Tour fotografico per il carnevale a Venezia
Carnevale a Venezia
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La passione per la fotografia ci ha portati quest’anno al Carnevale di Venezia: memore sin dai tempi dell’adolescenza della massa di gente che raggiunge la Serenissima durante i fine settimana, decidiamo di partire al venerdì fermandoci una notte, per cercare di assaporarne anche la vita notturna ed evitare la calca dei turisti del fine settimana. Il tempo è favorevole e, finalmente, dopo tante giornate fredde, un tiepido sole ci accoglie a Venezia. Alla base della scalinata della stazione su banchetti improvvisati gentili signorine ci offrono trucchi carnascialeschi che rifiutiamo e, attraversato il Ponte degli Scalzi, ci incamminiamo verso Rialto, dove abbiamo prenotato alla Residenza Laguna (www.residenzalaguna.it) Ad attenderci in Calle del Galizzi, San Polo 1016, ci attendono i simpatici coniugi Causin e, dopo aver preso possesso di una comoda e romantica stanza sottotetto, inizia il nostro tour fotografico per le calli di Venezia. Già lungo la strada ci rendiamo conto della bellezza e dell’eleganza del Carnevale veneziano: le vetrine sfoggiano elaborate e preziose maschere, riccamente dipinte, alcune in ceramica, altre in leggera filigrana impreziosite da cristalli Swarosky, stupendi abiti minuziosamente ricamati sono posti in mostra per essere venduti o noleggiati a cifre da capogiro, ma il vero tripudio di colore ed eleganza lo incontriamo in Piazza S. Marco. Il centro della piazza è a pagamento: c’è il palco di un teatro con sfilate delle maschere più belle, spettacoli per bambini e una fontana che spilla un liquido rosso…forse vino…I biglietti d’ingresso vanno dai 5 ai 100 euro, ma non è necessario entrare per vivere il carnevale, basta guardarsi attorno… Ci sono dame e cavalieri, principi e principesse o “semplicemente” i classici costumi dal carattere veneziano, con i variopinti drappi, veli, pizzi… i volti nascosti dietro a bianche maschere con occhi ammiccanti ai numerosi obiettivi che li cercano. E’ il Carnevale dell’individuo, dove ognuno si fa ammirare, fotografare, si mette in posa; sono fieri attori protagonisti e non si stancano di essere chiamati, fermati per essere immortalati; la gente fa la fila per avere una foto vicino a queste eteree creature. Gli scatti vanno via veloci, c’è l’imbarazzo della scelta dei soggetti e mi lascio coinvolgere anch’io nascondendomi per un po’ dietro ad una maschera blu piumata. Ci concediamo un costoso drink sulla Riva degli Schiavoni, mentre assistiamo alla sfilata di costumi e turisti e ci godiamo la splendida giornata primaverile che nel frattempo è esplosa. Dopo un passaggio ristoratore all’hotel, usciamo alla sera, ceniamo al Brek e giriamo ancora un po’ per la Venezia notturna; raggiungiamo il Ponte di Calatrava, o della Costituzione, che dal 2008 collega la zona della ferrovia a Piazzale Roma; la sua forma arcuata, in vetro e pietra d’Istria è un progetto molto moderno che, a mio avviso, mal si sposa con l’architettura della città lagunare. Girovaghiamo ancora un po’ per le calli, ci soffermiamo ad ascoltare un gruppo rock dalle canzoni in dialetto e facciamo ritorno all’hotel. La mattina successiva, dopo un’abbondante colazione, decidiamo di visitare la zona ebraica; ci dirigiamo così verso il Ponte delle Guglie e ci addentriamo nel dedalo delle viuzze oltrepassando quello che doveva essere il portale di legno con cui veniva chiuso il ghetto; il Ghetto Nuovo, tutto circondato da acque, colpisce per la particolarità dello sviluppo degli edifici in altezza, a sopperire alla scarsità di spazi per la comunità. Nella struttura edilizia spiccano le cupole delle Sinagoghe, dette anche scuole per le diverse funzioni svolte e sono caratterizzate dalle alte finestre all’ultimo piano. La sinagoga è presidiata ed è vietato fotografarla; nell’ampio cortile del Ghetto c’è una garitta per il controllo militare; alle mura adiacenti alcune sculture e lapidi ricordano la Shoah. Sembra di essere entrati in un’altra città, non c’è traccia del carnevale qui,la comunità sta festeggiando l’arrivo di un gruppo di turisti ebraici, ci sono rituali e canti, scattiamo qualche furtiva e discreta foto e ci allontaniamo. Torniamo verso piazza S. Marco per vie meno conosciute, ma appena ci avviciniamo a Rialto rimaniamo intrappolati dal flusso di gente nelle calle più strette; raggiungiamo la piazza, ma è impossibile muoversi: rubiamo ancora qualche foto e decidiamo di rientrare nel pomeriggio. Alla stazione i treni continuano a riversare gente in città, non so come si presenterà la giornata con tutti quei turisti, so solo che rientriamo a casa contenti di aver giocato bene le nostre carte e con un bagaglio di oltre 500 favolosi scatti.