Tour della Slovacchia

Un giro da ovest a est e ritorno, passando attraverso gli Alti Tatra e le pianure del sud
Scritto da: MartiLor
Partenza il: 18/08/2014
Ritorno il: 29/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Un giro da ovest a est e ritorno, passando attraverso gli Alti Tatra e le pianure del sud, nel carso slovacco, visitando castelli e rovine e scoprendo perle dell’Unesco: dai centri storici alle chiese, ai musei a cielo aperto

L’idea di questo viaggio nasce nel 2008 quando, al termine di un master sul marketing del turismo che frequentavo, viene chiesto ai partecipanti di preparare per l’esame finale un itinerario in Slovacchia. Da allora un tour in quella nazione poco nota e un po’ sottovalutata dal turismo italiano è rimasto nel cassetto in attesa di poter essere realizzato. E quest’anno, assieme al mio ragazzo, quell’itinerario è stato rispolverato, riprogettato, prenotato e vissuto, così che il sogno è diventato realtà.

1°, 2° e 3° giorno

Partiamo dal nostro paese in provincia di Bologna con l’auto. La scelta di questo mezzo ci permetterà di viaggiare più liberamente, senza troppi vincoli, ma è stata dettata anche dal fatto che le infrastrutture nella parte orientale della Slovacchia non sono ad oggi così estese e raggiungere alcuni paesi potrebbe risultare un po’ difficoltoso. Inoltre, il nostro viaggio prevede numerose tappe e, per non dover cercare alloggio quasi ogni giorno, abbiamo già prenotato tutto.

La prima tappa la facciamo in Austria. Arriviamo a GRAZ al pomeriggio e subito ne approfittiamo per un giro e pranzo (un po’ tardivo) nel grazioso centro storico di questa cittadina. Soggiorniamo qui una sola notte in una catena alberghiera in centro (i prezzi sono decisamente più alti di quelli che troveremo in Slovacchia), ma Graz è una tappa “comoda”, infatti si trova a meno di tre ore di macchina dalla capitale slovacca, Bratislava.

Quando la mattina successiva stiamo per raggiungere BRATISLAVA, il clima è mite e il cielo nuvoloso e grigio. Il pomeriggio nella capitale slovacca è piovigginoso e purtroppo un clima altalenante tra il sereno e il piovoso ci accompagnerà durante tutto il viaggio. Non ci facciamo però scoraggiare, abbiamo in mente di visitare tanti luoghi e il Castello di Bratislava, che si vede prima ancora di oltrepassare il confine (non dimenticarsi di acquistare la vignetta se si ha intenzione di utilizzare quel po’ di tratti autostradali che la Slovacchia offre), è sicuramente tra i primi.

Si staglia bianco su una collina a pochi passi dal Ponte Nuovo, struttura avveniristica in acciaio sulla cui sommità si trova un ristorante. Il ponte non ci colpisce in modo particolare, cosa che invece fa il Castello sia per la sua posizione e la sua grandezza che dallo spiazzo antistante lo fa apparire grandioso sia per il Museo Nazionale Slovacco ospitato al suo interno, con l’interessante Tesoro di Slovacchia. Completamente ristrutturato dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale è oggi utilizzato per mostre temporanee e esibizioni di musica. Proprio sotto il castello scorre il Danubio e da lassù la città si estende a perdita d’occhio. Per quanto visto dal basso il castello sembri lontano dal centro storico, nella realtà è una passeggiata, in salita, ma di nemmeno un chilometro. Scendendo dal castello immancabile è la visita alla Cattedrale di San Martino (Dóm Sv. Martina). Per quanto soggetta perennemente a ristrutturazioni dovute alle vibrazioni della vicina strada, questa chiesa gotica è suggestiva e ci offre il primo degli altari, quello detto della cappella di Sant’Anna, la cui tipicità la ritroveremo in molte chiese da noi visitate.

Il centro storico della città è concentrato entro pochi chilometri dalla Hlavné Námestie, la piazza principale, e tanto vale gustarselo a piedi. Partiamo visitando la Porta di San Michele, unico accesso medievale della città sopravvissuto, che ospita l’interessante Museo delle Armi Antiche e con lo stesso biglietto visitiamo la farmacia più antica di Bratislava, dove purtroppo il mistero legato al suo arcano nome “All’Aragosta Rossa” non ci è viene svelato. Attraversiamo il cortile del Municipio Vecchio (Stará Radnica) e passiamo davanti al Palazzo Mirbach, ma non abbiamo voglia di altri musei e così continuiamo a passeggiare nel centro, godendoci il clima rilassato di questa capitale, con i caffè e i loro tavolini all’aperto, i turisti che scattano foto.

Sicuramente caratteristiche di questa città sono le statue a grandezza naturale sparse tra le strade del centro storico: impossibile non notare il soldato napoleonico appoggiato ad una panchina nella piazza principale e altrettanto famosa è il cosiddetto “ficcanaso”, un operaio che sbuca da un tombino. Ma questa l’abbiamo scovata per caso e svelare dove si trova perderebbe una parte del fascino. Mentre “il fotografo”, purtroppo, non l’abbiamo trovato…

4° giorno

Poco distante da Bratislava il CASTELLO DI DEVIN è una meta consigliata agli appassionati di rovine. Si erge sulla confluenza dei fiumi Danubio e Morava e, per quanto una zona della fortezza non sia accessibile a causa di uno sprofondamento della roccia dovuto all’erosione dell’acqua, ciò che rimane di questo antico insediamento è davvero affascinante e proprio mentre ci attardiamo tra i resti e il museo vediamo che stanno allestendo stand con gli antichi mestieri e così scopriamo che Devin, e tanti altri antichi castelli slovacchi, ospitano rievocazioni storiche. Notiamo con stupore che da Devin, costeggiando il fiume Morava, passano una serie di itinerari ciclabili, la Moravská Cyklistická Cesta, che collegano la città con altri paesi slovacchi e addirittura oltrepassando i confini nazionali.

Se il fascino di Devin era palpabile, la suggestione del CASTELLO DI DOBROVODSKÝ è spiazzante. Per raggiungerlo bisogna arrivare al paesino di Dobrá Voda e da qui imboccare la strada del cimitero! Già, il sentiero, ben segnalato, per arrivare a queste magiche rovine su una collina in mezzo al bosco, inizia proprio da un cimitero. Arrivati a Dobrá Voda parcheggiamo la macchina davanti all’unico ristorante, dove entro a chiedere conferma che il sentiero sia praticabile. In effetti, per quanto l’inizio potesse lasciare adito a dubbi, una volta superato il cimitero ed essersi addentrati nel bosco incrociamo molti altri sentieri e anche altre persone (questo ci rassicura non poco).

In meno di mezz’ora raggiungiamo le rovine: l’incanto del luogo è dato dal silenzio attorno e dai rumori delle foglie secche, da un vecchio cimitero ebraico malmesso che scorgiamo nella salita, dagli alberi che sono cresciuti entro le mura, da quel cartello proprio sotto il torrione che ci avvisa che siamo arrivati e che illustra il progredire di scavi archeologici che, attualmente, però sembrano fermi.

Ridiscesi in paese ci accingiamo a partire alla volta di Trenčín. Mentre raggiungiamo questo paese ci divertiamo a scorgere rovine sulle collinette che costellano il paesaggio e rimaniamo stupiti da quante sono. Alcune sono poco più che ruderi, di altre invece resta evidente l’impronta di un passato glorioso.

Arriviamo a TRENČÍN che è quasi sera e, poiché il castello è già chiuso e lo visiteremo domani, per il momento ci dedichiamo ad un giro in centro. Il centro storico si caratterizza per le stradine tortuose di cui una soltanto però porta al castello, tuttavia, a parte qualche locale che com’è usuale in Slovacchia funge sia da pub che da ristorante, la sera la città si svuota e così dopo la nostra cena sembra ci sia il coprifuoco. Non ci resta quindi che rientrare nella nostra penzión a pochi passi del centro (questa soluzione di alloggio diffusissima in Slovacchia è un ottimo compromesso qualità-prezzo, in molti casi non comprende la prima colazione ma può prevedere o una cucina in comune o una predisposizione in camera per riscaldare bevande. Da consigliare se si vuole viaggiare spendendo poco, e con sorpresa vediamo che in questi alloggi sono frequenti le famiglie con bambini).

La mattina successiva, come da programma, visitiamo il castello. Anche qui stanno allestendo una rievocazione storica. Noi ci dedichiamo a una visita in autonomia anche se forse sarebbe stato meglio fare il giro con una guida che, per quanto in inglese, ci avrebbe permesso di accedere alle stanze. Infatti la sola visita alla torre, al cortile con il pozzo di Omar e alla cappella ci lascia un po’ con l’amaro in bocca.

5° giorno

Il castello romantico di BOJNICE. Alcune guide lo definiscono, a ragione, così. In altre lo si può trovare come chateaux. In qualunque modo lo si voglia chiamare, questo castello rosato con le guglie azzurre sembra uscire da una fiaba con principi e principesse. Per quanto più volte restaurato ha infatti conservato il suo fascino rinascimentale sia nel parco esterno sia negli arredi, negli interni e nelle collezioni ben conservate. Inutile dire che la visita, in slovacco con depliant in inglese acquistabile a parte, è assolutamente da non perdere.

Ma anche concedersi una pausa ogni tanto fa parte del viaggio e così ci sediamo a degustare un gelato e un caffè nel centro di Bojnice, cioè a due passi dal castello, mentre le luci della sera iniziano a calare.

6° e 7° giorno

BANSKÁ BYSTRICA è il capoluogo dell’omonima regione nel centro della Slovacchia, punto di partenza per numerose attività quali escursioni, equitazione, sport invernali, ma anche tante visite culturali. Noi la utilizziamo come base proprio per queste ultime e pertanto non può mancare una visita al curatissimo centro storico, simboleggiato dalla bellissima Chiesa di Nostra Signora, dal Barbacane (che purtroppo non è visitabile perché adibito a ristorante e al momento della nostra visita in restauro), dalle numerose residenze storiche, gotiche e rinascimentali che circondano la piazza.

Dopo esserci sistemati nella penzión a dieci minuti a piedi dal centro di Banská Bystrica, decidiamo di andare nella vicina cittadina di ZVOLEN. Il suo castello rinascimentale si erge nel centro città su una bassa altura. Del castello, sede di una collezione di dipinti del ‘500 – ‘700, nonché talvolta utilizzato per mostre temporanee, non è rimasto che l’assetto esterno e una cappella tuttora consacrata e utilizzata per matrimoni. Restiamo pertanto un po’ delusi dal castello, ma scopriamo che proprio attraversando il bosco sopra Zvolen è possibile raggiungere la FORTEZZA DI PUSTY, così non ce la facciamo scappare. La salita dura circa 40 minuti ma il percorso è facile e tante sono le famiglie con bambini che raggiungono, come noi, la parte alta. Queste rovine, infatti, sono su due livelli, ma la visione completa del panorama (e della magnificenza che doveva avere il maniero) la si ha soltanto quando si arriva sulla cima della collina. E ne vale la pena. Purtroppo una volta raggiunta la sommità il maltempo ci raggiunge e siamo costretti a scendere velocemente perché non siamo attrezzati per un’eventuale acquazzone avendo lasciato tutto l’occorrente nel baule della macchina. Ma poiché il clima in Slovacchia è piuttosto variabile e le nuvole non portano necessariamente pioggia, una volta arrivati nel parcheggio splende un magnifico sole.

La regione di Banská Bystrica è davvero una sorprendente scoperta. Infatti non solo si possono svolgere diverse attività sportive, ma è anche particolarmente interessante per le miniere e la storia ad esse collegata. Tappa immancabile il Museo Numismatico di KREMNICA che visitiamo la mattina e, con i suoi quattro piani, illustra lo sviluppo della città da luogo di estrazione di minerali fino a diventare la Zecca nazionale slovacca! La Zecca è tuttora in funzione e conia monete anche per altri stati europei, tra cui l’Italia.

Per completare il quadro di questa regione mineraria il pomeriggio ci dirigiamo a BANSKÁ ŠTIAVNICA, dove scopriamo che il Museo Minerario è in realtà composto da numerose sedi, molte delle quali nel centro cittadino, ma noi, interessati alla visita alle miniere, superiamo la città di qualche chilometro fino a raggiungere il sito.

Giunti sul posto, il museo all’aperto (skansen) che si sviluppa attorno alla biglietteria, con le vecchie locomotive e i macchinari utilizzati per l’estrazione, è l’attrattiva principale di grandi e bambini, ma la visita nel sottosuolo è davvero emozionante: equipaggiati con elmetto, impermeabile e torcia procediamo in fila indiana tra i cunicoli scavati a mano dai primi minatori e vediamo l’umidità trasudare dalle pareti, l’acqua che scorre di fianco alle passerelle di legno sopra cui camminiamo, le rotaie e i carrelli che servivano per il trasporto dei minerali estratti ma anche del carbone per far muovere le macchine. In un angolo sono allestiti gli alloggi dei minatori e ci rendiamo conto di quanto dovesse essere difficile la vita laggiù. Alcune foto alle pareti raccontano la quotidianità, il lavoro e la fatica di quegli uomini che hanno permesso con il loro impegno, e talvolta la loro vita, lo sviluppo economico ed industriale di un’intera regione.

Peccato per la guida soltanto in slovacco…

8° giorno

Oggi tappa in due siti UNESCO: il villaggio di Vlkolínec e la chiesa luterana in legno di Svätý Kríž.

Una volta pagato il biglietto d’ingresso (appena 2 € a testa e 1 € la macchina) le tipiche case in legno del piccolo villaggio di VLKOLÍNEC ci lasciano senza fiato. Ancora abitato da una trentina di residenti questo villaggio poco distante dall’industriale Ružomberok si trova nel cuore degli Alta Tatra, sul tracciato di almeno due percorsi di trekking. Sembra di entrare in un paese lontano nel tempo, circondato da verdissime montagne, con le case costruite con assi di legno appoggiate su una base di pietra, e tinteggiate in colori pastello. Particolarmente interessanti sono il pozzo, che ancora fornisce acqua al villaggio, e la torre che serviva per convocare l’assemblea cittadina e avvisare di eventuali pericoli. Mentre con discrezione ci aggiriamo tra le case (come raccomanda anche un cartello all’ingresso del paese) notiamo che alcuni residenti sono intenti a realizzare souvenir per i turisti, bambole per lo più, ma la maggior parte delle case sono chiuse nella loro intimità della vita quotidiana e il furgoncino che rifornisce il bar di bibite pare essersi catapultato per sbaglio da un’altra dimensione. E, forse, il furgoncino e le poche auto dei residenti parcheggiate in quella che per i turisti è una zona pedonale son gli unici segnali che anche lassù la vita si è adeguata alle esigenze della modernità.

Lasciamo il tranquillo villaggio di Vlkolínec alla volta della chiesa luterana di SVÄTÝ KRÍŽ. Diverse sono le chiese in legno disseminate in Slovacchia. Noi scegliamo di visitare questa perché è una delle più grandi chiese in legno dell’Europa Centrale. Sapere che è stata smontata, spostata e riassemblata in un’altra sede ha un che di affascinante e incantevole. Interamente costruita senza chiodi, almeno nella versione originale del 1774 della quale però non è rimasta traccia della forma che doveva avere, fu poi smontata e quindi ricostruita per permettere la realizzazione di un bacino artificiale, poco lontano dall’attuale ubicazione.

Al suo interno tre piani in legno, accessibili con scalette anch’esse in legno, possono ospitare fino a 6000 fedeli. La chiesa non è silenziosa perché il legno scricchiola sotto i nostri passi e non solo. E anche l’odore colpisce: l’acidulo del legno invece dell’incenso, le panche dagli schienali levigati che sanno di vissuto. E la luce che filtra soffusa dalle numerose finestre. L’interno purtroppo non può essere fotografato così, prima di uscire, acquistiamo una cartolina che mostra questa bellezza, approfittandone anche per fare una piccola donazione visto che l’ingresso è gratuito.

Questo è uno di quei luoghi dove cercare, e trovare, un po’ di pace e magari dove fermarsi per un improvvisato pic-nic nel parco antistante la chiesa.

9° giorno

LEVOČA è una cittadina interamente fortificata. Le mura la circondano ma ciò che la contraddistingue è, in pieno centro storico, la gotica Chiesa di San Giacomo che custodisce ben 18 altari, minuziosamente lavorati. Tra tutti però spicca quello dell’altare maggiore che, per quanto coperto dalle impalcature, ci impressiona per l’altezza: quasi tocca il soffitto dall’abside e infatti la guida ci dice essere alto più di 18 metri! Per quanto faccia parte dell’UNESCO dal 2009 il resto del centro cittadino è piuttosto mal conservato: le case storiche gotiche, barocche e neoclassiche che attorniano la piazza hanno un aspetto decadente e il vecchio Municipio che ospita la sede principale del Museo di Spiš lo troviamo chiuso. Tutto sommato la città è un po’ deludente. Così contiamo di soddisfarci visitando l’indomani il rinomato CASTELLO DI SPIŠ, tappa praticamente obbligata per chi va in Slovacchia.

Noi abbiamo atteso fin dall’inizio questa visita e, nonostante il vento freddo e qualche goccia di pioggia e una gomma bucata, il castello è tra i più belli che vediamo. Certo il vento tagliente non aiuta ad apprezzarlo appieno, infatti non ci permette di sostare nel prato sottostante, ma la visita è davvero meritevole.

Fin da quando appare in lontananza su un’altura spicca per la sua grandiosità. Circondato all’orizzonte da basse colline, Spiš è in realtà un castello di pianura. Oggi sito dell’UNESCO questo castello medievale è come altri utilizzato per le rievocazioni storiche (e non potrebbe esserci ambientazione migliore visto il suo affascinante grado di rovina che lo rende uno scenario perfetto per battaglie e parate in stile medievale e la sua facile raggiungibilità). Il suo fascino sta nel poter camminare tra le rovine, salire sulla torre e visitare il piccolo museo, ma quello che stupisce è come da qui il paesaggio sembri immenso e lo sguardo si perda nel panorama.

Una piccola nota. A cinque minuti in macchina da Spiš e collegata anche con un percorso pedonale in mezzo alla vallata merita una breve visita la minuscola città fortificata di SPISSKÁ KAPITULA. Oggi sede del vescovado conserva la splendida Cattedrale di San Martino.

10° giorno

Ormai giunti alla fine delle nostre vacanze ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa della Slovacchia orientale: KOŠICE. Seconda città per importanza della Slovacchia, Košice ha un ben conservato centro storico. La strada principale, l’ovale Hlavná, è costellata di negozi e caffè, ma in particolare proprio al centro spiccano, tra la Cappella di San Michele e il Teatro Statale, la Cattedrale gotica di Santa Elisabetta, la più grande chiesa gotica della Slovacchia, e la fontana musicale, che fu la prima del suo genere in questa nazione.

Ci incantiamo qualche minuto ad osservare la fontana musicale che ininterrottamente offre il suo spettacolo a suon di musica (e ci fermiamo di nuovo la sera per vedere l’effetto con le luci colorate).

Sicuramente, ciò che colpisce l’occhio è però la Cattedrale. Grandiosa e ricca di gargoyles e decorazioni gotiche l’impatto della Cattedrale è notevole. Una parte dell’interno è in restauro ma per il resto accessibile. Purtroppo presenta lo stesso inconveniente riscontrato in altri siti: la guida in inglese non c’è (o meglio, qui c’è solo in alcuni giorni, ma non quello in cui capitiamo noi) così ci accontentiamo di un giro tra le navate e dell’ingresso, a pagamento, nella cripta e in una torre interna.

Usciamo dalla Cattedrale con l’intento di visitare la vicina Cappella di San Michele ma per quanto persistiamo nel passare per vedere sia aperta la troviamo sempre chiusa, così finiamo col rinunciare (anche perché notiamo che gli orari affissi sul portone non sono rispettati).

Ci dedichiamo così ad un giro nella piazza e saliamo alla Torre di Urbano: il museo delle cere con i personaggi che hanno fatto la storia politica, sociale, sportiva e culturale della Slovacchia lo troviamo un po’ pacchiano.

Inaspettatamente, invece, troviamo i sotterranei di Košice affascinanti (ed economici). L’entrata è sulla piazza principale e seguendo un breve percorso si possono vedere le basi delle antiche mura, le porte, le torri ed esemplificativi pannelli illustrati mostrano come doveva presentarsi ad un viaggiatore medievale la città, crocevia di importanti strade commerciali.

11° giorno

Il penultimo giorno è quello che ci vede attraversare l’intera Slovacchia da Est a Ovest, fino alla nostra ultima tappa prima del rientro in Italia: NITRA. Lungo la strada che da Košice porta a Nitra, ci imbattiamo nel castello di Krásna Hôrka nello Slovenský Kras (il carso slovacco) che meriterebbe di certo una sosta se non fosse che è chiuso per restauro. Ci accontentiamo di una foto e via verso l’ultima destinazione.

Nitra ci colpisce subito per la sua vivibilità. Dal nostro albergo per arrivare al castello e quindi al centro storico attraversiamo l’omonimo fiume e passiamo un magnifico parco cittadino, con un recinto di capre e daini, tanti giochi per bambini e una pista per rollerblade che lo attraversa. Da una cartina vediamo che il parco occupa una buona parte della città abbracciata dall’ansa del fiume. Ormai dodici giorni di continui spostamenti iniziano a farsi sentire così in questa città ci dedichiamo solo alla visita del castello.

L’area del castello domina la città vecchia. Ha un’unica porta di accesso il cui originario portale in legno ogni sera viene chiuso e ogni mattina riaperto. Sede della Diocesi, una parte dell’antico maniero non è accessibile, mentre la ricca e decorata Cattedrale di Sant’Emerano, che ha inglobato la più antica rotonda romanica e la chiesa gotica superiore e inferiore, è il fiore all’occhiello di questo complesso, di cui fanno parte integrante anche il museo d’arte sacra e le casematte, oggi restaurate e accessibili. Alcune foto appese al muro mostrano come nell’ultimo decennio molto si sia fatto e molto si stia ancora facendo per restaurare e quindi rendere disponibile al turista questo sito. Non possiamo fare a meno di pensare che un po’ ovunque abbiamo visto lavori di restauro e adempimenti compiuti per rinnovare e dare quindi una nuova vita a siti che altrimenti sarebbero scomparsi o si sgretolerebbero. E con rammarico pensiamo alla nostra Italia, così trascurata e logora, mentre davanti abbiamo questa nazione che ha voglia di diventare sempre più una meta di viaggio.

La Slovacchia, nota soprattutto come meta invernale per le numerose piste da sci, per noi non-sciatori è stata una piacevole sorpresa estiva: il clima fresco e le numerose attrazioni culturali e naturalistiche ne fanno una nazione affascinante e ricca dove poter trascorrere piacevoli vacanze all’insegna di chiese, castelli, musei e passeggiate all’aria aperta alla scoperta di antichi ruderi o semplicemente assaporando l’atmosfera di piccoli ma deliziosi centri cittadini.

I siti turistici sono ben segnalati e facilmente raggiungibili. Solo in pochi posti non abbiamo trovato le guide in inglese e per lo più si tratta di siti nella zona orientale dove il turismo è prevalentemente russo, ucraino ed ungherese, ma ciò nonostante tutti si sono mostrati cortesi e disponibili. Inoltre, quasi tutti i biglietti di ingresso hanno prezzi contenuti.

Degno di nota la cospicua diffusione dei supermercati nei quali ci procuravamo il pranzo e i distributori di benzina che, oltre ad essere dei piccoli centri di riparazione auto, sono dei forniti autogrill.

DOVE DORMIRE

(tutti prenotati tramite www.booking.com)

BRATISLAVA Hotel Orlan (Strojnicka 99)

TRENČÍN Penzion Pri Parku (Kragujevackych ordino 453/7)

BOJNICE Penzion Kastelán (Športová 25)

BANSKÁ BYSTRICA Penzion Villa Maura (Timravy 4)

KOŠICE Apartments Topolova (Topolova 16)

NITRA Penzion Toscana (Dolnozoborska 70)



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