Thailandia: la terra del sorriso 3

Da Bangkok al nord e soggiorno a Phuket
Scritto da: ashante
thailandia: la terra del sorriso 3
Partenza il: 22/11/2017
Ritorno il: 07/12/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Il pensiero di una vacanza in Thailandia prima delle feste natalizie è un’idea alquanto allettante che in breve tempo mi accende di entusiasmo. È così che ai primi di Ottobre, assieme a mio marito Stefano e nostro figlio Davide, contattiamo InnViaggi, tour operator di Bangkok gestito da personale italiano. A breve riceviamo il programma dettagliato con preventivo riguardo al soggiorno a Bangkok, tour del Nord e vacanza mare a Phuket.

Acquistiamo online alla compagnia Turkish Airlines i biglietti con tratta Bologna – Istanbul, Istanbul – Bangkok e viceversa, mentre con Viaggi Sicuri stipuliamo l’assicurazione sanitaria e annullamento viaggio.

Il nostro viaggio inizia il 22/11/17 e dopo 14,30 ore di volo atterriamo al Suvarnabhumi International Airport di Bangkok alle 15 (ora locale + 6 ore) del 23/11; qui, una sgradita sorpresa ci attende: mancano due valigie su tre. Con grande disappunto usciamo dall’aeroporto, dove ad attenderci vi è un autista per il trasferimento diretto in hotel.

Fuori fa caldo e c’è il sole, dopo circa un’ora di traffico congestionato arriviamo al Bosshotel Inn (qui ci fermeremo quattro notti) e Stefano, l’incaricato dell’Agenzia, ci accoglie per dare informazioni e consigli utili. Insieme a lui ci rechiamo in banca per un primo cambio, inoltre acquistiamo una sim telefonica locale utile per i contatti con l’agenzia e molto conveniente per le chiamate in Italia.

Stanchi e accaldati, causa l’impossibilità di indossare abiti adeguati, usciamo per cena scegliendo un locale sulla Silom Road, ordiniamo birra Chang e noodles a base di gamberi poi rientriamo in hotel. Come primo giorno in Thailandia non possiamo dire sia cominciato bene, andiamo a dormire con la grande speranza di riavere domani i bagagli mancanti.

24/11

Ci alziamo abbastanza presto e dopo aver fatto colazione, carichi d’entusiasmo, usciamo alla scoperta di una delle città più calde del mondo. Lungo la strada sfrigolanti bancarelle emanano un odore intenso di cibi fritti appena cotti. Facendoci largo tra la moltitudine di persone che affollano la via, arriviamo al Sathon Central, molo da cui partono i battelli che navigano sul Mae Nam Chao Phraya. Il biglietto di andata e ritorno permette di scendere a proprio piacimento per visitare i luoghi più interessanti della città. Dopo mezz’ora di navigazione sotto un sole cocente tra svettanti grattacieli, scendiamo come prima tappa al Wat Phra Kaew e Gran Palazzo Reale. Questo tempio buddhista, noto anche come Tempio del Buddha di Smeraldo, è un complesso fiabesco che comprende anche l’antica residenza del sovrano thailandese: il Gran Palazzo Reale che è anche la più grande attrazione turistica della città.

Comprati i biglietti, entriamo avendo cura di indossare pantaloni lunghi e camicie a mezza manica (la regola in questo tempio vale sia per gli uomini sia per le donne). Questo complesso consacrato nel 1782 è di una bellezza incredibile che ben presto, ci cattura facendo prendere vita alla macchina fotografica. Finita la visita, aiutati dalla mappa della città scaricata da Davide prima di partire sul suo Smartphone, ci dirigiamo a piedi alla Montagna Dorata, un altro tempio buddhista dove una tortuosa scalinata, ombreggiata da alberi contorti, risale la collina artificiale; arrivati in cima, un panorama a 360° su Bangkok si apre ai nostri occhi.

Scesi dalla collina, ci facciamo portare al Wat Pho con un tuk-tuk; questi mezzi non sono altro che la versione moderna dei risciò, piccoli veicoli aperti azionati da motori molto rumorosi la cui tariffa è concordata prima della partenza. Sfrecciando per le vie di Bangkok, divertendoci, arriviamo a destinazione. Il Wat Pho è un altro tempio buddhista molto conosciuto che conserva la più grande collezione di statue del Buddha di tutta la Thailandia e il possente Buddha Reclinato nella rappresentazione del suo ingresso nel nirvana.

Passeggiando tra pittoreschi mercati attraversiamo il fiume per visitare in ultimo il Wat Arun, un tempio affiancato da un’imponente torre in stile khmer alta 62 metri, variegata da elaborati mosaici floreali realizzati con porcellana cinese.

Il sole sta calando quando riprendiamo il traghetto per scendere nuovamente a Sathon. Con grande soddisfazione per tutte le cose straordinarie che abbiamo visto, rientriamo in hotel dove, sorpresa finale, due “splendide” valigie ci stanno aspettando…..evviva! Questa notte dormiremo serenamente.

25/11

Sveglia presto e alle 7,30 un’auto con la nostra guida di nome Chanont ci aspetta fuori dall’hotel per condurci ad Ayutthaya, situata a un’ottantina di chilometri da Bangkok, un tempo capitale thailandese per 417 anni. La città cadde in seguito all’invasione dell’esercito birmano che la saccheggiò impossessandosi di gran parte dei suoi tesori.

Visitiamo il Palazzo di Bang Pa In l’ex residenza reale estiva che rappresenta un bell’esempio di architettura thailandese. A seguire il Wat Yai Chai Mongkhon, un tempio costruito per ospitare i monaci di ritorno dallo Sri Lanka dopo l’ordinazione, vicino all’ingresso è collocata una statua del Buddha disteso lunga 7 metri.

Il Wat Chai Wattanaram, un imponente sito grazie al Prang (alta torre centrale di 35 metri) in stile Khmer. Il Wat Mahathat, dove vi è la statua più fotografata di Ayuthaya: la testa di un Buddha in arenaria imprigionata tra le radici intrecciate di un albero.

Il Wat Phra Si Sunphet, i tre magnifici stupa (monumenti buddhisti, la cui funzione principale è quella di conservare reliquie) di questo tempio in rovina, è una delle immagini simbolo della città.

Infine visitiamo il Wat Lokayasutharam, un tempio in rovina con la statua del Buddha reclinato lungo 42 metri.

Giunta l’ora del pranzo, ci sediamo in un tipico locale vicino al fiume e su consiglio di Chanont, assaggiamo diversi piatti della cucina thailandese. Durante il tragitto di ritorno arrivati alla periferia di Bangkok, scendiamo dall’auto in prossimità del mercato di fine settimana di Chatuchak che è tra i più grandi del mondo. Da curiosi spettatori entriamo nelle viscere di questo mercato suddiviso in settori numerati: dall’abbigliamento, all’antiquariato, al giardinaggio, al cibo, uno scenario fantasmagorico appare ai nostri occhi. A una bancarella di artigianato facciamo i nostri primi acquisti: due statuette del Buddha di una grandezza comoda da infilare in valigia.

Tra il caldo, la folla e i forti odori di cibo speziato girovaghiamo per un paio d’ore, poi prendiamo lo skytrain (metropolitana sopraelevata) cambiando la linea alla fermata Siam per poi scendere a Sappan Taksjn e rientrare in albergo. Una buona doccia ci rimette in sesto e a cena davanti ad un piatto di noodles commentiamo entusiasti la giornata trascorsa.

26/11

Anche stamattina sveglia presto e alle 7,30 partiamo per vedere la vecchia ferrovia e il mercato galleggiante a sud di Bangkok un centinaio di chilometri. La guida che ci accompagna, si presenta col nome di “bambolina”. Dopo un’ora di viaggio ci fermiamo al vivace mercato di generi alimentari di Mae Klong, qui si trova anche la stazione ferroviaria di Samut Songkram, dove un coloratissimo treno con partenza da Bangkok arriva quattro volte al giorno. La particolarità di questo mercato è che viene allestito lungo i binari: lo spettacolo dei venditori che devono raccogliere in tutta fretta i loro prodotti all’arrivo del treno è davvero incredibile; mai c’era capitato di vedere una cosa tanto singolare perciò divertiti ci uniamo alla folla che con macchina fotografica pronta aspetta il passaggio del convoglio. Risaliti in auto, proseguiamo fino a giungere a una fattoria dove avviene la lavorazione della noce di cocco: dall’estrazione del latte alla fabbricazione di oggetti artigianali.

A metà mattinata arriviamo al mercato galleggiante di Damnoen Saduak, il più vecchio e famoso del paese. Subito saliamo su una long tail boat (barca tradizionale a coda lunga chiamata così perché l’elica è montata in fondo a una lunga asta di trasmissione che parte dal motore) per esplorare i placidi canali residenziali. Lungo il percorso si possono vedere piccole imprese familiari, bancarelle di souvenir e chioschi per mangiare. Compriamo un po’ di frutta poi eccoci nel bel mezzo di questo mercato pieno di canoe cariche di colorati frutti esotici, pesce, carne, etc.; con grande maestria i venditori usando un apposito strumento fatto a pertica riescono a trasferire la merce agli acquirenti sui marciapiedi. E’ davvero entusiasmante trovarsi nella vivacità di questo mercato che pur avendo un’impronta turistica offre tuttavia uno spaccato della cultura thailandese.

Rientrati a Bangkok, dopo aver salutato la guida, ci facciamo lasciare in prossimità del quartiere Chinatown e del Wat Traimit. La grande attrattiva di questo tempio è senza dubbio il Buddha Dorato, una luccicante statua in oro massiccio alta tre metri scolpita nello stile Sukhothai. Da lì a piedi procediamo verso Chinatown, un quartiere di Bangkok con una rete intricata di vicoli e stradine, dove si susseguono coloratissime, affollate bancarelle di tessuti, gastronomia e oggetti kitsch; proprio qui, con grande disgusto, ne vediamo una dove vendono insetti e larve fritte. Ci perdiamo un po’ in questo dedalo di viuzze curiosando qua e là accompagnati da un forte olezzo di cibo.

Diamo una veloce occhiata alla stazione ferroviaria di Hualamphong, da cui partono treni che collegano Bangkok con il resto del paese poi, con un tuk tuk rientriamo in albergo.

E’ l’ultima sera in questa caotica e inquinata città dal traffico selvaggio con caratteristici mercati e tesori culturali; famosa per la sua cucina e per i centri di massaggio ci ha ospitato, divertito, ammaliato con i suoi templi, sedotto con i suoi sapori e stordito con i suoi odori; domani si partirà per il Nord, nuovi incontri e nuove emozioni ci aspettano.

27/11

Alle 4,45 del mattino, ritirati i tre breakfast box, lasciamo l’albergo e saliti sull’auto, siamo accompagnati all’aeroporto di Don Mueang. Fuori è ancora buio e nonostante l’ora presta il traffico comincia a farsi notare. Imbarcati i bagagli alle 7,45, con un volo dell’Air Asia, partiamo per Chiang Rai; la giornata è nuvolosa e appena atterrati conosciamo la guida di nome Nary che ci accompagnerà nei prossimi tre giorni e che subito si appresta a condurci al Tempio delle Scimmie (Wat Tham Pia o Monkey Cave). Al suo interno, oltre alle scimmie, vi è un laghetto popolato di grossi pesci, una scalinata conduce a una grotta al cui interno vi è un altare con una statua del Buddha. Nei dintorni alcune donne vendono banane e arachidi per i macachi, perciò ne approfittiamo per dar loro da mangiare in modo da avvicinarli il più possibile.

All’ora di pranzo arriviamo al Triangolo d’Oro dove pranziamo in un ristorante con terrazzo panoramico sul fiume Mekong. Il Triangolo d’Oro è un’area geografica che si estende tra il Myanmar, il Laos e la Thailandia, una regione in cui nel passato l’attività principale era il commercio dell’oppio, ora non è altro che un business per albergatori e operatori turistici pronti a sfruttarne il ricordo per fini commerciali. Con una breve passeggiata andiamo a visitare il museo Casa dell’Oppio che espone documenti storici sulla cultura di questa pianta; vi sono esposti anche vari utensili per piantare, raccogliere, lavorare e commercializzare la resina del papavero, tra gli altri, pipe, pesi, bilance, etc. Anche qui con la consueta barca a coda lunga facciamo un’escursione sul Mekong che comprende la risalita del fiume fino all’albergo casinò in Birmania e una sosta in terra laotiana per vedere il mercato. Oltre alle solite cianfrusaglie alcune bancarelle vendono imitazioni di oggetti griffati mentre altre vendono bottigliette di alcool contenenti serpentelli e scorpioni…. è qui che Davide non resiste e l’acquisto diventa d’obbligo.

Ritornati a Chiang Rai, siamo accompagnati all’hotel resort Laluna, fuori città 3/4 chilometri, dove ci viene assegnato un bungalow immerso in un giardino tropicale di straordinaria bellezza. Per cena la voglia di cucina italiana prepotentemente ci assale perciò con un tuk tuk andiamo in centro e dritti dritti entriamo da “Sasà”, pizzeria già adocchiata al nostro arrivo; qui il gestore napoletano prepara buone pizze per nostalgici come noi. Finita la cena, ci concediamo un breve giro al Night Bazaar, poi rientriamo in hotel piuttosto stanchi: la sveglia stamattina è stata precoce, la giornata trascorsa però ci ha ripagato delle ore di sonno perdute.

28/11

Facciamo colazione nella quiete di questo bellissimo giardino poi lasciamo Chiang Rai per dirigerci al Wat Rong Khun (White Temple o Tempio Bianco). Questo tempio situato a quindici chilometri dalla città è stato progettato nel 1997 dall’artista thai Chalermchai Kositpipat che ne ha interamente stravolta la struttura originaria realizzando un tempio completamente in calce bianca e frammenti di specchio facendolo sembrare una torta di zucchero cristallizzato. Per metà buddista e per metà induista è senza dubbio il tempio più stravagante della Thailandia; incantati, ci perdiamo in questo luogo suggestivo ammirando la straordinaria opera e scattando foto, poi seppur a malincuore ci allontaniamo per fare sosta a pranzo.

Prima di arrivare a Chiang Mai ci fermiamo al villaggio degli ombrelli di Bo Sang per visitare un negozio con annesso un laboratorio per la produzione di carta, ombrelli, parasoli di bambù. La mostra espositiva offre svariati oggetti pitturati a mano; invogliati, compriamo un ventaglio con tema gli elefanti.

Arrivati a Chiang Mai, entriamo nel bellissimo e venerato tempio di Wat Phra Singh, uno dei migliori esempi di architettura Lanna (il regno che ha dominato il nord della Thailandia dal 13° al 18° secolo) dominato da un imponente santuario decorato da mosaici, una piccola cappella dove si trova la famosa statua del Buddha nota con il nome di Phra Singh (Buddha Leone) e un grande monastero ancora attivo abitato da centinaia di monaci e novizi. Terminata la visita, andiamo all’ hotel “Bed Nimman“, posto fuori città vicino all’aeroporto. Ceniamo in centro al Night Bazaar situato tra il fiume e le mura della Città Vecchia; all’imbrunire, centinaia di ambulanti affollano i marciapiedi su entrambi i lati per mostrare le loro merci: abbigliamento, oggetti di legno, argento, pietre pregiate, modellini di tuk tuk in filo di ferro, stoffe, etc., non potendo resistere, compro contrattando due stoffe di velluto con sopra raffigurato il volto del Buddha. Ci spostiamo poi nella parte del mercato, dove su una piazza si trovano bancarelle con una buona scelta di piatti tipici, seduti al tavolo, ordiniamo noodles e spring rolls lasciandoci avvolgere a suon di musica dall’atmosfera festaiola del posto.

29/11

Sono le 8,30 quando la nostra guida ci viene a prendere in hotel per andare a incontrare l’animale simbolo di questo paese: l’elefante. Per migliaia di anni in Thailandia gli elefanti erano utilizzati per il trasporto del legname; dopo l’approvazione della legge che impediva la deforestazione, questi animali si sono trovati disoccupati perciò gli allevatori e i conducenti hanno creato dei campi, in alcuni di questi gli elefanti intrattengono i turisti con spettacoli ed escursioni nella giungla. Chiang Mai è una delle località più famose per quanto riguarda gli incontri con questi animali perciò dopo circa un’ora arriviamo all’Elephant Camp. Scesi dall’auto, ci accorgiamo della moltitudine di turisti e degli innumerevoli pachidermi di varie grandezze che si aggirano nel campo posando per facilitare lo scatto fotografico. Compriamo un po’ di banane e pezzi di canna di bambù per dare loro da mangiare poi seduti su delle panche assistiamo nostro malgrado a uno spettacolo da circo dove questi bestioni eseguono compiti fino a dipingere con la proboscide su tele che poi saranno vendute. Di lì a poco saliamo sul dorso di grossi elefanti (Stefano ed io insieme e Davide da solo) che muniti di portantina trasportano i turisti per una passeggiata di un’oretta nel fiume e nella fitta e verde foresta. Ondeggiando notevolmente ad ogni passo lanciamo gridolini divertiti impazzendo per riuscire a fare delle foto. Finito il tour con l’elefante, è la volta della navigazione sul fiume Mae Tang a bordo di una zattera fatta di canne di bambù e condotta da due barcaioli; il sole picchia alto, quindi indossati i tipici cappelli a cono di paglia messi a disposizione per i turisti, godiamo la tranquillità del luogo e la bellezza del paesaggio. Tornati a riva, con un fuoristrada, ci portano in un villaggio nei pressi, dove vive una tribù di “donne giraffa”. Queste donne fanno parte dell’etnia Padaung e scappate dal regime birmano, in cerca di asilo politico, si sono rifugiate in Thailandia. L’appellativo dato dalla loro tribù deriva dall’usanza di mettere al collo, come segno di bellezza, degli anelli di ottone che indossano fin da quando sono bambine aggiungendo un anello ogni anno fino a raggiungere un peso di dieci chilogrammi. La postura e il peso degli anelli schiacciano le clavicole a tal punto da sembrare un tutt’uno con il collo, da qui la parvenza di un collo estremamente lungo.

Questo villaggio non è altro che un semplice mercatino, dove le donne giraffa vendono oggetti di artigianato e si mettono in posa per le foto con i turisti; scattiamo bellissimi primi piani e compriamo alcune statuette di legno, un po’ rudimentali, raffiguranti loro stesse. Ritornati al campo, prima di andare via, mi fermo a una bancarella e scelgo alcuni elefantini di stoffa colorata da regalare a parenti e amici.

È ormai l’ora di pranzo quando ci fermiamo al ristorante “Casa delle Orchidee”. In questo luogo si trovano orchidee di vario tipo, colore e grandezza; allineate dentro a vasi sospesi con radici che fuoriescono, creano una sorta di viale. Nello stessa location si trova la ”fattoria delle farfalle”, una serra, dove in un ambiente molto umido vivono diverse e coloratissime farfalle; passeggiando all’interno, queste graziose bestioline ci svolazzano intorno posandosi sui vestiti e capelli.

Di ritorno verso Chiang Mai ci dirigiamo sulla collina dove, a un’altitudine di 900 metri, si trova il Wat Phra Thad Doi Suthep, uno dei templi più sacri della Thailandia. Risalente al 1383, ospita una sacra reliquia di Buddha, murales, santuari oltre a uno dei più grandi gong del mondo. Si può raggiungere salendo la ripida scalinata di 306 gradini affiancata da Naga (serpente con la testa di drago) a mosaico oppure utilizzare, come abbiamo fatto noi, la moderna funicolare; è veramente molto bello e suggestivo, con una terrazza costellata di alberi del pane, piccoli templi, monumenti, compresa una statua dell’elefante bianco che portò la reliquia del Buddha nel luogo in cui si trova oggi.

E’ quasi l’ora del tramonto quando andiamo a visitare l’ultimo tempio: il Wat Chedi Luang, questo tempio ha uno svettante chedi (pagoda) in stile lanna alto 90 metri che risale al 1441 parzialmente danneggiato da un terremoto e oggi in rovina.

Rientrati in albergo, dopo una doccia, torniamo nuovamente al Night Bazaar per cenare in questo movimentato spazio all’aperto nella calda serata di fine Novembre. Verso le 22 abbiamo appuntamento con Nary e suo marito per bere qualcosa, scegliamo un locale con musica reggae dal vivo, trascorrendo così piacevolmente un paio d’ore in loro compagnia, poi carinamente, con la loro auto, ci riaccompagnano in albergo. Questa è l’ultima sera a Chiang Mai e prima di addormentarci dedichiamo un pensiero alle cose viste durante la nostra permanenza nella Thailandia Settentrionale: splendidi templi, un grande fiume e scenari naturali aspri e selvaggi.

30/11

Usciamo nella calda mattinata per fare due passi nei pressi dell’hotel in attesa di andare via. Sono le undici quando la nostra guida ci viene a prendere per condurci all’aeroporto di Chiang Mai, arrivati, Nary si presta ad aiutarci per l’imbarco delle valigie poi con un forte abbraccio la salutiamo. Nel tabellone orario delle partenze leggiamo che il nostro volo dell’Air Asia con destinazione Phuket ha un ritardo di venti minuti quindi nell’attesa consumiamo uno spuntino poi verso le ore 13,30 finalmente si parte.

La tratta Chiang Mai – Phuket dura circa due ore e trenta minuti e man mano che scendiamo verso Sud, lasciamo alle nostre spalle un cielo azzurro con un sole splendente per ritrovarci in un cielo grigio e nuvoloso. Atterrati, ritiriamo i bagagli e usciamo dal Terminal Arrivi, dove ci aspetta un autista per portarci ad Ao Nang, località nei pressi di Krabi. Nonostante sia caldo, la giornata è veramente brutta, purtroppo l’assenza del sole non permette di valerci di quella luce che solitamente rende il paesaggio così straordinariamente bello. Dopo circa tre ore arriviamo all’Alisea Boutique, un albergo con all’esterno una vasca contenente grossi pesci e al suo interno caldi arredi in legno. Per cena scegliamo un ristorantino appartato, il “ Kodam Kitchen” dove sotto un gazebo circondato da piante ordiniamo piatti thai a base di pesce; coccolati da quest’angolino di pace, vorrei che il tempo si fermasse per restare lì in questo spazio di tempo che “sapora” tanto di famiglia. Andiamo a letto un po’ amareggiati, anche domani il tempo non promette niente di buono.

1/12

Come previsto, la giornata è nuvolosa e senza lasciarci scoraggiare acquistiamo tre biglietti di A/R per Railay da un’agenzia che gestisce le imbarcazioni direttamente sulla spiaggia (le long tail boat salpano con almeno 8-10 persone a bordo). Dopo quindici minuti di navigazione arriviamo a Railay Beach, quest’angolo di paradiso raggiungibile solo via mare è un’area pedonale caratterizzata da scogliere ricoperte da fitta vegetazione ed è un’ambita palestra per gli appassionati di arrampicata su roccia. Stesi i teli da mare, trascorriamo su questa spiaggia buona parte della giornata facendo passeggiate e rilassandoci alla presenza di alcune scimmiette che saltellano sugli alberi da un ramo all’altro. L’assenza di sole e l’alternarsi di momenti di pioggia non invogliano a fare il bagno perciò ci accontentiamo di ammirare questo paesaggio fiabesco che, in una giornata di sole, sarebbe spettacolare. Verso le ore 16 con la long tail boat rientriamo, per cena scegliamo nuovamente Kodam Kitchen poi sperando nella clemenza del tempo prenotiamo per l’indomani, in una delle tante agenzie sulla strada, l’escursione a Phi Phi Island. Prima di rientrare in hotel facciamo una passeggiata sul lungomare di Ao Nang, dove numerose bancarelle vendono tutte gli stessi oggetti di scarsa qualità.

2/12

Alle 8,30 ci vengono a prendere in hotel e saliti su un van stracarico di gente, siamo accompagnati al molo per la registrazione al tour. Suddivisi in gruppi, a ognuno è assegnato un braccialetto colorato in funzione del tipo di escursione. Il cielo è coperto e a tratti pioviggina, a bordo di una barca veloce in compagnia di una quarantina di persone e un equipaggio parlante inglese, partiamo per far tappa alla Viking Cave (Grotta del Vichingo). Non essendo consentito ai visitatori l’accesso all’interno, la barca rallenta per permettere una buona visuale e scattare foto. Questa grotta prende il nome da un’errata interpretazione dei graffiti che si trovano al suo interno: quello che pareva somigliasse a una nave vichinga, è in realtà una giunca cinese disegnata 400 anni fa da pescatori cinesi di passaggio nella zona, ora è un luogo di raccolta dei pregiatissimi nidi delle rondini, ingrediente principale nella rinomata zuppa cinese. Proseguiamo per fermarci nuovamente in prossimità di Pileth Bay, una bellissima baia con pareti di roccia calcarea in un mare verde smeraldo guastato dalla moltitudine di barche e motoscafi che ne fanno da cornice.

E’ la volta di Maya Beach, delimitata da spettacolari scogliere ammantate di vegetazione, nel 1999 fu utilizzata come set per il film “The Beach”. Scesi dalla barca ci troviamo in mezzo a centinaia e centinaia di turisti che come noi cercano di cogliere la straordinaria bellezza di questo posto se non fosse per l’intenso traffico delle imbarcazioni che disturbano e rovinano la tranquillità e il paesaggio naturale.

E’ l’ora di pranzo quando arriviamo a Ko Phi Phi Don per un modesto e scadente pranzo a buffet, purtroppo anche qui orde di turisti invadono la spiaggia e barche di tour operator attraccano senza sosta. Con le sue magnifiche spiagge di sabbia dorata e la sua lussureggiante vegetazione tropicale, è la meta per eccellenza della Costa delle Andamane.

La sosta successiva è per fare snorkelling, ma come ieri, il cielo coperto non invoglia a tuffarci. Nel primo pomeriggio arriviamo a Bamboo Bay (ultima tappa dell’escursione) una sensazionale baia di sabbia bianchissima dall’atmosfera tranquilla; il tempo a disposizione sarebbe stato di un’ora ma a causa di neri e minacciosi nuvoloni che avanzano inesorabilmente all’orizzonte, riusciamo appena a scattare qualche foto poi siamo investiti da una pioggia battente che ci costringe a far ritorno alla barca. A gran velocità ci allontaniamo sotto un cielo sempre più nero e una pioggia sempre più insistente. Arriviamo ad Ao Nang bagnati fradici e ritornati in albergo, non avendo più la camera, ci mettono a disposizione asciugamani e una doccia calda dove poterci lavare e cambiare.

Alle ore 17 con lo stesso autista che due giorni prima ci aveva accompagnato lì, partiamo per Phuket. A causa del traffico impieghiamo tre ore e 30’ per arrivare all’hotel Simplitel dove ad attenderci vi è Andrea (incaricato dell’Agenzia) per fornirci consigli utili e spiegazioni. E’ abbastanza tardi quando usciamo per andare a cena; portandoci all’estremità del paese ci sediamo da Elephant Bar, dove gentilissimi camerieri ci fanno accomodare per un pasto a base di piatti locali. Tornati in albergo, andiamo a riposare, domani dedicheremo la giornata a esplorare quest’isola, la più grande della Thailandia, pubblicizzata come la “Perla delle Andamane”.

3/12

Ci alziamo e facciamo colazione nel terrazzo dell’hotel, il tempo è variabile con il sole che fa capolino tra le nuvole, indossati i costumi, andiamo a Karon, una lunga e ampia spiaggia con mega-resort sul lungomare. Restiamo lì fin verso l’ora di pranzo poi con un taxi, dopo aver contrattato il prezzo, ci facciamo portare al Big Buddha, situato in cima alla Nakkerd Hill, alto 45 metri si staglia maestoso nel punto panoramico più bello di Phuket; la statua è rivestita di pregiato alabastro birmano e i lavori di costruzione ebbero inizio nel 2007. Rimaniamo in questo luogo per circa 1 ora ammirando la maestosità del Buddha e il panorama mozzafiato sulla spiaggia di Kata, Karon e le piccole isole che punteggiano il canale di Chalong. Sempre con lo stesso taxi andiamo a Rawai al mercato del pesce, dove numerosi ristoranti espongono in vasche il pescato ancora vivo per poi farlo scegliere al cliente da cucinare. Poiché in Italia il prezzo sarebbe stato proibitivo, optiamo per tre aragoste da farci cuocere alla griglia; dopo aver pagato 2.000 Bath (circa 50 Euro) facciamo un giro tra i banchetti proprio per vedere le svariate qualità di pesce che offre questo mercato.

Il resto del pomeriggio lo occupiamo alla spiaggia di Nai Harn, una bella mezzaluna di sabbia orlata di casuarine. Avremmo voluto aspettare il tramonto ma vedendo avanzare grossi nuvoloni neri e vista l’esperienza del giorno prima facciamo ritorno in hotel.

Per cena un buon ristorante italiano non guasterebbe perciò con una camminata sul lungomare di mezz’ora andiamo da “Cosa Nostra”, locale gestito da un bresciano per mangiare tre pizze sul genere “made in Italy”. Soddisfatti, ripercorriamo lo stesso tratto di strada fermandoci di tanto in tanto a curiosare tra bancarelle colorate e profumi aromatici.

4/12

Torniamo alla spiaggia di Karon che in questo periodo essendo alta stagione è affollata di turisti soprattutto russi. Stefano e Davide si divertono facendo il bagno e lasciandosi travolgere dall’onda prima che si infranga sulla battigia. Insieme scherziamo, giochiamo, passiamo le ore in questo clima di vacanza così prezioso da rallegrare lo spirito. Dopo pranzo a base di kebab andiamo all’altra spiaggia gemella: Kata, situata più a sud di Karon, è senza dubbio più raffinata con negozi eleganti, ristoranti, divertimenti e possibilità di fare surf. La spiaggia, delimitata da due promontori rocciosi, è divisa in due zone: dal lato nord si estende Hat Kata Yai mentre a sud si trova la più appartata Hat Kata Noi, la strada che collega le due parti era in origine la zona residenziale facoltosa di Pukhet.

Con il solito tuk tuk ritorniamo in hotel e per cena nuovamente da Elephant Bar. Confidando che domani il sole sia protagonista, prenotiamo l’escursione per l’isola di Raya. Prima di rientrare in camera facciamo due passi nel paese tra sfavillanti negozi, ristoranti con insegne luminose appariscenti e bar con musica dal vivo pronti ad accogliere chiunque cerchi del divertimento forzato di dubbia moralità.

5/12

Verso le 9 ci vengono a prendere con un van per andare a Chalong Pier punto di partenza per l’isola di Raya. Situata a dodici chilometri da Phuket e conosciuta anche col nome di Racha è una piccola bellissima isola circondata da un mare stupendo con possibilità di alloggio e ristorazione. Anche qui, come nell’escursione, precedente, ci viene dato un adesivo colorato da attaccare alla maglietta in base al tipo di tour. Essendo il mare agitato, per tutti i partecipanti sono messe a disposizione delle compresse di Xamamina che Stefano e Davide si preoccupano subito di prendere. Con una barca veloce e un tempo poco incoraggiante partiamo in compagnia di una quarantina di persone; dopo circa mezz’ora di navigazione arriviamo alla spiaggia di Patok, una bella baia di sabbia bianca dove restiamo per un’oretta, a seguire ci conducono a fare snorkeling tra i pesci colorati della barriera corallina. Pranziamo a buffet in un ristorante spartano all’aperto con vista mare, poi ci riportano alla spiaggia di Patok per trascorrere alcune ore in relax.

Alle ore 15, al suono di un fischietto, siamo richiamati per fare ritorno; fortunatamente essendo cambiata la direzione dei venti, il mare è meno mosso. Tornati a Karon ceniamo da “Cosa Nostra” per catapultarci su pizze, bruschette e spaghetti alla carbonara. Mentre ci deliziamo con i sapori di casa nostra, ci viene spontanea un’osservazione: è da quando abbiamo messo piede al mare che il tempo è stato veramente poco generoso con noi: fortuna che a Dicembre a Phuket non piove mai!!!

6/12

Con nostro rammarico la vacanza è giunta quasi al termine, quindi decidiamo di trascorrere questo penultimo giorno alla spiaggia di Kata. Verso mezzogiorno le nuvole si diradano e sotto un bel sole caldo andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. Ritornati alla spiaggia, ci concediamo gli ultimi momenti in quest’angolo della Thailandia meridionale poi verso le 18, con un sole celato tra le nuvole e le vele delle barche che si stagliano all’orizzonte, fotografiamo il nostro primo tramonto.

È quasi buio quando fermiamo un tuk tuk per tornare a Karon; saliti, ci accorgiamo che si tratta di una discoteca ambulante con musica che a tutto volume fuoriesce dalle casse poste a pochi centimetri dalle nostre orecchie. Ridendo e muovendoci a ritmo, arriviamo al nostro albergo per ricevere la comunicazione da parte di Andrea che l’orario del volo di ritorno a Bangkok è stato anticipato di tre ore. Con un po’ di sensi di colpa torniamo al ristorante italiano “Cosa Nostra” per l’ultima cena; davanti a una frittura, a un filetto di pesce in crosta di patate con birra e coca cola brindiamo a noi, alla fortuna di aver ancora una volta condiviso questa vacanza.

7/12

Una bella giornata di sole ci accoglie al nostro risveglio; avendo poco tempo a disposizione andiamo a vedere il Wat Suwan Khirikhet, un tempio situato vicino al nostro hotel, ben tenuto, con un ampio cortile dove una volta la settimana si tiene il mercato.

Torniamo sul lungomare per un’ultima e breve passeggiata poi alle ore 11, pronti nella hall del Simplitel, aspettiamo l’autista per il trasferimento all’aeroporto di Phuket. Seduta nel van, guardo fuori dal finestrino e una sorta di tristezza mi pervade: oggi è tutto così luminoso, i sorrisi della gente, il manto di foresta sulle dolci colline, i colori della frutta matura distesa nelle bancarelle… è con un pizzico di nostalgia che parto da tutto questo, dalle emozioni raccolte, vissute, condivise, dalla gioia che ogni volta provo quando sono insieme alla mia famiglia.

Alle 14,30 con un volo della Thai Smile partiamo e dopo un’ora arriviamo all’aeroporto Suvurnabhumi di Bangkok. Il volo di rientro in Italia è programmato in tarda serata perciò per rendere meno lunga l’attesa, l’Agenzia gentilmente mette a nostra disposizione un autista per accompagnarci al centro commerciale sito nelle vicinanze (Mega Bangna). Trascorriamo tre ore in questa enorme struttura con moltissimi negozi, ristoranti e un piano intero di SPA per massaggi e trattamenti corpo a prezzi accessibilissimi.

Alle ore 19 siamo riaccompagnati all’aeroporto, dopo aver imbarcato le valigie, andiamo a farci gli ultimi noodles in terra asiatica e alle 23,45 decolliamo nel buio della notte.

Arriviamo a Istanbul alle 6 del mattino (ora locale) e dopo un’attesa di circa quattro ore, con un altro volo partiamo per l’Italia giungendo a Bologna alle 10,30… E’ l’8 Dicembre, un giorno di festa, un giorno di ricordi, di tante cose da raccontare.

Bellissimo viaggio tra Nord e Sud in un paese ricco di storia, cultura, sfavillanti templi dorati, incantevoli spiagge, foreste tropicali, dove il sorriso sempre pronto e accogliente degli abitanti fa della Thailandia “Il paese del sorriso”.

Per ulteriori informazioni potete contattarmi al seguente indirizzo mail: iotti_paola@libero.it

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Thailandia: La terra del sorriso



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