Tokyo: qualche informazione pratica
METRO:Le stazioni sono dotate di enormi cartelloni in giapponese ed in inglese che illustrano i percorsi e i prezzi. Oltre che dal nome, le fermate sono caratterizzate da una lettera dell’alfabeto latino, di colore che varia secondo le varie linee, e da un numero . I biglietti si fanno alle macchine automatiche digitando il prezzo, che avrete rilevato dai cartelloni, e il numero di biglietti richiesti. Le macchinette emettono i biglietti e il resto. Il biglietto va conservato per tutto il viaggio e inserito nuovamente negli obliteratori per poter uscire dalla stazione. In alcune stazioni i cartelloni sono solo in giapponese. Non vi preoccupate:ovunque potete chiedere agli addetti che sono affianco alle macchine obliteratrici citando il nome della stazione di arrivo. Se non parlano inglese vi digiteranno su una calcolatrice il prezzo da pagare e il numero del corridoio che porta al treno. In alternativa potete chiedere anche a chi sta facendo il biglietto prima o dopo di voi: vi aiuterà volentieri. Prima di partire, per farvi un’idea, potete collegarvi al sito www.tokyometro.jp , selezionando prima using subway e poi tokyo transfer guide (english only). Digitando il nome della stazione di partenza e quella di arrivo il sito offre le varie opzioni possibili, specificando se ci sono stazioni di cambio, durata del viaggio e prezzo . I treni sono frequentissimi e non dovrete mai aspettare più di uno o due minuti. Una volta in metrò, sulla maggior parte delle linee le fermate vengono chiaramente indicate sia su un display che a voce, prima in giapponese e poi in inglese. In quelle che non forniscono questo servizio basta guardare fuori dal finestrino: ad ogni fermata sulla banchina è indicato oltre al nome e al numero della stazione, il nome e il numero di quella successiva, anche nel nostro alfabeto.
SPOSTAMENTI IN CITTA’: prima di partire fatevi mandare dall’ufficio del turismo la documentazione gratuita collegandovi al sito www.tourisme.japon-fr , cliccando in basso a destra su Divers e poi Contact. Fra l’altro vi arriverà una piccola guida di Tokyo molto ben fatta che indica chiaramente per ogni punto d’interesse la fermata di metrò e il percorso da fare a piedi, specificandone la durata. La guida è fornita di cartine zona per zona. Per quando riguarda la nostra esperienza non sono molto credibili quanto a distanze. Per fare un esempio la Borsa di Tokyo sembra essere piuttosto lontana dai giardini imperiali mentre in effetti il palazzo del Nikkei è esattamente dall’altra parte della strada, basta alzare lo sguardo. A noi è capitato spesso di arrivare velocemente in punti che ritenevamo essere molto più lontani. Ovunque, periferia compresa , ci sono cartelloni, anche in inglese, con la mappa della zona e i punti di interesse principali, con l’immancabile freccia che indica you are here. Se vedete il gabbiotto dei vigili chiedete informazioni: vi daranno una cartina della zona su cui vi segneranno a penna il percorso da fare. Comunque se pronunciate il nome del luogo dove intendete andare o lo fate vedere sulla vostra guida (dove i luoghi sono sempre riportati con la scritta anche in giapponese) i passanti si faranno in quattro per indicarlo o portarvici di persona. Se la persona a cui avete chiesto non ne ha la più pallida idea ma non ha il coraggio di dirlo e perde tempo sorridente e impalata guardandosi intorno in attesa di un miracolo dal cielo, vi suggerisco di inchinarvi, come avrete imparato a fare vedendo loro, e ringraziare comunque dicendo “arigatò gosaimàs” (grazie mille) un paio di volte sorridendo e andarvene. I giapponesi sono troppo gentili per ammettere che non sanno darvi una risposta. Su www.tourism.metro.tokyo.jp , se lo riterrete interessante, potrete prenotare delle visite gratuite , con accompagnatori volontari, in alcuni punti della città. Inoltre sono suggeriti moltissimi percorsi d’interesse turistico da effettuare da soli.
INGLESE: contrariamente a quello che è capitato a molti altri, noi abbiamo trovato un sacco di persone che lo parlavano. In particolare a Shinjuku e a Ginza anche molto bene. Gli altri un po’ in tutti i modi, compresi dipendenti del metrò o gente incontrata per strada. Molti giapponesi parlano un inglese giapponesizzato che facciamo fatica a distinguere dalla loro lingua. Loro stanno parlando in inglese ma chi li ascolta non se ne accorge perché ad ogni sillaba ci infilano dentro una vocale. Ad esempio abbiamo imparato a distinguere la pronuncia di gate che diventa gheito , ticket è molto spesso ciket, fork (da chiedere in alternativa alle bacchette) è qualcosa tipo for(u)qu. Per la nostra simpatica guida a Kamakura un grazioso arched bridge è diventato un acid brig.
CIBO: come già saprete ce n’è per tutti i gusti e per tutti i prezzi, sui cartelloni che riportano le foto e sui piatti di plastica che riproducono le pietanze. Quello che forse non è noto a tutti è che, in diversi ristoranti, se a pranzo avete trovato un lunch menu che vi è piaciuto , a cena potreste trovare tutt’altre pietanze e tutt’altri prezzi. I breakfast a buffet negli alberghi sono particolarmente cari, intorno ai 2600 yen. In compenso in camera ci sono i bollitori e le bustine per prepararsi il te e Tokyo è piena di boulangerie e di Starbucks . Per comodità noi abbiamo preferito l’abbondante colazione mattutina prendendola filosoficamente quale unica certezza della giornata. Devo dire che comunque abbiamo mangiato giapponese male solamente un sabato sera a Shinjuku perché non c’era un posto libero da nessuna parte tranne dove, ahimè, ci hanno rifilato del cibo immangiabile, evidentemente, dati i posti liberi, anche per loro.
VARIE: Se avete tempo fatevi un giro nel quartiere di Yanaka, (stazione Nishi-Nippori fermata C16 linea Chiyoda ) sopravvissuto al devastante terremoto del 1923 e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale . Non troverete grattacieli ma vicoli stretti, casette modeste con i fiori fuori dalla porta, il gatto che attraversa la strada, i vecchietti in bicicletta o a spasso con il cagnolino e botteghe con gli artigiani al lavoro . La zona è punteggiata di piccoli templi e cimiteri. Fuori dalla stazione girate a sinistra e poi ancora a sinistra per una stradina in salita. Anche lì, pur avendo a portata di mano la nostra guida, abbiamo trovato spesso cartelloni stradali, con le cartine, e persone a cui chiedere. Fuori dai templi il nome è riportato anche nei nostri caratteri latini. Si inizia dal santuario Suwa, fondato nel 1322, per proseguire poi verso il tempio Jokoji. Le statue delle divinità sono addobbate con cappellini e bavaglini rossi a protezione dei bambini mai nati o morti prematuri . Più avanti trovate il Tempio Yofuku-ji, con due statue a presidio dell’ingresso. Poco più avanti all’incrocio girate a sinistra e troverete il tempio Kyoo-ji. Dalla parte opposta noterete una scalinata. Scendetela e fatevi un piacevole giro per la stradina che vedete, piena di negozietti di ogni tipo. Tornate indietro e cercate il cimitero di Yanaka, quello grande, perché di piccoli cimiteri ne avrete già visti ad ogni passo. Fatevi indicare il tempio Tenno-ji con la statua di un grande Buddha in preghiera e poi chiedete del tempio Zansho-en dove da fuori abbiamo intravisto una cerimonia a cui partecipavano due genitori con un neonato in braccio, davanti al sacerdote scintoista, mentre ritmicamente risuonavano un tamburo e profondi suoni del genere ohm. A lato del tempio sulla destra un po’ nascosta c’è una statua della dea Kannon alta sei metri, interamente coperta d’oro. Poiché non trovavamo il tempio, abbiamo chiesto ad un passante che non parlava inglese, che a sua volta ha chiesto ad altri passanti . Ci siamo arrivati accompagnati da ben quattro locali, sorridenti e contenti fra mille inchini. Più avanti il tempio Daien-ji è caratterizzato da due templi affiancati, uno scintoista e l’altro buddista. Il custode, appena saputo che eravamo italiani, con aria birichina ci ha chiesto se poteva cantarci una canzone in italiano ed ha intonato “ avanti popolo”. Entrate sulla via Shinobazu-dori dove i cartelloni o i passanti vi indicheranno come raggiungere il santuario di Nezu dove abbiamo assistito all’uscita da una cerimonia di gente d’alto bordo che, per salire sulla limousine, aveva l’autista che li aspettava con uno sgabellino bianco che faceva da scalino, per entrare più comodamente sull’auto . A parte questo, il luogo è molto suggestivo con un bel giardino ed una lunga serie di piccole porte arancioni, sotto cui passare in un percorso a piedi. Ritornate sulla via Shinobazu-dori per riprendere la metro. Anche se non avete nessuna intenzione di alzarvi alle tre, non mancate però di visitare il mercato del pesce attaccato alla fermata Tsukji Shjo (E 18) della linea Oedo, uscita A1. Vi sarete persi le aste ma è interessantissimo anche alle sette e mezzo o alle otto di mattina. Se siete appassionati di sushi (non è il nostro caso) lì intorno è pieno di posti dove potete godervelo anche a colazione. Dopo aver girato per il mercato, sopravvivendo al frenetico via vai dei muletti che schizzano da tutte le parti a velocità folle, potete proseguire a piedi per Ginza e da lì ai giardini del Palazzo Imperiale, che aprono alle 9. Comunque sia, partite tranquilli. Girare per Tokyo e’ molto meno complicato di quanto possiate immaginare.