Thailandia: templi e mare

Tra templi che sono un incanto e isole meravigliose dalle splendide acque blu e altre trasparente adatte allo snorkeling
Scritto da: Clo&Alex
thailandia: templi e mare
Partenza il: 28/11/2015
Ritorno il: 14/12/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Voliamo su Bangkok da Venezia con scalo a Mosca, al ritorno invece partiremo da Phuket, per un totale di € 510 a testa. La compagnia Aeroflot già la conosciamo e ci piace per la qualità degli aeromobili e anche del cibo, oltre che per le amenities. L’aeroporto di Mosca sembra un grande bazar, un po’ caotico, pieno di matrioske e di gente in infradito (con la neve e -4° gradi all’esterno: potere della vodka!). Arriviamo a Bangkok in mattinata, cambiamo un po’ di soldi all’aeroporto e ci rechiamo al piano delle partenze per prendere un taxi di passaggio, invece di quelli già pronti fuori della zona degli arrivi che applicano un costo più alto già in partenza. Per arrivare al nostro hotel nella zona vecchia spendiamo 300 baht (dove 1€=40b. Circa).

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BANGKOK

Bangkok è una metropoli immensa con zone molto differenti fra loro. Noi abbiamo scelto il quartiere di Phra Nakhon, nella parte vecchia, per sentirci più distanti dal mondo occidentale – e quindi maggiormente immersi nel viaggio – e anche per poter comodamente raggiungere tutti i monumenti a piedi. Esplorando la zona del nostro hotel su GoogleMaps vedevo vicoletti sporchi e inquietanti: la realtà è che l’hotel davvero sorgeva alla fine di uno di questi vicoletti, che però nei fatti è tranquillissimo, con un supermercato aperto 24 ore, un banco per il cambio dei soldi, un banco dove prenotare le escursioni e tre o quattro bar molto invitanti aperti fino a tardi. La sera si raggiunge a piedi KhaoSan road in meno di 10 minuti e, nonostante i venditori ambulanti che dormono all’aperto, accoccolati a terra ai piedi dei loro banchetti, non ci siamo mai sentiti in pericolo o quantomeno a disagio.

Il modo più economico di spostarsi in questa zona quando siete stanchi di camminare (o troppo accaldati, visto che le temperature nella stagione fresca raggiungono comunque i 30°C!) è senz’altro il taxi, il tuc-tuc è una valida alternativa ma un po’ più caro; ci sono infine i battelli sul Chao Phraya (Chao Phraya Express Boat, corse a partire da 6b.), che personalmente ho usato solo per attraversare il fiume per raggiungere il Wat Arun, in quanto li ho trovati piuttosto scomodi e confusi. Molto tipica e comoda ai templi anche China Town, con tutte le sue decorazioni.

Il quartiere finanziario di Silom è caratterizzato da grattacieli, hotel di lusso (soprattutto le catene internazionali), strade trafficate che risuonano di mille clacson e… lo ammetto: per me non ha nessun fascino! Ma anche i grattacieli, lo smog e la vita frenetica sono un aspetto tipicamente asiatico e chi decide di soggiornare qui ha a disposizione una rete efficiente di metro ma soprattutto gli skytrain (BTS). Tenete a mente che questi mezzi moderni arrivano al massimo fino alla stazione ferroviaria Hua Lamphong, da dove per raggiungere la zona dei monumenti dovrete comunque prendere un taxi o un tuc-tuc.

Stesso discorso vale per Sukhumvit, zona anch’essa molto moderna e trafficata, scelta in genere come alternativa più economica a Silom, ma che comunque vanta uno dei viali più lunghi al mondo, Sukhumvit Road appunto.

Arriviamo in hotel alle 13:00 circa, ci sistemiamo, ci mettiamo leggeri e partiamo subito alla scoperta dei dintorni. La nostra fortuna è di arrivare a Bangkok di domenica, quando ogni tempio della città ospita una qualche cerimonia più o meno fastosa, nonché la settimana precedente al compleanno del Re, in cui la città si prepara ai festeggiamenti: il viale dietro il nostro hotel è praticamente un’unica lunghissima decorazione floreale e ogni negozio, accanto alle mille statue di Buddha, vende gigantografie (ma realmente giganti) del re e quasi ogni persona porta la maglietta stampata per l’occasione, anche perché il compleanno del re è anche la festa del papà.

L’ingresso al WAT POH – sede del famoso Buddah reclinato – costa 200b., l’acqua è distribuita gratuitamente. L’ingresso al WAT ARUN, sulla riva opposta del fiume, costa 100b., ma il tempio è quasi interamente chiuso per restauri nel periodo della nostra visita. Riusciamo comunque ad ammirare le favolose e minuziose decorazioni che caratterizzano anche questo tempio, che gode di una posizione davvero privilegiata.

Il secondo giorno lo dedichiamo al PALAZZO REALE (500b.), dove è consentito entrare solo con gambe e braccia coperti, ma potete prendere in prestito (con una cauzione di 200b. a capo) dei vestiti all’ingresso, che difficilmente saranno della vostra taglia, ma quantomeno sono puliti! Al Wat Poh ieri siamo rimasti colpiti da questa arte caotica e piacevole allo stesso tempo, piena di colori, mosaici, pietruzze brillanti, dorature e accompagnata da statue di Buddha in ogni posa, età e dimensione e siamo rimasti qualche minuto in religioso silenzio ad osservare i rituali della gente del posto durante le preghiere; tutto ciò scordatevelo totalmente al Palazzo Reale! Gruppi di asiatici urlanti che turbano i timpani e i panorami ripresi dalla vostra macchina fotografica, vestiti pesanti sotto il sole cocente che non da tregua, si visita una volta nella vita e si resiste finché si può, noi abbiamo giurato di non tornarci mai più!

Per riprenderci dalla visita al Palazzo Reale ci dirigiamo al TEMPIO DELLA MONTAGNA D’ORO (40b.), dove troviamo in effetti l’oasi di pace che ci serviva. I gradini non sono troppo impegnativi e arrivati in cima – dopo aver suonato tutti i gong e le campane e campanellini trovati lungo la salita – si gode di una vista meravigliosa sulla città e si può trascorrere un po’ di tempo a rinfrescare corpo e pensieri su un tetto adornato di statue e gong.

Un tuk-tuk tappezzato di figure di Doraemon (una delle tante figure adorate qui, e adorate non è una parola esagerata, visto che abbiamo trovato le statuette di Doraemon nei tempietti che i thailandesi costruiscono fuori delle loro case per gli spiriti!) ci porta alla CASA DI JIM THOMPSON, che per qualche strano motivo è raccomandata da tutte le guide. Dopo un pranzo nello scenico ma caro ristorante, ci uniamo ad una visita guidata obbligatoria (300b.): la visita è senz’altro interessante e ci permette anche di apprendere qualche nozione culturale sulla vita dei thailandesi, ma onestamente se avete poco tempo, dedicatelo ad altro.

La giornata si conclude al PARCO LUMPHINI, nel quartiere di Silom, dove non possiamo fare a meno di prenderci un pedalò-cigno per un giro nel laghetto, né possiamo fare a meno di essere continuamente investiti dalle centinaia di thailandesi che fanno jogging per tutto il parco!

L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita dell’antica capitale, AYUTTHAYA, per la quale acquistiamo un’escursione da 1000b. a persona, con prelievo all’hotel (ma al ritorno ci lasceranno in mezzo ad una strada sconosciuta, per fortuna non distante dall’hotel una volta che capiamo da che parte dirigerci!). Se vi dicono di coprirvi non fateci caso: si muore dal caldo e non è assolutamente necessario avere gambe o braccia coperte!

Ayutthaya è magica, ci sembra di essere stati portati dentro il Libro della Giungla, con questi templi in rovina che si mischiano alla vegetazione ed una pace che invita alla meditazione.

Non possiamo lasciare Bangkok senza mettere la spunta allo skybar dell’Hotel Lebua State Tower, famoso per il film “Una notte da leoni” e veramente scenico. Un mojito ci costa il triplo della cena, ma il panorama vale ogni singolo baht come li vale il cameriere-fotografo che ci fa un servizio fotografico degno di un album di nozze e ci lascia sul cellulare una foto che è forse la più bella che ci sia mai stata scattata e per la quale continuiamo a ricevere complimenti. Peccato che il resto dello staff non sia altrettanto simpatico e servizievole, ma d’altronde è anche per questo che non abbiamo scelto nessuno di questi grandi e lussuosi hotel.

KRABI

Da Bangkok voliamo su Krabi con AirAsia (molto meglio delle nostre RyanAir, EasyJet, Volotea, e compagnia bella), con partenza dall’aeroporto Don-Mueang. Da Krabi per raggiungere il nostro hotel ad Ao Nang optiamo per il taxi collettivo a 150b a testa, perché tanto ci dicono che ci mette 40 minuti, invece dei 30 che ci mette il taxi, che però ci costerebbe il doppio. Ok che i thailandesi parlano un pessimo inglese, alla fine i 40 minuti saranno un’ora e 40 minuti! Vi dico solo che da quella volta il mio compagno mi ha proibito di preferire i mezzi pubblici al taxi quando siamo in vacanza!

Krabi è una buona destinazione per chi ama la tranquillità e le zone poco turistiche. La penisola in sé ospita solo hotel molto cari e raggiungibili solo via barca, per economizzare e avere più libertà si può stare a Krabi Town o, come abbiamo fatto noi, ad Ao Nang, una cittadina molto piacevole e poco caotica se comparata ad altre famose destinazioni, che rimane comunque ancora abbastanza cara. Dal centro città si arriva a piedi a delle bellissime spiagge, quali Nopparathara o Ao Nang Beach, alla quale si arriva attraverso un percorso quasi avventuroso. Oppure si può noleggiare uno scooter per 150-200b per raggiungerne altre, ad esempio noi, su consiglio di Franco, un toscano che gestisce un ottimo ristorante in città, ci intrufoliamo al Dusit Hotel e ci sistemiamo sulla spiaggia libera. Una cosa che hanno in comune queste spiagge, al di là degli splendidi panorami caratterizzati dai faraglioni che spuntano qua e là dalle acque calme e cristalline, è che sono praticamente deserte: ad eccezione di un’altra coppia o forse due, queste spiagge sono praticamente nostre!

Krabi si trova sulla terraferma ma si affaccia sul Mare delle Andamane ed è composto da 83 isole, che ovviamente non vorrete perdervi: date le distanze piuttosto ridotte, qui son da preferire le long tail boat, quelle tipiche barche che vedete in tutte le foto esemplificative della Thailandia e che sono tanto belle quanto divertenti: non pensate di rimanere asciutti dopo una corsa in barca! Partecipiamo all’escursione alle 4 isole per 500b, a cui vanno aggiunti i 400 di ingresso al parco marino (lo stesso parco che include Phi Phi Island, non un parco a caso!). L’escursione ci porta a Chicken Island, così chiamata perché ha davvero la forma di un pollo, ma lo si nota solo sulla via all’isola successiva, che più che un’isola sembra una lingua di sabbia bianca emersa con la bassa marea; Poda Island è il luogo di sosta ideale in quanto c’è abbondanza di alberi sotto cui fermarsi per il pranzo, nonché bar e servizi igienici, ma la più bella per noi rimane la Phra Nang Bay e la Cava della Principessa: sembrano esistere varie legende su chi fosse Phra Nang, chi dice che si trattava della moglie di un marinaio disperso in mare, che passò il resto della sua vita in questa caverna ad aspettarlo, mentre altri – ed è la versione a cui voglio credere io – parlano invece di una vera e propria principessa rapita ed uccisa, il cui spirito è rimasto a vivere nella caverna. Comunque sia, i thailandesi sono devoti a questa figura a cui offrono in dono falli di tutte le dimensioni e i colori a supporto delle loro preghiere per la fertilità, o come ringraziamento dopo aver effettivamente avuto un figlio. E’ così strano vedere questo luogo, a tutti gli effetti sacro, su una delle spiagge più belle della zona e perciò sempre colma di turisti spaparanzati al sole (mentre i più intrepidi scalano le pareti di roccia sopra la vostra testa): così tanto in uno spazio tutto sommato piccolo!

Altre isole da non perdere assolutamente sono le Hong Islands, caratterizzate da baie racchiuse fra i faraglioni che garantiscono uno snorkeling da urlo. Con il kayak potete arrivare anche alle baie che sono invece inaccessibili alle long tail o alle barche a motore, oppure a qualche spiaggetta non affollata dalle centinaia di turisti che – giustamente – vogliono visitare questi posti meravigliosi.

PHUKET

Da Ao-Nang, Phuket la raggiungiamo ovviamente in barca, con un altro transfer colorito ed infinito che stavolta ci costa, assieme al trasporto terrestre fino all’hotel, 600b a testa.

Dopo aver sentito e letto le più varie opinioni, ho optato per soggiornare a Patong con un po’ di timore, ma per noi, coppia giovane con qualche pretesa, che amiamo rilassarci ma avere qualcosa da fare dopo cena, la scelta è stata azzeccatissima: Patong a novembre/dicembre è molto più tranquilla che a febbraio, quando pare che Bangla Road diventi quasi inagibile. Kata e Karon sono effettivamente più tranquille – troppo per i nostri gusti – e se volete un po’ di movimento dovete dipendere dallo scooter, che non è consigliatissimo sulle buie strade in salita e discesa, rese inoltre scivolose dai frequenti acquazzoni. I taxi sono costosi, e man mano che ci si avvicina a Patong si rischia di restare intrappolati nel traffico anche per ore! Kata e Karon sono una delle principali mete di italiani da sempre, per cui almeno troverete connazionali che vi organizzano le escursioni, evitando di trovarvi con gli orientali che purtroppo sono proprio i tipici turisti mordi-e-fuggi (e le escursioni riflettono i loro gusti visto che sono molti più di noi!). Patong non è di certo da scegliere per la spiaggia, un luogo dove fare amicizie ma con i tipici colori dell’alto Adriatico, mentre a mio parere le spiagge più belle si trovano più a nord, come ad esempio Surin e Bangtao (o le callette che trovate lungo la strada, come Laem Singh).

Anche a Patong gli scooter si possono affittare per 200b, noi abbiamo trovato la Sole e Luna GuestHouse, il cui proprietario, ovviamente italiano, affitta anche scooter in ottime condizioni (e a ottime condizioni rispetto a chi ve li propone per la strada!).

Da Patong le possibilità di escursione sono molteplici, ma dimenticatevi le long tail boat: le destinazioni migliori sono abbastanza distanti da richiedere di arrivarci con una speed boat. Le isole Phi-Phi sono probabilmente le più celebri in questa zona, ed infatti sono prese d’assalto da migliaia di persone ogni giorno, è caldamente consigliato pernottarci almeno una notte per poter visitare Maya Bay la mattina presto (qui sì con una long tail boat, che farà la sua porca figura nelle vostre foto!), ed evitare di rimanere incastrati fra le barche degli escursionisti che arrivano da ogni dove e rendono impossibile anche un semplice tuffo in queste acque.

Altre isole meravigliose sono Raya o Racha, dalle splendide acque blu, in genere abbinata alla vicina Coral Island, che invece ha l’acqua trasparente ed adatta allo snorkeling fin dalla riva, dato appunto il fondale corallino.

Ma la mia preferenza va in assoluto alle Isole Similan: il viaggio per arrivarci è piuttosto lungo, ma io non ho mai visto altrove un mare così bello, di un blu intenso, che penetra negli occhi, in contrasto alle rocce levigate dal mare dalle forme così dolci e le sfumature perfette, che sembrano quasi finte (qualcosa di simile alle Seychelles – mi dicono)! Anche qui è possibile fermarsi per la notte, ma non di certo con le stesse comodità delle Phi-Phi (e immagino che dopo il tramonto non ci sia assolutamente nulla da fare); per altro richiedendo parecchie ore di viaggio, e un lungo tragitto in barca, che pare molti non riescano a sopportare, la gente che vi si reca di giorno è relativamente poca, cosicché non è difficile trovare il proprio spazio per rilassarsi e godere di queste meravigliose spiagge.

La Thailandia ha rappresentato la mia prima esperienza in Asia e mi ha lasciato la voglia di esplorare più a fondo questa parte del mondo: in quanto a spiagge davvero la Thailandia non è seconda a nessuno dei Paesi da me conosciuti.

La gente parla un pessimo inglese eppure ce la mettono tutta per farsi capire e soprattutto per capire e soddisfare le esigenze degli Ospiti.

Troverete hotel da sogno dove farvi trattare come principi senza spendere una fortuna, oppure tanti posti semplici ma puliti al costo di un pranzo in un fast-food (almeno a Bangkok, fuori le cose cambiano).

I templi sono un incanto e la religione è di per se un mondo da esplorare, per non parlare della cucina, non abbiate paura di mangiare alle bancarelle di strada, anche se non siete così avventurosi da voler provare scorpioni e scarabei troverete qualcosa di molto gustoso senza pericoli per il vostro stomaco!

L’unica cosa che spererei di veder cambiare presto è la considerazione per gli animali, che qui davvero sono considerati degli oggetti da possedere ed esporre ai turisti desiderosi di pagare e anche se, come me, evitate accuratamente i famigerati santuari delle tigri, alla fine vi troverete purtroppo davanti a situazioni penose, soprattutto nei luoghi più visitati, il che guasta un po’ la visione di quello che rimane comunque uno dei Paesi paesaggisticamente più spettacolari al mondo!



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