Tour dell’Argentina: dalla troppo sospirata Terra del Fuoco al più affascinante nord
Indice dei contenuti
TOP FIVE:
Il Perito Moreno
La Quebrada de Cafayate
Il Parque Nacional Los Cardones con i suoi cardones, guanachi e lama
La pinguinera di Punta Tombo
Lo spettacolo di tango argentino
I NOSTRI NUMERI (per due persone):
Trasporti (Viaggio Forlì-Bologna A/R): 33,80 €
Volo internazionale: 2045,12 €
Voli interni (4): 1456,44 €
Spostamenti: 847,87 €
Assicurazione + agenzia: 462,78 €
Tassa aeroporto: 10,57 €
Alberghi: 1032,81 €
Mangiare: 654,66 €
Attrazioni: 1270,08 €
Guide cartacee (Lonely – Mondadori): 49,25 €
Totale 7863,38 €
N. totale di giorni, compresi gli spostamenti: 24
Considerazioni generali
Se vi piace la natura, l’Argentina offre tantissimo, se vi piace la carne, l’Argentina è il posto che fa per voi, se volete spendere poco, cambiate destinazione.
L’Argentina è uno dei Paesi più belli che abbiamo esplorato, speravamo di spendere meno ma dobbiamo anche considerare che non ci siamo privati di nulla, a parte qualche comfort e abbiamo visitato tutto il possibile.
La scelta di fare trasferimenti in autobus molto lunghi è stata dettata dalla volontà di abbattere i costi, i voli sarebbero da prenotare in anticipo, per risparmiare qualcosa, ma generalmente non siamo favorevoli a pianificare tutta la vacanza sin dalla partenza, preferiamo decidere strada facendo e in questo modo i costi spesso lievitano.
Come si evince dal titolo, la Terra del Fuoco ci ha un po’ delusi, pur essendo una delle zone più famose dell’Argentina, non ha soddisfatto le nostre aspettative, oltre ad offrire poche attrazioni e paesaggi spogli, è un territorio economicamente costoso in cui conviene sostare il meno possibile.
Di grande impatto sono invece i paesaggi del nord argentino, per intenderci la zona intorno a Salta, da dove partono le escursioni per gli altopiani da cui sembra si possano toccare le nuvole con un dito, dove la cultura andina inizia a farsi sentire, dove il riverbero del sole sulle distese di sale è talmente forte da rendere necessario l’uso del passamontagna, dove è possibile vedere lama e guanachi in libertà che attraversano le strade sterrate a 4000 metri di altitudine, dove le montagne assumono i colori dell’arcobaleno.
Il nord-ovest argentino è superlativo da ogni punto di vista ed è anche molto meno costoso della Terra del Fuoco o della Patagonia.
Anche il nord-est argentino, quello delle cascate di Iguazù è una tappa fondamentale per chi mette piede in territorio argentino, ancora oggi quando vediamo le immagini delle cascate di Iguazù nei vari mezzi di comunicazione, ci emozioniamo e siamo contenti di aver avuto la fortuna di vederle dal vivo.
Sconsigliamo di cambiare i soldi all’aeroporto, il cambio è svataggiosissimo, conviene cambiare il minimo necessario per i primi spostamenti.
Cambio in aeroporto: 1 Euro = 4,40 AR$
Cambio medio nel territorio argentino: 1 Euro = 5,30 AR$
Consigliamo di assistere ad uno spettacolo di tango argentino, è un ballo molto coinvolgente e sensuale.
Noi non ci siamo mai sentiti in pericolo, abbiamo sempre girato da soli, viaggiando anche di notte sugli autobus insieme alla gente locale, e dobbiamo dire che abbiamo incontrato solo brave persone.
14/01/2012 FORLI’ – BUENOS AIRES
Partenza da Forlì per raggiungere l’aeroporto di Bologna, dove con un volo Air france raggiungiamo Parigi con un ritardo di 30 minuti a causa di un’avaria al motore ausiliario.
A detta dei tecnici non serviva per il volo ma solo per l’accensione, ma per noi passeggeri le parole “avaria al motore” suonano molto preoccupanti.
Fortunatamente il volo è stato tranquillo e raggiunto lo Cdg di Parigi ci prepariamo alla lunga attesa (6 ore), prima di partire alla volta di Buenos Aires, volo Air France, durata 13 ore.
Costo del volo A/R Air France Bologna – Buenos Aires: 1022,56 Euro a testa
Costo assicurazione totale: 312,78 Euro (valida per due persone per la durata del viaggio)
Spese agenzia viaggi: 150,00 Euro
15/01/2012 BUENOS AIRES – USHUAIA
Alle 09:30 ora locale raggiungiamo la capitale argentina e ad accoglierci c’è un caldo sole estivo.
Sbrigate le pratiche burocratiche dei visti, previa compilazione di un modulo e recuperati i bagagli, ci apprestiamo a cambiare del denaro (1 Euro = 4,40 AR$).
Acquistiamo il biglietto per l’autobus dalla compagnia Manuel Tienda Léon (70 AR$ a testa), che ci conduce all’aeroporto Aeroparque in circa un’ora.
Fatto il check-in siamo di nuovo in attesa, questa volta del volo per Ushuaia via Trelew, siamo tutti in coda pronti per uscire dal gate, quando annunciano la cancellazione del volo per Trelew e confermano quello per Ushuaia, non verrà quindi più fatto lo scalo intermedio. La gente è allibita, perché non viene fornita alcuna giustificazione ed è costretta ad attendere il volo successivo.
Costo del volo Aerolinaes Argentinas prenotato su internet: 233,04 Euro a testa
Arriviamo ad Ushuaia e con un taxi (25 AR$) raggiungiamo l’Hosteria Bella Vista, prenotato su internet e distante qualche Km dal centro del paese.
Si trova in un quartiere residenziale con strada sterrata, la stanza è grande e il collegamento wi-fi è gratuito.
Costo albergo: 284,94 Euro per 3 notti
La proprietaria ci presenta le varie escursioni che si possono prenotare, ma i prezzi ci sembrano alti e decidiamo di raggiungere il centro.
Il taxi (21,5 AR$) ci conduce sulla via principale, ma sono le 20:15 della domenica sera e benché sia ancora pieno giorno le agenzie hanno già chiuso. Dalle vetrine ci accorgiamo che i prezzi dei tours non si discostano da quelli che ci aveva illustrato la signora dell’albergo, sono veramente costosi, quindi rassegnati decidiamo di prenotare qualcosa per il giorno seguente una volta rientrati in albergo.
Si va a cena al Restaurante Moustacchio e si mangia a base di bife de chorizo, tagli di asado e verdure alla griglia, accompagnato da acqua (228 AR$).
Rientro in albergo in taxi (23 AR$) e per il giorno seguente prenotiamo il trasferimento in autobus a/r che ci condurrà all’entrata della stazione del “El Tren del Fin del Mundo” (80 AR$ a testa). Ci sembra veramente che tutti se ne vogliono approfittare.
16/01/2012 USHUAIA
Sveglia ore 07:15, colazione in albergo e alle 09:15 ci passano a prendere con un minibus. Ci accompagnano alla stazione del “El Tren del Fin del Mundo” dove facciamo i biglietti (155 AR$ a testa, solo andata).
Il treno in sé per sé è molto carino ma il giro che compie non è niente di esaltante. Fa una sosta di circa 15 minuti alla stazione La Maccarena, dove si può vedere una piccola cascata, questo torrente serviva una volta per riempire d’acqua le locomotive a vapore.
Si attraversa il cimitero degli alberi, quindi un tratto di foresta per far immaginare come poteva essere il bosco 100 anni fa, dopodiché si conclude il percorso, durata totale un’ora.
Nel complesso il tragitto è poco vario, il trenino è costoso e lento e il tutto è solamente molto turistico, ma fondamentalmente è una delle poche attrazioni che questa città è in grado di offrire per cui vale la pena provare.
Si raggiunge l’entrata del Parque Nacional Tierra del Fuego, noi per guadagnare tempo avevamo acquistato alla biglietteria della stazione anche i biglietti per il parco (85 AR$ a testa, accettano solo contanti), commettendo un errore dato che altre biglietterie non ne abbiamo incontrate, ma soprattutto perché nessuno ci ha mai chiesto i biglietti, non abbiate fretta di pagare come l’abbiamo avuta noi.
Decidiamo di fare un percorso a piedi e in circa 20 minuti raggiungiamo l’inizio del sentiero Senda Costera che in circa 3 ore e 30 minuti completiamo, raggiungendo il Camping Lago Roca dove ne approfittiamo per fare una siesta dissetante.
Alle 15:00 parte il minibus che ci accompagna in centro, una piccola merenda al bar-ristorante “Marco Polo”, quindi giro di ricognizione fra le agenzie per vagliare nuove proposte per il giorno successivo.
Fondamentalmente le alternative sono in tutto tre, con varie opzioni:
– Parque Nacional Tierra del Fuego con El tren del Fin del Mundo
– Lago Fagnano e Lago Escondido (escursione con 4×4)
– Navigazione con battello sul Canal Beagle più o meno lunga.
La seconda opzione sinceramente ci appare troppo costosa, con l’agenzia Canalfun 695 AR$, con Rumbo Sur poco meno, la nostra impressione è che la seconda in linea di massima sia più economica e il personale più professionale.
Decidiamo per il giorno seguente di effettuare un’escursione in battello con visita alla Pinguinera e alla Estancia Harberton.
Si fa l’ora di cena, la fame non è eccessiva e si mangia qualcosa al Café-Bar Tante Sara (1 birra artigianale, 1 succo d’arancia, 1 hamburger con patatine 93 AR$), niente di esaltante.
Eravamo passati a dare un’occhiata al Maria Lola Restò, un bel ristorante con bella visuale, ma prezzi per noi eccessivi.
Torniamo in albergo con un taxi (22 AR$) e ci prepariamo per la notte.
17/01/2012 USHUAIA
Sveglia ore 07:15, facciamo colazione in albergo, chiamiamo un taxi che ci accompagni al porto turistico (22 AR$) dove acquistiamo 2 biglietti con la compagnia Rumbo Sur (350 AR$ a testa) per l’escursione all’Isla de los Lobos, alla Pinguinera e all’Estancia Harberton che ci impegnerà tutta la giornata.
Al porto si paga una tassa di 7 Ar$ per persona , quindi si parte con un grande e comodo catamarano tramite il quale ci avviciniamo alle colonie di cormorani e leoni marini ed infine alla pinguinera.
Vedere da vicino questi animali è molto suggestivo, sembra di vivere un documentario. Rimaniamo stupiti dal fatto che i pinguini sono animali decisamente piccoli, chissà perché pensavamo fossero più grandi, più tardi scopriremo che vi sono varie tipologie di pinguini e quelli che corrispondono al nostro immaginario risiedono nei mari antartici.
Attracchiamo al porto dell’Estancia Harberton e iniziamo la visita guidata.
Si trova in un posto incantevole ma a parte questo la visita si sviluppa fra qualche rimessa dove mostrano i macchinari per il taglio dei tronchi, della tosatura delle pecore e della sistemazione delle barche; si visita il cimitero e un giardino nel quale i nomi delle piante sono scritte nelle due lingue tribali e in spagnolo.
Si pranza nel ristorante interno alla Estancia e i giovani accompagnatori si trasformano in camerieri, noi evitiamo il pasto e proseguiamo alla visita del museo Acatushun dedicato ai mammiferi e agli uccelli della zona.
Sono esposti gli scheletri di tali animali e nelle vicinanze si trova la baracca dove le carcasse vengono fatte decomporre, il cattivo odore è penetrante e quasi insopportabile.
Si rientra a Ushuaia in autobus in circa 1 ora e 30 minuti rimanendo comunque un po’ delusi dalla visita dell’Estancia.
In città girovaghiamo per circa due ore aspettando l’ora di cena, cambiamo del denaro da Thaler (1 Euro = 5,25 AR$), quindi si raggiunge il ristorante Bodegòn Fueguino e si mangia con una portata di carne a testa con contorno, acqua e una birra (189 AR$).
Commento positivo sul ristorante che raccomandiamo, quindi rientro in albergo con un taxi (23 AR$) e ci prepariamo per la notte.
18/01/2012 USHUAIA – EL CALAFATE
Oggi ci svegliamo con calma, facciamo colazione e chiudiamo le valigie, stasera si lascia Ushuaia.
Chiamiamo un taxi e andiamo all’entrata dell’aerosilla (27,75 AR$), la funivia che conduce verso il Glaciar Martial, costo della corsa 50 AR$ per gli stranieri, 40 AR$ per gli argentini e 30 AR$ per i residenti.
Decidiamo di risparmiare e facciamo una piacevole passeggiata di circa 40 minuti per arrivare alla piattaforma superiore dell’aerosilla, quindi da qui iniziamo la salita che ci condurrà alla base del ghiacciaio.
Purtroppo oggi regna la foschia, ma percorriamo ugualmente il sentiero che in circa 1 ora e 30 minuti ci fa arrivare alla base del ghiacciaio che non riusciamo però a vedere.
Scendendo, dato che la foschia si sta alzando, anche se a tratti spioviggina, decidiamo di percorrere il Sendero del Filo, un altro sentiero che sfocia in un punto panoramico da cui si apre una bellissima visuale sulla città di Ushuaia e del Canale di Beagle.
Scesi alla base dell’aerosilla aspettiamo sotto la pioggia un taxi che ci accompagna all’albergo, dove carichiamo le valigie per dirigerci in aeroporto (49 AR$).
Costo del volo Aerolinaes Argentinas prenotato su internet: 168,89 Euro a testa
Paghiamo la tassa aeroportuale (28 AR$ a testa) e dopo 70 minuti circa raggiungiamo El Calafate.
In conclusione Ushuaia è più una meta simbolica che altro, per es. presso l’ufficio informazioni è possibile apporre nel passaporto il timbro della “Fine del Mondo”, forse ciò che affascina maggiormente è il fatto di trovarsi in un punto così estremo della terraferma ma in sostanza non c’è niente di incredibilmente bello da vedere.
Anzi, guardandosi intorno si può avere l’impressione di un paese dove degrado e sottosviluppo sono diffusi, anche se la vita è in realtà costosissima rispetto ai nostri standard.
Per questo consiglio, se proprio volete andarci, di rimanere ad Ushuaia il meno possibile, per ridurre i costi e la possibilità di annoiarvi.
Prendiamo un bus (38 AR$ a testa) che ci accompagna all’albergo Hosteria Kalken prenotato su booking.com.
Costo albergo: 900 AR$ per 3 notti
La struttura dall’esterno è carina e vicinissima alla via principale, ma non altrettanto la stanza che ci assegnano.
Rispetto al listino abbiamo speso meno, ma ora ne capiamo il motivo.
Ci prepariamo per la notte, ormai vista l’ora, le 22, non è più possibile prenotare delle escursioni, occorre attendere la mattinata.
19/01/2012 EL CALAFATE – GHIACCIAIO PERITO MORENO – EL CALAFATE
Sveglia presto e la prima cosa che chiediamo alla reception è la prenotazione di un’escursione, brutte notizie, tutto pieno.
Facciamo la colazione che si presenta ricca di dolci ma povera di cibi salati; per la prima volta vedo in un albergo il prosciutto cotto e il formaggio tagliato a cubetti onde evitare di fare panini da portare via, incredibile!
Terminata la colazione raggiungiamo la stazione degli autobus poco distante dall’albergo e facciamo il biglietto per il ghiacciaio Perito Moreno (100 AR$ a testa), partenza ore 9:30 e ritorno ore 16:30.
Ne approfittiamo per fare Bancomat e al prelievo, a parte la commissione che dipende dalla tua banca applicano una tassa di 17 AR$.
Per percorrere gli 85 Km che ci separano dal ghiacciaio occorrono circa 1 ora e 30 minuti ma il viaggio è piacevole per il panorama che offre il lago Argentino e fanno da cornice le montagne innevate.
Raggiunta l’entrata si paga il biglietto, 100 AR$ a testa per i turisti stranieri, meno per gli argentini, quindi il viaggio prosegue fino all’attracco delle imbarcazioni dove decidiamo di fare un giro in battello.
Il viaggio su un catamarano costa 70 AR$ a testa e dura 1 ora, la bellezza del ghiacciaio è prorompente per il colore, per la freschezza dell’aria e per le dimensioni (30 km di lunghezza, 5 km di larghezza e 60 metri di altezza), ma purtroppo non si stacca neanche un pezzo di ghiaccio dalla porzione di parete che osserviamo.
Torniamo indietro e riprendiamo l’autobus che ci accompagna alle passerelle, un dedalo lunghissimo che permette di osservare al meglio la parete del ghiacciaio frontalmente.
Qui assistiamo a numerosi pezzi di ghiaccio che si staccano e crollano nel Canal de los Témpanos, ma diventa quasi irresistibile e si aspetta sempre un pezzo di ghiaccio più grosso.
Rimaniamo più di un’ora a guardare e veniamo finalmente ripagati, si stacca un’intera lastra che fa un boato veramente particolare, che spettacolo, finalmente l’Argentina che cercavamo.
Alle 16:30 si riprende l’autobus che ci riporta a El Calafate, abbiamo viaggiato con la compagnia di autotrasporti Rp Transportes e ci siamo trovati bene.
Giunti alla stazione degli autobus ci informiamo riguardo le partenze per El Chalten del giorno seguente e per Puerto Madryn per quello ancora successivo.
Facciamo quindi un giro per le agenzie di El Calafate per sapere cosa ci propongono: l’alternativa al ghiacciaio Perito Moreno è la navigazione all’imbocco del ghiacciaio Upsala per vedere gli iceberg, il ghiacciaio Spegazzini ed eventuale visita al ghiacciaio Perito Moreno, oppure in alternativa a quest’ultimo, trekking di 2 più 2 ore per vedere il ghiacciaio Upsala dall’alto e rientro in ogni caso con l’imbarcazione.
Insomma occorre navigare in tutti i casi per 6 – 7 ore con costi che variano da 500 AR$ a 700 AR$ a testa, ci sembrava troppo costoso e soprattutto troppo lunga la navigazione, decidiamo di tornare alla stazione degli autobus e prenotare il biglietto per El Chalten per il giorno successivo, costo 150 AR$ a testa A/R con la compagnia TAQSA, partenza ore 7:00 e rientro ore 19:00, durata del viaggio 3 ore, 3 ore e 30 minuti a tratta.
Prenotiamo con la compagnia Rp Transportes la tratta El Calafate – Puerto Madryn, partenza ore 16:00 del giorno 21 e arrivo ore 12 del giorno 22 in semi cama, costo 510 AR$ a testa.
Le partenze per El Chalten si possono fare con diverse compagnie e ad orari diversi, quelli da noi scelti erano quelli ovviamente più congeniali per trascorrere il maggior tempo possibile sulle montagne, avendo a disposizione solo una giornata.
Facciamo un po’ di spesa a La Anonima, quindi decidiamo di cenare a La Tablita, un mix di carne per due, un’insalata, due acque, totale 271 AR$, veramente squisito, consigliatissimo!
Torniamo finalmente in albergo ma la serata non è finita qui perché controllando su booking gli alberghi di Puerto Madryn, vediamo che è praticamente tutto pieno, prenotiamo una matrimoniale all’Hostel Sentir Patagonia e poi finalmente si dorme.
20/01/2012 EL CALAFATE – EL CHALTEN – EL CALAFATE
Sveglia ore 5:30, prepariamo gli zaini, scendiamo a far colazione e con calma ci dirigiamo a piedi alla stazione degli autobus.
Puntualissimo alle 7:00 si parte e alle 9:30 l’autobus fa tappa all’ufficio delle guardie forestali che si trova alle porte della cittadina, dove danno qualche indicazione sul comportamento da tenere all’interno del Parque Nacional de los Glaciares dandoci anche una mappa dei sentieri.
Lungo il tragitto le immagini del Cerro Torre e del Cerro Fitz Roy che si elevano al cielo sono indimenticabili.
Il tempo è a dir poco magnifico, quindi raggiunta la stazione degli autobus di El Chalten, partiamo alla volta dell’escursione al Laguna Torre, la tempistica è di circa 3 ore solo andata, io e Laura che l’abbiamo fatta in assoluta tranquillità con numerose soste per fare foto, video e per bivaccare al Laguna Torre abbiamo impiegato partenza e rientro alla stazione degli autobus 7 ore 30 minuti.
Il dislivello è sui 250 metri, ma i panorami che offre sono bellissimi e caso strano ma vero, la cima del Cerro Torre si stagliava limpidissima.
Il tempo tiranno non ci ha permesso di proseguire verso il ghiacciaio e il Mirador Maestri (1 ora solo andata), quindi siamo rientrati, stanchi ma appagati, ad El Chalten dove abbiamo ripreso l’autobus per il rientro, esperienza bellissima!
Tornati a El Calafate ceniamo al Librobar, un’insalata mista con pollo, una birra e un mate 96 AR$; cibo buono e ambiente carino, noi eravamo all’aperto e ci godevamo il passeggio della via principale, si rientra in albergo e stanchi ci addormentiamo.
21/01/2012 EL CALAFATE – VIAGGIO DIREZIONE PUERTO MADRYN
Ci svegliamo con molta calma e alle 9:00 passate facciamo un’abbondante colazione.
Avendo prenotato con booking, abbiamo la possibilità di effettuare il check out alle 16:00 del pomeriggio, quindi ne approfittiamo per tenere i nostri bagagli nella stanza.
La mattinata la trascorriamo passeggiando per El Calafate e facendo spesa all’affollatissimo supermercato La Anonima, per il lungo viaggio che ci aspetta nel pomeriggio.
Orario di partenza previsto per Puerto Madryn ore 16:00, ma l’autobus arriva in ritardo e si parte circa 30 minuti dopo.
L’autobus è a due piani, molto confortevole, con servizi igienici annessi, siamo 26 passeggeri in tutto e ci allietano con un film in dvd.
Alle 20:30, dopo quattro ore di viaggio arriviamo a Rio Gallegos, in 13 scendono e nessuno sale, ci offrono un panino con bibita e per il bere possiamo rifornirci al minibar in autonomia, niente male, ma il viaggio sarà comunque moooolto lungo, un altro film e poi si dorme.
22/01/2012 ARRIVO A PUERTO MADRYN
Quando ci svegliamo ci offrono una piccola colazione, quindi il tempo trascorre guardando un altro film e leggendo.
Alle 12:30 raggiungiamo la stazione degli autobus di Puerto Madryn e qui chiediamo informazioni per raggiungere la località di Salta, per le escursioni dei giorni seguenti ed infine per raggiungere il nostro ostello in città.
Riusciamo a pianificare il viaggio per Salta, acquistiamo i biglietti per l’autobus, partenza ore 22:50 da Puerto Madryn il giorno 24 e arrivo alle 8:00 del giorno 26, un viaggio da 33 ore in semi cama con la compagnia Andesmar, costo 892 AR$ a testa.
È chiaro che la scelta del mezzo di trasporto è stata fortemente influenzata dal costo dei voli, salatissimi prenotando come noi all’ultimo minuto, abbiamo considerato che con i bus avremmo risparmiato un po’ di soldi.
Per i giorni seguenti acquistiamo due escursioni dalla compagnia Flamenco Tour: la prima, per il giorno seguente, sulla Peninsula Valdes (250 AR$ a testa) e la seconda per il giorno 24 a Punta Tombo (250 AR$ a testa).
A piedi raggiungiamo il nostro alloggio, l’Hostel Sentir Patagonia prenotato su booking.com.
Costo albergo: 560 AR$ per 2 notti (camera matrimoniale con bagno)
La stanza è pessima, una parete è ricoperta di muffa fino ad un metro di altezza, pulizia mediocre, non c’è nulla dove poter appoggiare le cose escluso una sorta di armadietto sospeso fatto con reti saldate, le pareti sono sottili e l’intimità risulta assai limitata, uno degli alberghi peggiori della nostra esperienza.
Depositiamo i nostri bagagli e trascorriamo il pomeriggio passeggiando sul lungomare di Puerto Madryn, essendo domenica c’è tanta gente in spiaggia a prendere il sole o fare il bagno anche se tira un forte vento.
Pianifichiamo i giorni successivi, quelli da trascorrere a Salta, è giunto il momento di prenotare un albergo e prendere qualche decisione.
Mangiamo un gelato alla Heladeria Mares, se non andate non vi perdete niente e alla sera ceniamo con un piatto di paella per due persone e due bottiglie d’acqua, costo 148 AR$, la paella assomiglia più ad un risotto di pesce ma è ricca e abbastanza gustosa, si rientra in albergo a riposare.
23/01/2012 PUERTO MADRYN – PENINSULA VALDES – PUERTO MADRYN
Sveglia di buonora, perché dalle 7:45 alle 8:15 ci passano a prendere per portarci sulla Peninsula Valdes, facciamo una colazione scadente, in linea con gli standard della struttura.
Puntuali ci passano a prendere e completiamo il giro di raccolta delle persone, quindi si parte.
Raggiungiamo l’ingresso della Peninsula Valdes e paghiamo 70 AR$ a testa, dopo 22 km troviamo il Centro de Interpretacion dove è allestita una piccola mostra sulla fauna dell’oasi, quindi si riparte per Punta Norte per ammirare i leoni marini.
La penisola vanta una colonia con centinaia di esemplari adagiati sulla spiaggia, che si riposano o litigano tra loro con i cuccioli che tentano di scappare per non rischiare di essere schiacciati dal peso degli esemplari maschi.
Si riparte e si raggiunge la Caleta Valdes per ammirare i pinguini di Magellano, piccoli esemplari che sembrano volersi mettere in posa per farsi fotografare, sono animali buffi e allo stesso tempo apparentemente indifesi.
Si raggiunge Punta Cantor dove vediamo gli elefanti marini, pochi esemplari immobili sul bagnasciuga.
Decidiamo di percorrere i sentieri che si trovano sotto al ristorante, mentre alcuni compagni di viaggio vanno a pranzare.
Si riparte alla volta di Puerto Piramides, una piccola località marittima con seri problemi di approvvigionamento d’acqua e poi si rientra in albergo.
Nell’oasi abbiamo avvistato anche guanachi e armadilli, ma non orche o balene che in questo periodo dell’anno mancano.
È stata un’esperienza indimenticabile alla scoperta di animali a noi insoliti, nel loro habitat naturale.
Si rientra alle 18:00 in ostello e ne approfittiamo per prenotare la prima notte nella città di Salta, quindi usciamo per la cena.
Su consiglio di alcuni amici italiani conosciuti durante l’escursione della giornata, decidiamo di andare al ristorante Ambigù, dove li incontriamo per la cena e trascorriamo la serata insieme.
Mangiamo tutti langostinos, io all’aglio, Laura alla griglia con salsa di prosciutto cotto e panna, insalata mista, una birra e un’acqua per un totale di 200 AR$.
Abbiamo cenato benissimo e stanchi dalla giornata trascorsa rientriamo nel nostro ostello.
24/01/2012 PUERTO MADRYN – RAWSON – PUNTA TOMBO – TRELEW – PUERTO MADRYN – PARTENZA PER SALTA
La notte è stata un’odissea, sono stato malissimo, qualcosa che avevo mangiato deve avermi dato fastidio.
Durante la notte c’è stato un grave incidente stradale sulla Ruta 3 direzione Punta Tombo con inevitabile chiusura della strada, pareva dovessimo partire in ritardo per l’escursione da fare in giornata, ma riescono a essere puntuali.
Non sto affatto bene ma pensare di trascorrere la giornata negli spazi comuni dell’ostello mi fa rabbrividire, saliamo così sul minibus, dove incontriamo nuovamente come previsto gli amici italiani del giorno precedente.
Sia loro che Laura, fortunatamente sono stati bene, chissà cosa può avermi dato fastidio.
Prima tappa della nostra escursione, il porto di Rawson, dove per 220 AR$ ci si imbarca su gommoni che portano a vedere i delfini bianchi e neri, ovviamente io non sono in condizioni e Laura per solidarietà decide di rimanere con me.
Per noi c’è ben poco da fare, facciamo una breve passeggiata per trascorrere quell’oretta necessaria al rientro dei nostri compagni di viaggio e andiamo verso il mare ad osservare dei ragazzi che fanno surf.
Quando il gruppo rientra dall’escursione, ci raccontano di aver visto parecchi delfini, alcuni da vicino, anche se il mare un po’ mosso ha causato diversi malesseri.
Si riparte con il minibus alla volta di Punta Tombo, paghiamo 35 AR$ a testa per l’entrata nell’oasi e così possiamo finalmente osservare da vicino decine di migliaia di esemplari di pinguini di Magellano, con i loro piccoli (la colonia conta mezzo milione di esemplari)
Bellissimo, vederli così da vicino, ammirare i loro atteggiamenti nei confronti dei piccoli, emozionante è camminare per il sentiero e vederli attraversare, apparentemente non infastiditi dagli umani.
Si riparte ora alla volta della cittadina di Trelew dove ne approfittiamo per bere un thè al Touring Club, una storica confiteria.
Nel vicino aeroporto lasciamo gli amici italiani che partono per Buenos Aires, noi invece rientriamo nel nostro squallido ostello a Puerto Madryn, per rinfrescarci e recuperare i bagagli in previsione del lungo viaggio, raggiungiamo quindi la stazione degli autobus dove alle 22:50 prendiamo il bus che ci condurrà a Salta, dopo un viaggio di 33 ore.
L’autobus dell’agenzia Andesmar è di gran lunga peggiore rispetto a Rp Trasportes, ma non si poteva fare diversamente, dato che sono gli unici a fare questa tratta, l’autobus è praticamente al completo, ci servono la cena che assaggiamo a malapena e poi si tenta di dormire.
25/01/2012 VIAGGIO DIREZIONE SALTA
La notte trascorre tranquilla, al mattino abbiamo la spiacevole sorpresa di forare una ruota, per fortuna siamo vicini ad un gommista e perdiamo soltanto circa un’ora sulla tabella di marcia.
Sull’autobus si mangia spesso: colazione, pranzo, merenda e cena.
La giornata trascorre lentamente, allietata da qualche film in dvd, per fortuna abbiamo scelto come posti la prima fila del piano superiore e riusciamo ad ammirare il paesaggio come se fossimo al cinema.
Al piano terra ci sono le cama, postazioni decisamente più comode, per intenderci poltrone che si possono quasi trasformare in letto singolo, ma purtroppo al momento della prenotazione erano ovviamente occupate.
Durante la notte rimaniamo fermi in una stazione degli autobus per altri 45 minuti, accumulando quasi due ore di ritardo che ci porteremo fino a destinazione.
26/01/2012 SALTA
Arriviamo a Salta sulle 10:00 della mattina invece delle 8:00 previste, la stazione degli autobus è grande e moderna, la città si presenta trafficata e popolosa.
Raggiungiamo a piedi il nostro albergo, l’Hotel Iris, prenotato su booking per una notte, depositiamo i bagagli e finalmente una sana doccia dopo 35 ore di viaggio in pullman.
Costo albergo: 240 AR$ per 1 notte
Usciamo e raggiungiamo il centro passando di fronte al bianco Convento de San Bernardo, quindi iniziamo a girare nelle agenzie per organizzare i giorni successivi; per decidere sul da farsi andiamo a pranzo in un ristorante adiacente alla Plaza 9 de Julio (1 Hamburger, 1 insalata, 1 patata e 1 coca cola 90 AR$).
Salta sembra che sia più economica rispetto al sud dell’Argentina.
Ritorniamo all’agenzia Marina in via Caseros e prenotiamo il tutto: per il giorno seguente un tour a Cafayate con visita all’omonima Quebrada al costo di 195 AR$ a testa, per il 28 escursione a Cachi per la Cuesta del Obipso al costo di 220 AR$ a testa, per il 29 e il 30 noleggio auto con autista per la visita della Salinas Grandes e della Quebrada de Humahuaca al costo di 1100 AR$ al giorno comprensivo di carburante, vitto e alloggio per il conducente.
Premetto che il servizio del Tren a las Nubes è sospeso a tempo indeterminato perché a causa delle forti piogge delle settimane scorse, le rotaie si sono danneggiate; noi abbiamo fatto diverse considerazioni tra cui quella di noleggiare l’auto e fare tutto in autonomia, ma per le prime due escursioni il risparmio considerando il carburante è minimo, mentre per il terzo e quarto giorno il risparmio effettivamente c’è, ma ci siamo fatti scoraggiare dalle franchigie che chiedono per il noleggio e dall’incognita del maltempo che renderebbe le strade poco agevoli.
Prenotiamo infine anche i voli aerei con la compagnia Aerolinas: partenza Salta, arrivo Puerto Iguazù per il 31 e partenza Puerto Iguazù, arrivo Buenos Aires per il giorno 2 febbraio; costo 1816,20 AR$ a testa per entrambi i voli.
Dedichiamo il resto del pomeriggio alla visita della città, partiamo dalla Plaza 9 de Julio, visitiamo il Maam – Museo de Arqueologia de Alta Montana (40 AR$ a testa) per conoscere maggiormente la cultura e le tradizioni del popolo Inca, in particolare i sacrifici di bambini che venivano praticati sulle cime più alte della catena andina.
Abbiamo visto il corpo mummificato di uno dei tre bambini (vengono esposti a turno) rinvenuti dopo 500 anni nel corso di una spedizione; impressionante.
Visitiamo la Cattedrale di colore rosa e la Iglesia San Francisco, dopodiché gironzoliamo per le vie del centro ad osservare i negozi e le bancarelle (a centinaia all’interno dei mercati coperti).
Vicino a Plaza 9 Julio, iniziano a cantare, suonare e ballare per una sorta di manifestazione popolare e decidiamo di sederci al New Time Café (1 tortilla di patate, 2 empanadas, 1 acqua e 1 coca cola 62 AR$).
Terminato il nostro ennesimo spuntino torniamo in albergo dove chiediamo la disponibilità della stanza per i giorni successivi facendocela però cambiare perché quella attuale risulta troppo rumorosa.
Invece di 240 AR$ a notte ne spendiamo 260 AR$ e scegliamo una di quelle che chiamano suite, è proprio bella, affare fatto!
Costo albergo: 520 AR$ per 2 notti
27/01/2012 SALTA – CAFAYATE – SALTA
Sveglia ore 6:00, ci prepariamo, chiudiamo zaini e valigie perché dovranno essere trasferite nella nuova camera e dopo la colazione attendiamo il minibus che ci viene a prendere sulle 7:15 per raggiungere Cafayate percorrendo l’omonima quebrada scavata dal Rio de las Conchas.
La guida è un giovane ragazzo, molto competente che ci illustra usi e costumi della gente locale e i paesaggi da cartolina che ci circondano.
Facciamo diverse soste per poter ammirare la suggestiva Garganta del Diablo, l’Anfiteatro ed altri scorci che si trovano lungo il percorso, riservandone alcuni per il pomeriggio.
Raggiungiamo quindi la cittadina di Cafayate, regno della produzione di vini e ci portano alla Bodega Nanni, una piccola azienda nella quale facciamo una visita guidata ed eventuale successiva degustazione di vini al costo di 10 AR$.
Ci portano quindi nella piazza del paese e ci lasciano un po’ di tempo a disposizione per fare un giro e pranzare.
Decidiamo di bere qualcosa in un bar della piazza principale e abbiamo giusto un po’ di tempo per una visita alla chiesa, quindi si riparte ripercorrendo la stessa strada dell’andata ma fermandoci in posti diversi per scattare foto di questi panorami meravigliosi e per osservare da vicino i lama.
Questo itinerario è veramente scenografico, i colori sono stupefacenti e i paesaggi incantevoli, non ci aspettavamo così tanta bellezza dal nord dell’Argentina.
Rientrati in albergo controlliamo gli alberghi disponibili a Puerto Iguazù e a Buenos Aires, quindi decidiamo di andare in centro per la cena.
Sono le 20:00, è presto ma i morsi della fame si fanno sentire e visti i commenti positivi di altri viaggiatori decidiamo di andare a cena a El Solar del Convento.
Il ristorante è carino, eravamo i primi clienti della serata, nel frattempo sono arrivate altre tre coppie, hanno una vasta scelta di vini, i prezzi sono superiori rispetto ad altri posti (1 lomo, il migliore che abbia mangiato in Argentina, 1 insalata mista, 1 patata noisette, 2 acqua 156 AR$) ma la qualità è ottima, giudizio positivo.
Raggiungiamo nuovamente l’albergo e decidiamo di prenotare le due notti a Puerto Iguazù, esattamente il 31 gennaio e il 1 febbraio.
Quindi è arrivata l’ora di dormire, domani la sveglia sarà come al solito troppo presto, fortunatamente però la nuova stanza è decisamente più comoda e silenziosa.
28/01/2012 SALTA – CACHI – SALTA
Sveglia ore 6:00 come il giorno precedente, oggi ci aspetta l’escursione a Cachi e sulle 7:15 ci vengono a prendere, ma con nostra grande sorpresa non arriva il solito minibus ma una macchina 4×4, con a bordo il nostro driver-guida e due signore olandesi, sembra quasi si tratti di un tour privato, bella sorpresa.
La guida parla inglese e come quella del giorno precedente è molto competente, facciamo subito amicizia con i nostri compagni di viaggio, tutti molto simpatici.
Lungo il tragitto la guida ci mostra i campi di tabacco e ci spiega il procedimento di coltivazione, ha una guida molto sportiva e dietro ondeggiamo non poco nelle curve.
Dopo i percorsi cittadini inizia la strada vera e propria che ci porterà a Cachi attraversando il Parque Nacional Los Cardones tramite la Cuesta del Obispo.
Il primo tratto di strada è all’interno della foresta e poi su strada sterrata ci inerpichiamo su per le montagne dove iniziamo ad incontrare i cardones, i cactus a candelabro.
Gli scenari sono spettacolari, sembrano quasi improbabili, le foto si sprecano e dopo qualche ora dalla partenza raggiungiamo la cima ad oltre 3000 metri e da qui in poi inizia l’altipiano.
Provate ad immaginare una terra piatta che si estende a perdita d’occhio, ma ad oltre 3000 metri di altitudine, incredibile; siamo all’interno del parco e dopo diversi km inizia lo spettacolo: migliaia e migliaia di cardones.
Ci fermiano per scattare foto e fare video, queste piante sono imponenti, alte oltre 4 metri, ma soprattutto sono ovunque, meraviglioso.
Raggiungiamo per l’ora di pranzo la piccola cittadina di Cachi dove pranziamo con uno spuntino, girovaghiamo per la piccola piazza e guardiamo le bancarelle che espongono merce tradizionale, qui compriamo un cofanetto per contenere le bustine di the in legno di cactus, uno dei miei acquisti preferiti!
Decidiamo di visitare il Museo Arqueologico al quale si fa un’offerta di 5 o 10 AR$ a testa, niente di interessante, ma ne approfittiamo per utilizzare il bagno.
Alle 14:15 si riparte e si percorre la stessa strada a ritroso, ma il brutto tempo che in mattinata vedevamo lontano ora ha invaso le nostre valli e ci priva del piacere di rivedere certi scorci.
Avvistiamo il condor e ne approfittiamo per scattare ancora foto, mentre nella mattinata abbiamo visto guanachi, lama e nandù.
Rientriamo il albergo sulle 17:00, quindi dopo un po’ di pubbliche relazioni andiamo in centro per uno spuntino al New Time Café (sandwiches, empanadas, 1 coca cola, 1 acqua 60 AR$), dove ascoltiamo un po’ di musica dal vivo, sempre grazie al festival che si svolge di fianco al locale, quindi rientriamo in albergo a riposare.
29/01/2012 SALTA – SAN ANTONIO DE LOS COBRES – SALINAS GRANDES – PURMAMARCA
Oggi la sveglia è abbastanza tardi perché il driver ci verrà a prendere sulle 9:00.
Terminata la colazione, si presenta macchina e autista e con nostra grande sorpresa abbiamo a disposizione un 4×4, che fortuna, siamo proprio contenti e tutto ciò perché con l’agenzia abbiamo concordato il seguente itinerario: primo giorno, Salta – San Salvador de Jujuy – Purmamarca –Salinas Grandes – Purmamarca; secondo giorno, Purmamarca – Tilcara – Humahuaca – Salta.
Si rientrava quindi percorrendo la stessa strada, in pratica non potevamo percorrere la Quebrada del Toro, San Antonio de los Cobres e la Ruta 40 fino alla Salinas Grandes perché la quebrada in caso di pioggia è sconsigliato percorrerla e per la Ruta 40 occorre comunque una 4×4.
Dato che oggi splende il sole e siamo seduti su una 4×4 chiediamo al nostro autista Gioacchino di poter modificare l’itinerario, il quale risponde che per 300 AR$ di supplemento, non ci sono problemi.
Accettiamo di buon grado e siamo ancora oggi convinti di aver fatto la scelta giusta.
La Quebrada del Toro corre parallela al percorso del Tren a las nubes, la tratta ferroviaria più famosa dell’Argentina soprattutto per la straordinaria opera ingegneristica, ed essendo stretta il percorso è spettacolare.
I panorami sono mozzafiato e coloratissimi e si vede il 75% di ciò che si vedrebbe percorrendola in treno, si raggiunge quota 4100 metri di altitudine e poi si scende a San Antonio de los Cobres.
Fino a qui la strada è percorribile anche con un’auto normale, ma è d’obbligo fare tantissima attenzione in caso di pioggia a causa del pericolo frane.
San Antonio de los Cobres è un piccolissimo paese, strade quasi deserte se non per la gente che aspetta i turisti, decisamente pochi dato che il treno è fermo, nulla quindi da vedere se non per il caratteristico senso di angolo sperduto del mondo che può suscitare.
Facciamo uno spuntino con tre empanadas, ci hanno accompagnato sfamandoci per tutta la vacanza, una coca cola e un’acqua per 28 AR$ in un piccolo ristorantino, quindi si riparte alla volta della Salinas Grandes percorrendo un tratto della famigerata Ruta 40, circa 100 km di strada ghiaiata pianeggiante, siamo d’altronde su un altopiano, che in alcuni punti si attraversa solo con una 4×4.
Raggiungiamo la RN 52 a 5 km dalla Salinas Grandes e lo spettacolo è veramente incredibile…una distesa di bianco abbagliante su cui è possibile camminare, fondamentali sono gli occhiali da sole, per poter ammirare questa superlativa distesa di sale.
Camminiamo sulla crosta di sale, inizialmente un po’ timorosi di finire a mollo, scattando miriadi di foto, immancabili i venditori di souvenir che per difendersi dai raggi del sole sono costretti ad indossare dei passamontagna per coprire interamente il volto.
Compriamo un posacenere in sale (8 AR$), bellissimo ricordo, è diventato il mio porta graffette.
Si riparte per raggiungere Purmamarca e la strada che percorriamo è favolosa, raggiungiamo i 4200 metri di altitudine e dall’alto osserviamo la strada che a forma di biscia scende dalla montagna creando qualcosa di incredibile, ma lo spettacolo vero e proprio deve ancora arrivare.
Una volta scesi e fino ad arrivare a Purmamarca le montagne assumono colori spettacolari, è veramente un idillio per gli occhi, raggiungiamo Purmamarca e ce ne innamoriamo, decidiamo di alloggiare in questo minuscolo e graziosissimo paese, pernottando al El Pequeno Inti.
Costo albergo: 190 AR$ per 1 notte
Purmamarca è famosa per il Cerro de los Siete Colores, formazioni rocciose policrome che fanno da cornice a questo pittoresco paese.
L’autista ci accompagna con la macchina al percorso di 3 km che gira intorno al monte, si fanno decine di foto, quindi ci salutiamo e iniziamo a girovagare per la piccola piazza, impossibile sfuggire al richiamo dei mercatini stracolmi di coloratissimi souvenir pseudo-artigianali, principalmente in stoffa.
Per cena andiamo a El Churqui de Altura (2 empanadas, 1 humita, 1 piatto di carne di lama condita al Malbec con patate, 1 piatto di carne di lomo di lama con vino in salsa, 2 acqua 163 AR$), il ristorante è molto carino, pulito e si mangia bene, consigliato!
Stanchi rientriamo in camera anche se fuori gruppi di ragazzi cantano e ballano non sappiamo in occasione di quale ricorrenza particolare.
30/01/2012 PURMAMARCA – TILCARA – HUMAHUACA – SAN SALVADOR DE JUJUY – SALTA
Partiamo da Purmamarca e ci fermiamo sulla strada per ammirare il Cerro de los Siete Colores da un’altra prospettiva e poi si riparte alla volta di Tilcara.
La Quebrada de Humahuaca è un’apoteosi di colori, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, qualcosa di indescrivibile che rimane nella memoria in maniera indelebile.
Raggiunta Tilcara entriamo al pucarà, oggi è lunedì ed è gratuita, chiedono un’offerta come contributo, si tratta della ricostruzione di una fortificazione di epoca pre-colombiana, molto carina e dalla sommità si ha una visuale della zona circostante che da sola merita la visita.
Ritornati alla macchina, facciamo un giro per il mercatino locale facendo altri acquisti e quindi si riparte alla volta di Humahuaca, lungo il percorso abbiamo la fortuna di vedere un corteo di persone a cavallo, scortate dalla polizia, che con passo lento devono raggiungere la cittadina di Humahuaca per festeggiare il 2 febbraio, la Virgen de la Candelaria, santa patrona del luogo, un’immagine strana ai nostri occhi che documentiamo con tante foto e video.
Raggiunta Humahuaca visitiamo il Monumento a la Independencia, la Iglesia de la Candelaria e il cabildo, ci fermiamo quindi per uno spuntino in un locale della zona (1 sandwich, 1 acqua, 1 coca cola 32 AR$) quindi si riparte per San Salvador de Jujuy.
Strada facendo ci fermiamo alla chiesa di Uquia per ammirarne i dipinti, quindi si prosegue.
Completiamo la Quebrada de Humahuaca e raggiungiamo San Salvador de Jujuy, ma il tempo che fino ad oggi è stato clemente, irrompe in uno scroscio violento di pioggia che ci impedisce la sosta, ma soprattutto il ritorno a Salta attraversando la strada alternativa e più panoramica tra le montagne, chiusa da nubi nere e minacciose.
Rientriamo a Salta, solito hotel Iris e ci riposiamo.
Costo albergo: 260 AR$ per 1 notte
La gita di 2 giorni è stata una bella esperienza che ci ha regalato panorami mozzafiato e immagini indimenticabili.
A Salta arriva la pioggia e prendiamo un taxi che per 14 AR$ ci accompagna a Balcarce, la via dei locali e delle discoteche.
Sono le 21, ma la strada è ancora semi-deserta, in certi pub e ristoranti stanno allestendo adesso, il posto è molto carino, ma la movida deve ancora iniziare, anche se la pioggia fortunatamente ha smesso di scendere da circa mezz’ora.
Andiamo a cena al Jovi II che ci era stato consigliato (1 bife de lomo filet, 1 insalata mista, 1 provola alla griglia, 2 acqua 125 AR$) mangiamo bene, merita.
Ha ricominciato a piovere forte, ci facciamo chiamare un taxi e per 13 AR$ ci riaccompagna in albergo, dove prenotiamo le notti che trascorreremo a Buenos Aires, optiamo per l’hotel Zentra, che prenotiamo su booking.com e poi nanna.
31/01/2012 SALTA – PUERTO IGUAZù
Sveglia con estrema calma, oggi la giornata verrà persa per il trasferimento a Puerto Iguazù, per la visita alle famosissime cascate.
Terminata la colazione ci facciamo accompagnare da un taxi all’aeroporto, spesa 34 AR$.
L’aereo c’è alle 13.30 ma noi raggiungiamo l’aeroporto in netto anticipo.
Il volo Aerolineas Argentinas parte con 30 minuti di ritardo e incappiamo in una brutta turbolenza che dura per tutto il viaggio.
Arriviamo all’aeroporto di Puerto Iguazù, travolti da un caldo umido molto fastidioso e paghiamo 30 AR$ a testa per il minibus che ci condurrà al nostro alloggio, il Bosetti Apart hotel, prenotato su booking.com.
Costo albergo: 738,82 AR$ per 2 notti
Il personale è abbastanza malinconico, mai un sorriso, l’alloggio consiste in bilocale composto da cucina sala da pranzo insieme, camera da letto e bagno, è molto spartano ma è in un’ottima posizione.
Puerto Iguazù è ricchissima di alberghi, ristoranti e pub, ma la cittadina è poco attraente, strade sporche, caldo insopportabile, ma soprattutto zanzare ovunque, depositati i bagagli, ci cospargiamo di repellente per insetti e usciamo.
Cambiamo un po’ di soldi (1 euro= 5,20 AR$), andiamo all’ufficio informazioni per gli spostamenti dei 2 giorni successivi alle cascate e finalmente facciamo uno spuntino in un locale bevendo bibite fresche.
Torniamo in albergo dopo aver fatto un po’ di spesa in un supermercato vicino, quindi usciamo per la cena, decidiamo di andare in un locale che si trova all’incrocio tra Perito Moreno, Eppens e Bompland (1 piatto di bruschette, 1 porzione di manioca, 1 coca cola, 1 acqua 75 AR$), quindi torniamo al nostro alloggio.
01/02/2012 PUERTO IGUAZù – CASCATE LATO ARGENTINO
Sveglia ore 6:50, per le 7:00 abbiamo richiesto la colazione che ci viene consegnata in camera, ovviamente deludente come l’alloggio, quindi si parte alla volta della stazione degli autobus.
Facciamo un biglietto A/R per le cascate lato argentino con la compagnia El Practio (20 AR$ a testa), quindi si parte.
Le Cataratas del Iguazù si trovano al confine fra Brasile e Argentina e si tratta di cascate che creano uno spettacolo naturale tra i migliori al mondo.
Si trovano in un parco nazionale formato da una foresta pluviale ricca di tante specie di flora e fauna, a seconda del versante dal quale si ammirano le cascate, si possono avere prospettive diverse che meritano entrambe di essere viste.
Per l’entrata si pagano 100 AR$ a testa, saliamo sul trenino ecologico alla Central Station e scendiamo alla Cataratas Station.
Decidiamo di partire per il Circuito Inferior lungo 1600 metri, che discende verso il fiume costeggiando altre cascate, fino alla spiaggia dove un’imbarcazione gratuita ci traghetta all’Isla San Martin.
Lo spettacolo è meraviglioso, l’acqua che scende ha una portata notevole, ma il sole sale rapidamente e il caldo comincia a farsi sentire diventando quasi insopportabile nei tratti scoperti.
Raggiungiamo tutti i punti panoramici dell’isola, facendo decine di foto, quindi risaliamo la strada percorsa in mattinata.
Decidiamo di percorrere il circuito superiore, più turistico e più frequentato che ci mostra le cascate dall’alto, quindi torniamo alla Estacion Cataratas per riprendere il trenino e scendere alla Estacion Garganta del Diablo.
Qui una passerella lunga 1100 metri conduce alla Garganta del Diablo, il caldo lungo il percorso è insopportabile e alcune persone si sentono venir meno, ma non mancano piccoli ritrovi dove assistenti sanitari provano la pressione sanguigna o ti fanno riposare.
Arriviamo finalmente a destinazione e non ci sono parole per descrivere questo spettacolo della natura, assolutamente meraviglioso, la potenza e la maestosità che trasmette è incredibile.
Ci crogioliamo tra l’acqua nebulizzata che ci travolge affacciandoci sulla gola della Garganta del Diablo per 15-20 minuti, scattando foto e filmando molto, il viaggio in Argentina merita di essere vissuto anche solo per vedere questo spettacolo naturale emozionante.
Torniamo alla Estacion Garganta del Diablo e con il trenino raggiungiamo la Estacion Cataratas e poi a piedi percorriamo il Sendero Verde fino all’entrata dove riprendiamo l’autobus che ci riporta a Puerto Iguazù.
Stanchissimi e stremati dal caldo umido, raggiungiamo l’alloggio e dopo esserci rinfrescati e riordinati alla meno peggio, usciamo per la cena.
Decidiamo di andare al Color (1 piatto di gnocchi ai quattro formaggi, 1 bife de lomo, 1 manioca fritta, 2 acqua 141 AR$) e poi esausti, benché sia presto, andiamo a riposare.
02/02/2012 PUERTO IGUAZù – CASCATE LATO BRASILIANO – VIAGGIO DIREZIONE BUENOS AIRES
Decidiamo di riposare fino alle 8 e dopo la colazione ci dirigiamo alla stazione degli autobus, facciamo un biglietto andata e ritorno per le cascate, lato brasiliano (costo 50 AR$ a testa).
Non ci sono molti orari nell’arco della giornata, ma il nostro aereo per Buenos Aires parte alle 21:30, quindi non abbiamo particolare fretta.
La comodità di questo autobus è che parte dalla stazione degli autobus e arriva direttamente all’entrata del parco, si deve però attraversare il confine tra Argentina e Brasile, sbrigando le consuete pratiche burocratiche, per il viaggio completo si impiega circa un’ora a tratta.
Al parco si accede dal vastissimo centro visitatori, costo per l’entrata 120 AR$ circa a testa, accettano anche pesos argentini.
Si sale quindi su un comodo autobus a due piani che conduce all’interno del parco, effettua varie fermate lungo il percorso, noi scendiamo alla penultima fermata, dalla quale ha inizio il sentiero panoramico di 1,5 km che fiancheggia le cascate.
Il percorso è unico e la vista cascate è eccezionale, si riesce ad avere una visione d’insieme magnifica, sembra di vedere dal vivo il contenuto di una cartolina.
Si può sicuramente dire che da questa parte le cascate si ammirano meglio, compresa la Garganta del Diablo, ma si è lontani e la potenza impressionante dell’acqua non è forte come sul lato argentino.
Se come noi decidete di non fare escursioni a pagamento, la visita all’interno di questo parco dura poche ore.
Alle 14:50 riprendiamo infatti l’autobus per il ritorno a Puerto Iguazù, impiegando la consueta ora, quindi facciamo una piccola merenda in un locale del centro, ma soprattutto ci reidratiamo bevendo abbondantemente.
Attendiamo le 19:30 quando ci passa a prendere il minibus che avevamo prenotato tramite l’albergo in mattinata (20 AR$ a testa) e quindi raggiungiamo l’aeroporto.
L’aereo è in ritardo di due ore abbondanti e invece di partire alle 21:30 partiremo alle 00:10.
Per Aerolineas Argentina i ritardi sono un’abitudine consolidata, ma nel nostro caso si era aggiunta la preoccupazione per l’eventuale cancellazione del volo, dato che a Buenos Aires ieri c’è stato un violento nubifragio che ha allagato alcuni quartieri, speriamo bene…
03/02/2012 BUENOS AIRES (Microcentro – Recoleta)
Il volo è tranquillo, arriviamo all’aeroporto AEP e incredibilmente ci fanno attendere 40 minuti sull’aereo fermo perché tutti i posteggi sono occupati, quando finalmente ci fanno recuperare le valigie, sono le 3:00 passate.
All’aeroporto prendiamo un Remis prenotato con Manuel Tienda Leon, che per 79 AR$ ci accompagna all’hotel da noi prenotato su booking.com, lo Zentra Hotel (via Tucuman 2055)
Costo albergo: 150 $ americani per 3 notti
L’albergo è in centro, a 10 minuti a piedi dalla linea metropolitana, è un tre stelle confortevole, anche se la stanza non è molto spaziosa, sono le 4:30 quando andiamo a riposare.
La sveglia è alle 8:30, andiamo a fare colazione e finalmente ritrovo prosciutto cotto e formaggio, oltre al caffè, per Laura la solita colazione dolce accompagnata da un succo d’arancia eccezionale.
Si parte per la visita della città, raggiungiamo la metropolitana e compriamo un biglietto da 10 corse (25 AR$) , raggiungiamo Plaza de Mayo, centro amministrativo e commerciale della città al cui centro svetta la piramide de Mayo.
Visitiamo dall’esterno la Casa Rosada, il palazzo presidenziale, dal caratteristico colore rosa; entriamo al Banco della Nacion, un tempo banca centrale del paese; entriamo nella Catedral Metropolitana, fotografiamo il Cabildo de Buenos Aires, quindi facciamo un giretto per la city, un animato dedalo di viuzze affollato solo da funzionari di banca.
Dall’esterno vediamo anche il Correo Central, l’imponente edificio delle poste e telecomunicazioni.
Raggiunta di nuovo Plaza de Mayo percorriamo Avenida de Mayo, dove conosciamo un’artista di origini italiane che vende sottobicchieri e porta incensi stile mandala, facciamo amicizia.
Raggiungiamo il Cafè Tortoni, il bar più antico e importante della città e visto che ormai l’ora di pranzo è sopraggiunta, decidiamo di fare uno spuntino (1 doppio hot-dog decisamente poco buono, 1 insalata mista, 1 coca cola e 1 caffè 80 AR$).
Il locale è molto carino e prendono le prenotazioni per lo spettacolo di tango che si tengono durante la sera, si prenota e si paga il giorno prima dello spettacolo, i prezzi variano da 100 a 120 AR$, a seconda della sala.
Usciti il tempo si è fatto nuvoloso, ma speranzosi raggiungiamo Avenida 9 de Julio e percorriamo questo viale incredibilmente largo (140 metri) fino a raggiungere l’Obelisco e dall’esterno il Teatro Colon, il principale teatro della città di Buenos Aires.
Prendiamo un taxi che per 15,25 AR$ ci accompagna al quartiere della Recolata di fronte all’Iglesia de Nuestra Senora del Pilar che ovviamente visitiamo, quindi entriamo al Cementerio de la Recoleta, uno dei cimiteri più grandi del mondo, dove girovaghiamo ammirando questo dedalo creato dalle costruzioni delle tombe e raggiungiamo quella dove riposa Eva Peron.
Il cimitero merita una visita, anche solo per rendere omaggio a questa icona del panorama storico argentino, Evita, quindi usciamo, il tempo sembra assisterci e le nuvole si sono allontanate, raggiungiamo il Museo Nacional de Bellas Artes, gratuito e con un patrimonio di opere notevole, usciamo e con una piacevole ma lunga camminata, raggiungiamo la metropolitana e torniamo verso Plaza de Mayo e raggiungiamo Calle Florida che percorriamo guardando vetrine varie.
Sono presenti anche parecchi artisti di strada e incappiamo in tre coppie di ballerini molto bravi, assistiamo allo spettacolo che ovviamente è molto turistico, ma decisamente molto coinvolgente, acquistiamo loro un CD, quindi cena dal vicino McDonald’s (73 AR$) e poi, anche se è presto, con un taxi raggiungiamo l’albergo (31 AR$) per andare a riposare, siamo veramente molto stanchi.
04/02/2012 BUENOS AIRES (San Martin – Retiro – Palermo – Belgrano)
Ci svegliamo sulle 7:30, facciamo colazione, quindi usciamo per prendere la metropolitana, oggi iniziamo la scoperta della città da Plaza San Martin, famosa per i suoi magnifici palazzi, la prima cosa che vediamo esternamente è il Circulo Militar, seguito da Palacio Haedo, quasi affianco, ci spostiamo poi per vedere Palacio San Martin e quindi facciamo un giro alla Estacion Retiro.
Passiamo a vedere la Torre de los Ingleses, quindi il monumento a los Caidos en Malvinas, composto da 25 lapidi di marmo nero, su cui sono riportati i nomi dei militari morti nella guerra del 1982 alle Isole Falkland o Malvinas.
Osserviamo l’imponenza dell’edificio Kavanagh, quindi si parte alla volta delle Galerias Pacifico, in Calle Florida.
Si tratta di un bel centro commerciale, dove però noi non acquistiamo nulla, all’interno vi si trova il Centro Cultural Borges, che organizza anche spettacoli di tango e chiediamo informazioni relative allo spettacolo che si terrà la sera.
Usciti dal centro commerciale a piedi ci dirigiamo a Puerto Madero, dove stanchi decidiamo di pranzare in un locale sul lungomare (1 hamburger con patatine fritte, 1 sandwich con carne e patatine fritte, 1 coca cola, 1 acqua 140 AR$).
Si riparte e a piedi raggiungiamo Plaza de Mayo, dove prendendo la metropolitana ci dirigiamo nel quartieri Palermo per la visita del Museo Evita (15 AR$ a testa) il museo dedicato ad Eva Peron che si propone di preservare il ricordo della sua esistenza e del suo impegno a favore del popolo argentino, secondo noi merita la visita.
Usciti decidiamo di andare a visitare il Malba, il Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, Laura spera di togliersi la soddisfazione di vedere i quadri di due artisti latino-americani Frida e Botero, che in realtà non sono presenti.
Il museo è stato per noi una delusione, il costo di 50 AR$ a testa è troppo per la scarsa quantità di opere interessanti, da utilizzare come rifugio in caso di pioggia, usciti dal Malba decidiamo di raggiungere in taxi (25 AR$) il Centro Cultural Borges per la visione dello spettacolo di tango che inizia alle ore 20:00.
Presi i posti in prima fila, costo 120 AR$ a testa, viviamo una bellissima esperienza, il teatro è piccolo e le poltrone sono rovinate, ma lo spettacolo di danza e canto con orchestra dal vivo è veramente coinvolgente, il tutto si conclude verso le 21:30 e usciti non ci rimane altro che cenare nel vicino Mc Donald’s (76 AR$) e poi con un taxi raggiungiamo l’albergo (20 AR$), dove una spiacevole sorpresa legata al volo di ritorno a casa, ci attende.
L’indomani è il giorno della partenza e per scrupolo controlliamo i voli.
Purtroppo apprendiamo che il nostro volo Parigi-Bologna è stato annullato e siamo stati dirottati su un volo della sera, morale dobbiamo rimanere in aeroporto circa 10 ore ad aspettare, quando in realtà sembra ce ne sia uno anche nel pomeriggio, oltre a quello annullato.
Domani raggiungeremo l’aeroporto prima del previsto, in modo tale da chiarire e cercare di trovare una soluzione più conveniente.
05/02/2012 BUENOS AIRES (San Telmo – La Boca) – VIAGGIO DIREZIONE PARIGI
Sveglia ore 7:00, sistemiamo le valigie, oggi si parte, scendiamo per la colazione, depositiamo gli zaini, prenotiamo un remis che alle 14:00 ci verrà a prendere e ci accompagnerà all’aeroporto internazionale.
Stamattina visitiamo il mercatino di San Telmo, la Feria de San Pedro Telmo, che raggiungiamo in metropolitana, sono le 9:30, la gente sta ancora allestendo le bancarelle, ma il cielo minaccia pioggia.
In Plaza Dorrego c’è un mercato dell’antiquariato, mentre nelle vie adiacenti si tiene un mercato di artigianato locale e Laura ne approfitta per fare diversi acquisti.
Arriva la pioggia, torrenziale e noi ci ripariamo in un negozio ma fortunatamente dura solo pochi minuti e non appena il tempo si riprende, ce ne andiamo alla volta de La Boca.
Prendiamo un taxi (25 AR$) e raggiungiamo questo quartiere che al di fuori delle vie turistiche di El Caminito, non è certo dei più tranquilli.
El Caminito è una via pedonale riconosciuta come museo all’aperto, l’attrazione principale sono le case che si affacciano sulla via con pareti e tetti dipinti con tinte vivaci che servivano in passato a ravvivare lo squallore del quartiere densamente abitato.
La strada è gremita di ristoranti, negozi di souvenir e ballerini di tango, professionisti o meno, che si esibiscono davanti ai ristoranti o per le strade, noi perdiamo tempo gironzolando senza meta e aspettando che si faccia le 13:00, quindi con un taxi torniamo all’albergo (41 AR$).
Puntualissimo arriva il remise che sfrecciando all’impazzata ci accompagna all’aeroporto (140 AR$).
Raggiungiamo il desk dell’Air France per risolvere il problema col volo e ci comunicano che non si può fare nulla, il nostro volo è cancellato e sia quello sul quale siamo imbarcati, sia quello precedente più appetibile, sono chiusi, non c’è possibilità di modifica.
Ci consiglia di ritirare i bagagli a Parigi, andare quindi al desk Air France e farci mettere in lista di attesa per il volo precedente delle 15:25.
Il check-in per Parigi è lunghissimo, gli operatori sono molto lenti, ma alla fine ce la facciamo.
Decidiamo di pranzare con due panini al Mc Donald’s (66,50 AR$), tanto per cambiare, quindi entriamo per raggiungere il gate.
Compriamo qualche stuzzichino per finire i soldi e finalmente si parte!
06/02/2012 PARIGI – BOLOGNA – FORLì
Raggiungiamo Parigi e ritiriamo i nostri bagagli, quindi di corsa ci precipitiamo al desk dell’Air France, fortunatamente ci danno l’ok per partire con il volo precedente, non ci sembra vero, siamo contentissimi anche se la nostra odissea non si risolve imbarcandoci su questo volo.
A Bologna dobbiamo fare i conti con la mancata consegna dei nostri bagagli e con i ritardi spaventosi dei treni per le abbondanti nevicate dei giorni precedenti, in sostanza abbiamo aspettato più di due ore in stazione con un abbigliamento sicuramente poco idoneo alla stagione.
Arrivati a Forlì, dopo tante peripezie, ciò che si presenta ai nostri occhi è uno spettacolo lunare, tutta la città è imbiancata e nessuno circola per le strade, sembra di essere in un altro mondo ma almeno siamo finalmente a casa.