Thailandia… sa wat dee ka/khrap

In Thailandia all’insegna del risparmio tra Bangkok, la giungla, le spiagge paradisiache e i templi
Scritto da: IreneL
thailandia... sa wat dee ka/khrap
Partenza il: 20/02/2015
Ritorno il: 07/03/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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In Thailandia si può andare per città (a Bangkok… i grattacieli e gli aperitivi al 61esimo piano), in giro per la giungla (un giro sugli elefanti e a fare bamboo rafting), a praticare snorkeling o a rilassarsi sulle spiagge paradisiache, per gustare i frullati di frutta esotica, per i massaggi, per i templi e per la cultura buddhista…

La vacanza perfetta, unica pecca: troppo corta!

Ma partiamo dall’inizio. Il viaggio l’ho organizzato io, niente agenzie, all’insegna del risparmio. Il mio ragazzo ed io viviamo vicino Londra, per motivi di lavoro, il volo prenotato quindi e’ stato London Heathrow – Bangkok. La soluzione piu’ economica ed efficiente (400 £ A/R, un solo scalo in Cina, molto breve) era con China Southern, che si e’ rivelata un’ottima compagnia, puntualissima, dal personale molto gentile.

Arriviamo a Bangkok la sera del 21 febbraio, stanchi e assonnati prendiamo un taxi per il nostro hotel, Tara Place, che consiglio per l’ottimo rapporto qualita’/prezzo e la buona posizione. La prima cosa che ci appare ovvia di Bangkok e’ che per strada, su 10 macchine, 8 sono taxi! Ovunque per la citta’, non dovrete mai cercare un taxi, sono loro che cercano voi! Nessuno disturbera’ le vostre passeggiate invitandovi ad entrare in un negozio o a comprare qualcosa, nessuno tranne i taxisti, che se vi vedono esitare per un millisecondo…taaaacccc! Eccoli che vi “offrono” un passaggio! Attenzione pero’ che praticamente nessuno di questi utilizza il meter, quindi dovrete contrattare un prezzo che, se sarete fortunati, sara’ il doppio di quello del meter. La strategia migliore che abbiamo trovato e’ stata chiedere alla receptionist di chiamarci un taxi concordando un prezzo “ragionevole” col taxista. Questo funziona, perche’ fra thai non speculano come fanno coi turisti, ma ovviamente vale soltanto se partite dall’hotel, non se decidete di prendere un taxi da un punto all’altro della citta’. Infatti, Bangkok e’ enorme, e la metropolitana/skytrain servono solo circa meta’ della citta’ (la parte moderna, dei grattacieli e dei centri commerciali), per tutto il resto dovrete camminare assai, e trattare con loro: i taxisti! Un buona alternativa e’ la barca, molto economica e veloce, ma ovviamente serve solo I punti che si affacciano sul fiume.

Domenica 22 febbraio

Ci svegliamo ancora assonnati per il fuso orario, ma riusciamo a metterci in pista verso le 9,30 di mattina, diretti verso la nostra prima meta, il Chatuchak Weekend Market, ovvero il mercato piu’ grande di Bangkok nonche’ uno dei piu’ grandi del mondo. Ci perdiamo dentro questo susseguirsi di bancarelle per circa 2-3 ore, senza dimenticare un passaggio nella parte “Pets” che per noi occidentali risulta essere piuttosto stravagante, ma a quanto abbiamo visto i thailandesi ci comprano veramente I loro animali domestici. Non si possono fare foto (a meno di non pagarle), ma vedrete veramente di tutto, dai cuccioli di cani, agli scoiattolini domestici dotati di cappellini ed accessori di lana. Questo mercato e’ stato un ottimo modo per entrare da subito appieno nella vita di Bangkok, rumorosa, trafficata, chiassosa, ma incredibilmente affascinante e profumata di fiori, e di cibo e frutta fresca venduta ad ogni angolo.

Usciti dal mercato, camminando per il giardinetto che lo costeggia, ci dirigiamo verso la fermata della MRT, prendiamo questa unica, ma efficiente linea di metropolitana fino al capolinea, camminiamo ca 15 minuti a piedi e prendiamo l’express boat diretti al Wat Arun, primo tempio buddista che visitiamo. L’architettura di questo tempio e’ molto bella e decorata finemente e si puo’ salire godendo di una bella vista della citta’ oltre il fiume.

Dopo questa visita ci dirigiamo a piedi verso Khao San Road. Il percorso e’ di almeno mezzora, ma si ha l’occasione di passare attraverso il Sanam Luang, un bel giardino dove, quando siamo passati noi, diversi thailandesi stavano facendo volare i loro aquiloni, e di proseguire su Ratchadamnoen Nai/Klang Road, un grande viale alberato considerato gli Champs Elisee di Bangkok, che conduce fino al Democracy Monument.

Khao San road e’ una via particolare, un po’ American style, ma costeggiata di ristorantini, locali serali e negozietti. Un luogo allegro e frizzante, popolato soprattutto da turisti, dove uscire per cena o per un drink. Dopo una passeggiata in Khao San road e una breve pausa cena ci rimettiamo in cammino perche’ la nostra serata prevede ancora un’ultima tappa: combattimento di Thai boxe al Ratchadamnoen Stadium. I biglietti d’ingresso sono di 3 tipi: 1000 bath per I posti in piedi, 1500 per le gradinate (vi diranno “no chair” ma questo non significa che dovrete stare in piedi, ma solo che potrete sedervi sui gradini) e 2000 bath per le poltroncine a bordo ring. Gli incontri (9 a serata) durano circa 20-30 minuti, a meno di un ko. E’ una cosa tipica e sicuramente caratteristica, anche se non si e’ appassionati di arti marziali, e l’atmosfera nello stadio e’ ancora molto autentica con gli scommettitori a bordo ring che urlano incitando (o imprecando) I loro favoriti.

Lunedì 23 febbraio

La nostra prima tappa prevede una passeggiata con pranzo a Chinatown. Raggiungiamo quella zona della citta’ con la boat express e da li’ iniziamo a camminare tra I vari vicoli di questa zona contrassegnata da lanterne cinesi appese su tutte le strade (forse erano le decorazioni rimaste dai festeggiamenti del capodanno cinese, ma sta di fatto che tutto il quartiere ci appare adornato di luci e lanterne rosse). Cinesi e thailandesi apaiono convivere molto bene, e questo quartiere lo dimostra. Non e’ molto diverso dal resto della citta’, anzi oserei dire che e’ piuttosto amalgamato con lo spirito bangkokiano, l’unica vera differenza e’ che nel mercato troverete solo merce cinese, ed ogni stand culinario prepara (e frigge) specialita’ rigorosamente cinesi.

Proseguendo verso la fermata della metropolitana si incontra il Wat Traimit, o tempio del Buddha d’oro. Entriamo a visitarlo… e sì, è abbastanza impressionante immaginare che quella statua sia tutta d’oro massiccio!

La nostra prossima tappa ci porta verso la parte moderna di Bangkok, Siam Square che raggiungiamo con metropolitana + Skytrain. Innanzitutto vogliamo visitare la casa di Jim Thompson, veramente interessante per l’architettura combinata di diverse case tradizionali thailandesi e per il bellissimo giardino tropicale. Usciti da questo museo non ci facciamo mancare una passeggiata nei modernissimi e grandissimi centri commerciali di questa zona. Dopo cena ci dirigiamo (in skytrain+metropolitana) verso il Moon Bar, uno dei piu’ famosi Skybar della citta’. C’e’ un po’ di selezione all’ingresso, ma in realta’ bastano un paio di pantaloni lunghi e scarpe non troppo sportive per entrare (almeno di lunedi’). In pieno buio, la vista sulla citta’ e’ mozzafiato!

Martedì 24 febbraio

Partiamo alla volta della piu’ visitata attrazione di Bangkok: il Gran Palace. Ve ne accorgerete subito dalla folla di turisti accalcata ovunque, fin sulla strada prima dell’ingresso. Entrando si attraversa un giardino che conduce alla biglietteria, subito dopo la quale, per poter entrare, vi faranno un dress check. Bisogna obbligatoriamente avere pantaloni (no leggings) lunghi e le spalle coperte (no canottiere). E’ possibile affittare gratuitamente vestiti per coprirsi, ma la fila e’ spaventosamente lunga, almeno un’ora sotto il sole cocente! Una volta entrati il complesso e’ maestoso! Uno degli edifici principali e’ il tempio col Buddha smeraldato (in realta’ e’ di giada verde), ma l’intero complesso (utilizzato in passato sia come residenza reale che come sede degli uffici principali del governo thailandese) e’ pieno di edifici smaltati e dorati, di statue rappresentanti figure mitologiche thailandesi ed indiane, e di curiosi giardini.

Visitare questo complesso ci ha richiesto qualche ora e subito dopo siamo entrati al Wat Pho, che si trova proprio accanto. Questo tempio e’ famoso per il suo Buddha reclinato, di proporzioni gigantesche! Per quante foto possiate vedere sulle guide o su internet non renderanno mai veramente l’idea delle sue proporzioni. Praticamente occupa l’intero tempio! In Wat Pho pero’ ci sono anche altri piccoli templi, ognuno con il proprio Buddha ed inoltre i porticati sono pieni di statue raffiguranti il Buddha seduto, tutte in fila una accanto all’altra, molto caretteristiche.

Usciti dal Wat Pho ritorniamo in hotel per indossare un look adeguato alla serata: infatti abbiamo prenotato (con almeno un mese di anticipo!) la cena al Nahm, il ristorante del Metropolitan by Como Hotel, nominato miglior ristorante d’Asia 2014. E non c’e’ nemmeno da dire che la cena e’ stata superba, autenticamente thailandese (cio’ significa spesso piccante o agrodolce), dai sapori forti ed intensi. Ed il prezzo, rispetto ai ristoranti stellati occidentali, e’ piu’ o meno la meta’.

Mercoledì 25 febbraio

Lasciamo Bangkok la mattina presto, e con un volo Thai Lion Air raggiungiamo in un’ora Chiang Mai, dove abbiamo prenotato con una guida locale 4 giorni di escursioni nel nord della Thailandia. Con questa agenzia (TravelHub) abbiamo prenotato online e ci siamo trovati molto bene, le escursioni sono state tutte interessanti e puntuali eil prezzo e’ stato “stracciato” (meno di 250 £ in due comprensivo di tours e hotel per 3notti, colazione inclusa).

Le nostre escursioni iniziano mercoledi’ pomeriggio, quando visitiamo il tempio di Doi Suthep, famoso per la sua scalinata dorata rappresentante un serpente e per le frequenti visite del sovrano. Successivamente ci rechiamo a visitare un villaggio Hmong, dove incontriamo per la prima volta questa tribu’ ed alcuni suoi abitanti con il vestito tipico.

La sera un altro evento e’ stato organizzato per noi: cena Kantoke all’Old Chiang Mai Cultural Centre. Questo posto e’ veramente creato ed arredato per rispecchiare le tradizioni thailandesi in tutto e per tutto, ad iniziare dal fatto che prima di entrare ci hanno fatto togliere le scarpe e la cena e’ stata servita per terra. Il cibo e’ stato buonissimo, tradizionale del nord della thailandia, quindi meno piccante rispetto a quello del sud, e si puo’ ordinare tutto cio’ che si vuole. La cena e’ stata poi accompagnata da uno spettacolo di danzatrici thailandesi e successivamente dalle popolazioni delle tribu’ collinari, che si esibivano in danze e canti tradizionali. E’ stata veramente una serata molto suggestiva ed estremamente piacevole.

Giovedì 26 febbraio

Partiamo alla volta della provincia di Chiang Rai e dell’estremo nord della Thailandia. La prima tappa della giornata e’ il White Temple, un tempio privato moderno ideato e finanziato da Chalermchai Kositpipat. E’ molto particolare, soprattutto al suo interno dove si possono incontrare diversi personaggi moderni, quali Batman o Kung Fu Panda!

La tappa successiva, e meta principale della nostra gita, e’ stata il triangolo d’oro, ovvero l’area di confine fra Thailandia, Laos e Myanmar, un tempo centro del traffico di oppio fra i tre paesi. Attraversiamo il fiume che divide Thailandia e Laos, per sbarcare in Laos e ritrovarci a comprare una bottiglia di Whisky tipico, comprensivo di scorpione imbalsamato! Dicono che allunghi la vita…

Dopodiche’ visitiamo il northest spot of Thailand intravedendo il confine col Myanmar, e ci fermiamo per qualche minuto in un mercatino molto economico ed interessante che costeggia la via principale. E’ un’ottima zona per fare shopping, perche’ i prezzi devono essere competitivi con quelli, solitamente molto bassi, del Myanmar, che si trova a meno di 100 metri di distanza. E noi ne approfittiamo per qualche acquisto!

L’ultima tappa della giornata e’ il villaggio della tribu’ Long Neck nel villaggio Karen. E’ stato strano e affascinante entrare in questo villaggio. All’inizio ci e’ sembrato un po’ di mettere in imbarazzo queste donne entrando a curiosare nelle loro vite e a far loro foto, ma in realta’ sono molto socievoli e contente di accogliere I turisti. Infatti, durante la giornata, mentre gli uomini della tribu’ vanno a lavorare fuori dal villaggio, le donne tessono sciarpe e preparano souvenir per I turisti, che praticamente sono la loro unica fonte di guadagno.

Venerdì 27 febbraio

Il nostro giro e’ stato pressoche’ naturalistico, all’interno del parco nazionale Doi Inthanon. La giornata e’ stata interessante. I paesaggi sono molto belli, abbiamo visto cascate, pezzi di giungla, siamo saliti sulla cima piu’ alta di Thailandia (che fa parte della catena montuosa dell’Himalaya e raggiunge i 2565 metri di altezza dal livello del mare) ed abbiamo visitato la pagoda di re e regina e il royal project, dove, in un piccolo villaggio, abbiamo assaggiato il caffe’ coltivato in Thailandia e preparato in modo del tutto rustico con acqua calda e filtro in tessuto. Non rimpiangiamo questa visita, ma se avete solo 3 giorni a Chiang Mai forse questa sarebbe l’escursione che suggerirei di scartare.

Il pomeriggio siamo rientrati in citta’ abbastanza presto, in tempo per esplorare il mercatino di fronte al nostro hotel e per recarci piu’ tardi al night bazar, un’area dedicata allo shopping notturno dove fioriscono eccellenti stands di street food e dove per la prima volta abbiamo assaggiato il re dei frutti, il durian. Confermo le dicerie: secondo noi sa un po’ di cipolla!

Sabato 28 febbraio

La nostra ultima escursione ci porta a conoscere da vicino gli elefanti. Arrivati al campo elefanti di Maetaman, dapprima facciamo un giro di bamboo rafting e poi assistiamo ad uno show dove gli elefanti eseguono esercizi, giocano a pallone e… dipingono! E dipingono pure molto bene, tanto che i disegni sono in vendita! Dopodiche’ arriva finalmente il momento di un giro a bordo di un elefante. Il nostro, o meglio la nostra, si chiamava Camilla. E’ impressionante quanto questi animali mastodontici possano essere dolci nei movimenti e gentili nel trasportare persone a spasso per la giungla. Abbiamo anche potuto coccolare uno dei cuccioli del campo, Bingo! Che tenero!

Nel ritorno verso Chiang Mai ci siamo fermati in un allevamento di orchidee e farfalle ed in una fabbrica di carta riciclata, prodotta… dalla cacca di elefante!

In serata abbiamo visitato la Saturday walking street, una strada che il sabato dopo le 16 si traforma in un mercato artigianale dove molti thailandesi (non solo turisti) vanno a fare acquisti.

In tarda serata ci siamo recati all’areoporto diretti a Phuket. Arriviamo sull’isola di Phuket dopo la mezzanotte e vogliamo dirigerci subito in hotel, Benyada Lodge a Surin Beach. Ci appare chiaro che l’unico modo per arrivarci sia un taxi, e scopriamo che a Phuket la “mafia” dei taxisti e’ piu’ che mai accanita! Se a Bangkok si puo’ andare dall’areoporto alla citta’ con 350 bath (e 40 minuti di guida, senza traffico!), a Phuket non c’e’ modo di percorrere 20 minuti a meno di 700 bath! Mettetelo in conto e risparmiatevi l’arrabbiatura che e’ venuta a me!

Il giorno seguente ci svegliamo e veniamo coccolati dallo staff del nostro hotel, che ci offre la colazione del primo giorno (benche’ non sia compresa nella nostra prenotazione) e devo dire che I pancakes erano davvero squisiti!

La spiaggia di Surin e’ molto bella e non male per lo snorkelling. Bisogna mettere in conto che non e’ Patong, quindi non e’ un posto di divertimenti e attrazioni per turisti, e meno male per noi, perche’ quello che cercavamo era proprio un po’ di relax coccolati dal mare.

I successivi tre giorni passano cosi’, tra una nuotata, un po’ di sole e un (quattro al giorno, veramente!) fruit shake al mango!

Mercoledì 4 marzo

Partiamo per un’escursione di due giorni alle Similan islands, un parco marino protetto dove non esistono hotel, ma solo un campeggio di tende, dove dormiremo anche noi. Prenotiamo online sul sito di PhuketToursDirect. Il prezzo e’ molto conveniente (4700 bath invece di 6200 che ci proponeva un’altra agenzia locale in Surin) e siamo stati soddisfatti perche’ tutto e’ andato secondo programma.

Le Similan Islands sono un posto paradisiaco, e hanno veramente meritato questa escursione. E’ un ottimo luogo anche per lo snorkelling, ed e’ stata un’esperienza autentica a diretto contatto col mare e con la natura.

Ritorniamo a Surin la sera del 5 marzo e ci prepariamo psicologicamente all’ultimo giorno di mare.

E’ stato una vacanza talmente perfetta che il tempo ci e’ sfuggito di mano senza che ce ne accorgessimo. Cio’ che l’ha resa speciale e’ stato l’incredibile amalgama di ricchezze di questo paese: la cultura, la vita estremamente frizzante delle citta’, i colori e i tetti a punta dei templi buddhisti, il cibo, gli odori, i paesaggi indimenticabili, gli animali insoliti, la vegetazione, le spiagge paradisiache e le persone, sempre cordiali e sorridenti, che ci hanno fatto sentire al sicuro e benvenuti in ogni angolo che abbiamo visitato!

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Similan Islands

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Tribu' Hmong

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Bingo, cucciolo di elefante

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Allevamento di farfalle

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Donna thai in visita alla pagoda del re (Chaing Mai)

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Long Neck Karen

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Elefanti



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