Tour Cuore di Cuba
Non ci hanno infastidito per strada i venditori grazie al fatto che era sempre con noi la guida locale, fastidiosi sono i figuranti che dopo una foto ti corrono dietro per l’obolo, persino al Museo dei Capitani generali le maitresse/custodi ti strappano la camera per fotografarti in tutte le salse e poi vorrebbero un “souvenir”. E soprattutto mi aspettavo molta più musica e gente in giro. Era il 2 di gennaio, dì di festa, ma sia di pomeriggio che di sera di gente e di musica ne ho vista poca. Se penso al barrio vecchio di Siviglia, sì che ricordo musica ed allegria e tanta gente. Cioè, la musica c’è ma è nei locali, nella case della trova non per strada come pensavo. E comunque una sera a marina Hemingway, portati dal nostro autista in un locale loro, saremo stati in 15 a mezzanotte a ballare, senza musica dal vivo ma registrata. Ed era giorno di festa.
Anche sul famoso lungomare Malecon mi aspettavo più pescatori ed innamorati e persino travestiti, ed insomma nel complesso non ho lasciato il cuore all’Havana. O ho visto poco di questa città o comincio ad aver visto troppo di altre.
Ricordando le letture giovanili di Hemingway ci siamo fatti portare al Floridita (mentre di solito è inclusa la visita alla Bodeguita del Medio dove Hemingway è andato forse una volta a bere un moijto e lo ringraziano ancora adesso) ho ordinato un daiquiri ghiacciato nell’angolo, vicino alla statua di bronzo di un Hemingway chinato sul bancone ricordando la sua descrizione del bar e del daiquiri in Isole nella corrente: il daiquiri è da vedere con la sua spuma di ghiaccio, il sapore delude perche è praticamente ghiaccio tritato con un po’ di rum anche se in un bellissimo bicchiere (che ho acquistato di sotto banco per 5 pesos). Ho capito perchè Papa ne prendeva 10 o 12 di fila, perchè sentiva il ghiaccio e non si accorgeva del rum. Però adesso sono contento perchè i daquiri che mi faccio a casa non penso più che siano così meno buoni di quelli del Floridita. L’escursione obbligata di un giorno alla valle di Vinales si è rivelata quello che pensavo: non vale le 7 ore di pulmino. Interessante, anche da un punto di vista sociale, la visita ad una fabbrica di tabacco, lasciamo perdere il murales e la gita in barchetta nella cueva; semmai ricordo un baracchino lungo la strada dove il contadino ha svuotato un pompelmo e ci ha fatto un cocktail di frutta memorabile. Forse lungo il viaggio si vede la vera Cuba cosi’ come se vai nelle campagne della maremma vedi la vera Toscana, però se hai solo una settimana e puoi farne a meno evita Pinar del Rio e stai un giorno in più a Trinidad. Che è proprio carina e colorata ed allegra, magari un po’ turistica nei suoi mercatini ma insomma che turista sei se non ti concedi un mercatino. La sera abbiamo camminato a Trinidad in vie deserte e silenziose e poi girato l’amgolo…L’incredibile: vicino alla chiesa, una scalinata traboccante di gente e musica dal vivo e son cubano ruspante e ballerini che sono uno spettacolo. Insomma una nostra feste campestre con la salsa al posto della mazurka ma con fisici da indossatori più che da campesinos. Diceva Garcia Lorca ” se mi perdo cercami a Cuba”, ecco nel mio caso cercatemi vicino alla chiesa di Trinidad round midnight.
A proposito di musica siamo andati una sera all’Havana al mitico Tropicana: se mi chiedete se vale gli 80 euro (a testa) di ingresso non so. Però bisogna andarci se per te Patricia di Perez Prado vuol dire qualcosa, e Xavier Cugat (con Abbie Lane) ed il cha cha cha. Ti porti via un sigaro ricordo, una bottiglia (anzi quello che resta…) di Havana Club, un garofano per la dama e vai a dormire sentendoti Porfirio Rubirosa.
I nostalgici sessantottini troveranno l’estasi invece nel mausoleo del Che ed il treno blindato a Santa Clara, ma certo arrivarci è un pellegrinaggio (4 ore dall’Havana) e comunque sempre trattasi di un mausoleo. Forse Alpitur dovrebbe considerare una escursione facoltativa questo e non una tappa imposta. Cienfuegos merita una visita, graziosa e direi “elegante” cittadina di mare dove sostare un pò prima di giungere a Trinidad. Tralascio acquisti di rum e sigari (bellissime le scatole in legno e le etichette colorate) noi li abbiamo comprati in una casa che non si può dire, dove ci ha portato la nostra guida locale.
Infine gli ultimi giorni di mare a Varadero: anche qui ne avevo lette tante: che non è Milano Marittima (e chi mai ci vuole andare?) che è la Rimini dei Cuba, che è solo turismo per canadesi,ecc. Mia valutazione: bello il mare e la spiaggia, confortevole l’albergo (scelto Arenas Doradas, a villette sparse nel verde, carine e pulite), al polso il braccialetto blu tutto incluso e ti senti un pascià: vuoi il catamarano? sdraie e teli da mare? cocktail in spiaggia o in piscina? mangiare a tutte l’ore? con il braccialetto blu non hai pensieri. Solo un dubbio: come mai mi facevo 5/6 moijto o daiquiri ed ero sempre sobrio e qui appena ne bevo uno sono brillo? La spiaggia è bella larga, la sabbia fine, mare bello ma piatto e con nulla sott’acqua vicino a riva ( niente a che vedere con le Maldive ma forse già Cayo Largo è molto meglio). Sconsiglio la suite mi avevano venduto vista mare ed è all’interno, l’ ho barattata con la camera 710 doppia, dignitosa, a due passi dal mare e dal ristorante il Galeon che ci ha visto abbuffarci di pesce in ambiente caraibico e costume da bagno il 7 gennaio. Questi sì che lo ricordo. Come ricordo un trio di suonatori che allietavano i pranzi, bravissimi e che fanno finalmente allegria. A proposito, non abbiate paura che vi venga a noia la musica più nota: al sesto giorno di Cuba ho chiesto di sentire Guantanamera, perchè rischiavo di andarmene senza averla sentita una volta. Deludente l’animazione serale, con musica da discoteca che forse apprezzano i canadesi: io ho rimpianto gli spettacoli e le bachate al Viva Domicus di Santo Domingo.
Invece per la prima volta ho ringraziato un ritardo aereo (11 ore, mica da ridere) perchè così siamo rimasti al mare fino alla sera anzichè lasciare l’albergo alle 14. Complimenti all’assistenza Alpitur, Enrica di Cuneo, che ha ottenuto tenessimo la stanza fino alle 22 senza supplemento alcuno. Forse abbiamo visto l’ultima Cuba: la prossima potrebbe essere molto diversa però, come si intuisce dal mio racconto, non mi è piaciuta così tanto da sperare che non cambi nulla. L’augurio ai cubani è che cambi in meglio e non si americanizzi; ora è genuina almeno quanto ancora può esserlo al’inizio del 2007.
ahi, mi Cuba,..Ahi mi Cuba…