Tour dell’Andalusia in due e mezzo..

Dopo anni passati a girare il Mondo con la zaino in spalla, in queste vacanze estive del 2009 per “cause di forza maggiore”(è in arrivo la cicogna...!!), dobbiamo rinunciare al nostro ormai storico “viaggione intercontinentale”, “ripiegando” su di un più tranquillo “fly & drive”in Andalusia e Portogallo. Prenotiamo con circa...
Scritto da: goku
tour dell'andalusia in due e mezzo..
Partenza il: 10/06/2009
Ritorno il: 24/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Dopo anni passati a girare il Mondo con la zaino in spalla, in queste vacanze estive del 2009 per “cause di forza maggiore”(è in arrivo la cicogna…!!), dobbiamo rinunciare al nostro ormai storico “viaggione intercontinentale”, “ripiegando” su di un più tranquillo “fly & drive”in Andalusia e Portogallo.

Prenotiamo con circa venti giorni d’anticipo un economicissimo volo andata e ritorno Bergamo-Granada con Ryanair a soli 30€ a testa, tasse e bagaglio compresi.

Via internet prenotiamo anche la macchina e finalmente il 10 Giugno siamo pronti a partire.

MERCOLEDI’ 10 GIUGNO GRANADA Il volo Ryanair parte puntuale alle 10.45 da Bergamo per atterrare, addirittura con qualche minuto d’anticipo sul previsto(alle 13.10), al piccolissimo ma efficientissimo aeroporto di Granada-Jaen.

Ritiriamo i bagagli, usciamo dal Terminal e saliamo sul bus che ci conduce in circa quaranta minuti in centro (3€ a persona). Scendiamo nella zona della Cattedrale e a piedi, raggiungiamo l’hotel precedentemente prenotato su internet. Alloggiamo al Carlos V, (39€ a notte la doppia), un bel alberghetto sito in centro a soli cinque minuti dalle principali attrazioni cittadine.

Ci diamo una veloce rinfrescata, quindi visto l’orario (sono ormai le quindici…), ci dirigiamo a mangiare qualcosa.

Troviamo un classico tapa-bar, sotto l’hotel, dove pranziamo in maniera soddisfacente, spendendo il giusto, quindi intorno alle sedici torniamo in camera per riposarci e per sfuggire alla morsa infernale del sole andaluso…

Dopo due ore di meritata siesta, iniziamo con l’esplorazione della città.

Il sole, pur essendo pomeriggio inoltrato, è ancora alto e la temperatura si aggira sui 32° (e siamo a più di 800 metri di altitudine!!). Ci dirigiamo in Plaza Nueva e da li saliamo alla Caldareria Nueva, un caratteristico vicoletto strapieno di localetti etnici, dove ci fermiamo a prendere un buonissimo tè alla teteria “Kasbha”. Passiamo un’oretta a gustarci l’ottima bevanda e alcuni dolcissimi e ipercalorici dolcetti arabi, in un atmosfera molto soft, accompagnati da una rilassante melodia arabeggiante.

Usciti dal locale raggiungiamo il vicino Hammam (calle Santa Ana 16), dove passiamo la prima parte della serata fra bagni caldi, aromaterapia e massaggi (avevo prenotato il pomeriggio appena arrivato in hotel, il costo del trattamento completo è di 28€, senza massaggio 19€).

L’esperienza è semplicemente eccezionale: un luogo magico dove sembra di essere tornati ai tempi dei “Nasridi”, con la luce fioca delle candele ad illuminare le varie sale dei bagni ed il profumo dell’essenza alla cannella che permea l’aria, insomma, due ore da sogno che ci rinvigoriscono anima e corpo.

Usciamo dall’Hammam intorno alle ventidue e passeggiamo lungo la Carrera del Darro, sino a raggiungere il Paseo Tristes, uno spiazzo dalle cui panchine si puo godere di una bella vista dal basso dei bastioni dell’Alhambra.

Stiamo a goderci la serata, gettando lo sguardo un po’ ai saltimbanchi che affollano la piazzetta, un po’ alle torri dell’Alhambra e un po’ alle casette bianche dell’Albaicin, staremmo qua tutto il resto della serata, ma inizia a farsi sentire un certo languorino, quindi decidiamo di tornare verso il centro per cenare.

Ci fermiamo alla Bodega Castaneda, in Calle Almireceros, dove io ceno con un enorme tagliere di salumi e formaggi spagnoli, accompagnati da alcune “canas de cerveza”, suscitando l’invidia di Cristina, che dovendo proteggere la “piccola” da “fantomatici”virus, rinuncia al banchetto e si consola con una misera zuppa di verdure… Lasciamo il locale con un misto di soddisfazione (la mia) e di rammarico (Cristina), e in cinque minuti raggiungiamo l’hotel, attraversando la “movimentata” zona intorno a Calle San Matías, dove incontriamo una “marea” di giovani che si godono la nottata con il classico bicchiere di birra in mano all’esterno dei locali.

GIOVEDI’ 11 GIUGNO GRANADA E’ il giorno della visita alla “mitica” Alhambra. Nell’ormai lontano 1997 avevo già avuto l’occasione di visitarla, ma senza poter entrare nei Palazzi Nasridi, quindi, questa volta, per evitare un altro buco nell’acqua, due settimane prima del nostro previsto arrivo a Granada, avevo prenotato l’entrata ai Palazzi su internet. L’ingresso è previsto per le 9.30, quindi, intorno alle otto lasciamo l’hotel, raggiungiamo la vicina fermata del minibus n°30 (biglietto 1.2€) e in cinque minuti arriviamo all’ingresso del sito.

Cambiamo i voucher acquistati su internet due settimane prima dal sito: http://www.Alhambra.Info con i biglietti “ufficiali” presso degli sportelli automatici siti all’ingresso.

E’ necessario inserire la carta di credito utilizzata per prenotare sul web, quindi in automatico, vengono forniti i biglietti per l’ingresso, saltando la vicina fila delle persone arrivate al sito senza prenotazione. Passeggiamo in tutta tranquillità fra i giardini che conducono all’Alcazaba, attraversiamo la Puerta del Vino e giungiamo in circa mezz’ora all’ingresso dei Palazzi Nasridi. Nell’attesa del nostro turno, facciamo due giri sulle torri dell’Alcazaba e ci godiamo il bellissimo panorama di Granada dall’alto.

Alle 9.30 in punto facciamo il nostro ingresso ai Palazzi. Inutile descrivere la bellezza di queste meraviglie, bisogna semplicemente vederle di persona, magari con un audio guida (3€), una buona preparazione sulla storia e la cultura di questi luoghi e perché no con la lettura del bellissimo “I Racconti dell’Alhambra” di Irving Washington. Unica pecca della visita la mancanza della “fontana de los leones” nell’omonimo Patio, peccato…

La visita dei Palazzi dura circa due ore e purtroppo è piuttosto affollata, bisogna saper “sfruttare” le pause fra i gruppi organizzati e cercare gli angoli più nascosti per stare in santa pace a godersi le meraviglie del sito. Lasciamo a malincuore questo luogo incantato e con una bellissima passeggiata bucolica, attraverso i Giardini del Partal in mezzo a bellissime aiuole fiorite, vasche ricolme d’acqua, maestosi cipressi e accompagnati dal canto degli uccellini che affollano la collina, arriviamo al Generalife, uno splendido palazzo circondato da altrettanto splendide colline e giardini. Anche in questo caso, non sto a descrivere tutto ciò che c’è da vedere, dico solamente che vale la pena fare una breve e rilassante passeggiata (per di più all’ombra…) per arrivare sino a questo sito.

Sono ormai le tredici e con Cristina al limite della resistenza (fa caldo e “la pupa” inizia a pesare…), decidiamo di rinunciare alla visita del Palazzo di Carlo V, che detto per inciso, nemmeno m’interessava e che non c’entra assolutamente niente con l’Alhambra…

Raggiungiamo la fermata della navetta e in soli cinque minuti siamo in hotel (con Cristina in altre “condizioni”, sarebbe stato molto bello scendere dall’Alhambra tramite una bellissima passeggiata che parte dal sito e in circa quindici minuti conduce in centro, sarà per un’altra volta…).

Arrivati in hotel, ci riposiamo un’oretta, quindi usciamo per andare a pranzare.

Veniamo casualmente a sapere che in questi giorni a Granada si festeggia il Corpus Domini e che per l’occasione sono in programma processioni, avvenimenti culturali, ma soprattutto nella periferia della città si tiene la Feria del Corpus.

Approfittiamo dell’occasione e decidiamo di andare a mangiare agli stand della festa.

L’ambiente è molto “caldo”, in “primis” per il clima tropicale (ci sono circa 35°) ed in secondo luogo per i “fiumi” di alcol che scorrono all’interno degli stand e che surriscaldano i già “focosi Caballeros”… Le donne sono vestite con i tipici coloratissimi abiti andalusi, mentre gli uomini girano a cavallo in tipica tenuta da cavallerizzo della “Sierra”, la musica fa da sottofondo a queste bellissime scene, ma noi dobbiamo mangiare (nel frattempo sono già le sedici…). Ci fermiamo in uno stand che c’ispira fiducia e mettiamo sotto i denti qualcosa da mangiare (ottimo il gazpacho), ma soprattutto, mi “sgolo” litri e litri di freschissima birra, completamente disidratato e distrutto dal caldo infernale!!!!! L’atmosfera della “Feria” è coinvolgente, ma il clima non aiuta né me, né soprattutto Cristina. Cerchiamo refrigerio nei vari stand, prendendo un “granizado”di qua una limonata di la ma non ci basta…Quindi, a malincuore intorno alle 18.30 lasciamo la festa e torniamo in centro.

Ci fermiamo in Plaza Nueva per l’ennesima birra e per una buonissima “horchata de chufa”, quindi decidiamo di goderci il tramonto sull’Alhambra, dalla privilegiata visuale dell’Albaicin. Ci rechiamo al bellissimo, ma allo stesso tempo, affollatissimo ed iperturistico Mirador de San Nicolas, da dove assistiamo ad un superbo tramonto.

Prima che il sole sia tramontato del tutto, decidiamo, però, di abbandonare la simpatica, ma un po’ troppo opprimente compagnia degli altri turisti, scendendo a piedi dal Mirador in direzione della Caldareria Nueva. Attraversiamo con una bellissima passeggiata, questo delizioso quartiere fatto di case bianche, scoprendo bellissimi angoli, dove, questa volta, in perfetta solitudine godiamo della vista dell’Alhambra illuminata dai riflessi dorati del sole che si spegne dietro la Sierra Nevada… Insomma, non volendo, abbiamo trovato il modo migliore di goderci in solitudine uno spettacolo stupendo.

Dopo “mille” pause foto, raggiungiamo finalmente la Caldareria Nueva, dove ci fermiamo a mangiare qualcosa, presso la Teteria Kasbha. Ceniamo a base di cibo misto arabo-andaluso, concedendoci alla fine anche una rilassante fumata di Narghilè sdraiati sui divanetti nel relax più totale. Usciti dalla Teteria, facciamo ancora un giretto per le vie del centro quindi intorno a mezzanotte facciamo finalmente ritorno in hotel.

VENERDI’ 12 GIUGNO GRANADA-NERJA 101km Dopo una pantagruelica colazione a base di “churros y chocolate” al Gran Cafè Bib Rambla, sito nell’omonima piazza, ci dedichiamo all’esplorazione del quartiere intorno alla Cattedrale.

Ci lanciamo nell’esplorazione dell’Alcaiceria, antico suk arabo di Granada. Essendo ancora le 8.30 (che per gli andalusi equivalgono più o meno alle 6.30!!!), abbiamo la fortuna di visitarlo con le botteghe (che vendono prevalentemente souvenir di qualità scadente), ancora chiuse, il che ci permette di ammirare le facciate dei palazzi, altrimenti ricoperte dalle mercanzie. E’ un luogo magico e molto rilassante (ma solo il mattino presto o di notte…), che ci invoglia a ricercare le più diverse angolature alla ricerca della foto “perfetta”. Un passo dopo l’altro arriviamo in prossimità della Cattedrale (molto bella esternamente, non altrettanto internamente) e della famosa Capilla Real, che però non visitiamo, visto che aprirà solo alle 10.30.

Abbiamo però ancora il tempo per visitare “El Banuelo”, un antico bagno arabo sulla Carrera del Darro (ingresso gratuito per i cittadini dell’U.E.) e per fare un ultimo giro per i vicoli dell’Albaicin. In quest’ultima passeggiata, ci lasciamo condurre dall’istinto, senza alcuna meta prefissata e “scopriamo” degli angoli bellissimi e delle piccole piazzette, da dove si gode di un eccezionale vista sull’Alhambra. Consiglio: dedicate almeno qualche ora all’esplorazione di questo quartiere, girandolo a caso senza alcuna meta prefissata, scoprirete scorci fantastici. In ogni caso se vi perdeste e voleste uscire dal quartiere, basterebbe andare sempre verso il basso, prima o poi arrivereste sul Darro (il fiumiciattolo di Granada). Intorno alle undici, Cristina torna in hotel a riposarsi un pochino e a preparare le valigie, mentre io vado a ritirare la macchina precedentemente prenotata su internet con l’agenzia di noleggio Auriga Crown.

Raggiungo gli uffici dell’agenzia, adempio a tutte le formalità del caso (aggiungo per 30€ la copertura totale del mezzo, cristalli compresi) e in meno di mezz’ora sono nuovamente in albergo con una “fiammante” Kia Cee’d 1600. Carico nel capientissimo bagagliaio le valigie e via si parte, destinazione Nerja.

Il viaggio scorre tranquillo, sulle bellissime e poco trafficate, oltre ché gratuite, autostrade andaluse. Arriviamo a destinazione intorno alle quattordici, molliamo i bagagli in hotel (Hotel Abril 42€ a notte) e raggiungiamo il vicino Bar Puntilla, dove fra una tapa di boquerones, una di pinchitos morunos e le solite tre/quattro cervezas, passiamo un’oretta all’interno di un tipico bar spagnolo fra i locali che discutono di calcio di fronte all’onnipresente televisore…

Usciti dal Bar, decidiamo di passare un’oretta al fresco in camera, quindi intorno alle diciassette ci dirigiamo verso la spiaggia. Raggiungiamo il famosissimo Balcon de Europa, da dove godiamo di una bellissima vista che abbraccia alcuni chilometri di costa, quindi scendiamo le scalette che conducono alla spiaggia e dopo aver oltrepassato Cala Onda, ci fermiamo in una piccolissima caletta nascosta dove ci godiamo il mare in perfetta solitudine.

Provo anche a fare il bagno, ma la temperatura dell’acqua è veramente polare!!! Passiamo alcune ore di relax in spiaggia, quindi intorno alle venti facciamo ritorno in hotel per cambiarci. Ceniamo sulla terrazza del Ristorante… “La Teraza”… “nomen omen”, passiamo una bella serata, godendoci la leggera brezza proveniente dal mare ed il bellissimo cielo stellato, quindi passeggiamo per il simpatico centro storico della cittadina e ci fermiamo a prendere, da veri “pensionati”, il più classico dei gelati sul Balcon de Europa…E pensare che solo alcuni mesi fa eravamo sull’altopiano tibetano a mangiare carne di yak…Va be, due o tre anni e quando la “bimba” sarà pronta si tornerà a viaggiare “sul serio”, per il momento accontentiamoci di un cono “chocolate y platano” sul Lungomare di Nerja…

Dopo il gelato, facciamo una breve passeggiata “tonificante” e intorno a mezzanotte torniamo mestamente in albergo.

SABATO 13 GIUGNO NERJARONDA 174Km Dopo un’ottima colazione al Bar Las 4 Esquinas, raggiungiamo la spiaggia. Incredibile, ma vero, siamo i primi ad arrivare e non sono le sei del mattino di un giorno lavorativo qualunque, ma già le nove di un sabato di inizio estate! Approfittiamo di questo “lusso” e passiamo due rilassantissime ore in spiaggia, quindi alle 11.30, torniamo in hotel per preparare i bagagli e a mezzogiorno partiamo direzione Ronda.

Attraversiamo buona parte della Costa del Sol, fermandoci a mangiare lungo la strada nelle vicinanze di Fuengirola, quindi arrivati a Marbella abbandoniamo la costa e iniziamo la salita verso Ronda. La strada che sale verso la Sierra è stupenda e attraversa un paesaggio brullo, ma allo stesso tempo molto interessante, decine e decine di curve ci conducono in circa un’ora finalmente a destinazione.

Arriviamo in città intorno alle 15.30, posteggiamo la macchina e saliamo in camera a mollare i bagagli (Hotel Royal 50€). Intorno alle diciotto partiamo con l’esplorazione della città iniziando dalla vicinissima Plaza de Toros. Paghiamo l’ingresso (6€) ed entriamo direttamente nell’arena (la più antica e prestigiosa di tutta la Spagna), visitiamo gli spalti, le stalle e anche un piccolo, ma grazioso museo della corrida sito all’interno dell’arena (Museo Taurino). La visita si rivela molto interessante e istruttiva, ma soprattutto passeggiare sulla “rena” dove tanto sangue è stato versato, rende il tutto molto “emozionante”.

Lasciata la Plaza de Toros, con una breve passeggiata di cinque minuti raggiungiamo il monumento più famoso di Ronda: il Puente Nuevo, un ponte che s’innalza a più di cento metri di altezza su di una gola impressionante, che divide in due la città…La vista dall’alto è carina, ma per fotografarlo per bene è necessario scendere nella gola…Decidiamo dunque di separarci, io scendo nella gola, mentre Cristina si gode il panorama dall’alto gustandosi un granizado al limone…

Raggiungo il Mirador di Plaza Maria Auxiliadora e da li imbocco un sentiero che scende sino al Rio Guadalevin. La discesa è uno spasso e arrivato sul fondo, mi godo il Ponte in tutta la sua maestosità, facendo decine di foto dalle più svariate angolature. La salita si rivela, come era facile prevedere, più impegnativa, soprattutto per il caldo, ma tutto sommato niente di impossibile…Insomma: un buon paio di scarpe da ginnastica e via, ne vale veramente la pena, lo spettacolo che si gode dal basso merita indubbiamente! Recuparata Cristina in Plaza de Espana, facciamo un giro per il centro nuovo della città fra Plaza Abela e Plaza del Socorro. L’impressione è ottima, Ronda è una città piccola, ma molto carina, soprattutto la sera col fresco, girare per le stradine pedonali del centro è molto piacevole…Intorno alle venti torniamo in hotel per cambiarci, quindi dopo una breve pausa in camera, usciamo per cenare. Scegliamo il Bar Faustino in Calle S.Cecilia, un locale tipicissimo e assolutamente non turistico (siamo gli unici stranieri…), dove mangiamo e beviamo molto bene, in una bellissima atmosfera festosa, spendendo veramente pochissimo (15€ in due!!!).

Lasciamo soddisfatti il locale e ci fermiamo in centro a prendere l’ennesimo gelato (ormai è diventata una consuetudine…), facciamo un po’ di “struscio” insieme ai locali per le vie più affollate, quindi intorno a mezzanotte torniamo in albergo a riposarci.

DOMENICA 14 GIUGNO RONDAMONTELLANOSEVILLA 69Km 65Km Sfruttiamo le ore più fresche del mattino, per visitare la parte vecchia della città. Attraversiamo il Ponte Nuevo e raggiungiamo la strada di Santo Domingo, dove ammiriamo nell’ordine: la Casa del Rey Moro e il Palacio del Marques de Salvatierra.

Arrivati alla Puerta de la Exijara (bel posto per fare delle foto), scendiamo la strada lastricata di pavé e raggiungiamo i bellissimi Bagni Arabi (gratis la domenica).

Torniamo verso il centro, attraversando, questa volta il ponte Romano, altro bellissimo ponte di Ronda (molto meno d’effetto rispetto al Ponte Nuevo, ma molto più interessante a livello storico).

Passeggiando lungo Calle Santa Cecilia, ci fermiamo a mangiare un delizioso Pastel de Canela, quindi intorno alle 11.30 facciamo ritorno in hotel.

Carichiamo i bagagli in macchina e attraverso bellissime strade di campagna, dopo circa quaranta minuti arriviamo a Montellano, dove sul web avevamo prenotato una notte presso un Hacienda locale. Si chiama Hacienda El Huerto ed è un fantastico casale dell’700, completamente ristrutturato, che però ha mantenuto inalterato il proprio fascino. Le bellissime stanze arredate con mobili d’epoca, il mulino dove si fa colazione, il maneggio, i patii interni e la piscina, rendono questa struttura un vero bijou, inoltre la proprietaria si rivela fin da subito molto gentile e disponibile, insomma uno spettacolo! Oggi decidiamo di saltare la “solita” siesta pomeridiana e ci lanciamo in una visita “mordi e fuggi” a Sevilla.

Viste le bellissime strade extraurbane e la quasi totale mancanza di traffico, Cristina si “lancia” alla guida del bolide nero…Mi godo l’esperienza da passeggero e dopo quaranta minuti raggiungiamo (sani e salvi…) la capitale andalusa.

Parcheggiamo la macchina in centro (gratis, è domenica!), ma prima di dedicarci alla scoperta della città, ci fermiamo a pranzare da “Las Teresas”, un classico localetto nel Barrio de Santa Cruz. Mi gusto un buonissimo solomillo al whiskey, quindi con la pancia piena e sotto un sole “tropicale”, raggiungiamo la vicina Cattedrale.

Visto l’orario poco turistico facciamo “solo” cinque minuti di coda. La visita della chiesa si rivela molto interessante (notevoli, il mausoleo di Cristoforo Colombo e la “Capilla mayor”), quindi saliamo sulla Giralda, dove Cristina nonostante il peso aggiuntivo dell’“ospite”, sale agevolmente, favorita anche dalle comode rampe che per una volta sostituiscono le più scomode scale.

Arriviamo ai novantasette metri della cima dove stiamo una ventina di minuti a goderci il panorama, quindi scendiamo e dopo una pausa ristoratrice nel Patio de los Naranjos, torniamo da Las Teresas, per una tapa volante.

Torniamo al parcheggio, prendiamo la macchina e in quaranta minuti siamo nuovamente all’Hacienda di Montellano. Prendiamo gli asciugamani, mettiamo i costumi e ci dirigiamo alla bella piscina, dove passiamo tutto il resto del pomeriggio fra un bagno e qualche buona lettura.

Intorno alle 20.30 lasciamo il nostro angolo relax a bordo piscina e torniamo in camera per cambiarci. Prima di andare in paese a cenare, ci fermiamo ai margini dell’Hacienda a fare una raffica di foto ai campi di girasoli che circondano a perdita d’occhio la zona. Il tramonto del sole e alcuni caratteristici edifici in pietra, completano questa bellissima cartolina bucolica…Un’istantanea che ancora oggi rimane ben impressa nei nostri ricordi di viaggio!!! Finite le foto e dopo essere stato punto da alcune vespe, disturbate dai miei continui movimenti, lasciamo i campi di girasoli e raggiungiamo il vicino paese di Montellano, dove essendo domenica sera ci imbattiamo in una marea di persone in giro per fare un po di “struscio”. Troviamo miracolosamente un tavolino in un bar della via principale e ci rifocilliamo con la solita dose di “tapas”, unici “foresti” fra centinaia di andalusi festanti. Bella atmosfera e molto “verace”! prima di rientrare all’Hacienda, ci concediamo un gelato, quindi intorno a mezzanotte torniamo alla base.

LUNEDI’ 15 GIUGNO MONTELLANOSEVILLA 65Km Dopo una “stupefacente” colazione fatta all’interno del vecchio mulino su di un lunghissimo tavolo in legno in un’ambientazione da “sogno”, dedichiamo l’intera mattinata alla piscina, fra una nuotata, qualche tuffo e un po di relax, cullati dalle comodissime amache.

Intorno a mezzogiorno, lasciamo a malincuore quest’angolo di pace nella campagna andalusa, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Sevilla.

Questa volta raggiungiamo direttamente la nostra sistemazione per la notte:l’Hotel Monet. E’posto in pieno centro città, in Plaza Nueva, a due passi da Calle Tetuan e Calle Sierpes (le due principali vie commerciali della città) e a soli cinque minuti a piedi dalla Cattedrale e dalla Plaza de Toros, ovviamente questa “comodità” la “paghiamo” con l’assenza di parcheggi liberi…Ci dobbiamo infatti appoggiare ad un garage privato posto a soli dieci metri dall’hotel che ci spilla la “modica”cifra di 17€ x 24h.

Parcheggiata la macchina (che non toccheremo per i prossimi tre giorni…) e mollati i bagagli in camera, cerchiamo un locale dove pranzare. Non dobbiamo fare molta strada, infatti a pochi passi dall’hotel, troviamo la “Bodega el 10”, dove conquistiamo due sgabelli sulla “barra” e iniziamo a tracannare “cervezas” (ovviamente solo io) e a tapear.

Per soli 12€ ci dissetiamo e ci riempiamo per bene la pancia, quindi raggiungiamo la vicina Calle Tetuan, dove facciamo una piacevole passeggiata all’ombra dei tendoni che ricoprono la strada, facendo anche alcuni acquisti, infine torniamo in hotel per la “solita” siesta pomeridiana.

Dopo il riposino, intorno alle 17.30 raggiungiamo il capolinea del tram in Plaza Nueva che in dieci minuti ci conduce alla magnifica Plaza de Espana. Gironzoliamo fra gli azulejos e le fontane della Piazza, scattiamo le solite decine di foto, quindi raggiungiamo i vicini giardini per goderci un po’ d’ombra.

Lasciamo la Piazza e riprendiamo il tram sino al Barrio di Santa Cruz, dove mi disseto con una rinfrescante birra alla “mitica” Bodega de Santa Cruz. Facciamo ancora due passi per le stradine acciottolate del quartiere e raggiungiamo la “Casa de la Memoria de Al-Andalus”, dove prenotiamo due posti per lo spettacolo di flamenco di domani sera.

Fra una cosa e l’altra si è già fatta sera e dopo un ultimo batido, saliamo in camera a riposarci, per stasera non si esce più, è stata una giornata “pesante”.XXXXXXXXX MARTEDI’ 16 GIUGNO SEVILLA Dopo una super-colazione all’ Horno San Buenaventura , raggiungiamo a piedi il vicino ingresso dei Reales Alcazares (7.5€+3.5€ per l’audio-guida). Questo insieme di palazzi, patii e giardini, costruiti, decorati e rinnovati da differenti monarchi, è senza ombra di dubbio uno dei monumenti più interessanti ammirati nel nostro viaggio in Andalusia. Inutile stare a descrivere ciò che merita di essere visto, è tutto molto bello e rilassante, un luogo interessantissimo e imperdibile! Prima di uscire, obbligatoria una sosta nel Patio de las Banderas per fotografare da una superba prospettiva (per me assolutamente la migliore), la torre della Giralda.

Usciti dai Reales Alcazares, passeggiamo per i vicoli meno turistici del Barrio de Santa Cruz, attraversiamo Calle Mateos Gago, Calle Abades e ci fermiamo per una breve “sosta-tapa” al Bar Estrella, un tipicissimo bar, con due sale completamente ricoperte di azulejos e la classica atmosfera da bar di quartiere, dove fra una tapa e l’altra si legge il giornale sportivo o si discute di politica., quindi raggiungiamo Plaza Alfalfa. Sono le 12.45 e abbiamo pochi minuti per raggiungere il vicino Convento de Santa Ines (che chiude per la preghiera dalle 13 alle 16). Suoniamo il campanello e da dietro al muro sentiamo la flebile voce di una suora che ci chiede che cosa desideriamo, ordiniamo una dozzina di “tortas de chocolate”, mettiamo i soldi in una finestrella con scomparti scorrevoli, giriamo la ruota e in cambio “spuntano” i dolcetti.

Facciamo il tutto senza avere il minimo contatto visivo con la suora dall’altro lato del muro, che essendo in clausura non può farsi vedere.

Ci fermiamo nel cortile interno del convento, per assaggiare i biscotti appena acquistati. Nel frattempo un’altra suora (evidentemente non in clausura…) chiude il pesante portone d’ingresso, concedendoci di stare all’interno del Convento (forse impietosita dal pancione di Cristina…), ma raccomandandosi di chiudere bene la porta una volta usciti. Ci godiamo la pace e la bellezza del chiostro, mangiandoci due o tre dei buonissimi dolcetti all’ombra degli affreschi che ornano i muri interni del convento, quindi usciamo e ci dirigiamo verso la Casa de Pilatos (ingresso gratuito il martedì pomeriggio). Questo superbo palazzo costruito fra il XV ed il XV secolo è una delle più belle dimore signorili della città. Azulejos, marmi, giardini fioriti, bellissimi patii, fanno di quest’edificio un luogo veramente fotogenico e che merita senza dubbio una visita. Lasciato il Palazzo, raggiungiamo il Bar Alfalfa dove pranziamo a base di buonissime tapas (ottimo l’Hummus, una specie di purea di ceci speziato, di origine araba), accompagnando il tutto con varie “cervezas” e alcuni bicchieri di “tinto de verano”(fondamentalmente del vino “allungato” con limonata…) Usciti soddisfatti e con la pancia piena, facciamo una breve passeggiata sino alla carinissima Plaza del Salvador, dove ci fermiamo a prendere un buonissimo yogurt, quindi attraverso le vie più commerciali della città raggiungiamo l’hotel per la ormai classica siesta pomeridiana.

Alle diciassette, scendiamo e attraverso Calle Gamazo e Calle Arfe, ci dirigiamo alla vicina Plaza de Toros, con la sua “storica” Arena, che però, ammiriamo solo dall’esterno. Attraversiamo il Paseo de Colon e passeggiamo sul Lungofiume sino a raggiungere la vicina Torre de Oro. Sono quasi le sette di sera, ma la temperatura è ancora alta, facciamo alcune foto alla Torre dall’esterno, quindi ci ripariamo all’ombra su di una panchina a bordo del Guadalquivir, godendoci il bellissimo panorama con le palme che incorniciano la Torre simbolo stesso della città. Dopo una buona mezz’oretta lasciamo il Lungofiume e torniamo verso il centro. Facciamo una veloce sosta ad un internet point, raggiungiamo Calle Sierpes e Tetuan dove ci dedichiamo ad un po di shopping quindi torniamo un attimo in albergo a cambiarci per la serata. Rinvigoriti dalla sosta in hotel, usciamo “in ghingheri” e ci dirigiamo verso Santa Cruz ed in particolare alla Casa de la Memoria de El-Andalus, dove assistiamo, seduti all’interno di un tipicissimo patio andaluso, ad una bellissima esibizione di flamenco. Lo spettacolo dura circa un’ora e, al contrario di molti altri spettacoli iper turistici, è molto interessante e di ottima qualità, essendo eseguito dai migliori allievi della Scuola Nazionale di Flamenco di Sevilla. Soddisfatti e ancora emozionati per il bellissimo spettacolo di flamenco, raggiungiamo la vicinissima Plaza Dona Elvira dove ci fermiamo a mangiare un’ottima paella da Dona Lina. Bé a dir la verità, ottima era la location (sulla piazzetta soli soletti, con un bellissimo cielo stellato a fare da sfondo), la paella diciamo accettabile, il locale e il servizio, molto turistici…Non propriamente il nostro massimo, comunque bella serata, senza alcun dubbio…

Finito di cenare, facciamo una bella passeggiata “notturna”sino all’albergo, attraverso le vie meno turistiche della città, quindi saliamo in camera e andiamo a dormire.

MERCOLEDI’ 17 GIUGNO SEVILLAPORTUGAL Ci svegliamo intorno alle otto, facciamo una veloce colazione, quindi ritiriamo la macchina dal parcheggio e ci dirigiamo verso il Portogallo.

DOMENICA 21 GIUGNO CORDOBA Dopo cinque giorni passati in Portogallo rientriamo in Spagna.

Arriviamo a Cordoba, provenienti dall’Algarve, intorno alle diciassette, trovando una città fantasma (è domenica), con pochi turisti a girare per il centro sotto un sole cocente con circa 40° di temperatura.

Il nostro albergo (Los Patios, Calle Cardinal Herrero 14) si trova a fianco della Mezquita e per raggiungerlo dobbiamo passare con la macchina nelle stradine ricoperte di pavé che circondano il monumento, facendo il “pelo”ai, per fortuna pochi, turisti in giro a quest’ora…Portiamo i bagagli in camera, quindi dopo aver trovato un parcheggio relativamente vicino e sicuro (la domenica i parcheggi sono gratuiti), di fianco al Ponte Romano, raggiungiamo il Salon de Tè in Calle del Buen Pastor, dove sorseggiamo due ottimi infusi speziati, accompagnandoli con dei buonissimi dolcetti arabi. Passiamo circa un’ora e mezza sui divanetti del Salone, godendoci l’atmosfera molto rilassata e fra una chiacchiera e l’altra facciamo le otto di sera.

Raggiungiamo il vicino hotel, dove ci rinfreschiamo con una doccia ghiacciata, quindi torniamo nei vicoli della città e ceniamo a base di tapas. Prima alla famosissima Bodega Mezquita (eccezionale varietà e buona qualità delle tapas), quindi allo “storico” Bar Santos, dove , tradizionalmente in piedi, proviamo la mitica “tortilla espanola”, specialità della casa, più volte premiata come la migliore di tutta la Spagna!!! Due locali opposti, ma entrambi validi e da provare, la Bodega Mezquita per la varietà delle tapas, il Bar Santos, ovviamente per la tortilla, ma anche per respirare l’atmosfera di un vero tapa-bar spagnolo.

Concludiamo la serata, gustandoci un gelato, in un’atmosfera rilassata, seduti su di un muretto a fianco della Mezquita con lo sguardo rivolto al bellissimo minareto/campanile, quindi a nanna domani ci aspetta l’interno della Mezquita…

LUNEDI’ 22 GIUGNO CORDOBA Dopo aver fatto colazione all’ Horno San Luis in Calle Corregidor Luis de la Cerda, a base del tipicissimo e buonissimo “pastel cordobés”, entriamo nella Mezquita, approfittando anche del fatto che sino alle dieci l’ingresso è gratuito. Giriamo in lungo e in largo in mezzo ad una vera e propria “foresta di colonne”, ammirando lo splendore di questa moschea, purtroppo rovinata (anzi direi proprio profanata), dall’ignoranza e intolleranza dei cattolici del XV secolo, che hanno pensato bene di costruirvi una cattedrale all’interno.

La visita si rivela comunque molto interessante, almeno sino all’arrivo delle “solite”orde barbariche dei gruppi di turisti organizzati (italiani in testa detto per inciso!!!), che “rovinano” l’atmosfera “fatata”, riempiendo di urla e scatti di flash l’intero edificio, costringendoci ad una precipitosa fuga. Usciti dall’edificio principale, ci gustiamo ancora per qualche minuto l’atmosfera “bucolica” del Patio de los Naranjos, un enorme spazio ricco di arcate e alberi, in mezzo ai quali si alternano fontane e piccoli canali pieni d’acqua, quindi lasciamo la Mezquita e attraverso i vicoletti del centro storico raggiungiamo la parte nuova della città.

Arriviamo nella centralissima Plaza de las Tendillas, vero e proprio cuore pulsante della città nuova, quindi dopo una sosta internet e una rinfrescante horchata de chufa, raggiungiamo la vicina Chiesa di San Miguel dove ci fermiamo a pranzare alla Casa El Pisto detta anche Taberna San Miguel, uno dei ristoranti più tipici di Cordoba. Fondata nel 1880 è suddivisa in varie salette, tutte diverse l’una dall’altra, ricoperte di foto di corride, con azulejos che riportano alcuni simpatici proverbi legati prevalentemente a luohi comuni su cibo e donne…A parte il lato pittoresco della Taverna, il cibo è molto buono e merita senza dubbio una sosta se capita di passare per la parte nuova della città. Usciamo soddisfatti dal locale e a piedi, con una bellissima passeggiata fra i vicoli della città, raggiungiamo nuovamente la zona “storica”. Prima di salire in camera per la meritata siesta, ci concediamo ancora alcune frittelle di “bacalao” alla Bodega Mezquita, accompagnandole con un freschissimo tinto di verano. Non che avessimo fame, ma erano alcuni giorni che Cristina insisteva con queste voglie di frittelle di baccalà (ah!, le donne incinta…!!!). Ingurgitate anche queste buonissime frittelle, torniamo in hotel.

Riposiamo due orette nel fresco della camera, quindi intorno alle diciassette usciamo dall’hotel e dedichiamo il pomeriggio alla scoperta della Juderia, l’antico ghetto ebraico che si sviluppa intorno alla Mezquita.

Visitiamo la bellissima Casa Andalusì (2.5€), una vecchia casa del XII secolo, ottimamente restaurata, dove si visitano i sotterranei, con bellissimi mosaici romani, il fresco patio e varie sale, dove c’è la possibilità anche di fermarsi a leggere o comprare alcuni libri in tema. Ovviamente ne approfitto, acquistando una copia dei famosi “Racconti dell’Alhambra” di I. Washington.

Usciti da questa bellissima casa-museo, raggiungiamo la vicina Puerta de Almodovar e da qui facendoci trasportare dal caso, arriviamo in prossimità del Museo Taurino, che troviamo però in fase di ristrutturazione. Raggiungiamo allora le sponde del Guadalquivir, dove mi ricordavo di aver ammirato in una mia precedente visita a Cordoba, dei vecchi mulini arabi. La situazione rispetto a qualche hanno fa è ulteriormente peggiorata: i mulini sono quasi totalmente ricoperti da erbacce e sono praticamente invisibili…Insomma una delusione, anche se alla fine uno ancora “decente” si vede…Comunque abbandonato il fiume, torniamo verso la Mezquita e dopo una pausa ai Bagni Arabi, dove acquistiamo alcune essenze profumate, ci addentriamo nei vicoletti, sino ad arrivare al famoso Calle del Panuelo, il vicolo più corto della città…Da qua raggiungiamo per l’ennesima volta la Teterìa in calle Buen Pastor, dove passiamo le solite due rilassantissime ore, fra una lettura, un sorso di te e due chiacchiere…

Intorno alle venti, lasciamo la Teterìa e dopo una breve pausa in hotel, raggiungiamo la Bodega Mezquita dove ceniamo a base di tapas.

Passiamo il dopocena passeggiando sulle sponde del Guadalquivir.

Attraversiamo il Puente de Miraflores e percorriamo l’argine del Guadalquivir, illuminati solo dalle stelle, avendo come sfondo la parte vecchia di Cordoba ed in particolare un illuminatissima Mezquita. Un passo dopo l’altro arriviamo sino alla Calahorra, attraversiamo il Ponte Romano e giungiamo di fronte alla Puerta del Puente. La passeggiata si rivela molto tranquilla e allo stesso tempo interessante, permettendoci di godere quasi in perfetta solitudine della vista “da lontano” della città vecchia illuminata. Appagati dalla bella esperienza itinerante, torniamo in hotel per passare la notte.

MARTEDI’ 23 GIUGNO CORDOBAGRANADA 210Km Dopo l’ormai classica colazione all’Horno San Luis a base di pastel cordobès, mi dirigo, questa volta da solo (Cristina preferisce stare a riposarsi in hotel in previsione della giornata di “trasferimento”), verso il vicino ingresso dell’ Alcazar de los Reyes Cristianos (4€). Sono il primo visitatore, quindi mi posso godere in tutta tranquillità la visita. Niente di paragonabile ai Reales Alcazares di Sevilla, ma forse perché visitato praticamente in completa solitudine, personalmente la fortezza e i giardini mi sono piaciuti un sacco!! La visita non è particolarmente impegnativa e dopo circa un’ora abbandono l’Alcazar e raggiungo la vicina Sinagoga, non prima però di essermi fermato ad ammirare la famosa statua in bronzo di Maimonide.

La Sinagoga, piuttosto piccola, è molto carina e merita senza dubbio una visita. Attraverso i vicoletti della Juderia torno in albergo, preparo i bagagli e vado a ritirare la macchina al parcheggio custodito dove l’avevo parcheggiata ieri.

Alle undici, finalmente, lasciamo Cordoba e ci dirigiamo verso Granada.

Guidare in Spagna è veramente un piacere: poco traffico, strade tenute benissimo e segnalazioni impeccabili, insomma l’opposto dell’Italia…

Lungo la strada incontriamo tantissime cicogne impegnate a covare su nidi posti su pali altissimi ai margini dell’autostrada (che caso strano…!!) e le mitiche sagome dei tori poste sulle colline a guardia del circondario.

Fra un toro gigante e una cicogna, intorno alle undici arriviamo a Granada. Questa volta alloggiamo all’Hotel Los Jeronimos, nella zona universitaria. Lasciamo la macchina in un parcheggio a pagamento (13€ al giorno) e dopo aver posato le valigie in camera, raggiungiamo con una bella passeggiata per il centro della città, la Bodega Castaneda, dove facciamo il nostro solito pranzo a base di tapas e soprattutto nel mio caso a base di cervezas! Rinfrancati dal sempre ottimo cibo andaluso, torniamo in hotel per la siesta e solamente intorno alle diciotto usciamo per andare a visitare il vicinissimo Monastero San Jeronimo. Vista l’ora tarda, riusciamo a farci fare un po’ di sconto all’ingresso (2.5€ invece di 3.5€), quindi iniziamo a passeggiare sotto le arcate del chiostro. Ad un certo punto sentiamo provenire da un punto indefinito della struttura un soave canto. Ci mettiamo alla ricerca del luogo d’origine della melodia e ci ritroviamo all’interno di una piccola cripta/cappella, dove una decina di monache stanno intonando i vespri serali. Assistiamo rigorosamente in silenzio alle preghiere cantate, quindi dopo circa mezz’ora, dopo un’ultima visita alla stranissima chiesa del convento (dipinta in ogni suo centimetro…), usciamo e facciamo un giretto per il bel quartiere universitario. Facciamo un po’ d’acquisti culinari in un vicino supermercato, quindi dopo una breve sosta in hotel, torniamo verso il centro. Approfittiamo dell’ “hora feliz” per farci una tapa volante (a Granada ordinando da bere viene servita gratuitamente una tapa…), quindi raggiungiamo la zona della Plaza Nueva dove facciamo gli ultimi acquisti per amici e parenti. A questo punto raggiungiamo il vicino bar “El Boabdil” dove ceniamo a base di buonissime tapas, sgolandoci le solite cinque “canas de cervezas”…Belli carichi, ci concediamo un’ultima passeggiata per i vicoletti dell’Albaicìn. Arriviamo sino al Paseo Tristes, dove come la sera del nostro arrivo in Spagna, circa quindici giorni fa, ci rilassiamo sulle panchine. Chiacchierando del più e del meno, facciamo un consuntivo della vacanza, ahimè ormai giunta quasi alla fine, accompagnati dai vari giocolieri e ballerini che affollano la Piazza e con le torri dell’Alhambra che dall’alto ci osservano accompagnandoci in quest’ultima serata.

Ci concediamo un ultimo gelato, quindi passeggiando nella dolcissima notte “granadina” raggiungiamo l’hotel per l’ultima “noche andalusa”.

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO GRANADAITALIA Sfruttiamo l’ultima colazione offertaci dall’Hotel, quindi andiamo a ritirare la macchina nel vicino parcheggio e in meno di mezz’ora raggiungiamo l’aeroporto.

La consegna delle chiavi della nostra fedele Kia Cee’d all’impiegato dell’agenzia di noleggio, coincide con la fine della nostra vacanza. Hasta luego Espana…

CONCLUSIONI Viaggio semplicissimo e molto tranquillo. Molto facile da organizzare e da svolgere una volta arrivati sul posto. Non si adatta propriamente al nostro standard di viaggio, ma per una volta e per un più che valido motivo, siamo scesi a compromessi e ci siamo goduti appieno quest’esperienza.

Dell’Andalusia ricordiamo con piacere, i tantissimi e bellissimi monumenti, magnificamente conservati e valorizzati, retaggio di un’epoca ormai passata, la gentilezza delle persone incontrate, la voglia di fare festa sempre e comunque e i mitici spuntini da spizzicare a qualunque ora del giorno e della notte (le tapas).

E’ senza dubbio un viaggio completo dove l’aspetto storico va di pari passo con quello culinario, concedendosi divagazioni puramente ludiche (per es. I Bagni Arabi, la serata a vedere il Flamenco, ecc).

Anche viaggiare in macchina è sorprendentemente piacevole: poche macchine in giro, strade perfette, autostrade gratuite, punti di ristoro disseminati ovunque, insomma un altro Mondo rispetto all’Italia (e una volta imboccata la Bergamo-Milano al ritorno, me ne sono subito accorto!!).

Insomma un viaggio consigliato un po’ per tutti, dai giovani, alle famiglie sino ad arrivare alle persone come noi che abituati a girare il Mondo in spalla si sono ritrovati a girare in macchina e a dormire in bellissimi hotel…

SPESE Per quindici giorni di viaggio (Portogallo compreso) con la formula “fly,drive& night” completamente organizzata in autonomia, abbiamo speso: 500€ a testa così ripartiti: -volo a/r Bergamo-Granada 30€ (tasse e bagagli compresi) -14 notti in hotel 320€/pp(media di 23€/pp a notte) -13 giorni di affitto macchina 150€/pp Ai quali vanno ovviamente aggiunte le spese per i pasti (media di 8.5€ a persona/pasto), gli ingressi ai vari siti, la benzina e i parcheggi, i biglietti per i mezzi pubblici e le varie.

Diciamo che mediamente la vita è meno cara rispetto all’Italia e il fatto che non si paghino autostrade e che la benzina costi molto meno che da noi, incide pesantemente sulla spesa finale. Anche i pasti sono più a buon mercato rispetto all’Italia, soprattutto se si evitano le “trappole per turisti” ubicate nelle zone più frequentate delle città.

CUCINA Partendo dal presupposto che l’ “Italiano” è veramente imbattibile, il cibo spagnolo e più precisamente andaluso è senza ombra di dubbio, almeno in Europa, uno dei migliori: variegato, ricco di ingredienti e saporito, non deluderà assolutamente le “buone forchette”.

Secondo i miei personalissimi gusti, meritano una citazione Gazpacho e Salmorejo (due zuppe fredde di verdura, molto saporite e gustose), la Paella, che, sebbene non sia propriamente andalusa, è un piatto decisamente “imperdibile”, la Tortilla espanola a base di patate (fra le migliori quella del Bar Santos a Cordoba) e poi in generale le tapas.

Questi stuzzichini che assomigliano “concettualmente” al nostro aperitivo, sono di una varietà infinita e cambiano da bar a bar e di giorno in giorno anche nello stesso posto. Fra i miei preferiti: i pinchitos morunos (spiedini di carne prevalentemente di maiale, cotti alla piastra e speziati), i calamares a la plancha, i boquerones (le acciughe, solitamente sott’aceto o fritte), gli espinacas con garbanzos (spinaci con ceci), il “mitico” solomillo al whiskey de “las Teresas” di Sevilla ed infine i mitici taglieri di salumi della Bodega Castaneda di Granada (fra i quali spicca senza ombra di dubbio il mitico jamon serrano).

Insomma in Andalusìa non soffrirete di certo la fame, sia per la bontà di questi piatti, che per la varietà.

Per quanto riguarda le bevande, io personalmente sono stato monotematico con la “cerveza”. Fresca, leggera, buonissima e soprattutto a buon prezzo (un bicchiere, il “tubo” mediamente costa dall’euro a max 1,3€), ho provato anche l’horchata de chufa, una bevanda rinfrescante simile alla nostra orzata ricavata da una radice e la “casera” o “tinto de verano” semplicemnte del vino rosè mischiato alla limonata, molto rinfrescante e piacevole da bere nelle calde serate andaluse.

Fra i dolci impedibili i mitici “churros”, preferibilmnte con “chocolate”, il pastèl cordobès e il tocino de cielo una sorta di creme caramel.

I MUST DEL VIAGGIO -Il soggiorno all’Hacienda di Montellano -La serata all’Hamman di Granada -Il Flamenco della “Casa de la Memoria de El Andalus” a Sevilla -La Feria de Granada -La passeggiata serale lungo il Guadalquivir a Cordoba VOTI GRANADA: 7.5 seducente, dinamica, affascinante, da non perdere oltre la famosissima Alhambra, il magico Hamman e un giro per i vicoletti dell’Albaicìn.

NERJA: 6 ridente località costiera che si distingue dalle vicine e più famose cittadine della Costa del Sol per essere ancora in parte “vivibile”. Da non perdere: la vista dal Balcon de Europa…

RONDA: 7 abbarbicata a 740 metri sul livello del mare, questa splendida cittadina racchiude in se l’essenza stessa dell’Andalucìa. Da non perdere ovviamente il Puente Nuevo e la più antica e tradizionale Arena di tutta la Spagna.

SEVILLA: 8 è l’essenza stessa dell’Andalusìa, ricca di fascino e di storia, colpisce per la bellezza tradizionale dei suoi monumenti. Da non perdere: un giro serale per i vicoli della città vecchia e fra i monumenti senza dubbio la Giralda e la visita ai Reales Alcazares.

CORDOBA: 7 Magica, piacevole e a misura d’uomo. Da non perdere, ovviamente la Mezquita, ma anche la Juderia e un giro serale lungo il Guadalquivir



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche