Tobago sopra e sott’acqua
Allora ……intanto inizio col spiegare chi siamo, magari aiuta a farVi capire che tipo di viaggio piace a noi. Manuela è di Madonna di Campiglio, ha 33 anni, ama lo sport e l’avventura, il sottoscritto è di Bolzano. Ho 37 anni ed anch’io amo lo sport e l’avventura, quindi chiunque può immaginare il nostro obiettivo in un viaggio. Questa volta, dopo mesi di ricerche e intense letture di diverse guide, la scelta è caduta su Tobago. Ci attirava naturalmente il mar dei carabi, quindi anche le immersioni di sub, ma soprattutto che Tobago ama ancora le proprie tradizioni e il turismo non è ancora il re dell’isola. Inoltre abbiamo deciso di portarci a Tobago anche le nostre biciclette. Bisogna pur muoversi, anche su un’isola, e con la bici scopri cose che nessuna gita organizzata può regalarti. La partenza era prevista per il 10 marzo, quindi di domenica, e dopo una bella sciata sulle Dolomiti e una breve dormita siamo partiti per Monaco alle 3.00 di mattina della domenica. Arrivati all’aeroporto (ore 6.00) siamo riusciti a fare subito il check-in, anche se ci hanno fatto immediatamente aprire lo zaino bici per controllare il contenuto……giustamente. Dimenticavo, essendo Manuela un’anarchica convinta, spesso ne combina di tutti i colori e anche questa volta non si smentisce. Il piccolo beauty, essendo poi l’unico bagaglio a mano, non si apre più e naturalmente proprio nel beauty ci stava coltellino, forbice e ……passaporto. Comunque alla fine si risolve tutto, con risate fino a Francoforte. Eh già, a Francoforte ci aspettava l’aereo fino a Tobago. Dopo un volo di 10 ore, ma tranquillo e piacevole, siamo arrivati a destinazione e praticamente subito abbiamo la prima conferma per la nostra ottima scelta; vicino all’aeroporto, naturalmente piccolo, si vedono mucche, galline, pecore e ……cani. Per di più proviamo finalmente il bel caldo sul viso, la temperatura si aggira intorno ai 28 gradi. Bellissimo, si sente già nell’aria la libertà e la cordialità che regna su quest’isola.
Per trascorrere quindi le nostre 2 settimane su Tobago abbiamo scelto un piccolo e tranquillo Guesthouse a circa 20 km dall’aeroporto, posto sulla costa atlantica. Lo abbiamo scelto accuratamente ancora a casa, il prezzo era buono e dopo un calcolo economico abbiamo inoltre scoperto che conveniva anche farci la colazione e la cena proprio nel nostro piccolo Guesthouse. E vi giuro……era la scelta giusta, “Mami” era favolosa. La sera stessa dell’arrivo monto ancora le biciclette per cominciare subito l’esplorazione dell’isola il giorno dopo. La camera è semplice ma carina e fa anche da garage per la nostra attrezzatura sportiva, cioè bici e equipaggiamento da sub. Ed eccoci al primo giorno a Tobago, dopo una dormita favolosa davanti al “American breakfeast” molto colorato dalla frutta e in compagnia di una coppia tedesca di Berlino. Dopo una buona mezz’ora di ottima colazione e i primi contatti con i nostri futuri amici eccoci sulla bicicletta per esplorare una prima parte di quest’isola caraibica. Visto il caldo, pedaliamo in costume e l’itinerario si aggira intorno ai 50 km, ad anello. Io sudo già dopo 3 pedalate, Manuela neanche una goccia. Ma è normale, rendetevi conto che non suda neanche in sauna. Comunque tutti i vari personaggi che incontriamo lungo il nostro giro ci salutano a sbracciate e dove passiamo dei cantieri, pieno di lavoratori rasta, siamo obbligati addirittura a fermarci. Ma non per i lavori, ma perché tutti vogliono sapere da dove arriviamo e vogliono chiacchierare un po’. Continuiamo il nostro giro, ogni tanto c’è qualche piccola salita da aggredire, ma il colpo d’occhio della vegetazione e delle case veramente particolari fa dimenticare ogni tipo di fatica, non ci si rende neanche conto. All’inizio, devo ammettere, siamo un po’ sbalorditi di questa cortesia nei nostri confronti, ma entro poco tempo capiamo che a Tobago la gente è proprio così, cioè cordiale, curiosa, simpatica, generosa e anche molto bella. Ma ci si abitua subito……e c’è proprio da imparare. Dopo un’ora circa raggiungiamo Pleymoth, un piccolo paese sulla costa caraibica dell’isola. Sembra di tornare indietro nel tempo, gente che chiacchiera sulle stradine, i cani che abbaiano senza motivo e il “post office” sembra appunto una casetta per cani un po grande, ma grazie ai fiori sembra bellissimo. Naturalmente lo hanno dipinto di giallo. E poi la scuola. Le porte sono aperte per il caldo e allora si intravedono i maschietti e le ragazzine, tutti vestiti uguali, bravi al loro posto e due maestre che spiegano la lezione. Ci rimaniamo per alcuni minuti, perché vedere questi giovani così vivaci rimanere seduti, silenziosi e volentieriosi è veramente sbalorditivo. Il nostro giro continua e il pomeriggio visitiamo diverse spiaggie. Tutte bellissime e non affollate, semmai di gente del posto che si rilassa e gioca con i bambini dopo il lavoro e la scuola.
Rientriamo al nostro Guesthouse verso le 18.30, stava diventando buio e Mami aveva preparato ottimo pesce. Il giorno dopo cominciamo a cercarci un centro diving adatto alle nostre esigenze. Manuela ed io siamo Rescue e siamo venuti a Tobago anche per vedere le bellezze marine descritte nella guida. Alla fine scegliamo un diving con il padrone che conosce bene il tedesco, insomma……l’inglese lo parlo un po’, ma non approfittare di questa occasione sarebbe stupido. Scegliamo allora un pacchetto da 7 giorni con immersioni illimitate. La nostra guida sub sembra il fratello gemello di Bud Spencer……in tutto, tranne nel colore della pelle. È simpaticissimo, ma soprattutto bravissimo e ben intenzionato a farci vedere tutto il bello del mare caraibico. E ci è riuscito. Tra squali, tartarughe, razze ecc. Abbiamo proprio passate belle giornate insieme, ci mancava solo lo squalobalena. Normalmente eravamo intorno alle 8 persone e anche la compagnia era ottima. Verso le 3.00 del pomeriggio si rientrava dalle immersioni, giusto il tempo per gustarci ancora 3 ore di spiaggia e rilassarsi un pochino. Per la cena poi ci aspettavano ormai Mami con le sue invenzioni culinarie e i nostri amici di Berlino. A tavola del piccolo ristorantino e all’aperto ognuno raccontava la propria giornata appena vissuta, accompagnato da risate e commenti. Una sera poi decidiamo di fare una gita insieme scegliendo un giorno che Manuela ed io non andavamo sott’acqua, volevamo visitare un caratteristico paese di pescatori: Charlotteville. Decidiamo di partire presto la mattina sfruttando i taxi accumulativi. È sabato, raggiungiamo a piedi la strada e cominciamo a fare autostop. Subito si ferma una macchina, se si può chiamarla così. Sembra che crolli da un momento all’altro, ma l’autista è dolcissimo e decide di dedicarci l’intera giornata e di portarci dove vogliamo, alla modica somma di 25 Euro……per la macchina intendo, non a persona. A questo punto Tony, l’autista, ci guida lungo l’isola, in compagnia di musica raggae, e si ferma nei posti più strani a prima vista, ma spettacolari alla seconda. Ci porta nella foresta tropicale e ad ogni punto panomarico ha pronto un racconto oppure un’incontro con un personaggio della zona. Dopo 2 ore di macchina, la quale sembra resistere, raggiungiamo Charlotteville. Qui il buon Tony sfrutta l’occasione per andare a trovare sua sorella e noi decidiamo di farci un giretto in paese e fare un bagno nella baia dei pirati, nel vero senso della parola. Verso le 4.00 di pomeriggio iniziamo il viaggio di ritorno e Tony continua a parlare e a raccontare della sua famiglia. Purtroppo il suo inglese tutto dialetto e il nostro inglese puramente superficiale ha rallentato il dialogo, ma il buon umore ci accompagnava tutti quanti per tutto il giorno.
Domenica 17 marzo abbiamo dedicato al riposo e alla tintarella, così eravamo abbastanza riposati per vedere Tobago anche di notte. Domenica infatti tutta la gente locale si ritrova al “Bucoo Reef” per ascoltare musica raggae, ballare e divertirsi. Gli altri giorni l’isola è molto tranquilla e solo alcuni bar specifici offrono una vita mondana anche durante la settimana. I primi 4 giorni della seconda settimana sono dedicati di nuovo alle immersioni e in effetti la nostra guida non smentisce la sua bravura e simpatia. Tra immersioni in corrente e con “paesaggi” straordinari portiamo a casa veramente bellissimi ricordi. Durante una pausa tra prima e seconda immersione visitiamo “Little Tobago”, l’isola degli uccelli che sembra una vera giungla. Intanto con le nostre biciclette abbiamo raggiunto i 200 km di vari percorsi. Non sono tantissimi, ma oltre qualche giro serio le bici sono stati anche un’ottimo mezzo di trasporto. Dopo i 4 giorni di sub ci aspettavano finalmente 2 giorni completi di relax. Questi li abbiamo giustamente passati in spiaggia insieme agli amici di Berlino e qualche compagno di immersione. Come ricordo personale abbiamo acquistato ……3 canne di bambù. Faranno da portacandele a casa. Il viaggio a Tobago stava per terminare e per finire il mio racconto posso solamente dire che ancora una volta siamo riusciti a goderci un altro posto del nostro bellissimo mondo in massima libertà, e con molta semplicità abbiamo fatto belle amicizie. Lo stupore iniziale della generosità locale si è trasformato in una lezione di vita, possibilmente da trasmettere anche dalle nostre parti …anche se difficile. A Tobago vivono ancora con il giusto equilibrio tra natura e vita quotidiana, e la tranquillità trasmessa è veramente sorprendente. Proprio il padrone del diving, Ricardo, mi diceva: “Markus, qui a Tobago funziona tutto, siamo semplicemente + lenti……tutto qua”. Infatti, se qualcuno sulla strada, in macchina, incontra un conoscente sull’altra corsia, si fermano tranquillamente e chiacchierano per qualche minuto. E vi assicuro, non suona nessuno all’impazzata e tutti aspettano con un bel sorriso sulle labbra per poi riuscire a proseguire con calma il proprio tragitto. Certamente questo esempio non è possibile trasferirlo in Europa, il ritmo della vita è ormai troppo avanzato. Ma alcune cose si possono imparare e provare a metterle in pratica. Sarebbe favoloso. Questo dimostra ancora una volta che il progresso porta bene, ma da qualche parte stiamo pagando caro questa continua corsa verso il denaro e il benessere. Saluti a tutti e spero che il mio “italiano” è capibile.