Toronto – montagne rocciose – vancouver – yukon

Questo è un viaggio che ho fatto 3 anni fa, ma lo pubblico solo ora perchè è solo da quest'anno che ho scoperto l'esistenza di questo interessantissimo sito. Voglio comunque scriverlo, perchè si tratta di uno dei viaggi più belli che ho fatto, e forse anche uno dei più particolari, dato che la scusa principale è stato il matrimonio di due...
Scritto da: Cristina Contini
toronto - montagne rocciose - vancouver - yukon
Partenza il: 31/07/2001
Ritorno il: 19/08/2001
Viaggiatori: fino a 6
Questo è un viaggio che ho fatto 3 anni fa, ma lo pubblico solo ora perchè è solo da quest’anno che ho scoperto l’esistenza di questo interessantissimo sito.

Voglio comunque scriverlo, perchè si tratta di uno dei viaggi più belli che ho fatto, e forse anche uno dei più particolari, dato che la scusa principale è stato il matrimonio di due nostri amici: lui italiano e lei canadese.

Siamo partiti in un bel gruppo: io, Mirco, Barbara (la sorella dello sposo), lo sposo, i genitori, lo zio e altri 3 amici di famiglia.

Arrivati a Toronto, la sposa, con i suoi genitori e i fratelli, ci aspettavano all’aeroporto.

Una volta sistemati in albergo, abbiamo trascorso i primi quattro giorni della nostra vacanza alla scoperta di questa bella città e tra i preparativi per il matrimonio.

In particolare abbiamo visitato la CN Tower, la torre più alta del mondo, sconsigliabile a chi soffre di vertigini. E’ davvero emozionante poter dominare tutta la città da lassù, ed altrettanto bello poter ammirare lo stadio di baseball che si apre, in quanto dotato di tetto apribile! La seconda tappa è stata a Main Island nel Lago Ontario, meta preferita durante i week end dagli abitanti di Toronto. Qui ci siamo fatti il giro dell’isola un po’ a piedi e un po’ in tandem, e non ci siamo fatti mancare un giro sulle giostre nel mini parco di divertimenti.

Non si può andare in Canada e non andare a vedere le cascate del Niagara; a causa dei diversi impegni che avevamo, siamo riusciti ad andare solo la sera prima del matrimonio, ma è stato comunque molto suggestivo poterle ammirare tutte illuminate.

Ed ecco arrivato il tanto sospirato giorno del matrimonio: premetto che si è trattato di un matrimonio in stile induista, in quanto la sposa è di origine indiana.

Il rito e il pranzo si sono tenuti nella sede dell’università in cui insegna il padre della sposa: tutto molto bello e soprattutto diverso dal solito, abbiamo festeggiato fino alle 2 di notte e poi tutti a letto, ma non prima di aver salutato tutti, perchè da domani il nostro gruppo si divide.

Il giorno dopo infatti, io, Barbara e Mirco abbiamo l’aereo per Calgary, dove ci raggiungeranno dall’Italia gli altri nostri due compagni di viaggio: Roberto e Filippo (che per motivi di ferie non erano riusciti a partire prima per il matrimonio).

Finalmente ha inizio l’avventura! Andiamo a ritirare il minivan che abbiamo noleggiato dall’Italia (bellissimo! noi italiani non siamo certo abituati a questi macchinoni!) e raggiungiamo l’albergo a Calgary dove passiamo la prima notte, e di mattina di buon ora partiamo per il Banff National Park.

Il paesaggio durante tutto il tragitto è fantastico: boschi, laghi, montagne, insomma, la natura elevata alla massima potenza! La temperatura, nonostante sia agosto, è freschina: di mattina non si superano gli 11 gradi, e si arriva ad una massimo di 22-23.

La prima tappa è Lake Louise, bellissimo lago incastonato tra le montagne, incredibilmente azzurro. Non può mancare la tipica gita in canoa, e così andiamo a noleggiare i nostri mezzi di trasporto e passiamo un’ora divertentissima in quanto nessuno di noi è un esperto canoista; regna la pace più assoluta, interrotta ogni tanto dai nostri schiamazzi.

Seconda tappa a Moraine Lake, dove veniamo letteralmente attorniati da tanti simpaticissimi scoiattolini che reclamano la nostra merenda. Sono talmente abituati alla presenza dell’uomo, che mangiano direttamente dalle nostre mani.

Prima di lasciare il Banff National Park, è d’obbligo una tappa al Peyto Lake, dove rimaniamo incantati, quasi ipnotizzati, dall’azzurro, anzi turchese, intenso di questo lago: sembra di ammirare un quadro! Si parte per il Jasper National Park, e la prima visita è ad Athabaska Glacier. Si tratta di un ghiacciaio perenne raggiungibile con il gatto delle nevi. Che freddo! Anche perchè noi non eravamo molto attrezzati per una gita sulla neve! L’acqua in Canada non è certo carente, e all’interno di questo parco abbiamo ammirato cascate meravigliose, che a me personalmente sono piaciute di più rispetto a quelle del Niagara, come per esempio le Sunwapta Falls e le Athabaska Falls.

Decidiamo quindi di fare un’escursione con una guida locale per cercare di avvistare qualche animale. Con un po’ di fortuna riusciamo a vedere mamma orsa con il suo orsacchiotto, cervi, daini, capre di montagna e un’alce. Come ultima tappa della nostra gita, arriviamo a Maligne Lake.

Il giorno dopo di riparte per Clearwater, e visita al Clearwater Well Grey National Park, dove, a mio parere, vediamo la più bella cascata di tutto il nostro viaggio.

Verso sera, girovagando senza una meta precisa, ci troviamo davanti un allevamento di bisonti.

Dopo una bella dormita, si parte con destinazione Vancouver, e oggi ci aspettano tanti, ma tanti chilometri di strada.

Restiamo in questa città per due giorni, e forse occorreva un po’ più di tempo per poterla visitare meglio. Noi l’abbiamo vista approssimativamente, in particolare abbiamo visitato il Vancouver Stanley Park e l’acquario.

L’11 Agosto ci aspettava il volo Vancouver-Whitehorse, nella regione dello Yukon, all’estremo nord.

Arrivati all’aeroporto, andiamo a ritirare l’autovettura presa a noleggio e cominciamo la nostra avventura in questa terra deserta e selvaggia.

La prima notte alloggiamo a Whitehorse, e andiamo a cenare in un delizioso ristorante gestito dalla mitica Nancy! Rimaniamo talmente soddisfatti dalla cucina e dal calore di Nancy, che ci diamo appuntamento per il fine settimana, in quanto dovremo tornare a Whitehorse al termine del nostro giro per riprendere l’aereo.

La sorpresa principale arriva di sera quando ci rendiamo conto che alle 22 c’è ancora la luce; nessuno ci aveva detto che nello Yukon in estate non viene mai la notte, e in inverno, viceversa, non c’è mai la luce.

Il giorno dopo arriviamo a Mayo e rimaniamo piuttosto delusi da questo paese dove è addirittura difficle trovare un posto dove mangiare. Chiediamo alla signora che gestisce il B&B dove dormiamo, e lei ci dice che possiamo andare o in un ristorante cinese in paese (ma siamo matti?! Non siamo certo venuti in Canada per mangiare cinese!) oppure spostarci di qualche chilometro e arrivare a Kino dove si trova una pizzeria. Optiamo per la seconda soluzione, senza però mettere in preventivo la concezione delle distanze che hanno in Canada: “qualche chilometro” voleva dire 80 chilometri! Ma una volta arrivati a Kino, restiamo letteralmente conquistati da questo paese, e ringraziamo di non esserci appoggiati ad un viaggio organizzato, perchè sicuramente non ci avrebbero mai portati qui. Kino City (che coraggio chiamarlo City) è un paese di ben 22 abitanti, ma il “Silver Mining Museum” che si trova lì è il più importante del mondo. Facciamo la conoscenza di Mike, il gestore della pizzeria, il quale, quando sente che siamo italiani ci da un caloroso benvenuto. Lui è di origine barese, e ci dice che a Kino di italiani non ne passano mai. Ci cucina un’ottima pizza, e poi, dato che lui è anche il direttore del museo, anche se ora mai è tardi e quindi è chiuso al pubblico, ci da le chiavi e così noi possiamo visitarlo in tutta calma. E’ un piccolo gioiello: vale veramente la pena vederlo. Ci sono attrezzi di lavoro, fotografie, cartellini di lavoro, ricostruzioni degli alloggi dei minatori con statue in cera che sembrano reali. Grazie Mike! Questa è stata una delle esperienze più belle di questo viaggio.

Prossima tappa: Dawson City, nel Klondike, mitica terra dei cercatori d’oro! Sembra di tornare indietro nel tempo all’epoca del famoso Far West: strade sterrate, Saloon, e infatti poi ci verrà detto che a Dawson sono stati girati alcuni films western. Davvero bella questa città, così caratteristica… Sembra proprio di vivere in un’altra epoca! Peccato esserci fermati solo una notte, ma purtroppo la nostra tabella di marcia era molto rigida, e la mattina dopo siamo dovuti ripartire per Haines Junction.

Per arrivare a destinazione abbiamo dovuto attraversare il confine tra Canada e Alaska; abbiamo percorso una strada sterrata e deserta (ora mai ci siamo abituati) fino a Tok, dopo di che siamo rientrati in Canada e abbiamo raggiunto Haines Junction.

Qui siamo rimasti per due notti, abbiamo visitato Lake Kathleen e abbiamo affrontato l’escursione più avventurosa di tutto il nostro viaggio, nel Kluane National Park.

All’andata siamo andati in elicottero, in quanto la salita sarebbe stata troppo faticosa per persone piuttosto inesperte come noi, e una volta arrivati a destinazione abbiamo iniziato la discesa a piedi nella speranza di poter vedere i grizzly; ci avevano infatti detto che questo parco è uno degli habitat preferiti da questi orsi.

Abbiamo affrontato discese su ghiacciai, attraversato sterpaglie alte quanto noi, e per giunta piene di spine, io e Barbara abbiamo anche rischiato di perderci perchè la nostra guida teneva un passo da maratoneta e non aveva la minima intenzione di rallentare per aspettarci. Comunque, morale della favola: abbiamo speso un sacco di soldi per questa super escursione con tanto di elicottero, abbiamo rischiato di farci male, ma degli orsi neanche l’ombra! Non abbiamo visto neanche una marmotta! Pazienza… Resterà il ricordo del nostro primo viaggio in elicottero.

Purtroppo arriviamo alla fine del nostro bellissimo viaggio, manca solamente la tappa dalla nostra Nancy per farci l’ultima abbuffata di salmone e halibut.

Unico rammarico: non essere riusciti a vedere l’aurora boreale.

Il giorno dopo ci aspetta l’aereo per Vancouver, e da lì per Londra e poi per Milano.

CONCLUSIONI: In 15 giorni abbiamo percorso circa 6.000 km., fatto 2 voli interni, abbiamo attraversato 4 fusi orari e di mattina la sveglia era sempre molto presto. Non è quindi un viaggio per chi si vuole riposare, ma ne vale comunque la pena, credetemi.

Gli animali visti non sono stati tantissimi : tre orsi neri, alcuni cervi, una lince, due coyote, un’alce,dei daini, un castoro e un numero infinito di scoiattoli, ma va bene così, perchè questa meravigliosa terra va apprezzata soprattutto per le distese infinite di boschi, laghi montagne…

Considerando che siamo andati in agosto e che volevamo vedere il più possibile, abbiamo prenotato sia le autovetture che gli alberghi dall’Italia, in modo da non perdere tempo sul posto.

Ci siamo trovati bene sia con la gente canadese, sia con il cibo, insomma, il Canda è un posto che consiglio con entusiasmo, soprattutto per chi ama i viaggi itineranti.

Sono a vostra disposizione per qualsiasi informazione.

Ciao a tutti, Cristina



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche