Tour della Cina e delle ex colonie
Indice dei contenuti
09/08
Arriviamo a metà pomeriggio a Pechino, passiamo il controllo passaporto+visto (pratiche svolte direttamente in ambasciata a Milano) e cambiamo 50 euro con super commissione per poter acquistare i biglietti del treno che ci porta in centro. È l’unico, quindi non c’è il rischio di sbagliare. Al capolinea prendiamo la metro. E’ facilissima da usare: le scritte sono bilingue e per l’acquisto dei biglietti ci sono le macchinette. Nel caso in cui non siano in servizio, è meglio avere una cartina delle linee (mio marito l’aveva scaricata sul telefono prima di partire) sulla quale indicare la fermata. Raramente parlano in inglese e si pagano tariffe diverse in base alla destinazione, da 3 a 9 yuan. Usciti dalla stazione cerchiamo di raggiungere l’hotel Double Happiness (prenotato tramite booking.com come tutti i successivi) ma vaghiamo per più di un’ora tra gli hutong perché il posizionamento è sbagliato sia su Google che Booking. La passeggiata è sicuramente interessante e assistiamo a scene di vita tipiche di questa parte storica della città. Se non avessimo avuto le valigie al seguito, ce la saremmo sicuramente goduta di più! Fortunatamente, mentre stavamo cercando di prendere un taxi, si ferma un ragazzo che ci aiuta (proprio come avevo letto negli altri racconti di viaggio!) fornendoci la posizione corretta. Finalmente riusciamo ad arrivare in hotel: una bellissima struttura in stile, personale molto cortese che parla inglese. Ci siamo trovati molto bene e lo consigliamo vivamente, anche perché é uno dei due soli hotel situati negli hutong. Preso possesso della meravigliosa camera, usciamo a esplorare la zona e ci accorgiamo subito delle distanze enormi che caratterizzano questa città. Data la stanchezza decidiamo di rientrare e per cena acquistiamo della frutta.
10/08
Visto il poco tempo a disposizione per vistare la capitale, abbiamo deciso di avvalerci dell’aiuto di una guida. Scelta basandoci sulle recensioni di Tripadvisor, Susan si é rivelata un’ottima guida. Molto disponibile, la consigliamo, ma solo a chi parla inglese (susanliuyun@hotmail.com www.susanliuyun.shutterfly.com). Il programma l’abbiamo concordato via whatsapp e la cifra che chiede è decisamente economica rispetto alle tariffe italiane. Dopo un’ottima e abbondante colazione in hotel, un mix tra quella orientale e quella occidentale (un altro punto forte di questa struttura) la guida ci porta a visitare lo splendido Lama Temple e poi, spostandoci con la metro come da noi richiesto, il Palazzo d’estate, il parco Olimpico e il lago di Houhai dove scopriamo che i bar sono decisamente cari (180 yuan per due birre e delle arachidi). Senza di lei non saremo sicuramente riusciti a vedere tutto in un giorno anche perché è pieno di gente ovunque! Il cielo è limpido (una rarità per Beijing) e il caldo non afoso. Inoltre ci spiega che oggi é il primo giorno di autunno e il clima è migliore rispetto all’afa di luglio. A pranzo non abbiamo voglia di mangiare, mentre per la sera le chiediamo consiglio su dove trovare la migliore anatra alla pechinese. Lei ci sconsiglia il blasonato Datong e ci fornisce le indicazioni per il ristorante Sijiminfu Roast Duck Restaurant (Linea 5 Deng Shi Kou Station) situato nei pressi del Crown Plaza Hotel e frequentato da gente del posto. Arriviamo alle 20.00 dopo essere passati per una delle stazioni ferroviarie (East) a ritirare i biglietti per Xi’an, acquistati in Italia. Arrivati al ristorante ci consegnano un biglietto con il nostro turno (non accettano prenotazioni) e ci sediamo fuori ad aspettare. Ci attende una coda di più di un’ora, ma abbiamo fortuna e dopo mezz’ora ci propongono di dividere il tavolo con un’altra coppia di italiani. Scegliamo anatra con spezie e pancake, contorni vari e birre. Ceniamo ottimamente spendendo poco meno di 300 yuan in due. Dopo cena facciamo una passeggiata lungo Wangfujing Road, visitiamo il celebre mercato notturno di Donghuamen e rientriamo in hotel poco prima che chiuda la metro (23.20).
11/08
Oggi è il giorno della visita alla muraglia e la nostra guida ci viene a prendere in macchina con relativo driver. Il viaggio è confortevole nonostante la guida azzardata dei cinesi. Il tempo é decisamente più umido e nebbioso, ma la vista dalla grande muraglia è comunque splendida. Dopo essere saliti con la seggiovia, scegliamo di percorrere il tratto più ripido. Arrivati in cima, la guida ci fa proseguire per un pezzo in mezzo alla boscaglia per vedere la vera muraglia, quella completamente abbandonata. Scendiamo con il divertente toboga, facciamo il pieno di acqua dopo l’impegnativa passeggiata e partiamo alla volta della tomba Ming. Su consiglio della nostra guida, scegliamo quella che si può visitare all’interno. Le dimensioni della tomba sotterranea sono impressionanti. Concludiamo l’escursione con una rilassante passeggiata lungo la Via Sacra dove, incredibilmente, ci sono pochissimi turisti cinesi (di occidentali ne abbiamo visti ben pochi, ovunque). Rientriamo in hotel per le 16.30, salutiamo la nostra guida e ci rituffiamo nella oramai familiare metro per raggiungere la Torre del Tamburo, giusto in tempo per assistere all’ultimo spettacolo. Facciamo qualche acquisto nei negozietti vicino al lago e rientriamo in hotel per riposarci un po’. Visto quanto ci era piaciuto, scegliamo di ritornare al ristorante della sera precedente, ma prima facciamo un salto al quartiere olimpico per fare le foto agli edifici illuminati. Ci ritroviamo immersi in una folla di cinesi che passeggia godendosi “il fresco” e improvvisa improbabili spettacoli. È stato proprio bello vivere dei momenti di vera vita pechinese. Ci rituffiamo nella metro e arriviamo al ristorante verso le 21.30. Stavolta l’attesa è di pochi minuti e ci sediamo assieme ad altri turisti per rigustare l’ottima anatra e dei noodles Beijing Style.
12/08
Ultimo giorno a Pechino e la nostra guida ci porta a visitare il parco antistante il Tempio del Cielo dove gli anziani fanno ginnastica (mi cimento anche io in una specie di badmintong con i piedi), suonano, cantano e cercano un consorte. Il parco ci regala uno spaccato di vita e il tempio è meraviglioso. Con un taxi raggiungiamo piazza Thiennammen e visitiamo l’affollatissima ma affascinante Città Proibita. Il caldo si fa sentire e la salita al parco Jingshan è piú impegnativa del previsto, ma la vista ricompensa tutta la fatica. Per concludere la giornata prendiamo un taxi (40 yuan) e andiamo al 798 Art District. Ci aspettavamo qualcosa di più artistico, ma la visita è piacevole, come la sosta nel primo bar “occidentale”aperto nella zona dove mangiamo un club sandwich. Tornati in albergo salutiamo Susan, prendiamo le valigie e usiamo la metro (almeno siamo sicuri dei tempi) per raggiungere la stazione ferroviaria Beijing West. Acquistiamo le scorte per il viaggio (sul treno vendono solo bibite), ceniamo in stazione in un pessimo McDonalds (nessuno dei fast food orientali ci ispirava) e puntuali saliamo sul treno dopo aver atteso nella sala d’aspetto, proprio come in un aeroporto. Ci aspetta un viaggio notturno di quasi 12 ore, ma la scelta ci ha permesso di avere a disposizione l’intera giornata libera a Pechino. La cabina (luxury per 2 persone) é come una delle nostre e dormiamo abbastanza bene sotto i piumoni.
13/08
Facciamo colazione in treno con i biscotti portati da casa, la frutta acquistata la sera prima e il tè caldo fornito a bordo (10 yuan). Arriviamo puntuali a Xi’an alle 8.15, attraversiamo la strada antistante la stazione e facciamo subito check in al Grand Soluxe Hotel, scelto proprio per la vicinanza alla stazione. Finalmente riusciamo a farci una doccia e poi ripartiamo in cerca dell’autobus 306 per raggiungere i guerrieri di terracotta. La fila a destra della stazione (guardandola di fronte) è abbastanza lunga e attendiamo circa un’ora. A causa del traffico il viaggio è ancora più lungo del previsto (1 ora e mezza) e dal finestrino vediamo la giungla di palazzi che si estende per km, anche attorno alle centrali a carbone, una tra le principali cause di inquinamento della città. Arriviamo finalmente a destinazione, dopo essere scesi per sbaglio alla fermata delle terme e risaliti subito sull’autobus successivo ripagando il biglietto. Prima di raggiungere il sito dei Terracotta Warriots passiamo per una lunga serie di negozi, fast food e banchi di street food. Acquistati i biglietti, rifiutiamo le proposte delle guide autorizzate, e cominciamo la vista dal museo situato a destra dell’ingresso. Guardiamo il video introduttivo e poi i vari hangar dal 3 all’1. Nonostante la vastità del sito, la visita non ci entusiasma particolarmente forse perché le statue visibili sono poche rispetto a quelle ritrovate e che necessitano ancora di un lungo lavoro di restauro. Forse sarebbe stato meglio avvalerci di una guida. Prendiamo la via del ritorno e cerchiamo un taxi per andare a visitare il Piccolo esercito di terracotta, come suggerito dalla LP. Peccato che, dopo aver contrattato con il taxista 160 yuan e iniziato il viaggio, questo ci lasci lungo la strada perché troppo stanco per proseguire, come dettomi al telefono da una ragazza che parlava in inglese. Fermiamo altri taxi ma tutti si rifiutano, perché il posto dove vogliamo andare dista circa 40 km. Alla fine desistiamo e saliamo sul primo 306 che passa (si fermano lungo la strada) e rientriamo in città. Questa è il primo episodio che ci dimostra che è meglio non “improvvisare” l’itinerario delle visite, perché gli spostamenti richiedono tempo e non sempre sono fattibili all’ultimo minuto. Probabilmente ci sarebbe convenuto organizzare questa giornata con una macchina privata e saremmo riusciti a vedere tutto. Pazienza. Rientrati in città, facciamo una sosta veloce in hotel, aspettiamo che smetta di piovere e prendiamo un taxi per raggiungere la Grande Pagoda dell’Anatra Selvarica. Le fontane e la pagoda sono un’oasi di pace in questa città caotica. Ci godiamo la visita e la vista della città dalla pagoda. Prima di riprendere un taxi per raggiungere il quartiere musulmano (la spesa dei vari spostamenti in taxi è stata tra i 10 e i 18 yuan a viaggio in base al traffico), acquistiamo degli ottimi spiedini di calamaro in un banco di street food. Il taxi ci lascia vicino alla torre del tamburo e, data la fame, cominciamo a cercare il famoso ristorante Dacheng. Capitiamo per caso nella via principale del quartiere musulmano, piena di bancarelle di street food, affollatissima e affascinante. Continuano a cercare l’insegna (in cinese e inglese) ma troviamo un altro ristorante al posto indicato dalla guida. Alla fine chiediamo aiuto a una ragazza che ci dice essere sopra Haagen-dazs, ovvero il ristorante con un nome diverso! Saliamo al secondo piano e scegliamo il menù degustazione di dumplings più costoso (168 yuan a testa) tra i 3 proposti. La cena è ottima e concludiamo la serata facendo due passi nel quartiere musulmano dove i negozi stanno cominciando a chiudere. Prendiamo un taxi e rientriamo in hotel spendendo solo 10 yuan.
14/08
Questa mattina il tempo non è dei migliori ma, dopo l’abbondante colazione in hotel, decidiamo comunque di raggiungere in taxi la torre sud e noleggiare le bici. Scegliamo un tandem. Con il senno di poi avrei scelto due bici singole perché sobbalzo dolorosamente a causa della pavimentazione sconnessa. Con 100 yuan di cauzione, 90 di noleggio e 2 poncho forniti gratuitamente vista la pioggerella, siamo pronti a partire per il giro delle mura. Facciamo varie soste per le foto e concludiamo la biciclettata entro i 100 minuti del noleggio. Il giro ci è veramente piaciuto molto e siamo stati fortunati a non avere il sole a picco. Scendiamo dalle mura e raggiungiamo a piedi il quartiere musulmano per visitare la moschea che, contrariamente a quanto ci aspettavamo, assomiglia molto di più a un tempio cinese. Facciamo l’ultima scorpacciata di ravioli sempre nello stesso ristorante. Questa volta scegliamo il menù meno costoso da 128 yuan, che non ha i ravioli ripieni di gamberi ma é ugualmente ottimo e abbondante. Ritorniamo in hotel con il taxi e lasciamo la stanza che ci hanno concesso fino alle 14.00. Ci dirigiamo a piedi (3 minuti) verso l’hotel davanti al quale parte ogni 20 minuti lo shuttle bus per l’aeroporto. Dopo 40 minuti di viaggio arriviamo in aeroporto. L’aereo ha 2 ore di ritardo. Arriviamo molto tardi a Guilin dove, per fortuna, c’è il transfer privato prenotato tramite l’hotel (100 yuan) che in 40 minuti ci porta al Jing Guan Ming lou Hotel. L’hotel è particolare perché ex sede museale, pulito e ha una bella vista sul lago. Usciamo a fare due passi intorno al lago illuminato da luci colorate e andiamo a nanna.
15/08
Dopo la colazione in hotel (45 yuan a testa) aspettiamo Andy che sarà la nostra guida per i prossimi due giorni. Anche qui, per motivi di tempo, abbiamo deciso di avvalerci di una guida e siamo molto contenti della scelta fatta. Al di là della simpatia, della disponibilità e dell’ottimo inglese della nostra guida (che consiglio vivamente anche per visite più approfondite dell’intera regione) muoversi autonomamente in queste zone non è semplicissimo e rischia di comportare inutili perdite di tempo. Con il suo nuovo Suv, la guida ci porta a Ping’Ao per visitare le famose risaie. La strada è lunga e tortuosa ma la sua guida è decisamente più sicura e confortevole di quella della maggior parte dei cinesi (sì, alla guida fanno delle manovre azzardatissime con macchine e motorini che sfrecciano da tutte le parti). La salita lungo le risaie è abbastanza impegnativa, ma la vista che si gode dal punto panoramico e lungo il percorso è davvero meravigliosa. Per me questo è uno dei posti più affascinanti della Cina, da visitare assolutamente. Lungo il tragitto incontriamo altri suoi clienti (italiani!) molto soddisfatti della sua organizzazione. Finiamo la visita scendendo verso il villaggio di case in legno che rimane caratteristico nonostante il pullulare di bancarelle per turisti. Ci fermiamo a mangiare in un ristorante scelto dalla guida dove mio marito prova il piccantissimo maiale con i peperoncini coltivati in zona, mentre io mangio un delizioso piatto di bambù saltato con la pancetta. Non ci facciamo mancare neppure il riso cotto nel bambù e due fresche birre locali (Tsing Tao). Il pranzo è uno dei migliori di tutta la vacanza e nel locale ci sono anche dei bagni adatti ai nostri standard (sì, i bagni sono una nota dolente di questo paese: sporchi, puzzolenti e quasi sempre alla turca anche per le signore). Sulla via del ritorno mi fermo a comprare degli ottimi passion fruit coltivati in zona. Rientrati ci riposiamo un po’, scriviamo a famiglia e amici tramite whatsapp e poi usciamo per una passeggiata. Il lungo lago è tranquillo (cosa rara in Cina vista l’enorme quantità di turisti ovunque) le pagode illuminate sono splendide, ma il centro ci delude un po’. Lo troviamo caotico e puzzolente. Alle 20.00 aspettiamo la cascata d’acqua dal tetto dell’hotel Waterfall nella piazza principale è poi ci dirigiamo verso il ristorante consigliato dalla nostra guida (e con ottime recensione su tripadvisor). Raggiungiamo il McFound verso le 21.00 e ordiniamo due piatti di noodles saltati. Paghiamo poco più di 100 yuan e usciamo soddisfatti, anche se messi un po’ alla porta visto che stavano chiudendo. Confermo che in Cina mangiano presto. Prima di tornare in hotel attraversiamo il mercato notturno dietro all’hotel che troviamo molto più interessante e caratteristico di quello centrale.
16/08
La guida ci aspetta puntuale. Lasciamo i bagagli in custodia al gentilissimo personale dell’hotel e ci spostiamo a Yangshuo. Saliti in macchina diciamo alla guida che stasera vorremmo andare a vedere lo spettacolo di Si Su Sanliu. Lo show non era previsto nel programma concordato, ma lui si attiva subito e con una telefonata ci procura i biglietti. Prendiamo l’autostrada e dopo poco più di mezz’ora ci fermiamo in un paese in mezzo alla campagna dove noleggiamo le biciclette e partiamo alla scoperta dei dintorni lungo il fiume. La corsa in bici è veramente piacevole, il cielo coperto mantiene la temperatura accettabile e passiamo attraverso villaggi, risaie e campi coltivati prima di raggiungere il ponte del drago. Lungo il fiume ci sono molte zattere di bambù per fare rafting. Oggi sono tutte attraccate perché ieri ha piovuto molto e il livello dell’acqua è salito troppo. Restituite le bici, riprendiamo la macchina per raggiungere il tratto del fiume Li dove faremo una gita in barca. Vista l’ora decidiamo di mangiare qualcosa di veloce e la guida ci porta in uno dei tanti posti (non lo definirei un ristorante) dove loro si fermano a mangiare. Per i nostri standard è un po’ troppo “rustico” e i noodles non sono un granché, ma per 3 porzioni e 2 birre spendiamo 15 yuan. È stato il pasto più economico di tutta la vacanza! Riprendiamo il viaggio verso il fiume e finalmente arriviamo a destinazione dopo aver passato la ormai classica zona caotica con ingorgo di macchine, bancarelle e fiumi di turisti. Mentre stiamo raggiungendo la zattera, incontriamo una coppia di francesi che ci chiede quanto abbiamo pagato. Noi non ci ricordiamo la cifra che c’era nel preventivo ricevuto via email, ma la guida dice ai ragazzi che il giro costa 260 yuan. Sicuramente bisogna contrattare anche qui. Partiamo ammirando i famosi picchi che ci sono sulle banconote da 20 yuan. Il panorama é molto bello e il giro sarebbe stato anche rilassante se non fosse per l’assordante rumore del motore. Come avevo letto in altri racconti, avendo poco tempo a disposizione abbiamo deciso di non fare la crociera da 4,5 ore e siamo contenti della scelta fatta. Sono circa le 16.00 e Andy ci porta al Tea Cozy Hotel di Yangshuo. L’albergo si trova in una bellissima valle (che probabilmente diventerà parco nazionale con accesso a pagamento) e la camera che abbiamo prenotato (in febbraio) è veramente molto bella. Ci facciamo un tè e ci rilassiamo in terrazza ammirando la vista bucolica. Alle 18.00 prendiamo la navetta gratuita dell’hotel che ci porta in centro. Facciamo un giro lungo la strada principale piena di negozi di souvenir e acquistiamo dello street food per cena. Alle 18.50 raggiungiamo la guida che ci aspetta in macchina. Il traffico è più caotico del solito perché tutti stanno andando allo spettacolo. Una volta raggiunto il luogo, ci accompagna ai nostri posti B2 e ci saluta. Il cielo è nuvoloso e potrebbe piovere, quindi tutti gli spettatori vengono forniti di poncho. L’anfiteatro naturale è meraviglioso e abbiamo fatto bene a scegliere la prima rappresentazione, perché possiamo ammirare le montagne al tramonto. Anche lo spettacolo è molto bello. Le comparse sono 600, la storia non è comprensibile per noi, ma i giochi di luce sono affascinanti. Peccato per i cinesi che ancora prima che finisca lo spettacolo cominciano ad alzarsi e a guadagnare l’uscita …nemmeno dovessero uscire da un concerto a San Siro! La guida ci aspetta all’uscita e ci riporta in albergo dove lo ringraziamo e salutiamo.
17/08
Facciamo colazione in hotel scegliendo la versione cinese con tanto di noodles in zuppa. Prendiamo lo zaino e alle 9.10 saliamo sul minivan inviatoci dalla Yangshuò Cooking School. Scendiamo di fronte ai giardini e aspettiamo gli altri partecipanti alla lezione di cucina che abbiamo prenotato via email. Per prima cosa facciamo un giro al mercato che si trova proprio lì di fronte. Visitavamo la parte della frutta e verdura dove vediamo specie a noi sconosciute. Poi ci trasferiamo in quella della carne. Qui l’insegnante ci dice di non scattare foto e chi preferisce può aspettare fuori. In effetti lo spettacolo non è dei migliori visto che tra galline e anatre ci sono anche cani e gatti pronti da cucinare. Con i minivan ci spostiamo nella scuola di cucina in campagna. Qui ognuno ha la sua postazione di lavoro e trascorriamo 2 piacevoli ore a cucinare dei piatti tipici, come il pesce alla birra, che poi mangeremo insieme. Soddisfatti della mattinata e del pranzo, veniamo riportati in centro dove salutiamo i nostri simpatici compagni con i quali abbiamo condiviso anche i racconti delle disavventure capitateci durare il viaggio. Facciamo un altro giretto in centro e poi prendiamo il taxi per raggiungere la stazione degli autobus. Appena arriviamo c’è subito un autobus in partenza per Guilin e saliamo a bordo. Il viaggio dura più di 1 ora e mezza e sull’autobus si “balla” parecchio. Arrivati a destinazione, decidiamo di raggiungere l’hotel a piedi, ma sbagliamo strada. Ci troviamo di fronte all’ingresso dell’Elephant Hill Park, così anticipiamo la vista che avremmo voluto fare dopo. Visitiamo il parco, saliamo sulla collina per vedere la città dall’alto (che non ci ha impressionato particolarmente forse perché era tropo fosco per vedere bene i picchi) e riprendiamo la strada verso l’hotel. Mentre ci stiamo riprendendo dall’ennesima giornata di caldo afoso, inizia a piovere. Decidiamo di andare a mangiare nel ristorante in cui eravamo già stai e concludiamo la serata nel mercato notturno dietro l’hotel.
18/08
Oggi ci trasferiamo a Shanghai: colazione in hotel, transfer all’aeroporto prenotato in albergo (100 yuan) e attesa prolungata solo per un ritardo di circa mezz’ora. Arrivati a Shanghai proviamo l’ebrezza del treno superveloce Maglev e poi ci scontriamo subito con i milioni di abitanti della città che affollano la metro. Verso le 15.00 facciamo il chek-in al Renaissance Yu Garden Hotel e, vista la vicinanza, andiamo a visitare i giardini prima della chiusura (17.00). I giardini sono affascinanti e andiamo alla scoperta dei vari angoli fino alla chiusura. Usciti passeggiamo nell’affollato bazar prima di andare alla metro e raggiungere il World Financial Center. Usciti dalla metro è facile orientarsi tra i vari grattacieli e salire sulla passerella che conduce al cosiddetto “Cavatappi”. La salita al 100^ piano non è proprio economica, ma la vista al tramonto della città che si illumina è stupenda. Scattate le foto di rito, raggiungiamo l’affollata Nanjing Road e andiamo a mangiare al Shanghai Lao Lao dove, nonostante l’ora tarda per i cinesi, servono ancora la cena. Mangiamo abbastanza bene spendendo meno di 200 yuan. Passeggiata sul Bund per le foto serali e poi a nanna.
19/08
Visto che oggi il tempo è bello, decidiamo di andare a Hangzouh. Con la metro raggiungiamo la stazione dei treni veloci Hongqiao e cerchiamo lo sportello per gli stranieri. La coda è lunghissima e, nonostante siano le 9.00 del mattino, i primi posti disponibili sono per il treno delle 11.30. Il passaporto è indispensabile per acquistare i biglietti. Aspettiamo facendo colazione in stazione e una volta partiti arriviamo a destinazione in circa un’ora. Scesi dal treno andiamo subito a fare la coda alla biglietteria (quella per stranieri ha la scritta verde in inglese) per acquistare i biglietti di ritorno con il treno delle 20.00 (non più tardi visto che la metro chiude alle 22.30). Cerchiamo un taxi per raggiungere il lago ma dopo l’ennesimo rifiuto decidiamo di prendere la metro. Dopo pochi minuti (solo una fermata) siamo in riva al lago. Cerchiamo subito il Green Tea Restaurant consigliato dalla LP e mangiamo la specialità della casa (pollo e maiale arrosto e pane al vapore) con contorni spendendo circa 200 yuan. Ritorniamo verso il lago e dribliamo i turisti cinesi per salire su una delle golf car che per 40 yuan a testa fanno il giro del lago in circa un’ora. Patrimonio dell’UNESCO, il lago è circondato da giardini, templi e altre attrazioni che non riusciamo a visitare a causa del poco tempo. Facciamo una passeggiata lungo il lago e raggiungiamo la zona più vecchia della città piena, come sempre, di negozi di souvenir e banchi di street food. Data la poca distanza, raggiungiamo a piedi la stazione centrale passeggiando tranquillamente lungo un fiume che costeggia delle abitazioni tipiche. Controllo del biglietto, raggi x alle borse e siamo pronti per accedere ai binari dopo la solita sosta nella sala d’attesa. Contrariamente agli aerei, i treni sono puntuali e poco dopo le 21.00 arriviamo a Shanghai. Altra mezz’ora di metro e siamo in albergo.
20/08
Oggi dedichiamo la giornata alla visita della città. Con la metro raggiungiamo Xintiandì nella concessione Francese. Sono le 9.00 del mattino, c’è poca gente in giro ed é quasi tutto chiuso. Facciamo un giro nella zona con le costruzioni in stile europeo e visitiamo la sede del primo congresso nazionale del PCC. La casa Shikumen apre alle 10.00 quindi decidiamo di spostarci a Tianzifang, l’altra zona del quartiere “europeo”. La metro diretta non esiste e preferiamo fare una passeggiata. Il quartiere é molto diverso dal primo. Ci si perde nel labirinto di vicoli e negozi di souvenir, ma girare alla scoperta della zona é decisamente piacevole. Compriamo qualche souvenir e ritorniamo verso Xintiandì. Lungo la strada visitiamo la ex residenza di Sun Yatsen situata in un tranquillo quartiere residenziale con costruzioni in stile anglosassone. Finalmente la casa Shikumen é aperta e cosí entriamo ad ammirare l’arredo tipico di una casa dei primi 900. Visto che è ora di pranzo, scegliamo di fermarci al ristorante Cristal Jade consigliato dalla LP che si trova nel centro commerciale tra il quartiere e la metro. Mangiamo un ottimo dim sum in un posto che potremmo considerare di lusso rispetto ai ristoranti che abbiamo visitato sinora (tovaglioli al tavolo e bagni di standard europeo). Anche il prezzo é decisamente più alto della media e spendiamo circa 60 euro per due. Nel pomeriggio ci spostiamo in piazza Renmin e visitiamo il Centro Esposizione del Piano Urbanistico di Shanghai. Al terzo piano c’è un plastico che rappresenta come sarà la città nel 2020 (la città é un cantiere, come gran parte della Cina), mentre le sale precedenti espongono fotografie d’epoca e altri pannelli informativi che non ci entusiasmano. Finita la visita ci trasferiamo al Museo di Shanghai passando per le gallerie sotterranee che pullulano di negozi. Il museo é gratuito, e decisamente interessante. Peccato non essere riusciti a prendere l’audioguida per la quale era necessario acquistare il ticket prima di fare il controllo sicurezza dall’ingresso opposto rispetto al quale siamo entrati noi (lato parco). C’é troppa coda per uscire e rientrare di nuovo. Finita l’interessante visita ci buttiamo nella folla di Nanjing Road dove passeggiamo per un po’. Dato che nei nostri programmi di viaggio avevamo inserito anche l’acquisto di alcuni piumini da letto in seta, decidiamo di raggiungere il Museo della seta. Anche questa volta facciamo affidamento sulla posizione di Google che si rivela essere sbagliata. Perdiamo un po’ troppo tempo nella ricerca infruttuosa e quando rientriamo in hotel per cenare in uno dei ristoranti del bazar di Yu Garden é ormai troppo tardi (21.00). Ripieghiamo sullo street food.
21/08
Stamattina chiediamo aiuto al concierge (navigator in questo hotel) per raggiungere il museo e dopo 15 minuti di taxi (27 yuan) arriviamo al Jiangnan Silk Museum. Abbiamo già le idee chiare per i nostri acquisti (il posto mi era stato consigliato da un’amica di famiglia che aveva già acquisto un piumino durante il suo viaggio), ma ci facciamo comunque illustrare il procedimento di produzione che seguiamo con interesse. Fatti i nostri acquisti, lasciamo in custodia le pesanti borse, e ci dirigiamo a piedi verso il Tempio del Budda di Giada per ammirare la bellissima statua. Tornando verso il museo, attraversiamo una zona di “vera” Shanghai con tanto di mercato con pesci e serpenti vivi in vendita. Altro taxi per tornare in hotel dove facciamo il check out e lasciamo i bagagli in custodia. Abbiamo ancora un paio d’ore libere prima di andare in aeroporto e questa volta riusciamo a mangiare gli imprendibili ravioli al ristorante Ding Tai Fung di fronte alla casa da té nel bazar Yu Garden. Nonostante siano le 11.30 facciamo un po’ di coda. Ci fanno accomodare nella sezione dedicata alla degustazione dei famosi ravioli. Il menù é decisamente ristretto ma le portate sono ottime e spendiamo circa 200 yuan. Ripresi i bagagli, raggiungiamo in metro l’aeroporto e aspettiamo il volo che stavolta ha solo mezz’ora di ritardo. La nostra metà é Shenzhen. Facciamo una piccola deviazione rispetto al classico itinerario, perché il nostro viaggio é in parte anche di lavoro. Arriviamo tardi a Shenzhen e scopriamo che la metro non é collegata direttamente con l’aeroporto, ma é necessario prendere un autobus. Raggiunta la fermata ci aspettano altri 40 minuti di viaggio per arrivare in hotel.
22/08
Dopo la colazione nel lussuoso Hotel Shangri-La, dedichiamo la mattinata alla visita della fiera. Alle 15.00 siamo pronti per lasciare la camera (abbiamo chiesto il late check out) e raggiungere Hong Kong, l’ultima tappa di questo impegnativo ma bellissimo viaggio. Con il taxi andiamo al check point (18 yuan, gli ultimi rimasti) e ci mettiamo in coda dopo aver compilato il modulo necessario. Passiamo il primo controllo, percorriamo il ponte che separa le due frontiere e affrontiamo le stesse formalità per i controlli in ingresso: altro modulo da compilare, altra coda. Finalmente siamo a Hong Kong e la prima sensazione é di essere ritornati in Europa. Preleviamo in valuta locale e acquistiamo i biglietti per la metro. Dopo circa 40 minuti di viaggio e 3 cambi, raggiungiamo il Glouchester Hotel nella zona di Causeway Bay. La camera é bella, pulita, spaziosa per gli standard di HK e ha una bellissima vista su Victoria Harbor e Kowloon. Tempo di riprenderci dal viaggio e partiamo alla scoperta della città. Come prima cosa acquistiamo la comodissima Octopus Card (50 HK$ di cauzione e 100 HK$ per la prima ricarica) per utilizzare i trasporti e acquistare nei negozi convenzionati tipo 7 Eleven. É tardo pomeriggio e ci spostiamo verso Central dove prendiamo l’autobus numero 206 per raggiungere la cittadina di Stanley. Il tragitto dura circa un’ora a causa del traffico, ma il percorso a curve tra i grattacieli che sorgono in mezzo alla giungla é ancora più affascinante visto dal piano superiore di un double deck. Essendo stata colonia britannica, qui si guida a destra e i mezzi pubblici sono simili a quelli inglesi. Sull’autobus compaiono i nomi delle fermate, quindi difficilmente si sbaglia. Raggiungiamo Stanley che visitiamo in tutta tranquillità pur essendo sabato sera. Probabilmente la leggera pioggerella che c’é appena stata ha fatto scappare un po’ di turisti. Passeggiamo sul lungomare, visitiamo il mercatino e riprendiamo la scala mobile per raggiungere la fermata. Qui aspettiamo l’autobus per Aberdeen dove arriviamo quando é già buio. Facciamo la passeggiata lungo il canale, le foto di rito ai palazzi illuminati e prendiamo il nr. 70 che passando per il tunnel di Aberdeen ci riporta velocemente a Central. Qui cerchiamo un ristorante di dim sum suggerito dalla guida, ma, come spesso capita, trovandosi all’interno di un centro commerciale (IFC) facciamo un po’ di fatica a trovarlo. Ripieghiamo su un ristorante Tai situato vicino all’albergo dove mangiamo del pollo al curry verde, riso con manzo, verdure di stagione saltate e un calamaro alla griglia. I piatti sono abbondanti ma molto piccanti e non servono birra. Io scelgo una freschissima acqua di cocco. Spediamo circa 300 HK$ e ci accorgiamo subito che qui i prezzi sono molto più simili a quelli europei.
23/08
La giornata sembra meno nebbiosa del solito e, dopo la colazione preparata in camera (bollitore, te, caffè e bibite sono gratuite), raggiungiamo Central con la metro per prendere il tram a cremagliera e raggiungere il Victoria Peak. Sono le 9.00 del mattino e c’é poca gente. Arrivati in cima, troviamo un centro commerciale con varie scale mobili che ci portano sulla terrazza panoramica (il biglietto va acquistato al ground floor). Nel biglietto é incluso l’utilizzo dell’audioguida. Scattiamo le foto al famoso panorama e poi prendiamo la via del ritorno. Ci sarebbe piaciuto scendere a piedi, ma il tempo é tiranno e facciamo un altro viaggio sul tram. Notiamo che a quest’ora la coda per la salita é decisamente più lunga. Siamo di nuovo in metro per raggiungere l’isola di Lantau. Ne approfittiamo per fare un veloce pranzo a base di sandwich e patatine fritte aromatizzate di Marks & Spencer, un ricordo delle nostre vacanze studio in Inghilterra. Alla biglietteria del cable car ci attende più di un’ora di coda nonostante sia mezzogiorno. All’entrata della metro avevamo ricevuto un coupon con un buono sconto di 100 HK$, così decidiamo di acquistare il pacchetto per la visita guidata, anche perché la LP fornisce poche informazioni sull’isola. Visto quanto scritto nei racconti, non ci fidiamo di prendere la cabina con il pavimento di cristallo. La salita é spettacolare sia per il panorama che per la lunghezza della cabinovia. La visita guidata inizia alle 14.30 così abbiamo il tempo di acquistare qualcosa di fresco da bene e vistare il finto villaggio realizzato per ospitare i vari negozi di souvenir. Il nostro gruppo é composto da sole 5 persone. Con un pullman ci portano al villaggio di pescatori di Tai O mentre la guida ci illustra la storia dell’isola e dei suoi pescatori. Il villaggio é in parte costituito da case su palafitte che visitiamo dall’acqua con una gita in barca di circa mezz’ora. L’escursione comprende anche un’uscita in mare aperto che raggiungiamo a tutta velocità. Lí possiamo vedere un peschereccio che sta tirando su le reti e cercare i delfini bianchi e rosa che nuotano in queste acque. Siamo abbastanza fortunati e riusciamo a scorgere un piccolo cetaceo (quindi di colore rosa) che emerge dall’acqua per pochi secondi. Rientriamo nel porto e proseguiamo la vista al villaggio dove i pescatori vendono il loro pesce essiccato. Concludiamo il giro del villaggio con la visita al tempio taoista. Con il pullman torniamo in cima al monte per visitare il monastero di Po Lin. Dopo le spiegazioni la guida ci lascia all’ingresso, così visitiamo in autonomia il tempio e l’opulenta sala dei 10.000 Budda. Facciamo una sosta al ristorante vegetariano per uno spuntino e poi saliamo gli oltre 200 scalini per raggiungere la gigantesca statua del Tian Tan Budda che domina il paesaggio. Solo ora scopriamo il vero valore del pacchetto acquistato: abbiamo la precedenza per prendere il cable car e saltiamo almeno un’ora di coda. La discesa é ancora più mozzafiato della salita. Con la metro torniamo a Central e, visto che l’ora del tramonto si sta avvicinando, prendiamo lo Star Ferry per attraversare il Victoria Harbour. Ci fermiamo ad attendere le 20.00 lungo la Avenue of Stars per assistere allo spettacolo di suoni e luci. La durata é di circa 10 minuti, c’é tanta gente e lo skyline illuminato é veramente affascinante, ma lo spettacolo ci delude parecchio. É giunta l’ora di cena e ci rechiamo al Dong Lai Shun, un ristorante segnalato dalla LP che si trova all’interno di un lussuoso albergo. Mangiamo degli ottimi noodels e una deliziosa anatra affumicata con contorno. Si notano le due forchette Michelin, anche nel conto che supera i 700 HK$. Prima di rientrare in hotel passeggiamo lungo la trafficata Nathan Road con le sue scintillanti insegne.
24/08
Avendo visitato Las Vegas, non potevamo farci mancare la versione orientale, Macao, che dista circa un’ora di navigazione da HK. Con la metro raggiungiamo il terminal del traghetto Turbo Jet. Sono le 9.00 del mattino, ma i primi posti liberi sono disponibili per la partenza delle 10.30. Per ingannare l’attesa facciamo un giro per l’annesso centro commerciale e ci prendiamo qualcosa da mangiare per pranzo. Le formalità per il visto sono semplici (sempre lo stesso modulo da compilare e la coda per attendere il proprio turno) e ci imbarchiamo velocemente. Il viaggio é tranquillo e una volta arrivati al terminal preleviamo in moneta locale, scoprendo, solo dopo, che potevamo tranquillamente pagare con i dollari di Hong Kong. Come suggerito da tutti, prendiamo il pulmino gratuito per un casinò a caso e in pochi minuti siamo al Wynn. Con la cartina presa al punto informazioni del terminal ci orientiamo e cominciamo l’esplorazione del centro storico. Percorriamo la via principale dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità, visitiamo le rovine della chiesa di San Paolo e raggiungiamo la fortezza dove si trova il museo. Da quassù possiamo avere una vista a 360 gradi della città. Il centro storico ricorda una città portoghese ma viste dall’altro le case sono parecchio fatiscenti e circondate dai soliti palazzi altissimi. Peccato che il lunedì il museo sia chiuso e che noi abbiamo scelto proprio questo giorno per evitare la ressa del week end. Fa veramente molto caldo e c’è comunque tantissima gente in giro. Ci prendiamo due spremute rinfrescati e terminiamo la visita del centro storico prima di entrare al Grand Lisboa. Ammiriamo le opere d’intarsio che ci sono nella hall, approfittiamo del bagno e poi facciamo una veloce visita alle sale da gioco. Usciamo per prendere la navetta, e scopriamo che per il ritorno é necessario avere un talloncino dell’hotel. Ripieghiamo su un taxi che per 17 HK$ ci porta al terminal. Sono le 15.00 e acquistiamo i biglietti per il traghetto delle 15.15. Approdati a HK, visitiamo il tempio taoista Man Mo’ Temple e ci fermiamo a bere del te accompagnato da un ottimo dim sum a Dim Sum Square, un locale segnalato da Tripadvisor. Spendiamo circa 130 HK$ e mangiamo benissimo. Con la metro ci spostiamo a Central e andiamo a visitare la scala mobile pubblica più lunga del mondo. La percorriamo tutta e, una volta giunti in cima, prendiamo il primo autobus che passa per ritornare verso il centro. Il pulmino corre a tutta velocità lungo la strada tortuosa. Scendiamo non appena rimane imbottigliato nel traffico. É la nostra ultima serata in città e vogliamo andare a visitare i vari mercati notturni di Mong Kok. Le strade sono gremite di gente e le bancarelle si susseguono con souvenir per turisti, copie di borse e di orologi di marca. Anche qui é d’obbligo contrattare. Mio marito decide di comprare una macchina fotografica in uno dei negozi lungo Nathan Road, ma ci accorgiamo, solo a posteriori, che i prezzi proposti sono in realtà pari a quelli che si possono trovare in Europa. Quindi se siete alla ricerca di tecnologia a prezzi d’occasione, questo non é il posto giusto. Ho sentito dire che Hong Kong é il paradiso per lo shopping, ma a noi non é sembrata così particolarmente vantaggiosa, se non per l’acquisto di copie di marchi famosi. La Cina “vera” era decisamente più economica.
25/08
Oggi é l’ultimo giorno della nostra lunga vacanza. Dopo aver sistemato i bagagli, ci concediamo una mattinata di relax a Repulse Bay, la spiaggia più famosa di HK. Da Central prendiamo l’autobus 6x che passa per il tunnel di Aberdeen e impiega circa 15 minuti. É martedì e c’é pochissima gente, tutta al riparo dalla calura (40 gradi) sotto gli alberi disseminati lungo la spiaggia. Facciamo un bagno rinfrescante nel mare cinese e proviamo la strana sensazione di essere “aggrediti” da branchi di gamberetti e pesciolini che ci fanno un peeling naturale, come nei vari negozi cinesi che offrono pediluvi in vasche piene di pesciolini. Verso l’ora di pranzo ritorniamo a Causeway Bay, prima con l’autobus e poi con il tram a due piani. Perdiamo un bel po’ di tempo per cercare quello che secondo la LP é il migliore ristorante giapponese della città. Dopo la caccia al tesoro, scopriamo che il ristorante Irori ha chiuso i battenti, almeno nel posto indicato dalla guida. Torniamo in hotel, ci facciamo una doccia e lasciamo la stanza. Chiediamo che ci tengano i bagagli fino a sera e di indicarci un buon ristorante giapponese in zona. Ci consigliano il Sen Ryo Situato al piano 2B del Times Square Shopping Center. Mangiamo sushi, maki, granchio con corazza molle fritto e una banto box con te verde e birra spendendo circa 400 HK$. Con la metro raggiungiamo Kowloon per visitare il parco con i fenicotteri rosa e volatili mai visti prima, e poi ci postiamo verso il Museo di Hong Kong. Purtroppo oggi é il giorno di chiusura (ma si può chiudere un museo di martedì???) così non ci resta che tornare verso il Ladies Market per gli ultimi acquisti. Ritorniamo in hotel, prendiamo le valigie e con il comodo e veloce airport express raggiungiamo il nostro terminal. Con la cauzione della Octopus card ci avanzano giusto i soldi per acquistare l’ultimo piatto di noodels e salutare così un paese ricco di contrasti, moderno e tradizionalista allo stesso tempo.
Note
Viaggio fai da te Viaggiare da soli in Cina é fattibile, bisogna solo mettere in conto che ci potrebbe volere più del previsto per fare certe cose (per questo abbiamo voluto avvalerci dell’aiuto di guide per certe zone). Documentarsi bene prima della partenza rende tutto più facile.
Lingua La lingua inglese é abbastanza diffusa nelle città (hotel, ristoranti) e le indicazioni sono sempre in doppi lingua. I tassisti non lo parlano ed é quindi necessario avere sempre una cartina in doppia lingua dove poter indicare la destinazione.
Cibo Noi abbiamo sempre mangiato bene, sia che si trattasse di street food che di ristoranti eleganti. Spesso non avevamo fame a causa del caldo e raramente abbiamo fatto tre pasti completi durante la giornata.
I cinesi Come letto negli altri racconti, presi singolarmente sono disponibili e gentili, ma in gruppo sono “caciaroni”: urlano, spingono e sputano per terra, anche se decisamente meno rispetto a una volta. E comunque sono sempre tantissimi, ovunque.
Traffico e inquinamento Il traffico é decisamente caotico e rumoroso. I motorini sfrecciano da tutte le parti, suonano il clacson ogni tre per due e hanno un modo di guidare molto azzardato. Fanno manovre che noi non faremmo mai. Nonostante questo, abbiamo visto pochi incidenti. I pedoni non vengono minimamente considerati, nemmeno quando hanno il semaforo verde. La precedenza é sempre dei veicoli e bisogna fare molta attenzione quando ci attraversa la strada. Ovunque (metro, stazioni, siti storici) ci sono dei metal detector per controllare tutte le borse in ingresso. L’aria é generalmente inquinata anche se noi, ad eccezione di Xi’an, siamo stati abbastanza fortunati.
Clima Agosto non é il mese ideale per visitare la Cina, ma noi non abbiamo riscontrato particolari difficoltà. Certo, bisogna mettere in conto che si suda tantissimo a causa del caldo umido, ma questo non ci ha mai ostacolato nelle visite. Secondo la nostra guida, agosto è un periodo migliore di luglio per visitare Pechino, perché l’umidità é minore.
Internet In tutti gli hotel scelti c’era il wifi che abbiamo trovato gratuito (1 ora free) anche in aeroporti e a volte lungo la strada. I servizi collegati a Goggle sono bloccati, come Facebook e Twitter. Per accedervi é necessario collegarsi via VPN. Nessun problema con Whatsapp e Wechat che loro usano come una sorta di social network.
Ringrazio tutti i turisti per caso che ci hanno permesso di organizzare al meglio l’itinerario e spero di aver, a mia volta, fornito degli utili consigli a chi vorrà andare in Cina.
Buon viaggio!
Federica