Thailandia e Laos in piena libertà
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17/18 dicembre
Abbiamo deciso di non prenotare nulla per poter improvvisare in piena libertà. Ci lasceremo guidare dagli eventi e dalle sensazioni che ci regaleranno i posti che visiteremo. Così arriviamo a Bangkok alle 16:55 del 18 dicembre, con i nostri zaini e solo una bozza di un possibile itinerario…che stravolgiamo già alle 16:56! Usciti dall’aeroporto prendiamo la metropolitana per la stazione di Hualampong, dove compriamo al volo 2 biglietti per il primo treno diretto ad Ayutthaya. Ci informiamo anche per i treni della sera successiva: vorremmo spostarci a Chang Mai. Il posto ci sarebbe… ma in terza classe! Vedremo come organizzarci direttamente ad Ayutthaya! Siamo curiosi di provare i treni thailandesi. I commenti letti sui vari racconti non possono definirsi positivi e incoraggianti, ma ci hanno incuriositi. Un paio di lente ore di scomodo viaggio su un vecchio vagone, che si ferma 1000 volte in un caldo soffocante… non il massimo, ma sicuramente autentico, tra ragazzi in divisa che ritornano a casa e stanche signore che trasportano pesanti sacchi di riso. Chi dorme, chi chiacchiera, chi mangia. Qualcuno guarda incuriosito il nostro zainetto pieno di toppe dei tanti paesi visitati. Tutti ciclicamente spettinati dai 4 vecchi ventilatori che ruotano appesi al soffitto. Vita quotidiana, semplice. Asia. Arriviamo verso le 21. Con un tuk tuk raggiungiamo la zona centrale della cittadina, dove iniziamo a cercare un posto per dormire. Abbiamo qualche difficoltà nel trovare una camera, le guesthouse sono tutte piene! Questo paese però ci fa subito ricordare uno dei motivi per i quali amiamo così tanto l’Asia: la gentilezza. All’ennesimo rifiuto, una signora chiama una sua amica, proprietaria di alcuni bungalow leggermente decentrati, sulla riva del fiume che circonda il centro… ed ecco trovato il posto per dormire! In dieci minuti un tuk tuk viene a prenderci e ci porta all’Ayutthaya River Hut, un posto carino, anche se un po’ scomodo come base logistica….ma va bene così! Dove lo troviamo un altro posto a quest’ora?! Lasciati gli zaini in camera, usciamo alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Nella zona c’è un solo locale che, mentre ci avviciniamo, spegne l’insegna! Ecco di nuovo l’Asia: è tardi, la cucina è già chiusa, ma la proprietaria ci dice: “se vi va bene, vi preparo un riso fritto”. Se ci va bene!? E’ perfetto!!! Così andiamo a dormire con la pancia piena!
19 dicembre – Ayutthaya
Finalmente il primo giorno di vacanza! Lasciamo gli zaini alla “reception” e, prima di andare a zonzo per Ayutthaya, compriamo i biglietti del bus notturno per Chiang Mai. Il tuk tuk ci scarica in centro e, dopo un’ottima colazione, noleggiamo due biciclette per girare la città in completa libertà. La grandezza di Ayutthaya, antica capitale del Siam, durò per quasi 400 anni, fino al 1767, quando i birmani la saccheggiarono e la distrussero quasi completamente. Oggi se ne possono ammirare le antiche e rovine, a tratti uniche e davvero affascinanti. Facendo attenzione al traffico tipicamente “asiatico”, pedaliamo tra un tempio e l’altro. Wat Phra Sri Sanphet, il più bello della città, con i suoi tre enormi stupa, fatti costruire dai reali nel XV secolo, che lo rendono unico. Wat Phra Mahthat, dove l’attrazione principale è la testa di una statua di Buddha imprigionata nelle radici di un albero. Come quella testa sia finita lì è un vero mistero, probabilmente durante il saccheggio dei birmani. Davvero singolare e affascinante. Da vedere assolutamente!
La giornata passa gradevole tra una pedalata e l’altra, arriva così il momento di lasciare le bici e tornare a recuperare gli zaini. In serata un tuk tuk ci porta alla stazione dei pullman, direzione Chiang Mai. Il VIP bus è comodo, la notte passa velocemente.
20/21 dicembre – Pai
Alle 6 del mattino siamo a Chiang Mai. Decidiamo di non fermarci ancora, vogliamo proseguire verso Pai o Mae Hong Son. In biglietteria ci dicono: “3 ore per Pai, 6 per Mae Hong Son”…scelta facile, vista la nottata passata in bus! Pai…arriviamo! Partiamo alle 8, il pullman è un vero scassone! 4 ore di curve, 136 scomodi km…ma anche questa è Asia. La stazione dei pullman è proprio nel centro del paese. La ricerca della guesthouse è breve. Facciamo qualche passo e troviamo il Breaze of Pai (la guesthouse che ci aveva consigliato la nostra amica Ely), i bungalow sono carini, immersi in un bel giardino. Preso! Siamo distrutti, tra viaggi in pullman e fuso orario abbiamo bisogno di riposo! Dopo una bella doccia calda, facciamo un pisolino…di un paio d’ore…un “pisolone”!
Pai è una meta molto gettonata da turisti stranieri, ma anche locali. Ha uno spirito frizzante, grazie ai tanti negozietti e ai deliziosi ristorantini, ma tutto è allo stesso tempo molto tranquillo e tipico, come l’ospitalità che contraddistingue la gente. Ce ne innamoriamo all’istante! Ci informiamo un po’ sulle cose da vedere e decidiamo di noleggiare un motorino per il giorno successivo. Trascorriamo la serata passeggiando tra le bancarelle del mercato notturno. Chi vende magliette, chi manufatti…chi insetti fritti!! Dopo una bella dormita partiamo per il giro della zona! Percorriamo qualche km verso nord e, dopo un paio di villaggi e un breve tratto di strada sterrata, arriviamo al Baan Din Doi view point. Da qui si può godere di un bel panorama su tutta la vallata e sulla piccola cittadina di Pai. Carino. Scattata qualche foto, ripartiamo in sella al motorino e, sulla strada, ci fermiamo al villaggio cinese. Tanti negozietti a ridosso di un laghetto artificiale e l’immancabile dragone. Particolare, anche se un po’ troppo “costruito” ad uso turistico. Raggiungiamo poi le Mor Paeng Waterfalls, non c’è nessuno in giro… solo qualche cane randagio. Facciamo due passi tranquilli nella quiete della vegetazione, fino alla vicina cascata. D’estate, quando c’è più acqua, lo spettacolo deve essere indubbiamente più bello e probabilmente è possibile rinfrescarsi nelle acque della piscinetta naturale alla base della cascata. Dopo pranzo ci dirigiamo verso sud. Ci fermiamo al Coffee in Love, da dove si gode di uno splendido panorama sulle montagne circostanti. Quindi andiamo alla Pembok Waterfall, una bellissima cascata incastonata in un canyon. Per raggiungerla si fa un passeggiata lungo il torrente e si attraversa un piccolo ponte di legno…alla vista un po’ pericolante… Lasciata la splendida cascata, riprendiamo il motorino e ci fermiamo al Pai Canyon. Più che di un canyon vero e proprio, si tratta di un crinale su cui si sviluppa uno stretto sentiero. Si può percorrere a piedi, stando attenti a non scivolare. Non ci entusiasma. Superiamo il ponte giapponese, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, in direzione delle Hot Springs. Lungo il cammino verso le sorgenti termali ci sono delle vasche, via via più calde, in cui è possibile fare il bagno. Proviamo solo ad immergere i piedi…ma l’acqua è davvero troppo calda per noi. Alla sorgente, la temperatura supera gli 80°!! Dalle pozze si alza il vapore rilasciato dalle lente bolle che arrivano in superficie. Un simpatico cartello ricorda che è vietato “bollire le uova”! Lasciate le sorgenti termali, attraversiamo un magnifico tratto di strada tra prati coltivati, tutti colorati di giallo, che contrastano con il rosso degli alberi sulle montagne. Ci fermiamo per scattare un po’ di foto, è un posto stupendo. Siamo immersi in una pace e una tranquillità incredibili. Ultima tappa il Wat Mae Yen. Il tempio è raggiungibile anche a piedi da Pai, ma la scalinata per raggiungere la cima della collinetta è parecchio ripida! In motorino, invece, percorriamo la strada che arriva direttamente al tempio. Da qui la vista è molto bella, aspettiamo il tramonto insieme a ad altre decine di turisti prima di tornare a Pai. La serata è fredda! Ceniamo in fretta e andiamo a dormire, contenti di aver fatto tappa in questa piccola cittadina, tranquilla e divertente allo stesso tempo.
22/23 dicembre – Mae Hong Son
Partiamo da Pai alle 8 del mattino, questa volta, memori del viaggio da Chiang Mai, abbiamo optato per il minivan! Dopo circa 3 ore e un migliaio di curve arriviamo a Mae Hong Son. Il minivan ci lascia sulla strada principale, a due passi dal lago artificiale, che si trova nel centro della cittadina. La breve ricerca di una stanza ci porta alla Piya Guesthouse, dove troviamo subito posto. Le proprietarie sono gentilissime, la camera è calda (si sta bene, visto il fresco della sera) e pulita, la posizione è perfetta sul lungolago, comodissimo! Facciamo un giro della cittadina, l’atmosfera è molto tranquilla. Ci sono meno turisti che a Pai. Visitiamo subito il Wat Chong Kham, il tempio che si affaccia sulle sponde del lago. Subito dopo decidiamo di noleggiare un motorino e, dopo pranzo, iniziamo a perlustrare la zona. Come prima tappa andiamo a visitare un villaggio Karen, dove ci sono le “donne giraffa” o “donne dal collo lungo”. A circa 27 km da Mae Hong Son c’è il villaggio Nai Soi. Viaggiamo attraverso paesaggi meravigliosi fatti di vallate, montagne, campi e villaggi. Un vero spettacolo. Dopo aver chiesto indicazioni e aver fatto un bel pezzo di strada sterrata, arriviamo al villaggio, dove incrociamo un gruppetto di turisti che sta per andare via in sella ad alcune moto. Il villaggio è fatto di baracche di legno e bambù e stradine fangose. Vediamo subito alcune donne che vendono souvenir e sciarpe prodotte da loro. Tante volte, in tv, abbiamo visto immagini relative e questa strana usanza di portare dei collari di ottone attorno al collo, ma vederlo dal vivo è impressionante. Questi anelli sembrano allungare il collo in modo innaturale, anche i movimenti sono più lenti e impacciati. Sicuramente una cosa strana e particolare, anche se oggi è più un’attrazione turistica che una vera usanza. Dopo aver comprato qualche souvenir e fatto un giro nel villaggio, torniamo a Mae Hong Son e andiamo a vedere il tramonto dal Wat Phra That Doi Kong Mu. Gli stupa bianchissimi svettano sulla collina e dal terrazzo del tempio si può ammirare il bellissimo panorama sulla città e sulla vallata. Passiamo la serata passeggiando nel mercato notturno che si svolge tutte le sere attorno al lago, su cui si specchia il Wat Chong Kham illuminato.
Il mattino è abbastanza fresco e una leggera nebbia vela il lago e il tempio, conferendogli un’aria misteriosa. Dopo la colazione partiamo con felpa e k-way per la zona di confine! La strada attraversa una distesa di risaie e campi coltivati, poi inizia a inerpicarsi sulle montagne, con alcuni tratti molto ripidi. Ci fermiamo alla Pa Sua Waterfall (circa 25 km a nord di MHS). Percorriamo il breve sentiero nel bosco e arriviamo ad una terrazza da cui si gode di una bella vista sulla cascata. E’ proprio un bel posto. Proseguendo in motorino tra un continuo di stupendi paesaggi e vegetazione rigogliosa, ci fermiamo al Palazzo Reale (nulla di entusiasmante) e arriviamo fino al lago Pang Ung. Attraversiamo l’omonimo villaggio Shan e arriviamo alle sponde di questo splendido laghetto artificiale di montagna. Una meraviglia che trasmette tranquillità, l’ideale per rilassarsi come si deve! Qui è possibile percorrere il sentiero che corre lungo il lago, fare un picnic e accamparsi con le tende. Un posto inusuale, diverso da tutta l’Asia vista fino ad ora. Dopo questa deviazione proseguiamo verso il confine, attraversiamo Mok Champae, dove incontriamo un simpatico ragazzo che organizza escursioni sulle montagne circostanti. Facciamo una chiacchierata con lui e la moglie. Arriviamo così a Mae Aw (chiamato dai thailandesi Ban Rak Tai, “the Thai-Loving Village”), un villaggio cinese a 43 km da Mae Hong Son, vicinissimo al Myanmar. I primi abitanti di Mae Aw furono dei guerriglieri cinesi del partito Kuomintang (KMT), che disertarono poiché non volevano sottostare alle regole del comunismo e si rifugiarono in Birmania, poi, cacciati, scapparono in Thailandia, dove si sono insediati. Il villaggio è molto caratteristico e sorge attorno ad un lago artificiale che lo rende ancora più affascinante. È famoso soprattutto per il thè, infatti si possono trovare tanti negozietti che ne vendono tantissimi tipi, insieme a teiere, tazze…tutto l’occorrente per questo rito. Le insegne sono scritte in cinese, nei negozi si possono assaggiare i thè cinesi, nei ristoranti si possono gustare i piatti tipici dello Yunnan, insomma è come stare in una piccola Cina in territorio thailandese! http://www.lonelyplanet.com/thailand/mae-hong-son-province/mae-aw-and-around. Il nostro scorazzare in motorino è stato bellissimo e siamo molto soddisfatti di quanto abbiamo visto. Decidiamo quindi che è arrivato il momento di lasciare questo posto magnifico, dove abbiamo goduto di panorami meravigliosi e tranquilli, in mezzo alla natura rigogliosa. I nostri due giorni a Mae Hong Son sono volati, siamo stati benissimo!
24/25 dicembre – Chiang Mai – Chiang Rai
Partenza alle 8 da Mae Hong Son alla volta di Chiang Mai, 6 ore di minivan e le solite centinaia di curve! Arriviamo a Chiang Mai nel primo pomeriggio e troviamo una guesthouse abbastanza vicina alla città vecchia, Sawasdee GH. La camera è enorme (per quattro persone) e pulita. Qui la temperatura è decisamente più alta rispetto alla zona delle montagne. Cambiato l’abbigliamento, usciamo per un giro esplorativo della cittadina. Seguiamo l’itinerario a piedi che propone la Lonely Planet e così visitiamo i principali templi di Chiang Mai, passeggiando per la città vecchia. Il tempio più importante è il Wat Phra Singh, situato a ovest. All’interno è custodita un’importante statua di Buddha che, secondo un’antica leggenda, dall’India venne trasferita in Sri Lanka, poi Ligor, poi Ayutthaya e infine Chiang Mai. Bello il Wat Chedi Luang, dove è ancora visibile il tempio del 14° secolo. Visitiamo ancora il Wat Phan Tao, in teak e poi il Wat Chiang Man, il più antico di Chiang Mai, di influenza birmana. Passiamo la serata passeggiando un po’ trai vari localini. Il giorno successivo lasciamo Chiang Mai, che a dir la verità non ci ha fatti innamorare al primo sguardo…forse è troppo “città”, o forse non è in armonia con il giro che piano piano ci stiamo ritagliando addosso durante questo nostro vagabondare. Prendiamo un “green bus” alla volta di Chiang Rai, dove troviamo subito una stanza alla Jansom House. Camera semplice ma pulita. Lasciati i bagagli, prendiamo subito un taxi e andiamo al Tempio bianco, il Wat Rong Khun. Il tempio si trova a circa 15 km dalla cittadina, ideato dall’architetto Chalermchai Kositpipat e iniziato nel 1997, è fatto di gesso e migliaia di specchietti. E’ di grande effetto. Da lontano sembra fatto di porcellana e da vicino spicca nella sua stravaganza e unicità, grazie alle centinaia di sculture (alcune angoscianti…) che lo decorano. È bellissimo, un posto da vedere assolutamente. Rientrati a Chiang Rai, trascorriamo il resto della giornata a girovagare. Passiamo la serata in giro per il mercato notturno, dove gustiamo un’ottima cena a base di pesce! È la sera di Natale ed è stato organizzato uno spettacolo con balli e musica.
26/27 dicembre – in viaggio verso Luang Prabang
I bus da Chiang Rai a Chiang Khong partono ogni ora dalla stazione che si trova in centro città. Ci svegliamo prestissimo e così prendiamo il pullman delle 6. Poco dopo le 8 arriviamo a Chiang Khong, ultimo paese thailandese prima del Mekong, confine naturale e politico con il Laos. Andiamo subito all’ufficio immigrazione e in circa mezzora abbiamo il timbro di uscita dalla Thailandia. Eccoci sulle lance che attraversano il Mekong alla volta del Laos. In cinque minuti siamo sulla sponda opposta, compiliamo i moduli e acquistiamo il visto (35 dollari a testa). Benvenuti in Laos! Huay Xai è un piccolo paese di confine, con qualche negozietto e agenzie che organizzano tour e trasporti. Cerchiamo informazioni sulla gibbon experience, ma desistiamo, non fa proprio per noi. Decidiamo così di prendere la slow boat per Luang Prabang! La barca dovrebbe partire alle 11, in realtà non andiamo via prima delle 12.30…e vabbè, anche questo è Laos. Sulla barca siamo un centinaio di viaggiatori, tutti zaino in spalla. Il viaggio dal confine a Luang Prabang dura 2 giorni, è lungo, a tratti noioso, ma il paesaggio è così bello e il fiume è così vivo che non ci si stanca di osservare e di fotografare. Durante le tante ore di navigazione facciamo delle piacevoli chiacchierate con le interessanti persone conosciute a bordo. La tappa intermedia è a Pak Beng. Dormiamo in una guesthouse sulla via principale, dove si trova tutto: guesthouse, negozi di viveri e ristoranti. Il mattino successivo alle 9 si parte alla volta di Luang Prabang dove arriviamo intorno alle 16. Appena scesi dalla barca, andiamo diretti al Lao Lu Lodge, dove eravamo stati due anni fa, nella speranza di trovare una sistemazione. Il gentilissimo ragazzo alla reception ci dice che c’è posto, ma dopo la prima notte dovremo cambiare stanza…va bene così! Dopo due giorni di fiume, abbiamo assoluto bisogno di una doccia. Ci sistemiamo in camera e poi usciamo a passeggiare nella nostra meravigliosa Luang Prabang.
28/29 dicembre – Luang Prabang
Che dire… Luang Prabang è esattamente come l’avevamo lasciata due anni fa, sempre stupenda, con un’atmosfera unica! Le vie tranquille, i templi, i monaci, i sorrisi, il mercato della mattina con la sua musica e i suoi colori, il mercato notturno e le cene alle bancarelle…che bello essere di nuovo qui! Vogliamo vedere quanto tralasciato la volta scorsa, così andiamo al molo e prendiamo la barca che porta a Xien Men, sulla riva opposta del Mekong. Iniziamo la nostra passeggiata dalla strada sterrata del piccolo attracco. Dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, un cartello ci indica le cose da vedere. Si dovrebbe avere una moto per girare tutta questa vasta area, noi ci limiteremo a visitare i templi principali lungo una stradina che corre parallela al fiume. Passeggiamo in mezzo al piccolo villaggio. I bambini giocano rincorrendosi e ci osservano divertiti. Le donne, al lavoro nei cortili delle loro abitazioni, ci salutano. Qualche vecchietto ci regala un sorriso gentile fatto di gengive e pochi denti. Abbiamo ritrovato il Laos che ci aveva commosso, la dignità e la gentilezza di una popolazione povera e semplice. Felici di rivivere queste emozioni, proseguiamo nella nostra passeggiata tra villaggio, natura e templi. Dopo una lunga scalinata, godiamo di uno splendido panorama dal Wat Chom Phet: il Mekong scorre tranquillo e Luang Prabang si affaccia sull’altra sponda. Continuiamo fino al Wat Tham. Qui visitiamo la grotta di Sakarindh, il re che nel XIX secolo vi andò a meditare per 3 giorni prima dell’incoronazione. All’interno ci sono alcune statue di Buddha. L’umidità è elevatissima e il caldo è impressionante. Finito il nostro giro, gustiamo un ottimo pranzetto al Coconut Restaurant, sulla strada principale di Luang Prabang. Subito dopo scendiamo sulla riva del fiume, al fondo della penisola, dove il Nam Ou confluisce nel Mekong. Lungo le rive ci sono coltivazioni rigogliose. Piccoli ponti di legno permettono di raggiungere l’altra sponda. Un gruppo di monaci porta i propri panni ad asciugare al sole. Che pace! Il secondo giorno decidiamo di noleggiare il motorino e arrivare fino alle cascate di Kuang Si, una trentina di km a sud della cittadina. Viaggiamo nella nebbia mattutina, che sbiadisce le forme delle montagne, rendendo il paesaggio fiabesco. Avevamo già visto queste cascate, ma sono talmente belle che abbiamo voluto fare di nuovo un giro…e abbiamo fatto bene. Infatti c’è molta più acqua rispetto alla volta scorsa! Le vasche naturali, colorate di un azzurro intenso, l’impetuosità della cascata e la natura rigogliosa ci regalano una mattinata stupenda! Durante il viaggio di ritorno in motorino, il sole ci mostra un volto diverso di ciò che ci circonda. I panorami sono splendidi. Tornati a Luang Prabang, saliamo sul Monte Phou Si ad ammirare il tramonto. Poi trascorriamo la nostra ultima serata al mercato notturno.
30/31 dicembre e 1 gennaio – Luang Namtha
Alle 8 del mattino del 30 dicembre si parte per Luang Namtha. Condividiamo il tragitto in bus con la gente del posto. I turisti normalmente prendono i minivan, ma noi abbiamo preferito il trasporto pubblico. Le curve si fanno sentire… soprattutto per un paio di ragazze laotiane sedute qualche posto più avanti. La strada a tratti è sterrata e la polvere oscura il paesaggio circostante. In mezzo a queste nuvole di polvere si nascondono interi villaggi. Conosciamo già la realtà dei villaggi rurali asiatici, la povertà e le condizioni di vita, ma ogni volta è impossibile restare indifferenti. Dopo un viaggio di 9 ore arriviamo finalmente a Luang Namtha. Qui non c’è molto, la cittadina è diversa da Luang Prabang. In turisti vengono qui per il trekking che offre la zona. Si possono fare escursioni anche di diversi giorni, dormendo nella foresta. Tramite i gentilissimi ragazzi di Lao Lu Lodge abbiamo prenotato la Manychan GH, dove resteremo soltanto una notte, visto che la camera è gelida e la finestra, rotta, non si può chiudere.
Il giorno dopo ci spostiamo nella Zuela Guesthouse, decisamente più carina. Decidiamo di affidarci a delle agenzie locali per fare delle escursioni, se ne trovano parecchie lungo la strada principale. La prima escursione, con “The Jungle Eco-guide Services”, è un trekking di un giorno nella Luang Namtha NPA (National Protected Area). Il trekking non è troppo impegnativo ed è interessante. Il ragazzo che ci ha fa da guida è molto preparato e ci mostra le piante che vengono usate dalle popolazioni locali nelle pietanze o per curarsi, costruisce flauti di bamboo e strumenti da cucina. Infine cucina per noi un delizioso pranzetto nel bel mezzo delle montagne. Nella foresta vediamo anche quanto rimane della trincea risalente agli anni 70, quando gli USA bombardavano queste terre nella loro guerra contro il Vietnam. Ancora oggi vaste aree di questo splendido paese sono off limits a causa delle bombe inesplose. Visitiamo anche tre villaggi e così conosciamo la storia di tre popolazioni diverse: gli Akha, i Lanten e i Black Tai. I primi due provenienti dalla Cina (i Lanten prima rifugiatisi in Birmania e poi cacciati) e i Black Tai (così come i loro cugini Red Tai) provenienti dal Vietnam. Vediamo alcuni locali all’opera nelle loro attività principali…e altri pronti a festeggiare l’anno nuovo. Riflettiamo una volta di più sulle condizioni in cui vivono queste persone, che, nonostante tutto, ci salutano sorridendo. Cena di fine anno all’ottimo il ristorante Minority. Il secondo giorno andiamo a Mueng Sing, vicino al confine con la Cina, con la “Nature life Eco-guide Service”. Visitiamo il coloratissimo mercato, dove vediamo i prodotti venduti dalle tribù che popolano le montagne e anche strani animali morti, che, ci dice la guida, in realtà non potrebbero essere cacciati. Facciamo colazione alla “laotiana”, a base di zuppa di verdure e maiale, poi cominciamo il nostro giro tra villaggi. Ne visitiamo una decina, di tante etnie diverse. In uno di questi c’è una veglia funebre in corso. Osserviamo da lontano, senza disturbare. Pranziamo a casa di una gentilissima famiglia Black Tai. Seduti sul tappeto steso sul pavimento di bamboo. Lungo la strada del ritorno ci fermiamo a fotografare i bellissimi paesaggi montuosi e andiamo a vedere la cascata Phagneung Phoukulom. Non conoscevamo questa bellissima parte di Laos, forse la più selvaggia e la più vera. Abbiamo passato due giornate piene e interessanti.
2/3 gennaio – verso Bangkok, ancora Chiang Mai
Partiamo da Luang Namtha alle 8, in minivan. In 3 ore (con Schumacher alla guida) arriviamo al confine con la Thailandia, sbrighiamo le pratiche burocratiche ed eccoci di nuovo a Chiang Khong. Cerchiamo subito un autobus per Bangkok…ma non abbiamo fortuna, sono tutti pieni! Così prendiamo al volo il bus locale per Chiang Rai, da dove speriamo di poter raggiungere Bangkok. Arrivati a Chiang Rai acquistiamo 2 biglietti su un pullman per Bangkok…abbiamo qualche ora per rilassarci!! Arrivato il momento di salire sul bus scopriamo che i nostri posti sono proprio gli ultimi, ricavati mettendo una panca in fondo al bus, talmente stretti da non starci neanche con le gambe!!! 11 ore così sono improponibili!! Chiediamo subito il rimborso del biglietto e, poiché non troviamo posto su nessun altro bus per Bangkok, decidiamo di partire per Chiang Mai, dove arriviamo alle 22 circa. Sull’autobus dobbiamo ripensare al programma di viaggio, visto che non riusciremo mai ad arrivare a Bangkok il mattino successivo. Così, grazie all’aiuto di Miki ed Ely, acquistiamo un biglietto aereo Chiang Mai – Bangkok per la sera del 3 gennaio. Arriviamo finalmente a Chiang Mai, dove ovviamente non abbiamo prenotato nulla. Insieme ad un ragazzo francese condividiamo il tuk tuk dalla stazione dei bus fino alla città vecchia. Troviamo posto alla Pathara Guesthouse. La camera è pulita e la posizione della guesthouse è buona. E’ tardi, ma abbiamo ancora il tempo per una cenetta e una passeggiata fino al mercato notturno. Passiamo la giornata del 3 gennaio in giro per Chiang Mai e dobbiamo dire che la viviamo meglio rispetto alla prima volta. Andiamo ai templi che avevamo tralasciato, come il Wat Chetawan, il Wat Mahawan e il Wat Buppharam. Poi giriamo un po’ per mercati: il Talat Warorot, il più vecchio e famoso di Chiang Mai, e il Talat Tonlamyai, il mercato dei fiori. E’ pomeriggio inoltrato ed è arrivata l’ora di lasciare Chiang Mai. Prendiamo un taxi per l’aeroporto, facciamo velocemente il check in e ci accomodiamo nella saletta riservata della Bangkok Airways. Il volo arriva in orario a Bangkok. Con un taxi raggiungiamo il nostro hotel, il Korbua House, a due minuti da Khao San Road! L’hotel è carinissimo, le camere sono spaziose, pulite e silenziose, in bagno c’è una mega doccia! Lasciati i bagagli, usciamo e andiamo a fare un primo giro.
4/5/6 gennaio – Bangkok
Bangkok è uno spettacolo! Iniziamo l’esplorazione della città a piedi. Destinazione: palazzo Reale. Prima però ci fermiamo al mercatino degli amuleti. Un posto unico e particolare! Centinaia di bancarelle stracolme di milioni di amuleti di ogni tipo, piccoli ciondoli e microscopiche statuine. Ovviamente ne compriamo qualcuno anche noi! Lasciato il mercato entriamo nel grande complesso del Palazzo Reale, che include anche il Wat Phra Keaw, dove è custodito il Buddha di smeraldo. Gli edifici sono talmente belli da togliere il fiato! In particolare il tempio. Appena superato l’ingresso, sulla destra, c’è un banco da dove partono i tour guidati gratuiti in lingua inglese. Facciamo un primo giro del tempio con la guida che ci illustra le bellezze di questo luogo. Poi, salutato il gentile ragazzo, ci soffermiamo a fare altre foto allo splendido tempio. Passiamo quindi nell’area del Palazzo. Subito dopo (ormai ora di pranzo) andiamo al Wat Pho, dove si può ammirare un gigantesco Buddha sdraiato…46 metri di lunghezza e 15 di altezza. Imponente, bellissimo! Usciti dal Wat Pho, prendiamo due ananas da mangiare camminando e andiamo verso il Wat Arun, dall’altra parte del trafficatissimo fiume. Il tempio è carino e, dopo aver salito le ripide scalinate, godiamo del panorama verso la città, riconoscendo i luoghi visitati in mattinata. Nel pomeriggio, dopo una brevissima sosta in hotel, prendiamo la barca (trasporto pubblico tipo Venezia) per andare fino a Chinatown. Le strette vie di questa zona sono un susseguirsi di negozietti…un po’ come dei souk arabi. Ci si può perdere tra le stradine, e forse questo è il modo migliore per visitare questa zona, che, come dice la Lonely Planet, è “sfacciatamente poco signorile” ma, secondo noi, parecchio autentica (se paragonata alle altre Chinatown che abbiamo visto in giro per il mondo). Passiamo la serata nelle caotiche Khao San Road e Thanon Rambuttri, e ceniamo in uno dei tanti locali che le affollano. Molto carino il locale, molto deludente la cena…tipico dei posti affollati di turisti. Domani sera ci arrangeremo diversamente. Mentre ci ritroviamo di nuovo a passeggiare nel meraviglioso caos di queste vie, prenotiamo un’escursione per il pomeriggio del 5 gennaio in una delle numerose agenzie.
Giornata intensa, belle passeggiate, andiamo a letto soddisfatti.
La mattina ci sediamo sul terrazzino che affaccia sul canale di fianco all’hotel, una bella atmosfera per la nostra colazione, prima di riprendere il nostro vagabondare. Servendoci di taxi e metro, questa mattina andiamo a vedere la zona moderna di Bangkok: il parco Lumphini, la zona di Siam Square e infine l’MBK. Grattacieli, centri commerciali, metro sopraelevate…insomma tutti gli ingredienti di una metropoli dei giorni nostri! In mezzo al traffico frenetico, si apre un bel polmone verde, il parco Lumphini, dove ci si può rilassare un po’. Sembra un’altra città. Alcune persone fanno ginnastica, altri passeggiano o leggono il giornale. La frenesia è chiusa fuori dal recinto. Dopo pranzo, partiamo per l’escursione. Prima tappa al mercato di Maeklong, quello in cui passa il treno in mezzo. Beh…non siamo molto fortunati. Arrivati intorno alle 15, giriamo un po’ tra le bancarelle ai bordi delle rotaie, il treno dovrebbe passare intorno alle 15.30 ma… niente treno! Il catorcione si è rotto alla stazione di un’altra città, quindi…hai voglia ad aspettare!!! Escursione organizzata appositamente per il treno…e niente treno! Vabbè… un motivo in più per tornare in Thailandia!
Lasciamo Maeklong per spostarci ad Amphawa. La passeggiata parte dalle sponde del fiume dove si sviluppa l’affascinante villaggio. Camminiamo sulle passerelle e i ponti che uniscono le case di legno che si affacciano direttamente sull’acqua. In questo villaggio c’è un mercato galleggiante, che però troviamo abbastanza deludente, ci sembra poco genuino e un po’ “costruito” per i turisti. Le bancarelle galleggianti si limitano a poche barche sulle quali preparano da mangiare per i turisti incuriositi, che si fermano a prendere qualcosa…in mezzo ad una calca spaventosa! Forse il vero mercato è al mattino, mentre noi siamo qui di pomeriggio. Forse. In realtà non ci siamo informati molto, eravamo interessati al mercato di Maeklong e questo era un “di più”. Insomma…un ulteriore motivo per tornare: vedere un vero floating market. La sera facciamo un giro sul fiume di Amphawa per vedere le lucciole…che ci offrono un bello spettacolo prima di rientrare in città. Mattina del 6 gennaio, ultimo giorno a Bangkok, dedicato interamente ai mercati.
Partiamo intorno alle 8 dall’hotel alla volta del Chatuchak, uno dei mercati più grandi al mondo. Qui si può trovare di tutto: dal cibo all’abbigliamento, dall’arredamento ai cuccioli, passando per souvenir e antiquariato! Compriamo diversi souvenir e ricordi da portare a casa, in particolare ci innamoriamo di una statua in legno di Buddha…che ci terrà “compagnia” per tutto il giorno!! Nel pomeriggio andiamo a visitare altri mercatini. Intorno alle 18.30 andiamo al Patpong night market, situato in una zona a luci rosse. Il mercato è la classica successione di bancarelle colme di falsi, tipico di tante città asiatiche. Facciamo un piccolo giro, ma non ci piace molto quello che vediamo, non al mercato, ma intorno. I locali che circondano le bancarelle sono espliciti e rappresentano quell’aspetto della Thailandia tristemente noto, che attrae orde di persone non degne di rappresentare il genere umano. Pervasi da un senso di tristezza per le giovani vittime di questo giro d’affari, andiamo via dopo poco. Trascorriamo l’ultima serata thailandese nel caos di Khao San e il mattino del 7 gennaio alle 5, con un minivan, andiamo in aeroporto.
Lasciamo Bangkok e la Thailandia con una certezza: torneremo! Questo splendido viaggio ci ha fatto conoscere un paese incredibilmente vario, siamo passati dalla tranquillità di Pai e Mae Hong Son al caos di Chiang Mai e Bangkok, dalla natura delle montagne ai grattacieli, dalla genuinità alla modernità. Pensavamo che la Thailandia fosse troppo turistica e che, a causa di questo, avesse perso la sua genuinità, ma ci siamo ricreduti. Esistono ancora delle zone splendide e non troppo contaminate. Inoltre è un paese in cui è facilissimo muoversi e ci si sente sicuri. Insomma è il paese del viaggio zaino in spalla! Il Laos lo conoscevamo già…è stato il nostro primo amore in questa parte di mondo… e anche questa volta non ci ha delusi! Luang Prabang ha un fascino particolare, la navigazione sul Mekong è indimenticabile e il nord con tutte le sue etnie ci è piaciuto. Il nostro percorso è stato improvvisato giorno per giorno. Forse questo ha aggiungo quell’ulteriore sensazione di piena libertà che ha reso questo viaggio fantastico. Dopo pochi giorni ci sembrava di essere a zonzo da un mese, lontano da ogni stress che accompagna la nostra routine. Tutto dimenticato! Al rientro alla nostra realtà, al contrario, non possiamo dimenticare le emozioni vissute e le immagini splendide che ancora abbiamo nei nostri occhi. I ricordi rimarranno indelebili…questo è un Viaggio!
I prezzi di seguito indicati sono intesi a persona.
VOLI: Oman Air Malpensa-Bangkok 630 euro Bangkok Airways Chiang Mai-Bangkok 98 euro CAMBIO: 1 euro = 39,15 bath 1 euro = 10.366 kip
TRASPORTI INTERNI: treno Bangkok-Ayutthaya 65 bath (2 ore circa di percorrenza) VIP bus Ayutthaya-Chiang Mai 876 bath (8 ore circa) Noleggio bici Ayutthaya 40 bath a bici per tutto il giorno Bus Chiang Mai-Pai 78 bath (4 ore) Minivan Pai-Mae Hong Son 150 bath (3ore) Minivan Mae H.S.-Chiang Mai 250 bath (6 ore) Bus Chiang Mai-Chiang Rai 185 bath (poco meno di 3 ore) Bus Chiang Rai-Chiang Khong 65 bath (2 ore) Barca dal confine a Luang Prabang 245.000 kip (2 giorni) Bus da Luang P. a Luang Namtha 90.000 kip (9/10 ore) Minivan da Luang N. a confine 80.000 kip (2/3 ore) Taxi aeroporto – Kao San Road 370 bath in totale Minivan Kao San – aeroporto 150 bath
GUESTHOUSE: Ayutthaya: River House GH. 800 bath a notte Pai: Breaze of Pai 700 bath a notte Mae Hong Son: Piya GH. 600 bath a notte Chiang Mai: Sawasdee GH 650 bath a notte e Pathara GH 400 bath a notte Chiang Rai: Jansom House 450 bath a notte Luang Prabang: Lao Lu Lodge 180.000 kip a notte Luang Namtha: Zuela GH 70.000 kip a notte e Manychan GH 60.000 kip a notte Bangkok: Korbua House 1.500 bath a notte
ESCURSIONI: Baan Din Doi view point 20 bath Hot Springs 200 bath Karen village 250 bath Tuk tuk chiang rai – tempio bianco 300 bath in totale Ingresso cascate Kuang si 20.000 kip Trekking di un giorno a Luang Namtha NPA con “The Jungle Eco-guide Services” 160.000 kip Escursione di una giornata a Mueng Sing con “Nature life Eco-guide Service” 70 dollari Ingresso palazzo reale Bangkok 500 bath Ingresso Wat Pho 100 bath Escursione per Meaklong e Amphawa 550 bath