Tour del sud e kasbah
Volo Atlas Blue in perfetto orario (14.40) e atterraggio morbido a Marrakech verso le 16.30 (ora locale – 2 ore in meno dell’Italia visto che nel nostro paese c’è l’ora legale). Ci sono 38 gradi ed un vento caldissimo (una specie di gigantesco phon…!!!). Controllo dei passaporti (sorprendentemente rapido), ritiro dei bagagli (tutto ok) e di corsa al bus numero 25 (quello dedicato a chi partecipa al nostro tour). Arriviamo in breve tempo al nostro hotel Meryem ). L’albergo non è male, c’è anche la piscina e l’hammam (bruttino però). La camera è molto spaziosa, pulita e fornita di aria condizionata .
La cena non è il massimo, siamo stanchi ed andiamo a dormire alle 21.30 (ora marocchina…!!).
2° giorno (lunedì 11 settembre 2006) La sveglia ufficiale dovrebbe suonare alle 8 ma noi siamo già in piedi alle 6 (dobbiamo ancora abituarci al cambio di fuso).
Colazione abbondante in giardino(tantissimi tipi di brioche e dolcetti) e siamo pronti per la partenza.
Incontriamo gli altri partecipanti al viaggio. Siamo 13 in tutto, come al solito noi siamo i più giovani. Ci sono due coppie di Milano, una signora di Torino, una coppia di Bologna, una coppia di Parma, un ragazzo di Bologna ed un signore di Firenze. Ci accomodiamo in un bellissimo e nuovissimo minibus da una quindicina di posti. Il nostro accompagnatore si chiama Mohamed e la nostra guida Hassan (come il re…).
Si intuisce subito che siamo stati particolarmente fortunati nell’assegnazione della guida. Mohamed è simpatico, colto, fine e non la smette mai di parlare.
La prima tappa della giornata sono i giardini della Menara. Questi giardini sono l’orgoglio di Marrakech e sono stati piantati dai sovrani Almoravidi. Un grande bacino d’acqua, utilizzato per le irrigazioni, è circondato da migliaia di ulivi. Gli abitanti della città trascorrono ore all’ombra di questi alberi.
Fa parecchio caldo ma il sole va e viene.
La tappa successiva è il Palazzo de la Bahia, costruito verso il 1880 da Ba Ahmed, un visir che ha garantito la reggenza dei sovrani Moulay Hassan e Abdelaziz. Era lui il vero padrone del Marocco tra il 1894 ed il 1900.
Il palazzo è un capolavoro dell’arte marocchina. Ricorda in certi aspetti l’Alhambra di Granata. È molto curato ed interessante.
Passiamo poi al museo d’arte marocchina, ricco di oggetti tipici della cultura locale (strumenti, vestiti, armi, ecc…).
Rientriamo in hotel per il pranzo ma, visto che c’è tempo, prima approfittiamo per un tuffo nella piscina dell’albergo. Ci voleva proprio…
Il pranzo è discreto; preferiamo comunque restare leggeri e andiamo in camera per un riposino.
Si riparte alle 15. Come prima cosa andiamo a visitare la Koutoubia. La moschea non è visitabile internamente dai non musulmani (l’unica moschea visitabile in Marocco è quella di Hassan II a Casablanca).
Il minareto è alto settanta metri ed è veramente ben conservato.
Proseguiamo poi con un giro tra i caravanserragli, luogo in cui venivano ricoverate le carovane per la notte o il riposo. Alcuni di questi sono in via di ristrutturazione, altri sono stati dati in affido ad artigiani locali che li usano come botteghe dove lavorano il legno ed il ferro con maestria assoluta.
Siamo pronti quindi per addentrarci nella medina di Marrakech. Il souk è qualcosa di indescrivibile. I colori e gli odori ci assalgono, sembra di far parte di un film o, meglio ancora, di un viaggio a ritroso nel tempo.
La medina è strutturata in quartieri: c’è quello delle arti e dei mestieri, quello dei fabbri, quello dei conciatori, quello delle spezie, quello che vende solo babbucce… E’ davvero incredibile. Ci passeremmo giornate intere ma il tempo stringe e Mohamed ci promette che l’ultimo giorno avremo 3 ore di tempo libero per addentrarci nel souk e comprare di tutto.
Visitiamo quindi la Medersa Ben Youssef, una delle scuole craniche più belle e grandi dell’intero territorio. E’ finemente decorata con un corridoi pavimentato a mosaico che conduce ad uno splendido cortile in marmo bianco che ospita al centro la vasca per le abluzioni. Al piano superiore sono visitabili le cellette degli studenti.
Riattraversiamo a piedi il souk per dirigerci verso la piazza principale, la famosa piazza Jemaa el Fna. E’ la piazza attorno alla quale si sviluppa la città vecchia ed è il centro vitale di Marrakech. La piazza inizia ad animarsi: ci sono gli incantatori di serpenti, i decoratori con l’hennè, i suonatori, i saltimbachi, perfino i cavadenti. Il tutto circondato da bancarelle che vendono di tutto, dalle stoffe ai datteri, alle spremute d’arancia). Ogni tanto appare anche qualche venditore d’acqua in abito tipico.
Non perdo l’occasione di farmi immortalare con un serpente attorno al collo… Saliamo quindi sulla terrazza di un bar per vedere la piazza al tramonto. Dall’alto fa ancora più impressione, è piena di gente, di vita, di suoni e di colori.
Rientriamo in hotel per una doccia alle 19.15 e ripartiamo alle 20.30 per la cena tipica in un ristorante vicino alla piazza che attraversiamo nuovamente. La cena è buona, soprattutto il classico Taijin, mentre il vino non è male ma è caldo. Il tutto allietato da musicisti e danzatrici del ventre.
Rientriamo in hotel alle 23.30 e andiamo subito a nanna stanchissimi.
3° giorno (martedì 12 settembre 2006) Sveglia alle 7.30, colazione veloce e usciamo con le valigie per partire alle 8.30. Mentre aspettiamo gli altri facciamo in tempo a comprare un kaftano da un venditore ambulante. Con il minibus ci dirigiamo verso l’Atlante dove dopo una serie infinita di curve attraversiamo il passo Tizi ‘n Tichka, situato a 2260 metri. In una delle numerose soste fotografiche riusciamo a fare i primi acquisti in un negozietto lungo la strada (un soffietto decorato con ossa di dromedario ed un pugnale). Il tempo è ancora nuvoloso ma caldo.
Arriviamo quindi a Ouarzazate, la città famosa per il cinema in quanto in questa località sono state girate le scene di alcuni tra i più famosi film degli ultimi tempi (Le Crociate, Gesù di Nazareth, La Bibbia, Asterix e Obelix missione Cleopatra, Il gioiello del Nilo, …).
La città è molto carina, le case sono tipiche ed ovunque domina il colore ocra.
Il nostro hotel si chiama Le Fint (http://www.Easyvoyage.Com/pays/maroc-grand-sud/ouarzazate/hotels/le-fint.Html).
E’ una costruzione bassa, bellina e fornita di piscina. Anche le camere non sono male. Pranzo rapido e riposino in camera.
Si riparte alle 15.30. Purtroppo la nostra telecamera si è “autodistrutta” e la lasciamo a malincuore in camera. Per fortuna siamo riusciti a riprendere Marrakech… Visitiamo la kasbah di Taourirt, molto ben conservata. Era la residenza dei Pascià di Marrakech. Internamente non c’è tanto da vedere ma la costruzione è davvero particolare. Vista da fuori sembra molto grande; dentro è un susseguirsi di stanzette e corridoi ognuno con le sue piccole finestrelle.
Partiamo alla volta della kasbah di Tiffoultout che si erge su una collinetta a cinque chilometri da Ouarzazate. Anche questa, un tempo appartenuta alla famiglia dei Pascià Glaoui, oggi è stata trasformata in albergo e ristorante.
Lungo la strada si scatena un fortissimo temporale, i fiumi si ingrossano immediatamente. Fa subito più freddo. Per fortuna raggiungiamo presto la kasbah dove ci accolgono e di offrono il famoso the alla menta. Il rito di preparazione è molto lungo ed interessante.
Cessa di piovere ma, guardandoci in giro dal tetto della kasbah, sembra di essere nel bel mezzo di un’alluvione. A Mohamed giungono notizie di pullman rimasti bloccati dai fiumi in piena e di strade interrotte. Decidiamo quindi di rinviare di un paio di giorni la visita alla kasbah di Ait Ben Haddou (tanto ripassiamo di qui sabato ritornando verso Marrakech).
Facciamo quindi un giro a piedi per il centro di Ouarzazate che è stato risistemato recentemente e per il piccolo mercatino locale. Rientriamo in albergo alle 19 e scendiamo per la cena (particolarmente ricca e saporita) alle 20.
Anche stasera a nanna presto perché domani ci si sveglia presto (tanto alla tv si vedono solo i canali marocchini e francesi). Fuori dalla finestra in lontananza i lampi illuminano il cielo…Speriamo bene…
4° giorno (mercoledì 13 settembre 2006) Stanotte ha diluviato. Sveglia alle 6, colazione e partenza alle 7.10. Tutti sono assonnati. Qualcuno ha trovato alcuni scarafaggi in camera.
Le strade sono invase dal fango ed in parecchi punti sono addirittura interrotte. Era tanto che non pioveva così. La terra era secca e non è riuscita ad assorbire la gran quantità d’acqua caduta. Ovunque ci sono ruspe che tentano di pulire le strade. Un ragazzo ci dice che erano 45 anni che non pioveva così tanto e su una zona così ampia.
Ci dirigiamo verso Erfoud. Sosta fotografica alla kasbah di Ait Ben Moro. Spesso, lungo il percorso, incontriamo dei ragazzi che tolgono i detriti dalla strada; le macchine che passano si fermano per dare loro una mancia. La polizia intanto dirige il traffico Arriviamo alle Gole del Todra, delle grandi fratture nell’altopiano che divide l’Alto Atlante. Nel punto più stretto le gole raggiungono i 300 metri d’altezza. Lo spettacolo è davvero imponente. Anche qui l’alluvione ha fatto i suoi danni e la strada è attraversata da un fiume color marrone. Per raggiungere il nostro ristorante dobbiamo utilizzare un ponte di legno improvvisato. Il pranzo è buono e per fortuna dopo poco esce il sole. Ripartiamo ma dobbiamo cambiare strada e fare una deviazione di una sessantina di chilometri in quanto la strada che porta direttamente a Erfoud è interrotta.
Altra sosta fotografica alla Valle del Dades. Il paesaggio montagnoso è interrotto da una striscia verde di palme. Molto suggestivo.
Arriviamo al nostro hotel davvero stanchi, oggi abbiamo percorso più di 400 chilometri. Il nostro albergo è davvero bello e si chiama Belerè (http://www.Belerehotels.Com/).
E’ strutturato in un insieme di bungalow molto spaziosi (ogni camera ha due letti matrimoniali e perfino un divano ad angolo).
Il gruppo riparte quasi subito per l’escursione facoltativa alle dune di Merzouga. Noi preferiamo rinunciare (abbiamo fatto un’esperienza pressoché identica alcuni mesi fa in Tunisia) e rimaniamo in hotel.
Il giardino è molto bello e pieno di palme da dattero. Ci godiamo la piscina ed un po’ di sole. Presto però tramonta il sole e rientriamo in camera.
Alle 20 c’è la cena, davvero variegata: cuscus, riso, verdure, harissa… Anche stasera a nanna presto.
5° giorno (giovedì 14 settembre 2006) La sveglia ufficiale dovrebbe suonare alle 8.30 ma noi, come al solito, alle 6 siamo già in piedi. La colazione è discreta, ottima la marmellata, terribile il caffè.
Continuiamo ad essere fortunati, una coppia ha trovato uno scorpione enorme nella stanza e non ha più chiuso occhio. Altri avevano l’aria condizionata che partiva da sola la notte. D’altronde bisogna mettere in preventivo questi inconvenienti quando si programma un viaggio in questi paesi.
Iniziano inoltre a manifestarsi i primi malesseri generali. Nonostante tutti, chi più e chi meno, stiano molto attenti ad evitare insalate, frutta non sbucciata ed acqua non imbottigliata, la diarrea del viaggiatore sta colpendo.
Partiamo alle 9.30. Come prima cosa andiamo a vedere uno ksur nella periferia di Erfoud. In questo ksur è stata ambientata una delle scene di “Il tè nel deserto”, quella in cui John Malkovich sta male.
Siamo circondati dai bambini, tutti con dei lineamenti bellissimi. Il giro nello ksur è davvero interessante. Le stradine sono strettissime, c’è il pozzo e l’immancabile moschea.
Facciamo quindi una capatina al mercato locale dove è possibile acquistare la miglior qualità di datteri al prezzo di circa 10 euro al chilo.
Ci dirigiamo quindi verso una fabbrica di fossili. Questa zona infatti, milioni di anni fa, era completamente ricoperta dall’acqua. Dalle montagne circostanti vengono quindi tagliate delle lastre di pietra dalle quali vengono poi estratti i fossili.
La lavorazione è assolutamente manuale ma incredibilmente artistica e certosina. Visitiamo l’annesso negozio che vende tavoli e fontane a prezzi vantaggiosissimi: una coppia acquista un tavolino bellissimo pagando 1000 euro (spedizione a casa compresa). Noi acquistiamo solamente alcune collanine per i nostri nipoti. Tornando verso il minibus facciamo in tempo per vedere un piccolo serpentello che ci dicono velenoso.
Ripartiamo ma poco dopo dobbiamo bloccarci. Davanti a noi una fila interminabile di macchine e la strada che sembra entrare in un lago. In realtà è effetto dell’alluvione dei giorni scorsi. Tutto il manto stradale è ricoperto da una cinquantina di centimetri d’acqua per almeno un chilometro.
Le macchine vengono quindi collegate una all’altra mediante il gancio di traino e trascinate dall’altra parte del “lago” da un trattore che, non appena arrivato, riparte per trasbordare le altre macchine.
Perdiamo più di mezz’ora ma l’esperienza è indimenticabile. Il paesaggio è completamente sommerso d’acqua ovunque si volga lo sguardo.
Il panorama inizia a farsi più brullo. Arriviamo ad Alnif per il pranzo, discreto, dove incontriamo un gruppo di italiani che ha fatto il nostro stesso giro ma utilizzando i fuoristrada (dormendo anche una notte in tenda). Sono particolarmente provati e di cattivo umore.
Per la prima volta, proviamo la versione dolce del cuscus con aggiunta di cannella, uvetta e zucchero a velo.
Dopo altre soste fotografiche, raggiungiamo un palmeto nei pressi di Zagora.
Mohamed ha la splendida idea di farci scendere per camminarci un po’ in mezzo. I bambini vendono insistentemente scatole di datteri ma la passeggiata è veramente carina…Ne valeva la pena.
Comincia a calare il sole e la stanchezza del viaggio inizia a farsi sentire. Alle 18.45 arriviamo al nostro hotel che si chiama Reda Zagora (http://www.Cobra4x4.Com/m2006/Hoteles/Hotel%20Reda%20Zagora.Htm).
L’albergo è costruito in stile berbero ed è davvero bello. Anche qui c’è l’immancabile piscina. Le camere sono belle, spaziose ma, come sempre, la pulizia non è il lato migliore.
Nei corridoi dell’hotel incontriamo alcuni pipistrelli appesi al muro ed uno scarafaggio ma ormai non ci facciamo più caso.
Ceniamo bene alle 20.30 e alle 21.30 siamo già in camera.
7° giorno (venerdì 15 settembre 2006) Anche oggi sveglia ufficiale alle 7.30 e, come al solito, noi siamo in piedi alle 6.
La colazione è davvero buona, la migliore della settimana. Tutto è caldo, le brioche, le ciambelle, perfino una frittatina fatta sul momento.
Partiamo alle 8.30 e dopo una decina di minuti ci fermiamo per una sosta fotografica ad un muro su cui c’è un immagine di alcuni cammelli e la scritta “52 giorni per Timbouctù”.
Ripartiamo e lungo il percorso ci fermiamo ad una scuola locale per consegnare alcuni quaderni e penne precedentemente acquistati al mercato.
Attraversiamo la Valle del Draa anche se in un certo senso sembra di essere nel Gran Canyon. Le foto si sprecano. In una delle tante soste fotografiche, si avvicina un ragazzo con una grande iguana colorata ed alcuni camaleonti. Li prendiamo in braccio volentieri. Non sono per niente viscidi ma molto simpatici. Non perdiamo ovviamente l’occasione per immortalare il momento… Tra le rocce intanto uno scoiattolo saltella felice.
Arriviamo ad Ouarzazate e ci sistemiamo allo stesso hotel della prima volta (Le Fint).
Sistemiamo i bagagli e riscappiamo subito via per andare a pranzare negli studios cinematografici Atlas dove sono state girate alcune scene dei più famosi film degli ultimi anni.
Dopo una discreta mangiata ci addentriamo nei giardini degli studios dove è possibile vedere l’aereo che Michael Douglas utilizzava nel film “Il gioiello del Nilo”. Camminiamo in mezzo al set del film “Asterix e Obelix missione Cleopatra” mentre in lontananza si vede il set utilizzato ne “Le Crociate”.
Sempre a piedi infine passiamo attraverso i set di altri film e serie televisive come “Il gladiatore” e “La Bibbia”.
Rientriamo in hotel alle 14 e approfittiamo del tempo libero per rilassarci in piscina. Fa davvero caldo ed il sole picchia forte.
Alle 15.30 si parte per l’altra escursione facoltativa. Partecipiamo volentieri e ci inoltriamo, divisi in 3 comodissime jeep, lungo una pista che ci porta in poco tempo all’oasi di Fint dove sono state girate le principali scese del film “Il te nel deserto”.
Dopo una foto panoramica dall’alto di una collina, scendiamo verso l’oasi per poi, una volta a piedi, entrare nel palmeto.
Lo attraversiamo completamente per più di un’ora. Visto da lontano sembra solo un insieme fitto di palme. Visto da vicino invece rivela l’esistenza di innumerevoli coltivazioni tra cui melograni, zucche, fagiolini, radicchio, peperoni, pere e perfino uva.
Attraversiamo saltellando sulle pietre un fiumiciattolo, residuo dell’alluvione e raggiungiamo il vecchio villaggio. Ci sono tanti bambini bellissimi. Ancora a piedi ci dirigiamo verso il nuovo villaggio dove siamo accolti dal capovillaggio Aziz che ci offre il tè alla menta nella sua dimora. Ci sediamo a terra su alcuni tappeti per ascoltare Aziz che canta e suona.
Riprendiamo le jeep perché siamo davvero cotti. Il panorama è mozzafiato soprattutto perché sta calando il sole e la luce rossastra illumina le montagne con dei colori fantastici.
Ci fermiamo per dare un’occhiata al campo tendato all’interno dell’oasi dove dormono i turisti di passaggio. L’accampamento è molto bello e curato, molto più elegante di quello che abbiamo utilizzato noi nel tour del sud della Tunisia. E’ pieno di tappeti, nelle tende ci sono le brande, c’è il bar e le docce sono separate.
Risaliamo in jeep per raggiungere l’hotel alle 19. Riposino rapido e doccia.
Mentre gli altri scendono a cena nell’albergo, noi (io, mia moglie, Mohamed ed un altro partecipante Mirko) decidiamo di provare una cena alternativa: una pazza pizza in mezzo al deserto. Chissà come sarà..?? Partiamo quindi alle 20.15 e attraversiamo il centro di Ouarzazate. La kasbah illuminata è davvero affascinante.
Raggiungiamo la Pizzeria Obelix (consigliata da alcuni amici di Mohamed) e ordiniamo una buona birra Casablanca ed una pizza al tonno (incredibilmente buona). Terminiamo la cena con un buon dolcetto e torniamo in hotel dove, prima di andare a dormire, beviamo una grappa al fico.
Alle 23.30 siamo a letto.
7° giorno (sabato 16 settembre 2006) Sveglia ufficiale alle 6.30 ma anche stavolta siamo svegli ben prima (5.40…!!!).
Dopo una discreta colazione, partiamo alle 7.30. In pulmino ci dirigiamo nuovamente verso Marrakech non prima però di visitare la kasbah di Ait Ben Haddou (quella tralasciata martedì scorso a causa dei fiumi in piena).
Si tratta della kasbah più famosa e meglio conservata di tutto il Marocco, scenografia di numerosi film.
Anche qui attraversiamo un fiume saltando su alcune pietre (siamo più bravi degli stambecchi…!!!).
Il posto è affascinante. Passiamo vicino alla porta ricostruita in cui si schiantava l’aereo guidato da Michael Douglas nel film già citato. Ci addentriamo quindi a piedi nella kasbah. Il sole è davvero forte.
Risaliamo sul minibus verso Marrakech dove arriviamo verso le 13.
Decidiamo di saltare il pranzo (cominciamo a non stare benissimo nemmeno noi) e ci riposiamo a letto.
Si riparte alle 15.30 per tornare nel souk della città.
Ripassiamo nuovamente in mezzo alla famosa piazza, sempre fantastica da vedere. Tutti assieme visitiamo un’erboristeria che vende veramente di tutto. Dopo una dimostrazione pratica delle varie erbe ed unguenti disponibili alcuni fanno i loro acquisti. Noi invece salutiamo tutti e ci dirigiamo verso il cuore del souk. Abbiamo quasi 3 ore di tempo libero ma sono le 3 ore più stancanti della nostra vita. Le trattative per qualsiasi acquisto sono davvero estenuanti. Per acquistare un paio di scarpe Nike Air NT dorate impieghiamo quasi un’ora (ogni volta che non eravamo convinti del prodotto, il venditore ci portava alla bancarella di un altro amico che aveva altri modelli…Incredibile…). Inoltre il tiramolla sul prezzo è una consuetudine dei paesi arabi, qui forse ancora più sentita che in altri posti. Alla fine le paghiamo 20 euro (il prezzo iniziale superava i 100 euro). Compriamo poi una lampada per il soggiorno in pelle di dromedario, uno specchio con ossa di dromedario ed argento ed un portalumini in pelle di dromedario.
Siamo distrutti. Ritroviamo il gruppo all’orario concordato (18.45) e risaliamo sul pulmino che ci porta in hotel.
Rapido riposino e preparazione delle valigie, domani si parte.
Alle 20.15 siamo pronti per la terza ed ultima escursione facoltativa: la cena tipica con spettacolo Fantasia. Quasi tutti nel gruppo accusano qualche problema intestinale. Raggiungiamo il luogo dello spettacolo che è composto da un insieme di tende berbere. Il posto è veramente suggestivo. La cena è buona, cuscus con polli e verdure, zuppa, mezzo agnello alla griglia. I suonatori e le danzatrici del ventre allietano la serata (anche se le ragazze sono davvero brutte).
Usciamo tutti nel piazzale antistante per assistere alla famosa carica dei cavalieri che termina con l’esplosione di colpi a salve da antichi moschetti.
Rientriamo in hotel alle 23.30 e corriamo subito a nanna. Domani sarà durissima.
8° giorno (17 settembre 2006) Sveglia alle 3.45, partenza alle 4.45.
Raggiungiamo in breve l’aeroporto dove il check-in è sorprendentemente veloce. Siamo stanchi ed assonnati.
Partiamo in orario alle 7 per arrivare a Bologna alle 12.20. Piove e ci sono 17 gradi. Salutiamo la parte del gruppo che scende qui mentre noi rimaniamo a bordo dell’aereo.
Purtroppo un passeggero che sarebbe dovuto rimanere a bordo per scendere assieme a noi a Verona, è sceso erroneamente a Bologna (complimenti…!!!). Lo cercano dappertutto ma non riescono a trovarlo. Alla fine decidono di scaricare il suo bagaglio e ripartiamo con un’ora di ritardo.
Atterriamo a Verona alle 14.20. E’ nuvoloso ma non piove. Al ritiro dei bagagli c’è un altro “fenomeno” che per vedere meglio i bagagli che scorrevano sul nastro preme il tasto di blocco. Altro tempo perso ad aspettare che il rullo riparta…!!!! Prendiamo i bagagli che sono perfettamente integri e ritiriamo la macchina.
Dopo 3 ore di autostrada sotto una pioggia battente, alle 18 siamo a casa.
Frasi che ricorderemo: – Fungo atomico – Ialla – Sorbole – I francesi???…Sempre dietro!!!! – Mirko che racconta tutte le sue incredibili avventure Immagini che ricorderemo: – i paesaggi incantati del sud – le kasbah, una più incantevole dell’altra – l’alluvione ed il trattore che ci rimorchia – la piazza di Marrakech – i bellissimi tappeti – il souk di Marrakech – le oasi ed i palmeti