Toccata e fuga a Catania

Weekend a Catania
Scritto da: siculo
toccata e fuga a catania
Partenza il: 23/03/2011
Ritorno il: 25/03/2011
Viaggiatori: uno
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Dovendo chiudere ancora alcune pratiche relative alla mia vecchia casa di Catania sono partito venerdì 23/03/2012 da Genova con volo Alitalia delle ore 18,55 e arrivo a Catania- Fontanarossa alle ore 20,30. Un Taxi mi porta all’albergo Gresi, un 2 stelle sito in via Pacini n. 28 (stanza €. 45) in pieno centro Storico. Lasciato il bagaglio per la cena mi sono recato in P.zza Federico di Svevia presso il Ristorante- Pizzeria “Camelot”. Il ristorante nel suo ambiente rispecchia le caratteristiche dei tempi medievali. Ceno con una pizza e una birra ( €. 12.00). Prima di rientrare in albergo faccio due passi in Via Etnea dove in molti locali è in svolgimento la movida di fine settimana.

Indice dei contenuti

24/03/2012

Fatta colazione e esauriti i motivi per cui ero venuto a Catania da P.zza Duomo imbocco via Etnea, la via pricipale della città Dopo pochi metri si apre P.zza Università col palazzo dell’Università. Fondata nel 1434, l’università di Catania è la più antica Università della Sicilia e una delle più antiche d’Italia. Raggiungo poi P.zza Stesicoro ed entro nella chiesa di San Biagio detta anche di Sant’ Agata alla Fornace. La chiesa ricostruita nel XVIII secolo dopo il terremoto del 1693 ha una facciata in sitel neoclassico opera dell’ arch. Battaglia. Il nome di Sant’Agata alla Fornace deriva dal fatto che secondo la tradizione vi si trovava la fornace dove fu martirizzata Sant’ Agata. Dietro questa chiesa, all’ incrocio tra via del Colosseo e P.zza Santo Carcere si trova la chiesa di Sant’ Agata al Carcere, la chiesa presenta un bel portale di origine romanica mentre invece la facciata è di stile Barocco. All’interno vi è una pietra con delle orme di piede umano che la tradizione dice siano dei piedi di Sant’ Agata. Il nome della chiesa deriva dal fatto che vi è un locale di origine romana che si dive facese parte dell’antico carcere dove era stata imprigionata Sant’ Agata. Risalendo pe una stradina dopo un a ventina di metri si raggiunge Via Della Maddalena e svoltando a sinistra ecco la Chiesa di Sant’Agata La Vetere. La prima chiesa edificata intorno al anno 264 fino al 1094 du la cattedrale di Catania. Più volte distrutta dai terremoti è in stile barocco ad una navata. Dopo l’ingresso si trova una teca in cui è custodita una cassa di legno che per circa 500 anni ha custodito le spoglie di Sant’Agata. Si è fatta ora di pranzo e ritorno al Ristorante Camelot tra l’altro specializzato anche per la carne equina. Infatti dopo un risotto ai frutti di mare, come secondo prendo delle ottime polpette di carne di cavallo- caffè e bevande (€. 28). Rientro in albergo per una piccola siesta pomeridiana. Ritemprato esco verso le 17,30 per fare alcuni acquisti richiestomi da colleghi d’ufficio ed entro in un negozio di Porta Uzeda (Duomo) per acquistare due pupi siciliani e alcuni oggettini di lava lavorata. Poi mi reco alla pasticceria Spinella in via etnea per due confezioni di biscotti di pasta di mandorla. Riportati gli acquisti in albergo, riesco per bighellonare nel centro della città. Verso le 20.00 mi fermo per un aperitivo in piazza Duomo e poi ceno in un ristorante in via Dusmet. Rientrato in albergo sposto l’orologio un’ora in avanti (tra il 24/03 e il 25/03 scattava l’ora legale).

25/03/2012

Oggi è l’ultimo giorno di permanenza, ma avendo l’aereo alle ore 16,25 posso ancora dedicarmi a qualche visita. Dopo colazione raggiungo il centro e poi da Via Etnea raggiungo Via Di Sangiuliano e poi Via Crociferi. Via Crociferi, nata dopo il terremoto del 1693, patrimonio mondiale dell Unesco per il barocco siciliano, prende il suo nome dai padri Crociferi che qui avevano la chiesa di san Camillo. Nella strada sorgono molte chiese in stile barocco come quella di San Benedetto e di San Francesco Borgia o dei Gesuiti con l’ex convento ora sede dell’ Istituto d’arte. Vi sono anche molti palazzi patrizi e uno di essi fu utilizzato nel 1973 dal regista Marco Vicario per realizzare alcune scene del film “Paolo il Caldo” con Giancarlo Giannini tratto dal libro di Vitaliano Brancati. Fatto poi un rapido pasto a base di arancini alle ore 16,25 ho preso l’aereo per Genova.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche