Torino: il regno di re Ramsete di Savoia
Venti minuti dopo la partenza imbocchiamo l’autostrada A14 a Faenza e alle 22:10 l’A1 a Bologna … Fila via tutto liscio e procediamo spediti verso nord, così intorno alle 23:00 siamo a Parma, mentre purtroppo l’Italia ha preso una sonora batosta (3 a 1 … ma la coppa del mondo non ce la toglie nessuno!) Sabrina e Federico poco dopo Piacenza, mentre cominciamo a seguire la A21, se ne vanno a dormire, così rimango da solo, in compagnia della radio, a guidare verso la meta.
Un chilometro dopo l’altro lasciamo l’Emilia-Romagna ed entriamo in Lombardia, mentre scocca la mezzanotte ed è … … Giovedì 7 Settembre: In breve giungiamo in vista anche del cartello che preannuncia il nostro ingresso in Piemonte e continuando senza intoppi, grazie allo scarsissimo traffico, quasi all’1:00 ci lasciamo alle spalle l’uscita di Asti per conquistare, solo un quarto d’ora più tardi, la prima periferia di Torino.
Ignorando, per il momento, il capoluogo Piemontese proseguiamo verso sud lungo la A6 ed usciamo quasi subito dall’autostrada nella località di Carmagnola per seguire la statale che ci fa arrivare, poco prima delle 2:00, nell’area di sosta per camper della cittadina di Racconigi, da dove domani mattina inizieremo le nostre visite … non c’è nessun’altro oltre a noi nel parcheggio ma il posto sembra tranquillo e finalmente posso concedermi qualche ora di sonno.
Non è facile alzarsi da letto poco dopo le 8:00, ma devo farlo per non buttar via tutto il tempo recuperato con fatica durante la notte … Facciamo colazione mentre oltre il vetro il cielo risulta essere velato ed il sole quasi assente, quindi, passate da qualche minuto le 9:00, c’incamminiamo verso il Castello Reale di Racconigi.
Le origini del maniero risalgono alla fine del XII secolo, sotto i marchesi di Saluzzo. Passato poi ai Savoia fu quasi completamente restaurato da Emanuele Filiberto di Carignano, che ne affidò nel 1676 la progettazione all’architetto Guarino Guarini. Nel 1755 iniziarono infine i lavori di realizzazione dell’imponente facciata in cotto, che ancora oggi domina la piazza del piccolo paese di provincia piemontese … Siamo però in Italia e si vede: ci sono lavori dappertutto e tutto è fatiscente, la grandiosa cancellata in ferro battuto è di mille colori e parecchi muri sono disincrostati … che rabbia! … Attendiamo di fronte all’imponente scalinata l’orario della nostra visita e quando finalmente partiamo la guida ci vieta di scattare fotografie, anche senza l’uso del flash … E’ assurdo, siamo rimasti praticamente gli unici in Europa ad imporre questo tipo di restrizione … Vuol dire che, da bravo italiano, cercherò di fare un po’ il furbo … senza rimorso alcuno! Gli interni, non c’è dubbio, sono sontuosi e molto belli, con diversi ambienti realizzati dall’insigne architetto bolognese Pelagio Pelagi, che si distingue per l’onnipresente firma stilizzata nelle forme di una foglia di palma, con il grande salone, pieno di stucchi e dorature, e con l’appartamento cinese, ricco di preziose tappezzerie orientali.
Restiamo per quasi un’ora immersi nelle stanze del Castello di Racconigi e poi usciamo intenzionati a visitare anche l’immenso parco che si estende sul retro del complesso, ideato da André le Nôtre, il celebre architetto noto fra l’altro per la progettazione dei giardini della reggia di Versailles.
Con l’ausilio di un trenino raggiungiamo l’estremità opposta del parco (in buona parte chiuso per restauri), dove si trovano le scuderie, le serre reali e il cosiddetto “Giardino dei Principini”, ma tutto è chiuso e apre solo di domenica … una cosa assurda e incomprensibile! Quando sono ormai le 13:00, anche se un po’ contrariati, concludiamo la visita del castello e della tenuta di Racconigi … una bella e interessante visita, non c’è che dire, ma poteva essere molto più positiva … se almeno ci fosse stato il sole! Tornati al camper ci spostiamo immediatamente nella prima periferia di Torino e più precisamente nella località di Stupinigi, dove, dopo un veloce pranzo, andiamo a vedere la famosa palazzina di caccia dei Savoia.
Commissionata nel 1728 da Vittorio Amedeo II all’architetto Filippo Juvarra, la residenza fu abitata dalla corte fino al 1919 e si caratterizza per la sua destinazione prettamente venatoria, con la statua di un cervo svettante al di sopra della cupola centrale e più alta dell’armonioso complesso di edifici, che si affaccia sulla campagna piemontese, un tempo ricca di selvaggina.
Anche qui però siamo in Italia: metà palazzina è in restauro e chiusa al pubblico, il parco sul retro è inaccessibile e lasciato a sé stesso, mentre l’ultima visita della giornata è prevista per le 15:15, con tutto il pomeriggio ancora davanti … Per fortuna siamo fra gli eletti destinati a prendervi parte e possiamo varcare trionfalmente un portone laterale (quello principale è chiuso per lavori) … C’è però, ovviamente, anche qualcosa di positivo in tutto questo e sono i bellissimi interni (almeno quelli che siamo riusciti a vedere), in particolare il sontuoso salone centrale, ellittico, altissimo e completamente affrescato … Restiamo così abbagliati di fronte a tanta meraviglia, solo, naturalmente, non si può fotografare e per portare a casa un paio di scatti mi sono sentito, ingiustamente, come un ignobile ladro di opere d’arte … Usciamo da Stupinigi con buona parte del pomeriggio ancora a disposizione, corriamo verso la Val di Susa e percorsi pochi chilometri prendiamo a salire in direzione della Sacra di S. Michele, con il cielo sopra di noi sempre più grigio … e grigio è anche il santuario, che perde così buona parte della sua spettacolarità … che peccato! Il monastero (grandioso) sorge a 960 metri di altezza, sulla vetta del Monte Pirchiriano ed è il frutto della sovrapposizione di diversi stili architettonici e di più edifici eretti a partire dall’anno 998, fino ai radicali restauri di fine Ottocento.
Arriviamo in extremis sul posto e raggiunto a passo svelto l’ingresso dell’abbazia possiamo effettuarne la visita: saliamo lungo il ripidissimo Scalone dei Morti, che conduce alla cosiddetta Porta dello Zodiaco e salita un’ultima rampa entriamo finalmente nella Chiesa di S. Michele, che si erge sul punto più alto dello sperone roccioso che ospita l’intero complesso … Da lì e dai terrazzamenti circostanti, nonostante l’odierna foschia e la giornata non certo ottimale, si assaporano gli stupendi scenari nei quali furono girate anche diverse scene della nota pellicola cinematografica “Il Nome della Rosa”, con Sean Connery. Baciati pure da qualche insperato raggio di sole alle 18:30 concludiamo l’interessante esplorazione della Sacra di S. Michele e riguadagnato il camper torniamo a scendere in direzione di Torino … Prima di andare verso il centro del capoluogo piemontese ci dirigiamo però nella periferia nord-orientale, all’aeroporto Caselle, per acquistare al preposto sportello la “Torino Card”, che ci consentirà di avere, comprese nel prezzo, diverse facilitazioni ed innumerevoli ingressi ai più svariati musei cittadini.
Ormai a sera ci avventuriamo infine alla ricerca del luogo in cui trascorrere la seconda (ma anche la terza e la quarta) notte di questo viaggio … Arriviamo così, poco dopo le 20:00, al campeggio Villa Rey, sulle prime colline, a breve distanza dal centro cittadino: è quasi pieno, ma ci trovano un posto e una volta sistemati possiamo finalmente cenare … poi guardiamo un po’ di TV e andiamo ben presto a dormire, perché domani mattina comincerà la visita vera e propria della città, coadiuvati, speriamo, da condizioni meteorologiche migliori di quelle attuali Venerdì 8 Settembre: Durante la notte ha fatto il finimondo: tuoni, fulmini ed un fiume d’acqua che è venuto giù dal cielo … La mattina, quando guardiamo fuori dalla finestra, tutto è grigio e tipicamente autunnale, così poltriamo un po’ più del dovuto fra le lenzuola, ma poco dopo le 8:00 ci alziamo e alle 9:30 c’incamminiamo uscendo dal campeggio, mentre, al di sopra di uno strato nuvoloso sempre più sottile, riluce timidamente il sole.
Saliamo sull’autobus numero 56 e ci avviamo verso il centro storico di Torino. Oltrepassiamo Piazza Castello e arriviamo in prossimità della stazione ferroviaria di Porta Susa … Lì scendiamo e a piedi raggiungiamo, a breve distanza, il Museo Pietro Micca.
Questa singolare esposizione è sorta nel 1961 per commemorare lo storico assedio dei francesi a Torino del 1706, ma soprattutto per ricordare il suo eroe per antonomasia, quel Pietro Micca, soldato-minatore, che per le sue gesta solitamente rimane impresso nella memoria scolastica di tutti … noi compresi, naturalmente.
In una manciata di stanze sono raccolte carte geografiche e cimeli risalenti all’epoca e una guida appassionata ci illustra con entusiasmo tutte le fasi della battaglia, ma è nel sottosuolo che la visita si fa estremamente interessante: si percorrono numerose gallerie di “contromina”, realizzate dai piemontesi per difendere la città, e si può vedere la scala nella quale Pietro Micca fece il suo eroico gesto immolandosi per contrastare il nemico, il tutto condito da alcuni suggestivi filmati ed effetti speciali, ancora in fase di sperimentazione, ma molto realistici.
Dopo oltre un’ora risaliamo soddisfatti in superficie e passeggiando lungo via Cernaia ci spostiamo al Maschio, unico edificio rimasto della vecchia Cittadella di Torino, per vedere il Museo Storico di Artiglieria … ma non c’è più: al suo posto è stata allestita una mostra documentale sull’assedio del 1706, che, gratuita ma piuttosto stucchevole, passiamo in rapida rassegna, per riprendere al più presto il nostro corposo programma di visite.
Percorriamo via Garibaldi, una delle zone pedonali più lunghe d’Italia, e passando per la piccola ma carina Piazza Palazzo di Città, con al centro il Municipio secentesco, arriviamo a Piazza Castello, da sempre fulcro storico e politico della città, sulla quale prospettano numerosi ed importanti edifici.
Iniziamo dalla Real Chiesa di S. Lorenzo, che sta per chiudere i battenti, e ne osserviamo gli interni a forma ottagonale, progettati, in stile barocco, dall’architetto Guarino Guarini, nel XVII secolo.
All’uscita ci soffermiamo su Palazzo Madama, che sorge al centro dell’enorme piazza quadrangolare: l’antico castello fa risalire le sue origini addirittura all’epoca romana ed è un insieme di stili architettonici, da quello prettamente militare alla sontuosa facciata barocca, realizzata da Filippo Juvarra nel Settecento … Ma ciò che più colpisce di Piazza Castello è sicuramente la grande mole di Palazzo Reale, preceduta da una monumentale cancellata in ghisa.
Il mezzogiorno è già passato da un po’, ma non ci diamo tregua e cerchiamo di incastrare gli orari di musei e monumenti visto che, ricordiamocelo, siamo sempre in Italia … l’Armeria Reale che si trova nei paraggi, infatti, chiude alle 14:00 e non riapre fino a domani mattina, così ci precipitiamo a visitarla … Tra le più importanti collezioni del genere in Europa comprende in particolare un’eccezionale serie di armature, disposte in un ambiente straordinario, lungo la mirabile Galleria del Beaumont, progettata da Filippo Juvarra e sontuosamente dipinta dall’artista da cui prende il nome.
“Rubata” come al solito qualche foto torniamo in Piazza Castello e, girati attorno a Palazzo Madama per immortalarne la facciata più antica, ci fermiamo a pranzare con i nostri panini seduti su di una panchina, mentre di lì a poco esce fuori prepotentemente il sole e dobbiamo scappare alla ricerca di un’ombra causa l’improvviso, inaspettato gran caldo … La giornata, infatti, assume in breve caratteristiche tipicamente estive ed il cielo, ora meravigliosamente terso, contrasta con le chiare tonalità di Palazzo Reale, creando incomparabili prospettive.
Decisi a visitare proprio Palazzo Reale ci dirigiamo verso la biglietteria, ma è chiusa e riapre alle 14:00 … Non manca molto e attendiamo nei paraggi, per presentarci poi in perfetto orario … Contrariamente a tutte le previsioni lo sportello ha invece aperto in leggero anticipo e la visita guidata della 14:20 è già completa, anzi c’è posto solo fra più di due ore! … Mi esce qualche imprecazione mentre usciamo studiando un programma di visite alternativo: vorremmo vedere i giardini Reali, ma ovviamente sono chiusi per restauri, andiamo allora, a qualche isolato di distanza, alla Porta Palatina.
Grandioso resto di epoca romana, risalente al I secolo d.C., la Porta Palatina è uno dei più vecchi monumenti di Torino e si erge impetuosa, tutta di mattoni rossi, nei pressi di una spianata erbosa … un tempo baluardo difensivo e oggi fiero ricordo delle antiche origini della città.
Restando in tema ci spostiamo a visitare anche il vicino Museo di Antichità, che non era previsto, ma che serve a farci passare il tempo, passeggiando piacevolmente fra interessanti reperti archeologici, per arrivare alle 15:00, quando riaprirà i battenti l’attiguo Duomo.
Una rapida occhiata a quel che resta (davvero poco) del Teatro Romano e poi eccoci a salire la scalinata del più importante edificio religioso di Torino. Edificato in forme rinascimentali alla fine del Quattrocento, il Duomo del capoluogo piemontese non si può dire un gioiello di architettura e anche gli interni sono piuttosto spogli, ma va universalmente noto per ospitare una delle più importanti reliquie della cristianità: quella Sacra Sindone, oggetto di infiniti studi e supposizioni ma, soprattutto, quel telo di lino nel quale per tutti i credenti venne avvolto Gesù Cristo dopo la crocifissione, lasciando impressa sul tessuto la forma del suo viso e di tutto il corpo … Il prezioso oggetto di culto non è però sempre esposto al pubblico, anzi molto raramente (la prossima volta nel 2025), allora ci fermiamo con rispetto per qualche istante di fronte alla cappella che lo ospita e poi torniamo all’aria aperta.
Splende sempre un magnifico sole e ci avviamo con calma verso il nostro appuntamento con Palazzo Reale, che edificato nella seconda metà del 1600 fu residenza ufficiale dei re sabaudi fino al 1865 … Gli interni sono bellissimi: si sale un monumentale scalone e si visitano i sontuosi ambienti di rappresentanza, meravigliosamente arredati dai più noti architetti di corte, fra i quali spicca Filippo Juvarra, geniale progettista anche della cosiddetta Scala delle Forbici … Non si possono però vedere tutte le sale del palazzo, infatti molte sono chiuse per restauri, ma almeno avremmo voluto filmarle e fotografarle … e naturalmente non si può! … Quanto siamo ottusi nel gestire il nostro patrimonio artistico! Quando usciamo da Palazzo Reale sono già passate le 17:00, le gambe sono ormai a pezzi ma decidiamo di vedere un’altra cosa, uno dei simboli di Torino e sicuramente il suo edificio più alto: la Mole Antonelliana.
C’incamminiamo da Piazza Castello lungo Via Giuseppe Verdi e arriviamo ai piedi dell’imponente edificio, nato nel 1863, per mano dell’architetto Alessandro Antonelli, come sinagoga e inaugurato nel 1889, un anno dopo la morte del suo progettista, come sede del Museo del Rinascimento … Per un lungo periodo, fino al 1930, con i suoi 167,5 metri di altezza è risultato anche il più alto edificio in muratura d’Europa.
Oggi la Mole Antonelliana ospita il Museo Nazionale del Cinema, che decidiamo di non visitare, ma siamo comunque intenzionati a salire sulla sua terrazza panoramica. Affrontiamo così una lunga coda e grazie ad un vertiginoso ascensore in cristallo raggiungiamo gli 85 metri del tempietto posizionato sotto la guglia. Da lassù il panorama è grandioso e abbraccia tutta la città e le montagne circostanti … Si vede anche, nel vicino Corso S. Maurizio, il curioso edificio detto “Fetta di Polenta”, dello stesso progettista, al quale evidentemente piacevano le imprese ardite.
Tornati con i piedi saldamente a terra, ormai stanchi, raggiungiamo la vicina Via Po e preso l’autobus ci avviamo in direzione del campeggio … Visto però il pessimo servizio pubblico verso il nostro “alloggio” resta ancora da percorrere, a piedi, un bel tratto di strada tutto in salita e giungiamo sfiniti alla meta. Prima di cena, ci concediamo così una bella doccia rinfrescante e poi ci ritiriamo nel camper a riposare, a vedere un po’ di TV e a meditare su quanto di bello abbiamo visto oggi a spasso per il centro storico di Torino.
Sabato 9 Settembre: Ancora nuvole e grigiore dominano Torino in questa nuova giornata, ma noi non ci perdiamo d’animo e imperterriti ripartiamo verso il centro cittadino.
Con l’autobus arriviamo in Piazza Castello e da lì, in pochi minuti a piedi, raggiungiamo il famoso Museo Egizio, il principale motivo per cui siamo venuti nel capoluogo piemontese … La straordinaria collezione di reperti ospitata nelle sale di questo museo, infatti, è seconda al mondo solo a quella del Cairo e stuzzica più di ogni altra cosa la nostra curiosità.
Iniziata dai Savoia nel 1700, la raccolta è stata completata all’inizio del Novecento dal celebre archeologo Ernesto Schiapparelli, che condusse con successo diverse campagne di scavi lungo il Nilo.
C’immergiamo così fra geroglifici, stele funerarie e lapidi, statuette e amuleti, stupendi sarcofagi e inquietanti mummie (umane e di animali), strabilianti papiri in ottimo stato di conservazione e tombe complete di suppellettili … E’ un vero piacere osservare la stupefacente serie di reperti, in più si può anche fotografare (senza flash giustamente), come dovrebbe essere dappertutto, e mi scateno letteralmente … Assolutamente straordinaria poi, al termine del percorso museale, è la sezione statuaria, con svariate ed imponenti rappresentazioni di faraoni e divinità realizzate in arenaria, granito o nera basanite.
Terminata entusiasticamente la visita non usciamo però dal palazzo, visto che il sole è latitante, e decidiamo di dare una rapida occhiata anche all’attigua Galleria Sabauda, malgrado la nostra dichiarata ignoranza per la pittura … Troviamo comunque la maniera di trascorrere piacevolmente un’altra oretta, così all’uscita … miracolo! … Attraverso la bianca coltre di nubi filtra qualche beneaugurate raggio di sole.
Il mezzogiorno è già passato da un po’ e andiamo a pranzare con i nostri sandwich nella centralissima Piazza S. Carlo … La più bella piazza di Torino presenta un armonioso aspetto architettonico, conferitole nel Seicento dall’architetto Carlo di Castellamonte, e sul lato corto, a sud-ovest, è caratterizzata dalle curiose chiese gemelle di S. Cristina e S. Carlo, attualmente in restauro e avvolte da antiestetiche impalcature … E’ il più animato spazio aperto della città, laddove confluiscono abitualmente i tifosi della mitica Juventus alla vittoria di ogni trofeo, ed il luogo dove oggi si tiene la festa per i cent’anni della gloriosa casa automobilistica Lancia, con esposte bellissime auto d’epoca … in qualche modo la degna introduzione ad una delle visite previste per il pomeriggio.
Mentre il sole vince la sua battaglia quotidiana torniamo a piedi verso Piazza Castello e passiamo a fotografare il bel Palazzo Carignano, storica sede del primo Parlamento italiano e attualmente del Museo del Rinascimento, che però decidiamo di non vedere.
Nell’antistante Piazza Carlo Alberto si tiene oggi un piccolo mercato delle pulci, che osserviamo brevemente prima di attraversare la scenografica Galleria Subalpina che ci fa arrivare proprio di fianco a Palazzo Madama.
Facendo uso dei mezzi pubblici guadagniamo la vasta Piazza Vittorio Veneto e da lì, con una breve passeggiata, i cosiddetti Murazzi, sulle rive del Po, da dove alle 15:00 salpiamo a bordo dell’imbarcazione Valentino.
Navighiamo sul primo fiume d’Italia, qui ancora acerbo, e rasentando i Giardini del Valentino (il più grande spazio verde di Torino) proseguiamo più a sud fino al Parco di Italia 61 … Lì scendiamo e a piedi raggiungiamo il Museo Nazionale dell’Automobile, aperto nel 1960 e unico nel suo genere: bellissima collezione di auto d’epoca e sportive, compresa la Ferrari di Schumacher e quella del compianto Gilles Villeneuve … una splendida esperienza, più che doverosa, nella capitale italiana delle quattro ruote.
Trascorsa un’ora abbondante nel mondo dei motori, con l’autobus torniamo verso il centro e ci fermiamo al Parco del Valentino che, realizzato a metà Ottocento, è uno dei primi parchi urbani italiani e vero e proprio polmone verde di Torino.
Siamo ormai sfiniti, ma vediamo il Giardino Roccioso, il Borgo Medioevale (un falso, costruito nel 1884 in occasione di un’esposizione internazionale) e il Castello del Valentino, edificato nel XVI secolo come villa a carattere fluviale e successivamente trasformato in residenza … Oggi ospita invece la facoltà di architettura e non è visitabile, così ci accontentiamo di osservare, attraverso la cancellata, la monumentale facciata con il grande cortile d’onore.
Sono quasi le 18:00 e, osservato un cartello pubblicitario, mi informo telefonicamente circa la cosiddetta Villa della Regina, appena riaperta dopo un lungo periodo di restauri, ma tutte le visite (esclusivamente guidate) sono prenotate fino ad ottobre! … Ovviamente rinunciamo e ci avviamo verso il campeggio, rassegnati a percorrere l’ultimo devastante tratto di salita a piedi … ma alla fine, con fierezza e contrariamente a quanto successe ai francesi, possiamo affermare di aver quasi conquistato Torino e ci ritiriamo dentro al camper a riposare, in previsione dell’ultimo scorcio di visite in programma per domani mattina.
Domenica 10 Settembre: La sveglia è con calma in questa ultima giornata di una breve ma interessante vacanza … Facciamo colazione mentre in TV va in onda il Gran Premio di Malesia di motociclismo (con una perentoria vittoria di Valentino Rossi!), quindi lasciamo in camper il campeggio di Villa Rey.
Scendiamo sulle rive del Po e seguendolo giungiamo nella primissima periferia di Torino, a Sassi, da dove parte la cremagliera per la Basilica di Superga.
Troviamo un parcheggio per il nostro ingombrante mezzo e ci informiamo sul treno, che non partirà prima delle 11:00 … Ciononostante decidiamo di aspettare, perché la scalata della collina in questo modo ci appare molto più intrigante che non effettuata su gomma … Infatti all’orario prestabilito saliamo, metro dopo metro, fra bei panorami sulla città, fino al celeberrimo edificio religioso, che per svariati motivi si può definire uno dei simboli del capoluogo piemontese, fatto erigere all’inizio del Settecento, come ex-voto, da re Vittorio Amedeo II, su progetto di Filippo Juvarra.
Appena arrivati prenotiamo la visita alle Tombe Reali quindi, aggirata sul retro la Basilica, andiamo a vedere la lapide commemorativa della tragedia del Grande Torino, avvenuta in questo luogo il 4 maggio 1949: l’aereo della formazione di calcio allora campione d’Italia, nella quale militavano anche i dieci undicesimi della squadra nazionale, si schiantò senza superstiti, in fase di atterraggio, sulla collina di Superga, provocando uno sconforto ancora oggi percepibile fra tutti i tifosi del Toro e di ogni vero sportivo del Bel Paese.
Appena terminata la messa domenicale esploriamo anche gl’interni della Basilica, realizzati in stile barocco, e all’uscita, in perfetto orario (alle 12:15) ci presentiamo alla visita delle Tombe Reali: nei sotterranei sono infatti sepolti tutti i discendenti di casa Savoia, dal 1731 all’Unità d’Italia, con al centro del sepolcro la monumentale tomba di re Carlo Alberto … Una guida ci ha accompagnati parlando in continuazione per 45 minuti, raccontandoci storie ed aneddoti di ogni componente della real-casa, rendendo piacevole oltre che interessante la macabra carrellata.
Terminata la visita ai sotterranei saliamo i 130 scalini che portano alla base della cupola … da lassù il panorama è bello, ma la densa foschia non lascia intravedere molto e la sagoma delle Alpi che circondano Torino è rimasta solo un ricordo visto in cartolina.
Alle 13:30 torniamo a salire sulla cremagliera e, lasciandoci alle spalle anche la Basilica di Superga, riguadagniamo in breve le rive del Po dove ritroviamo il camper, così, vista l’ora, pranziamo e subito dopo diamo il via al viaggio di ritorno.
Partiamo da Torino alle 14:55 e percorsa tutta la A21 alle 16:50 siamo a Piacenza. Imbocchiamo la A1 e, senza incontrare ostacoli, alle 18:15 siamo a Bologna.
Anche la A14 fila via liscia, mentre nella direzione opposta alla nostra, di ritorno dal mare, ci sono lunghi incolonnamenti, così cinque minuti prima delle 19:00 usciamo dall’autostrada a Forlì e dopo le operazioni di routine alle 19:25 chiudiamo felicemente la breve esperienza piemontese di fronte al cancello di casa nostra.
E’ stato un viaggio interessantissimo e ricco di storia: dalle auto agli antichi romani, ma soprattutto dai re sabaudi ai faraoni egiziani e, per assurdo, solo con un interrogativo ce ne siamo andati da Torino (la splendida e sorprendente Torino) … ma in che periodo ha regnato re Ramsete di Savoia? … Dal 6 al 10 Settembre 2006 Da Forlì a Forlì km. 981