Thailandia e Cambogia 07-2005

Viaggio Thailandia - Cambogia 2005 Vi propongo il mio viaggio in Thailandia e Cambogia di luglio 2005. Per semplicità mi limiterò a descriverne le varie tappe rendendone dunque la lettura più piacevole. Avendo solamente due settimane ho cercato di ottimizzare il più possibile il tempo optando per il seguente itinerario: Thailandia: Bangkok –...
Scritto da: Alessio Montanari
thailandia e cambogia 07-2005
Partenza il: 17/07/2005
Ritorno il: 31/07/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Viaggio Thailandia – Cambogia 2005 Vi propongo il mio viaggio in Thailandia e Cambogia di luglio 2005. Per semplicità mi limiterò a descriverne le varie tappe rendendone dunque la lettura più piacevole.

Avendo solamente due settimane ho cercato di ottimizzare il più possibile il tempo optando per il seguente itinerario: Thailandia: Bangkok – Chiang Mai – Chiang Rai – Mae Sai (Tachilek) – Chiang Sean, Chiang Khong – Lampang – Ayuthaya Cambogia: Siem Reap – Angkor Partenza dall’aeroporto di Bologna (il più vicino considerando che abito a Ferrara) con scalo a Francoforte e arrivo a Bangkok con volo della Thai. Volo puntuale, ottimo servizio! L’aeroporto di Bangkok dista circa a 30 km dalla città. Non avendo prenotato alcun albergo ho deciso di provare a cercare una sistemazione nei pressi di Siam Square. All’arrivo in una grande città caotica e calda e dopo un volo aereo di parecchie ore l’impatto non è mai molto piacevole. Per raggiungere Siam Square ho optato per l’autobus (la fermata è molto vicino all’uscita dall’aeroporto) sorpreso che in una così grande città non ci fosse un servizio di trasporti efficiente per raggiungere il centro. L’alternativa è il taxi (350 bth)…Ricordatevi sempre di far usare al tassista il tassametro (anche se obbligatorio spesso i tassisti cercano di alzare un po’ le tariffe lasciando il tassametro spento). Grazie all’aiuto della guida Lonely Planet ho trovato rapidamente una camera di albergo a 1000 bth vicino al Reno Hotel. Arrivato presto di mattina dopo un paio d’ore di riposo ho raggiunto la stazione centrale di Bangkok dove ho prenotato il treno notturno II classe per Chiang Mai. Si tratta di una linea sempre affollata (soprattutto di notte) per questo consiglio di prenotare almeno con 4-5 giorni di anticipo, meglio ancora una settimana. Posso comunque assicurare che la II classe è più che dignitosa: cuccette spaziose e pulite!!Molto meglio dei quelle italiane. La principale differenza fra la I e la II classe è che nella II sono assenti gli scomparti e dunque a scanso di spiacevoli sorprese è meglio assicurare lo zaino nella cuccetta. Ad ogni modo la prenotazione è semplice e non crea alcuna difficoltà. Il personale parla un corretto inglese e il servizio risulta molto efficiente. Lasciata la stazione ho effettuato un rapido giro della città cercando di ambientarmi…Tengo a sottolineare che Bangkok è di notevoli dimensioni e l’assenza della metropolitana rende gli spostamenti assai difficoltosi! Il taxi risulta comodo, non si respira lo smog e si sta al fresco però rimane facilmente bloccato nel traffico cittadino e rende gli spostamenti abbastanza lenti soprattutto nelle ore di punta. Per spostarmi ho dunque spesso optato per il tuk tuk molto veloce, abbastanza economico anche se non lo ritengo un mezzo molto sicuro considerando che sfreccia molto velocemente facendo spesso lo slalom fra le macchine imbottigliate nel traffico. E’ comunque importate se si decide di spostarsi in tuk tuk contrattare sempre prima il prezzo.. Spesso gli autisti cercano di raddoppiare o anche triplicare le normali tariffe…50-60 bth è una cifra accettabile per percorsi non eccessivamente lunghi…Trovare un tuk tuk non è molto difficile, anzi frequentemente gli autisti accostano offrendosi di portarti alla tua destinazione. A circa 500 m dalla stazione si trova il Wat Traimit, dove è possibile ammirare una delle meraviglie nascoste della città. Il tempio non è molto in vista e risulta isolato dai classici percorsi turistici cittadini. Il piccolo edificio cela un Buddha d’oro massiccio (3 m di altezza, 5,5 ton)…Stupito dallo scintillio dell’oro resto come abbagliato. Considerando la ridotta distanza dalla stazione Hualamphong è possibile dunque raggiungere il Wat a piedi in una decina di minuti… e posso assicurare che ne vale la pena! Nel pomeriggio ho raggiunto il Grand Palace e ho sfruttato il breve tempo a disposizione per una passeggiata nel Sanam Luang (Campo reale) area verde nei pressi del Grand Palace. Ho raggiunto poi il Democracy monument prima di rientrare in albergo.

La giornata seguente e stata dedicata esclusivamente al raggiungimento di Angkor in Cambogia. La distanza da percorrere non è eccessiva, si tratta di circa 450 km ma il viaggio è lungo e faticoso. Considerando però l’assurdo costo del volo aereo che collega Bangkok con Siem Reap e volendo venire il più possibile a contatto con la realtà di questi paesi ho optato per il viaggio via terra. Tengo a sottolineare che si tratta di un viaggio di circa 12 ore e che risulta particolarmente faticoso nel tratto cambogiano.

La mattina seguente ho raggiunto il più presto possibile la stazione degli autobus dalla quale partono le corse per Aranya Prathet (conosciuta meglio come Aran) cittadina di confine con la Cambogia. La stazione risulta abbastanza distante dalla città per questo il mezzo migliore per raggiungerla risulta il taxi. Ricordo inoltre che a Bangkok sono presenti più stazioni è dunque necessario conoscere con esattezza il nome della stazione dalla quale parte la corsa che raggiunge la propria destinazione. Nel mio caso si tratta della stazione di Moh Chit (quella a nord della città!! Da non confondersi con quella est come sembrerebbe più logico). La corsa per Aran è economica e impiega circa 4 ore. Gli autobus in Thailandia permettono di raggiungere ogni località con strade che sono generalmente in ottime condizioni (spesso asfaltate meglio di quelle italiane!!) anche se sono molto lenti. Raggiunta la stazione di Aran è necessario arrivare al confine che dista circa 4 km… tale collegamento è assicurato da tuk tuk che attendono a fianco della stazione. Il confine è caotico come si può immaginare…Moltissimi cambogiani attraversano con carretti al seguito raggiungendo il mercato di Aran. Per arrivare alla frontiera è necessario percorrere circa 200 m attraverso il mercato. Per entrare in Cambogia è richiesto un visto (costo 20 us$) che si ottiene abbastanza rapidamente dalle autorità cambogiane. L’impatto con la realtà cambogiana è molto forte…Dopo aver superato alcuni sfarzosi casinò appare Poipet. Di certo tale città non è rappresentativa del paese, anzi né da un immagine di squallore che di certo non merita. Consiglio quindi di abbandonare rapidamente la città. Se si arriva al confine sul tardi meglio restare ad Aran a pernottare! Per raggiungere Angkor si può scegliere fra tre mezzi: Autobus Taxi Pick Up Truck L’autobus è sponsorizzato dal governo quindi permette di non attraversare a piedi Poipet anche se risulta assai lento. Il mezzo ideale è il taxi, un po’ costoso ma molto rapido. Il pick up è il mezzo sul quale si spostano i cambogiani. I cambogiani per spostarsi fra i vari villaggi se la distanza è eccessiva da coprire in bicicletta usufruiscono di tale mezzo. Basta semplicemente fermarlo lungo la strada salire e avvisare il conducente al momento nel quale ci si vuole fermare. I prezzi sono esigui ma allo stesso tempo e molto scomodo inoltre spesso si ferma per caricare e scaricare persone. Ho scelto il pick up, ma ritengo che anche se più costoso il taxi sia il mezzo migliore (al ritorno mi ha infatti permesso di recuperare molto tempo e dividendo le spese con delle ragazze americane sono bastati solo 15 us$). Inoltre il taxi collega direttamente Poipet a Siem Reap mentre col pick up è necessario cambiare a Sisophon e ciò rende tutto più difficile! Ad ogni modo rimando al sito www.Talesofasia.Com per informazioni più dettagliate. La strada per Siem Reap è in pessime condizioni: voragini ovunque e gran parte sterrata…Si attraversa la grande pianura cambogiana coltivata a risaia a perdita d’occhio. Il colore delle risaie risaltato dalla stagione delle piogge rende la pianura verde e scintillante. Attraversando numerosi villaggi si giunge dopo un faticoso viaggio di parecchie ore (6 circa) a Siem Reap, città che sfruttando il sito archeologico di Angkor si è particolarmente arricchita grazie al turismo. Appaiono sfarzosi alberghi a prezzi assai elevati, ma è possibile trovare sistemazione nelle guest house che risultano economiche pulite e poi le persone sono sempre simpatiche e gradevoli. Dalla guest house pagando 10-12 us$ si può con estrema facilità trovare un autista che con tuk tuk ti permette si visitare le rovine dei templi attendendoti all’esterno di ognuno durante la vista. Lo stesso autista ti guida all’interno del sito archeologico dandoti informazioni sui templi e poi si passano piacevoli momenti chiacchierando del più e del meno e dei propri paesi confrontando le diverse culture e toccando con mano la realtà del luogo, la disponibilità e la simpatia della popolazione.

Potendo dedicare solo due giorni alla visita delle rovine ho dovuto usufruire di tutta la giornata partendo all’alba e tornando al tramonto. Molto meglio se si hanno a disposizione tre giorni, per gli appassionati anche una settimana. Io ho impiegato una ventina di ore totali per la visita percorrendo il grande e il piccolo circuito( rimando alla guida Lonely Planet che propone una vasta descrizione dei due circuiti, immagini e piantine), visitando i principali templi (Angkor Wat, Angkor Thom, Ta Prohm…) e anche alcuni secondari. Grazie a qualche dollaro extra ho potuto raggiungere il Banteay Srei a una trentina di km dalle principali rovine. Si tratta di un tempio di piccole dimensioni, ma di incredibile bellezza: una vera perla immersa nella foresta. In ottimo stato di conservazione è possibile osservare bassorilievi e decorazioni considerati fra le massime espressioni dell’arte angkoriana.

Ho infine raggiunto il lago Tonle Sap e il villaggio galleggiante dove giungono le imbarcazioni che collegano Phnom Penh con Siem Reap. Dopo essermi goduto un suggestivo tramonto sul lago e sulle risaie circostanti dalla collina nei pressi del villaggio ho dovuto a malincuore concludere la mia visita in Cambogia preparandomi al viaggio di ritorno a Bangkok, consapevole che il giorno seguente sarebbe stato assai faticoso.

Per il ritorno ho optato per il taxi approfittando dell’aiuto della guest house che mi aveva offerto la possibilità di dividerlo con due ragazze americane. Senza dubbio è molto più comodo: aria condizionata e un buon sistema di ammortizzatori che rendono le buche un po’ meno fastidiose! Inoltre procede molto velocemente (anche a 80 km/h in alcuni tratti) e quindi permette in sole 3 ore di raggiungere Poipet. Dalla stazione dei taxi e dei pick up si raggiunge con una navetta gratuita il confine thailandese. L’ingresso è rapido e prima del previsto ho raggiunto Bangkok dove mi sono concesso un po’ di riposo preparando la visita della città per il giorno successivo.

Città calda caotica e dall’aria pungente Bangkok presenta nella zona centrale sul fiume Mae Nam Chao Phraya (Ko Ratanakosin) un affascinante complesso di templi che destano nel turista una piacevole sorpresa. Lasciato l’albergo raggiungo in tuk tuk la stazione Hualamphong dove ho appuntamento con una ragazza tailandese che mi accompagnerà nella visita della città…O meglio sarò io ad accompagnarla…Grazie all’aiuto della fedelissima Lonely! Il Grand Palace è il cuore della capitale con le sue bianche mura racchiude stupendi templi che anche se non molto antichi conferiscono un tipico fascino orientale alla città (ingresso: 200 bth). Il complesso comprende il Wat Phra Kaew (tempio del Buddha di Smeraldo) struttura architettonica costituita da stupa dorati e altamente decorata, un tempio sacro di grande importanza per i tailandesi; il palazzo reale (chiuso al pubblico) che attualmente non risulta la residenza dalla famiglia reale ma è esclusivamente dedicato alle celebrazioni di particolare importanza. Lasciato il Grand Palace raggiungo il Wat Pho (ingresso 20bth) ricordato da molti turisti per il grande Buddha disteso, una statua di 46 m in gesso rivestita da foglie d’oro che mi lascia piacevolmente sorpreso. Un tintinnio attira la mia attenzione…Ben presto vengo coinvolto anche io in quello che le ragazze dicono essere un rituale porta fortuna…Si tratta di lasciar cadere alcune monetine in una trentina di scodelle di metallo, ma tuttora non ne conosco l’esatto significato.

Inoltre all’interno del Wat è presente la più vasta collezione di statue del Buddha della Thailandia. Una galleria di 394 statue d’orate giustificano la fama e l’importanza di questo tempio! Ma è ora di proseguire e quindi grazie al traghetto che permette di attraversare il fiume (2 bth) raggiungo il Wat Arun (tempio dell’alba): imponente struttura finemente decorata e rivestita da un particolare mosaico di piastrelle. Il treno per Chiang Mai non parte molto tardi, circa alle 18, ma considerando la latitudine della Thailandia è già quasi buio…Perciò dopo una passeggiata nel campo reale e dintorni raggiunta la stazione di Hualamphong (la principale di Bangkok dalla quale partono treni per il Nord della Thailandia) saluto le ragazze accordandomi per una visita giornaliera ad Ayuthaya al mio ritorno. Il treno e lento e impiega circa 12 ore a coprire una distanza di 700 km, l’aria condizionata mi aiuta a prender sonno e quando mi sveglio sono ormai giunto a Chiang Mai: la porta del selvaggio nord.

Decido di visitare Chiang Mai al ritorno dal triangolo d’oro quindi lasciata la stazione dei treni raggiungo quella degli autobus dove acquisto un biglietto per Mae Sai (non è molto costoso, il prezzo dipende dalla compagnia degli autobus e dall’aria condizionata. Consiglio di spendere qualche decina di bath in più e viaggiare con aria condizionata considerando la lunghezza del tragitto). Il viaggio ha una durata di 4-5 ore e la strada è lenta e tortuosa.Frequenti le soste alle principali stazioni e a Chiang Rai che ho escluso dal mio itinerario considerando l’assenza di importanti monumenti o templi particolarmente interessanti. All’arrivo a Mae Sai raggiungo la cittadina dalla stazione con un servizio di navetta (7 bth) che copre i 5 km che separano la stazione dal confine. Mae Sai è una simpatico paese di confine, arricchitosi in passato col commercio (soprattutto di droga e preziosi). Mae Sai è divisa da Tachilek la corrispondente città in terra birmana da un ponte, famoso per i commerci di droga del triangolo d’oro. Si tratta in effetti di una stessa città divisa da un fiume che allo stesso tempo rappresenta il confine di stato fra Myanmar( ex Birmania) e Thailandia. Passeggiando per Mae Sai visito il mercato e raggiungo grazie ad una lunga scalinata la collina adiacente al centro cittadino dalla quale si scorgono fantastici panorami dello Shan. Mae sai è una città allegra e smagliante e il tempo passa in fretta. Il giorno seguente è dedicato alla visita di Tachilek che ci permette di osservare le profonde differenze fra i due paesi! Per accedere è necessario pagare una tassa di 10 us$ e lasciare il passaporto al confine birmano che concede solamente un day pass per la visita della città. La differenza con Mae Sai è visibile a pochi passi dal ponte! Un mercato enorme non smentisce le nostre aspettative…Si trova di tutto a prezzi molto bassi : preziosi, tessuti, manufatti, spezie, frutta e anche pelli di felini rari, teschi di animali…Ecc (non fatevi tentare!!anche perché le norme vigenti in Thailandia sono molto rigide). Sorpreso da un acquazzone tropicale mi riparo nel mercato mentre fiumi d’acqua scorrono fra le bancarelle. Nel frattempo l’incontro con una guida locale molto informata mi coinvolge in una piacevole chiacchierata e mi permette di raggiungere un area dove vivono alcune donne Padaung (famose donne giraffa della regione del lago Inle) che vivono grazie a piccoli manufatti tessili e alla protezione del gestore dell’albergo adiacente che le mantiene incassando la tariffa d’ingresso al villaggio pagato dai turisti (150 bth, molto inferiore rispetto a quella d’accesso ai villaggi Padaung tailandesi). Conclusa la visita della cittadina e congedatomi dalla guida (sono tuttora sorpreso del buon inglese parlato) ritorno in territorio tailandese ritirando prima il mio passaporto all’ufficio della polizia di frontiera birmana.

Il giorno successivo decido di spenderlo nella visita del triangolo d’oro percorrendo le strade che costeggiando il fiume Mekong mi permettono di apprezzare favolosi paesaggi fra Birmania, Thailandia e Laos. Raggiungo Chiang Sean e successivamente Chiang Khong. La strada e abbastanza tortuosa, e il servizio di mini bus che collega le cittadine non è molto efficiente visto che si ferma in un villaggio dopo Chiang Sean da dove sembra non aver proseguo. Fortunatamente pagando un po’ di più riesco ad arrivare a destinazione percorrendo la strada panoramica sul Mekong. Il grande fiume appare rosso e limaccioso, le rive circostanti sono dominate da verdi colline con una natura rigogliosa e selvaggia grazie ad un clima monsonico che assicura precipitazioni giornaliere brevi ma intense. Chiang Khong non ha molto da offrire, è un valico di frontiere ufficiale col Laos e quindi frequentemente raggiunto da turisti per poi dirigersi verso la Cina o nel cuore del Laos. Ad ogni modo il tempo limitato a mia disposizione mi costringe il mattino seguente a tornare verso Chiang Mai. Il bus è lento ed impiega circa 6 ore, viaggio faticoso visto la scomodità del mezzo e l’inefficienza dell’aria condzionata che invece di rinfrescare l’ambiente lo riscalda… _Arrivato a Chiang Mai cerco rapidamente una sistemazione per la notte dove fermare i bagagli per poi addentrarmi nel cuore della città individuando le principale attrazioni da visitare il giorno seguente. Presto è mattina è inizia una giornata interamente dedicata alla visita della città e dei suo fantastici templi lignei (in tek) in stile Lanna. La città è ricchissima di templi in tek che risentono delle influenze Shan e laotiane…Se ne possono vedere ovunque. Tra questi i più importanti e imponenti sono: Wat Chiang Man, Wat Phra Singh, Wat Chedi Luang. Siccome la città è di modeste dimensioni e percorrere le distanze fra i veri templi risulta assai dispersivo decido di trovare un tuk tuk che mi permetta di raggiungere le principali attrazioni. Ne trovo uno che per 30 bth resta un’ora a mia disposizione e mi permette di raggiungere i wat in pochi minuti e di visitarli tranquillamente. Non molto lontano da Chiang Mai si trova un piccola villaggio famoso per gli ombrelli di seta decorati e dipinti a mano: Bo Sang. Colpito dalle foto degli ombrelli colorati e luccicanti decido di recarmi con un tuk tuk nel celebre villaggio. Ho così l’occasione di osservare come vengono prodotti questi manufatti locali, un vero e proprio simbolo dell’artigianato nord tailandese. Si tratta di una catena di montaggio dove ogni artigiano ha il proprio compito: modellare il bambù, costruire la struttura dell’ombrello, rivestirlo di seta e dipingerlo. Nonostante l’elevato numero di persone che lavorano e il tempo impiegato per la produzione i prezzi dei prodotti risultano abbastanza bassi e così non resisto alla tentazione di acquistarne uno (poco più di 10 €…). La sera la dedico interamente al mercato dei fiori (fiori freschi stupendi, fiori di loto e di ogni genere colorano l’intero mercato) e soprattutto al bazar notturno di Chiang Mai. Mi era stato detto che si trattava di un mercato puramente turistico, ma posso affermare che si trova di tutto e che comunque risulta molto interessante anche solo per le sue dimensioni è l’impressionante numero di turisti che affollano le bancarelle!Il bazar apre alle 9 circa fino a notte inoltrata e potete trovare orologi, vestiti,quadri, artigianato…È in effetti molto caotico ma mantiene comunque il suo fascino. L’ultimo giorno nel nord decido di spenderlo per visitare il Wat Phra That Lampang Luang, il tempio più antico della Thailandia settentrionale che si trova una decina di km fuori Lampang. Il collegamento fra Chiang Mai e Lampang è assicurato da un servizio di bus che permettono di coprire gli 80 km che separano le due città. Per raggiungere il tempio non c’è un collegamento diretto ma è necessario raggiungere un piccolo mercato fuori città grazie ad una navetta (chiedete alla stazione dove trovarlo, sono gentili e disponibili…Saranno loro stessi ad indicarvelo) e da qui arrangiarsi col mezzo che si trova: un tuk tuk, un passaggio in macchina… nel mio caso in tre su un piccolo ciclo motore per quei 4 km che separano il mercato dal tempio. Il wat appare circondato da imponenti mura al cui interno si intravede una struttura lignea ed una stupa dorato. La bellezza della struttura in tek e le incredibili decorazioni ripagano tutta la fatica per raggiungerlo. Il complesso è abbastanza ampio e sono presenti anche altri piccoli tempietti che circondano lo stupa centrale e il tempio principale. Non trovando alcun mezzo decidiamo di tornare al mercato a piedi attraversando la campagna e le risaie dove i contadini lavorano per la raccolta del riso. Fortunatamente prima di raggiungere la navetta ci viene offerto un passaggio che ci permette di raggiungere il mercato più comodamente del previsto. Sono queste piccole cose che ti stupiscono e lasciano un piacevole ricordo…Tornato a Lampang il tempo non permette di visitare la cittadina e costringe al rientro a Chiang Mai dove mi aspetta un lunga notte in treno per rientrare a Bangkok.

_Il treno arriva puntuale nella capitale e presto incontro le ragazze alla stazione dove mi ero dato appuntamento per un escursione giornaliera ad Ayuthaya. E’ il mio penultimo giorno in Thailandia e nonostante la stanchezza per il lungo viaggio di rientro dal nord non posso rinunciare alla visita dell’antica capitale. Ayuthaya dista circa 70 km da Bangkok perciò è raggiungibile in circa 1 ora e mezza di treno (lento e affollato). Raggiungiamo presto la cittadina dove cominciamo la visita dei principali templi. Il parco storico della città è particolarmente vasto e costituito da molti siti alcuni in buone condizioni altri in rovina. Resta comunque interessante osservare le differenze fra lo stile Khmer di Angkor e quello tailandese di Ayuthaya soprattutto fra le torri khmer e gli stupa thai. Il parco storico si estende in un’area circondata da vari fiumi nella quale i templi più noti sono: Wat Phra Si Sanphet, Wat Ratburana, Wat Phra Mahathat. In quest’ultimo emerge uno dei siti più celebri dell’antica capitale: una statua del Buddha gravemente danneggiata dalle invasioni birmane (ne resta infatti solamente il capo) immersa in un suggestivo groviglio di radici.

_Il volo Bangkok – Francoforte lascia la capitale verso la mezzanotte e per questo permette di sfruttare interamente l’ultima giornata a disposizione. La stanchezza accumulata nei giorni precedenti si fa sentire e per questo opto per una tranquilla visita al Vimanmek Teak Mansion. Si tratta di un enorme struttura costruita interamente in tek, avente la fama di essere il più grande edificio esistente al mondo costruito con tale legno pregiato. Fu residenza reale nei primi Novecento, oggi destinato esclusivamente ad ospitare una vasta collezione di opere d’arte. Dopo la visita approfitto per osservare uno spettacolo di danzatrici tailandesi, un po’ troppo turistico a dir la verità… Passeggiando per i giardini della residenza e concedendomi un pasto prima del lungo viaggio di ritorno passo le mie ultime ore nella ‘città degli angeli ’ che nonostante il traffico caotico, lo smog e il rapido processo di industrializzazione continua a mantenere il suo fascino misterioso.

Un lungo volo aereo mi attende, e dopo essermi congedato dalle ragazze mi avvio verso l’aeroporto pensando ai bei momenti passati, al sorriso di un popolo che, solo ora capisco, lascia nel visitatore una traccia indelebile.

Alessio Per qualunque informazione contattatemi all’indirizzo e-mail: moal2003@katamail.Com



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