Thailandia, gioie e dolori
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Compagnia aerea Royal Jordanian, al check in non c’è coda, sono gentilissimi ci trovano i posti migliori. Un punto di attenzione è che se si acquista il biglietto on line, non è possibile fare il web-check-in e soprattutto al banco ti chiedono la carta di credito con cui è stato pagato il biglietto, quindi meglio non scordarsela a casa. Volo Roma – Amman, 3 ore circa ma passano in un baleno con un sistema d’intrattenimento che comprende, musica, film e giochi. Il cibo è buonissimo. Amman – Bangkok è un pò più dura soprattutto perchè abbiamo un bambino proprio dietro ai nostri sedili che piange stizzito ogni 5 minuti.
Bangkok
Dall’aeroporto per arrivare in città c’è la linea della metropolitana che costa 40 Bath a persona. Abbiamo poi scoperto che i taxi costano davvero pochissimo, meno anche dei tuk tuk, se chiedi di mettere il tassametro (meter). Se si concorda il prezzo, risulta sempre più alto di quanto pagheresti con il tassametro. Quindi a Bangkok non conviene prendere la metro per due ragioni: una è che costa di più dei taxi e l’altra ragione è che le diverse linee non s’intersecano tra di loro. Sei obbligato a scendere, fare un mezzo isolato a piedi o anche di più, ripagare di nuovo il biglietto che in città è di circa 15/30 BT ma cambia rispetto alla distanza che percorri.
Secondo la nostra esperienza i tuk tuk per quanto carini, pittoreschi ed agili vanno assolutamente evitati. Per prima cosa sono spericolati, vanno veloci e sembra che la cronaca locale sia ricca d’incidenti con questi carrettini. Poi i conducenti ti portano dove dicono loro, anche si concorda destinazione e tragitto, si fermano ai negozi con cui loro, credo, prendano una percentuale rispetto agli acquisti che fai. L’ultimo motivo è che costano di più dei taxi, loro non hanno il tassametro e concordano un prezzo più alto. Da non perdere a Bangkok… Il Gran Palazzo Reale e i Templi (Wat Phra Kaeo), E’ un posto sorprendente assolutamente da non perdere. Noi abbiamo faticato un po’ per arrivarci.
La mattina cerchiamo un tuk tuk per andare nella città vecchia dove si trova il Palazzo, il conducente ci dice che non è possibile arrivare nei pressi del palazzo perché, afferma, c’è troppo traffico (?). E’ disposto a portarci per 120 BT sulla sponda del fiume da dove poi prenderemo un traghetto che ci porta vicino al palazzo. Ci accorgiamo al ritorno che la cifra è sproporzionata rispetto ai 100 BT che abbiamo pagato per il taxi direttamente dal palazzo e stando fermi per quasi un’ora nel traffico.
Appena scesi dal tuk tuk ci si avvicina un ragazzo molto affabile e gentile che ci porta ad un chioschetto dove c’è una signora che per 3000 BT a persona ci vuole offrire una crociera sul fiume. Facciamo immediato dietro front, riprendiamo il tuk tuk che si era fermato poco più avanti e ci facciamo portare in un altro posto per prendere un traghetto pubblico. Lo troviamo al prezzo di 15 BT, il biglietto si fa direttamente a bordo.
Scendiamo alla fermata giusta e possiamo già vedere i tetti colorati dei templi da dietro le mura. Baldanzosi ci apprestiamo a fare il biglietto, ma anche arrivare alla biglietterie diventa un’impresa inimmaginabile. Veniamo, infatti, fermati da un affabile e gentile impiegato del Palazzo, almeno così sembra, che ci dice che la biglietteria è chiusa per l’ora di pranzo, sono le 12.00, riaprirà alle 13.30. Ci consiglia quindi di andare a vedere nel frattempo altri monumenti e chiama un tuk tuk che sembrava posteggiato casualmente lì davanti. In realtà scopriamo dopo che è un suo compare. Concordiamo con il tizio che per 40 BT ci porta a vedere 4 monumenti che ci segna sulla mappa ma che noi non riconosciamo. La prima tappa è il Buddha alto 15 metri, la seconda è un negozio… la terza un altro negozio… ci accorgiamo di essere stati vittime di un raggiro, quindi molliamo il tuk tuk e con mappa alla mano cerchiamo di ritrovare la strada per il Palazzo. Ci fermiamo a chiedere informazioni ad alcuni conducenti di tuk tuk che ci dicono che è inutile andare al Palazzo dato che ormai è chiuso. Sono ormai le 14 passate, ma adesso siamo diventati scaltri e non ci caschiamo più. Sappiamo che chiunque è disposto a raccontare la storia del Palazzo che è chiuso per caricarci su un tuk tuk e portarci in giro per negozi. Riusciamo a trovare il Palazzo, ma anche lì davanti un finto impiegato ci dice che è ormai chiuso, ma noi imperterriti lo ignoriamo ed andiamo avanti. Arriviamo finalmente all’entrata dove c’è un gruppettino di guide. Ne scegliamo una che parla in italiano, ma dopo ci pentiamo perché il poveretto conosce solo la spiegazione in italiano, comprende male le domande cui risponde ancora peggio. Il consiglio è di prenderne una che parla bene inglese. Il costo è di 500 BT per la guida e 400 BT a testa per il biglietto d’entrata. Finalmente siamo dentro e possiamo goderci il Palazzo e gli incantevoli Templi. Centro commerciale centerworld: E’ un centro commerciale immenso dove si può acquistare di tutto. I prezzi sono quelli europei tranne per il 6° e 7° piano dove ci sono ristoranti di ogni tipo, nazionalità, raffinati ed “all you can eat” dolci e fast food. Tutto a prezzi incredibilmente bassi.
La nostra escursione fuori Bangkok
Al prezzo di 2000 BT a testa abbiamo prenotato direttamente dalla hall del nostro hotel (Sky Bayoke, altissimo e bellissimo, lo consiglio a tutti) una gita che comprendeva: • La visita al Cimitero di guerra di Kanchanaburi. • Il ponte sul fiume Kwai e relativo museo, anche se non abbiamo capito bene perché lo chiamano museo. Si tratta di qualche manichino rattoppato ed impolverato che dovrebbe rappresentare la situazione disumana che i prigionieri della II° guerra mondiale dovettero subire da parte dei Giapponesi. • Pranzo in riva al fiume e poi passeggiata sugli elefanti abbastanza deludente. Ci hanno infatti fatto salire sul nostro elefante, fatto fare il giro del piazzale, andati nell’acqua dove il pachiderma ci ha bagnato a turno con la sua proboscide e poi gocciolanti siamo risaliti sul pulmino che ci ha portato alla cava delle tigri. • La cava delle tigri è un luogo di culto per i monaci. Prima di entrare c’è un cartello con le regole di comportamento in presenza dei monaci. Puoi farti fare le foto con le tigri insonnolite e legate con una cortissima catena che le costringe a terra sempre accompagnati da una guida che ti tiene scrupolosamente per mano. Sembra di stare allo zoo. Siamo un po’ delusi per non aver potuto vedere questi meravigliosi felini in uno stato più naturale.
Il Viaggio in treno per Phuket
Avendo letto che i treni in Thailandia sono comodi e confortevoli, abbiamo allora deciso di risparmiare una notte di albergo e di fare l’esperienza di attraversa il paese in treno. Di fare quello che alcuni hanno definito “un viaggio nel viaggio”. Ci sbagliavamo. Quando abbiamo comprato i biglietti abbiamo scoperto che per la seconda classe sono previsti scompartimenti di 2 letti a castello dove le cuccette di sopra costano un pò meno di quelle sotto. Perché? Ci siamo chiesti. L’impiegato con il suo incerto inglese non è riuscito a spiegarcelo, ma una volta saliti sul treno l’abbiamo capito da soli. Per prima cosa gli scompartimenti non sono da 4 cuccette. Si tratta, infatti, di un vagone che è un’intera camerata di letti a castello, non c’è alcuna divisione tra i due letti dirimpettai con le altre cuccette. Ogni cucetta ha una tendina verde cui traspare la luce. La cuccetta di sopra costa meno per 4 buoni motivi per cui sarebbe meglio prendere la cuccetta di sotto: 1- Le cuccette di sopra hanno poco spazio con il soffitto per cui una persona di media altezza fa fatica a starci seduta, 2- La luce della carrozza rimane accesa per tutta la notte e se sei un pò sensibile alla luce durante il sonno, diventa difficile chiudere occhio anche con la mascherina, 3- L’aria condizionata a palla esce dal soffitto e arriva dritta sul posto letto senza possibilità di fermarla in alcun modo, 4- Il letto superiore non ha la finestra mentre quello in basso si. Io e mio marito ci siamo chiesti perché non abbiamo deciso di fare anche il viaggio di andata in aereo ad un prezzo di 40/50 Euro a testa… Cmq alla fine riusciamo ad arrivare a Surat Thani da dove avremmo preso un bus per Phuket. Alla stazione troviamo “gentili” persone attrezzate con il cartellone con su scritto Phuket ed altre destinazioni. Pensando che si tratti d’impiegate della compagnia degli autobus, ci accodiamo fiduciosi alla fiumara di persone scese dal treno che sono riuscite a raccogliere pensando che ci avrebbero portati all’autobus. In realtà si tratta delle intraprendenti proprietarie del bar proprio davanti la stazione che ci fanno accomodare in compagnia di altri per fare colazione in attesa del bus che nel nostro caso è arrivato con un ritardo di circa un’ora.
Prendiamo l’autobus abbastanza sgangherato e ci avviamo alla volta di Phuket. La parte più bella del viaggio è scorgere le maestose montagnole di calcare ricoperte di vegetazione che escono dall’acqua quando ci troviamo nei pressi della baia di Pang-nga.
Poco prima di arrivare a Phuket town, da dove avremmo preso il traghetto per Phi Phi island, il pulman si ferma. Salgono anche qui dei gentili signori che invitano le persone a scendere e prendere il taxi per diverse destinazioni. A questo punto siamo abbastanza sicuri che quando c’è gente troppo gentile qualche bufala si trova dietro l’angolo. Infatti ci dicono che per portarci dove partono i traghetti ci vogliono solo 1000 BT. Ma noi non ci fidiamo e scegliamo di arrivare a Phuket town. Da lì prendiamo un taxi che ci porta al porto, non esistono autobus per questo servizio, per il costo di 100 BT a persona ma noi riusciamo a scendere a 50 BT. Arrivati al porto riusciamo a prendere il traghetto che per 1000 BT a persona andata e ritorno ci porta a Phi Phi Island.
Phi Phi island
Questa è la più bella isola che abbia mai visto e il posto in cui tornerei in tutta la Thailandia. E’ a misura d’uomo, non hai problemi a spostarti dato che si gira a piedi, i prezzi del cibo, dei massaggi e delle escursioni sono più bassi rispetto a Phuket. In più è un posto strategico nel mare delle Andamane da dove puoi raggiungere le principali mete delle isole a sud di Phuket. In questa isola non puoi fare 10 passi senza incontrare: un ristorante, un bar o pub, un diving center, un salone per massaggi, un posto per fare tatuaggi, abiti in vendita ecc.
Peccato che noi abbiamo deciso di restarci un solo giorno. Ci siamo, infatti, fidati di un “amico di Phuket” che poi tanto amico non si è dimostrato. Ci aveva detto che per esplorare le meraviglie naturali del mare delle Andamane era meglio stare a Phuket. Ci siamo poi resi conto che non è proprio così.
Il giorno seguente siamo andati a fare un’escursione di mezza giornata per 250 BT a testa nelle spiagge più belle dei dintorni compresa Maya beach che è favolosa. Immaginavo fosse affollatissima e inavvicinabile, invece è vero che ci sono tante barche ma si sta meravigliosamente sulla spiaggia con un pò di gente soprattutto occupata a fotografare e farsi fotografare in quella magnifica baia.
Importante: fate attenzione a non schiacciare le formichine su questa isola perché mio marito ne ha schiacciata inavvertitamente una che si trovava su una staccionata ed ha provato per qualche minuto lo stesso dolore della puntura di una vespa.
Nel pomeriggio ripartiamo per Phuket, decisione di cui ci pentiremo per il resto della vacanza.
Phuket
Arrivati al porto c’è un chiosco dove fanno riferimento i taxi che ti portano nelle diverse destinazioni a tariffe concordate. (Da non perdere al porto di phuket è uno shake di frutta all’unico chioschetto che si trova lì che propone tante soluzioni appetitossissime e freschissime) Cmq noi avevamo visto che da Phuket Town partivano autobus per Kata beach dove pensavamo di aver prenotato il nostro soggiorno. Il fatto è che lì gli autobus si fermano alle 17. Da quell’ora in poi se vuoi muoverti sei obbligato a prendere il taxi alla tariffa che ti chiedono loro, senza possibilità di negoziare. Alla fine noi abbiamo pagato 100 BT a testa per arrivare alla stazione degli autobus, per accorgerci che alle 17.20 non c’erano più autobus e siamo stati costretti a pagare altre 500 BT per arrivare a Kata Beach. Se prendi il taxi direttamente dal porto per Kata beach puoi risparmiare le 100 BT a persona. Arrivati a Kata siamo subito coinvolti in una riunione de “l’amico di Phuket” insieme ad un altro gruppo appena tornato da un escursione. Prima di capire chi siamo ci propone le diverse escursioni. Tra l’altro ci fa un pò insospettire le foto su Maya beach che noi avevamo visitato la mattina stessa che fa passare tra i presenti. Sembrano davvero un fotomontaggio con tutte quelle persone ammassate lì come se fosse Ostia a Ferragosto. Lui ci dice che è sempre così ma che ha trovato il modo per risolvere il problema. Guardando la platea che pende dalle sue labbra non ce la sentiamo di smentire quello che sta dicendo con la nostra esperienza. Ci rendiamo conto che più che amico di Phuket, si tratta dell’ennesima agenzia di un italiano che si è trasfrerito a Phuket che in nome di una qualità, che non ci siamo fidati di provare, vende le sue escursioni ad un prezzo più alto rispetto alle altre agenzie di tour locali. Al termine della riunione, un pò delusi per il taglio commerciale e poco “amicale” che invece ci aspettavamo, chiediamo della nostra stanza. Sono le h. 21 passate. Ma lui ci dice di non avere stanze disponibili! Non ha confermato la mia prenotazione?! Ci troviamo in mezzo alla strada. Ci propone un’alternativa in un’altra struttura ad un prezzo piuttosto alto. Andiamo allora a cercare una stanza da soli. Non ci rivolgeremo mai più a lui. Troviamo una stanza al Dome Resort a Kata beach. Dovevamo soggiornare per 6 notti nel resort, ma abbiamo deciso di andarcene dopo solo 2 notti. 1- Il resort nasce su un canale di acqua di scolo aperto, la prima colazione viene servita su delle tavole di metallo poste sopra il canale che pur nascondendolo alla vista non impedisce alla puzza di sovrastare l’odore delle vivande. 2- Avevamo prenotato lo scooter per il giorno successivo (allo stesso prezzo delle altre agenzie di noleggio) ma al momento di ritirarlo ci siamo accorti che nonostante la nostra scpecifica richiesta di renderlo disponibile ci è stato negato pur essendo parcheggiato di fronte la hall. Il front desk manager (proprietaria?) a seguito della nostra richiesta del suo intervento per risolvere il problema, è andata su tutte le furie minacciandoci di aumentare il prezzo del soggiorno oltre che addebitarci la coppia di asciugamani richiesti ripetutamente ma mai ottenuti (in stanza è previsto un solo asciugamano a testa). Il tentativo di chiarimento con lei, rinviato alla sera perché si era fatta negare durante la giornata, è miseramente fallito di fronte all’atteggiamento spocchioso e la totale mancanza di buona volontà dimostratoci. La sensazione che abbiamo io e mio marito è che i Thailandesi sono oberati di turisti e non si sognano neanche di avere qualche forma di professionalità. Credono che di lavoro ne avranno sempre, che i turisti ben paganti ci saranno sempre per cui si possono permettere di maltrattare le persone. A questo livello non esiste customer care, penso che le cose cambino se si va in strutture più blasonate.
La nostra gita in barca da Raway a Coral island
Il motivo per cui ci eravamo tanto raccomandati per avere lo scooter al nostro hotel è perchè avevamo preso un appuntamento con una barca a Raway che per 800 BT sarebbe stata a nostra disposizione tutto il giorno per visitare le belle spiagge delle isolette. In realtà il barcaiolo con cui avevamo preso accordi non era lo stesso che ci avrebbe portato in giro. Infatti, al dunque il tizio ci dice che per arrivare a Coral island il prezzo è di 1500 BT. riusciamo ad arrivare a 1200 e si parte. Ci porta su una spiaggia attrezzata con sdraio ed ombrelloni arrampicata su una piccola scogliera. Vorremmo fare snorkeling ma gli unici pesci che vediamo sono quelli che si avvicinano quando qualcuno butta in acqua un pò di mollica. Non siamo soddisfatti e chiediamo al nostro barcaiolo di portarci in un’altra spiaggia. Ci porta in un posto dove il corallo si trova solo sulla spiaggia e non dentro l’acqua. L’unico che è rimasto viene utilizzato per ormeggiare le barche. Che spreco! Non immaginavamo che da quelle parti non esistesse il reef e non ci fossero pesci… Decidiamo di passare lì la giornata convinti che il nostro uomo non avrebbe trovato di meglio.
Patong
Dopo la discussione avuta con la tizia della reception al dome resort decidiamo di lasciare la stanza. Questa volta volevamo andare sul sicuro e dato che le agenzie del luogo sembravano indirizzare più verso strutture del loro circuito che sulla reale qualità degli hotel, abbiamo deciso di prenotare un hotel a Patong attraverso booking. Scegliamo il Patong Inn perchè si trova di fronte alla spiaggia, vicino al centro commerciale Jungceylon e all’animata vita notturna ma non troppo per poterci garantire una certa tranquillità. Il punteggio dei clienti sembra buono e questo, crediamo, possa bastare per avere un servizio di qualità. Anche questa volta ci siamo sbagliati su 2 punti importantissimi: tranquillità e qualità. Per quanto riguarda la qualità ecco il trattamento che ci ha riservato la signora alla reception: appena fatto la prenotazione andiamo incuriositi a vedere l’hotel e a chiedere se è possibile organizzare un transfer con il taxi da Kata beach a Patong per il giorno successivo. La signora si rifiuta dicendoci che ci sono tanti taxi per strada… mah! Abbiamo subito l’impressione di essere caduti dalla padella alla brace. E’ possibile che alla reception troviamo persone tanto impossibili!? Inoltre la reception dell’hotel si trova in fondo alla galleria di negozietti in stile thailandese che al primo impatto non fa una gran buona impressione. Cmq cerchiamo di non farci troppo scoraggiare e andiamo avanti. Andiamo a mangiare a Karon al Mövenpick Resort, un posto incantevole dove si mangia benissimo ad un prezzo un pò più alto della media, ma ne vale davvero la pena.
Patong
Il giorno dopo ci trasferiamo a Patong, mancano ormai solo 2 giorni alla nostra partenza. La stanza è pronta alle 10, meno male! La stanza è però un pò usurata, i mobili sembrano cadere a pezzi e ci sono delle macchie di umidità sui muri. Troviamo un preservativo usato nel cestino del bagno, cerchiamo di prenderla con umorismo e ci diciamo che sicuramente la nostra è una stanza piena d’amore! La stessa signora alla recetion appena arrivati ci chiede insistentemente e con modi bruschi il pagamento anticipato dei 2 giorni pur avendo la garanzia della carta di credito, inoltre ci fa subito il calcolo del 3% che dovremmo pagare in più se decidessimo di pagare con la carta di credito anche se questo non sta scritto da nessuna parte sulla nostra prenotazione. Ogni volta che passiamo alla reception la signora non è al desk: una volta si sta facendo fare il massaggio ai piedi sdraiata sul divano nella hall, un’altra volta si sta pettinando, un’altra volta si sta facendo il make-up nel vicino negozio di massaggi.
La colazione è scarsa. Chiedo un pò d’acqua, la signora mi porta una bottiglietta e dopo qualche minuto porta il conto di 20 BT. Di fronte alla nostra richiesta di chiarimento del perché non ci ha detto prima che l’acqua non era compresa nella colazione, ci dice che lì le cose funzionano così, se non ci sta bene possiamo anche andarcene. Ma questa volta non possiamo, abbiamo già pagato! Ci sentiamo arrabbiati per i trattamento ricevuto ma non vogliamo neanche rovinarci quel che resta della vacanza.
L’ultimo giorno l’acqua smette semplicemente di uscire dalla doccia e io rimango con i miei capelli insaponati e dopo 2 inconcludenti interventi da parte di 2 adolescenti sono costretta a sciacquarmi con il tubo del bidet. Al momento del check-out la signora ci manda via senza farci lasciare le valige ed insultandoci in thailandese, siamo costretti a portarci dietro il bagaglio e a lasciarlo al chioschetto dove avevamo prenotato il taxi. Questo per spiegare perché ci eravamo sbagliati sulla qualità. Ci siamo sbagliati sulla tranquillità non tanto per i rumori che arrivano dai locali limitrofi, quanto per i fuochi d’artificio che cominciano alle 3 di notte e continuano fino all’alba ad intervalli di 5 minuti. In quanto a questo punto meglio evitare tutti gli hotel della zona. La spiaggia di Patong è attrezzata con ombrelloni e comodi lettini che puoi pagare a giornata per 100 BT a persona. L’acqua non è molto dissimile dal litorale laziale vicino Roma. Niente di bello insomma. Ci sono però tanti sport e divertimenti: moto d’acqua, paracadute, sci nautico ecc.
Il motivo per cui vale la pena fare un passaggio a Patong è per il centro commerciale dove puoi trovare ogni tipo di servizio dai massaggi all’estetica e ogni tipo di negozio, c’è addirittura un ipermercato dove puoi acquistare con carta di credito senza pagare commissioni. Un consiglio, se volete comprare la frutta compratela qui, costa meno che altrove.
Un altro motivo per cui vale la pena passare a Patong è per la vita notturna. C’è una strada su cui si affacciano tanti locali di ogni tipo, uno addirittura sembra un’enorme caverna con tanto di tigri. Questa strada così pittoresca offre spettacoli di donnine che giocano a ping pong con parti del corpo di solito destinate ad altri scopi. Lo spettacolo, ci spiegano, è gratuito, solo la consumazione è obbligatoria ma noi decidiamo di non provare il brivido del ping pong o banana show.
Escursione Rafting a Pang-nga
La nostra escursione prevedeva rafting del II° e III° livello, la visita alle waterfalls, pranzo e visita alla cava delle scimmie nel pomeriggio. Il pick up è venuto a prenderci con mezz’ora di ritardo che è poi diventata un’ora quando abbiamo dovuto aspettare altri che arrivassero. Circa un’ora e mezza di viaggio e si arriva al centro di rafting. Il training previsto prima del rafting si è rilevato di questo tipo: questa è la pagaia (se la perdi paghi 1000 BT) serve per remare, se cadi in acqua non ti muovere perché ci sono le rocce e potresti fare male, rema in avanti quando la guida grida “forward” e rema indietro quando dice “backward”. Noi eravamo in 2 sul nostro canotto più la guida quindi ho dovuto pagaiare più di quanto avrei voluto anche perché non essendoci acqua in questo periodo dell’anno le rapide sono praticamente artificiali, create dall’apertura delle chiuse di un bacino in cui si raccoglie l’acqua. Quando le chiuse si aprono circa 50 canotti sono pronti per partire. Grande divertimento perché si creano degli ingorghi un pò come nei parchi di divertimento. Si torna alla base con la Jeep, mio marito si è pure caricato il gommone sulle spalle per aiutare la giuda per metterlo sul carrello della jeep. Ci portano subito alle cascatelle, in questo periodo è difficile trovare l’acqua da quelle parti figuriamoci le cascate, sotto le quale ci si può fare una doccia a getto potenziato.
Ritorno alla base dove si pranza alla thailandese: cibo modesto per quantità e qualità. Dopo il pranzo è cominciata la nostra lunga attesa mentre gli altri a turno andavano a fare giri sugli elefanti o sugli ATV (moto su 4 ruote). Peccato che nessuno ci avesse avvertito che scegliendo la formula C della nostra escursione ci saremmo dovuti annoiare per quasi 4 ore di cui 1 abbondante all’interno dell’autobus sotto il sole rovente. Una vera tortura! Visita alla cava delle scimmie di soli 20 minuti che sembra davvero una presa ingiro dopo 4 ore di noia totale.
Suggerimenti dalla nostra esperienza
In Thailandia ci sono davvero tante proposte interessanti per le escursioni. Il mio consiglio è di farvi spiegare per bene di cosa si tratta, quante persone sono contemplate nel tour soprattutto se è in barca e quali sono i tempi di ogni attività.
Per quanto riguarda gli hotel meglio soggiornare in quelli di più alto livello. I prezzi sono accessibili. La categoria 3 stelle in Thailandia è troppo bassa per avere un servizio decente e per essere sicuri di non essere maltrattati, a meno che non amiate l’avventura nella giungla della maleducazione, in Thailandia si può trovare anche questa oltre che quella tropicale.
Noi all’inizio volevamo partire con il solo biglietto aereo in tasca. Poi, un pò per la mania di organizzare e un pò perché la vacanza comincia anche quando scegli cosa fare e dove stare abbiamo deciso di prenotare gli hotel di Bangkok e Phi Phi island che sono quelli con cui ci siamo trovati meglio. Meno male che li avevamo prenotati! La Thailandia offre tantissimo ma bisogna stare attenti a quello che si prende anche se i prezzi sembrano convenienti. Meglio spendere un pò di più e prenotare prima della partenza, leggendo bene i commenti dei clienti che valgono molto di più della descrizione dell’hotel, perchè una volta lì non sai cosa ti può capitare.
La nostra esperienza di affidarci ad un contatto italiano di Phuket ci ha deluso parecchio, anche qui vale la pena di vagliare più prospettive prima di fidarsi di qualcuno che alla fine può anche contribuire a rovinarti la vacanza.
In Thailandia “la terra del sorriso” di gente che sorride ne abbiamo incontrata tanta soprattutto tra quelli che vogliono venderti qualcosa. Anche se è un pò un peccato, meglio diffidare delle persone troppo gentili e disponibili. Questo avviso lo abbiamo letto nella hall del Bayoke a Bangkok insieme ad un altro in cui mettevano in guardia verso l’utilizzo dei tuk tuk che ti portano dove vogliono loro.
Non perdere l’occasione di fare un buon massaggio, ma non quello thailandese che è troppo forte per i miei gusti, costa pochissimo (250/350 BT) e sono bravissimi.
Ultima importante raccomandazione riguarda i metodi di pagamento. La carta di credito non viene molto utilizzata, amex quasi per niente e visa un pò di più. Di solito aggiungono una commissione del 3% oppure una spesa minima (300/500 BT), ma quasi nessuno offre questa soluzione. Il bancomat consente di prelevare solo 5000 BT al giorno con una commissione di 150 BT ad operazione che è abbastanza alta. Il mio suggerimento è di portare gli Euro e cambiarli lì. E’ la soluzione più economica. Ci sono box per il cambio in qualsiasi angolo, basta farsi un giro per vedere il più conveniente.
Ho sintetizzato in modo critico le parti più rilevanti del nostro viaggio, senza edulcorare quelle in cui abbiamo preso qualche toppa in modo che chi legge possa evitarla grazie anche alla nostra esperienza. Se posso offrirvi ulteriori chiarimenti, contattatemi tranquillamente alla mail di sotto.