TOSCANA; Firenze sì, ma non troppo!
PISA-FIRENZE Senza aver preventivato orari ci siamo diretti in stazione con l’idea di prendere il primo regionale per Firenze. Le due città sono ben collegate e ci sono treni ogni mezz’ora. Abbiamo preso il treno delle 9,30, stracolmo all’inverosimile… E dopo un’ora eravamo a Firenze Santa Maria Novella. Una volta in stazione abbiamo cercato il botteghino per acquistare i biglietti dell’autobus Terravision per il rientro all’aeroporto di Pisa. Il posto è il bar Deanna in via Alamanni, strada laterale alla stazione. Il biglietto costa 10,00 euro e la prima corsa è alle 3,35 del mattino così da arrivare in aeroporto prima delle 5. Ci siamo sistemati in albergo hotel lombardia, un 3 stelle in via de’ panzani con vista su piazza dell’unità italiana. Anche questo prenotato online su www.Booking.Com senza alcun anticipo. Abbiamo scelto una doppia con bagno in camera e colazione. In tutto ci è costato 155 euro per tre notti, tenendo conto del supplemento weekend, il prezzo non è altissimo. Fatta eccezione di un signore italianissimo, molto gentile che ci ha fornito una cartina dettagliata, il resto dello staff è abbastanza straniero al punto da non sapere come parlare. In ogni caso la stanza molto modesta, ma con climatizzatore. Il bagno molto ricavato, visto che non prevede un piatto doccia e ogni doccia inonda il resto … Non è pratico! La colazione non eccessiva, non è prevista acqua al buffet e la cosa peggiore è che ti è concesso UN solo cornetto ed UN solo panino. Una volta sistemati siamo scesi finalmente ad immergerci in questa culla, l’idea di non esserci mai stata me ne faceva vergognare! Prima tappa l’adiacente Santa Maria Novella… In cui cominciamo a sondare l’andazzo: ingresso 2,50 euro! Ora non è il fatto in sè del pagare all’ingresso di una chiesa, quanto il fatto di dover pagare all’ingresso di ogni cosa. Perchè infatti per visitare i chiostri e il museo altro pagamento. Quindi rinunciamo. La chiesa riempie abbastanza. Usciamo che è ora di pranzo e dopo giri e rigiri a disperarci per i prezzi spiati ai menu esposti… Troviamo un selfservice “hotpot” in via de’ Lamberti accanto alla chiesa Orsanmichele, dove con 7,50 euro riesco a prendere un’insalata e una bottiglietta d’acqua. L’acqua a Firenze è oro che cola… Mediamente una bottiglia da 0,5 l costa 1,50 e quella da 1,5 l costa anche 2,50 euro. Le fontane ci sono ma non si prestano per abbeveraggio soddisfacente e fresco. Da lì ad un isolato c’è via dei tavolini in cui si trova una gelateria meravigliosa. L’abbiamo visitata 3 volte in 3 giorni! “Perchè no!” il suo nome e il pistacchio il suo must. Gratificati dal gelato ci siamo diretti in piazza Duomo. La faccio breve… Per visitare l’intero complesso duomo+scavi+campanile+cupola+museo+battistero ci vogliono 27,00 euro (non esiste un biglietto cumulativo ma bisogna PAGARE per ogni singola cosa). Noi increduli e tristi ci rinunciamo, ci accomodiamo nel duomo per la porzione concessa gratis e, tristi e disorientati usciamo via. Da lì andiamo verso San Lorenzo, in chiusura e senza troppe sorprese scopriamo che l’ingresso alla chiesa è 3,50 euro mentre alle cappelle medicee è di 9,00 euro! Tristi in un mercato di pellami dove non ha senso sperare di contrattare. Nessuno mai ti rincorrerà per assecondarti nello sconticino… Diciamo anche che gli italiani, specie del sud, sono tranquillamente evitabili. Sono pronti dietro cento giapponesi e simili pronti a comperare senza dover chiedere pietà. Però, per la prima volta e con stupore dopo ore di camminare troviamo un DESPAR… Come un’oasi nel deserto! Riusciamo a pagare una bottiglia di succo di frutta refrigerante meno che una bottiglia d’acqua. Che stupore! da lì c’incamminiamo verso piazzale Michelangelo, belvedere di Firenze fortemente consigliato da molti. Ci si arriva con le linee 13 e 12 che partono dalla stazione. Abbiamo comperato un carnet da 4 corse a 4,50 euro. Ci arriviamo prima del tramonto per gustarci a pieno lo spettacolo, ma dei nuvoloni ci rovinano i programmi e inizia a piovere intensamente.. A tal punto che riusciamo a prendere lo stesso autobus dell’andata con lo stesso biglietto (il biglietto vale 70 minuti). Una volta in centro la pioggia si fa fitta e non potendo cercare un posto in cui mangiare, ci rinchiudiamo in un ristorante sotto l’albergo, in cui abbiamo la triste sorpresa che qui oltre il pane terribilmente dolce, anche riso e pasta non conoscono il sale di cottura. Sarà il posto, sarà un’usanza, bhè il cameriere abbastanza sveglio non è stato capace di spiegarlo. In ogni caso resto dell’idea che pagare quasi 30 euro per due piatti di pasta e mezzo litro di vino della casa sia crudele! Molto affamati facciamo ritorno in stanza ma passiamo prima da uno di quei locali che vende tranci di similpizze/focacce e panini imbalsamati. Qui pensiamo di aver raschiato il fondo, infatti dopo aver ordinato due quadratini di pizza, una birra grande e un’acqua grande il conto è di 12,50 euro ma le nostre facce terrorizzate di meridionali abituati alla pizza margherita intera + birra anche a meno di 4 euro, deve aver suscitato una fortissima pena nel proprietario il quale senza batter ciglio ha abbattuto di 4,50 euro il conto. Eravamo stranieri in Italia! che tristezza! torniamo in stanza e senza pretese ingurgitiamo l’acquisto e dormiamo.
UFFIZI-ACCADEMIA prenotati con largo anticipo su www.Florence-museum.Com siamo subito entrati come previsto. Il costo complessivo della prenotazione è di 18,70 euro per ciascuno. Non è necessario specificare le bellezze che si presentano via via… Incantevoli! Ovviamente anche qui tutto in rigoroso inglese e se noi timidamente accennavamo all’idea che fossimo italiani le risposte erano ugualmente anglofoniche. Che meraviglia! Per pranzo un gelato al solito posto tra uffizi e accademia. E dopo una sana ubriacatura da visione del David, che devo precisare non ci ha entusiasmato nell’allestimento. Infatti oltre una recinzione in vetro, che può starci, ai quattro angoli vi erano fotografie di un nudo rannicchiato che voleva richiamare la mostra temporanea … Ma che troppo cozzava con quella perfezione assolutamente unica e paragonabile con NULLA! All’uscita un po’ oltre l’accademia troviamo una seconda oasi, un supermercato anche aperto di domenica. Entriamo e comperiamo tutto il necessario per fabbricarci dei panini che ci costino meno di 4,00 euro ciascuno (prezzo medio nei bar e rosticcerie della città). Infatti ci riusciamo perchè con meno di 5 euro a testa ci farciamo ben 3 signori panini con mortadella, salame, maionese e rucola e una birra in lattina! Rinunciamo a San Marco, costa 4,00 euro e dopo una visita esterna allo ‘spedale degli Innocenti ci indirizziamo verso Santa Croce. Qui l’ingresso è di 5,00 euro ma ci entriamo perchè a priori va fatto e a posteriori più che mai. Incantevole! da lì a due strade proviamo il rinomato gelato di Vivoli… Merita! Nel frattempo si è fatta quasi sera e dopo una puntata veloce in albergo torniamo in strada nel tentativo di una cena economica! Così dopo un girovagare depresso tra menù assurdi e minipizze di plastica a 8,00 euro, c’imbattiamo nel selfservice Leonardo in via dei Pecori 35, che offre un vero e proprio servizio mensa stile fabbrica, a prezzi ragionevoli e con pietanze molto gustose. Ad esempio per un piatto di lasagne, una cotoletta con patate fritte, del vinello bianco e dell’acqua si spende circa 10,00 euro. Contenti e soddisfatti mettiamo il punto alla nostra giornata da museo e andiamo a nanna.
SIENA partenza per Siena alle ore 8,50 con l’autobus SITA che si prende direttamente dall’autostazione in via Caterina da Siena, vicino Santa Maria Novella. Ci sono autobus a tutti gli orari, noi abbiamo preferito la corsa rapida che collega direttamente Firenze a Siena in un’oretta e dieci minuti, il biglietto si può fare all’autostazione prima di partire e costa 6,80 euro a tratta. Arrivati a Siena, l’aria è decisamente diversa, lo si capisce dalla prima occhiata casuale ad un listino esposto fuori da un bar, dove ancora troneggia un indiscusso UNO prima della virgola del prezzo in euro! Seguendo la gente arriviamo in piazza del campo dove si respira aria di Palio. In piazza scoviamo dietro le gradinate un tourist information dove prendiamo cartina e dritte per la visita della città. Dopo un caffè ci indirizziamo verso il duomo ed è piacevole girare tra strade di negozi senesi caratteristici, vere salumerie e rivendite di prodotti dolciari toscani. Arriviamo nella piazza del duomo, seguiamo la fila per l’ingresso alla chiesa e con 3 euro la visitiamo, tralasciando museo, facciatone e cripta che richiedono un biglietto più costoso 🙁 All’uscita ci perdiamo nelle viuzze dove si scoprono scorci paradisiaci. Pranziamo comperando da un panificio in piazza Indipendenza la ‘ciaccina’ che è la nostra focaccia e con 4,00 euro riusciamo a comperarne due pezzi e una bottiglia grande di acqua. Da non crederci! Proseguiamo verso S. Domenico che è gratuita e di lì verso la fortezza medicea. Da qui il panorama è fantastico e ci godiamo un tranquillo riposino per poi risalire dal sottopassaggio verso piazza Gramsci. Nel sottopassaggio sono disponibili i bagni a 0,50 centesimi, perlomeno molto puliti! Ci ributtiamo nel cuore della città fino a far scorta di panforte e picci (degli spaghetti trafilati al bronzo molto ‘attraenti’) e poi piazza del campo. È fantastico vedere la gente sdraiata ovunque… E mentre facciamo scorta di acqua gelida dalla fontana centrale, nuvoloni neri minacciano pioggia che arriva in meno di qualche minuto. Gente che corre anche divertita, molti stranieri, ma per la prima volta sentiamo anche qualche vociare terminato da vocali: gli italiani esistono! Dopo una buona mezz’ora di sosta sotto un balcone il cielo è ripulito e ci ributtiamo in strada a caccia di una torta rustica che avevamo visto in vetrina la mattina. Entriamo in una caratteristica salumeria, “al palazzo della chigiana” in via di Città 93, dotata di altrettanto caratteristici salumieri baffuti e comperiamo la torta rustica, ovvero una specie di torta salata ripiena di salumi e formaggi, e posseduti olfattivamente e visivamente da una megamortadella affettabile rigorosamente con coltello, ne ordiniamo due fettone. L’idea di portarci dietro fino a Firenze il tutto così da ‘usarlo’ per cena svanisce in pochissimo: il tempo di fare due passi e capire di non poter più resistere al bottino! Torniamo in piazza del duomo e diamo spettacolo ai turisti: da un lato il duomo dall’altro noi due totalmente incastrati nella torta rustica intervallata dalla sacra mortadella, il quale odore convoglia il pubblico verso di noi. Al termine della maratona, felici e contenti ci ributtiamo nel paese, fino ad arrivare alla discesa con scale mobili verso porta Fontebranda. Qui è bellissimo, siamo ai piedi della città e come i migliori idioti se a scendere si usano le scale mobili.. Per risalire no. Sfidiamo noi stessi e la mortadella che c’è in noi e ci riavviamo verso la fermata dell’autobus risalendo salite d’inclinazione inaudita. Costeggiamo il santuario della casa di santa Caterina e e con poco fiato raggiungiamo l’autobus. Siamo a Firenze che il sole non è ancora tramontato. Quindi con quell’inerzia tipica dell’assenza di forze prendiamo il 12 e ci riportiamo a piazzale Michelangelo per gustarci il tramonto. La piazza è immensa ed immensamente stracolma, farsi spazio per un pezzetto di belvedere non è semplice. A tramonto terminato, quando le luci si accendono ritorniamo in città. La notte è quella di S. Lorenzo, in piazza San Lorenzo sicuramente ci sarà qualcosa, ma siamo distruttissimi, quindi dormiamo.
Ultimo giorno FIRENZE è l’ultimo giorno e ci aspetta una nottataccia in attesa di un autobus, quindi decidiamo di spenderla cautamente e senza esagerare! Prima tappa Mercato Centrale, dove troviamo un po’ di normalità, ad iniziare dal caffè a 0,70 euro, vago ricordo ormai! Molto bello e colorato, ci giriamo e rigiriamo tra polli non decapitati e stomaci slavati di mucche, ma i settori di spezie e vini sono molto incoraggianti. Al lampredotto tanto esaltato ci rinunciamo per definizione, dal vivo l’odore purtroppo non è invitante. Uscendo da qui c’indirizziamo verso piazza dell’indipendenza e poi alla Fortezza di Ribasso, dove ci riposiamo a lungo. Ritorniamo in centro e andiamo all’unica Conad scovata per caso dietro la stazione, comperiamo dei viveri che non ci facciano pesare troppo il vizio del nutrimento e ritorniamo alla fortezza per mangiare al fresco sul prato. Da qui nel pomeriggio ci dirigiamo verso palazzo Pitti, che non visitiamo: si può scegliere tra galleria Palatina e altro a 12 euro e giardini di Boboli e altro a 10. La chiesa di S. Spirito è gratis e la visitiamo, fino a risalire oltre l’Arno. Ritorniamo verso S. Lorenzo e restiamo lì a goderci il viavai di gente e il mercatino quasi in chiusura. A cena decidiamo di mangiare seriamente, almeno una pizza. Andiamo in piazza del mercato centrale dove ci sono tanti locali colorati e carini. Ovvio che scegliamo il peggiore forse, non tanto per il locale in sé quanto per i modi, dal momento che accalappiano all’ingresso, quasi ti tirano dentro, con la scusa dell’aperitivo gratis (un annacquato succo di frutta) per poi servirti una pizza ai porcini che è già tanto se ricoprono con qualcosa di viscido sott’aceto che ricorda dei funghi finti, per non parlare del vino della casa assolutamente imbevibile. Evidentemente le nostre abitudini sono diverse, non concependo questo modo di trattare la clientela come squallido riempi cassa da prendere in giro e, che se mai si ribellerà, sarà facile dimenticarsene, visto che dietro ce ne sono altri cento o mille pronti a mangiare il bambù che gli propinano e che pagano per porcini. Terminata la nostra cena da 24,00 euro il cameriere è tornato in strada… ‘ad agganciarne’ altri. Il resto della notte fiorentina l’abbiamo trascorso tra Santa Maria Novella e dintorni, notando con molto dispiacere l’assente illuminazione coreografica in piazza duomo: le meraviglie sono lì come di giorno, invase dal perenne puzzo di cavalli e fieno, ma poco valorizzati da luci proprie. Alle 2,30 di notte abbiamo ritirato i bagagli dall’albergo e ci siamo appostati in attesa dell’autobus per Pisa, animati da un fondo di amarezza e, forse per la prima volta, dalla voglia di tornare a casa (finalmente puglia!).
Al prossimo viaggio, giuseppe&laura.