Thelma & Luise tra Los Angeles e il Gran Canyon

Un meraviglioso viaggio on the road lungo dodici giorni giorni!
Scritto da: elenell
thelma & luise tra los angeles e il gran canyon
Partenza il: 19/10/2011
Ritorno il: 30/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Dopo un viaggio meraviglioso in Patagonia all’inizio dell’anno ho pensato che nulla più avrebbe potuto affascinarmi e togliermi il fiato come i paesaggi che avevo appena avuto la fortuna di vedere ma con questo viaggio negli Stati Uniti occidentali ho avuto la conferma che la natura è sempre ricca di sorprese e meraviglie e ti lascia sempre… senza parole! Il tutto è nato quando la mia amica Greta mi propone un viaggio per andare a trovare sua sorella che stava frequentando uno stage di qualche mese a Los Angeles. Come no! (viene da se che poi sua sorella l’abbiamo vista si è no 1 giorno!). Ed eccoci che dall’idea iniziale abbiamo organizzato un bellissimo viaggio on the road. I giorni disponibili di ferie (per me) erano pochini, non più di 12, ma volevo vedere il più possibile e di certo non perdermi le tappe “ obbligate” di un viaggio nei West Usa, ma con una buona organizzazione siamo riuscite a vedere, penso, il meglio di quello che Arizona, Utah e California possano offrire (o per lo meno quello che io non volevo assolutamente perdere). Tappe: San Francisco, Las Vegas, Zion Park, Bryce Park, Monument Valley, Gran Canyon, Los Angeles.

Aereo prenotato un mese prima Bologna – San Francisco con Airfrance / Los Angeles – Bologna con Alitalia € 698, ottimo direi vista la comodità di Bologna (per noi parmigiane) e l’A/R su aeroporti diversi.

Prima della partenza abbiamo noleggiato la macchina tramite www.enoleggioauto.it/. Abbiamo optato per la comodità quindi abbiamo scelto, anche se solo in 2, una Ford Escape (e non escort come ho ripetuto per tutta la vacanza!), una via di mezzo tra una jeep e un Suv… comodissima ma soprattutto con bagagliaio immenso! Ritiro a Las Vegas riconsegna a Los Angeles il tutto per € 248 compreso di navigatore, un pieno di benzina, secondo guidatore e tutte le assicurazioni del caso (ottimo prezzo, ma non ho idea di cosa possa costare la stessa macchina in agosto quando è un po considerata alta stagione… noi viaggiando a fine ottobre forse abbiamo avuto prezzi molto più vantaggiosi!). A proposito del navigatore non credo sia indispensabile (tra Arizona, Utah, Nevada ci saranno si e no 4 strade!), ma per noi è stato davvero d’aiuto quando ci siamo ritrovate catapultate nel delirio di traffico di Los Angeles, ma soprattutto per aiutarci a capire i tempi di percorrenza tra un posto e l’altro (le distanze sono davvero notevoli). Abbiamo anche stipulato una assistenza medica tramite www.e-mondial.it (12 gg € 123). Compilato modulo Esta che costa 14$ e ha validità biennale. Il modulo è obbligatorio, anche se non viene richiesto in aeroporto, ma senza quello è sicuro che non fanno nemmeno salire sull’aereo. https://esta.cbp.dhs.gov. Abbiamo prenotato solo l’albergo a San Francisco e a Las Vegas, tutto il resto sarebbe stato un work in progress.

MERCOLEDI’ 19 ottobre

Volo tranquillissimo e arrivo in perfetto orario a San Francisco alle 12.40. Per raggiungere l’albergo abbiamo preso i Shuttle Bus che si prendono all’uscita dell’aeroporto e ti portano diritti davanti all’albergo (17 $ a testa). Abbiamo pernottato al The Powell Hotel www.thepowellhotel.com, prenotato a prezzo stracciato su booking.com. Consigliatissimo per la posizione davvero centralissima, a Union Square al capolinea della linea dei Cable car e con colazione inclusa il che è ottimo visto che farla fuori è un salasso e wifi gratuito. Un po’ stanche e per il viaggio decidiamo di fare un giro a piedi per la zona di Union Square il che, abbiamo constatato sul nostro portafoglio, equivale a fare shopping! Una mezza giornata a San Francisco e mi ritrovo già con 2 paia di Ugg nuovi… Ceniamo in un localino (che poi scopriamo essere una catena) tutto stile anni 50! Bellissimo! Sembra di essere dentro ad Happy Days… ci aspettiamo di vedere entrare Fonzies da un momento all’altro. Inoltre è già tutto decorato per Halloween (http://lorisdiner.com/home.html). Con la pancia piena e un po’ pesante andiamo a letto con le galline.

GIOVEDI’ 20 ottobre

Sveglia all’alba causa jet lag e gran voglia di visitare la città. La giornata è piuttosto plumbea ma sappiamo che è abbastanza comune quindi non ci demoralizziamo. Come prima cosa facciamo l’abbonamento di 3 giorni per usufruire di tutti i mezzi pubblici 21 $ (compreso i Cable Car). E subito, curiose come bambine, facciamo immediatamente un giro sui tram più famosi di San Francisco! Con tutte quelle salite/discese c’è da tenersi ben strette! Arriviamo fino al Fisherman’s Wharf (quartiere pieno di negozi di souvenir) e a piedi raggiungiamo il Pier 39 dove vediamo i leoni marini prendere il sole (che non c’è!). Ci mangiamo la tipica zuppa di pesce, per lo più vongole e granchio, la Clam Chowder, dentro una pagnotta di pane che funge da zuppiera (buonissima, ma la porzione è enorme per fortuna noi ne avevamo presa solo una!). La giornata è davvero molto grigia, peccato, perchè cielo e mare fanno un tutt’uno con il colore grigio. Passeggiamo sul lungo…oceano fino alla fermata del bus 28 che ci avrebbe portato al Golden Gate Bridge. Bellissimo avvolto nella sua proverbiale nebbia. Lo percorriamo tutto (circa 2,2 km) e facciamo foto a go go. Riprendiamo il bus 28 direzione Alamo Square dove vediamo le famose Painted Ladies, ovvero le Seven Sisters, le case vittoriane, bellissime. Tutto il quartiere è molto bello e apprezziamo anche le decorazioni “paurose” che svettano in già molte case per Halloween. Camminiamo per il quartiere di Heights e pranzato intorno alle 16 con un hamburger buonissimo. Riprendiamo il bus 6 direzione Soma Museum (www.sfmoma.org), al giovedì dopo le 18 il biglietto costa la metà, 9 $ anziché 18$. Direi senza infamia ne lode. Rientriamo in hotel per le 20.30 abbastanza stanchine. Per cena usciamo e prendiamo la linea del tram storico (utilizzano anche quelli smessi di Milano) verso l’Embarcadero, ceniamo in un ristorante Thai, passiamo di fianco all’accampamento degli “ indignados” ed infine il Cable Car ci riporta a “ casa”.

VENERDI’ 21 ottobre

Sveglia all’alba, con comodo facciamo colazione e partiamo alla ricerca di Lombard Street, la via famosissima tutta curve. Non sappiamo come ma ci perdiamo, quindi ci tocca fare una infinita serie di sali/scendi per le vie di San Francisco, ma godiamo di bellissime vedute dall’alto. Oggi tra l’altro splende il sole. In tarda mattinata andiamo a fare un giro a Chinatown (e per noi che siamo state davvero in Cina abbiamo proprio la sensazione di essere là!). Pranziamo ovviamente cinese (giusto per stare leggere!). Rientriamo direzione hotel ma “casualmente” incappiamo in un negozio immenso della Levis che quel giorno applicava lo sconto del 30% (su prezzi già decisamente bassi rispetto a quelli italiani). Non abbiamo resistito. Dopo lo shopping selvaggio andiamo nel quartiere Castro e dopo averlo girato in lungo e in largo… andiamo dal parrucchiere (non potevamo sbarcare il giorno dopo a Las Vegas con dei capelli inguardabili). Ritornate ad un aspetto “femminile” ci mangiamo un trancio di pizza, ci beviamo una birra al bancone di un bar e ci infiliamo a letto distrutte ( ma con i capelli puliti!).

SABATO 22 ottobre

Ultima mezza giornata a San Francisco, infatti nel pomeriggio saremmo volate a Las Vegas (abbiamo optato per un volo interno per guadagnare del tempo. Volo con Continental € 134 non proprio regalato ma solo perché lo abbiamo prenotato un po in ritardo, se ci si attiva per tempo si paga anche la metà). Sveglia come al solito alle 5 e cerchiamo di fare la valigia (“incomprensibilmente” già lievitata dopo soli 3 giorni di vacanza). Conclusa la quasi Mission Impossible raggiungiamo con il tram storico della linea F il Civic Center con la City Hall, camminiamo per il quartiere di Mission e visto la splendida giornata di sole decidiamo di tornare a vedere le Painted Ladies e il Golden Bridge con il sole. Scelta azzeccatissima. Nel frattempo cerchiamo, invano, di beccarci con la sorella di Greta che è a San Francisco per il fine settimana. Riusciamo a salutarla di corsa prima di salire sullo shuttle bus che ci avrebbe portato in aeroporto. Io, come al solito, ai controlli sicurezza suono, sempre. Non so perché, non ho mai nulla addosso. Mi tengono in osservazione, mi fanno passare più volte… la poliziotta dice a tutti sottovoce che io avevo suonato a ben 2 passaggi! Mi fanno una perquisizione a dire il vero fin imbarazzante… dopo circa 15 minuti mi lasciano andare… solo dopo che la tipa abbia accertato che i guanti con cui mi aveva toccato fossero liberi da qualsiasi traccia di esplosivo… vabbè… Dopo 1 h 30 siamo in Nevada. Da qui inizia la nostra avventura on the road. Andiamo alla Dollar e dopo 1 ora di coda ritiriamo la nostra macchina (preparatevi perchè cercheranno con una certa insistenza di rifilarvi qualsiasi tipo di assicurazione). E’ la Greta a cimentarsi per prima nella prova cambio automatico. Direzione Hotel Stratophere (www.stratospherehotel.com) prenotato su Booking.com a 92€ . Finiamo nello Strip e mentre siamo in coda al semaforo ammiriamo anche lo spettacolo delle fontane del Bellagio che partono proprio mentre siamo li davanti. Allo Stratophere entriamo immediatamente nell’atmosfera casinò… ovunque tavoli da gioco e slot machine. La nostra camera… la n. 20.142 è al 23° piano. Saliamo sulla torre panoramica (che per noi che alloggiamo lì è gratuita) e ci godiamo le luci dall’alto della città. Poi partiamo per la passeggiata sullo Strip e visto che il nostro albergo è leggermente fuori prendiamo il bus che ci porta direttamente all’inizio dello Strip (7 $ per 24 h). Ci fermiamo a cena da Denny’s (catena) www.dennys.com e poi con la pancia piena (e lo stomaco pesante) cominciamo la visita di tutti i casino più famosi, il Venetian (sembra di essere proprio a Venezia!), il Bellagio, il Caesars Palace. Giochiamo anche la bellezza di 10$ alle slot… e arriviamo a letto alle 3,30. Ero molto curiosa di vedere Las Vegas… e devo ammettere che tutto quello che si sente dire… è vero, mi aspettavo esattamente tutto quello che ho visto. Il mio consiglio è quello di andarci… perché secondo me va vista, ma 1 notte è più che sufficiente.

DOMENICA 23 ottobre

Sveglia intorno alle 7.30, oggi la nostra meta è il Zion Park. Guido io visto che la Greta è un po in versione rallenty questa mattina, così lei può sbizzarrirsi a fare foto (Las Vegas/Zion Park 164 miglia = 264 km circa 3h). Scopro subito che guidare con il cambio automatico, soprattutto per quelle strade deserte, è la cosa più semplice del mondo. In orario secondo la nostra tabella di marcia arriviamo allo Zion Park (che è nello Utah e gli orologi vanno messi un’ora in avanti!). All’ingresso del parco ci sono le casette dei Ranger (proprio come quelli dell’orso Yogi), si paga il biglietto, ci chiedono da dove arriviamo e ci consegnano la mappa del parco. L’ingresso costa 25 $ a macchina. Se si pensa di visitarne più di 3 il consiglio è quello di fare il pass annuale che ne costa 80. Attenzione però che Monument Valley e Antelope Canyon non rientrano in questo pass e sono da pagare a parte in quanto sono di proprietà dei navajo. Entriamo dall’ingresso principale del parco e con la macchina facciamo tutto il percorso ricco di tornanti. Ritorniamo indietro al punto di raccolta per i bus navetta e ci fermiamo all’ultima fermata dove sarebbe possibile fare un mini trek davvero molto poco impegnativo. Dico sarebbe perchè ormai si era fatto un po tardi, il parco stava per chiudere e noi dovevamo rimetterci in strada (i parchi ad ottobre chiudono alle 18, il sole tramonta intorno alle 18.30 e diventa buio poco dopo). Ci rimettiamo in macchina, uscendo dalla East Entrance che è già sulla strada direzione Bryce park. L’idea era quella di avvicinarci il più possibile alla tappa del giorno dopo. Facciamo benzina (prima si entra nel negozio, si dice il numero della postazione, quando si ha intenzione di fare, se si paga in contanti, e poi loro attivano la pompa). All’imbrunire ci fermiamo in un B&B sulla strada nella cittadina di Glendale (300 abitanti!). Zion Park East Entrance – Glendale miglia 21 km 34 .Decidiamo così perchè non ci va di viaggiare con il buio perchè le strade, prive di lampioni, sono davvero molto buie. Il B&B (94$) è meraviglioso (www.historicsmithhotel.com). La proprietaria dice che siamo fortunate perchè siamo ancora in tempo per cenare nell’unico ristorante della zona perchè la cucina è ancora aperta per una mezz’ora (guardiamo l’orologio… sono le 19.30!). Mi sembra di essere dentro ad una puntata della Signora del West. Il ristorante è bellissimo, il Buffalo Bistro, l’insegna recita “ they are crazy, don’t go in there!” e sul volantino “ it’s terrible but people keep coming back”. L’ atmosfera è casalinga e molto piacevole, siamo le uniche clienti, dato l’orario tardo. Il titolare è impegnato a guardarsi una partita di baseball alla tv, noi smezziamo una buonissima bistecca di bufalo, una torta fatta in casa calda ai mirtilli il tutto condito con due ottime birre. Lo Utah (e il buio pesto) ci regalano un bellissimo cielo stellato (e un freddo boia!).

LUNEDI’ 24 ottobre

Ci sveglia il profumo di cannella della torta fatta in casa che la signora ci ha preparato per colazione. Meraviglia! Caffè, the, toast, bagel, cereali, marmellate, yogurt con frutta fresca e scaglie di cocco. C’è anche il marito fotografo che ci attacca una pezza incredibile. Vuole sapere tutto il nostro itinerario con le varie tappe. Dopo 1 h riusciamo a partire direzione Bryce park ( Glendale – Bryce Park 55 miglia = 88 km 1h circa). La strada è molto panoramica quindi facciamo diverse soste foto. Si passa dal Red Canyon una versione in miniatura del Bryce. Ci fermiamo anche al Subway per prenderci i panini che avremmo mangiato al sacco. C’è il sole e fa caldo e siamo piuttosto curiose perchè prima della partenza abbiamo visto svariate foto che ci hanno lasciato senza parole, vogliamo vedere l’effetto che fa dal vivo. Ci fermiamo al primo viewpoint, il Sunrise point, siamo troppo curiose e rimaniamo senza parole. L’unica cosa che riusciamo a dire è… sono senza parole (lo ripeteremo per tutta la giornata e anche quelle a seguire!). É incredibile. E ci parte una super fotografite! Non saprei nemmeno descriverlo con tutti quei pinnacoli rosso fuoco. Facciamo una camminata tra i pinnacoli effettuando il Queens Garden Point. Un paio di orette e 2000 foto! Con la macchina poi raggiungiamo gli altri viewpoint: Sunset Point, Inspiration Point e il Bryce Point. Tutti quanti meravigliosi. Verso le 16/16.30 ripartiamo direzione Page per noi punto di partenza per raggiungere domani la Monument Valley. Arriviamo all’imbrunire e scegliamo il classico motel sulla strada, il Rodway Inn nulal di eccezionale ma buono e con colazione inclusa e wifi gratuito, il tutto per 45 $. (Bryce Park – Page miglia 155 Km 249 circa 3 h) Page è una cittadina degli anni 50 nata per la costruzione della diga (costruita per controllare il flusso del Colorado River) che ha formato il Powell Lake. Per cena andiamo in un un localino vicino al motel, il Big John Taxas Bbq dove fanno anche all’aperto musica dal vivo rigorosamente country. In quanto ospiti straniere siamo state invitate a cantare. Una versione di Knocking on heavens dors che rimarrà negli annali! A letto come al solito con le galline e domani ci aspetta la Monument Valley… e io non vedo l’ora!

MARTEDI’ 25 ottobre

Sveglia, colazione e partenza. La giornata non sembra delle migliori… nuvole minacciose ci inseguono. I panorami che incontriamo lungo la strada sono come al solito meravigliosi, purtroppo comincia a piovere. A mano a mano ci avviciniamo alla meta cominciamo ad incontrare bancarelle di nativi americani che vendevano braccialettini e cose varie ( ci fermiamo proprio al primo e ovvio compriamo!). Il sole va e viene e fa anche piuttosto freddo ma proprio questo tempo ci regala meravigliosi arcobaleni. Arriviamo all’ingresso del parco in tarda mattinata (Page- Monument Valley m.121 = km 194 h 2,15). L’ingresso costa 5 $ a persona. Ci mangiamo un panino con vista sulla Monument nella speranza che il cielo si possa aprire perché è ancora molto nuvoloso (anche se le nuvole creano nelle foto un effetto spettacolare!). Decidiamo di non effettuare il giro organizzato con le camionette dei navajo ma con la nostra macchina che tanto è una 4X4 (con la pioggia la strada era diventata un po fangosa). Ci fermiamo a tutti gli overlook e ci innamoriamo immediatamente della Monument Valley. E’ a dir poco fantastica. E come sempre rimanendo senza parole scattiamo una infinità di foto. Inoltre il tempo ballerino con continui cambiamenti sole, pioggia, nuvole ci regala di continui meravigliosi Rainbow. Dispiaciute per dovercene andare riprendiamo la macchina direzione Tuba City, punto di partenza domani per il Gran Canyon. Arriviamo che è già buio (M.Valley- Tuba C. miglia 96,1 = Km 154 h 1,55). Non ci sono molto motel (o per lo meno noi non li vediamo) e ci fermiamo all’Experience Hopi Motel (www.ExperienceHopi.com), bellissimo! $ 108, colazione, wifi, piscina, Jacuzzi). Comincio a notare che ci sono orologi ovunque che indicano orari diversi. A cena, nel vicino Danny’s, chiedo alla cameriera l’ora perché proprio non riusciamo a capire, considerando che eravamo quasi sul confine con lo Utah pensavamo potesse esserci un cambio di fuso. La cameriere ci spiega che il ristorante e il motel erano all’interno della riserva Hopi e quindi attuavano un orario diverso rispetto alla città. In pratica li da Denny’s erano le 19.30, dall’altra parte della strada le 20.30. Che confusione ci deve essere in quella città!

MERCOLEDI’ 26 ottobre

Sveglia ore 6 o 7 (non abbiamo ancora capito), abbuffata a colazione (ci facciamo anche i waffle) e partiamo. Cariche come molle (ci aspettiamo grandi cose dal Gran Canyon) ma ci scarichiamo ben presto visto che piove ma soprattutto che sembra non poter migliorare. Entriamo dalla East Entrance (soliti 25 $ a macchina per l’ingresso) e siamo molto demoralizzate. (TubaC. – G.Canyon miglia 81,3= Km 130 h 1,45). Fa davvero freddo, c’è nebbia e ha cominciato a nevicare. Ci fermiamo al primo viewpoint, il Desert viewpoint ma non si riesce a vedere quasi nulla in quanto la nebbia è davvero fittissima. Siamo indecise se aspettare ancora un po o spostarci da qualche altra parte, al limite saremmo tornate l’indomani, ritardando la nostra partenza per Los Angeles. Aspettiamo, mentre con la macchina raggiungiamo gli altri viewpoint (ci attraversa la strada anche un cervo reale con delle corna incredibili, 100 m dopo il cartello che ne avvertiva la presenza e noi “ ma vah! Figuriamoci! proprio un cervo reale! Tracccc subito!). Ci fermiamo a bere un caffè anche per scaldarci un po e magicamente il cielo sembra aprirsi. Le nuvole ci hanno accompagnato un po per tutta la giornata ma diciamo che la situazione era nettamente migliorata e ci siamo godute come sempre incredibili arcobaleni, enormi, e che andavano da lato a lato. Una cosa incredibile! Alcuni punti panoramici sono raggiungibili solo con navette gratuite e decidiamo di effettuare il percorso rosso, l’Hermits Rest Route. Sono 9 punti, tutti a dir poco fantastici. Le navette passano ogni 10 minuti circa, ma volendo si possono raggiungere i vari punti anche a piedi. Noi facciamo un paio di tappe a piedi. Tutto stupendo. Il tempo variabile continua a regalarci arcobaleni. E alla fine ci godiamo un incredibile e indimenticabile tramonto sul Gran Canyon al Mohave Point. Direi che da come era iniziata la giornata ci possiamo ritenere più che fortunate. Ci mettiamo in macchina con il buio ma dobbiamo fare solo 1 oretta di strada. Infatti dopo 57,8 miglia = 93 km arriviamo a Williams. Città attraversata dalla famosa Route 66. Ci fermiamo al Confort Inn Motel (90 $ con solita colazione inclusa e wifi). A cena andiamo in un locale alla Happy Days, il Cruiser Cafè 66, e li ci mangiamo l’ennesimo buonissimo enorme hamburger. Williams è davvero carinissima. La consigliamo.

GIOVEDI’ 27 ottobre

Oggi è una giornata di puro trasferimento, ci aspettano 696 km per arrivare a Los Angeles. Da Williams ci immettiamo sulla Route 66 e arriviamo fino a Seligman (siamo le uniche in strada… non incontriamo anima viva per una 20 di chilometri ed infatti ci sbizzarriamo con 1000 foto in mezzo alla strada. La cittadina è molto carina, diciamo che vive grazie alla Route 66 infatti è piena di negozietti di souvenir che ovviamente guardiamo tutti. Ci rimettiamo in strada e passano i chilometri tra cambi di guida, sosta per fare benzina o per fare foto visto che come al solito i paesaggi sono mozzafiato. Ad un certo punto, in lontananza, notiamo un agglomerato di case… non sono case, ma negozi di un outlet! Viene da se l’uscita dall’autostrada e relativo shopping quasi selvaggio (quasi la Greta mi deve trascinare fuori dal negozio della Ralph Lauren… ma anche lei non scherzava ! Lodato sia il bagagliaio della nostra Ford). All’imbrunire arriviamo nelle vicinanze di Los Angeles. E’ strano (e ansiogeno) dopo giorni di strade praticamente desertiche trovarsi, quasi all’improvviso, catapultate in un’autostrada a 6 corsie, traffico allucinante, tutti che sorpassano a destra e a sinistra. Siamo un attimo allucinate. Ci mettiamo nella corsia più di sinistra in quanto è quella per le macchine che hanno 2 o più passeggeri a bordo… noi scegliamo quella perché è la meno trafficata. Alle 19.30 siamo sotto l’ufficio della sorella della Greta (Silvia), la recuperiamo e andiamo a casa sua, nel quartiere coreano. Avremmo dormito da lei durante il nostro soggiorno. A cena usciamo con il coinquilino di Silvia che ci porta al ristorante coreano dall’altra parte della strada. E’ un all can you eat di carne alla piastra. Ogni tavola ha la proprio griglia al centro per cucinarsi la carne. Tutto ottimo (ma abbiamo espressamente chiesto di non portare fegatini, intestini e frattaglie varie).

VENERDI’ 28 ottobre

Giornata dedicata alla visita della città. A colazione ci accorgiamo che dal soggiorno di casa si vede la famosissima scritta Hollywood. Figo! La giornata è bella e calda quindi ci dirigiamo verso Venice Beach e ci sentiamo catapultate dentro i telefilm americano stile Beverly Hills, Melrose Place o Baywatch: surfisti che cavalcano le onde, guardaspiaggia che li controllano. Propongo a Greta di tuffarsi e fingere un annegamento per potere vedere in azione i guardaspiaggia ma non c’è stato modo di convincerla. Ci accontentiamo di fare un milione di foto vicino alle torrette. Ci facciamo poi un giro per i negozietti di souvenir tra gente molto strana che popola la zona e ci mangiamo un panino in un localino sul lungo mare. Riprendiamo la macchina e ripartiamo direzione Walk of Fame. Parcheggiamo a pagamento (10 $) in quanto non si riesce a trovare altro e ci facciamo su e giù per la famosa strada con le stelle per terra. Fino al Chinese Theatre. Gente e negozi alquanto strani! Poi vogliamo fare un giro a Beverly Hills ma il navigatore ci porta fuori strada quindi rientriamo a casa e per cena Silvia ci porta a Downtown dove prima beviamo una birra in un bar (dove mi chiedono la carta d’identità per entrare… alleee io ho 35 anni… ma Silvia mi smonta subito dicendo che la chiedono a tutti!) e poi ceniamo in un ristorantino thai buonissimo e molto economico. Io e Greta poi torniamo a casa mentre Silvia raggiunge alcuni suoi colleghi di lavoro.

SABATO 29 ottobre

Ed ecco arrivato il giorno della mia partenza ( reta sarebbe rimasta un’altra settimana con sua sorella direzione San Diego). Riproviamo a raggiungere Beverly Hills, questa volta con successo, in macchina percorriamo Rodeo Drive e ci fermiamo anche nel cimitero dove è sepolta Marilyn Monroe… inconfondibile la sua tomba dato che è ricoperta da baci di bocche tutte di rossetto rosso! Il tempo stringe, a casa ci mangiamo una pasta fatta in casa (finalmente) e ci rimettiamo in macchina direzione aeroporto. Con una tristezza infinita saluto Greta, ringrazio Silvia per l’ospitalità, ai controlli sicurezza non suono ma solo perché a LA hanno il bodyscanner e salgo sull’aereo che mi riporterà a casa. Triste ma felice per il meraviglioso viaggio.

Auto: la nostra è stata una scelta azzeccatissima. Il mio consiglio è quello di spendere magari un poco di più ma optare per una macchina comoda e spaziosa. Benzina: preparatevi perché vi inca**erete. Costa la metà che da noi. Il consiglio è quello di fare benzina non appena il serbatoio arriva più o meno a metà. Noi non abbiamo mai rischiato di rimanere senza e al contrario di quanto avevamo letto abbiamo visto parecchi distributori, anche nelle zone più desertiche e comunque ad ogni stazione viene sempre segnalata a quante miglia è quella successiva… comunque meglio non rischiare. Semafori: a differenza nostra il semaforo si trova dall’altra parte della strada! Non come da noi che ci si ferma allo stop e ce lo abbiamo sopra la testa. In America è dall’altra parte della strada quindi se non si sta attenti il rischio è di accorgersi di essere nel bel mezzo dell’incrocio! Inoltre se il semaforo è rosso, ma dalla strada principale si deve svoltare su quella secondaria si può passare anche con il rosso. Patente: si viaggia con quella italiana. Rispettate i limiti anche se devo dire che molti sulle strade mi superavano a velocità ben più elevate… ma anche in questo caso meglio non rischiare.

Alberghi: consigliamo sempre albergo con colazione inclusa (i nostri lo sono sempre stati tranne che a Las Vegas). Si risparmia tempo e denaro.

Mance: obbligatoria, dal 10 al 15%. Controllate sullo scontrino se non è già stata inclusa nel prezzo finale.

Tasse: tutti i prezzi sono tasse escluse che variano da stato a stato. Quindi tenete presente che il prezzo sul cartellino non corrisponderà mai a quello dello scontrino.

Carte di credito: impensabile fare un viaggio negli States senza averne una (o più di una).

Shopping: partite con le valigie vuote. Anche non volendo è impossibile riuscire a resistere (noi lo giuriamo… erano i negozi a venire da noi non viceversa…

Cibo: se vivessi negli Usa diventerei, nel giro di poco, 250 kg. E’ quasi impossibile riuscire a trovare cibi sani (o presunti tali). Ma la scelta, nelle grandi città, è incredibile, si trovano tutte le cucine del mondo… ma vita dura hanno i vegetariani!!

San Francisco: bellissima. Consiglio di girarla con i mezzi pubblici. Il clima è variabile quindi meglio vestirsi a cipolla, pronti a sbucciarsi ogni 10 minuti. Avendo poco tempo a disposizione noi abbiamo rinunciato alla visita ad Alcatraz che dura una mezza giornata. Ma in molti dicono che ne vale la pena.

Las Vegas: tutto e contrario di tutto. Bella per una serata, ma non di più.

Zion Park: ci è piaciuto molto ma non regge il confronto con quello che avremmo visto poi. Quindi il mio consiglio è quello di visitarlo per primo, in caso contrario temo che se ne rimarrebbe delusi.

Bryce Park: per noi è stato spettacolare. Sarà stata anche la giornata di sole splendido che dava delle colorazioni fantastiche alle rocce. Riteniamo sia imperdibile.

Monument Valley: una favola. Si è dentro un film. Non potrò mai dimenticarmi di quel posto… per me il più bello della vacanza.

Gran Canyon: meraviglioso, ma è come se si fosse davanti ad un gran bel film. Lo vivi da spettatore e non da protagonista (a meno che non si decida di scendere fino in fondo… cosa che deve essere spettacolare!).

Los Angeles: nulla di che. Penso che 1/2 giorni siano più che sufficienti.

Buon Viaggio. Elena.



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