Togo: esperienza indimenticabile

Fantastica, entusiasmante, edificante, coinvolgente….quanti aggettivi sono possibili per descrivere l’esperienza fatta quest’estate nella lontana terra africana del Togo? Tanti e ancora di più. Mai si potrà però a parole spiegare quello che abbiamo provato vivendo solo poche settimane in un mondo così diverso dal nostro ma allo stesso...
Scritto da: Alberto Fasoli
togo: esperienza indimenticabile
Partenza il: 09/08/2003
Ritorno il: 23/08/2003
Viaggiatori: in gruppo
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Fantastica, entusiasmante, edificante, coinvolgente…Quanti aggettivi sono possibili per descrivere l’esperienza fatta quest’estate nella lontana terra africana del Togo? Tanti e ancora di più. Mai si potrà però a parole spiegare quello che abbiamo provato vivendo solo poche settimane in un mondo così diverso dal nostro ma allo stesso tempo così capace di farti sentire naturalmente al tuo posto.

Il gruppo “Amici del Togo” (se volete informazioni sulla nostra attività contattatemi pure) si è fatto quest’anno in tre per affrontare quest’esperienza. Tre gruppi partiti o al rientro in momenti diversi ma tutti con lo stesso obiettivo, con gli stessi stimoli e con lo stesso entusiasmo. La prima partenza fissata per il 09 di agosto ha portato sei di noi a raggiungere il Togo con una settimana di anticipo rispetto al grosso del nostro gruppo, 18 ragazzi di Soresina e Fidenza che hanno toccato il suolo Togolese sabato 16. I rientri, anche questi scaglionati sono avvenuti il 24 agosto, il 3 settembre e, infine, il 14 settembre. I nostri differenti programmi si sono fruttuosamente sovrapposti solo per pochi giorni ma sono stati giorni di grande festa, di grande integrazione e di grande collaborazione fra di noi e con la splendida gente africana. Sono stati i giorni centrali dell’esperienza per il gruppo nel suo complesso, i giorni in cui si è dato spazio a quello che può essere definito il nostro gemellaggio con la popolazione locale. Partirei proprio da qui per descrivere la permanenza in Togo di noi parte del piccolo gruppo partito anticipatamente. Partirei dagli ultimi nostri giorni laggiù, dal 20 al 22 agosto, i giorni trascorsi al villaggio di Munà. Grande festa al nostro arrivo con canti e balli che ci hanno catapultato in una realtà semplice ma grandiosa per allegria e ospitalità.

Qui a Munà abbiamo trascorso tre giorni collaborando con gli amici Togolesi all’avanzamento dei lavori ai progetti cominciati due anni fa. La costruzione della chiesa del villaggio e la sistemazione del dispensario che possa offrire medicinali e cure agli abitanti.

Lavorare insieme è stato meraviglioso. Non so ancora adesso se siano stati loro ad aver tratto benefici dalla nostra presenza o noi ad aver appreso da loro; se siano stati loro ad apprendere un modo più organizzato e programmato di affrontare un progetto o noi a imparare stupiti come tutti possano umilmente e dignitosamente lavorare insieme per la comunità. Eravamo noi 24 mischiati a centinaia di uomini, donne e bambini. Un villaggio intero che si dà da fare per un progetto comune…Dove potrebbe succedere da noi? Così come ho visto laggiù credo sia molto raro nella nostra società.

Abbiamo trascorso poi momenti di vita quotidiana al villaggio. Momenti indimenticabili semplici e tranquilli. Abbiamo cercato di conoscerci meglio, di capirci reciprocamente spiegando le nostre abitudini e le nostre usanze nei momenti più classici della vita di ognuno. Ci siamo stupiti reciprocamente nel raccontarci il nostro modo di vivere e abbiamo spesso sorriso gli uni degli altri. Ecco come sono trascorsi gli ultimi nostri giorni in Togo.

Il 19 invece, dopo che i nostri gruppi si sono finalmente riuniti abbiamo incontrato i bambini che alcune famiglie del nostro territorio hanno adottato a distanza. A proposito con l’occasione di questo nostro viaggio alla lista di questi bambini se ne sono aggiunti due nuovi, adottati in questi giorni su richiesta pervenutaci prima della partenza. E’ stato un bel momento. Una decina di bambini vestiti a festa che sono venuti a trovarci per ringraziare noi rappresentanti delle generose famiglie italiane; per ringraziarci solo con timido sorriso denso però di gratitudine, la stessa manifestataci dai genitori dei bimbi stessi. Con il contributo che arriva dall’Italia questi pochi bambini (ma siamo solo all’inizio) possono permettersi di frequentare una scuola con la speranza di un futuro un po’ migliore di quello che probabilmente avrebbero.

E prima del 19? Partiamo dall’inizio allora. Abbiamo dedicato il nostro tempo a visitare questa splendida terra, a visitare luoghi, strutture e persone e a portare dove possibile il nostro piccolo contributo.

I primi giorni li abbiamo trascorsi nella capitale, Lomè. Città caotica, un grande villaggio che vuole divenire città del mondo. Città nella quale tra poche strutture moderne vive gente legata alle abitudini di sempre. Città cordiale. Passeggiare al mercato il giorno dopo l’arrivo è stato quasi traumatico. Non potevamo andare dove volevamo, era la folla a trascinarci tra i venditori e le bancarelle. Non ci siamo fatti mancare qualche ora al mare. E che mare, che spiagge. Degne delle migliori località turistiche ma con una profonda differenza: incontaminate da un turismo che può rovinare invece che valorizzare.

Dopo i rifornimenti, trasferimento ad Atakpamè. E’ qui dove avevamo programmato di stabilirci, la nostra base dalla quale spostarci per realizzare il nostro programma. Da Atakpamè così ci siamo quotidianamente spostati per visitare i villaggi di Oulità, Sadori e Karà, per meravigliarci della bellezza delle cascate, per portare il nostro contributo o semplicemente il nostro saluto e sostegno a strutture e persone operanti con passione in vari luoghi del Togo. Alla scuola di una gentilissima suora mantovana, suor Elisabetta, abbiamo trascorso un paio di giorni collaborando con alcuni volonterosi studenti alla sistemazione delle aule e degli archivi. Con Suor Elisabetta è nata subito una amicizia sincera e forte. Siamo già stati invitati all’inaugurazione della nuova struttura attualmente in costruzione a fianco di quella presente, mica potremo declinare quest’invito? Ci toccherà ritornare! Poi le visite all’ospedale delle suore Canossiane, al dispensario sperduto nella foresta di Innocente, un infermiere professionale che ha studiato in Italia e che nel suo Paese ha deciso di dare il suo aiuto, all’orfanotrofio di Sada dove con pochi e semplici regali abbiamo ricevuto il dono di vedere la felicità negli occhi di una trentina di bambini ospitati. Emozioni forti, emozioni che si sono mischiate, sovrapposte nel sentire i racconti delle persone che di volta in volta incontravamo. I racconti di gente qualunque che con serenità provava a spiegarci la vita locale, i racconti di volontari religiosi che stanno dedicando la loro vita a progetti mai finiti ma che con passione continuano ogni giorno a dare il massimo di se per gli altri.

Ma questi sono solo le mete del nostro girovagare per il Togo. Indimenticabili sono anche state le soste non programmate nei villaggi tra una destinazione e l’altra. Sempre accolti con entusiasmo soprattutto dai bambini festosi che in pochi minuti insieme ci facevano passare la voglia di lasciare quel villaggio.

Allora credo che dopo essere partiti con la voglia di fare una vacanza alternativa, con l’intento di donare un po’ della nostra solidarietà ad un popolo così lontano siamo oggi tornati noi più arricchiti, forse cambiati, sicuramente felici di aver vissuto quasi in un sogno. Un sogno che però per alcuni di noi è destinato a ripetersi per poter portare avanti i nostri progetti e per poter imparare ancora.



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