Thailandia e Cambogia fai da te
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26 Febbraio
Per essere a Roma qualche ora prima del volo per Bangkok dobbiamo partire abbastanza presto, il volo Catania-Roma è dunque alle 7.55. Nel sito della Thai avevo avuto la possibilità di scegliere il posto così mi ritrovo in seconda fila. Durante il volo vedo delle ragazze che si avvicinano al passeggero davanti a me, chiedendo se potevano farsi delle foto con lui. Nell’ipotesi che potesse essere qualcuno di importante sporgo il mio bel faccione sorridente e mi intrometto nella foto alla “disturbatore televisivo”. Quando le ragazze finiscono, le fermo e chiedo a chi avessero fatto la foto. «Come a chi? A Franco Battiato!» mi rispondono. Alla mia richiesta di avere quella foto rimangono un po’ stupite, così la controllano e molto divertite mi fanno vedere che sono venuto benissimo, così ci scambiamo i numeri e appena atterrati me la mandano su whatsapp.
Il volo per Bangkok parte alle 13.30 e dopo “appena” 10 ore e mezza siamo nella capitale thailandese.
27 Febbraio
Per il fuso orario sbarchiamo a Bangkok alle 6 di mattina del giorno dopo la partenza. Le pratiche del visto sono abbastanza celeri, così in breve siamo già ad aspettare le nostre valigie, la mia e quella di Claudio arrivano subito, quella di Salvo invece no. Aspettiamo parecchio finché rimane una sola valigia nel nastro, dopo altri 10-15 giri, Salvo ipotizza che qualcuno si sia preso la sua valigia perché è molto simile a quella rimasta nel nastro. Conosco Salvo molto bene, quindi vado a controllare la valigia solitaria e vedo che il nome della targhetta è proprio il suo. Partiamo bene! Non riconosce manco la sua valigia!
Niente di grave per noi anche perché probabilmente dovremo aspettare l’orario del check-in in hotel, male per Salvo che verrà preso in giro per anni per questa storia.
Così prendiamo un taxi per l’hotel che si trova al centro di Bangkok, paghiamo in totale 600 Bath (15 Euro) e dopo mezz’ora arriviamo a destinazione. Come immaginavamo, siamo costretti ad aspettare circa 3 ore prima di avere la nostra camera, così andiamo in Piscina al 10° piano, monopolizziamo 3 sdraio e ci rilassiamo in attesa del check-in. Una volta in camera, subito doccia e altre 2 orette di riposo, questa volta in un vero letto finalmente.
Verso le 13 ci mettiamo in marcia per una veloce visita della città, prendiamo un taxi che con soli 80 Bath (2 euro) ci porta davanti il Grande Palazzo Reale. Il prezzo d’ingresso, per gli standard thailandesi è un po’ alto (500 Bath) ma ne vale assolutamente la pena. E’ un posto meraviglioso, il punto forte è il Wat Phra Kaew, il tempio del Buddha di Smeraldo, un complesso di edifici che non lascerà indifferente nemmeno il più apatico dei visitatori. Impieghiamo circa un’ora e mezza per la visita per poi spostarci nel vicino Wat Pho, che raggiungiamo a piedi in circa 5 minuti. L’ingresso è di soli 100 Bath e la nostra visita dura giusto il tempo di visitare l’enorme statua color oro del Buddha sdraiato.
Tornati nei pressi dell’hotel, pranziamo (o ceniamo) e andiamo in giro per fare qualche acquisto, visto che siamo in una zona piena di centri commerciali. Poi a letto presto visto che la sveglia per l’indomani è alle 4.30!
28 Febbraio
Qualche giorno fa, direttamente dall’Italia, abbiamo prenotato un’escursione con il sito viator.com, era molto cara (190 euro) ma non avendo il tempo di organizzarla direttamente da Bangkok non abbiamo voluto rischiare di perdere l’occasione.
La mattina alle 5 il nostro mini-van era già fuori ad aspettarci in hotel, pronto per portarci nella città di Kanchanaburi. Giunti in città, incontriamo Mas, la nostra simpatica guida thailandese, cambiamo van e ci rimettiamo in marcia per il Sai Yok National Park. Raggiungiamo un campo elefanti, ci facciamo un giretto sul dorso di questi enormi animali e gli diamo da mangiare.
Accanto al campo c’è il fiume Kwai, così, da lì stesso, una barca a motore ce lo fa risalire controcorrente, per poi lasciarci sopra una zattera. Il paesaggio è molto bello, la zattera non molto stabile ma fa il suo dovere e ci permette di ridiscendere il fiume in tranquillità. L’acqua è pulita così cogliamo l’occasione pure per un bel bagno rinfrescante.
Finita l’esperienza ci asciughiamo e ci rimettiamo in marcia per la prossima tappa del viaggio che si trova 90 km più a Nord. Dopo un’oretta arriviamo nei pressi del Khao Laem National Park, cambiamo mezzo di trasporto e saliamo su una jeep. Iniziamo subito ad addentrarci nella giungla, la strada sterrata inizia a diventare più un sentiero sul quale la jeep avanza sempre più difficilmente e dopo mezz’ora arriviamo in un posto paradisiaco. Una casa in legno sperduta nel nulla, un piccolo ruscello, tanta vegetazione e tanti colori lo rendono lo sfondo ideale per un quadro.
Veniamo accolti da una signora birmana (siamo al confine con il Myanmar) che ci offre un cocco con un’estremità aperta e una cannuccia di bambù inserita, ci dissetiamo ben volentieri. Tramite un ponticello in legno che attraversa il ruscello arriviamo all’esterno della casa dove troviamo una tavola bandita con tutti prodotti locali. Il mangiare è davvero abbondante ma grazie a Claudio riusciamo a divorare quasi tutto. Squisito.
Dopo pranzo ci godiamo il paesaggio rilassante e ci facciamo un giretto nei dintorni della casa. Il tempo stringe così risaliamo sulla jeep per tornare alla civiltà. La strada è molto dissestata, tanto da avere la meglio sulla protezione sotto motore che, in parte, si stacca e inizia a grattare al suolo. Non possiamo più muoverci, così il nostro ingegnoso autista scende dalla jeep, si inoltra nella giungla e torna con una liana che riesce a sistemare alla bell’e meglio il problema. In ogni caso grazie a questo espediente riusciamo a tornare senza problemi al nostro van.
L’escursione dovrebbe proseguire con una visita a delle meravigliose cascate ma è la stagione secca e Mas ci dice che, più che una cascata, sembra acqua che scorre da un rubinetto. Quindi ci propone la visita al ponte sul fiume Kwai, ci fidiamo di lei e accettiamo. Durante il tragitto ci racconta l’interessante storia di questo ponte, al quale hanno dedicato anche un film, così appena giunti sul posto ci godiamo meglio la visita. Caratteristico è stato vedere l’attraversamento del treno, tutti i visitatori si spostavano ai bordi ma il ponte è davvero piccolo così il treno passava a pochi centimetri da ognuno di noi.
Finita la visita, salutiamo la bravissima Mas e torniamo a Bangkok. Cena, giretto veloce nei pressi dell’hotel e a letto, soddisfatti per questa bellissima giornata.
29 Febbraio: Oggi si va in Cambogia!
Sempre dall’Italia, dal sito thaiticketmajor.com avevamo prenotato il biglietto del bus Bangkok-Siem Reap per 750 Bath (19 euro). La partenza è alle 9 quindi possiamo fare tutto con calma, prendiamo un taxi in hotel e dopo poco siamo alla stazione degli autobus. Bisogna fare attenzione perché ci sono 2 stazioni, è meglio specificare che si vuole andare in Cambogia. Arrivati in stazione basta fare vedere il biglietto al primo thailandese e si viene indirizzati, senza troppa difficolta, nella direzione giusta.
L’autobus è confortevole, c’è l’aria condizionata, i sedili sono comodi e c’è un pacchettino con la colazione in ogni posto. Il tempo passa velocemente e in circa 4 ore si arriva al confine con la Cambogia. Prima viene offerto il pranzo che consiste in riso con carne o pesce. Poi sale un ragazzo che si offre di fare il visto cambogiano, ma non ne vale la pena, sia per il costo, sia perché l’autobus dovrà comunque aspettare quelli che lo faranno per i fatti loro. Quasi tutti decidiamo di avventurarci e farlo autonomamente.
E qua inizia l’avventura, scesi dal bus nessuno sa dove andare così ci addentriamo nella cittadina di Poipet, siamo un gruppetto di italiani, tedeschi, olandesi, islandesi, spagnoli, inglesi e altre nazionalità non ben definite. Fortunatamente, veniamo indirizzati alla dogana thailandese dove ci mettono, abbastanza velocemente, il timbro di uscita, poi, sempre senza sapere dove andare, camminiamo un po’ di più per l’ufficio visti cambogiano. Servono 100 Bath, 30 dollari (ma accettano anche gli euro) e una fototessera, poi bisogna compilare un foglio e in 5 minuti il visto è già nel passaporto. Una volta che tutto il gruppo aveva finito non sapevamo che fare. Aspettiamo fuori dall’ufficio visti, finché io e una ragazza islandese leggiamo su un sito che l’autobus ci stava aspettando al Grand Diamond Casino. Così ci rimettiamo in marcia e finalmente vediamo l’autobus. Pensavamo fosse finita lì, invece l’autista ci dice che prima dobbiamo farci mettere il timbro di ingresso, una 50ina di metri più avanti. Così altro foglio da compilare, altra fila e finalmente l’avventura si conclude. Risaliamo sull’autobus e dopo 2 ore siamo a Siem Reap, la città adiacente alla più famosa Angkor. Nel biglietto dell’autobus è incluso pure il trasferimento nei propri hotel tramite tuk tuk così in breve siamo nel nostro bellissimo hotel 5 stelle a due passi da Angkor Wat.
In hotel ci istruiscono a dovere su come visitare la città di Angkor per il giorno dopo così prenotiamo un tuk tuk per 15 dollari. Qui accettano i dollari prima ancora della moneta locale.
All’ultimo piano dell’hotel c’è un ottimo ristorante, mangiamo tutto ciò che ha la scritta “cambodian” nel menù e rimaniamo più che soddisfatti. Poi a letto presto. Anche domani la sveglia è alle 4.30, vogliamo vedere l’alba sul tempio di Angkor.
1 Marzo
Puntuali alle 5 siamo già sul nostro tuk tuk, avevamo la colazione inclusa così in hotel hanno preparato 3 pacchetti take-away da portare con noi. Prima di tutto andiamo a fare i biglietti, ci sono 3 possibilità, 20 Dollari 1 giorno, 40 per 3 giorni e 60 una settimana. La biglietteria è divisa in 2, i biglietti per 1 giorno si fanno nella parte posteriore, quindi evitate di fare la fila dalla parte sbagliata. Il biglietto è personalizzato, fanno la foto e la stampano sul biglietto stesso, in ogni caso, tutto avviene molto velocemente.
Entriamo ad Angkor quando è ancora buio pesto, usiamo le torce degli smartphone per vedere qualcosa, e ci dirigiamo verso il luogo che ci avevano consigliato in hotel la sera prima. Già c’è parecchia folla ma comunque il piazzale è grande e troviamo una buona posizione con facilità. Assistiamo all’alba che è davvero suggestiva anche se forse siamo arrivati troppo in anticipo e ci vuole parecchio tempo.
Appena il sole appare dalla cupole del tempio, troviamo una posizione panoramica e facciamo colazione per poi partire con il tour del tempio. Avendo solo un giorno a disposizione andiamo a passo molto veloce anche se non ci creiamo problemi di tempo quando c’è qualcosa che ci piace. Impieghiamo circa un’ora per la visita di Angkor Wat, poi con il tuk tuk ci spostiamo all’interno dell’immensa città. Facciamo un vero e proprio tour de force e riusciamo pure a visitare, nella sola mattina, Banteay Kdey, Ta Prohm, Ta Keo e tutta Angkor Thom. Una sola parola: meraviglioso!
A fine mattina siamo davvero esausti, così ci facciamo riaccompagnare in hotel per pranzare e riposarci un po’. Nel pomeriggio avevamo in mente di visitare Banteay Srei ma siamo troppo stanchi così torniamo nuovamente ad Angkor Wat e assistiamo rilassati al tramonto sul tempio.
Tornati in hotel, ci godiamo la bella piscina aperta 24/7, ceniamo nell’ottimo ristorante all’ultimo piano e poi a letto.
2 Marzo
Oggi si torna in Thailandia, però non a Bangkok bensì a Pattaya, quindi non possiamo prendere lo stesso bus dell’andata. Scegliamo dunque il taxi, il prezzo è di 1000 Bath fino al confine e di altri 2500 fino a Pattaya, in fin dei conti viene meno di 30 euro a testa, più che accettabile.
L’autista procede a marcia spedita e per arrivare al confine ci mettiamo metà del tempo rispetto all’autobus. Giunti a destinazione, pensavamo che ci avremmo impiegato molto meno tempo dell’andata per attraversare il confine, e in effetti in 2-3 minuti abbiamo già il timbro di uscita cambogiano, ma arrivati nella parte thailandese abbiamo la brutta sorpresa. C’è una fila interminabile! Perdiamo solo qui, un’ora e mezza.
Usciti finalmente dalla dogana, prendiamo rapidamente il taxi. Anche l’autista thailandese procede spedito e tutto sembra andare bene finché, penso per il forte caldo, non scoppia una gomma; accostiamo in mezzo al nulla e vediamo che pure la ruota di scorta è bucata. Evviva! Siamo fregati!
Nella sfortuna però notiamo una cosa incredibile, abbiamo accostato accanto ad un indicazione: “Gommista a 50 metri”. Risaliamo in auto e subito sulla sinistra vediamo, nascosto da un tir, il gommista. Scampato pericolo!
Chiamarlo gommista è un po’ esagerato visto che si tratta di una casetta di lamiere, alimentata da un generatore che sembrava pronto ad esplodere da un momento all’altro. In ogni caso, un ragazzino, che non avrà avuto più di 14 anni, fa il suo dovere, ripara la gomma di scorta bucata e ripartiamo. Alla fine non abbiamo perso più di mezz’ora e alle 6 di pomeriggio siamo già nel nostro hotel a Pattaya.
Cena, doccia e riposino per poi incontrare le nostre amiche, arrivate poco prima di noi, con le quali passiamo una serata molto divertente.
3 Marzo
A causa dell’ora tarda della notte precedente, non ci alziamo molto presto. Decidiamo comunque di andare nell’isola di Ko Lan di fronte a Pattaya, in hotel ci avvisano che oggi è il “sanitary day” e che non partono i battelli dal porto, non ho capito bene cosa sia ma i battelli non partivano per davvero. Così decidiamo di prendere un motoscafo dalla spiaggia che con 2500 Bath (64 Euro) ci porta nell’isola per poi riportarci a Pattaya.
Nell’isola c’è un poligono di tiro così io e Salvo, appassionati di armi, decidiamo di andare a sparare qualche colpo prima di farci il bagno, ma le armi erano tipo giocattoli così rinunciamo e, con il motoscafo, ci facciamo accompagnare nella prima spiaggia.
Per la serie “non tutti i mali vengono per nuocere”, grazie al sanitary day non c’è quasi nessuno nell’isola e ci godiamo mare, spiaggia e sole senza la calca dei turisti.
Prendiamo pure 2 acquascooter, il prezzo è di 25 euro per mezz’ora, e sono velocissimi. Riesco a far arrivare il mio tachimetro a 70 (non so bene cosa) ma praticamente volavo sull’acqua, per la disperazione della mia amica aggrappata a me e urlante per la paura.
La giornata prosegue in modo rilassante prendendo il sole e facendo dei rinfrescanti bagni.
Alle 17 lasciamo l’isola e verso le 18 siamo già in hotel, ceniamo e ci prepariamo per la serata che, grazie alle nostre amiche, sarà epica, tra le migliori della mia vita. Torniamo a casa verso l’alba.
4 Marzo
Oggi ci svegliamo ad ora di pranzo, siamo stanchi per la nottatona di ieri, quindi scegliamo l’escursione più rilassante tra quelle presenti nel catalogo dell’hotel: lo zoo.
Prenotiamo l’ultima escursione con pick-up dall’hotel alle 13.30, abbiamo giusto il tempo di pranzare velocemente per poi tornare in albero per salire sul mini-van. Dopo circa 40 minuti arriviamo allo Sriracha Tiger Zoo. Ho come l’impressione di aver scelto un’escursione per bambini, invece, pur non essendo niente di eccezionale, alla fine si è rivelata un’esperienza carina, soprattutto perché danno l’opportunità di fare foto abbracciati ad una grande tigre e seduti sulla coda di un enorme coccodrillo. Ci sono poi vari spettacoli, abbastanza simpatici e tutto quello che ha da offrire uno zoo.
Dopo poco più di 3 ore dentro lo zoo, risaliamo nel mini-van per tornare in hotel.
Anche questa sera sarà molto divertente.
5 Marzo
Per oggi volevamo fare un’esperienza con i quad nella giungla ma abbiamo prenotato tardi così rinviamo a domani. Torniamo quindi nell’isola di Ko Lan, siamo in 6 e prendiamo anche questa volta il motoscafo, commettiamo però l’errore di pagare tutto subito.
Immediatamente capiamo quanto siamo stati fortunati la prima volta; oggi c’è troppa gente! In spiaggia, a mare, ovunque. Decidiamo così di affittare uno scooter e andare alla ricerca di una spiaggia più isolata.
Il prezzo è buono, 300 Bath (7-8 euro) per 2 ore, vogliono vedere la patente che fortunatamente tengo sempre nel portafoglio, e solo con quella (anche se non ho la patente A) riusciamo ad affittare 3 scooter senza troppi problemi. Il giretto dell’isola è carino, è più grande di quello che pensavamo e appena troviamo una spiaggia che ci piace ci fermiamo. Mare, sole, giocare con le ragazze sono le nostre divertenti attività finché ci viene l’idea di affittare di nuovo le moto d’acqua, che hanno anche in questa spiaggia.
Il mare è un po’ più agitato, le moto fanno dei rumorosi salti, in più facciamo guidare pure quelle pazze delle ragazze, così questa volta siamo noi ad avere paura. Le volte che veniamo scaraventati in acqua non si contano più, perdiamo pure il senso del tempo e stiamo 45 minuti invece che 30, ma alla fine non ci diranno niente. Bellissima esperienza, anche se un po’ “bagnata”.
Torniamo in spiaggia ma è già l’ora di consegnare gli scooter, così li riportiamo, verso ora di pranzo, nella spiaggia principale che nel frattempo si è un po’ svuotata. Ci sono tanti localini, così compriamo frutta del posto a volontà e pranziamo solo con quella, sdraiati in spiaggia. Poi di nuovo vita da mare finché arriva l’ora di tornare a Pattaya e qui abbiamo la brutta sorpresa; quello del motoscafo c’ha fregati e se n’è andato!
Fortunatamente oggi i battelli partono, e con 30 Bath a testa (80cent) riusciamo a prendere l’ultimo. Ci mette molto più tempo ma almeno abbiamo limitato i danni, resta solo un po’ di rabbia per la fregatura, gli auguro solo di spendere tutti i nostri soldi in medicine.
Come di consueto, invece, la serata va alla grande.
6 Marzo
Stamattina siamo obbligati a svegliarci in orari più decenti per l’escursione con i quad. Il classico mini-van alle 9.30 è sotto il nostro hotel per portarci fuori Pattaya. Da bravi maschilisti esultiamo quando vediamo che insieme a noi non ci sono ragazze ma solo 3 ragazzi asiatici. “Andremo più veloci!” pensavamo.
Ci vengono forniti caschi, occhiali e tutto l’occorrente per la nostra escursione, così dopo una breve spiegazione siamo già sui quad pronti per partire. Ci mettiamo in fila indiana dietro la guida, prima noi italiani e poi gli asiatici. Poco dopo essere partiti siamo già sullo sterrato, affrontiamo le prime curve, le prime dune quando poco dopo, la guida si ferma e guarda dietro. Non ci potevamo credere, gli asiatici erano rimasti indietrissimo, guidavano i quad peggio di come mio nonno di 98 anni guidava il motozappa. Le ragazze sarebbero state molto più veloci.
Li aspetteremo ancora parecchie volte durante le 2 ore di escursione, e per questo non ci godremo affatto quest’avventura. Per noi non era la prima volta alla guida di un quad, qualche anno fa in California avevamo avuto piena libertà e c’eravamo divertiti da matti, questa volta, invece, restiamo delusi.
Tornati in hotel, fortunatamente, ci sono le ragazze a farci tornare il sorriso.
7 Marzo
Oggi è l’ultimo giorno, restiamo in stanza fino all’ultimo minuto del check-out che facciamo alle 12.00. Lasciamo i bagagli in hotel e prenotiamo il transfer per l’aeroporto. Poi usciamo con le ragazze in giro per Pattaya e torniamo in hotel per pranzare tutti assieme. Ci spostiamo poi in piscina per gli ultimi bagni finché arriva l’ora di andare, con tristezza, salutiamo le nostre magnifiche compagne di avventura e saliamo sulla comoda auto che ci porterà all’aeroporto.
L’aereo del ritorno è diverso, più grande e molto più comodo. Questa volta facciamo scalo a Malpensa ma per recuperare 2 ore avevamo scelto il volo per Catania da Linate. Per spostarci tra i 2 aeroporti prendiamo l’autobus e notiamo che per 1 ora di viaggio in Italia paghiamo quanto 8 ore in Thailandia. Già ci manca!