Thailandia zaino in spalla e fai da te
Per prenotare l’alloggio abbiamo usato per tutta la vacanza hostelworld, i prezzi degli ostelli in Thailandia sono decisamente bassi e noi abbiamo scelto, tendenzialmente per caso, ma per fortuna, sempre alloggi non di primo prezzo, spendendo comunque non più di 8/9 € a notte e dormendo in posti splendidi e molto puliti.
Inoltre per mangiare bene vi consiglio di cercare un filo di wifi e accedere a tripadvisor inserendo i filtri “cucina Thailandese” e “fascia economica”. Soprattutto per i ristoranti di bkk, la Lonely non dà molti consigli (meglio per Chiang Mai ed Aonang), mentre tripadvisor non delude mai.
Comunicare con i thai è stato spesso piuttosto difficile, raramente sanno formulare frasi sensate in inglese e la nostra pronuncia delle parole thai. Non so come sia possibile, non coincide praticamente mai con quella originale! La loro lingua ha 5 toni differenti e utilizzano la quantità vocalica, come io non avevo mai sentito prima!
Tornando alle tappe del nostro viaggio a Bangkok abbiamo pernottato al Khaosan Immjai, a 10 minuti a piedi da Khaosan Road e a 20 minuti sempre a piedi dal Palazzo reale. La scelta è stata azzeccata perchè la struttura è nuova, pulita e accogliente e si trova in una zona pulita e piacevole proprio in centro, ma abbastanza distante da Khaosan Road dove la musica dei locali è altissima e gli ostelli non sembravano per nulla accoglienti.
Per visitare Bkk bastano un paio di giorni, i monumenti più belli si trovano tutti vicini e si visitano in poco più di mezza giornata e il resto della città a me non ha detto molto. Successivamente ai monumenti di palazzo Reale, What Pho e What Arun, che mi hanno davvero affascinata, abbiamo fatto un giro in battello sul fiume, guardando la città da un differente punto di vista. I battelli sono turistici o “locali” e si differenziano per bandiera arancione o azzurra. Noi ci siamo fatti delle risate sul battello locale, che fa lo stesso identico giro ma costa meno, e successivamente siamo saliti sulla montagna dorata per fare qualche bello scatto della città al tramonto.
Il sabato mattina abbiamo visitato il Chatuchak Market e nel pomeriggio abbiamo fatto un giro in longtail sui canali di Thonburi come consigliato dalla Lonely, una zona della città in cui la strada è ancora costituita dai vecchi canali della città. Non pensiate di arrivarci a piedi dalla stazione del battello di Thonburi, siate più furbi di noi, non è possibile vederli a piedi! Dovete andare ai moli Tha Chiang e Tha Pier e lì contrattate sul prezzo allo sportello. Noi abbiamo pagato circa la metà del prezzo originale. Il giro è stato davvero bello, abbiamo visto una zona della città profondamente differente dal resto e avvistato diversi Varani, ne è valsa la pena! Alla sera abbiamo mangiato in diversi posti, purtroppo solo l’ultima sera abbiamo trovato un vicoletto pieno di ristorantini locali fantastici (samsen soi 2) e decisamente migliori dei banchetti in strada. In generale è molto diffuso tra i thai mangiare ai banchetti, penso che forse molte case non abbiano proprio la cucina e dalle 17:30 in poi non è raro vedere i residenti scendere a comprare le zuppe in sacchetto indossando splendidi pigiami.
In Ottobre è morto il Re, che ha regnato negli ultimi 60 anni la Thailandia, ed è stato proclamato il lutto nazionale per 12 mesi. Il popolo, in larga parte buddhista, ha un’adorazione per la famiglia reale ed ogni giorno arrivano in città migliaia di pellegrini per rendere omaggio alla salma reale. Per loro sono predisposti percorsi speciali e luoghi di ristoro gratuito, simili ad enormi sagre, alle quali purtroppo non siamo riusciti ad imbucarci. Tutti gli edifici pubblici hanno il lutto esposto ed i dipendenti statali devono andare a lavorare vestiti di nero fino al termine del lutto, perciò, soprattutto vicino al palazzo reale, si vedono stormi di persone vestite di nero muoversi in gruppo. Inoltre tutti i giorni viene suonato l’inno nazionale in filodiffusione alle 8:00 ed alle 18:00, durante il quale è uso alzarsi in piedi e sospendere le proprie attività.
Da Bkk abbiamo fatto una gita in giornata ad Ayutthaya , viaggiando nella terza classe di un treno locale, spendendo mi pare 20 bath. Il viaggio in treno lo consiglio, si attraversa tutta la periferia della città, passando in mezzo alle baracche in cui vivono ancora molti abitanti, poi i thai sono particolari e durante il viaggio passano venditori vari, di bibite, libri e cotiche fritte, che non possono mancare. Dalla stazione ferroviaria si cammina dritti per circa 200 metri, poi si attraversa un fiume su di un ponte mobile e si va ancora dritti per mezzo km circa. Per girare i monumenti dell’antica capitale vi consiglio la bicicletta, da noleggiare allo sbarco dall’altra parte del fiume, non c’è molto traffico e le distanze sono lunghe, oppure il tuctuc, che vi verrà proposto appena fuori dalla stazione. Noi per un’incomprensione l’abbiamo fatta a piedi, ed è stato da folli! Il tempio lungo il fiume è bellissimo per riposarsi.
L’indomani ci siamo diretti a Kanchanaburi, abbiamo fatto una gita organizzata e poi da lì abbiamo preso il night bus per Chiang Mai. Questo autobus notturno è coperto da un “Gomblotto”, infatti tutti a Bkk dicono non esista, abbiamo dovuto chiedere al proprietario dell’ostello di chiamare per noi la stazione degli autobus di Kanchanaburi, ed infatti esisteva, proprio come diceva la lonely! Kanchanaburi merita una menzione speciale, penso che se tornassi in Thailandia, mi fermerei qui per visitare la natura pazzesca che la circonda, evitando di recarmi fino a Chiang mai, che è davvero super turistica! noi in giornata abbiamo visto il ponte sul fiume Kwai e le cascate di Erwaran… spettacolari, non tanto per le cascate in sé, comunque molto carine, ma per la natura che si attraversa. Noi in quella semplice passeggiata abbiamo incontrato scimmie e serpentelli a caccia. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di fare un giro sulla ferrovia della morte… e non me lo perdono! Forse avremmo potuto chiedere un’escursione personalizzata, pagando sicuramente di più, ma penso ne sarebbe valsa la pena.. mentre aspettavamo il vip bus (voto 10) abbiamo cenato sui banchetti davanti alla stazione con delle ottime omelette farcite con cose non identificate.
Così siamo arrivati poco prima dell’alba a Chiang Mai e, dopo aver assistito ad una session di thai chi per pensionati in piazza, facendo colazione con latte e brioches del 7eleven, ci siamo diretti verso l’ostello. Ora: dalle foto su hostelbooking me ne ero innamorata e per questo non mi sono preoccupata del prezzo sittanto stracciato, ma una volta giunti al Mojito Garden ho dovuto ammettere che, alla soglia dei 30, non sono più così tanto Punk da sopportare i bagni lezzi. Se è la prima volta che vi recate in sud est asiatico preparatevi ad una pratica che per me è stata quasi inimparabile… dopo aver fatto i vostri bisognini, dovrete gettare la carta igienica nel cestino e non nel water! Alla luce di ciò immaginatevi di entrare nei bagni e trovare una montagna di carta sporca al posto del cestino… bleah! Perciò ci siamo messi a girare cercando una sistemazione migliore (doppio BUUU anche per il Capsule hostel in cui i letti sono all’interno di un vecchio negozio senza finestre) e abbiamo infine trovato in wa lai road un ostello appena aperto, che infatti non si trova su internet, che si chiama @home hostel e si trova dietro il Boutique hotel, di cui è il fratello minore. Costo meno di 9 euro a notte per un servizio fantastico, con una proprietaria splendida! È proprio davanti all’orfanotrofio, dalla strada si vede solo il Boutique Hotel. Wa lai road è la strada dei gioiellieri che lavorano l’argento e in una traversa si trova addirittura un tempio completamente in argento. Chiang Mai ci è piaciuta sotto diversi punti di vista, innanzitutto abbiamo visto molte donne fare gli stesi lavori degli uomini, come le tassiste, poi è ricca di templi in legno dipinto, più affascinanti dei templi trash con specchietti e colori shocking di bkk ed anche la sua parte più moderna ha alcuni scorci molto belli. Abbiamo mangiato in diversi night market, con diversi esiti, ma il pasto più gustoso l’abbiamo fatto in un posticino davanti al wat phra singh, in cui devi spostare i coperchi delle ciotole per vedere le pietanze, consigliato dalla l.p.. Il punto per me più dolente qui è stata assolutamente la prostituzione onnipresente!
GITE DA CHIANG MAI
Vi consiglio assolutamente di non fare come noi, se volete recarvi qui per fare delle escursioni nella giungla, prenotate prima e con i t.o. consigliati dalla Lonely, gli altri vendono giretti piuttosto banali, sempre abbastanza spettacolari eh… non sei in pianura tra la nebbia! Ma penso che si possa fare di meglio, con cifre che comunque in euro non sono proibitive. Purtroppo uno dei t.o. consigliati voleva venderci il giro di tre giorni per cui non avevamo tempo né voglia ed altri due erano full, così siamo partiti con un altro gruppo di cui non vi faccio nemmeno il nome. Abbiamo fatto due giorni e una notte nella giungla, che più che altro definirei campagna. Per fortuna eravamo con compagni di viaggio simpatici e se qualcosa ci faceva un po’ rosicare, riuscivamo a riderci su. Lo sfruttamento del turismo qui è totale, tutte le famiglie della valle visitata hanno uno o due elefanti da far vedere ai turisti, tenuti in recinti altissimi… fatti con i tronchi dei loro enormi alberi. La vera cosa terribile sono i campi in cui gli elefanti sono costretti a fare spettacolini agghiaccianti… e passando in pick up abbiamo visto centinaia di turisti parteciparvi, e questi sembravano tutti provenienti dal nord Europa, perciò non abbiamo che potuto chiederci come sia possibile essere tanto insensibili nel 2017.
Successivamente abbiamo fatto una visita al parco del Doi Suthep, al costo di 50 euro, prenotata nell’agenzia davanti al What pra singh. Quando vi dico che qui il turismo lo sfruttano sul serio, intendo che ogni guida che porta in questo parco ha lo stesso minivan ed ogni giorno lo carica di turisti e nessun turista sprovvisto di guida può recarvisi nemmeno a fare 4 passi. Noi siamo partiti al mattino presto, arrivando in ogni punto, giusto giusto prima della folla. Siamo stati sulla punta della montagna più alta del paese dove sono nuovamente stata paparazzata da un gruppo di ragazze thai in quanto Bionda… quindi una roba esotica, fashion e pure segno dei tempi che cambiano! Abbiamo visitato lo splendido mausoleo che non è ovviamente bello quanto in foto, ma non è male. Pranzato bene in un maxi ristorante turistico e poi abbiamo fatto una bella passeggiata di un paio d’ore nel cuore del parco, devo dire che è stato proprio piacevole, ed è terminata nel villaggio dell’azienda agricola della zona. Il parco infatti è molto vissuto, ci sono molti frutteti e campi dove a seconda della stagione si coltivano riso o fragole. Noi che ci siamo stati nella stagione arida abbiamo assaggiato le fragole più buone mai mangiate, ed oggi, ciucciando le fragole di aprile in Italia, aspre e gommose… ci ripenso con la lacrimuccia.
Da Chiang mai abbiamo infine preso l’aereo per il mare… destinazione SUD! Allora: eravamo indecisi su quale destinazione della zona scegliere per pernottare, io proponevo Ao Nang, che pensavo più festaiola, ma la lonely la definiva anche più malfamata, perciò abbiamo optato per Krabi. Ad oggi posso semplificarvi la situazione così: Krabi è Savona, grigia cittadina sul mare, ed Ao Nang è Albissola, il paesino affianco, più turistico e ricco di vita notturna. Certo a Krabi abbiamo risparmiato un bel po’, ma alle 22 non c’era più in giro nemmeno un’anima. Abbiamo dormito all’Amity Poshtel, che giudico davvero uno degli ostelli più belli che ho visitato e se dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare da qui in poi abbiamo mangiato davvero meglio che nella prima parte della vacanza, non so dirvi perché, anche questa è una zona molto turistica, ma gastronomicamente batte centro e nord 10 a 0. Per la cena vi consigliamo i due baretti in muratura che si trovano affacciati sul “Krabi night Market” se tenete le spalle al mercato, vi super stra consiglio quello più a sinistra dove abbiamo mangiato un ottimo pollo e uno splendido riso dentro l’ananas.
In realtà conosco uno dei motivi per cui ho tanto odiato il cibo nelle tappe precedenti, perché ci ho messo un bel po’ a capire che con Curry verde non intendono una semplice spezia ma proprio un condimento con curry, lemongrass e latte di cocco che a me faceva abbastanza specie ed ogni volta ordinavo per sbaglio!
Da Krabi si arriva a Railay in long tail in circa 45 minuti, facendo un giro naturalisticamente affascinante. Railay è uno spettacolo, come tutta la zona in verità, grazie a questa incontenibile e incredibile natura e in più dalla spiaggia abbiamo avvistato molti gibboni. Sulla spiaggia è possibile affittare i kayak e passare proprio sotto sotto i panettoni enormi che spuntano dall’acqua. Nb: il sentiero per il belvedere inizia in modo molto ripido ma è fattibile, sudando molto! Ah, ovviamente anche se era la stagione arida e in dieci giorni non avevamo ancora visto una nuvola… qui abbiamo preso una tempesta tropicale in spiaggia. Ricordatevi che qui ci sono 2 cicli completi di marea, perciò alle 16 l’acqua inizia a ritrarsi per ritornare a tarda sera e sparire di nuovo di prima mattina. Una gita è stata visitare il tempio della tigre, dietro il paese, che non è niente di pazzesco, ma è notevole perché si trova proprio sul cucuzzolo di una di queste formazioni montuose e ci si arriva tramite una serie infinita di scale… armatevi di coraggio ed acqua! La particolarità di questo templio che mi ha colpito di più è la presenza di monache donne.. e decine di scimmie.
L’ultima sera prima di andare a Pippy island abbiamo prenotato gli spostamenti.. e ci siamo fatti fregare! Abbiamo prenotato tutto tramite un’agenzia che ci ha venduto per circa 40 euro: battello a/r per Pippy ed autobus per il rientro a bkk dove avevamo l’aereo prenotato. Io ero titubante perché l’autobus non era un vip bus ma la signora ci ha convinto dicendoci che battello ed autobus erano della stessa compagnia e che se tardava l’uno, l’altro avrebbe atteso. Consiglio vivamente a tutti di prendere il battello precedente per il rientro a Krabi e andare a prendere il vip bus, il nostro viaggio è stato davvero infernale, su un autobus del 15-18, scomodo e freddo a causa dell’aria condizionata mal funzionante, che pensavo mi avrebbe ucciso.
Pippy Island è bellissima e tutte le sere si perde in feste folli, ci sono più tatuatori che panifici e i prezzi sono decisamente più alti che nel resto del paese… ma un paio di giorni se li merita. A questo punto lasciatemi spendere due parole sulla gestione dei rifiuti in Thailandia: fa schifo. Pensate che nella capitale, i poveri netturbini aprono tutti i sacchi della spazzatura per differenziare la plastica, ecc.. i thai tendenzialmente non hanno questa cultura. Quando sbarchi a Pippy ti chiedono, mi pare, 50 bath per gestire la spazzatura sull’isola.. e poi trovi discariche spontanee appena esci dal centro. La spiaggia sulla quale si trovano tutti gli ostelli è inquinata dai litri di benzina che sversano tutte le sere per fare i giochi col fuoco coi quali animano le serate… tremendo! L’isola è stata duramente colpita dal maremoto del 2004 ma ora è tutta ricostruita. Noi abbiamo dormito al Blanco Hostel, in una stanza da 2 eravamo 6 e senza finestre, senza acqua calda, ecc ecc.. non consiglio! E non consiglio tutti quelli su quella spiaggia. Ma consiglio le serate in spiaggia 😉
Il secondo giorno, coi postumi di una serata piuttosto impegnativa ed una colazione spropositata sulla spalle, siamo saliti sul cucuzzolo del view point, sudando come maialetti allo spiedo, per una mezz’ora buona. Nella salita si attraversano i villaggi dei locali, fatti di baracche di lamiere, visto che sull’isola non si trova il bamboo, che abbiamo invece visto utilizzare per tutte le case al nord. La vista merita davvero, ma state attenti che sulla cima ci sono diversi punti panoramici e in uno fanno pagare il biglietto di ingresso, mentre negli altri no. Dopo una pausa rilassante a vedere il panorama siamo scesi dalla parte opposta alla salita, per raggiungere le spiagge dall’altra parte dell’isola, tramite un sentierino in mezzo al giungla, il primo trovato, ma più avanti ce ne erano altri per altre spiagge. Tutto ok fino a quando a pochi metri dalla spiaggia ci siamo trovati in mezzo alle scimmie, qualche secondo di paura quando il maschio più grosso ci è venuto incontro, ma ci hanno lasciato passare senza problemi, direi che sono abituatissime alla presenza umana, ma nel dubbio vi consiglierei di scendere con un bastone.
Il terzo giorno abbiamo fatto una gita in barca intorno all’isola, abbiamo visitato Maya Bay, la spiaggia di the beach, la laguna vicina, abbiamo fatto un breve snorkelling in un punto ricco di pesci e coralli e poi ultima sosta a Monkey beach. Siccome siamo gente “speciale” abbiamo deciso di fare la prima gita della mattina, partendo alle 6:15 per arrivare così a Maya Bay, prima della folla. L’impegno ci ha ripagati e siamo arrivati lì prestissimo, così presto che non c’era neppure il mare!! La marea era ancora bassissima e così… anche qui ci siamo fatti delle grasse risate.
Praticamente tutti i pasti a Pippy li abbiamo fatti dalla Nonna, un ristorantino all’interno del food market, al centro dello Tsunami Village, praticamente due garage, con i muri tutti scritti a penna dai clienti. Dentro ci lavorano due vecchini e la figlia… cibo spettacolare ed economico. Ovviamente vi sconsiglio i ristoranti bellissimi sulla spiaggia, per sicurezza, per non lasciare nulla di intentato ne abbiamo provato uno… e davvero non era particolarmente buono, ma soprattutto nemmeno degno di allacciare le scarpe alla Nonnina! E poi niente, ci è toccato partire per mille mila ore di viaggio dall’isola alla capitale, dalla capitale a Dubai ed infine casa.
Cosa mi è piaciuto di questa vacanza: la natura, il padthai, le persone simpatiche, gli animali, i templi… tante cose!
Cosa non mi è piaciuto: i commercianti che tentano di arraffarti tutti i soldi, non poter quasi mai girare in libertà, le persone antipatiche..
Ho scritto tanto, avevo voglia di raccontare le splendide avventure di Lady Cheap, la Rotter e Gaia28. Korpun – kaaaa