Toccata e di purtroppo… fuga nella terra dei Maya

Storia, cultura, mare e giungla, ottima cucina e gente cordiale: questo è lo Yucatan!
Scritto da: Francy774
toccata e di purtroppo... fuga nella terra dei maya
Partenza il: 08/08/2009
Ritorno il: 13/08/2009
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Il giro dello Yucatan che vi sto per raccontare è una vera e propria “toccata e fuga” perché, purtroppo, avevamo a disposizione solamente 5 giorni. Il resto delle vacanze lo avremmo infatti trascorso raggiungendo alcuni amici in Baja California (se interessa, vedere il racconto su quella parte di viaggio) e a Città del Messico. Tuttavia, dato che mio marito non era mai stato in Messico, ritengo che visitare questo paese senza passare anche solo per pochi giorni in queste regioni non abbia molto senso.

Lo Yucatan (e x amore di precisione, anche il Quintana Roo, altra regione della penisola) è infatti il Messico che tutti noi ci immaginiamo e sogniamo di visitare; ha tutto, la natura, la storia e un mare da urlo, è ospitale e organizzato per il turismo.

Qualche indicazione di massima:

– periodo di viaggio è stato Agosto: caldo umido, sopportabile visitando i siti molto presto al mattino, oziando/ spostandosi in auto purchè con aria condizionata in pausa pranzo, riprendendo le visite nel tardo pomeriggio. Pochi turisti, ma è stata l’estate dell’influenza A, quindi non fa testo

– abbiamo volato su Cancun via Città del Messico con Air France e Aeromexico, prenotando con largo anticipo il volo intercontinentale è costato circa 700 euro, il nazionale circa 100 (solo andata). Importante, se prenotate con largo anticipo dall’Italia, consiglio di scegliere solo compagnie riconosciute come Aeromexico o Mexicana. Noi purtroppo avevamo anche dei voli con Aviacsa, che però è fallita nel frattempo e lo abbiamo scoperto solo in aereoporto in Messico! Se vi serve dormire una notte vicino all’aereoporto per le coincidenze, suggerisco il Ramada Aeropuerto (4 stelle con colazione, camera quadrupla con bagno 25 euro a testa)

– abbiamo noleggiato una macchina con aria condizionata, anche in questo caso avendo prenotato dall’Italia abbiamo scelto agenzie conosciute (Avis). Una compact per 4 è andata benissimo, anche come bagagliaio (circa 100 euro a testa per una settimana con tutte le assicurazioni)

– cercate di studiare bene l’itinerario, anche con il supporto dei siti web di ogni località, sono molto aggiornati e attendibili. A noi è servito per ottimizzare i tempi avendo solo pochi giorni

– hotel di buon livello con bagno in camera e colazione costano circa 30 euro a doppia

– una cena abbondante in ristorante messicano costa in media fra i 7 e i 10 euro, tutto compreso!

– la benzina costa poco, prezzi guidati da quelli USA

Itinerario:

– Giorno 1: arrivo a Cancun e trasferimento in auto a Tulum (125 km)

– Giorno 2: visita rovine di Tulum e spiaggia

– Giorno 3: partenza per Chichen Itza (Pistè), lungo la strada sosta alle rovine di Cobà (200 km circa)

– Giorno 4: visita di Chichen Itza e partenza per Merida (150 km)

– Giorno 5: visita di Uxmal, giro lungo la Ruta Puuc, rientro a Merida (250 km)

– Giorno 6: partenza per la Baja California

Diario di viaggio

Giorno 1: verso Tulum

Arriviamo all’aereoporto di Cancun alle nove di mattina, noleggiamo l’auto e partiamo subito per Tulum lungo la statale che costeggia la Riviera Maya. Abbiamo deciso di saltare sia Cancun che la Riviera Maya perché non ci piacciono le “americanate” e i mega resort tutto compreso. Tulum è sicuramente più vergine e permette di conscere un Messico un pochino più autentico. Siamo arrivati a Tulum dopo circa un paio d’ore, senza fermarci. Ci siamo diretti subito alla sistemazione che avevamo scelto: La Vita è Bella, resort gestito da italiani e composto da cabanas di buon livello lungo la spiaggia. Ottima scelta! La struttura è ben integrata nella natura ma dotata di tutti i confort. Le cabanas sono in muratura con tetto di paglia, con bagno privato, senza serratura (ma non serve). C’è il ventilatore sopra il letto ma dopo mezzanotte non funziona perché staccano la corrente; l’elettricità è disponibile infatti solo in certe fasce orarie verso sera. Ogni cabana è dotata di verdanda con amaca ed è proprio sulla spiaggia; per ognuna ci sono a disposizione un ombrellone e due lettini. Ci sono anche il ristorante (cucina italiana e messicana) e un bar in una enorme cabana centrale che funge da reception. Il costo della nostra cabana era di circa 150 dollari usa, so che ne esistono anche senza servizi privati con costo inferiore. Secondo me il resort merita tantissimo, il personale è estremamente cordiale, tutto è pulitissimo, la posizione è da urlo.

Abbiamo passato la giornata in spiaggia, per riprenderci dal volo intercontinentale; abbiamo fatto una lunga passeggiata lungo il bagnasciuga fino al punto in cui si vedono le rovine Maya dal mare. Molto suggestivo!

La sera abbiamo mangiato nel resort, ottima cucina messicana, prezzi medio alti, ma la stanchezza giustificava il tutto.

Giorno 2: visita di Tulum

Abbiamo dedicato la mattinata alla visita delle rovine di Tulum, arrivando all’ingresso per le otto e mezza del mattino, in maniera da precedere i pullman che dalla riviera maya riversano gruppi su gruppi di turisti. La visita, con calma, è durata fino a mezzogiorno. Le rovine non sono le migliori che incontrerete nello Yucatan, ma la posizione sul mare dei Caraibi ed i relativi colori sono indimenticabili. Finita la visita abbiamo girato un po’ per Tulum paese, ma non c’è niente che valga la pena di vedere (ci sono solo negozi o ristoranti). Abbiamo trascorso il resto della giornata in spiaggia e la sera abbiamo mangiato al ristorante “Mariachi” a Tulum Pueblo. Ottima scelta e conto super economico! Consigliamo vivamente di provare tutte le birre messicane che in Italia sono poco diffuse, come la Negra Modelo.

Giorno 3: Cobà e spostamento a Chichen Itza

Partenza verso le sette del mattino in direzione Cobà, dove arriviamo dopo circa 45 minuti di viaggio lungo la statale. Entriamo subito nel sito per la visita alle rovine; caldamente consigliato l’affitto della bicicletta, perché il sito è molto esteso. Le rovine sono immerse nella giungla e non del tutto restaurate, quindi l’impressione generale che ne avrete è di esplorare un sito ancora vergine, a differenza di quelli maggiori. Sicuramente la conservazione delle piramidi non è delle migliori, ma la visita rende l’idea di una vera città Maya, con le strade, i complessi isolati l’uno dall’altro… Cobà inoltre merita la sosta per essere l’unico sito della penisola a permettere di salire sulla piramide (tra l’altro la più alta scoperta fino ad oggi); dalla cima si ha un’incantevole vista sulle altre piramidi minori del sito e su tutta la sterminata giungla dello Yucatan! Per gli amanti del birdwatching, il sito pullula di condor appostati sugli alberi.

La visita richiede circa 3 ore e mezza; ci rifocilliamo con tanta acqua e un gelato e ripartiamo subito per Pistè, dove arriviamo circa verso le 14. Andiamo direttamente all’hotel scelto per il pernottamento, il Dolores Alba, ottimo rapporto qualità prezzo e molto vicino alle rovine e di fronte al cenote Ik-Kil. La struttura è abbastanza spartana ma pulita e soprattutto molto economica: per una doppia con bagno e colazione spendiamo 30 euro a camera. Certo, ci sono parecchi insetti in giro, ma d’altronde è in mezzo alla giungla! Mangiamo qualcosa al ristorante dell’hotel e nel pomeriggio visitiamo il Cenote Ik-Kil: bellissima esperienza, dal guardare il pozzo dall’alto a scendere per le grotte fino ad arrivare all’acqua ed infine tuffarvicisi dentro! L’acqua è profonda 50 metri, piena di inquietanti pesci neri, dolce e gelata, ma un bagno va fatto! La sera andiamo a mangiare a Pistè, il paesino vicino alle rovine; non c’è assolutamente nulla, se non qualche ristorante e hotel lungo la statale. Ci fermiamo in un ristorante a caso, cena veloce e ci dirigiamo a Chichen Itza per vedere lo spettacolo “Luci e Suoni”: sospendo il giudizio… E’ lungo, abbastanza caro, tutto in spagnolo e forse un po’ troppo da luna park.. Bello però vedere le rovine di notte (quando l’illuminazione non è fluorescente!) e assistere al fenomeno del solstizio d’estate: il serpente che “scende” dalla piramide El Castillo – senza le luci è impossibile da vedere.

Giorno 4: visita di Chichen Itza

Ci rechiamo alle rovine per l’apertura del sito (dal Dolores Alba sono pochi minuti di macchina); conservate il biglietto di Luci e Suoni se ci siete stati la sera prima, l’ingresso diurno sarà leggermente scontato. Il sito è senza dubbio grandioso, i monumenti splendidamente conservati ed imponenti; peccato solo non si possa salire su nessuno di essi. Non si può visitare lo Yucatan e non venire a Chichen Itza, anche se ormai è talmente turistico che ha perso il fascino di “rovine nella giungla” che aveva anni fa (l’avevo già visto nel 1992) o che hanno altri siti della penisola come ad esempio Uxmal. Noi abbiamo visitato le rovine acquistando al book shop dell’ingresso un libretto che ne descrive storia e singoli punti di interesse; secondo me è una valida alternativa al servizio di visita guidata, che è più caro. Tutte le caratteristiche più importanti sono ampliamente raccontate e accompagnate da fotografie. Non mi dilungo ora sulla descrizione di tutti i monumenti; la visita è durata tutta la mattina (dalle otto circa fino alle 12), in ogni caso ci saremmo dovuti fermare perché il caldo e l’umidità sono troppo alti da mezzogiorno in poi per permettere di godersi il sito.

Siamo partiti immediatamente per Merida, tramite la autostrada (striscia di asfalto nella giungla, tutta dritta, senza niente), che sicuramente non è la scelta più pittoresca ma di sicuro è la più veloce. Siamo arrivati a Merida in un paio d’ore e ci siamo subito diretti al Dolores Alba (ne esistono 2, uno a Pistè e uno qui!). Anche in questo caso consiglio vivamente l’hotel: innanzitutto è più bello di quello di Pistè, le camere sono nuove e dotate di aria condizionata e bagno privato, elettricità e televisione; è tutto pulito. C’è anche una piscina. L’hotel è costruito intorno a una corte sulla cui sommità è steso un telone, in maniera tale da rendere il patio sempre fresco. Sono disponibili anche un bar e un mini ristorante. Abbiamo mangiato li – il caldo era insopportabile purtroppo – e abbiamo aspettato le 17 per fare un giro in centro.

Merida è una vera e propria cittadina messicana, con il bello e il brutto che ne consegue: è tanto ricca di monumenti coloniali e di ristoranti e negozi quanto caotica, inquinata e sporca. C’è tantissimo traffico e molta gente in giro. E’ l’unico posto in Messico in cui mi sono sentita un po’ a disagio e dove ho avuto la percezione di scarsa sicurezza; siamo stati più volte avvicinati da individui poco raccomandabili, che per fortuna tirando dritto non ci hanno importunato particolarmente. La suggerisco come punto di appoggio o tappa intermedia, non certo per la visita in se e per se; noi l’avevamo scelta come punto di partenza per Uxmal e Ruta Puuc e per il fatto che avesse l’aereoporto; ci abbiamo soggiornato quindi 2 notti. Con il senno di poi, saremmo potuti andare da Chichen Itza direttamente a Uxmal e dormire li, per poi il giorno seguente visitare le rovine e la Ruta Puuc e quindi arrivare a Merida in serata. In ogni caso, se la volete visitare, meritano la piazza principale, la cattedrale e la zona subito a nord, con il teatro e i palazzi coloniali. La sera abbiamo cenato da Amaro, ristorante vicino al teatro, cucina tipica messicana con tavoli all’aperto in una casa coloniale e intrattenimento musicale dal vivo. Prezzi in linea con la media messicana e (miracolo!!!) nel menù hanno la frutta!!!!

Giorno 5: Uxmal e Ruta Puuc

Solita levataccia all’alba e partenza per Uxmal, dove arriviamo verso le 09:00 (circa 2:30 ore da Merida); scopriamo che ci sono degli alberghi vicino alle rovine, proprio come a Pistè. Se lo avessimo saputo prima avremmo dormito qui e non a Merida, come già spiegato prima.Il sito di Uxmal è in assoluto quello che mi è piaciuto di più: ha la maestosità di Chichen Itza e il “fascino selvaggio” della giungla di Cobà. Pochi turisti e rovine in cui si può entrare e su cui ci si può arrampicare. Insomma, a mio avviso sintetizza i migliori elementi di quanto visto finora! Anche la visita di questo sito, come Chichen Itza, richiede tutta la mattinata e man mano che ci si avvicina a mezzogiorno, il caldo è sempre più intenso; la presenza di alberi e il fatto di potersi riparare all’interno delle rovine tuttavia aiuta. Di nuovo, ci siamo basati su una mini guida comprata al book shop all’ingresso, anche in questo caso ben fatta; contiene la spiegazione di tutti i monumenti e la storia della Piramide dell’Indovino. Abbiamo mangiato velocemente nel bar all’ingresso del sito e siamo subito ripartiti in macchina lungo la Ruta Puuc. La strada passa da numerosi siti minori costruiti nello stesso “stile” di Uxmal, molto più piccoli e veloci da visitare, ma abbastanza interessanti. Noi ci siamo fermati a Kabah (famoso per il palazzo con i mascheroni del dio Chaac e uno dei pochi esempi di archi trionfali dell’architettura maya) e a Labnà, isolata e dall’atmosfera intimista. L’ultima tappa è stata alle grotte di Lot-Lun, davvero spettacolari! Ci sono alcune tracce di insediamenti umani come pitture rupestri e reperti archeologici; stalattiti e stalagmiti sono giganti e creano dei giochi di luce e ombre fantastici, per non parlare dei suoni; si visita un cenote “dal di sotto” e si ascoltano un sacco di leggende (la visita è guidata). Secondo me meritano e sono abbastanza originali, dato che per tutta la giornata avevamo visto solo rovine maya! Tutto il giro lungo la Ruta Puuc ha richiesto l’intero pomeriggio. Siamo tornati a Merida verso le sette di sera e siamo tornati a cena da Amaro.

Giorno 6: partenza per la Baja

Levataccia alle 5 di mattina, dritti all’aeroporto di Merida, da dove ci imbarchiamo per La Paz, Baja California… ma questo è un altro racconto!



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