Tour dei parchi naturali

Qualche mese fa passeggiavo con il mio ragazzo, Giulio, sul lungomare a Follonica e stavamo decidendo se andare a fare il tour dei parchi in California o un tour della Florida. Ci trovammo di fronte ad un’edicola, vidi la copertina di Turisti per Caso che parlava della California. Lo acquistai e dopo aver letto l’articolo eravamo gasati....
Scritto da: gattaceleste
tour dei parchi naturali
Partenza il: 19/09/2009
Ritorno il: 04/10/2009
Viaggiatori: in coppia
Qualche mese fa passeggiavo con il mio ragazzo, Giulio, sul lungomare a Follonica e stavamo decidendo se andare a fare il tour dei parchi in California o un tour della Florida. Ci trovammo di fronte ad un’edicola, vidi la copertina di Turisti per Caso che parlava della California. Lo acquistai e dopo aver letto l’articolo eravamo gasati. California arriviamo!! 1° Giorno Arrivo a San Francisco Partiamo dall’aeroporto di Milano Malpensa con la Lufthansa e dopo un breve scalo a Monaco, saliamo su un bel Airbus dotato di televisorino di fronte al sedile con i film in italiano (a differenza del nostro precedente viaggio negli Usa con la British Airways che i film erano in tutte le lingue tranne la nostra).

Unica pecca della Lufthansa è che nei voli intercontinentali, quelli che durano 10 ore e che ti verrebbe voglia di battere la testa nel muro, se ci fosse, perché il tempo non passa mai; non hanno l’accortezza di mettere vicini i 2 o più viaggiatori quindi mi raccomando, appena vi stampa il biglietto controllate perché all’andata ce l’abbiamo fatta a trovare 2 posti vicini ma al ritorno abbiamo viaggiato lontani.

Arriviamo a San Francisco alle 19, ma perdiamo un bel po’ di tempo per le procedure di ingresso nel Paese (rilascio impronte digitali, foto, domande).

Poi prendiamo un taxi (30 dollari circa) e andiamo all’hotel in centro (Monaco Hotel). Il personale è super affabile e gentile, il ragazzo alla reception, Greg è innamorato della nostra città, Siena e l’accoglienza è veramente calorosa. La camera è piccola ma molto colorata e accogliente. Doccia e a letto di corsa, anche se le 9 ore di fuso si fanno sentire dopo poche ore che dormiamo. 2° Giorno Fisherman’s Wharf Dopo aver letto diverse guide su San Francisco (le migliori sono le guide Mondatori, ben illustrate), non ho dubbi. La prima tappa sarà il quartiere Fisherman’s Wharf con il Cable Car. Prima di tutto andiamo in Union Square a fare il Munipass, ossia una tesserina che ti permette di viaggiare sui bus, bart (che è la metro) e cable car. Esiste da 1, 3 e 7 giorni. Noi abbiamo fatto quella da 3 giorni al costo di 18 dollari. Anche se saremmo stati solo 2 giorni a San Franscisco è comunque conveniente. Solo una corsa in cable car costa 5 dollari.

Dopo una lunga fila per prendere il Cable Car (comunque vale la pena fare la fila), finalmente saliamo e dopo le salite e le discese incredibili arriviamo allo splendido quartiere sull’oceano. Da lì possiamo ammirare nella foschia il Golden Gate e Alcatraz. I progetti erano di fare una giratina a Fisherman’s Wharf e poi visitare qualche altra zona, ma veniamo rapiti da un’atmosfera coinvolgente, calda e gioiosa. Passeggiamo innamorati di questo posto magico. Ci fermiamo a pranzo da Nonna Rose, dove mangiamo il granchio (piatto più diffuso nel quartiere) e io un cocktail di gamberi (non c’è la salsa rosa come in italia ma solo il ketchup). Non spendiamo molto e proseguiamo verso il Pier 39. Un molo ricco di giostre, chioschi e negozi. Da lì si possono ammirare i famosi leoni marini che prendono il sole sul molo. Nel tardo pomeriggio torniamo verso il centro a piedi fino a Lombard Street per vedere la via tutta curve e dopo un po’ di fotografie, ci mettiamo in fila per prendere il Cable Car verso Union Square. Anche se siamo degli abili camminatori, San Francisco ti sfianca in pochi metri a causa delle pendenze. Shopping a Abercrombie&Fitch, cena take away e riposo in albergo.

3° Giorno Tour de force Il giorno prima ci siamo fatti un po’ prendere la mano e oggi dobbiamo visitare tutto quello che ci interessa perché domani lasceremo la città. Prima meta il Golden Gate Bridge. Alcuni amici ci hanno detto che bisogna andarci la mattina verso le 8 perché altrimenti si immerge nella nebbia e non si vede. Sinceramente avevamo un po’ sottovalutato la questione. Partiamo verso le 8:30 dall’hotel (non è che sia proprio tanto tardi) prendiamo il bus che ci lascia proprio di fronte al Golden Gate, o almeno lo capiamo dal cartello perché il Golden Gate non si vede assolutamente. Delusi torniamo via. Prendiamo il bus e ci fermiamo nel quartiere Pacific Heights verso Fillmore Street per ammirare le bellissime e tipiche abitazioni. Le mie preferite sono quelle in stile Queen Anne caratterizzate dalle torrette rotonde. L’intenzione era risalire questa strada per ammirare la splendida vista su Cow Hollow e il Golden Gate, ma purtroppo la nebbia non si era ancora diradata. Ci siamo fermati ad ammirare il resto della città da Alta Plaza, un bel parco in cima ad un cucuzzolo e poi abbiamo preso il bus per andare al Golden Gate Park. Ci sono moltissimi giardini, non avevamo abbastanza tempo per visitarli tutti quindi abbiamo scelto di entrare nel Japanese Garden. Il biglietto costa 5 dollari a persona, il giardino è curatissimo e splendido. Dopo aver fatto diverse foto alle pagode, ruscelletti e preso un tè (non proprio il più buono, ma molto caratteristico) andiamo a prendere il bus per visitare il Financial District. La porta di China Town va vista, nel mercatino si trovano occasioni. Magliette di San Francisco a 2 dollari, 10 cartoline a 1 dollaro. Ci incamminiamo verso l’Embarcadero e la Transamerica Pyramid, un po’ di foto, un panino dal Mc Donald anche se ormai sono le 17 e poi ripartiamo verso Union Square per fare un po’ di shopping da Macy’s. Prima di andare alla cassa passate dal centro visitatori che vi consegnano una tesserina con il 10% circa di sconto per gli stranieri con durata un mese, in questo modo non paghiamo le tasse che vanno aggiunte alla cassa.

Per cena abbiamo trovato un ristorante nella guida ma quando arriviamo è già chiuso. Per fortuna lì vicino si trovano affiancati un ristorante italiano, francese, spagnolo e mediterraneo. Scegliamo quello spagnolo, dove ci godiamo un’ottima paella. Torniamo in hotel in taxi, ormai stanchi morti! 4° Giorno Yosemite National Park E’ il giorno in cui dobbiamo lasciare San Francisco per visitare i parchi. Alle 9 andiamo a prendere la macchina alla Hertz. Giulio non crede ai suoi occhi, gli avevo detto che avevo preso una bella macchina ma non si aspettava la Infiniti FX35 che è veramente una bomba! Con l’ausilio del navigatore satellitare ci incamminiamo verso El Portal, un paesino alle porte dello Yosemite National Park. Dopo diverse ore di viaggio, attraversando il niente, arriviamo finalmente al nostro hotel (Cedar Lodge). Lasciamo le valigie in camera (grande e pulita), ci vestiamo un po’ più leggeri e ripartiamo verso lo Yosemite. All’ingresso acquistiamo la card che ti fa entrare in tutti i parchi americani per 1 anno al costo di 80 dollari. Il biglietto viene 20 dollari ma per noi che facciamo il tuor dei parchi è più conveniente la card, che poi dura 1 anno ed la puoi regalare anche a qualche amico che ha intenzione di fare lo stesso viaggio.

Lo Yosemite è un parco molto verde, ricco di vegetazione, soprattutto sequoie. Animaletti, come orsi e scoiattoli (noi per fortuna abbiamo incontrato solo gli scoiattoli) e cascate. Il problema è uno solo. Le famose cascate dello Yosemite si vedono solo in primavera, perché in estate e autunno si seccano. Quindi forse non meritava la nostra visita, perché per quanto bello, l’ambiente è molto simile alle nostre splendide vallate nelle Alpi. Inoltre il parco non è ben organizzato, le indicazioni sono messe a caso e la nostra pazienza è stata messa a dura prova. Nonostante la navetta gratuita che ti porta in giro e la mappa, trovare i punti di interesse è quasi impossibile. Soprattutto se quasi tutti i punti di interesse sono per vedere le cascate che in quel periodo non ci sono.

Facciamo cena al ristorante adiacente l’hotel con una buonissima Flatiron Steak. Le patate fritte sono le più buone mai mangiate.

5° Giorno Mammoth Lakes Direi che questa è la meta più inutile del viaggio. Purtroppo la Hotelplan, il nostro tour operator lavora molto con il catalogo e gli operatori non sono capaci di consigliare. Nessuno mi aveva informata che è in paesino di montagna inutile da vedere, tranne che in pieno inverno.

La mattina lasciamo l’albergo, dopo una tipica colazione nel ristorante della sera precedente, con muffins, pan cakes con sciroppo d’acero, frutta e chi più ne ha più ne metta.

Ci incamminiamo verso Mammoth Lakes attraversando ancora una volta lo Yosemite e fermandoci più volte per fare delle foto. Una volta usciti dal parco ci troviamo di fronte a Mono Lake, il panorama è splendido. Poi dopo un’oretta arriviamo in questa famosa località sciistica californiana, lasciamo le valigie nell’albergo, il Mammoth Mountain Inn. La camera è mansardata quindi molto grande, il bagno è veramente minuscolo.

Andiamo in paese per fare un po’ di spesa ed acquistare soprattutto il vino californiano e ci imbattiamo nel Ralph Lauren Factory Outlet. Prezzi bassissimi. Acquistiamo una valanga di vestiti a prezzi onestissimi, tipo una polo da uomo 25 euro e da donna anche meno.

Dopo aver saltato il pranzo, che in questo viaggio per ottimizzare i tempi è stato spesso patatine in macchina; andiamo a cena presto (verso le 18:30 che negli Usa è un oriario normalissimo per andare a cena fuori). Il ristorante è molto caro. Io prendo la rosticciana che è dolciastra (nonostante non l’abbia fatta immergere nella salsa BBQ) e resto abbastanza nauseata. Tornati in albergo vorremo fare un bagno nella Jacuzzi, ma la vasca è in un’ala distaccata dell’hotel ed è veramente freddissimo, quindi evitiamo per non prendere la polmonite per tornare nella nostra camera.

6° Giorno Death Valley Partiamo al mattino presto con la speranza di riuscire ad andare al Sequoia ma durante il tragitto ci rendiamo conto che è impossibile e che arriveremmo nella Death Valley a notte inoltrata (su internet consigliavano di arrivarci prima del tramonto perché è un luogo poco trafficato).

Verso le 11 varchiamo la soglia del parco. Il clima è di nuovo caldissimo. Facciamo una passeggiata sulle dune di sabbia, ci avventuriamo fino all’Ubehebe Crater, uno dei crateri vulcanici in mezzo al deserto e saliamo fino al punto più alto; visitiamo lo Scotty’s Castle (che non sa di molto). Poi andiamo in albergo, il Fornace Creek Ranch. Anche qui le camere sono grandi e pulite. Ci concediamo un bagno in piscina prima della cena nel ristorante, dove mangiamo un’altra bistecca. 7° Giorno Las Vegas La mattina dopo continua la visita della Death Valley, zona sud. Andiamo a Badwater, il punto più basso dell’emisfero occidentale; poi allo Zabriski Point, un punto panoramico molto famoso dove scattare bellissime foto e infine al Dante’s View. La vista è meravigliosa. Da qui si ha un’idea di come era questo luogo milioni di anni fa, quando c’erano ancora le acque, quali sono evaporate per prime e come ha fatto a diventare così. Pranzo in macchina ancora una volta mentre andiamo a Las Vegas. Las Vegas è una città artefatta ma il tutto è stato fatto sapientemente. Gli alberghi della Strip sono veramente dei “falsi d’autore”. Noi alloggiamo al Planet Hollywood. Dopo varie peripezie per trovare il parcheggio dell’albergo, saliamo in camera con vista sul Bellagio. La camera è grande e stilosa. Ognuna è dedicata ad un film, visto che tutta la catena di alberghi e ristoranti è di proprietà di divi del cinema.

Bagno caldo rapido e poi passeggiata sulla Strip. Ceniamo in un ottimo ristorante messicano dentro l’hotel Bally’s dove mangio l’hamburger più buono della mia vita. Patiamo un gran freddo dentro gli hotel mentre fuori sono 42 gradi. Infatti nella nottata ho la dimostrazione che durante la cena mi ero congestionata. Ma non entrerò nei dettagli.

Giochiamo al casinò del Bellagio, dove vinco 20 dollari!Il Bellagio è veramente bello, più di quanto appare in Ocean’s Eleven. Ma soprattutto ciò che ci è piaciuto di più di Las Vegas è la fontana del Bellagio, che ogni 30 minuti fa degli spettacolari giochi d’acqua a ritmo di musica.

8° Giorno Bryce Canyon Dopo una notte semi-insonne, ci concediamo di alzarci alle 9 e un po’ di shopping nel centro commerciale interno al nostro albergo, il Miracle Miles. Verso le 12 partiamo in direzione Utah. Il viaggio è lungo, almeno 5 ore di macchina ma vi assicuro che la vista che si gode dal Sunrise Point nel Bryce Canyon National Park vale il prezzo del biglietto e ogni sacrificio. Essendo arrivati un po’ tardi non facciamo in tempo a visitare tanti punti panoramici, solo il Sunrise Point (l’apice è visitarlo all’alba, come ci consiglia in nome) e il Bryce Amphitheater. Siamo molto in alto quindi è fresco, portatevi un bel maglione.

Mentre andiamo all’albergo, incontriamo una famiglia di caprioli che mangiano tutti e 3 insieme mostrandoci il sederino. Troppo simpatici.

L’albergo, il Bryce Canyon Resort, ci offre una camera grande e pulita. La cena al ristorante adiacente all’albergo è soddisfacente, la solita bistecca e cheese cake per concludere in dolcezza.

9° Giorno Monument Valley La mattina dopo partiamo presto alla volta della Monument Valley. Abbiamo paura di arrivare troppo tardi nella riserva Navajo, visto che non è proprio vicino. Siamo lì per le 15, nonostante ci siamo fermati a pranzare e a fare un po’ di foto a Lake Powell.

L’ingresso al parco costa 5 dollari a persona. E’ l’unico parco degli Usa che va pagato a parte perché è nella riserva indiana. Parcheggiamo di fronte alle “dita dei Mittens”, le famose formazioni rocciose ormai simbolo del selvaggio West. Facciamo un bel po’ di foto e poi ci avventuriamo nella strada a sterro che le costeggia. Sono 27 km di divertimento. E’ possibile anche fare un tour guidato, ma se avete noleggiato un fuoristrada non vi conviene pagare e soprattutto vi risparmiate un sacco di polvere in faccia.

Il giro consiste nel costeggiare tutte le formazioni rocciose con la possibilità di fermarsi a fare le foto. In ogni punto del tour è possibile visitare i mercatini Navajo ricchi di bigiotteria.

Dopo il tour andiamo nel nostro albergo, il Goulding’s Trading Post & Lodge e usciamo sul balcone proprio mentre i Mittens si infiammano di rosso per il tramonto. Cena al ristorante dell’albergo e l’ennesima bistecca con patatine. Stasera niente cheese cake, proviamo la torta limone e meringa. Niente male! 10° Giorno Grand Canyon Di buon ora partiamo per il Grand Canyon. Durante il tragitto ci fermiamo a Tuba City, che come ci dice la nostra sempre presente Guida Mondatori è famosa per le orme di dinosauro. Ci accoglie un indiano che ci invita a parcheggiare e ci fa da guida, mostrandoci le impronte, la pelle, la popò e le ossa di dinosauro. Non sappiamo quanto possa essere autentico tutto ciò. Di certo il luogo non viene trattato con il valore archeologico che ha se tutto ciò fosse vero. L’indiano ci regala un piccolo pezzo di “pelle” e una pallina di popò. L’importante è il pensiero. Alla fine ci chiede 20 dollari e noi glieli diamo. Non dategli di più, perché dice che nei periodi di magra si approfittano e provano a chiedere anche il doppio.

Continuiamo verso il South Rim del Grand Canyon. Arriviamo tramite la Desert View Drive e facciamo qualche sosta per fare le foto come al Grandview Point dove si può ammirare un panorama bellissimo. Poi parcheggiamo al Yavapai point, pranziamo e prendiamo la navetta, linea verde e poi linea rossa per andare alla Hermit Road che è chiusa ai privati da marzo a novembre. La navetta è gratuita e molto comoda. Ci lascia all’Hopi point, dove si può ammirare la vista migliore al tramonto. Aspettiamo al freddo per almeno un’ora insieme a turisti e fotografi, poi finalmente il sole scende e il canyon si illumina. La vista è spettacolare. Appena finito il tramonto corriamo a prendere la navetta per tornare alla macchina e poi da lì all’albergo, il Best Western Squire Inn appena fuori il parco. La camera è carina, grande e pulita. Dopo la doccia facciamo cena in albergo, la solita bistecca e poi a letto.

11° Giorno Las Vegas Il programma della giornata è tornare a Las Vegas. La volta scorsa ci è piaciuta un sacco ma non abbiamo fatto in tempo a passeggiare per tutta la Strip, né a fare le foto quindi oggi vorremmo arrivare un po’ prima.

Dando un’occhiata alla cartina notiamo che con una piccola deviazione possiamo fare la Route 66 invece che l’autostrada. Quindi non seguiamo le indicazioni del navigatore e ci affidiamo allo stradario. Entriamo a livello di Williams e ci fermiamo subito a prendere una soda al Twisters Cafè, un tipico cafè anni Cinquanta veramente carino.

Poi ripartiamo e dopo aver attraversato diversi paesini ci fermiamo a Kingman a fare pranzo. La guida ci consiglia il Mr D’z Route 66 Diner. Infatti è un locale imperdibile. Sia lo stabile, che gli arredi, che l’abbigliamento delle cameriere è color fucsia e verde menta, con jukebox, i tipici divanetti che vediamo nei film e il pavimento bicolore bianco e nero. Carino e mangiamo bene. Compro anche la maglietta che porta la cameriera.

Poi proseguiamo per Las Vegas passando dalla Hoover dam, la diga che fornisce tanta dell’energia usata a Las Vegas. Questa volta il parcheggio lo troviamo subito, visto che siamo di nuovo al Planet Hollywood. La camera non dà sulla Strip ma tanto non abbiamo intenzione di stare ad ammirare la città dalla finestra. Dopo una doccia scendiamo, passeggiamo e facciamo molte foto. Prendiamo il trenino che va dall’Excalibur al Mandala Bay. Entriamo in vari alberghi. La Strip (Las Vegas Boulevard) è veramente lunga e purtroppo anche la seconda volta riusciamo ad arrivare solo fino al Venice. Purtroppo il vento tira forte e stasera non vengono fatti i giochi d’acqua al Bellagio. Ci consoliamo a giocare qualche dollaro nel casinò. Verso l’una siamo già distrutti, visto che abbiamo camminato per 5 ore senza sosta e andiamo a letto. La mattina dopo dobbiamo lasciare la nostra splendida Infiniti e prendere l’aereo per New York alle 8.

12° Giorno Las Vegas-Chicago-New York All’alba siamo sulla Strip in direzione Mc Carran. Lasciamo la macchina alla Hertz e prendiamo la navetta che ci accompagna al nostro terminal. Prima della fila del Check-in della United è possibile pesare la valigia e scopriamo che entrambe pesano 6 kg più del dovuto (23 kg) e che quindi dovremo pagare 125 dollari in più. L’agenzia non ci aveva fornito informazioni corrette, infatti parlando con un’assistente scopriamo che anche nel volo interno possiamo avere 2 valigie di 23 kg oltre al bagaglio a mano. Sfruttiamo uno zaino che mi ero portata in più e riusciamo a non pagare la multa, ma perdiamo tempo e quindi anche l’aereo. Ci imbarcano sul successivo che va a Chicago. La paura di perdere le valigie è tanta. Due anni fa quando andammo negli Usa ce le persero è non è proprio una bella esperienza. A Chicago non risulta la nostra prenotazione sul volo di New York, fino all’ultimo momento non sappiamo se verremo imbarcati. Poi finalmente l’assistente di terra riesce a parlare con quella di Las Vegas e si risolvono le cose. Alle 19 siamo a New York, all’aeroporto di Newark e ci sentiamo miracolati quando vediamo arrivare anche le valigie. Finalmente dopo 2 anni, vediamo il nostro Skyline preferito.

Questo aeroporto è il più lontano da Manhattan, ci vuole 1 ora di bus (15 dollari a persona) per raggiungere il nostro albergo (Grand Hyatt Hotel) che è tra la Grand Central Station e il Crystler Building. L’ingresso è splendido con fontane e piante. La camera è invece piuttosto piccola e ben arredata. Ci aspettavamo comunque qualcosa in più visto che ogni notte ci costa 350 euro.

Doccia e subito a cena fuori. Per New York avevamo acquistato la guida Michelin e in zona troviamo il ristorante Osteria Laguna. Le bistecche mi sono venute a noia e ho voglia di mangiare un po’ di pasta. Come antipasto prendiamo i calamari alla griglia, ottimi. Il cestino del pane viene svuotato in poco tempo. Ce ne sono diversi tipi e tutti buonissimi. Finalmente, dopo 10 giorni che non troviamo un pane decente! Il primo piatto invece non è un granché (sia il risotto di mare che i ravioli al salmone).

13° Giorno Shopping Shopping Shopping Visto che eravamo già stati a New York,questa volta ci dedichiamo soprattutto allo shopping. Vi consiglio il negozio dell’Abercrombie&Fitch sulla Fifth Avenue, Fao&Schwarz un enorme negozio di giocattoli con tanto di inferimiera che consegna alle bambine il neonato da loro scelto e gli spiega come accudirlo; Macy’s, un’istituzione di New York. Con il cambio favorevole gli acquisti sono molto molto convenienti. New York si gira molto bene con la metro. Vi consiglio di fare la Metro Card con la quale risparmiate qualche dollaro e non state a fare sempre il biglietto. La giornata è super stancante e facciamo cena in camera con un burrito del Mc Donald’s.

14° Giorno Sex and the City Tour La giornata inizia con la colazione da Starbuck’s e poi prendiamo la metro per andare a vedere i lavari di Ground Zero. E’ sempre molto triste ed emozionate giungere in questo posto. Anche se ancora oggi, non è altro che un cantiere. Dopo aver sbirciato dalle grate ci rechiamo lì vicino al 21st Century, un supernegozio dove potrete trovare scarpe, abiti, profumi di marca a prezzi scandalosamente bassi. Compriamo anche un secondo borsone per imbarcarlo. Non fatevi mancare una visita in questo negozio, andrebbe messo nei tour della città.

Pranziamo in un altro ristorante segnalato dalla guida Michelin, Red Lobster. Mangiamo le vongole veraci fritte e un primo di vongole. Veramente meravigliosi!!Non mangiamo le aragoste, che hanno una bella faccia, ma mi dispiace troppo che vengano uccise così crudelmente.

Poi corriamo con la metro fino alla fontana Pulitzer, vicino a Central Park dove troviamo il pulman per il Sex and the City tour (prenotato precedentemente su internet al costo di 42 dollari a testa). Il tour dura 3 ore e ti portano nei luoghi cult della serie, ad esempio alla Magnolia Bakery dove Carrie mangia un Cupcake in un episodio, nel ristorante dove fanno la cena di fidanzamento, nel locale dove prendono di solito il Cosmopolitan. Il tour è carino ma purtroppo la guida parla in americano, rapidissima e si capisce poco. Dopo il tour ancora un po’ di shopping da Macy’s e poi a letto senza cena, che con il pranzo abbondante e il cupcake che ci hanno offerto a merenda, siamo ancora pienissimi.

15° Giorno Arrivederci USA Purtroppo è l’ultimo giorno. Abbiamo il volo alle 17. Nella mattina passeggiamo per la Fifth Avenue fino a Central Park e poi torniamo in albergo. Prendiamo le valigie e andiamo a prendere il bus per l’aeroporto. Mentre ci rechiamo al check-in, Giulio mi fa notare che all’edicola c’è il giusto finale per il Sex and the City tour, Mr Big in carne ed ossa!!Mi faccio fare un autografo super gasata!Peccato che non avevo la macchina fotografica a portata di mano! Dopo aver imbarcato le valigie, che per fortuna pesavano il giusto (72 kg circa in 4), facciamo pranzo. Poi dopo 1 ora di ritardo veniamo imbarcati e voliamo fino a Francoforte e da lì a Milano. E’ stata una bellissima esperienza. Ve la consigliamo davvero! Noi ci torneremo presto!



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