Tour di fai da te tra India e Maldive

Un viaggio tra templi e mare cristallino
Scritto da: luciana57
tour di fai da te tra india e maldive
Partenza il: 13/01/2012
Ritorno il: 30/01/2012
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Quest’anno India, destinazione Rajasthan. Perchè ci sembra quasi che l’India abbia un potere anestetico, indispensanile a risanare le ferite di un anno molto difficile. Ad ogni modo, senza dubbio, qualcosa cambierà, qualcosa ci lasceremo alle spalle e magari già questo basterà. Siamo in sei e la prima cosa da cercare è il volo. Emirates, come al solito, ci accompagnerà in questo viaggio (E. 670,00). Andata Roma-Delhi ( con sosta a Dubai) e ritorno Malè- Roma, visto che abbiamo deciso di concederci qualche giorno alle Maldive alla fine del tour. Dopo la solita ricerca spasmodica, la nostra scelta cade su un’agenzia che organizza tour in Rajastan e non solo: Shamboo travel, gestita da Giordana, una ragazza indiana che vive tra India e Italia e con la quale possiamo parlare tranquillamente al telefono spiegandole cosa vogliamo da questo tour. Chiediamo anche altri preventivi, ma il suo ci sembra il migliore ed il più affidabile. Inoltre abbiamo la certezza di poter parlare con lei in qualsiasi momento del nostro viaggio e questo ci tranquillizza molto. Finalmente arriva il fatidico 13 gennaio e si decolla. Arriviamo a Dubai alle 5 del mattino e dopo aver lasciato i bagagli iniziamo subito la visita della città servendoci della metropolitana. Dubai, città dove oriente e occidente si incontrano è un miraggio. Sorta nel nulla, appare e scompare nel calore asfissiante del deserto. Solo per le strade di Deira e intorno al souk dell’oro si respira aria di oriente, per il resto mall, grattacieli e profumo di dollari. Il nostro hotel è il Capthorne Hotel Dubai (stanza E. 66,00), vicino all’aeroporto e molto, molto confortevole. La mattina successiva si parte per Delhi, dove inizierà il nostro tour che sarà abbastanza impegnativo, visto che ogni giorno bisogna mettere in conto 4/5 ore di pulmino. Il primo impatto con l’India è la terribile puzza di smog all’interno dell’affollatissima sala “controllo passaporti” all’aereoporto di Delhi. La consegna dei bagagli è lenta, fuori uno stanzone in penombra e una doppia fila lunghissima di gente assiepata lungo le transenne che urla e regge cartelli con i nomi dei passeggeri attesi. Sono un pò intimorita dal non riuscire a trovare il nostro cartello, ma in seconda o terza fila, ecco un ragazzo con il mio nome sul cartello …. che bello vederlo! Veniamo accolti festosamente da coloratissime collane di fiori ed accompagnati ad un pulmino che sarà tutto per noi. Ci vengono consegnati anche dei telefoni cellulari con i quali potremo telefonare in Italia spendendo solo 10 cent. di euro al minuto. La strada che porta a Delhi è un fiume in piena di persone: autobus scassati e tuc tuc pieni all’inverosimile, risciò, motociclette e migliaia e migliaia di biciclette e pedoni che vanno tutti nella stessa direzione, la testa coperta e i visi seri e determinati. Ai bordi delle strade chioschetti che vendono cose da mangiare, gli immancabili negozietti della Vodafone o della Airtel, ma anche officine in cui si ggiusta di tutto, cani randagi, donne che tentano di pulire per terra con le immancabili scopette e ogni tanto uomini che fanno i loro bisogni… Questa è l’India, mi sono detta.

Verso Jodhpur

Il mattino successivo partiamo per Jodhpur con un volo della Jet Airways e finalmente iniziamo il nostro tour. L’autista ed il suo aiutante sono eccezionali e cercano di soddisfare tutti i nostri desideri dispensando per noi preziosi consigli e sorrisi scintillanti. Ecco le nostre tappe:

– Manwar con il suo meraviglioso campo tendato ci accoglie con un infuocato tramonto e ci coccola con uno speziatissimo the gustato di fronte ad un suggestivo spettacolo di danze tribali.

– Jasailmer, la città d’oro, patrimonio dell’Unesco, l’unica città fortificata ancora abitata in Asia, magica, silenziosa, ricca di vita che pulsa ci sconvolge per le mucche rilassate che si aggirano tra i vicoli dove bisogna scansare di tutto: biciclette, moto, risciò, fogne a celo aperto, maiali e quant’altro è possibile immaginare… Visto dal basso il forte sembra costruito su un enorme cumulo di sabbia dorata che piano piano sta scivolando giù. Scendiamo alla città bassa per la visita alle haveli, vecchie abitazioni di ricchi commercianti giainisti che oggi sono state trasformate in musei o negozi. Le facciate sono bellissime, un merletto di pietra, ricche di balconcini e finestre traforate e gli interni sono ben conservati. Meritano davvero una visita.

– Jodhpur, la città blu con il suo meraviglioso forte, suggestivo ed imponente, arroccato com’è su una montagna e con una vista fantastica della città vecchia.

– Pushkar, la città dedicata a Brahma, con il suo fascino mistico-sacrale, i tantissimi templi e i ghat che scendono fino alla riva del lago.

– Jaipur, la città rosa con il suo superbo palazzo dei venti ci conquista con il Forte di Amber, raggiunto a dorso d’elefante, davvero bello; l’unica seccatura è una piccola folla di venditori di ogni genere di mercanzie e i ragazzini che chiedono soldi.

– Fatehpur Sikri, la città fantasma ci affascina; è enorme e ben tenuta, con pochi turisti, silenziosa e carica di storia.

– Agra con il suo imperdibile Taj Mahal dal fascino struggente e romantico, lo vediamo al tramonto quando il marmo bianco assume un colore sempre più ambrato e, incredibile, nonostante la folla, ci comunica un senso di pace e di armonia indescrivibile, lasiandoci senza fiato e quasi con le lacrime agli occhi! Facciamo una lunga fila per la visita all’interno, ma la fila è ordinata ed è piacevole scoprire sempre di più quel capolavoro di marmo e quei delicati disegni floreali fatti con pietre semi-preziose. Il forte di Agra il mattino alle 9,00 è bellissimo, ancora immerso nella nebbia e pressoché deserto. C’è solo una donna anziana in sari che pulisce il viale d’accesso… forse la più bella delle mie ” foto rubate”! L’interno è davvero grandioso e le parti in marmo bianco aggiunte dall’imperatore Ankbar sono magnifiche, come magnifica è la terrazza che guarda il fiume ed il Taj dove l’imperatore passò i suoi ultimi anni al Forte, prigioniero del figlio. Il nostro tour è finito e si torna a Delhi, dove un coloratissimo risciò ci porta a visitare gli stretti vicoli della vecchia città. Domani si parte per le Maldive. Ringraziamo Giordana e Manish per la perfetta organizzazione del tour, per la scelta dei meravigliosi hotel nei quali abbiamo soggiornato e per il costantemonitoraggio di cui siamo stati oggetto e ringraziamo soprattutto il Rajastan che ci ha offerto l’opportunità di assistere ogni giorno a scene uniche e di vivere luoghi indimenticabili, tra i più suggestivi dell’India. I palazzi, i mercati, i volti, le tradizioni, le fortezze, i capolavori artigianali ed artistici, testimoni del mecenatismo dei maharaja, vanno ad arricchire un’inestimabile esperienza che ci prteremo sempre nel cuore. Ci siamo ritovati immersi in colori, odori e profumi diversi. Siamo andati a sbattere la testa contro i contrasti di un Paese dove povertà e ricchezza si attorcigliano tra le strade affollate e i vicoli polverosi di città brulicanti di vita e di morte, che si perdono nel caldo torrido, tra le sabbie del deserto del Thar, in attesa della pioggia e dei monsoni che, come un grande schiaffo risvegliano la speranza, placando la siccità e portando acqua a milioni di persone.

Cosa ricorderemo di questa India?

Saranno indimenticabili i colori dei sari delle signore indiane che riescono ad essere regali ed aggraziate anche mentre puliscono una discarica, gli odori di cui l’India è impregnata, che sono di volta in volta incenso, curry, gelsomino, odore di sabbia, di umanità, di spezie, di fiori, di cibo. E ancora colori, il rosso dei forti, il bianco dei marmi, l’oro e le pietre preziose delle sale regali. Il dorato delle grate dalle quali centinaia di favorite sbirciavano la vita , le ceste di frutta esposte al mercato. I tessuti, le stoffe, gli arazzi dispiegati davanti a noi con orgoglio e noncuranza, nei quali ci si perde anche più del necessario per la meraviglia di quegli oggetti che non si potevano trascurare.

In paradiso

Con un volo della Sri Lankan Airlines (prenotato dall’Italia al costo di E. 65,00) lasciamo Delhi e via Colombo raggiungiamo Malè. (La sosta a Colombo ci consente di dormire all’hotel ramada, distante solo 4 km. dall’aereoporto). Il mattino, alle 7,25 voliamo alle Maldive dove una barca veloce ci attende per portarci all’atollo di Eriyadu (prenotato direttamente da casa). E’ finalmente il paradiso e noi ci resteremo per ben 4 giorni! L’impatto con le Maldive è sconvolgente. Ciò che si vede dai finestrini dell’aereo è una cosa fantastica, che colori! Anche stavolta la natura riesce a stupirci. Atterriamo, sembra di atterrare sull’acqua. Ci mettiamo circa 50 minuti di motoscafo. Arriviamo sulla laguna. Che acqua! Che turchese, che azzurro! Poi andiamo a fare il nostro primo bagno maldiviano. L’acqua è calda! Non si sente differenza tra fuori e dentro, che bello! La sabbia è bianchissima ed essendo corallina non scotta mai. Il clima è perfetto, caldo e ventilato. E poi gli abitanti del mare! Protagonisti di quel coloratissimo carnevale danzante che è la barriera corallina. Eriyadu è un’isoletta nell’atollo di Malè Nord che misura 290metri x 130. Troppo piccola? Ebbene, invece è grande. E’ uno scrigno dal contenuto inesauribile per chi come noi s’innamora continuamente delle gioie che luoghi come questo riescono ancora a regalare. Entrarci in sintonia per noi è facile. Facile riuscire a calarsi in questa dimensione. E’ sovvertire il ritmo, è riappropriarsi di quei tempi, lenti, inconcepibili se immaginati nel conteso della frenesia della routine cittadina. Quattro giorni interi su un’isola lunga 290 metri e larga 130! Tra bagni e riposo arriva purtroppo l’ultimo giorno! Incredibile, non ci siamo annoiati, anzi, se avessimo potuto, saremmo rimasti almeno per un altro paio di giorni.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche