Thailandia per turisti fai da te
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Giorno 1 e 2: Viaggio e Bangkok
Partiamo prima dell’alba da Verona, sabato 28 gennaio 2017, per raggiungere l’aeroporto di Malpensa da cui alle 10.10 decollerà, in perfetto orario, il nostro volo Emirates con destinazione Thailandia. Uno scalo a Dubai e, finalmente, circa 16 ore dopo, arriviamo al Suvarnabhumi Airport di Bangkok.
All’aeroporto attiviamo un sim card Happy Travel con validità 15 giorni, di una compagnia telefonica locale (molte le offerte tra cui scegliere a buoni prezzi), ci tornerà utilissima per google maps che ci aiuterà a non perderci durante i nostri spostamenti.
Scendiamo di due piani e prendiamo il comodo ed efficiente treno dell’Airport Rail Link/City Line (ottime le indicazioni in Aeroporto) che in circa 20 minuti (in taxi serve oltre un’ora) ci porta in città, alla stazione di Makkasan, da cui con un Taxi Meter raggiungiamo per pochi baht il nostro albergo a Sukhumvit, vivace quartiere nel cuore della città. (Cercate sempre di prendere i taxi ufficiali, i Taxi Meter appunto, più affidabili ed economici, a patto che accendano sempre il tassametro, se non lo fanno insistente: «Put the meter, please!»).
Alloggeremo per 4 notti al Grand Swiss Sukhumvit Hotel, ottima scelta sia per la qualità dell’albergo sia per la posizione, a due passi dalla fermata “Nana” dello Sky Train (BTS – linea metropolitana sopraelevata attiva tutti i giorni dalle 5 a mezzanotte) e della stazione “Sukhumvit” della metropolitana (MRT – classica metropolitana sotterranea attiva tutti i giorni dalle 6 a mezzanotte). Entrambe le linee sono nuove ed efficienti, ma la rete è limitata alla parte “nuova” di Bangkok. (N.B.: conviene fare il singolo biglietto per tratta e non abbonamenti giornalieri o settimanali. Preparatevi all’aria condizionata esagerata che troverete nelle carrozze dei mezzi pubblici e un po’ ovunque in città).
Arrivati all’hotel, la nostra camera non è ancora pronta. Ci dirigiamo, quindi, verso il Parco Lumphini (fermata Lumphini della linea MRT o fermata Sala Daeng della metro sopraelevata BTS) un grande polmone verde della città, famoso per la presenza di varani (che però noi non abbiamo visto). Il parco è curato e particolarmente vivo in una calda domenica mattina, animato dall’annuale Festival del turismo. Banchetti con prodotti tipici e musica accompagnano la nostra passeggiata. Ma la stanchezza ha la meglio e ci appisoliamo in riva ad un laghetto.
Finalmente è l’ora del check-in. Torniamo in albergo, dove una bella doccia ristoratrice ci rimette in forze, pronti per il mitico mercato del fine settimana: il Chatuchak Market (Tutti i fine settimana dalle 9 alle 18. A nord della città. Fermata Mo Chit del BTS oppure fermata Chatuchak Park del MRT). Se siete a Bangkok nel weekend, non perdetelo! È considerato il mercato più grande di tutto l’Oriente e quando vi ci troverete, non stenterete a crederlo. Un reticolo di vicoli coperti e scoperti: ci si trova immersi tra le bancarelle che vendono qualsiasi cosa. Una giostra di colori e profumi entusiasmante. Un ottimo inizio di vacanza. Qui affrontiamo per la prima volta la cucina Thai: una piacevole esperienza. (Tranne che in qualche raro caso, per tutta la vacanza abbiamo mangiato nelle centinaia di bancarelle con tavolini che si trovano in ogni strada e che offrono un’ottima ed economica cucina locale, con circa 3 € a testa, a pasto, mangerete bene e in quantità. Mai avuto problemi con questo cibo, fate solo sempre attenzione alle bevande. Devono sempre essere sigillate e state alla larga dal latte e dal ghiaccio – specificate sempre «No ice», altrimenti lo mettono in automatico. Anche per lavarvi i denti usate sempre e solo l’acqua in bottiglia, a tale scopo tutti gli alberghi vi offriranno una bottiglia d’acqua da mezzo litro, al giorno, per persona). Si fa sera e ci ritiriamo a dormire. Sono praticamente 27 ore che non tocchiamo un letto…
Giorno 3: Bangkok
Di buon mattino ci dirigiamo con la MRT verso il capolinea Hau Lamphong, il punto più vicino al “centro storico” della città raggiungibile tramite il trasporto metropolitano. Da qui lasciate ogni speranza… il traffico vi avvolgerà. Lo so che tutti dicono che il traffico di questa megalopoli è impressionante, ma solo quando vi ci troverete, potrete capire la creativa follia di queste strade.
Usciti dalla MRT ci siamo invaghiti dell’idea di un giretto in Tuk Tuk per raggiungere il molo “Marine Department” da cui partono centinaia di battelli pubblici, il mezzo più comodo, veloce ed economico (15 thb a corsa) per raggiungere tutti i principali punti d’interesse storico della capitale. Ecco, questa era la nostra idea, in realtà come succede spesso, l’autista di Tuk Tuk ha fatto di testa propria e ci ha portato in uno dei moli “privati” da cui partono piccole imbarcazioni, più care (comunque pochi euro), ma caratteristiche. Il molo “pubblico” era a pochi minuti di passeggiata, ma alla fine ci siamo convinti a salire su una di queste long tail boat per una gita a due (nei giorni successivi non ci faremo più raggirare, anche perché da Hau Lamphong al Marine Department ci si può tranquillamente muovere a piedi con una piacevole passeggiata di circa 15/20 minuti nel cuore di Chinatown).
Dopo una quindicina di minuti di navigazione nelle nere acque del Chao Phraya arriviamo al bellissimo Wat Pho (ingresso 100 thb). Sarà che è il nostro primo tempio buddhista, ma lo troviamo entusiasmante (effettivamente dopo che se ne vede un po’ l’entusiasmo cala drasticamente). L’oro i colori, le decorazioni decisamente kitsch rappresentano una cultura ricca e interessante. Gironzoliamo per circa un’ora in questo che è uno dei più antichi e grandi Wat di Bangkok, contiene migliaia di immagini e statue di Buddha e il più famoso Phra Buddhasaiyas: Buddha sdraiato (30 metri di lunghezza).
Un consiglio: nei siti sacri dovrete spesso togliervi le scarpe e camminare scalzi, quindi se indossate sandali meglio munirsi di calzini da indossare per non stare completamente a piedi nudi. Inoltre, le spalle devono sempre essere coperte e, per uomini e donne indistintamente, le gambe devono essere coperte almeno fino sotto il ginocchio, quindi attrezzatevi con parei, scialle ecc…
Usciti dal complesso del Wat Pho ci dirigiamo al Gran Palazzo Reale, ma nel breve tragitto a piedi ci rendiamo conto che sta succedendo qualcosa di “straordinario”. Decine di migliaia di thailandesi in coda, completamente vestite di nero e uomini in divisa bianca con la fascia a lutto al braccio, attendono, rispettosamente in file chilometriche, il proprio turno per entrare al Palazzo. Anche l’ingresso per i turisti è totalmente intasato. Il tutto si spiega facilmente: lo scorso autunno è morto il Re della Thailandia e qui si rispetterà un anno di lutto nazionale in cui, ogni giorno, da tutto il Paese, migliaia e migliaia di persone verranno al Palazzo Reale a rendere omaggio al Re defunto. (in giro per tutta la Thailandia vedremo per tutta la vacanza foto raffiguranti il Re, listate a lutto, e altarini a lui dedicati).
È l’ora di pranzo. Il caldo si fa insopportabile e decidiamo di evitare, per oggi, il Gran Palazzo per tornarci nei prossimi giorni, nella speranza di trovare un po’ meno confusione. Ci incamminiamo per una passeggiata che si rivelerà molto più lunga ed estenuante del previsto. Infatti, proprio a causa dei riti del lutto, tutta l’area attorno al Gran Palazzo, per alcuni chilometri, è transennata e controllata dall’esercito… abbiamo camminato parecchio. Diciamo che ci siamo un po’ “persi per le vie”, ma in questo modo abbiamo anche scoperto una Bangkok fuori dallo stretto circuito turistico. Piena di chiaro scuri, in cui la povertà spesso la fa da padrona, ma in cui non ci siamo mai sentiti in pericolo. Camminando abbiamo attraversato il mercato degli amuleti e ci siamo inoltrati nella parte più vera del quartiere Banglamphu, dove mangiamo un’ottima zuppa di noodles. Dopo pranzo saliamo al tempio della Montagna D’Oro (o Collina Dorata), il Wat Saket (ingresso 30 thb). La salita di 320 scalini è assolutamente agevole e facile. Il tempio si trova sopra a una collina artificiale di 78 metri. Dall’alto Bangkok è ancora più suggestiva, una visione a 360° sulla megalopoli, con tutti i suoi contrasti.
Scendiamo poi verso Chinatown, ricca di commercio, colori e odori come in tutte le Chinatown del mondo. Certo oggi qui la vita è particolarmente attiva perché siamo nel bel mezzo del capodanno cinese. Ad ogni angolo la prospettiva cambia ed è bello poter vedere tanti aspetti così diversi dalla nostra quotidianità che ci arricchiscono e ci fanno riflettere.
Torniamo in albergo e la sera per cena ci dirigeremo nella zona dei grandi e lussuosi centri commerciali di Siam Square (fermata Siam della BTS). Una capatina anche qui ci sta, ma i centri commerciali e i marchi in vendita sono gli stessi che potete trovare in qualsiasi centro commerciale europeo (e allo stesso prezzo), quindi non vale la pena perderci troppo tempo.
Giorno 4: Ayutthaya
Ayutthaya è l’antica capitale Thailandese, fondata nel 1350, fino a quando nell’anno 1767 fu completamente distrutta dalle armate birmane. Si trova a circa 80 Km da Bangkok e oggi è sede del “Parco Storico di Ayutthaya”, che è uno dei Patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO.
È questa la destinazione di oggi. Sulle guide troverete diverse opzioni per raggiungerla: autobus, minivan o il treno. L’autobus è il più economico, il minivan il più veloce e il treno il più affascinante. Dato che il treno lo prenderemo già per trasferirci al nord e il minivan risulta comunque economico (60 thb, circa 1,60 €, a testa – per tratta) optiamo per quest’ultimo. (N.B. I minivan per Ayutthaya da inizio anno non partono più dal Victory Monument, ma dalla Mo Chit Bus Station, vicino al Chatuchak Market. Per arrivarci scendete alla fermata MRT di Mo Chit e prendete un taxi per una breve corsa. Sono un paio di Km, ma difficili da fare a piedi perché praticamente dovreste attraversare una superstrada).
Il personale della stazione non è esattamente gentile e, dopo un paio di incomprensioni, riusciamo a prendere il nostro minivan, in condivisione con un’altra decina di turisti che in circa 1 ora e mezza ci porta a destinazione. Appena scesi dal minivan si è circondati da autisti di colorati e stravaganti Tuk Tuk (diversi da quelli di Bangkok, questi sono dei piccoli pick-up coperti) che si offrono per far da cicerone tra le rovine dell’antica città. In molti optano per la bicicletta ma dato il caldo, il fatto che comunque è già quasi mezzogiorno e non abbiamo studiato bene il sito, preferiamo affidarci ad un ragazzo e al suo tuk tuk con impianto stereo degno di una discoteca (600 thb per l’intero pomeriggio a nostra disposizione – circa 16 €). Il giro della città è molto divertente e il sito storico è davvero affascinate. Le rovine dell’antica capitale sono molto suggestive e in circa 4 ore riusciamo a visitare i principali siti (Wat Yai Chai Mongkol, Wat Maha That, la testa del Buddha inglobata nelle radici di un secolare ficus, il grande Buddha sdraiato, Wat Ratchaburana ecc…) . Siamo particolarmente fortunati perché siamo capitati in un giorno di festa (quale esattamente non siamo riusciti a capirlo) per cui tutti i siti sono aperti gratuitamente! Certo la nostra guida ci servirà tra uno spostamento e l’altro per leggere in maniera approfondita ciò che stiamo vedendo per poterlo apprezzare al meglio. Torniamo nel tardo pomeriggio a Bangkok, abbastanza distrutti… stasera giretto e cena a Patpong con il suo Night Market (ricco di “falsi”) e tanti locali, più o meno rispettabili, ma anche questa è Bangkok e una visita va fatta.
Giorno 5: Damnoen Saduak Floating Market e cena tra le stelle
Premessa: siamo arrivati a Bangkok di domenica e quindi non è stato possibile visitare i mercati galleggiati che si tengono usualmente i fine settimana, nei dintorni di Bangkok. Vogliamo comunque vivere l’esperienza del mercato galleggiante e ci accontentiamo della visita al turistico Damnoen Saduak Floating Market che si tiene tutti i giorni dalle 7 alle 12 a circa 100 km da Bangkok. Prenotiamo la “gita” con il nostro albergo per 1.000 thb a testa (circa 30 euro) comprensiva di trasferimento in minivan condiviso dal nostro hotel (alle 6.30 del mattino), accompagnati da una guida, giro in barca al confine del mercato (per il giro di mezzora in barca all’interno del mercato pagheremo altri 150 thb a testa) e rientro a Bangkok attorno alle 14.30.
Il minivan che ci accompagna non è esattamente l’ultimo modello e ci porta a Damnoen Saduak in quasi due ore. La guida parla un inglese incomprensibile alla velocità della luce, ma riusciamo comunque a capire le cose più importanti. Il mercato è, estremizzando un po’ il termine, una “trappola per turisti”. Nonostante la ressa resta comunque un’esperienza interessante, qualcosa di nuovo che, per quando artefatto, non avevamo mai provato e perciò, in fin dei conti, siamo contenti di esserci andati. Peccato solo che la guida prima di farci riaccompagnare a Bangkok, essendo purtroppo il giro dei minivan programmato con precise tappe, ci ha “obbligati” ad aspettare 45 minuti fuori da un orribile parco zoo-safari con elefanti e coccodrilli “incarcerati” e ricostruzione dei villaggi delle donne dal collo lungo… noi ci siamo rifiutati di entrare, come molti altri del nostro gruppo.
Al rientro in città restiamo imbottigliati nel traffico e decidiamo di scendere dal minivan vicino a una stazione della BTS che ci porterà rapidamente al nostro hotel. Ci riposiamo un po’ e poi decidiamo di fare un giretto al Gate 21, un centro commerciale a Sukhumvit famoso perché è costruito come un vero gate dell’aeroporto. Niente di che, sei piani di shopping, ognuno dedicato a una città del mondo in cui ci colpiscono due cose, il piano terra dedicato all’Italia con insegne che ci fanno molto ridere per la presenza di errori esilaranti, tipo “Piazza de Roma”, “Via Vit Torio Veneto” “Via Fratting”… e la grande court food al 4° piano con prodotti tipici thai, almeno una ventina di “stand” di street food di ottimo livello dove ci fermiamo a pranzare.
Per cena, invece, decidiamo di coccolarci con una bella cena su uno dei roof restaurant-sky bar in cima ai grattacieli della città. Dopo un po’ di ricerche sul web scegliamo l’Above Eleven a Sukhumvit, a due passi dal nostro hotel. Scelta azzeccatissima. Il locale all’aperto sul tetto del grattacielo, al 33° piano, è davvero bello e la vista è mozzafiato. In attesa di ottenere un tavolo (ci vorrà un’ora, non avendo prenotato) beviamo un cocktail al bancone del bar. Il tempo corre e il personale è molto gentile. Alle 21.30 (quando ormai avevamo perso le speranze e ci stavamo arrendendo all’idea di esserci semplicemente goduti il panorama e l’ambiente) ci accompagnano alla terrazza superiore, dove ci sarà servita la cena. Cucina Nikkei (fusion nippo-peruviana) un tipo di cucina che non conoscevo, ma che mi ha conquistato. Serata eccezionale, bello il posto, buono il cibo, conto non esattamente cheap, ma soldi ben spesi!
Giorno 6: Bangkok e treno notturno per Chiang Mai
Dato che abbiamo tutta la giornata per girare la città e stanotte la passeremo in treno in direzione Chiang Mai decidiamo di prenotare un albergo vicino alla stazione Hau Lamphong che ci permetta di depositare i bagagli per tutto il giorno, in una zona comoda per il nostro trasferimento e di farci una doccia prima di salire in treno. In zona ci sono molti ostelli a buon prezzo, ma prenotando con circa 24h di anticipo la scelta si riduce molto. Alla fine troviamo il The Krungkasem Srikrung Hotel, proprio di fronte alla stazione. Hotel spartano e datato, ma pulito. La luce della stanza non funzionava, ma per il nostro uso di deposito bagagli, doccia e via, con i suoi 25 euro di spesa, è stato perfetto.
Dunque di prima mattina facciamo il check-out dal nostro bell’albergo di Sukhumvit e con la MRT, ci trasferiamo armi e bagagli al The Krungkasem Srikrung Hotel. Da qui prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso il Gran Palazzo Reale nella speranza di riuscire ad entrare. (Biglietto di ingresso 500 thb che vale anche per la visita al Dusit Park entro i successivi 7 giorni – aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 15.30). Attenzione all’abbigliamento: spalle e gambe coperte! Se siete in abiti non adatti con 200 thb, all’ingresso vi noleggiano dei mantelli, ma non li consiglio per ovvie questioni igieniche. Noi siamo arrivati con il taxi, ma è molto comodo anche il battello, scendendo al molo Tha Chang).
Questa volta va notevolmente meglio. In una ventina di minuti riusciamo ad entrare. La ressa è davvero tanta. Alcune zone sono chiuse, sempre per il lutto di cui sopra.
Il Palazzo è la residenza ufficiale della famiglia reale dal 1785 ed è stato ampliato nel tempo fino a raggiungere gli attuali 218.400 m² di superficie coperta da tutto il complesso di palazzi, templi e giardini. Lo sfarzo, sempre un po’ kitsch, la fa da padrone, ogni centimetro è riccamente decorato con oro e specchietti, dipinti, arazzi, fiori. Il tutto sovrastato dal grande Chedi d’oro del Wat Phra Kaew, che custodisce il Buddha di Smeraldo (in realtà è in giada), la statua più importante e venerata di tutta la Thailandia, protettrice della Nazione.
Finita la visita al Gran Palazzo ci dirigiamo verso il molo di Tha Chang (proprio davanti al Palazzo) e ci fermiamo a pranzare. Da qui, con i battelli pubblici, saliamo fino alla zona più commerciale di Banglamphu, poi sempre con il battello raggiungiamo il Wat Arun a Thonburi, sulla riva destra del fiume Chao Phraya. Il tempio è in ristrutturazione e una parte purtroppo è coperta da impalcature, ma è comunque bellissimo. Si è fatto pomeriggio e l’afflusso dei turisti cala notevolmente e riusciamo a godercelo con la calma e il silenzio che ogni tempio buddhista meriterebbe.
Con un po’ di confusione riusciamo a risalire sul battello che ci porterà al molo del Marine Department (attenzione perché se c’è molta coda ai moli tenteranno di farvi salire sui battelli turistici che in realtà sono uguali a quelli pubblici sia nel mezzo sia nel tragitto e la velocità, ma sono più cari: se potete, evitateli). Da qui, a piedi, attraversiamo Chinatown e raggiungiamo l’hotel per rinfrescarci e cambiarci prima del viaggio notturno.
Arriviamo in stazione (sprovvista di servizi e cibo, c’è solo un supermercatino, quindi provvedete a cenare prima oppure potrete usufruire del vagone ristorante del treno, che però non abbiamo utilizzato e quindi non sappiamo come sia…).
Il treno lo abbiamo prenotato con circa una settimana di anticipo dall’Italia attraverso l’agenzia 12Go Asia https://12go.asia/en. Cuccetta di prima classe per circa 90 euro a testa. (Si prenota e paga online, ma i biglietti si ritirano fisicamente direttamente all’agenzia che si trova a 50 metri dalla stazione).
Ecco, la prima classe in Europa forse è un po’ diversa, ma ci accomodiamo e subito il capo treno inizia ad offrirci (a pagamento) tutti i servizi di ristorazione per cena e la colazione del giorno dopo. Noi siamo già organizzati, quindi chiediamo solo un caffè e un tè per la mattina successiva. Un piccolo scarafaggio fa capolino nella nostra cuccetta prima di addormentarci, ma la stanchezza vince e dopo averlo allontanato (speriamo) dormiamo comunque. Il treno accumula circa 3 ore di ritardo, ma dalle sette del mattino, quando l’alba inizia ad illuminare la campagna e i villaggi agricoli Thailandesi è molto suggestivo ammirare il panorama che scorre dal finestrino della cuccetta, alla fine arriviamo a Chiang Mai. Fatta anche questa…
Giorno 7: Chiang Mai e il Festival dei Fiori
Arrivati a Chiang Mai, in stazione troviamo subito un punto d’informazione turistica con piantine della città e tanti dépliant di tutte le escursioni verso la montagna.
Raggiungiamo il nostro hotel con un taxi collettivo. A Chiang Mai niente taxi metter, solo tuk tuk e songthaews (pickup rossi che caricano una decina di persone e per i quali bisogna sempre contrattare il prezzo prima di partire).
Il nostro albergo è il Tadkham Village. Una vera bomboniera in tipico stile architettonico del nord della Thailandia, con un ottimo rapporto qualità prezzo e in posizione eccellente per raggiungere i principali punti d’interesse. Da qui abbiamo visitato praticamente tutta la città tranquillamente a piedi.
Chiang Mai è la seconda città del Paese, dopo Bangkok, ma è lontanissima dal caos della capitale (nonostante anche qui il traffico sia molto sostenuto). Niente grattacieli e le differenze sociali sono molto attenuate.
Arriviamo nel giorno d’inaugurazione dell’annuale Festival dei Fiori. Manifestazione che si svolge principalmente nel parco cittadino Nong Buak Haad, ma che coinvolge tutta la città.
Ci mettiamo subito in cammino per raggiungere il principale tempio di Chiang Mai, il Wat Phra Singh, molto emozionante e certamente più tranquillo rispetto agli affollati templi di Bangkok. Decidiamo di continuare la nostra passeggiata senza una meta precisa per assaporare un po’ il clima di festa che già si respira, in attesa della grande serata che vivremo al Nong Buak Haad per il Festival dei Fiori: un tripudio di colori, musica, cibo, divertimento…davvero bellissimo!
Giorno 8: Wat Phra That Doi Suthep e Saturday Night Market
Ci alziamo con molta calma e ci immergiamo nella folla della parata che percorre tutta la città, una sfilata di carri addobbati con magnifiche composizioni floreali. Decidiamo poi di prenotare (in una delle tante agenzie turistiche della città) una gita verso la montagna che ci occuperà tutta la giornata di domenica. Nel pomeriggio invece ci spostiamo nella zona Universitaria (consigliato il taxi/tuk tuk) da cui prendiamo uno dei tanti songthaews che per 40 thb risale la tortuosa montagna Doi Suthep per raggiungere il Wat Phra That (in molti raggiungono il Wat in motorino, ma la strada è davvero piena di curve e i Thailandesi guidano come dei pazzi, quindi sinceramente non mi sento di consigliarlo). Il famoso tempio della montagna regala una visione completa di tutta la vallata. Purtroppo qui il flusso di turisti è incessante e il tempio ha ormai assunto un carattere esageratamente commerciale e consumistico. Peccato perché sarebbe davvero stupendo. Ci hanno detto che si può visitare anche dopo il tramonto, forse a quell’ora la calma e le luci della sera riportano il sito al suo reale splendore. Per salire ci sono oltre 300 scalini piuttosto ripidi… io consiglio di salire con la funicolare e scendere poi dalla gradinata. (biglietto a persona 30 thb per salire a piedi e 50 thb per l’ascensore).
Torniamo in città. Stasera ci aspetta il Saturday Night Market, un grande mercato all’aperto in tutta l’area della Wua Lai Road, resa pedonale ogni sabato sera dalle 17 alle 23 per questo immenso bazar dov’è possibile acquistare qualsiasi cosa, dalle spezie, all’artigianato, ai classici souvenir, abbigliamento, cibo… Anche qui grande festa: sembra un po’ una delle tipiche fiere o sagre paesane della nostra Italia, ma molto molto più in grande. Lo stesso clima lo troveremo domenica all’ancor più grande Sunday Night Market in Rachadamnoen Rd e nel meno bello, ma comunque interessante Night Market che si tiene ogni notte nella zona est della città. Se intendete comprare dei souvenir potete farlo in uno di questi tre mercati, l’arte della mediazione si affinerà ad ogni bancarella, a fine serata saprete fare grandi affari. (Non fatevi, però, prendere troppo la mano. Si sa, è il gioco delle parti, si rischia di farsi coinvolgere per 20 bath in più o in meno, ma non dimenticate che 50 bath sono l’equivalente di 1,30 euro, in un Paese in cui il reddito medio annuo è inferiore ai 5.000 euro, Respect.)
Giorno 9: Trekking e gli elefanti e Sunday Night Market
È domenica e alle 7 inizia la nostra avventura tra le montagne thailandesi. Forse la giornata più bella di tutta questa vacanza. Un minivan ci viene a prendere puntuale in albergo. Siamo un gruppetto di 9 persone di diversa nazionalità. La prima tappa è l’Orchid e Butterfly farm, un bel giardino botanico e faunistico che ci introduce nel lite motive dell’escursione: la natura. Iniziamo la risalita verso la montagna, nel distretto del Mae Taeng e, nella giungla, affrontiamo un’oretta di tranquillo e rilassante bamboo rafting sul Mae Taman, immersi in una vegetazione lussureggiante e fitta. Concluso il rafting siamo accompagnati al Elephant Sanctuary & Resque Center di Tungla Korn e facciamo la conoscenza di 5 magnifici esemplari di elefante asiatico, tra cui un “piccoletto” di 6 anni. Qui abbiamo avuto l’opportunità di dar loro da mangiare e di immergerci insieme in un laghetto per massaggiarli, lavarli e coccolarli con delle spugnette vegetali. Al termine del nostro bagno con i dolcissimi pachidermi facciamo una veloce doccia e ci viene offerto il pranzo, un tipico pranzo dei villaggi della montagna a base di riso, verdure e pollo al curry: ottimo!
Un po’ di relax e inizia il nostro trekking di un’ora e mezza in un sentiero che risale le colline fino ad arrivare a una piccola cascata gelida che ci permetterà un po’ di ristoro. La salita non è particolarmente dura, ma fa caldo e io non sono certo una sportiva, quindi la fatica si fa sentire. Il paesaggio è ricco di contrasti tra la foresta e le coltivazioni, in un’infinita varietà di toni del verde. Al termine della nostra risalita abbiamo raggiunto un piccolissimo villaggio tipico della montagna (un villaggio vero, senza souvenir e frotte di turisti) nel quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere alcune varietà vegetali quali l’albero del caffè e l’albero della gomma e di conoscere il loro stile di vita, spartano, ma con qualche slancio verso la modernità come i piccoli pannelli solari di cui era provvista ogni casa/capanna. Una giornata davvero emozionante, ma è ora di tornare in città dove ci aspetta il Sunday Night Market.
Giorno 10: Chiang Mai e Night Market
Ultimo giorno a Chiang Mai, la prendiamo con molta calma, ci alziamo tardi, facciamo un giretto per la città, ci concediamo anche un massaggio in uno dei tanti centri che si trovano nelle strade e, la sera, ultimo giro di shopping al Night Market che si tiene tutte le sere nella zona est della città, poco fuori dalla fortificazione. Unico errore, una dimenticanza durante il nostro soggiorno al Nord: non aver programmato per quest’ultimo giorno uno dei tanti corsi di cucina Thai per i quali Chang Mai è famosa, peccato… magari sarà per la prossima volta.
Giorno 11: Volo per Phuket
Oggi si va al mare. Poco prima delle 10 decolla il nostro volo Thai Smile (per la nostra esperienza, buona compagnia che consigliamo) che dall’aeroporto internazionale di Chiang Mai ci porterà nel sud della Thailandia, a Phuket, per qualche giorno di mare prima del ritorno all’inverno italiano. Il primo impatto con l’isola non è dei migliori. L’aeroporto è piuttosto squallido e appena usciti dal ritiro bagagli si è assaliti da persone che si offrono come taxi driver. Non ascoltateli. Dirigetevi verso l’uscita e sulla destra vedrete un piccolo desk che gestisce i taxi metter. Forse dovrete attendere qualche minuto in più, ma sarete sicuri di un servizio corretto e al prezzo giusto. Nel resto dell’isola i taxi metter saranno dei miraggi e dovrete sempre arrangiarvi con taxi “privati” e tuk tuk, dopo lunghe ed estenuanti contrattazioni.
Il nostro hotel il Thavorn Beach Resort & Spa è a 6 km da Patong. Un’oasi di pace direttamente su una spiaggia privata, davvero bello e con ottimi servizi. Presto scopriremo che Phuket non è come il resto della Thailandia… qui tutto è consumismo. Di bello restano solo il mare e la natura (almeno dove non è stata devastata).
Giorno 12: Phuket
Passiamo la giornata in spiaggia, l’obiettivo è raggiunto: ci stiamo riposando e rilassando. La sera decidiamo di andare a cena nella famosa Patong, regno del divertimento del Mare delle Andamane. Una delusione. Confusione, traffico, locali (spesso di dubbio gusto) ovunque. Persone maleducate, orde di turisti “arrapati”… il tutto a prezzi occidentali, scarsa qualità e maestranze sfruttate. Insomma esperienza che sconsigliamo vivamente. Di Patong non ci sentiamo di salvare nulla.
Giorno 13: Phi Phi Island
Abbiamo prenotato un’escursione per andare alla mitica Phi Phi Island con la compagnia Phi Phi Cruiser, direttamente in una delle tante agenzie di Patong che vendono tutte gli stessi tour, si tratta solo di trovare quella che offre uno sconto migliore (1000 thb a testa per trasporto dal nostro hotel al porto e ritorno, viaggio in battello e pranzo. Volendo con altri 400 thb, da pagare in loco, è possibile fare un’oretta di snorkeling con attrezzatura fornita direttamente sull’imbarcazione). Salpiamo dal porto di Rasada a Phuket Town (quest’ultima cittadina da visitare: molto caratteristica, tranquilla e pulita almeno per quanto visto attraversandola con il minivan). Dopo un paio d’ore di navigazione arriviamo a Phi Phi Island. Purtroppo abbiamo poco tempo a disposizione e ne approfittiamo immediatamente per un tuffo nella acque cristalline di quest’isola che però è diventata una meta molto richiesta e quindi piuttosto affollata. La natura però qui ha la meglio: è davvero maestosa e bellissima e la sabbia è bianca e finissima come mai mi era capitato di vedere. Ci dispiace non poterci fermare qui qualche giorno per scoprire con calma l’isola e le sue spiagge, ma il tempo stringe e torniamo a Phuket.
Giorno 14: Phuket e rientro in Italia
È l’ultimo giorno e anche il meteo ci accompagna alla chiusura della vacanza. La giornata è nuvolosa e afosa e la passiamo tra la spiaggia e la piscina del resort in attesa del nostro volo… alle 19 scoppia pure un temporale: ok, si torna a casa.
Bye bye Thailandia, ora pensiamo al prossimo viaggio.