The West USA: un sogno diventato realtà
Dopo tre lunghi mesi di preparativi il 27 maggio alle ore 7.00 eccoci all’aeroporto di Milano Linate, pronti a partire alla volta di Parigi e da lì volare per San Francisco (il volo l’avevamo prenotato via internet al costo di 680 € a fine Marzo). Così dopo 11h di viaggio alle 13.00 ora locale (22.00 in Italia) atterriamo sul suolo statunitense … finalmente. Al contrario di quanto pensavamo i controlli prima di uscire dall’aeroporto sono stati abbastanza veloci e così eccoci sullo shuttle su e giù per le strade di San Francisco, alla volta del Motel Travelodge Golden Gate (al 2230 di Lombard street nel quartiere Pacific Heights, prenotato via internet prima di partire): alberghetto modesto ma pulito e con un’accoglienza decisamente cordiale.
Appoggiamo velocemente i nostri bagagli e usciamo nuovamente. Dopo alcune ricerche riusciamo a trovare la fermata dell’autobus numero 30 che ci porta fino in Union Square, dove acquistiamo, al prezzo di 18$ a testa, un biglietto valido 3 gg per tutti i mezzi di San Francisco, compreso il “mitico” Cable Car. Perlustriamo la zona: anche se in cielo splende un sole stupendo il vento freddo e pungente ci penetra dentro i giubbetti di jeans.
Decidiamo così di prendere il Cable Car e ci mettiamo compostamente in coda; dopo poco più di un quarto d’ora è il nostro turno: ad essere sincera è veramente impressionante vedere come sono ripide le strade di san Francisco; inoltre il nostro “cocchiere” e veramente simpatico e, anche se capiamo solo in parte quel che dice, ci allieta il percorso.
Arriviamo a Fisherman’s Wharf dove facciamo una piccola “puntatine” al Pier 39 dove decidiamo di mettere qualcosa sotto i denti: così ci dirigiamo verso uno dei tanti baracchini gestiti da orientali e prendiamo un panino ripieno di granchio, non male ! Visto che il fuso orario comincia a farsi sentire, decidiamo di ritornare in albergo, dove crolliamo immediatamente nelle braccia di Morfeo !!! Domenica 28 Maggio: San Francisco Questa mattina ce la prendiamo comoda (tra parentesi Paolo al posto della melatonina per sbaglio si è preso un bel sonnifero e così devo usare i cannoni per svegliarlo …); intorno alle 9.00 comunque riusciamo ad essere pronti per uscire alla ricerca di un posto dove consumare la nostra prima colazione americana. Troviamo subito un posto vicino al nostro Motel e così ordiniamo: io un buttermilk con strawberry e Paolo un’omelette…OH MY GOD… Che porzioni gigantesche !!! con un po’ di fatica riusciamo a terminare comunque la colazione. Prendiamo quindi l’autobus numero 30 e poi la coincidenza con il 28 che ci porterà al GOLDEN GATE BRIDGE. La giornata è soleggiata, ma il vento non cenna a smettere e in alcuni momenti fa davvero freddo.
Il ponte mi affascina e quindi scatto le mie solite 50 foto… Da tutte le angolazioni possibili.
Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo in Lombard Street per percorrere a piedi il pezzo di strada più tortuoso di San Francisco: è veramente particolare e ben curata con molte aiuole fiorite e le case lungo i lati sono uno “spettacolo”. Dopo una visita alla Coit Tower (torre dedicata ai pompieri con splendida vista sulla baia), ci muoviamo verso il quartiere italiano, passando per Washington Square. Qui ci fermiamo a mangiare un boccone al ristorante De Lucchi.
Il pomeriggio lo dedichiamo al quartiere cinese: percorriamo Stockton Street e Grant Avenue, è un suggestivo susseguirsi di negozietti di alimentari, duty-free, minimarket e ristoranti … con alcuni scorci su balconi e templi decorati.
Presi dall’entusiasmo della passeggiata ci dirigiamo in Downtown dove facciamo un po’ di shopping da Macy’s e all’Apple Center … a furia di camminare siamo quasi stremati e soprattutto affamati !!! La cena la consumiamo Fisherman’s Wharf: fritto misto di calamari e bottiglia di Budweiser consegnataci in un sacchetto di carta.
Finito di mangiare subito a nanna … Anche questa sera alle 21.30 siamo già KO.
Lunedì 29 Maggio: San Francisco Questa mattina facciamo colazione in un locale consigliato dalla Guida Routard(compagna indispensabile ed efficientissima) e per di più vicinissimo al nostro albergo, cioè Home Plate: colazione a base di buttermilk ed anche qui le porzioni non scherzano !!! Decidiamo pertanto di saltare il pranzo se non vogliamo ritornare in Italia con 10 Kg di grasso addosso.
Partiamo quindi alla volta del Pier 39 sperando di poter effettuare l’escursione ad Alcatraz. Purtroppo non c’è più posto e ripieghiamo sul giro in barca per la baia: splendida vista sul Golden Gate Bridge e comunque Alcatraz la vediamo molto da vicino !!! Così dopo un paio d’ore siamo di nuovo al Fisherman’s Wharf ed ora che si fa? Optiamo per la visita al museo del Cable Car a Mason Street; il pomeriggio invece lo dedichiamo alla visita del parco del Golden Gate. Qui si praticano tutti gli sport immaginabili dal footing alla bicicletta, dal baseball al pattinaggio, dallo skateboard … al pisolino 🙂 Stanchi morti dopo aver girato in lungo ed in largo questo polmone verde all’interno della città di San Francisco ritorniamo al Fisherman’s Wharf e cena al Buena Vista a base di Clam chowder (il loro tipico pane, il sourdough ripieno di vongole, patate e latte) e poi via in motel… Domani sveglia presto perché comincia il nostro vero tour … meta Yosemite.
Martedì 30 Maggio: San Francisco – Yosemite (Mariposa) Alle ore 7.00 in punto arriva il nostro shuttle, prenotato il giorno prima dal nostro amico Jeet (receptionist del Travelodge), che ci accompagnerà all’aeroporto dove ritiriamo la “mitica” Toyota Highlander con navigatore satellitare -il tutto prenotato dall’Italia-. Sbrigate le formalità ci dirigiamo al garage ed eccola li, bellissima e nuovissima (solo 1800 miglia percorse). Superate le difficoltà di un’auto mai guidata (con l’utilissimo cambio automatico e l’ancora più utile navigatore satellitare !!!), nonché l’emozione di viaggiare in questo paese del tutto sconosciuto, dopo una veloce colazione da Starbuck’s puntiamo verso lo Yosemite National Park.
Verso le 13.00 siamo a Mariposa e ci dirigiamo verso il Motel River Rock In, suggerito dalla Routard: decisamente tranquillo e caratteristico ! Posiamo le valigie e via verso lo Yosemite; purtroppo però scopriamo solo dopo 25 miglia che l’ingresso da cui pensavamo di accedere al parco è chiuso per lavori. Così, con un po’ di tristezza, torniamo sui nostri passi; altre 40 miglia da Mariposa e scopriamo che l’ingresso sud è aperto: peccato che ormai sia tardi (sono passate le 17,00). Yosemite ci vediamo domani ! Nel rientro a Mariposa facciamo una “puntatina” in un supermercato dove comperiamo una scatola di polistirolo (utilissima per mantenere in fresco le bevande), del pane, dell’affettato e della frutta … cioè la nostra cena. Ceniamo in albergo e poi a nanna perché domani ci si sveglia presto: il parco ci aspetta.
Mercoledì 31 Maggio: Yosemite (Mariposa) – Death Valley (Ridgecrest) Alle ore 7.30 stiamo già facendo colazione (compresa nel prezzo) a base di frutta fresca, caffè (stranamente buono) ottimi muffins e torta fatta in casa. Alle 8.00 siamo pronti per partire per lo Yosemite e dopo un’oretta arriviamo all’ingresso del parco ancora senza ranger e quindi entriamo senza poter fare il National Park Pass. Dopo altre 35 miglia un belvedere, all’uscita da un tunnel, ci coglie all’improvviso. Da qui si gode una vista bellissima sulle cascate del “velo da sposa” , sull’incredibile falesia El Capitan e sull’Half Dome. Proseguiamo poi verso il visitor center, lasciando la macchina nel primo parcheggio che troviamo. Visto che il tempo a nostra disposizione è poco decidiamo di fare il tour organizzato dal parco, della durata di due ore, che ci porta a vedere tutte le principali attrazioni, compreso il Glacier Point.
Terminato il tour ci fermiamo ad acquistare dell’acqua e chi trovo? Un mio collega… Pazzesco a migliaia di chilometri …Se ci davamo un appuntamento non ci saremmo mai trovati !!?? Dopo un veloce pranzo al sacco partiamo alla volta di Ridgecrest, punto di partenza per la Death Valley. Purtroppo avevamo sottovalutato le distanze: infatti ci abbiamo messo più di 5h (confesso che in alcuni momenti ho dubitato di arrivare prima che facesse notte ed in tempo utile per trovare un motel); invece alle 21.00 arriviamo e troviamo subito una camera all’Econolodge. Svuotiamo la macchina e andiamo a mangiare il nostro solito hamburger nel Mc Donald’s della cittadina, che, pur non offrendo particolari attrazioni, è abbastanza grande e ben servita…Pensate che siamo in mezzo al deserto e la strade che abbiamo percorso per arrivare qui sono una desolazione, per chilometri e chilometri non si è incrociato nessuno, a parte dei piccoli scoiattolini sul ciglio della strada. Ah … dimenticavo di dire che il National Park Pass l’abbiamo acquistato all’uscita del parco, costo 50 $, con la possibilità di visitare tutti i parchi dell’U.S.A. Per un anno. Giovedì 1 Giugno: Death Valley (Ridgecrest) -Las Vegas Oggi è il nostro 10° anniversario di matrimonio… Auguri. Come ogni altra mattina partiamo presto e alle 6.30 siamo già in movimento per evitare il caldo torrido in quanto abbiamo intenzione di raggiungere Las Vegas passando dalla Death Valley. Dopo circa due ore e mezza di strade deserte, con continui saliscendi, arriviamo a Fornace Creek. Durante il percorso ci fermiamo a Stovepipe Wells dove facciamo benzina e acquistiamo sacchetti di ghiaccio, elemento INDISPENSABILE per mantenere fresca la nostra scorta d’acqua. Iniziamo il nostro percorso dal visitor center che ci fornisce una serie di informazioni sul parco e sui percorsi che si possono fare. In sequenza vedremo prima Zabriskie Point, il caldo è veramente atroce, ma lo spettacolo merita la sofferenza; infatti le rocce di Zabriskie Point hanno una miriade di meravigliose tonalità che vanno dal verde al rosa all’arancione. Dall’ alto di Dante’s View, a quasi 1.700 metri sul livello del mare, si gode di una vista assolutamente meravigliosa su gran parte della Death Valley, con il suo immenso lago salato. Ritorniamo indietro sui nostri passi e ci dirigiamo verso l’Artist Drive che è un percorso molto suggestivo tra le rocce colorate dove i pigmenti minerali hanno colorato le pietre vulcaniche, infatti è un susseguirsi di pietre dal colore rosso, rosa, giallo, verde, viola e porpora. Per completare il nostro tour nella Valle della Morte, vediamo il Devil’s Golf Corse (una lunga lingua di sale accecante) e Badwater. Qui lungo la parete rocciosa che costeggia il lago salato è stato posto il cartello che segnala il punto esatto del livello del mare, siamo sotto di 87 metri. Ormai il caldo è insopportabile e incominciamo ad avvertire un leggero mal di testa e quindi decidiamo di uscire da questa valle; proseguiamo così verso Shoshone dove ci fermiamo a mangiare al “Crowbar Cafè & Saloon”, un ristorantino molto caratteristico. Sbagliando, pensavamo di esserci lasciati il caldo torrido alle spalle ed invece anche qui si muore dal caldo. Riprendiamo la macchina e ci mettiamo in moto per Las Vegas dove arriviamo alle 16.30, troviamo subito una camera al Motel 6 Tropicana, che dobbiamo preferire a un albergo sul “mitico” strip, perchè oggi in città c’è una convenction e tutti i maggiori hotel sono pieni ed i prezzi alle stelle. Scarichiamo quindi la macchina e poi via verso un outlet dove rimaniamo fino alle 21.00 (almeno c’è l’aria condizionata) e facciamo incetta di indumenti della Nike (scarpe, magliette e altro) e poi … via verso lo strip. Decidiamo di percorre tutto (o quasi) lo strip a piedi a partire dal Luxor fino al Venetian; è tutto un miscuglio di luci e di rumori, la strada è stracolma di macchine, i marciapiedi brulicano di gente. Cammini sempre con il naso per aria e gli Hotel ti sembrano tutti vicini ma poi ti accorgi, soprattutto i tuoi piedi, che per vederli tutti ci vuole un sacco di tempo. Da non perdere soprattutto lo splendido spettacolo di giochi d’acqua davanti al Bellagio. E che dire dell’interno … Un casino -senza accento sulla o- veramente, gente che gioca centinaia di dollari così, senza batter ciglio. Insomma direi che almeno una notte deve essere utilizzata per vedere questo spettacolo. Intorno alle 2.00 di notte ci dirigiamo verso il nostro motel, domani si riparte … ci aspetta lo Zion National Park.
Venerdì 2 Giugno: Las Vegas – Zion National Park(Springdale) Oggi sveglia piuttosto tardi sono già le 7.30 (ehh ??); ci prepariamo velocemente e poi andiamo a fare colazione in un tipico bar americano del posto. Alle 8.30 siamo in marcia verso lo Zion National Park, dal quale ci separano 2.30 h di viaggio. Decidiamo di pernottare a Springdale; così prima di iniziare la nostra visita al parco, cerchiamo una sistemazione per la notte. Al primo tentativo facciamo centro : “El Rio Lodge” posto tranquillo e molto accogliente. Ci dirigiamo quindi verso il parco, lasciando la macchina nel parcheggio del visitor center perché il parco non può essere visitato in macchina, ma bisogna utilizzare lo shuttle che ha 8 fermate nei punti strategici del parco. Faremo tutte le fermate previste, la strada è stretta e sinuosa e si attraversano paesaggi di rocce erose con incredibili striature. Durante una delle nostre soste troviamo anche il tempo di fare una camminata di circa un’oretta verso le Upper Swimming pool. La camminata è piacevole per quanto riguarda il paesaggio circostante ma il caldo è opprimente e inoltre la destinazione finale, una volta raggiunta, ci delude un pochino, infatti le piscine sono asciutte (probabilmente abbiamo sbagliato periodo). Proseguendo il tour ecco una cascata che, in questo periodo dell’anno, è praticamente ridotta a quattro gocce, comunque l’ambiente che la circonda e molto bello. L’ultima tappa del percorso è il Tempio di Sinawava, dove in un torrente ghiacciato mio marito “puccia” i suoi piedini da fata. Rientriamo stanchi morti, ma felici al visitor center e via verso il motel e dopo una doccetta ceniamo alla messicana all’Oscar’s Cafè e dopo una breve passeggiata sotto le stelle (!!!) ci corichiamo. Domani è la volta del Bryce Canyon.
Sabato 3 Giugno: Zion National Park(Springdale) – Bryce Canyon – Page Oggi sveglia alle 6.30: ci aspetta un percorso di 85 miglia prima di arrivare al Bryce Canyon.
Colazione in un locale abbastanza chic: per 2 plumcake e un apple juice spendiamo 21$. Facciamo velocemente il pieno di benzina e poi partiamo. Guido io e in una ora e mezza arriviamo a destinazione. Anche qui lasciamo la macchina al visitor center, dove ci consegnano, come in tutti i parchi d’altronde, un’utilissima cartina con l’indicazione di tutti i viewpoints, delle distanze e dei tempi di tutte le possibili escursioni da fare. Prendiamo dunque lo shuttle e andiamo direttamente al Bryce Point dove si ha una visione del parco a 180°. I colori di queste rocce vanno dall’arancione, al rosso, al rosa, al viola e al bianco… Bellissimo. Riprendiamo lo shuttle e andiamo al Sunrise Point, da qui si possono vedere da vicino i pinnacoli creati dagli agenti atmosferici…Incredibile. Da qui decidiamo di percorrere a piedi il sentiero che porta al Sunset point sempre accompagnati dallo scenario stupendo dei pinnacoli. Giunti al Sunset point decidiamo di percorrere il Navajo Loop, un sentiero che scende nel canyon ma purtroppo si può procedere fino solo a metà perché il resto è chiuso. Pur non potendo proseguire fino in fondo, anche da dove siamo arrivati si può ammirare uno spettacolo stupendo. Ritorniamo, dopo aver mangiato due Hot Dog al volo, alla nostra macchina e ci dirigiamo verso Yovimpa Point in modo tale che durante il ritorno sui nostri passi possiamo fermarci ai vari viewpoints che si trovano sul lato destro della strada. Sono otto i viewpoints da cui si gode una visuale di rocce e vegetazione; quello che più mi ha colpito è stato l’arco del Natural Bridge. Soddisfatti, decidiamo di lasciare il parco verso la nostra prossima meta : Lake Powell.
Dopo tre ore di viaggio arriviamo a Page e subito cerchiamo dove dormire; sempre seguendo i consigli della Guida Routard, troviamo una camera al Lulu’s Sleep Ezze Motel. Scarichiamo i nostri bagagli e ci dirigiamo verso il lago. Subito, essendo già le 19.30, ci dirigiamo verso lo Scenic View, dove ci aspetta un magnifico panorama grazie alla posizione sopraelevata. Ripartiamo poi verso Lone Rock, un grosso scoglio che spunta isolato dall’acqua, da dove si vede un ramo del lago tra le migliaia di cui si compone il lago stesso.
Rientrando verso il motel, ci fermiamo un’altra volta ad un belvedere e qui facciamo le nostre ultime foto del giorno. Doccia veloce e poi cena in un tipico locale western con tanto di gruppo country che suona dal vivo… che spettacolo ! A mezzanotte tutti a nanna. Domenica 4 Giugno: Page – Lake Powell – Upper Antelope Canyon – Monument Valley (Bluff) Questa mattina sveglia assai presto: sono appena le 6.00.
Il programma di oggi prevede una visita dell’ Horseshoe Bend e poi tour all’Upper Antelope Canyon. Cerchiamo un posto dove fare colazione, ma sembrano tutti chiusi, che strano (??).
Giriamo e rigiriamo e finalmente troviamo un locale aperto e ci fermiamo a fare colazione e poi via verso l’Horseshoe Bend …Spettacolare !!! Ritorniamo in città perché dobbiamo comperare un DVD per la videocamera (quando siamo partiti dall’Italia pensavamo di averne a sufficienza ma con tutto quello che c’è da vedere…); ma visto che il negozio, anche se l’orario di apertura era già passato, era ancora chiuso, decidiamo di andare all’information tourist dove avevamo la prenotazione per il tour all’Antelope Canyon. Solo qui scopriamo che abbiamo vissuto per circa 4 h avanti di un’ora … Ora si spiega come mai era tutto chiuso. In attesa del nostro tour, facciamo un salto a un vicino outlet e facciamo incetta di jeans (solo 40$ per i Levis 501) e magliette.
Alle 11.30 eccoci pronti per l’Upper Antelope Canyon: è una gola caratterizzata da pareti scolpite dalla pioggia e dal vento che sembrano tele agitate dal vento. I colori della roccia cambiamo secondo le posizioni del sole, nelle ore comprese tra le 11.30 e 14.00 le rocce diventano di varie tonalità di arancione. La nostra giuda navajo ci indica le posizioni migliori per fare le fotografie … a proposito di foto: in una sola settimana abbiamo fatto 900 foto e 4 h di registrazione video !!! peggio dei giapponesi … Terminato il nostro tour, pranziamo in un Taco Bell di Page a poi via per un veloce tuffo all’Antelope Point. Fa veramente molto caldo e un po’ di refrigerio ci voleva proprio !!! Dovendo arrivare in serata nella zona della Monument Valley, ci rimettiamo in cammino. Siamo indecisi dove fermarci la notte ma quando arriviamo a Kayenta il posto non è proprio il massimo e così ripartiamo alla volta di Mexican Hat e ancora fino a Bluff. E’ questo un paesino molto tranquillo e troviamo subito una camera al Mokee Motel. Ceniamo al Twin Rocks Cafè e poi ci rilassiamo una mezzora sulle sdraio in giardino e ci godiamo una stellata stupenda. Lunedì 5 Giugno: Monument Valley – Grand Canyon(Tusayan) Questa mattina ci svegliamo alle 6.30 e sistemati per l’ennesima volta i bagagli partiamo alla volta della Monument Valley, con breve tappa a Mexican Hat per fare colazione sul fiume San Juan.
Arriviamo all’ingresso del parco alle 9.15 e paghiamo 5$ a testa per l’ingresso (qui in territorio navajo il National Park Pass non è accettato). Iniziamo quindi il percorso: sono 18 miglia di strada sterrata che si percorre ad una velocità minima. La valle è tutto un susseguirsi di mese, monoliti rocciosi di un colore rosso molto particolare. Per arrivare in fondo al percorso ci impieghiamo 3 h, considerando le numerose soste per le fotografie e riprese. Usciti dal parco alle 12.30, facciamo rifornimento di acqua, ghiaccio e benzina e partiamo alla volta di Tusayan, che sarà il nostro campo-base per la visita del Grand Canyon. Arriviamo a destinazione alle 16.30, prendiamo possesso della nostra camera al Red Featherlodge (prenotata dall’Italia) e subito ci dirigiamo verso il Pavillion per prenotare il nostro volo in elicottero per domani. Tutto OK: per la modica cifra di 145 $ a persona prenotiamo il giro per domani alle 17.30 della durata di 45 minuti (il più economico). Partiamo quindi alla volta di Lipan Point per vedere il tramonto previsto per le 19.41… Ed eccolo lì il tramonto tanto aspettato, lo spettacolo è meraviglioso e suggestivo… Si riesce anche a scorgere il fiume Colorado. Facciamo qualche foto ma sia la batterie della videocamera che quelle della fotocamera ci abbandonano proprio sul più bello; decidiamo quindi di rientrare in albergo. Ceniamo al Caffè Tusayan e poi andiamo subito a letto.
Martedì 6 Giugno: Grand Canyon Oggi, come gli altri giorni, ci svegliamo presto precisamente alle 6.06 (combinazione al quanto strana del numero 6 : 6/6/06 ore 6.06…Hum!!!!). Ci prepariamo e andiamo a fare, compresa nel costo dell’albergo, finalmente una colazione all’italiana :caffè, brioches e spremuta d’arancio. Prendiamo la macchina e ci dirigiamo alla fermata dell’autobus che ci porterà fino all’Hermits Rest; il percorso si compone di 8 fermate panoramiche, che da bravi turisti, facciamo tutte. Ad ogni fermata lo spettacolo è sempre più bello, e ci poniamo continuamente la stessa domanda “ma come è possibile che la natura crei degli spettacoli simili?”. L’ultima tappa del nostro percorso (da Pima Point all’Hermits Rest) decidiamo di percorrerla a piedi e così ci incamminiamo lungo il rim. Il percorso non è particolarmente accidentato e nel giro di poco arriviamo a destinazione. A questo punto, sono già le 11.30, decidiamo di riprendere il pulmino che ci riporta verso la nostra macchina. Decidiamo quindi di dedicare il pomeriggio ad attività più rilassanti: dopo una pranzo veloce al MC Donald’s di Tusayan, ci spaparanziamo nella piscina dell’Hotel. Alle 15.30 assistiamo presso l’IMAX alla visione di un filmato della National Geographic sulla storia del canyon (carino). E’ giunta così l’ora del nostro emozionante giro in elicottero e così ci dirigiamo verso l’eliporto e quando arriva il nostro turno l’emozione sale. Vedere il Canyon dall’alto è veramente emozionante, i colori sono spettacolari, il Colorado lo si scorge più volte … Insomma ne è davvero valsa la pena. Per terminare la giornata ci dirigiamo, sempre con il pulmino, verso Hopi Point per vedere per l’ultima volta il tramonto sul Grand Canyon. Così alle 19.43 ecco che il sole tramonta. Rispetto al giorno precedente è meno emozionante, perché il cielo è molto nuvoloso e proprio mentre sta tramontando il sole sale un vento fortissimo e scendono anche alcune gocce di pioggia. Ritorniamo quindi verso l’albergo e ci fermiamo a cenare alla Tusayan Steakhouse: anche se un’po’ costosa, abbiamo mangiato veramente bene. Andiamo subito a letto, perché domani ci aspetta ancora una breve visita al parco e poi 230 miglia per arrivare fino a Phoenix. Mercoledì 7 Giugno: Grand Canyon (Tusayan) -Phoenix Alle 6.00 di mattina siamo di nuovo svegli. Dopo una colazione veloce, carichiamo la macchina e ci dirigiamo verso il visitor center dove prendiamo il pulmino che ci porta al Pipe Viewpoint e a Yaki Point. Oggi il tempo non è molto bello, anzi direi che è proprio brutto. Ogni tanto piove e c’è un vento freddo. Ci dirigiamo quindi verso l’uscita del parco ed ogni volta che troviamo un view point ci fermiamo: particolarmente belli si mostrano Moran Point e Desert View Point.
Usciti dal parco incomincia il nostro percorso di avvicinamento a San Diego con una tappa intermedia a Phoenix. Il viaggio dura 5 h con una breve sosta a Flagstaff per un pranzo veloce in un MC Donald’s; arriviamo a destinazione sotto un temporale e se devo dire la verità la città non è assolutamente da inserire in una percorso se non come tappa intermedia e di avvicinamento. Troviamo da dormire in Motel 6, abbastanza anonimo, ma va bene così. Ci rilassiamo un po’ in camera, visto che fuori piove.
Alle 8.00 usciamo per andare a cenare e notiamo che la pioggia ed il vento hanno sradicato delle piante e che l’asfalto butta fuori tutto il caldo accumulato e di conseguenza si soffoca. Ceniamo al CheeseCake… Piatti buoni e abbondanti; torniamo in albergo e ci collassiamo al volo.Domani ci aspetta l’ultimo tappa per San Diego: sarà dura ..Sono 360 miglia di viaggio. Giovedì 8 Giugno: Phoenix – San Diego Come al solito ci svegliamo presto, carichiamo la macchina, facciamo rifornimento di ghiaccio e andiamo a fare colazione in un piccolo posticino stile Happy Days. Prendiamo dei buonissimi plumcake al cioccolato e poi finalmente partiamo per San Diego. Il tragitto è abbastanza monotono e il paesaggio è tipico dell’Arizona: cactus, cactus, cactus, … Contrariamente alle nostre previsioni pessimistiche, arriviamo a San Diego non troppo tardi : sono le 2 del pomeriggio. La prima impressione che abbiamo non è delle migliori, infatti arriviamo dalla tranquillità delle cittadine vicino ai parchi e ci ritroviamo catapultati in una città con le strade a 5 corsie per ogni senso di marcia e un traffico che fa invidia a quello di Milano nell’ora di punta. Decidiamo di scegliere un albergo sulla spiaggia; così ci dirigiamo all’Ocean Beach Hotel, dove troviamo una stanza libera per due notti. Posiamo i bagagli, con l’intento di visitare il Wild Animal Park: purtroppo il traffico è molto intenso e quando arriviamo a destinazione è ormai tardi. Ripieghiamo dunque sulla Jolla quartiere chic di San Diego.. Lasciata l’auto a un valet parking per 7 $ per tutta la serata, facciamo un bel giretto curiosando per le vetrine e andiamo a vedere le foche che si sono stabilite su uno scoglio vicino alla spiaggia. Il tempo non è dei migliori, il cielo è coperto e fa molto freddo, quindi decidiamo di lasciare la spiaggia e cercare un posto più riparato. Girovaghiamo ancora e poi decidiamo di andare a cenare in un ristorante lungo la strada principale (cibo buono e porzioni ENORMI). Stanchi morti ci trasciniamo verso la nostra macchina e alle 11.00 siamo sotto le coperte al calduccio.
Venerdì 9 Giugno: San Diego Ormai è una tradizione e come tale si deve rispettare : sveglia alle 6.30 e alle 7.00 siamo già in strada a visitare San Diego. Per prima cosa facciamo tappa in uno Starbuck’s per fare colazione; poi ci dirigiamo verso il visitor center per recuperare piantine e informazioni varie. Non è stato facile raggiungerlo ma alla fine ce l’abbiamo fatta (aiutati dal satellitare); prendiamo la mappa e varie informazioni e iniziamo la nostra visita della città. Giriamo a piedi tutta DownTown, partendo da Horton Plaza, che è piacevole e tranquilla, anche se il tempo non ci assiste … è nuvoloso e non fa per niente caldo. Riprendiamo la macchina per dirigerci verso Old Town che raggiungiamo senza problemi. Il posto è carino ma nulla di particolare; ci sono situazioni dell’800 ricostruite ed è tutto abbastanza turistico. Riprendiamo la macchina per andare sull’isola di Coronado. L’isola di per sè non è nulla di particolare se non per l’Hotel Del Coronado, noto perché è stato sede di alcune riprese cinematografiche con Marylin Monroe.
Ed ora che si fa? Sono solo le 17.00 … via verso un outlet dalle parti di Tijuana. Oltre ai soliti indumenti griffati a prezzi stracciati, dobbiamo fare anche una capatina nello store della Sansonite perché dobbiamo comprare un trolley: nelle nostre valigie infatti non riusciamo a farci stare tutto quello che abbiamo comprato in questi 10 gg. Torniamo quindi in hotel per una doccia veloce e poi usciamo nuovamente per cercare un ristorante in cui cenare. Ci dirigiamo verso il Gaslamp Quarter, parcheggiamo l’auto in un silos (14 $ per 4 h) e ci mettiamo in cerca di un ristorante. Troviamo “La cantina” e per 57 $ mangiamo bene e le dosi sono più vicine alle nostre abitudini. Alle 11.30 siamo di nuovo in albergo ma veramente felici… La nostra vacanza è veramente bella e tutto procede per il meglio. Sabato 10 Giugno: San Diego – Los Angeles Questa mattina ci siamo svegliati più tardi : sono addirittura le 7.00. Facciamo colazione al solito StarBuck’s, carichiamo la macchina, facciamo benzina e poi ci mettiamo in marcia verso il Balboa Park. Un quarto d’ora dopo siamo a destinazione. Questo parco è veramente bello, non ci aspettavamo una cosa simile, per me che amo i fiori e le piante è davvero bellissimo: ci sono roseti con rose di ogni colore, gelsomini profumatissimi, fior di vetro coloratissimi, ed altre quantità di fiori e piante fantastici. Mi dispiace aver avuto solo due ore per la visita di questo parco… Va beh!! Partiamo quindi verso Los Angeles e alle 13.30 siamo all’Hotel The Crescent nel quartiere di Beverly Hills (prenotato dall’Italia). Appoggiamo i nostri numerosi bagagli, sacchetti e pacchettini sotto lo sguardo incredulo e un po’ schifato delle receptionist di questo albergo lussuoso… Che ridere, e ci dirigiamo verso la vicina Rodeo Drive. In questa strada famosissima tutte le maggiori griffe italiane trovano il loro spazio … che sfarzo e che prezzi (veramente non sono esposti e ciò non è un buon segno). Torniamo in albergo per una rinfrescatina e poi via verso Santa Monica e Venice. Le dimensioni delle spiagge non sono minimamente paragonabili a quelle italiane e sono proprio come quelle che si vedono nei film. A Santa Monica si respira un’aria rilassata infatti sul lungomare è un continuo via vai di gente in bicicletta, pattini, skateboard, famigliole con i passeggini … è proprio bello. Riprendiamo la macchina e decidiamo di andare ad Hollywood, lasciamo la macchina in un parcheggio vicino al Chinese Theater e ci mettiamo in moto. Arriviamo velocemente al punto in cui si trovano tutte le impronte degli attori e, anche se non vorremmo, la frenesia di fotografare e filmarle tutte prende il sopravvento. Qui, per la seconda volta in 15 gg, troviamo degli italiani che come noi cercavamo impronte di attori italiani: obiettivo raggiunto con Sofia Loren e Marcello Mastroianni … Riprendiamo la macchina per tornare in albergo e mentre stiamo cercando di uscire dal casino mi scappa l’occhio sulle colline e vedo la famosa scritta HOLLYWOOD: è ovvia la sosta per una foto, che non posso fare con la mia fotocamera, mi si è rotto l’esposimetro e quando utilizzo troppo lo zoom diventa tutto rosso, quindi devo utilizzare la videocamera il che se vogliamo è ancora meglio visto che ha uno zoom più potente. Per cena questa sera abbiamo deciso di coccolarci un po’ e quindi abbiamo cenato in un ristorante italiano nel quartiere di Beverly Hills; contrariamente a quanto pensavamo troviamo anche il cibo buono e la pasta non è scotta. Durante la cena facciamo amicizia con un gruppo di americani che appena capiscono che siamo italiani ci coinvolgono come sempre… davvero ospitali questi californiani !!! Dopo cena facciamo quattro passi, ma l’aria frizzante ci costringe a rientrare velocemente.
Domani ci aspettano gli Universal Studios. Domenica 11 Giugno: Los Angeles Partiamo alla volta degli Universal Studios alle 7.30 e durante il tragitto ci fermiamo in una caffetteria in una vietta tranquilla di Beverly Hills; qui riesco a fare una buona colazione con un ottimo cappuccino e una brioches squisita. Paolo invece continua a fare le sue colazioni americane che a me proprio non piacciono. Il tragitto per gli Universal Studios è più breve del previsto e nel giro di 15 minuti arriviamo a destinazione. Paghiamo l’ingresso 118$per due persone e iniziamo il nostro giro. Pronti via troviamo Shrek 3D e come due bambinoni entriamo: Ciuchino è veramente fuori di testa. Dopo ci dirigiamo verso il Lower Lot e nell’ordine facciamo: Revenge of the Mummy: breve ma elettrizzante, è un giro della morte fatto anche in retromarcia al buio pesto Descrizione effetti speciali: qualche problema di comprensione da parte nostra, comunque interessante Backdraft: ci si ritrova in una scena di incendi con fuoco vero ed esplosioni… che caldo Jurassic park: carino (molto simile all’attrazione di Gardaland) e schizzi d’acqua assicurati Poi ci mettiamo in coda (preferiamo il tour in lingua spagnola) per i vari set cinematografici del Back Lot. Durante questo giro si vedono una marea di scenografie di città in dimensione reale che vengono di volta in volta “vestite” diversamente per essere utilizzate in film differenti… bello bello bello Dopo pranzo, torniamo all’Upper Lot per vederci lo spettacolo dei Blues Brothers.
Alle 15.00 inizia lo spettacolo dal vivo del Water World, interpretato da attori di Hollywood (ad esempio c’è un attore della soap opera “Desperate Housewife”). Nonostante la stanchezza, troviamo la forza di entrare anche in “The back to the future” ed anche questo è veramente bello. Ritorniamo in albergo, ci rilassiamo mezzora e poi usciamo per una cena veloce ed un giro, in macchina, per Sunset Boulevard che si rivela un po’ una delusione. Alle 22.30 siamo a letto: inizia il nostro cammino di avvicinamento a San Francisco.
Lunedì 12 Giugno: Los Angeles – Morro Bay Oggi ce la siamo presa comoda e ci siamo svegliati solo alle 7.30. Sistemato bagagli, sacchi e sacchetti, saldiamo il conto in albergo dove vediamo che il parcheggio costa 22$ per notte e che 8 minuti di telefonate costano 18$. Troviamo uno Starbuck’s, prendiamo ciò che desideriamo e facciamo colazione in macchina perché il locale è stracolmo di persone che fanno colazione prima di recarsi a scuola e in ufficio. Facciamo ancora un ultimo giro a piedi in Rodeo Drive e poi prendiamo la macchina e giriamo per un’oretta a zonzo per le vie di Beverly Hills. Alle 10.30 ci mettiamo in movimento e ci fermiamo subito a Santa Barbara per un breve giro sulla spiaggia e per fare due foto. Dopo circa due ora arriviamo a Morro Bay dove decidiamo di fermarci per la notte, troviamo posto al Holland Inn; l’accoglienza non è delle migliori ma le camere sono decenti. Appoggiamo i bagagli in camera, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il Morro, che uno scoglio abitato da falchi pellegrini e come al solito la spiaggia è enorme ed il mare è abbastanza mosso. Andiamo poi verso Montana de Oro che è una spiaggia molto carina con scogli e grotte e successivamente puntiamo verso Pismo Beach, dove facciamo una bella passeggiata sul molo e per l’ennesima volta troviamo una marea di surfisti in mare in attesa dell’onda. Riprendiamo il nostro cammino verso San Luis Obispo, cittadina veramente tranquilla e carina, dove ceniamo in un ottimo ristorantino Basco (Le Fandango).. Ceniamo e poi ritorniamo in hotel … anche oggi siamo stravolti. Il contamiglia dice 3.200 miglia … niente male !!! e non siamo ancora alla fine. Come tutte le altre giornate, anche oggi è stata una giornata pienissima, fisicamente pesante ma bellissima.
Martedì 13 Giugno: Morro Bay – San Francisco Oggi alle 8.00 eravamo ancora a letto, forse la stanchezza ha incominciato a farsi sentire. Carichiamo la macchina e ci dirigiamo verso il centro del paese per cercare un locale dove fare colazione. Fortunatamente il benzinaio dal quale ci fermiamo per fare rifornimento ha anche dei distributori di caffè e una miriade di brioches e quindi decidiamo di fare colazione in macchina recuperando così un po’ del tempo perso. Oggi abbiamo deciso, come suggerito da una delle tante guide in nostro possesso, di percorrere la strada Calinfornia n°1 più panoramica dell’interstate; questa scelta si è dimostrata ottima. Lungo il tragitto ci sono una serie di viewpoint che meritano veramente una sosta, così ogni 4 o 5 miglia ci si ferma, si ammira un po’ il panorama e poi si riparte. Durante il percorso abbiamo anche la fortuna di fermarci in un punto dove sulla spiaggia sono distesi a prendere il sole un numero esagerato di leoni marini; sono simpatici ma decisamente puzzolenti. Alle 14.00 siamo nella Silicon valley dove ci fermiamo a Cupertino per un pranzo al volo in un barettino vicino agli uffici della Apple. Ripartiamo quindi verso San Francisco ed alle 15.30 stiamo percorrendo, a bordo della nostra fedele compagna di viaggio, il Golden Gate Bridge in direzione Sausalito, un piccolo paesino di pescatori appena al di là del ponte. Prima però ci fermiamo al viewpoint dal quale si gode una vista completa della skyline di San Francisco e della sua baia. Le ore a nostra disposizione stanno per finire e quindi decidiamo di ritornare in Lombard Street nel motel in cui abbiamo alloggiato i primi tre giorni.
Posiamo le valigie e ci dirigiamo verso l’aeroporto per riconsegnare la nostra Toyota Highlander con all’attivo 3.650 miglia. Prendiamo quindi la Bart che ci porta in centro per rifarci un giretto e concludere così gli ultimi … Acquisti. Alle 19.20 siamo in Union Square, dove acquistiamo una serie di cappellini per i nostri amici e parenti, magliette ufficiali delle squadre di pallacanestro, baseball, ecc. Ritorniamo quindi verso il nostro albergo, perchè questa sera vogliamo mangiare vicino all’albergo per poi andare a dormine presto; ceniamo quindi al Mel’s Drive Inn e torniamo in hotel.
Facciamo le valigie per bene (comprimendo al massimo il contenuto) e poi crolliamo nel sonno più profondo. Prima comunque troviamo la forza di rattristarci perché ormai la vacanza, forse anche la più bella, sta finendo.
Giovedì 14 Giugno; San Francisco – Milano Sveglia alle 7.00, doccia veloce e completamento delle valigie. Dopo aver fatto colazione con french toast, pancake, caffè americano e sciroppo d’acero, via per l’ultimo giro in città, alle 12.30 dovremo tornare qui perché lo Shuttle passerà a prenderci per portarci in aeroporto. Prendiamo il nostro mitico autobus n° 30 che, essendo oggi un giorno lavorativo, è strapieno. Contrariamente a quanto pensavamo gli americani si vestono elegantemente quando si recano al lavoro (normalmente si vestono sempre in modo sportivo e anche un po’ alternativo). Dopo poco però ci accorgiamo che , oltre alla giuda un po’ spericolata, il percorso è diverso dal solito e quindi decidiamo di scendere proprio di fronte all’imponente Transamerica Pyramid . A piedi ci facciamo Chinatown e torniamo a Fisherman’s Wharf per acquistare ancora qualche gadgets. Arriviamo poi fino a Ghirardelli Square dove acquistiamo un bel pezzettone di cioccolato fondente. Sono nel frattempo arrivate le 12.00 e dobbiamo ritornare verso l’hotel, prendiamo il mitico 30 e alle 12.45 arriva il nostro shuttle. Carichiamo le nostre tre valigie un beauty e una borsa… considerate che quando siamo partiti avevano una sola valigia ed un borsone !!! Il percorso è un po’ lungo perché passa a prendere 4/5 persone in vari alberghi , comunque alle 14.00 siamo in aeroporto. Facciamo il check-in e poi mangiamo un hamburger veloce ed è ora di imbarcarci. Il volo è tranquillo ma come al solito un po’ stancante, una volta arrivati a Parigi l’aereo che ci porta a Milano è in ritardo di un ora, è stata l’ora più dura, mi addormentavo dovunque; arriviamo poi a Milano alle 18.10. Ritiriamo la macchina a noleggio ed alle 20.30 siamo finalmente a casa.
Cosa dire di questa vacanza ? è stata una vacanza perfetta sotto tutti gli aspetti, era stata organizzata con cura e in più gli americani sono persone veramente squisite, disponibili e sempre con il sorriso sulle labbra. Devo dire che prima di questa vacanza gli Stati Uniti non mi attiravano moltissimo, adesso penso già a quando potremo ritornarci e cosa vedere. L’unica nota dolente, imputabile solo alle nostre mani bucate, è che abbiamo speso, comprese le spese negli outlet, 7.500 € in due, così composti: volo 1.510 € noleggio auto 860 € benzina 470 € alberghi 1.550 € pranzi, cene ,colazioni 980 € ingressi parchi , volo in elicottero, ecc.750 € assicurazione sanitaria 250 € acquisti vari 1.100 €