Thailandia: mille vacanze in una
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25/26/27 Agosto: BANGKOK
Dopo 6 + 6 ore di volo da Malpensa a Bangkok passando per Dubai, arriviamo puntuali al mattino presto nella capitale thailandese. Il collegamento dall’aeroporto principale alla città è ottimo tramite l’economico treno sopraelevato Airport Link, in mezz’oretta siamo a prendere la metro (unica linea) ed arrivare alla fermata Silom da cui arriviamo al Silom Serene Hotel (4 stelle con doppie sui 50 euro a notte) nel mezzo del quartiere più apprezzato dai turisti per gli ottimi collegamenti, oltre che per osservare lo sfrecciare di auto e tuk-tuk e respirare il fortissimo (eufemismo) odore proveniente dalle bancarelle di streetfood. Lasciamo l’hotel dirigendoci lungo Silom road verso il fiume Chao Prhaya dove saliamo su uno dei tanti battelli che solcano il fiume su e giù, raggiungendo in un quarto d’ora la zona del complesso del Palazzo Reale; la temperatura già in tarda mattinata è parecchio alta ed il sole picchia davvero forte, ma oggettivamente le temperature ed il clima si riveleranno ottimi durante praticamente tutta la vacanza. Il Palazzo Reale è l’attrazione più famosa della città, il numero di turisti (soprattutto asiatici) è molto elevato, ed all’ingresso (12 euro) è necessario indossare pantaloni lunghi sia per gli uomini che per le donne; giriamo il complesso finchè il caldo e la stanchezza ce lo permettono ammirando il famoso Buddha di smeraldo, la statuetta più venerata del Paese, e ci spostiamo dalla calca dirigendoci all’adiacente Wat Pho, dove visitiamo l’imponente Buddha sdraiato oltre che il resto del complesso molto silenzioso ed interessante; ci avvisano che Wat Arun dall’altra parte del fiume ha le terrazze chiuse per ristrutturazione, quindi torniamo in albergo per rinfrescarci. Verso le 18 il sole scende già velocemente e dopo il tramonto saliamo in cima al Sirocco Lebua Hotel, che offre il panorama della città visto dal suo skybar più famoso, celebre anche per il film Notte da Leoni 2: trascorriamo qui un’oretta abbondante bevendo un cocktail dal prezzo alto (18 euro) ma che vale come biglietto per la spettacolare vista; scendiamo dal grattacielo, mangiamo il primo pad thai del nostro soggiorno e la giornata termina.
Il giorno successivo prenotiamo un viaggio in pulmino per Ayutthaya, antica capitale del Siam ad un’ora e mezza di distanza da Bangkok, dovre rimaniamo per tutta la giornata girando con un tuk-tuk tra i suoi templi e rovine più belli, tutti dai nomi impronuciabili; la soluzione tuk-tuk si rivela azzeccata perché caldo, distanze ed accesso alle aree archeologiche sconsigliano fortemente il noleggio di una bicicletta. Il sito a mio parere è imperdibile, si respira un’aria di calma e pace e si possono fare fotografie indimenticabili, camminando tra statue e templi ed immaginando come apparisse il glorioso passato della città. Rientriamo a Bangkok con uno dei tanti pulmini che nel pomeriggio riportano i visitatori nella capitale, ci concediamo un tuffo nella piscina dell’hotel ed in serata ci dirigiamo verso Khao San Road: prendiamo prima un taxi contrattando per stare in 6 sullo stesso veicoli, ed al ritorno contratteremo poi per rientrare in hotel provando i famosi tuk-tuk, in un bel viaggio caratteristico a tutta velocità. Quanto a Khao San Road passiamo qui la nostra serata, nella via della movida più folle di Bangkok, tra secchielli di cocktail, musica techno a tutto volume, offerte di spiedini di scorpioni ed il tanto caos notturno che alla fine è uno dei motivi che rende Bangkok così famosa e diversa dalle altre città.
Il terzo e ultimo giorno nella capitale ci dirigiamo al Chatuchak Weekend Market, famoso anche come il mercato più esteso del mondo: giriamo tra negozi e bancarelle di merce di ogni tipo, ma l’esperienza si rivela un po’ deludente per le difficoltà ad orientarsi e capirci qualcosa di questa enorme esposizione; a fianco del mercato troviamo un padiglione dove contadini e pescatori vendono le loro merci ai thailendesi, dove trascorriamo una migliore mezz’oretta. Ci spostiamo poi nel quartiere Siam, il quartiere più moderno della città dove affaccia l’enorme centro commerciale Siam Square, di cui consigliamo la food-court se si vuole un po’ spezzare la monotonia della cucina thai, e l’MBK Center, ovvero un centro commerciale più vecchio dove l’ultimo piano è interamente dedicata alla vendita di merce… tarocca! Qui le merci sono dichiaratamente contraffatte a regola d’arte, la contrattazione estrema è una regola, ed ammetto che qualche acquisto lo abbiamo fatto. Al tramonto visitiamo poi Lumphini Park, che grazie a laghetti e vista sui grattacieli ricorda un poì Central Park come concezione, ed in serata visitiamo Chinatown mangiando in un ristorante i famosi dumpling, i ravioli al vapore della cucina tradizionale cinese, e velocemente è ora di dire arrivederci a Bangkok.
28/29 Agosto: CHIANG MAI
Se la capitale è la città del caos, della frenesia, dei grandi palazzi e mille odori, la seconda città più importante dello Stato è invece una fresca oasi di serenità, sorrisi e relax; Chiang Mai accoglie noi ed il nostro primo volo AirAsia della vacanza con una delle tipiche piogge torrenziali del monsone, intensissime e brevi (durata massima di 1-2 ore). Noleggiamo a buon prezzo un minivan con conducente che ci porta dall’aeroporto all’hotel Raming Lodge (comodissimo hotel con colazione e piscina, stanze molto grandi, nella zona dei locali serali) e che successivamente ci guida sulla montagna di Wat Phra Doi Suthep, dove in un’oretta visitiamo il famoso tempio dalla lunga scalinata a forma di dragone, poi nel nascosto complesso di gallerie sotterranee di Wat Umong, e poi ci lascia nel pomeriggio nel centralissimo Wat Phra Singh, il tempio cittadino di Chiang Mai. Qui ci imbattiamo nella preghiera pomeridiana dei monaci e, dopo aver visitato il complesso e fotografato le grandi pagode dorate, entriamo nella lunga via che la Domenica sera accoglie il celebre Sunday Night Market. Un consiglio a chi sta pianificando un viaggio in Thailandia: se riuscite, soggiornate a Chiang Mai proprio la domenica così potete visitare questo mercato che è stato assolutamente il migliore dei tanti visti nella vacanza; il Sunday Night Market è quindi una lunga via riempita di centinaia di bancarelle e visitate da fiumi di persone, i prezzi sono bassi e ci si ritrova fermi a contrattare ogni due passi, così che uscirne due ore dopo non è affatto esagerato, come nel nostro caso.
Per il giorno successivo abbiamo prenotato già quindici giorni prima del nostro arrivo in Thailandia, una giornata di visita all’Elephant Nature Park, la riserva naturale più celebre del Paese. Il costo a persona è di 60 euro e permette di trascorrere una giornata in contatto con diverse decine di elefanti che dimorano liberi in questa bella vallata; in breve, un pulmino è venuto a prenderci al mattino in hotel, la nostra guida ci ha spiegato ed introdotto la storia del parco ed il suo fine di tutela di questi giganti spesso sfruttati e feriti fisicamente ed interiormente dall’uomo come animali da circo, siamo arrivati nella riserva ed abbiamo iniziato a camminare insieme agli elefanti, accarezzandoli, facendo tante foto, abbracciandoli e nutrendoli; nel programma è poi incluso un abbondante pranzo vegetariano, il “bagno” al fiume con gli elefanti, la merenda ed altre attività, oltre ovviamente al rientro in hotel; l’esperienza è realmente splendida, imperdibile, e toglie il fiato.
Dal tardo pomeriggio invece partecipiamo ad una delle altre tipiche attività di Chiang Mai: i corsi di cucina; quello scelto da noi è la Thai Akha School e si rivela una scelta azzeccatissima per varietà dei piatti, simpatia e gentilezza della proprietaria, oltre al comodo orario serale. Trascorriamo qualche ora cucinando (o provandoci) vegetable rolls, zuppa di gamberi, pollo al green curry ed il pad thai, ed ascoltiamo l’insegnante raccontarci mille aneddoti sulla storia del paese, sulle sue tradizioni culinarie e non, sui “trucchetti” per cucinare thai. Quella sera andiamo a dormire stanchi ma rilassati, d’altronde in 2 giorni siamo passati dal variopinto caos di Bangkok e dai suoi templi, ad una città in mezzo a verdi montagne dove abbiamo accarezzato elefanti e mischiato tante spezie per prepararci la cena: anche per questi motivi, in pochi giorni di viaggio la Thailandia ci aveva già conquistato.
30/31 Agosto e 1 Settembre: KOH TAO
E’ ora di cambiare ancora una volta tipo di vacanze, il caldo mare delle isole thailandesi ci attende e per risparmiare (molto) abbiamo optato ancora una volta per l’ottima ed economica organizzazione AirAsia; per circa 50 euro saliamo sul volo per la città di Surat Thani nella Thailandia meridionale, dove in seguito veniamo spostati su di un bus e poi su un lento e vecchio traghetto per Koh Samui. Durante la pianificazione del viaggio abbiamo deciso di non soggiornare nella maggiore delle 3 isole sorelle del Golfo di Thailandia perché troppo turistica e meno interessante delle altre due; la nostra conoscenza di Koh Samui si ferma dunque al paesino di Mae Nam dove trascorriamo una notte in bungalow, mangiamo un buon fried rice ai frutti di mare ed il mattino successivo ci imbarchiamo all’alba per Koh Tao. I traghetti Lomprayah sono più molto più confortevoli dei Raja Ferry, e dopo un paio d’ore vi viaggio giungiamo a destinazione, e la prima impressione è di essere arrivati in un altro mondo: una sola “strada” propriamente detta all’interno dell’isola e lunga solo qualche km di sali-scendi, il numero di motorini molto maggiore rispetto alle auto, strette vie che portano al mare dove puoi girare solo a piedi o appunto in motorino.
A Koh Tao la natura ha dato pochi spazi all’uomo e soprattutto pochissimi pianeggianti, così da comporre un’isoletta con la lunga spiaggia di Sairee beach attorno alla quale si affacciano tutte le strutture ricettive, e tante spiaggette nascoste da raggiungere o via mare con le long tail boat oppure su due ruote; noi optiamo per quest’ultima soluzione e dopo 10 minuti di viaggio avventuroso siamo a Freedom Beach, dove trascorriamo mezza giornata di quelle che sogni per una vita intera: mare azzurrissimo e pieno di pesci che si infrange su una spiaggia bianchissima, l’ombra delle palme sotto alle quali riusciamo anche a raccogliere 3 cocchi da bere e da mangiare ma soprattutto da cercare di aprire, ed un venticello che non ci fa accorgere di quanto picchi il sole e che a fine giornata ci scotta un po’. A malincuore nel tardo pomeriggio lasciamo Freedom Beach per intraprendere un quarto d’ora di “moto-cross” per arrivare nella spiaggia di Sai Nuan Beach per vedere il tramonto. La location si rivela splendida, dove in pochi minuti ci ritroviamo solo noi 6 col rumore delle onde, una birra in mano ed il silenzio tutto attorno. Rientriamo col buio al Thalassa Hotel di Sairee, mangiamo pesce ed andiamo in un locale-discoteca a bere un cocktail.
Il giorno successivo concordiamo orari di trasporto con long tail boat a/r per Nang Yuan, le tre famose isolette a largo di Koh Tao che formano uno dei paesaggi più celebri e riconoscibili dell’intera Thailandia; il consiglio è andarci subito per le 9.30/10, così che si possa accedere all’isola ancora non presa d’assalto dai tanti visitatori, per fare subito qualche foto e procedere per i 15 minuti di salita necessari ad arrivare al punto panoramico. Una volta scesi ci siamo invece goduti il mare più bello della vacanza in questa grande laguna formata da alcune zone di vera e propria barriera corallina ed altre invece di mare basso e caldo. Dopo qualche ora abbiamo lasciato a malincuore Nang Yuan, sapendo però di averla vista al mattino nel suo momento migliore prima della calca ormai arrivata; rientriamo a Koh Tao giusto in tempo per prendere il traghetto per Koh Phangan, l’ultima tappa di mare della vacanza. Arriviamo in hotel ormai verso il tramonto, facciamo in tempo ad ammirare la rilassante baia davanti al nostro hotel, dove la bassa marea scopre qualche granchietto qua e là.
2/3 settembre: KOH PHANGAN
Piccola premessa sull’isola: Koh Phangan non è piccola come Koh Tao, ed anzi per attraversarla nella sua strada centrale ci vuole mezz’oretta di auto; diventa quindi importante capire dove scegliere il proprio hotel, sapendo anche che l’isola è meta di chi cerca mare e relax e la sera vanno tutti presto a dormire. Noi abbiamo scelto la costa orientale, che è la più selvaggia e si racchiude tutto attorno alle due vicine baie gemelle di Thong Pan Noi e Thong Pan Yai, dove sono localizzati alcuni resort, qualche ristorante e qualche localino. Abbiamo soggiornato direttamente sulla spiaggia presso l’Havana Beach Resort, struttura ottima come localizzazione ed organizzazione ma meno per quanto riguarda il cibo, meglio spostarsi nei ristoranti vicini per quello.
Il primo giorno di permanenza abbiamo noleggiato dei motorini e ci siamo diretti verso Bottle Beach, la spiaggia più bella di Koh Phangan ma che è anche quella più difficile da raggiungere: dopo 10 minuti in sella su strade sterrate tra palmeti e la foresta tropicale, bisogna lasciare i mezzi ed incamminarsi per una scoscesa mezz’oretta verso la spiaggia. Appena arrivati, la vista ripaga la fatica sicuramente: Bottle Beach è una lunga spiaggia bianca circondata soltanto da palme ed un paio di bar, con l’acqua azzurrissima e piatta. Decidiamo di trascorrere qui l’intera giornata nel relax più totale, spezzato al massimo da una partita di beach volley o un cocco fresco da sorseggiare. Rientriamo in hotel, ci organizziamo per il giorno seguente e poi andiamo nella vicina spiaggia Thong Pan Noi per cenare e trascorrere la serata.
Il giorno seguente grazie allo staff dell’hotel ci aggraghiamo al tour Orion (costo sui 50 euro a testa, comprensivo di tutto) verso l’arcipelago di Ang Thong Park, la riserva naturale di oltre 60 isole a largo di Koh Samui e Koh Phangan. L’imbarcazione, su cui consumeremo anche tutti i pasti e le varie merende previste, è grande ma non troppo affollata, ed il viaggio per raggiungere le isole dura un’ora e mezza. La prima tappa è di snorkeling a largo di un piccolo atollo, con mare non male ma un po’ di corrente a togliere limpidezza, mentre successivamente si attraversa tutto il parco da Nord a Sud in uno scenario che sembra quello visto nei vari film di pirati: isole selvagge, deserte, piene di baie e grotte nascoste ed ogni tanto spiaggette tropicali. La seconda tappa è per visitare il view point del grande verdissimo Emerald Lake di Koh Mae Ko e scattare fotografie molto belle, mentre la terza ed ultima sosta è sull’isola maggiore dell’arcipelago, dove è possibile scegliere se rimanere nella bellissima spiaggia principale, oppure visitare alcune grotte oppure ancora incamminarsi per mezz’oretta in salita fino ad arrivare al punto panoramico più alto dell’arcipelago; la gita merita molto, si “sacrifica” una giornata intera di mare alla fine, ma si possono osservare panoramici davvero unici. Le piccole onde e la luce del tramonto poi cullano dolcemente il nostro ritorno a Koh Phangan, dove a malincuore inizia il nostro lungo ritorno verso Bangkok prima e verso l’Italia poi.
4 settembre: BANGKOK
Partiamo di mattina sempre con traghetti e bus per raggiungere il minuscolo aeroporto di Surat Thani, da cui AirAsia ci fa rientrare a Bangkok dove da programma abbiamo deciso di fermarci una notte prima del volo di rientro a casa. Per questo secondo breve soggiorno nella caotica capitale abbiamo scelto l’internazionale quartiere di Sukhumvit e più precisamente l’hotel Citrus Sukhumvit 11: per 18 euro a notte a persona abbiamo trovato l’albergo migliore della vacanza, con stanza piccola ma elegante ed una grande colazione internazionale che ci ha concesso un po’ di tregua da noodles e fried rice.
L’ultimo mattino della vacanza lo occupiamo visitando il famoso mercato galleggiante di Damnoen, raggiunto in un’ora abbondante d’auto da Bangkok e dopo aver quasi litigato col conducente che voleva per forza farci fare il giro del mercato sull’imbarcazione di un suo amico; comunque Damnoen è un mercato sì turistico, meno grande di quanto si pensi, ma secondo me comunque da visitare perché davvero unico. Rientriamo a Bangkok, giriamo qualche oretta nel quartiere Siam tra i centri commerciali, e poi ci iniziamo a dirigere verso l’aeroporto, dove il volo Emirates con scalo a Dubai sancisce la fine di due settimane di vacanza dove davvero ci siamo sentiti in un altro mondo.
Solo qualche nota in più finale sulla vacanza:
Il soggiorno ci è piaciuto molto ed in tutte le sue tappe, convincendomi dell’idea che il Paese va visitato così, girovagando e spostandosi tra città, montagne, isole, spiagge, mercati e templi;
Scegliere solo Bangkok, o solo il mare ad esempio, non ci avrebbe fatto visitare posti davvero imperdibili (Elephant Nature Park e Koh Tao in primis) che sarebbe stato un peccato perdersi. Infine qualche veloce commento sulla Thailandia, cioè di un Paese sicuramente sicuro dove ci si deve abituare a contrattare per qualsiasi cosa, dove si viaggia su qualsiasi mezzo di trasporto possibile, dove si fa in tempo prima a scoprire e poi ad aver mangiato troppa cucina thai, dove comunque il flusso di turisti è imponente ma organizzandosi bene ci si può ritagliare momenti ed angoli di pace col mondo davvero unici;
Infine ma non meno importanti, la vacanza ha comunque avuto un costo contenuto, pur soggiornando sempre in hotel, mangiando sempre fuori e prendendo anche voli interni per spostarsi. Sì, è stato un po’ come fare mille vacanze in una.