galleria Pacifico, centro commerciale in stile francese del 1889 con bei soffitti a volta impreziositi da dipinti realizzati da famosi pittori argentini. Ci dirigiamo poi a Porto Madero che un tempo era solo un molo ed i cui edifici in mattoni sono stati trasformati in lussuosi ristoranti, negozi ed uffici. La zona è moderna con grattacieli che si affiancano ad edifici d’epoca. Verso le 16,30, affamati e stanchi, un po’ per il fuso ed un po’ per il caldo umido (siamo partiti con -12° e qui ve ne sono +30°!) ci rifugiamo in un fresco ristorante dove gustiamo deliziose empanadas, ottimo asado ed un buon gelato. Verso le 17,30, dopo aver ripreso le forze, ci siamo diretti verso Plaza De Mayo su cui si affaccia la Casa Rosada, il Cabildo, La Piramide de Mayo, La Barocca Catedral Metropolitana ed il Banco de La Nacion. E’ una bella piazza, con alberi in fiore ma soprattutto sede sia in passato che ancora oggi, di importanti manifestazioni tra cui, ogni giovedì, quella delle Madres de la Plaza de Mayo in memoria dei figli scomparsi “desaparacidos” vittime della tristemente famosa guerra sporca. Verso le 19,30 torniamo in Hotel e, dopo una rigenerante doccia ed un breve spuntino crolliamo in un profondo sonno.

Martedì 14 febbraio

Sveglia alle 4,40 e colazione. Alle 5,30 arriva l’auto che ci accompagna all’aeroporto Aep per il volo delle 7,10 che ci porterà a Puerto Iguazù. Arriviamo alle 9 e un’auto ci accompagna all’Hostel Che Lagarto. L’hostel è ubicato nel centro della cittadina che si sta ingrandendo grazie al turismo, è un posto tranquillo, con piccoli negozi e ristoranti. Gironzoliamo per le sue vie fino alle 12, ci mangiamo una pizza e alle 13.30 ci viene a prendere Alcide, la guida di caracul che ci accompagna a vedere le cascate dal lato brasiliano. Dopo un po’ di attesa al confine per le formalità doganali, arriviamo all’ingresso da cui partiamo con un bus panoramico a due piani dal quale si può vedere la flora e la fauna della foresta pluviale. Infatti, dopo poco vediamo delle bellissime farfalle turchesi, più avanti un cucciolo di capriolo o qualcosa di simile e alla fine della strada asfaltata arriviamo ad uno slargo dal quale parte un sentiero lastricato che conduce alle cascate. Percorrendolo possiamo ammirare il lato argentino delle cascate, il fiume sottostante e la vegetazione rigogliosa. Alla fine del sentiero si giunge al salto Floriano: lo scenario è fantastico, ci si sente piacevolmente rinfrescati dagli spruzzi portati dal vento e, salendo sulle passerelle, ci si avvicina sempre più bagnati alla Garganta del Diablo. Il frastuono è incredibile quanto l’emozione che trasmette questa meravigliosa potenza della natura! Si vorrebbe poter rimanere qui all’infinito per poterne cogliere ogni variazione, ma purtroppo il tempo corre veloce per cui dopo numerose foto e riprese prendiamo l’ascensore che ci porta ad una piattaforma sopra le cascate, inutile dire che anche da qui la vista è veramente spettacolare. Ripercorrendo lo stesso sentiero arriviamo al bus e poi, con il pulmino ritorniamo all’hotel. Dopo una bella doccia ci rifocilliamo con il buffet e poi usciamo a passeggiare gustandoci un buon gelato, commentando le belle vedute di oggi e pregustando ansiosi quelle che ci attendono domani.

Mercoledì 15 febbraio

Sveglia alle 630, buona colazione e alle 7,20 arriva Oscar che, con altri turisti, ci accompagna a visitare le cascate dal lato argentino. Dopo aver fatto i biglietti saliamo su di un trenino e dopo circa 10’ giungiamo ad un sentiero che attraversa la giungla, vediamo variopinte farfalle, uccelli colorati, dei grandi pesci che assomigliano ai nostri pescigatto, alcune tartarughe d’acqua, i coatimundi (specie di procioni) che si avvicinano ai turisti in cerca di cibo, varie specie di piante (che da noi si vedono nelle serre e le teniamo in appartamento) e che sono molto più colorate e rigogliose. E, ancora, alberi fioriti e piccole farfalle arancioni che hanno sulle ali un disegno che forma il n° 88. Alla fine del sentiero ci attende lo spettacolo più imponente: la Garganta del Diablo. La piattaforma è proprio sopra l’impetuoso fiume che forma una cascata ribollente e tumultuosa che si getta su 3 lati verso un precipizio spumeggiante dal quale si innalzano imponenti spruzzi che creano una fitta nebbia che impedisce di fotografare e riprendere ma, che ti fa sentire partecipe di questo spettacolo della natura. Ripercorriamo lo stesso sentiero e ne imbocchiamo un altro che ci conduce al paseo superiore dal quale si hanno splendide vedute sul lato superiore dei vari rami in cui si dividono le cascate e che ci fanno rendere conto di quanto maestose siano. Verso le 12 torniamo alla zona ristoro dove gustiamo le empanadas (specie di ravioli ripieni di carne, verdure, prosciutto e formaggi) veramente squisite. Verso le 14 percorriamo il sentiero inferiore per giungere al Salto San Martin, anche qui la vista è magnifica, sotto di noi si vede l’Isla san Martin che sembra in balia di questo calderone di acqua ribollente ed il sole ci regala uno splendido arcobaleno che rende lo scenario ancora più affascinante! Abbiamo deciso di fare l’escursione “la grande avventura” che consiste in un giro sul gommone di circa 30-40’ sotto le cascate e altri 30’ su di un carro attraverso la giungla. Scendiamo sino al punto di imbarco, indossiamo i giubbotti salvagente, mettiamo in una grande borsa plastificata macchina fotografica e videocamera e saliamo a bordo. Il gommone parte e si dirige di fronte ad una delle cascate, davanti a noi un altro gommone vi si butta completamente sotto facendo più virate. Il nostro sta un po’ più distante e poi torna indietro (delusione) e ci porta di fronte all’altra cascata. Facciamo le foto e pensiamo che sia finita così, invece riparte e accelerando sempre di più torna alla prima cascata e… si butta deciso dentro il vortice ribollente, di colpo un diluvio di acqua scrosciante ci piomba addosso che entra dappertutto… occhi, orecchie, si fatica a respirare; è fantastico sentirsi travolti dal fragore d questa marea. Le sensazioni sono così intense da essere indescrivibili! Dopo varie evoluzioni torniamo verso i centro del fiume completamente fradici (noi eravamo i primi davanti e quindi gli spruzzi erano ancora più intensi) fortunatamente c’è un bel sole che ci scalda e ci asciuga ma, non facciamo in tempo a pensarlo che giungiamo sulle rapide e veniamo nuovamente colpiti da forti schizzi e da nuove emozioni. Scendiamo ed imbocchiamo il sentiero Macuco che ci porta al carro,si tratta di un grosso rimorchio con delle panche. Vi saliamo e percorriamo per circa 20’ una strada sterrata nella giungla mentre una ragazza che ci fa da guida spiegandoci la flora e la fauna. Non abbiamo visto nessun animale, anche perché il carro è piuttosto rumoroso e, da parte nostra non consigliamo questa escursione che non permette di vedere nulla. Pensiamo che potrebbe essere meglio farla a piedi, sarebbe sicuramente più interessante, meno inquinante e varrebbe la spesa, mentre l’escursione in gommone è sicuramente da provare. Torniamo all’hotel ancora emozionati dall’intensa giornata, dopo una bella doccia ed una buona cena crolliamo in un sonno profondo.

Giovedì 16 febbraio

Sveglia alle 7 e dopo una buona colazione alle 8,20 partiamo in direzione dell’aeroporto, ci attende un giorno intero di voli che ci porteranno ad Ushuaia dove arriviamo alle 20,30. E’ ancora chiaro, così abbiamo la possibilità di vedere il lago azzurro su cui si specchiano graziose case colorate e montagne imbiancate dalla neve; sembra un paesaggio norvegese. Ci attende una simpatica ragazza che con l’auto e l’autista accompagna noi e una coppia di simpatici signori di Lucca ai rispettivi hotel. Noi siamo a Los Cormoranes Hostel. E’ graziosissimo, con le camere che sembrano dei mini appartamenti ed una splendida vista sulla baia. Posiamo i bagagli ed andiamo in paese (10’ a piedi). Ceniamo con una buona paella ricca di pesce ed un buon vino, facciamo conversazione con un signore simpaticissimo che fa il pediatra a Buenos aires, figlio di genitori abruzzesi. Verso le 23.30 torniamo all’hotel… il cielo è ‘pieno’ di stelle e il vento è piuttosto freddo.

Venerdì 17 febbraio

Sveglia alle 7,30 ci prepariamo la colazione nella cucina dell’hostel e alle 8 passa a prenderci Gustavo che con altri turisti (3 argentini, una coppia di tedeschi, una ragazza di new York) ci accompagna in fuoristrada alla scoperta del bosco fueghino. Percorriamo circa 40’ di strada asfaltata ammirando montagne rocciose imbiancate di neve poi imbocchiamo una strada sterrata e scendiamo verso un piccolo lago. Ci sono degli chalet di legno e vicino a questi piccole canoe. Gustavo ci fa indossare giubbotti salvagente e scopriamo che dovremo andare in canoa, quindi… nuova esperienza! Saliamo un po’ titubanti, ma l’acqua così calma ci fa rilassare e godere dello splendido panorama. Dopo 30’ riprendiamo il fuoristrada e percorrendo sentieri sconnessi nel bosco giungiamo ad una castorera, punto dove i castori costruiscono le loro dighe, ci stupiamo di quanto siano voraci, rosicchiano tronchi di notevoli dimensioni. Gustavo ci spiega che sono numerosissimi; sono stati importati dal Canada e si sono moltiplicati così tanto perchè qui non ci sono orsi o altri predatori. Inoltre, un tempo venivano cacciati per le pelli pregiate ma nel tempo hanno trasformato la loro morbida pelliccia rendendola ispida e ora sono un grave problema per i boschi. Mentre ci spiega, Pierangelo che si è allontanato di pochi metri, riesce a riprenderne uno intento a trascinare un ramo, ma quando giungiamo noi si è già nascosto in mezzo agli alberi per cui ci accontentiamo della sua fortunata ripresa; è un bell’esemplare piuttosto grande. Riprendiamo il percorso nel bosco, scendiamo verso il lago Fagnano facendo alcuni guadi fino ad una radura. Qui siamo liberi di esplorare i dintorni per circa un’ora mentre Gustavo prepara il pranzo. Alle 13 torniamo e troviamo un tavolone di legno già apparecchiato e, sulla brace, sta arrostendo l’asado. Stappiamo alcune bottiglie di vino argentino molto buono e affamati ci sediamo. Ci sono patate cotte nella cenere, carne di manzo, salsiccia e pollo cotti con maestria. Inutile dire che tutti noi facciamo onore al cuoco. Sulla strada del ritorno i nuovi amici argentini ci fanno assaggiare il mate (infuso di erbe in acqua calda con zucchero): pensavamo che il gusto fosse più intenso, invece è piacevole e caldo. Abbiamo notato che tutti gli argentini ne fanno grande consumo in qualsiasi situazione e luogo, sono sempre attrezzati di termos con acqua calda, contenitore di erba e zucchero e del famoso bicchiere con cannuccia per berlo. Verso le 15 arriviamo ad Ushuaia, visitiamo il piccolo ma interessante museo Yamana dove possiamo capire come vivevano gli Yaghan, che venivano chiamati abitanti della terra del fuoco perchè avevano sempre fuochi accesi, persino nelle barche. Purtroppo di loro è rimasta solo una persona ancora in vita. Gironzoliamo in alcuni negozi in cerca di souvenir ma ci accorgiamo che, come a Iguazù, non c’è nulla di originale; mi aspettavo di trovare bei maglioni alpaca fatti a mano, manufatti di cuoio… ma c’è pochissimo ed i prezzi sono decisamente alti. Comperiamo alcune empanadas che ci gustiamo nella cucina dell’hostel dove conosciamo due ragazzi di Vicenza, Enrico e Simone (quest’ultimo disabile per problemi di vista), che stanno viaggiando in tandem e portando avanti un progetto internazionale sui problemi che possono incontrare le persone disabili. E’ molto interessante ascoltare le loro esperienze, la capacità di affrontare difficoltà ed imprevisti e l’entusiasmo con cui stanno portando avanti questa iniziativa. Verso le 23.30 ci rifugiamo nella nostra camera stanchi e soddisfatti.

Sabato 18 febbraio

Sveglia alle 6,30, colazione e poi a piedi ci rechiamo al molo dove alle 8 ci incontriamo con atri turisti (siamo 18), con Lorena che ci fa da guida e con l’autista Ramon che con un pulmino, dopo circa 90 Km., ci accompagna all’estancia Harberton. Questa è stata fondata nel 1886 da T. Bridges (il primo bianco giunto in questa terra e la prima costruzione fissa in quel tempo e, tutt’ora, in uso dai suoi discendenti). Una volta era un grande allevamento di pecore, ora è una zona turistica con pochi allevamenti, ma è un passaggio obbligato per giungere, in barca, all’isola Martello dove si possono ammirare i pinguini (ci dicono che sono ammesse solo 80 persone al giorno da quest’anno, fino allo scorso anno solo 40). Dopo circa 20’ giungiamo sull’isola. E’ difficile descrivere l’emozione che ci ha dato poter camminare in mezzo ai pinguini di Magellano e a quelli Papua che sono un poco più grandi. Alcuni si crogiolano al sole, altri si tuffano nell’acqua gelida, mentre altri si nascondo nelle loro tane scavate nella sabbia. Vediamo anche alcuni piccoli (si fa per dire, perché ancora implumi, ma essendo nati a settembre sono quasi grandi come gli adulti). E’ difficile resistere alla tentazione di toccarli, sono così simpatici ed un po’ goffi che viene proprio voglia di coccolarli. Fortunatamente non si curano di noi, anzi alcuni si mettono quasi in posa per farsi fotografare. Alcuni maschi fanno un verso simile al ragliare dell’asino, altri si salutano sfregando e battendo il becco in uno strano rituale, altri ancora fanno come un girotondo gli uni intorno agli altri. Ovunque si guardi lo scenario cambia continuamente regalando profonde emozioni e, nonostante il vento sferzante e le mani gelate non si vorrebbe lasciare quest’isola incantata. Dopo più di un’ora ce ne andiamo consapevoli di aver invaso anche troppo la tranquilla vita di questi simpatici animali, ritorniamo all’estancia dove ci scaldiamo con bevande calde e panini. Dopo esserci rifocillati ci rechiamo al piccolo ma interessante museo Acatushun, dove possiamo osservare mammiferi marini e varie specie di uccelli. Verso le 13, a malincuore, riprendiamo la via del ritorno. Arriviamo ad Ushuaia alle 14 e gironzoliamo ancora in cerca di souvenir, senza successo, sino alle 15. Quindi ritorniamo al molo per imbarcarci sul catamarano che ci porta in navigazione sul canale di Beagle. Il catamarano è grande, dopo circa 40’ giungiamo in vista dell’isola di Navarino. Scendiamo su di un promontorio dal quale si possono fare belle foto su questo paesaggio selvaggio ed affascinante battuto da questo gelido vento che non smette quasi mai di soffiare. Ripartiamo e poco dopo ci avviciniamo all’isola de Los Lobos, dove possiamo ammirare grossi leoni marini sdraiati gli uni sopra gli altri e una numerosissima colonia di cormorani imperiali. L’isola è letteralmente coperta da questi animali e dal guano veramente puzzolente che producono i cormorani. Il catamarano si ferma di fronte ed avanza lentamente per permettere di osservare e riprendere questi animali, l’imbarcazione è grande e quindi non si può avvicinare tantissimo. Dopo 20 minuti ci allontaniamo per proseguire la navigazione avvistando altri isolotti con cormorani e raggiungiamo il faro Eclaireurs dal quale facciamo ritorno rivedendo ancora i leoni marini ed i cormorani dall’altro lato dell’isola. Dopo aver visto i pinguini così da vicino ci è venuta la voglia di vedere anche i leoni marini, così quando siamo sbarcati abbiamo chiesto se c’era possibilità di avvistarli con imbarcazioni più piccole. Abbiamo saputo che è possibile, ma che le partenze sono condizionate dalle condizioni del tempo (mareggiate o forte vento). Soddisfatti dell’intensa giornata densa di emozioni, alle 19,30 ci siamo recati (su consiglio di Anna che lavora all’Hostel) da Ciko restaurant, in avenue Antartica argentina, dove ci siamo abbuffati con una squisita cena a base di pesce. A piedi siamo tornati all’hostel, la camminata è stata piacevole perché finalmente non c’era vento.

Domenica 19 febbraio

Sveglia verso le 8,30 dopo esserci preparati la colazione. Dimenticavo di dire che in tutti gli hostelli si ha in comune l’uso della cucina, di internet, di una sala con televisore, biliardo o biliardino e alcuni hanno la piscina. La cosa veramente bella è che tutti, soprattutto i giovani, sono molto educati, rispettosi delle regole e molto ordinati. Sicuramente questo modo di viaggiare è molto interessante perché permette di mettere in comune esperienze, stare a contatto con gli altri, interscambio tra generazioni e, pur essendo decisamente confortevole, è meno caro.

Oggi per la prima volta il tempo è uggioso, pioviggina, volevamo fare una camminata sino al glacier martial, ma Anna ci dice che vi sta nevicando e infatti è praticamente avvolto dalla nebbia. Scendiamo a fare un giro per negozi e alla fine, un po’ delusa, riesco solo a trovare una maglietta con ricamati dei pinguini per il mio piccolo nipotino. Verso le 12 ritorniamo all’hostel, chiacchieriamo un po’ sino alle 13,30 per avviarci in auto all’aeroporto. L’aereo avrebbe dovuto partire alle 15, ma a causa di una bufera a Buenos Aires (così ci hanno detto), partiremo alle 18,15, così arriviamo a El Calafate alle 19,30. Un’auto ci accompagna All’Hostel El Calafate, anch’esso situato in centro città. E’ un grande chalet di legno molto bello, notiamo che questa cittadina è veramente turistica, con ampie aiuole di lavanda, mai vista così alta, folta e profumata. Forse perché oggi è domenica è pienissima di turisti, non solo stranieri ma anche argentini (visto che per loro è periodo di ferie). La camera è ampia e molto bella, ma la cucina è priva di stoviglie. Andiamo al supermercato per comprare il necessario per il pic-nic di domani, ceniamo in una piccola trattoria e torniamo in hotel piuttosto stanchi.

Lunedì 20 febbraio

Sveglia alle 7, buona colazione e alle 8.50 partenza in pullman per andare a vedere il Perito Moreno, che dista circa 80 Km. da El Calafate. Costeggiamo per un buon tratto le azzurre acque del lago argentino poi ci inoltriamo in una pampa popolata di mucche e cavalli al pascolo, intravediamo alcune lepri. Nel complesso il paesaggio è piuttosto arido e selvaggio, ma non per questo privo di fascino. Giungiamo ad un belvedere dal quale si ha una prima vista del ghiacciaio anche se in parte coperto da una grossa nube. Ci imbarchiamo su di un battello che ci porta proprio di fronte. Fortunatamente la nube si è dissolta rivelandoci il perito moreno in tutta la sua maestosità e la bellezza! Navigando piano piano raggiunge una spiaggetta dove sbarchiamo. Qui c’è un punto di sosta dove mettiamo scarponi, guanti e dove si possono lasciare borse o altre cose che non servono. Imbocchiamo un sentiero nel bosco che costeggia il ghiacciaio finchè raggiungiamo il luogo dove ci aiutano a mettere i ramponi per fare un mini trekking accompagnati da Ariel, una delle guide le parco che ci dà utili consigli per poter camminare con i ramponi. Sinceramente pensavamo fosse molto più difficile, invece seguendo i suggerimenti, piano piano ci siamo rilassati ed abbiamo goduto appieno di questa splendida esperienza, inoltrandoci su è giù si possono notare buchi, canaloni in cui filtra l’acqua che disegna e scolpisce modificando continuamente il paesaggio. Dopo un ora e mezza di camminata, facendo riprese e foto e gustandoci ogni istante abbiamo la piacevole sorpresa di un brindisi con whisky e ghiaccioli del Perito Moreno accompagnati da tipici dolci; per una come me che non beve alcolici ho trovato questo whisky eccezionale! Scendiamo e togliamo i ramponi per tornare al punto di imbarco dove ci gustiamo il pranzo al sacco ammirando il ghiacciaio che continua a cambiare tonalità di azzurro a seconda dei raggi del sole. Verso le 15,15 riprendiamo il battello che ci riporta al pullman con il quale, dopo pochi Km, raggiungiamo il fronte opposto del Perito Moreno. Qui ci sono delle passerelle molto ben fatte, con camminamenti adatti anche alle persone disabili, che scendono sino ai piedi del ghiacciaio: lo spettacolo anche da questa angolazione è veramente grandioso! Inutile dire che facciamo ancora foto e riprese a non finire. Non ci si stanca mai di ammirarne le sfumature e notiamo che rispetto al mattino, nell’acqua ci sono tantissimi iceberg, e si sentono in continuazione dei “crak” che ci fanno capire quanto sia in movimento continuo. Stiamo per risalire, quando tra scricchiolii e sordi brontolii vediamo staccarsi un blocco di ghiaccio che, tra nuvole di frammenti, precipita in acqua sollevando enormi spruzzi! Per dirla in parole povere il perito Moreno non ci ha proprio fatto mancare nulla! Saliamo sul pullman veramente soddisfatti e arrivati a El calafate andiamo a fare provviste per l’escursione di domani. Ceniamo in una piccola trattoria dove gustiamo carne al forno e alla griglia veramente squisite e abbondanti, a un buon rapporto qualità-prezzo.

Martedì 21 febbraio

Sveglia alle 6, colazione e alle 7.15 il pullman di always glaciers ci viene a prendere per accompagnarci a porto Banderas dove ci imbarchiamo per la navigazione sul Lago Argentino. L’acqua è limpidissima, con tonalità turchesi e smeraldo a seconda della luce che vi si riflette. Dopo circa un’ora di navigazione arriviamo in vista del ghiacciaio Upsala che è veramente enorme. Il tempo è splendido e non c’è vento per cui il capitano ci dice che cercherà di avvicinarsi il più possibile cosa non sempre facile se le condizioni meteo non sono favorevoli perché ci sono molti iceberg che creano come una barriera tra il lago ed il ghiacciaio. L’imbarcazione si ferma praticamente di fronte e vi rimane per un bel po’ così da permetterci di ammirarne tutta la grandezza, le sculture multiformi degli iceberg, le tonalità di azzurro ed il contrasto con le montagne circostanti. E’ un paesaggio veramente stupendo! Pian piano e malincuore riprendiamo la navigazione fino ad arrivare al 1° ghiacciaio Spegazzini detto anche ghiacciaio secco: è come una stretta cascata di ghiaccio, poco più in là il 2° ghiacciaio molto più largo da cui parte una lingua che si congiunge con il vero ghiacciaio che scende fino a lambire le acque del lago. Pur essendo più piccolo del perito Moreno è anch’esso maestoso e spettacolare! Anche qui l’acqua è invasa dagli iceberg di varie dimensioni, forme e tonalità di azzurro. Ci spiegano che non è più possibile percorre il canale de Los Timpanos, che portava al ghiacciaio Onelli, a causa della continua caduta di ghiacci che rendono insicura la navigazione. Riprendiamo la navigazione ammirando il panorama fino all’arrivo al porto, saliamo sul pullman e, alle 18 ci ritroviamo a El calafate dove gironzoliamo nei negozi per trovare qualche souvenir. Alle 20 andiamo alla Tablita, ristorante che ci è stato consigliato, dove gustiamo agnello patagonico, lomo de bife, patatine e birra, tutto buono ma il rapporto qualità-prezzo non altrettanto. Ritorniamo all’hotel stanchi e soddisfatti della splendida giornata.

Mercoledì 22 febbraio

Questa mattina ci siamo alzati alle 20.30, colazione abbondante e tranquilla, poi abbiamo passeggiato per El calafate sino alle 11, poi con auto siamo stati accompagnati all’aeroporto dove alle 13,06 ci siamo imbarcati per Buenos Aires arrivandovi alle 16,30; ci siamo recati allo sportello del transfert express e consegnato il voucher ci hanno accompagnati all’hostal Portal del sur dove avevamo alloggiato al nostro arrivo il 13 febbraio. Posati i bagagli siamo andati nell’ufficio di Delapaz Tur per incontrare le nostre guide-amiche Adriana e Gabriela, entrambe molto simpatiche, ci siamo congratulati con loro per l’efficienza e la bravura con cui ci hanno organizzato questo splendido viaggio. Dopo averle salutate abbiamo passeggiato per le vie della città, cenato in un ristorante a buffet e con un clima piacevolmente mite siamo ritornati all’hotel.

Mercoledì 23 febbraio

Sveglia alle 8, buona colazione e alle 9 siamo saliti sull’autobus panoramico per il giro della città. E’ un buon modo di poter vedere una città così grande in poco tempo, in quanto si ferma ad ogni luogo da visitare e passa ogni 30’, per cui si scende e si sale dove si vuole con n unico biglietto. Avendo già visitato più luoghi il giorno del nostro arrivo, siamo scesi al quartiere della Boca, molto particolare e colorato, era un povero quartiere di emigranti di ogni razza che, per rendere più belle le povere case in cui vivevano, le avevano dipinte con colori allegri e sgargianti, con murales che raccontavano la vita quotidiana dura e piena di sacrifici. Ora è un posto turistico con tanti bei locali, bar e ballerini di tango, veramente piacevole da girare. Riprendiamo il bus e proseguiamo il giro, facendo ancora alcune tappe, ci fermiamo a visitare il cimitero della Recoleta, famoso per le tombe di personaggi importanti (politici, militari, poeti, attori, patrioti) tra cui anche quella di Evita Peron. Riprendiamo il bus, ci fermiamo a Palermo dove visitiamo il giardino botanico, percorriamo i suoi viali alberati ed i suoi parchi, Palermo Vieia con i suoi palazzi in stile, i negozi eleganti e i raffinati locali. Risaliti sul bus scendiamo a San Telmo dove rimaniamo un po’ delusi; ci aspettavamo un quartiere più caratteristico e colorato, più ballerini di tango e angoli più antichi. Purtroppo sono già le 18,30 così prendiamo un taxi e ci facciamo accompagnare all’hotel, pesavamo di cenare qui ma ci viene detto che non è possibile cenare prima della 19,30 per cui andiamo a cercare un bar e ci mangiamo un grande panino, torniamo all’hotel e, alle 20,30 ci raggiunge l’auto che ci accompagna all’aeroporto internazionale dal quale decolliamo alle 23,55 con aerolineas argentinas verso Barcellona. Con nostalgia vediamo sparire le luci di Buenos Aires e, sonnecchiando ci ritroviamo a sbarcare a Barcellona alle 16,30 del 24 febbraio. Il volo è stato perfettamente in orario e quindi non abbiamo avuto problemi a prendere il volo per Malpensa delle 18.30 dove siamo arrivati puntuali alle 20.00.

La nostra splendida vacanza è finita, tutto è andato a meraviglia e, nonostante ci fossero moltissime cose da fare e vedere, tanti chilometri da percorrere, con la perfetta organizzazione delle nostre amiche di Delapaz, tutto è stato perfetto anche se intenso, permettendoci di gustare ogni cosa con il giusto tempo a disposizione. L’argentina è molto grande, con tante opportunità turistiche; noi abbiamo scelto questo itinerario in base ai giorni a nostra disposizione. Ci rimangono ancora molte cose da vedere e, se torneremo, sicuramente ci affideremo a questo tour operator che consigliamo anche a tutti coloro che vorranno visitare questo splendido paese.

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