Tibet: l’angolo mistico!

Il Regno del Tibet,uno dei luoghi più sacri del pianeta immerso tra i profumi di antiche culture e circondato dalle dimore degli Dei.
Scritto da: Lordlory
tibet: l'angolo mistico!
Partenza il: 10/03/2005
Ritorno il: 24/03/2005
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Tra i tanti luoghi,i quali ho avuto la grande fortuna di visitare,ce n’é uno in particolare dove persone,animali ed ambiente circostante vivono in stretto contatto fino a formare un’immensa sfera d’energia mistica:l’incantato regno del Tibet,un piccolo angolo nella Cina.L’emozionante viaggio comincia a Lhasa e,attraversando enormi distese incontaminate,laghi ghiacciati,monasteri,passi ad alta quota ed accampamenti nomadi, giungeremo dinanzi alla maestosa ed imponente dimora degli Dei:il M. Everest o Qomolangma(ciumalama)in lingua tibetana.In questi luoghi ci si accorge subito dell’affaticamento e dall’affanno dovuto alla riduzione d’ossigeno nell’aria,ma mi ci dovrò abituare presto,poiché la capitale,con i suoi 3650m d’altitudine,sarà il mio punto di partenza,nonché il luogo più basso di tutto il tragitto e quindi la mia dimora per i primi 5 giorni d’ambientamento.Cammino a rilento tra le numerose ed affollate vie piene di cultura e tradizioni,fino a giungere al Jokhang,il più sacro dei complessi templari della città,attorno al quale numerosi pellegrini procedono lentamente facendo ruotare mulinelli manuali di preghiera.Non può mancare la visita al Potala,l’ex residenza del venerato Dalai Lama,che con le sue numerose stanze,racchiude secoli e secoli di storia.Intanto riacquisto gradualmente forze e benessere;binomio essenziale per intraprendere la mia avventura verso il monte sacro.Noleggiata una jeep,mi avvio verso la mia prima tappa:il Nam Tso(lago-4718m)che raggiungo dopo circa 4 ore di viaggio valicando il passo del Kong La(5240m).Qui vi trascorro una notte in una tenda nomade posta sulle rive del secondo lago salato più grande della Cina.Lo scenario è incantevole:il lago,completamente ghiacciato,è circondato da catene innevate,mentre un cavallo si ciba della poca erba rimasta.È giunta mattina e,dopo una nottata a -15C,ripercorro la strada a ritroso fino a giungere sulla Friendship Hwy.Qui il paesaggio cambia radicalmente passando dalle gelide ed alte vette innevate alle verdi lande della steppa spezzate da piccoli corsi d’acqua ed abitate dai nomadi con i loro yak.Lungo la polverosa strada,sostiamo nei pittoreschi villaggi di Gyantse,Shigatse e Lhatse,i quali ospitano favolosi stupa e monasteri,in uno dei quali osservo alcuni monaci concentrati nell’esecuzione di un coloratissimo mandala.Eccoci,ci siamo,tra non molto mi troverò in cima al Gyatso La,un passo a 5220m,dal quale avrò la prima vista della famosissima catena himalayana.Ciò che si presenta ai miei occhi è uno spettacolo della natura:all’orizzonte il M.Everest(8848m),il M.Lothse(8516m)ed il M.Makalu(8481m)immersi in un profondo silenzio accompagnato da forti e fredde raffiche di vento.Scendo di quota fino ad arrivare a Shegar dove acquisto il permesso per la Qomolangma Nature Preserve. Ancora pochi tornanti mi separano dal primo campo base dell’Everst(5200m),punto di partenza dei più coraggiosi e temerari escursionisti,che mi ospiterà per due gelide notti in una tipica tenda gestita da una famiglia nomade.Sono ai piedi della montagna più alta e maestosa del mondo ed osservando la cima,vengo avvolto da un alone d’inferiorità e invulnerabilità ma nello stesso tempo accompagnato da libertà,felicità ed un’immensa soddisfazione.Il giorno della mia partenza,il vivace colore azzurro del cielo contornava le brillanti pareti dell’Everest,mentre un caldo fascio di luce partiva dalla sua vetta fino a toccare la mia mente ed il mio cuore.Io,in quello stesso giorno,impilai alcuni sassi e formai una piramide.Quello fu il mio saluto e ringraziamento agli Dei.


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