Thelma&Louise a Lisbona

Due amiche approfittano del ponte dell'Immacolata per una fuga in terra portoghese. Un viaggio semplice e poco studiato per le strade di una città pittoresca e affascinante
Scritto da: giadaunaparola
thelma&louise a lisbona
Partenza il: 06/12/2010
Ritorno il: 09/12/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
La sera del 6 dicembre io e Thelma arriviamo a Lisbona dopo aver viaggiato con un volo Easyjet.

Atterrate nel piccolo aeroporto di Lisbona, ci svestiamo dei nostri piumini perché la temperatura si aggira intorno ai 17 gradi e prendiamo un autobus. Raggiungiamo l’hotel HF Fenix Garden (prenotato su Booking.com in superofferta) e, affamate, raggiungiamo un piccolo ristorantino tipico (“Ribadouro”) su Avenida da Liberdade dove ci concediamo un piatto di bacalhau e tante chiacchiere.

Decidiamo che il giorno successivo saremmo partite di buon mattino dall’hotel per sfruttare il più possibile la prima giornata da turiste. La sveglia è alle 8:30 (o meglio sarebbe dovuta essere alle 8:30, ma ci eravamo dimenticate di spostare l’ora indietro…) e il sole di Lisbona ci invita ad iniziare il nostro tour a piedi. Da Av. da Liberdade, passiamo per Praca de Alegria e raggiungiamo la Praca do Principe Real che è interamente dominata da un cedro enorme e secolare. Il cedro è al centro e con il suo reticolo di rami crea una sorta di pergolato sotto al quale sono disposte delle panchine. E’ un luogo veramente particolare che consiglio a tutti di visitare perché non solo è suggestivo ma anche circondato da bar e localini particolari.

Continuiamo la nostra camminata su e giù da Lisbona e raggiungiamo il Miradouro (ovvero il punto panoramico) de Sao Pedro de Alcantara. Da lì, raggiungiamo la Igreja de Sao Roque e il Convento do Carmo, a cielo aperto. Di fatto questo convento conserva la sua struttura interna e lo scheletro portante in stile gotico ma tutta la parte superiore dell’edificio è assente perché fu distrutta alla fine del diciottesimo secolo da un forte terremoto che colpì Lisbona.

Camminiamo ancora fino a Praca Luois de Camoes dove ci concediamo un caffè nel noto bar letterario “A Brasilea”.

Ci spostiamo verso il quartiere di Baixa, dove possiamo vedere uno degli Elevador della città: quello de Santa Justa, una struttura neogotica totalmente in ferro che celebrò l’inizio del XX secolo.

Passiamo di fronte alla particolarissima stazione della metro di Rossio, per poi andare in Praca de Figueira e scattare una foto davanti a “Ginjinha” (Largo de Sao Domingos): il bar-chiosco dove si serve la Ginja, il liquore tipico alla ciliegia.

Percorriamo Rua Augusta, la via dello shopping dove trovano spazio le più famose catene di negozi europee, superiamo l’Arco da Vitoria e arriviamo nell’immensa e particolarissima Praca do Comercio che è aperta sul fiume Tago.

Nel frattempo la giornata soleggiata è diventata plumbea e ventosa, per cui qualsiasi tentativo di scattare foto “normali” è annullato dall’effetto vento.

Proseguiamo verso il Castelo: prima incontriamo l’Igreja Sao Vincente, poi il bellissimo Miradouro de Santa Lucia tutto decorato di azulejos (le caratteristiche mattonelle di ceramica decorata) e infine arriviamo al Castelo de Sao Jorge. C’è un cielo nuvoloso e l’atmosfera è indicata per la visita ad un castello che vide le sue primissime origini nel quinto secolo a.C.

La sera ci aggreghiamo ad un gruppo di ragazzi italiani che avevamo conosciuto all’aeroporto di Malpensa e ceniamo in un ristorantino molto carino “Solar do Duque” (Rua do Duque 67). La cena è a base di pesce e siamo tutti soddisfatti.

Decidiamo poi di andare a ballare in una discoteca: la “Music box” (in R. Nova do Carvalho 24). Al nostro arrivo un gruppo suona musica dal vivo e poi parte la selezione dance musicale. La discoteca è una vera e propria scatola: pareti scure e ambiente chiuso ma il divertimento è assicurato.

Nei dintorni ce ne sono altre e, anche se la zona sembra un tantino losca, ci sono molti giovani e tanta voglia di divertirsi.

L’8 dicembre decidiamo di spostarci dal centro di Lisbona, che il giorno prima abbiamo visitato interamente a piedi, e partiamo alla volta di Belém. Il meteo è avverso: nuvole e pioggia non invogliano certo noi turiste ma non ci lasciamo scoraggiare. Arriviamo nel quartiere di Belém e dopo una breve passeggiata vediamo lo splendido Monastero dos Jerònimos. La costruzione del monastero risale al sedicesimo secolo e all’interno vi si trova un bellissimo chiostro che è patrimonio dell’Unesco.

Decidiamo di camminare in direzione di uno strano monumento dedicato ai navigatori e agli scopritori sul quale si può salire e dominare questa parte insolita di Lisbona dall’alto (vediamo il ponte Salazar, lo stadio, il planetario, la Torre di Belém e il monastero appena visitato).

Pranziamo in un ristorantino semplice (“Os Jeronimos”) che ha due qualità: il cibo è ottimo e casereccio e il costo è ridotto (soli 21,00 euro in due per un pasto completo!).

Non possiamo astenerci dal passaggio gustoso nell’Antigua Confitaria de Belém così assaggiamo i gustosissimi Pasteis preparati da secoli con la stessa segretissima ricetta.

Poi ci incamminiamo verso la Torre di Belém sotto una pioggia battente. Ormai è tardo pomeriggio e non c’è luce, la torre ci appare come in un sogno sfuocato e malinconico: lievemente illuminata dalle luci arancioni e sola stagliata a ridosso del fiume.

E’ sicuramente bella ma noi riusciamo solamente ad intravederne la sagoma… toccherà tornarci un’altra volta!

Torniamo col il tram 727 verso Marquez de Pombal (la stazione del nostro hotel) e ci rilassiamo un po’ prima della cena. Questa sera si va nel quartiere Alfama dove ceniamo nel Ristorante Grelhador in Rua Remedios 135. Io e Thelma siamo le uniche clienti salvo un signore portoghese fedelmente aggrappato alla bottiglia di vino e un tassista in pausa. Il menù è praticamente a completa discrezione della signora che ci invita ad entrare: ci dice lei cosa mangiare e noi ci lasciamo guidare in una degustazione di salumi e carni gustose.

Uscite da questo ristorantino strampalato, ci facciamo incuriosire dalla musica proveniente da un altro ristorante, “El fado”. Entriamo, ordiniamo una Ginja e in un’atmosfera calda e soffusa ascoltiamo un po’ di fado. Quattro signori suonano insieme e a loro si aggiunge di quando in quando una donna che canta sulle note tristi. Davvero emozionante!

Il 9 dicembre non abbiamo l’intera giornata a disposizione così decidiamo di fare un breve tour delle stazioni metro con gli azulejos più particolari (da sottolineare quella di Oriente). Gli azulejos vengono utilizzati per comporre delle belle immagini marine, urbane, fantastiche e tante altre ancora.

Oggi è la giornata dei mezzi così dismettiamo i panni delle camminatrici imperterrite e saliamo sul famosissimo tram 28 che consente di visitare i luoghi più noti della città comodamente seduti. Noi facciamo solo una parte del percorso, ma in poche centinaia di metri il tram corre e sfocia in vicoli e passaggi sempre più stretti. Si sfiorano edifici, altri tram, spigoli ma è davvero caratteristico. Pranziamo in una locanda poco distante dal Panteao e optiamo per un ricco Cosido Portugues, una selezione di carni stracotte con verdure.

Poi percorriamo le strade dell’Alfama, che la sera prima avevamo attraversato frettolosamente, e ne gustiamo quel sapore pittoresco che caratterizza un po’ tutta la città ma in particolare questi vicoli.

Purtroppo dobbiamo avviarci verso Marques de Pombal (la stazione adiacente al nostro hotel) per il ritiro dei bagagli, per poi avviarci verso l’aeroporto.

La nostra fuga portuguesa è già arrivata al capolinea ma è stata intensa. Abbiamo conosciuto una città che ha un’allure tutta particolare: sicuramente molto meno metropolitana di tante capitali europee, ma dall’aria popolare e genuina. Non molto è concesso alla modernità e alla sofisticazione, ma le strade, gli angoli più caratteristici, i monumenti sono stati spunti perfetti per raccontare tante storie… Soprattutto una, quella che ha portato me e Thelma in Portogallo, quella di Pereira. “Sostiene Pereira che…”



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche