TOUR DELLA SICILIA: diario di bordo
In questo viaggio siamo stati raggiunti da due nuovi simpatici amici, Maria ed Elio, che ci hanno accompagnato a scoprire bellezze naturali e architettoniche veramente eccezionali.
Purtroppo per motivi di lavoro Alberto e Nicoletta, che ci avevano accompagnato lo scorso anno, non possono essere con noi.
1° giorno 30/6/2007 Milano Linate – Palermo – Marina di Patti Il viaggio inizia sabato 30 giugno dall’aeroporto di Linate con volo Meridiana delle 11,20 (partenza ritardata di ca. 20 minuti) e arrivo a Palermo intorno alle 14.00.
Sbrigate le lunghe formalità per il noleggio dell’auto, stipiamo di bagagli la “Renault Clio.1.2” che ci è stata assegnata e ci dirigiamo verso Patti Marina, Hotel La Playa che raggiungiamo intorno alle 17.30 dopo ca. 200 Km.
L’hotel è situato poco fuori l’uscita autostradale di Patti, da’ direttamente sul mare, è una costruzione in stile arabeggiante bianca con un bellissimo giardino esotico, una piscina olimpionica e dalle camere si gode una vista stupenda direttamente sulle isole Eolie. Dopo esserci sistemati nelle rispettive camere, giudicate favorevolmente da tutti e quattro, scendiamo in piscina per un tuffo rinfrescante.
Alla sera siamo i primi a giungere al ristorante (… la fame è tanta…). Il locale è abbellito con bellissime maioliche e ceramiche dipinte e… soprattutto… una costante per tutto il soggiorno… un fornitissimo buffet dove melanzane, arancini e altre leccornie chiedevano solo di essere mangiate. Scopriremo poi che il resto del menù non sarà all’altezza del buffet anche perché la maggior parte degli altri ospiti rientrava nella categoria “pensionati” e il menù si adeguava di conseguenza. Comunque il buffet “valeva il prezzo del biglietto”… Dopo cena breve visita a Patti Marina con passeggiata tra le bancarelle del mercatino locale.
2° giorno 1/7/2007 – Tindari – Laghi di Marinello Ci alziamo di buon ora, nella sala ristorante ci attende un’altrettanta ottima colazione con brioche ripiene e altre leccornie… non male… Considerato che è domenica e probabilmente le spiagge locali saranno affollate decidiamo di dirigerci verso il vicino Santuario di Tindari, dedicato alla Madonna Nera che raggiungiamo in poco tempo.
Nella basilica si sta svolgendo una funzione religiosa, quindi il santuario non è visitabile e ci accontentiamo di ammirare dal belvedere il Promontorio di Tindari con l’affascinante spettacolo offerto dalla baia di Oliveri e dai laghi di Marinello.
Poichè la voglia di mare è tanta riscendiamo dal Santuario, con la promessa di ritornare a visitarlo un altro giorno , ci dirigiamo verso l’abitato di Oliveri, acquistiamo viveri e un ombrellone da spiaggia per ripararci dal sole siciliano e ci dirigiamo verso i Laghi di Marinello.
Lo spettacolo è bellissimo, un lembo di spiaggia che forma una specie di golfo naturale riparato dalla forza del mare e del vento proprio sotto il monte dove si erge il Santuario della Madonna nera. Le persone sono poche e trovato un tranquillo posto vicino al mare piantiamo il nostro ombrellone e ci godiamo in tutto relax la nostra prima giornata in terra di Sicilia. Bellissimo bagno, anche se l’acqua è un po’ fredda e passeggiata lunga la stretta striscia di sabbia.
3° giorno 2/7/2007 – Taormina – Gole dell’Ancantara Dopo la solita abbondante colazione partiamo da Patti alla volta di Taormina percorrendo l’autostrada in direzione Catania. Siamo meravigliati dalla rigogliosa vegetazione , palme, pini marittimi, oleandri fioriti e ammiriamo oltre a dei bellissimi scorci di mare blu intenso dei piccoli ma caratteristici paesi arroccati sulla montagna e ci divertiamo ad indovinare i lori nomi guardando le varie cartine stradali.
Passiamo lo stretto di Messina, intravediamo una caratteristica barca per la pesca del pesce spada (apprendiamo dopo qualche giorno tal TGR che ne sono rimaste solo otto… una vera rarità!) e arriviamo in vista di Taormina.
Onde evitare problemi di traffico decidiamo di lasciare l’auto al parcheggio di Mazzaro’ e prendere la funivia (3 euro) che in pochi minuti ci porta a Taormina.
Entriamo da Porta Messina e percorriamo Corso Umberto, la via principale di Taormina ricca di negozi alla moda, fornitissime e profumatissime pasticcerie e bellissimi negozi di artigianato locale con realizzazioni in ceramica. Percorrendo il Corso visitiamo Palazzo Corvaja, arriviamo in Piazza IX Aprile, una stupenda terrazza sul mare con uno splendido panorama che spazia dal Teatro Greco, all’Etna e a tutto il golfo di Taormina sino a Giardini Naxos. Sulla piazza si trova anche la chiesa di San Giuseppe e la Porta di Mezzo con la Torre dell’Orologio . Oltrepassando la Porta di Mezzo e proseguendo per Corso Umberto giungiamo in Piazza Duomo col bel Duomo merlato e la fontana barocca. Peccato che è chiuso e non possiamo visitarlo.
Dopo alcune foto di rito ritorniamo verso Piazza Vittorio Emanuele e ci dirigiamo vero il Teatro Greco (entrata 6 euro) . Il Teatro , il secondo per ampiezza dopo quello di Siracusa è situato in una posizione bellissima e offre un panorama mozzafiato essendo posizionato su una collina posta di fronte al Golfo di Naxos ed è dominato sullo sfondo dall’Etna. E’ conservato molto bene , si può visitarlo in tutta tranquillità, è formato da un vasto emiciclo diviso in 9 settori e vi si svolgono importanti rappresentazioni. Infatti il palco è in allestimento per il concerto di Zucchero che si sarebbe svolto dopo pochi giorni.
Rimaniamo tutti molto soddisfatti della visita e a quel punto decidiamo di rinunciare a visitare la Villa Comunale (… cosa ci sarebbe stato di meglio dopo quello che avevamo visto…???) e ridiscesi con la funivia verso le 13.30 ci dirigiamo verso le “Gole dell’Alcantara”.
Passiamo Giardini Naxos, sbagliamo strada e l’unica pattuglia di Carabinieri che incontriamo in tutta la vacanza ci ferma per i controlli di rito.
Ripartiamo e dopo poco raggiungiamo l’ingresso delle Gole. Ci rifocilliamo ed entriamo per ammirare questo autentico capolavoro della natura.
Le gole, profonde 20 metri, sono state scavate nel basalto nero dalle acque impetuose del fiume omonimo, dando vita ad uno spettacolo affascinante. Con appositi stivaloni da pescatori c’è la possibilità di risalirne un tratto di circa 150 metri. Per i più avventurosi si può praticare, con le guide, anche rafting.
Noi decidiamo di scendere a “vedere” con un comodo ascensore la zona “balneare”e di attendere una gentile guida di nome Elisa, siciliana di Catania, che unitamente ad altri turisti, ci conduce su un alto sentiero dove è possibile ammirare le incredibili composizioni dell’acqua e della natura.
Alla fine della visita la nostra guida ci fa osservare su un piccolo spiovente della roccia un nido di “falchetti” con quattro piccoli.
Rientriamo al nostro albergo stanchi ma decisamente soddisfatti. E’ stata una giornata faticosa ma assolutamente fantastica.
4° giorno 3/7/ 2007 – Capo d’Orlando – spiaggia Fedeli alla decisione iniziale “un giorno in giro, un giorno relax” oggi ci dirigiamo verso Capo d’Orlando, passiamo Capo Calavà, dove il villaggio turistico mi ricordo lontani trascorsi giovanili, attraversiamo la cittadina e trovata una tranquilla spiaggia su un mare trasparente passiamo la giornata in assoluto relax anche perché sappiano che il giorno successivo ci attende una giornata molto intensa.
5° giorno 4/7/2007 – Etna Partiamo verso le ore 8,30 dall’albergo con qualche nuvola che poi avvicinandoci al vulcano sparirà completamente per lasciare il posto ad una giornata limpida e tersa.
Usciamo dall’Autostrada a Giarre e ci dirigiamo verso Zafferana Etnea, attraversiamo la città e probabilmente sbagliando strada prendiamo la direzione forse più lunga ma senz’altro più affascinante.
La strada , ricca di tornanti, si inerpica tra boschi di ginestre che oltre ad un intenso profumo offrono, man mano che si sale, un paesaggio affascinamene: il giallo dei fiori in contrapposizione con il nero della lava… La nostra “Clio” fa un po’ di fatica e per “aiutarla” spegniamo l’aria condizionata… praticamente una scheggia…!! Verso le 10,30 raggiungiamo il Rifugio Sapienza a m. 1923, la giornata è stupenda ma l’aria incomincia ad essere frizzantina. Parcheggiata l’auto ed equipaggiati di K-Way ci dirigiamo verso la Funivia che dalla zona del Rifugio porta a m. 2504. Il tragitto dura circa 15 minuti e una volta arrivati lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è assolutamente affascinante.
Ma il bello deve ancora venire… in quanto ha inizio il secondo tratto di salita. Saliamo su speciali automezzi fuoristrada che condotti da esperti autisti portano fino alle zone crateriche autorizzate.
Qui una simpatica e competente guida alpina ci ha condotto per un interessante percorso attraverso sentieri ricavati sulle sommità dei vari crateri spenti, con panorami mozzafiato, sembrava di stare sulla luna con il cratere principale alle spalle che fumava continuamente e di fronte un paesaggio che, grazie alla giornata limpida, spaziava dall’Aspromonte a Taormina, Catania , la Sicilia Centrale e chissà che altro ancora.
Abbiamo toccato la lava ancora calda, sentivamo i piedi scaldarsi, abbiamo ammirato moltissime coccinelle che vengono sull’Etna per riprodursi e abbiamo scattato fotografie indimenticabili.
E’ stata un’emozione molto forte, assolutamente da consigliare e da non perdere. Il costo del biglietto (ca. 48 euro) è assolutamente ripagato dallo spettacolo unico a cui assisti. Peccato che in questo periodo non vi siamo crateri in attività, sarebbe stata la ciliegina sulla torta..
Ma va bene così. E’ incredibile come in poche ore passi dalle assolate spiagge siciliane a quasi 3000 metri di altezza e puoi ammirare uno spettacolo assolutamente unico e irrinunciabile.
Siamo veramente soddisfatti!!! Al ritorno facciamo la strada più veloce , attraversiamo ancora boschi di ginestre ma concordiamo che quella del mattino era decisamente migliore.
6° giorno 5/7/2007 – Cefalù – Tindari Al risveglio la giornata si presenta molto ventosa con mare decisamente agitato. Decidiamo pertanto di non andare in spiaggia, come da programma, ma di andare a visitare la vicina Cefalù, distante dal nostro albergo un centinaio di chilometri in direzione Palermo.
Parcheggiamo nel parcheggio della stazione dove un arzillo pensionato, vedendoci alle prese con la cartina della città ci spiega il percorso migliore per vedere i principali monumenti cittadini e ci racconta simpaticamente la storia della sua vita.
Costruita su un promontorio dominato da una rupe a strapiombo, a metà strada tra Palermo e Capo d’Orlando, la città ha conservato il suo aspetto antico intorno alla cattedrale normanna voluta da Ruggero II.
L’urbanistica della città è molto regolare tagliata orizzontalmente da Corso Ruggero e da Via Vittorio Emanuele e intersecata da vicoli di origine medioevale.
Percorso Corso Ruggero, sulla quale si affacciano interessanti ristorantini a prezzi modici, raggiungiamo la piazza della Cattedrale, un’imponente costruzione che esternamente ricorda il Duomo di Monreale e all’interno conserva splendidi mosaici tra cui il Cristo Pantocratore, nell’abside della navata centrale.
Scendendo verso il mare, all’uscita da un raffinato negozio di souvenir dove Tiziana acquista una piccola coppia di angioletti da appendere, Isa scopre purtroppo di aver rotto gli occhiali da sole. Nonostante la nostra buona volontà di trovare un ottico per sistemare la bacchetta, il danno non è riparabile.
Nel tragitto visitiamo un antico lavatoio medievale, recentemente ristrutturato e utilizzato sino a pochi anni fa. Giungiamo infine a Porta Marina dove ai nostri occhi si presenta una piccola spiaggia e un piccolo belvedere da cui si può ammirare la forza del mare, quel giorno veramente impressionante.
Lo scorcio, molto ben tenuto e impreziosito dalle caratteristiche case dei pescatori, ricorda vagamente la spiaggia di Camogli… Facciamo rifornimento di viveri, ritorniamo al parcheggio e riprendiamo la litoranea alla ricerca di un posticino, possibilmente all’ombra, per rifocillarci.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto ci fermiamo a Castel di Tusa, graziosa località balneare dominata da un castello trecentesco e sotto gli occhi di due Guardie di Finanza, consumiamo il pasto. Caffè nell’unico bar del paese e ritorno per visitare il Santuario di Tindari.
Finalmente riusciamo ad ammirare il Santuario fatto costruire negli anni 60 per venerare la Madonna Nera ritrovata in mare da alcuni marinai già nel IX secolo.
L’interno è molto luminoso con la statua della Madonna al centro dell’altare sorretta da angeli.
Terminata la visita e scattate altre foto scendiamo verso Patti Marina dove ci dirigiamo verso l’Agenzia di Viaggi che ha organizzato il viaggio alle Isole Eolie, già prenotato, per il giorno dopo.
Purtroppo abbiamo l’amara sorpresa che a causa del mare agitato la gita è rimandata a sabato, ma poiché non possiamo partecipare in quanto partiamo, il responsabile dell’Agenzia ci restituisce i soldi già versati.
Un po’ tristi per la mancata gita che avevamo sognato già da alcuni giorni, rientriamo in albergo e ci “consoliamo” con un bel tuffo in piscina.
7° giorno 6/7/2007 – Oliveri – laghi di Marinello Purtroppo come previsto dall’impiegato dell’Agenzia di viaggio il mare è ancora agitato e pertanto, vista la positiva esperienza dei giorni precedenti decidiamo di ritornare verso Oliveri, dove inizialmente cerchiamo di arrivare ad una spiaggia che da lontano sembrava incontaminata ma invece scopriamo che la mancanza di bagnanti è causata dal divieto di balneazione. Ritorniamo quindi ai Laghi di Marinello; qui trascorriamo una tranquilla giornata di mare e sole e Mauri si cimenta, con successo, nella pesca di un piccolo polipo, che ovviamente dopo averlo ammirato sulla pinna verde di Mauri lasciamo nel suo habitat naturale.
Rientriamo in albergo, ultime vasche nella piscina olimpionica e prepariamo le valigie per la partenza prevista per il giorno successivo.
8° giorno 7/7/2007 – Patti – S.Vito Lo Capo E’ il giorno del trasferimento per trascorrere la seconda settimana di vacanza nella Sicilia Nordoccidentale. Sbrigate le formalità in Albergo vero le ore 9,00 carichiamo non senza qualche difficoltà la Clio e partiamo alla volta di Palermo per il cambio dell’auto e per accogliere i nostri amici Maria ed Elio che arrivano da Milano.
Dopo un tratto di autostrada decidiamo di uscire per costeggiare la costa e ammirare una parte dello splendido golfo di Palermo. Usciamo prima di Bagheria e costeggiamo Capo Zafferano con splendide ville immerse nel verde e direttamente sul mare. Prima di rientrare in autostrada a Palermo attraversiamo il paese di Ficarazzi , tipico paese siciliano dove la spesa viene ancora issata nel cestino di vimini e dove rimaniamo colpiti da una scritta sulla saracinesca di un negozio “lasciare libero lo scarrozzo”. … tormentone che ci porteremo dietro per tutta la vacanza.
Puntuali come un cronometro svizzero arriviamo all’aeroporto proprio nel momento in cui Maria ed Elio scendono dalla navetta che li aveva portati al “Rent a car”. Saluti di rito e io e Mauri ci rechiamo all’agenzia di noleggio per sostituire la Clio con una più capiente e potente “Renault Espace 2.2.”. Nonostante qualche difficoltà tecnica in quanto la carta di credito di Mauri, lasciata come garanzia, era stata clonata, carichiamo con grande maestria l’auto e partiamo alla volta di S. Vito Lo Capo.
Il paesaggio è completamente diverso, molto brullo, selvaggio con montagne che ricordano, in alcuni punti il Grand Canyon americano, nulla a che vedere con la rigogliosa vegetazione della Sicilia Nordorientale.
Dopo 140 Km arriviamo all’Hotel Antares in località Castelluzzo, frazione di San Vito Lo Capo.
La struttura è nuova, piccola ma confortevole e pulita e dopo aver sistemato le valigie decidiamo di scendere a S. Vito per scoprire la spiaggia “caraibica” tanto reclamizzata.
Il paese si presenta subito molto ben organizzato con parcheggi posti all’inizio del paese e navette che trasportano i bagnanti nelle spiagge. Ma visto che noi non sapevamo di questo servizio giriamo un po’ prima di trovare una sistemazione che … “vada bene a tutti” e via in spiaggia.
E’ sabato e ovviamente la spiaggia libera è affollatissima, riusciamo comunque a trovare un posticino e… tutti a fare il bagno in un mare trasparente, pulito e caldissimo.
Purtroppo la stanchezza e la troppa gente non ci consentendo di valutare con obiettività la bellezza del posto… ci ripromettiamo di ritornare un altro giorno… promessa non mantenuta.
Rientriamo in albergo per la cena, ottima, ben curata e di livello decisamente superiore alla precedente sistemazione,(anche se manca lo splendido buffet), e poi scendiamo nuovamente a S.Vito per una passeggiata serale.
Tantissima gente che non ci impedisce di scoprire la Chiesa di S.Vito Martire, una chiesa-fortezza dal fascino particolare e suggestivo inglobata in una fortezza saracena. Il paese è caratterizzato da case in stile arabo: bianche, basse senza tetto, strade ordinate e linde, tutte dritte e parallele in un disegno urbanistico semplice e razionale.
La via principale è via Savoia, ricca di negozi e ristoranti per tutti i gusti e tasche, favolose gelaterie e negozi di dolci tipici… Siamo comunque stanchi e pertanto decidiamo di rimandare ad un altro giorno eventuali assaggi o acquisti… 9° giorno – 8.7.2007 – Spiaggia di San Vito Lo Capo Nonostante qualche lamentela di Elio la sveglia suona presto, siamo tra i primi a scendere per la colazione (… che strano!) , e poi via alla scoperta delle spiagge di San Vito.
Ci fermiamo in paese per fare rifornimenti di viveri per il pranzo… frutta e soprattutto scopriamo il pane “cunzato”, semplice ma gustosissimo; una porzione (un terzo di un filone) farcito con olio, origano, pomodoro, formaggio e acciuga… alla modica cifra di “1 euro” !!!.
E ogni giorno la quantità acquistata aumenterà sempre più… Ci dirigiamo poi verso alcune spiagge viste la sera prima ma è domenica e il turismo locale è notevole. Rischiamo anche una multa… ma poi scopriamo una piccola spiaggia ancora accessibile.
Prendiamo possesso del nostro “territorio” e incominciamo a goderci il mare e il sole.
Nel corso della mattinata tra un bagno e l’altro facciamo conoscenza con una simpatica signora palermitana che ci invita ad assaggiare i ricci di mare appena pescati dal marito… Maria ed Elio non si fanno pregare e richiamati dalla gentile signora partecipano all’improvvisato pranzo.
Alla sera dopo cena andiamo a visitare Erice distante dal nostro hotel una ventina di chilometri.
Erice situata a circa 800 metri s/m , ha origini antichissime. A pianta triangolare, l’abitato di Erice ha conservato la sua struttura medievale, con le strade lastricate, le case in pietra, le piazzette e gli slarghi su cui si affacciano le numerose chiese, tra cui la mediovale Chiesa Matrice.
La città di sera ha un aspetto affascinante, le strade sono praticamente deserte e l’unico compagno di viaggio è un grazioso gattino che, forse affamato, ci segue per un lungo tratto.
Ammiriamo velocemente i principali monumenti, la particolare pavimentazione detta “a secco”, la splendida pasticceria “Maria Grammatica”, con i suoi bellissimi dolci di marzapane e ci avviamo al parcheggio con la promessa di ritornare per una visita di giorno e per acquistare “ovviamente” i dolci tipici.
10° giorno – 9.7.2007 – Riserva dello Zingaro Finalmente oggi ci rechiamo alla “Riserva dello Zingaro” che tutti ci hanno decantato come uno dei luoghi più suggestivi del territorio trapanese.
La “riserva” ha due entrate uno da Scopello e una da San Vito lo Capo, optiamo per quest’ultima anche perché più comoda da raggiungere. . Dopo la classica spesa, in pochi minuti, grazie anche alle precise segnalazioni stradali, superiamo la tonnara di San Vito e il Villaggio vacanze “Calampiso” e arriviamo all’ingresso.
Già il panorama che si ammira è mozzafiato: mare di un blu intenso, calette di sabbia e sassi bianchi che si intravedono tra una ricca vegetazione e rocce calcaree… un vero paradiso.
L’ingresso costa solo 3 euro, ci viene fornita una piantina della Riserva e apprendiamo che a causa di una frana una parte non è transitabile… che peccato… e noi che volevamo percorrere tutti gli 8 Km. Della sua lunghezza a piedi…”ma quando mai”… Il sentiero è ampio, superiamo la prima caletta “Tonnarella dell’Uzzo”, arriviamo ad un piccolo museo dove sono stati raccolti attrezzi agricoli usati nel passato e, preceduti dallo “sherpa” Mauri arriviamo alla caletta di “Torre dell’Uzzo”, proprio nella vicinanze della grotta dell’Uzzo dove all’interno furono rinvenuti resti umani risalenti a 12000 anni fa.
La caletta non è molto affollata ed è stupenda: sassi bianchi, mare incontaminato, fondale limpidissimo ed è circondata da scogli degradanti sul mare. Ci chiediamo: ma perché la gente va ai Caraibi… cosa possono offrire più di quello che stiamo ammirando? Il fondale marino riserva poi splendide sorprese con miriadi di pesci di vari colori, stelle marine e pomodori di mare.
Passiamo una giornata all’insegna della natura e delle bellezze naturali e al ritorno, attraverso il sentiero che costeggia il mare tra palme nane e piante di capperi raggiungiamo il secondo piccolo museo, questo dedicato alla pesca del tonno e all’antico rito delle “tonnare”.
Al ritorno ci fermiamo per vedere la tonnara, parcheggiamo vicino ad una mandria di pigre e magre bufale, ma rimaniamo alquanto delusi in quanto la tonnara è chiusa e abbastanza in rovina.
11° giorno – 10.7.2007 – Se gesta – Selinunte Oggi giornata “archeologica”.
Partenza, come sempre di buon mattino, direzione Segesta che raggiungiamo dopo circa 70 Km.
La città antica capitale degli Elimi, secondo la leggenda fondata da profughi di Troia si erge tra le verdi colline dell’entroterra e gode di un panorama molto suggestivo.
Parcheggiata l’auto in un ampio parcheggio ci dirigiamo verso il pullman che ci porterà, attraverso una strada panoramica all’anfiteatro greco, un semicerchio di 63 m. Di diametro, ben conservato e con la particolarità di avere la scena rivolta verso nord, probabilmente per consentire la vista delle colline e del mare. Nella discesa verso valle possiamo ammirare il tempio greco che raggiungiamo a piedi dopo pochi minuti. Il tempio dorico eretto nel V secolo a.C. Si erge ancora intatto, isolato e solenne, sulla collina prospiciente il monte e conserva ancora le 36 colonne doriche che reggono i frontoni e tutta la trabeazione.
Qui usufruiamo da parte di una graziosa e gentile guida di interessanti notizie storiche e avuto conferma (…Vero Mauri) della bellezza della zona di Selinunte , dopo le foto di rito e l’ultimo sguardo al tempio partiamo alla volta del più esteso sito archeologico d’Europa. L’autostrada è nuovissima , immersa nel verde e con la particolarità di non avere aree di servizio sul tragitto (bisogna uscire e poi rientrare… tanto è gratis!) . Passiamo da Gibellina, totalmente ricostruita dopo il terremoto del 1968, ammiriamo un enorme impianto per l’energia eolica e dopo poco meno di 50 Km arriviamo all’uscita di Selinunte.
Il tragitto per arrivare alla zona archeologica è caratterizzata da hotel e agriturismo dal forte impatto visivo apparentemente molto lussuosi anche se alcuni forse un po’ kitsch… Il parcheggio è quasi vuoto, raccogliamo informazioni per la visita, facciamo i biglietti, riprendiamo l’auto e raggiungiamo un ‘area picnic dopo pranziamo… Vista la vastità del sito per la visita ci affidiamo al trenino che attraverso sentieri polverosi ci scorazza a visitare i vari templi.
La zona è divisa in quattro aree di interesse principale: la collina orientale, l’Acropoli, la città antica e il Santuario. La zona merita anche per il panorama che spazia sino al mare.
I vari templi sono contrassegnati da lettere. Quello meglio conservato è il tempio E, parzialmente ricostruito negli anni 60, sorge in cima ad una scalinata di otto gradini ed è considerato uno dei migliori esempi di architettura dorica in Sicilia.
Il “trenino” ci riporta al parcheggio, siamo un po’ impolverati ma tutti soddisfatti della visita, consapevoli di aver fatto un’ottima scelta… Dopo l’acquisto di alcuni souvenir, verso le ore 16 riprendiamo l’autostrada A29, questa volta direzione Mazara del Vallo; concluse le visite archeologiche ora il nostro obiettivo è la “Via del Sale”.
Usciti a Castelvetrano, attraversiamo Mazara del Vallo, arriviamo a Marsala e raggiungiamo la “Laguna dello Stagnone” dove rimaniamo impressionati dal mare, bassissimo che arriva a lambire la strada , soffia parecchio vento e alcuni ragazzi si cimentano nello “Kite-wind” (surf con paracadute) , poi vicino all’isola di Mozia intravediamo i primi Mulini, uno dei quali perfettamente restaurato è anche visitabile.
Raggiungiamo poi la zona delle Saline di Trapani, riserva naturale protetta, uno spettacolo unico e suggestivo con le varie vasche per la raccolta del sale che a seconda della salinità assumono sfumature dal bianco al rosa. In località Nubia all’interno di un antico mulino perfettamente funzionante visitiamo il Museo del sale, dove una signora ci illustra i vari momenti della raccolta e gli attrezzi usati nel passato. Il racconto è veramente appassionante e interessante e la visita si chiude con un assaggio dei liquori siciliani.
Rientriamo in albergo stanchi ma soddisfatti dell’intensa giornata.
Ma non è finita… dopo cena riscendiamo verso S. Vito dove finalmente Mau e Maria possono gustare il tanto nominato gelato “caldofreddo”, E’ una specie di bomba calorica composta da: base di gelato al caffè, panna montata, babà, colata di cioccolata calda e per finire granella di nocciola… Una vera delizia per gli occhi e per il palato!.
10° giorno – 10.10.2007 – Erice Avrebbe dovuto essere la giornata della visita all’isola di Favignana, ma invece anche questa volta il mare è agitato e visto che finora abbiamo visto un mare incantevole decidiamo in perfetto accordo di rinunciare alla gita e di visitare la città di Erice.
La città sorge a circa 800 metri dal mare, la strada è panoramica e man mano che si sale la vista è mozzafiato. Una volta parcheggiato, da un belvedere ammiriamo lo splendido scenario che dal Monte Cofano spazia sino oltre Trapani, con vista delle saline e dei mulini e di fronte la sagoma delle Isole Egadi. Foto, caffè e via su per le stradine a visitare la città.
Rivediamo i monumenti intravisti alla sera, visitiamo il castello di Pepoli e Venere, d’epoca normanna,( la visita prevede un’offerta libera), anche qui terrazze con splendidi panorami poi, dopo l’acquisto dei dolci locali (ericini, cannoli e genovesi), visitiamo la Chiesa Matrice, esternamente ha un aspetto molto severo ma l’interno è meraviglioso… si presenta a tre navate con decorazioni con linee neogotiche ma al contempo caratterizzate da motivi moreschi e a ricordare una delle principali attività di cui Erice era famosa, la decorazione delle chiese con pizzi e merletti, le volte vennero realizzate con una particolare decorazione a stucco, che sembra tutto un merletto prezioso e che impressiona non poco il visitatore. All’uscita si alza un forte vento e raggiunta l’auto riprendiamo la discesa con l’intesa di acquistare strada facendo l’occorrente per il pranzo e dirigersi poi verso la riserva del Monte Cofano e vistare la Grotta Mangiapane.
Giunti a Valderice parcheggiamo e Maria, Tizy e Mauri praticamente “svaligiano” una rosticceria…Pasta con le sarde, panelle, arancini, melanzane fritte…Un po’ di frutta per pulirsi la coscienza e si riparte. Dopo poco Tizy si accorge di aver preso la sua immancabile “sciarpetta”, ritorniamo sui nostri passi e, per fortuna, ritroviamo il “prezioso” capo … Scendiamo verso il Monte Cofano e nei pressi di Custonaci troviamo un piccolo giardino con panchine e giochi dei bambini; tranquillo ed isolato è l’ideale per il nostro pranzo.
Poco alla volta, panelle, arancini, melanzane, pasta con le sarde , cannoli e dolci vari spariscono nelle nostre voraci bocche . Concluso il pranzo, seguendo precise indicazioni, ci dirigiamo verso la grotta preistorica Mangiapane in località Scurati dove, leggendo dei resoconti di viaggio, dovremmo trovare una grotta con all’interno un insediamento tipo pueblo messicano.
Purtroppo la grotta è ancora chiusa, dovrebbe aprire il prossimo venerdì… un po’ delusi ritorniamo sui nostri passi ripromettendoci di ritornare… Il mare è molto agitato con un forte vento, quindi scartata l’idea di andare in spiaggia per un bagno costeggiamo la costa sino a Lido Cornino un piccolo centro dove ci fermiamo ad ammirare uno splendido tratto di costa rocciosa e frastagliata.
Alla sera in albergo è prevista la “serata Siciliana”, cena a buffet (molto ricco e di buona qualità) con l’orchestra tipica “Sikania” che ci allieta con canti e balli.
11° giorno – 12/7/2007 – Riserva dello Zingaro da Scopello La giornata non è delle migliori, cielo coperto con minaccia di pioggia. Siamo indecisi se andare verso Palermo o confermare il programma originario che prevedeva la gita alla Riserva dello Zingaro dalla parte di Scopello. Alla fine optiamo per quest’ultima e passato Castellammare del Golfo raggiungiamo i famosi faraglioni di Scopello dove, da un simpatico posteggiatore, apprendiamo che sono state girate alcune scene del film “Cefalonia” con Luca Zingaretti.
Il cielo un po’ plumbeo non ci permette però di ammirare in tutta la loro bellezza i faraglioni e la sottostante tonnara, ora adibita a relais di lusso.
Proseguiamo verso la riserva e parcheggiata l’auto entriamo. All’inizio del percorso, sotto una galleria, tre carretti siciliani caratteristici ci danno il benvenuto. Il sentiero è bellissimo, molto panoramico, con discese verso calette di sabbia fine e scogli. Visto il tempo decidiamo di fermarci alla prima caletta “Cala Capreria”. Sistemiamo i nostri ombrelloni e mentre Elio si rifugia in una grotta per evitare ulteriori scottature, iniziamo a goderci il sole che poco a poco incomincia a scaldare la giornata.
Il mare è ricchissimo di pesci e quasi per scherzo iniziamo a gettare dei piccoli pezzi di pane in acqua e… incredibile… pesca miracolosa… una miriade di pesci di vari colori sguazzano davanti a noi a caccia di cibo e noi… anche se non più bambini… abbiamo continuato sino alla fine delle riserve divertendoci e attirando l’attenzione degli altri bagnanti.
Alla sera, dopo cena, nuovamente a Lido Cornino, per la “Sagra della Busiata” una tipica pasta locale, con canti e balli dove tutti (eccetto Mau) hanno dimostrato notevoli doti di ballerini.
12° giorno – 13//2007 – Riserva dello Zingaro da S.Vito Lo Capo.
E’ in pratica l’ultimo giorno di vacanza, domani si ritorna a Milano e pertanto considerato che il programma era stata praticamente completato, ad eccezione della gita alle isole, ci concediamo una giornata di totale “sciallo” ritornando ad ammirare la Riserva dello Zingaro dalla parte di San Vito Lo Capo.
Alla sera, regaliamo i nostri preziosi ombrelloni ad una giovane coppia di fidanzati e al guardiamo della riserva e tentiamo nuovamente di visitare la Grotta Mangiapane ma, probabilmente era destino, era ancora chiusa, avrebbe aperto solo alla sera e purtroppo non ci stavamo con i tempi… pazienza sarà per la prossima volta.
13° giorno – 14/7/2007 – S. Vito Lo Capo – Milano Si parte. La vacanza è finita, riportiamo l Espace all’autonoleggio di Palermo e seppure con un paio d’ore di ritardo rientriamo a Milano.
Siamo soddisfatti, la vacanza è riuscita, la compagnia ha funzionato, abbiamo visitato posti nuovi, entusiasmanti e incantevoli. Abbiamo visto una terra dai forti contrasti ma anche decisa, soprattutto nelle nuove generazioni, ad uscire dai soliti stereotipi.
Tutte le persone che abbiamo incontrato hanno dimostrato disponibilità e gentilezza; tutti i luoghi da visitare, al di la di alcuni cartelli stradali un po’ “casual” erano indicate in modo molto chiaro, le strade e autostrade moderne, funzionali e a costo irrisorio.
Tutto bene… siamo già pronti per la prossima…
Ciao a tutti.